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C'erano 23 risultati taggati con Nikon

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  1. Guida all'acquisto dell'obiettivo macro...

    Dopo l'acquisto di una reflex e del corredo base di obiettivi, può succedere di voler approfondire qualche genere fotografico in particolare, il ritratto, il paesaggio piuttosto che la fotografia agli animali, oppure la macro. In questi casi spesso occorre un obiettivo dedicato.
     
    Per fare della macrofotografia come si deve ed apprezzare pienamente le meraviglie nascoste nel "molto piccolo", ci vuole un vero obiettivo macro. che  permetta di ingrandire, avvicinarsi a sufficienza al soggetto ed avere la elevata nitidezza necessaria per avere soddisfazioni ed appassionarsi a questo genere fotografico. 
     
    In questa guida all'acquisto ho cercato di presentare e commentare brevemente gli obiettivi per la macro compatibili con le reflex nikon attualmente in produzione, con qualche piccolo consiglio assolutamente soggettivo e non vincolante per aiutare nella scelta, rimandando  ai test approfonditi pubblicati su Nikonland  per approfondire. 
     
    Se siete interessati ad una  breve introduzione alla macrofotografia  vi suggerisco di leggere questo mio  articolo su Nikonland da approfondire eventualmente leggendo su altri siti o dei manuali. 
     
    Gli obiettivi macro
    Ho diviso gli obiettivi macro in tre categorie principali sulla base della lunghezza focale. I normali (50mm - 60mm), i tele corti (da 90mm a 105mm) e i tele medi (da 150-180-200mm) in più ho aggiunto un appendice sugli obiettivi macro dedicati al formato APS-C (Dx per Nikon).
     
     
     I macro normali . 
    Molto ben corretti per quanto riguarda distorsione e aberrazioni,  straordinariamente nitidi, sono i più piccoli e leggeri e (nell'ambito della stessa marca) costano meno  di quelli di focale maggiore. I limiti possono essere: la distanza di messa  a fuoco molto breve e quella di lavoro (distanza fra soggetto e lente anteriore) ancora di più, per cui può capitare di trovarsi a scattare vicinissimi al soggetto. Inoltre il  maggiore angolo di campo rispetto a focali più lunghe,   rende un po' più difficile ottenere degli sfondi gradevoli. Non sto affermando che le focali da 50-60mm sono poco utili, ma che sono un po' più impegnative nell'uso sul campo, mentre sono ottime  per still life, riproduzione in genere. A mio parere, per insetti, altri animali o se  si deve fotografare col cavalletto qualcosa che sta in mezzo ai cespugli, forse è meglio garantirsi un po' più di agio usando una focale un poco più lunga. 
     
    Le  focali macro "standard" attualmente disponibili sono queste:
     
    Nikon AF-S 60mm f/2.8 G ED Micro 
     
    [attachment=104644:nikon60.jpg]
     
    Test su Nikonland qui e qui
     
     
    Schema ottico (lenti/gruppi):12/9
    Diaframmi f/2.8-32
    Angolo di campo 39°40' (26°30' con formato DX Nikon)
    Distanza minima di messa a fuoco 18,5cm
    Massimo rapporto di riproduzione 1x
    Diaframma 9 lamelle
    Passo filtri 62mm
    Dimensioni (diametroxlunghezza dall'innesto)  73 x 89 mm
    Peso 425g
    Motorizzato AFS
     
     
    A mio parere la scelta migliore fra i "normali" per Nikon.
     
    Zeiss Milvus 50mm f2M
     
     
    [attachment=104645:zeissmilvus50mm.jpg]
     
     
    Schema ottico (lenti/gruppi):8/6, 
    Diaframmi f2-22
    Distanza minima di messa a fuoco 24cm
    Massimo rapporto di riproduzione 0.5x
    Diaframma - 
    Passo filtri 67mm
    Dimensioni (diametroxlunghezza dall'innesto) 81x74mm 
    Peso 700g
    Messa a fuoco manuale
     
    Costante per  gli Zeiss sono la costruzione superba, la qualità ottica indiscussa, ma... messa a fuoco solo manuale, costo più che notevole e rapporto di riproduzione un po' "vintage", arriva solo a 1:2.
     




    • feb 21 2017 13:17
    • da Silvio Renesto
  2. Compro una Nikon, e...gli obiettivi???

    [attachment=103744:msg-1-0-16345700-1484374623.jpg]

     
    "Ho comprato una reflex Nikon...quale tra questi due fissi mi consigliate...o sarebbe forse meglio quello zoom?"
    A seguire, nelle pagine successive, due diverse realta', manifestate nelle domande che sul forum ci vengono piu' di frequente rivolte sul come mettere in piedi un corredo fotografico, coerente con le personali esigenze: da quelle piu' semplici alle piu' articolate. 
    Ovviamente si tratta di consigli che vogliamo proporre come esemplificazione di situazioni tipo che non possono certo esaurire le esigenze della totalita' degli utenti del forum, ma che possono servire a costituire la base di successivi approfondimenti basati sul

    "perche' quello al posto di...quell'altro?"

    [attachment=103746:Nikon-Lineup.jpg]

     
    Saranno graditi i commenti a margine dell'articolo per riempire gli inevitabili percorsi alternativi possibili, che nel tempo serviranno anche a comporre l'inevitabile evoluzione dei convincimenti qui ed oggi espressi.
    L'intento sarebbe quello di aiutare nella scelta degli abbinamenti tra corpi macchina ed obiettivi, anche di marchi compatibili, bypassando la spazzatura degli zoom di primo equipaggiamento ed in generale tutto cio' che abbiamo nel tempo imparato a sconsigliare.
    Ma tralasciando anche obiettivi molto specifici in base all'utilizzo loro dedicato come i supertele, i fisheye o i decentrabili i cui destinatari hanno (o dovrebbero avere) idee gia' chiare al riguardo.
    A seconda dei profili-utente in gioco, saranno inclusi o meno obiettivi che riteniamo essere coerenti con l'utente in oggetto, pur consci che un 18-55 possa essere tranquillamente montato su di una D5, tanto quanto un 500mm su una D3xxx, ma ovviamente senza il nostro...imprimatur  :wacko:
    Mi permetto di essere assertivo in forza dell'esperienza diretta basata sull'utilizzo personale delle attrezzature proposte, e/o sulle considerazioni derivanti dalla lettura dei test che in questi dieci anni sono stati pubblicati su Nikonland, sempre con lo stesso fine: quello di fornire il nostro punto di vista in lingua italiana su quanto graviti intorno al marchio ed alla baionetta Nikon.
     

    [attachment=103745:20_16_10_5_7_logo_Nikonland.png]
     





    • gen 19 2017 08:45
    • da Max Aquila
  3. Wide to wide zoom per le nostre Nikon

    [attachment=104037:Migliori-obiettivi-video-HD-DSLR-Canon-Nikon-2.jpg]

    Uno dei quesiti piu' frequentemente posti sui forum di fotografia, riguarda una delle categorie piu' richieste di zoom, quella degli zoom wide to wide e/o dei trans standard. ossia di quegli zoom che posseggano escursione focale al di sotto della focale standard per quel formato, oppure attraverso questa.
    E la materia e' in continua evoluzione, grazie alla prolificita' dei produttori di obiettivi, originali ed universali, motivo per cui i consigli apprestati perdono di efficacia e consistenza, spesso gia' solo pochi mesi dopo esser stati forniti.
    La domanda riguarda sia l'abbinamento a corpi macchina FX sia quelli DX (a maggior ragione considerando il fattore di conversione).
     
    Ma l'offerta sul mercato di obiettivi universali, specie nella categoria di cui al titolo di questo articolo, spesso ingenera confusione: non sempre infatti continua a valere il detto che "chi piu' spende meno spende" e le differenti politiche commerciali dei marchi, oltre ai frequenti aggiornamenti degli obiettivi stessi, porta utenti anche piuttosto smaliziati a confondersi e a formulare la fatidica domanda:
    "cosa mi consigli come zoom grandangolare da montare sulla mia D...?"
     

    [attachment=104035:001 P_20161225_135339.jpg][attachment=104034:lc_12-24_4_dg_hsm_a016.jpg][attachment=104036:12-24nik.JPG]

    In quanto appassionato dai grandangolari in genere, da quelli fissi in particolare, questa categoria dei wide zoom mi interessa non poco e ancor di piu' la tengo d'occhio da quando, all'inizio del 2016, ho acquistato una splendida D500 col precipuo scopo di limitarne l'uso agli obiettivi da 50mm in su... possedendo una eccellente D810 per "curare" le focali al di sotto di quella standard.
    Considerando l'utilizzo nel 2016, fortemente sbilanciato a favore del corpo DX, mi sono piu' volte chiesto anch'io quale zoom wide-to-wide potrebbe reggere in abbinamento all'esigente sensore della D500, ma ad oggi non mi sono ancora riuscito a dare risposta, mancando all'appello delle mie prove alcuni zoom di un paio di marchi universali, non ancora passati dalle mie grinfie...
    Ovviamente intendo considerare solamente (e tutti) quegli obiettivi minimo 24mm in FX, e quindi minimo 24mm-eq in DX
    Dalla disamina non intendo tenere in considerazione tutti gli zoom smaccatamente entry-level (18-55mm e similari), i modelli palesemente "dimenticati in listino" (tipo 17-35fx e 17-55dx)  ed i trans-standard che arrivino oltre gli 80/85mm, costituendo questi piu' una "soluzione totale" che una risposta al quesito che riguarda il lato grandangolare della loro escursione focale. 
     

    [attachment=104057:tam1530.PNG] [attachment=104058:L0000073-construction.jpg]

    Avete mai sfogliato a fondo il catalogo completo dell'offerta su baionetta F di questi zoom?
    Di quelli gia' testati su Nikonland trovate link all'articolo relativo (il piu' recente se piu' d'uno), degli altri solo una scheda sintetica delle principali caratteristiche.
    Quattro brand, finora:
     

    Nikon,     Sigma,     Tamron,    Tokina

     
    ...in rigoroso ordine alfabetico...
     
    Questo articolo restera' un work in progress per gli inevitabili aggiornamenti, che ci piacerebbero venissero integrati dalle vostre considerazioni ed experiences, nella discussione a margine
     
     
    Max Aquila © per Nikonland 2017
     



    • ago 01 2017 15:36
    • da Max Aquila
  4. Nikon 200-400mm F4 VR I contro Nikon 200-500mm...

    Il Nikon 200-400mm f4 AFS G VR è sempre stato "lo zoom" da safari per eccellenza, a partire da quel 200-400 f4 Ais che ha fatto la gioia di quei fotografi naturalisti che potevano permettersi di comprarlo ed attaccarlo alla loro Land Rover per girare un'Africa ancora rigogliosa di vita, basti ricordare la coppia Gunther Ziesler ed Angelika Hofer. 
     
    Lungamente attesa, la versione Af stabilizzata, è diventata a sua volta il sogno di molti hikers che volevano percorrere le piste o arrampicare in montagna in cerca di camosci  di fiori e piccoli animali, portando con sè un solo obiettivo per scorci e inquadrature ravvicinate a qualsiasi distanza. Il prezzo pur elevato, era inferiore a quello dei supertele fissi e (parlo dell'AFS) il peso molto più contenuto.
     
    Chi non poteva permettersi questo costoso gingillo fino a non molti anni fa aveva poca scelta, per lo più zoomoni di marche universali, di prestazioni amatoriali, bui e di scarsa qualità. In casa nikon c'era un 80-400 f5.6 con l'af tradizionale e dalle prestazioni così così, sostituito in ritardo da un omologo e ben più costoso AFS, migliore del precedente.
     
    Ora la situazione è cambiata Sigma e Tamron, ma soprattutto Sigma, hanno proposto degli zoom supertele di qualità più che adeguata e di focale maggiore (finoa 600mm), anche se un po' più chiusi (f6.3) alla massima focale.
     Nikon non poteva certo stare a guardare (o no?), ed ecco che ha realizzato uno zoom solo di uno stop più chiuso, ma dalla focale massima superiore, più leggero  e, cosa importante, dal prezzo molto contenuto rispetto al 200-400.
     
     Il nuovo Nikon 200-500mm f5.6 AFs E VR sta riscuotendo, mi pare, un buon successo, per la sua qualità ottica soddisfacente  Viene da chiedersi se vale ancora la pena di investire denaro nel "cugino" professionale 200-400 o se questo 200-500 può bastare. Ognuno avrà la sua risposta, ma qui vorrei offrivi qualche spunto di riflessione con un piccolo confronto.
     
    Su invito, e grazie a gentile prestito, di Mauro Maratta, ho potuto provare il 200-500 in parallelo con il 200-400 AFS prima serie, dell'amico Gianni.  Ecco le mie impressioni sui due zoom.
     
     

    [attachment=98506:confronto.jpg]

     

    Il 200-500mm in primo piano e il 200-400mm dietro.  L'amico Gianni è fanatico delle coperture in neoprene, ma non è l'unico, vero?

    Sul perchè della fascetta mimetica sul 200-500 leggetevi l'altro mio articolo su questo obiettivo.

     

     

     
     
    Costruzione ed ergonomia.
     
    I dati li trovate ovunque, ma li riporto ugualmente per completezza:
     
    Nikon 200-400mm AFS VR: f4, 24 lenti in 7 gruppi, diaframma a 9 lamelle, messa a fuoco minima 2m (RR 1:3,7), larghezza x lunghezza 124x365mm, peso 3275g.
     
    Nikon 200-500mm AFS VR f 5.6, 19 lenti in 12 gruppi, diaframma a 9 lamelle,  messa a fuoco minima 2,2m (RR 1:4,5), larghezzaxlunghezza 108x267,5mm (a 200mm), peso 2300 grammi.
     
    In pratica, Il 200-400mm è più pesante, ma più robusto, il barilotto è tutto di metallo rivestito dalla famosa copertura "raggrinzita" di un tempo, non si allunga zoomando e questo contribuisce alla sensazione di solidità relativamente al 200-500, che comunque è anche lui ben costruito e senza giochi preoccupanti.
    Il peso sensibilmente minore del 200-500 è un vantaggio se si deve camminare a lungo, inoltre per il trasporto il 200-500 può essere bloccato sulla focale 200mm, diventando un tutt'uno solido e compatto.
     
     
    I riferimenti alle diverse focali sono ben incisi in entrambi gli zoom, nel 200-400 sono riportate anche le focali intermedie 250mm e 350mm. 
     

    [attachment=98507:gh2004002.jpg]

     

     
    Il collare per il treppiede è più largo ed ha una base più lunga nel 200-400.
     
    Insomma, il 200-500 non è costruito male, ma il 200-400 è costruito meglio. Quanto all'atto pratico possa fare la differenza credo dipenda molto dall'uso che uno ne fa e dalle attenzioni con cui si maneggiano gli obiettivi.
     
    "La Colt non è come le altre, puoi usarla per piantare chiodi nel muro tutto il giorno e la sera infili un centro dopo l'altro" (da Taxi driver, cito a memoria per cui potrebbero esserci inesattezze ;)).
     
    Sicuramente il 200-500 si può usare a mano libera per tempi ragionevolmente lunghi, il 200-400 no.
     




    • ago 23 2016 05:55
    • da Silvio Renesto
  5. Nikon 200-500 f5.6 E VR, un "quasi" macro?

    NON FRAINTENDIAMO.
     
    E' chiaro che lo scopo principale del Nikon 200-500mm f5.6 E VR per quelli che come me che amano fotografare gli animali, è andare in posti così
     

    [attachment=97891:landsc2.jpg]

     

     

    [attachment=97892:landsc1.jpg]

     

     

     

    Avvistare qualcosa di interessante, riprenderlo nell'insieme ad una focale intermedia:
     
     

    [attachment=97893:cormoegret1.jpg]

     

     

     
     
     
    Per poi ricavarne scorci zoomando alla massima focale.
     
     

    [attachment=97894:cormoegret2.jpg]

     

     

    [attachment=97895:cormoegret3.jpg]

     

     

     

     

    Oppure addentrarsi in una lanca
     

    [attachment=97896:lanca.jpg]

     
     
    Essere subito pronti per incontri ravvicinati.
     

    [attachment=97897:heron.jpg]
     
     

    Per passare poi  a foto ambientate.
     
     

    [attachment=97898:heronamb.jpg]
     
     

     
     
     
    Certo, può capitare di voler fotografare un fiore,  se  la cosa interessa (a me raramente), sfruttando lo sfuocato tipico del teleobiettivo.
     
     

    [attachment=97899:fiore.jpg]

     
     
    Ma è un caso eccezionale, non si usa certo per questo.  Non è certo un obiettivo per foto ravvicinate.
     
    NE SIAMO PROPRIO SICURI?
     
     




    • ago 13 2016 06:12
    • da Silvio Renesto
  6. Nikon D300, nostalgia di un amore

    D300, forever?
    La D300 è entrata nel cuore di molti fotoamatori e professionisti che per motivi diversi usavano il formato Dx e ci è rimasta a lungo, anche dopo la comparsa di fotocamere che offrivano prestazioni migliori e migliore qualità di immagine, la D300s che non ho provato, non differiva troppo, le D7XXX invece sì. Io stesso, pur essendo passato per quanto riguarda il formato Dx, alla D7000 ne poi alla D7100, ho sempre avuto in fondo al cuore una leggera nostalgia per la mia vecchia D300 (nostalgia scomparsa improvvisamente dopo aver preso in mano la D500).
     
    Perché questa affezione?
    Posso rispondere per me, gli altri si potranno riconoscere oppure no.
    La D300  è stato un modello rivoluzionario rispetto alla precedente D200 e questo ha convinto molti ad acquistarla. Al di là della qualità di immagine, comunque superiore sotto alcuni aspetti (e poi la povera D200 era tacciata di infamie come il banding per cui tutti si mettevano a fotografare lampioni e lampadine di notte) si aveva un mirino con la copertura del 100%, un monitor più grande e con maggiore risoluzione, finalmente usabile per valutare le foto (o quasi). 51 punti af contro 11, 15 punti a sensori af incrociati contro 1 solo,  batterie che duravano il triplo, pulizia del sensore  taratura fine dell'Af sensore con una risoluzione per i tempi notevole (12mpx). Insomma una bella differenza. Era compatibile con obiettivi Af non motorizzati e anche Ai (Anche la D200).
     

     

    [attachment=96991:frontale.jpg]

     

    La D300 ha un'aria robusta e ...professionale, qualunque cosa voglia dire. 

     

     

     

     

    [attachment=96992:D300rear.jpg]

     

    Piccoli particolari che contano (già la chisura si perde nella D300s, che però guadagna il pulsante centrale)

     

     

    [attachment=96993:anelli.jpg]

     

    Piccoli particolari che piacciono ;)

     

     

     

     

    Se quindi si può ben capire il successo iniziale, più difficile è comprendere il persistere della predilezione per questa fotocamera dopo la comparsa di modelli più aggiornati che univano alcune se non tutte, le funzioni della D300 ad una qualità di immagine, gamma dinamica e risoluzione chiaramente superiori.
    Per me questa radicata (o radicale) passione ha motivi sottili, ma nemmeno troppo. La D300 (ed in questo somigliava alla D200) era un "workhorse", un cavallo da tiro o forse un war horse, un cavallo da battaglia,  La D300/D300s  aveva delle caratteristiche di robustezza e praticità d'uso che sono mancate a tutte le successive fotocamere in formato Dx fino alla D500.
     

     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

     

    [attachment=96994:top.jpg]

     

    Non facciamo scene, per favore

     

     

    [attachment=96996:attai.jpg]

     

    OH i vecchi lenti e rumorosi Af...

     
     
     
     
    Quando sono passato ai  modelli D, successivi, più recenti e performanti (almeno come qualità di  immagine)... non era la stessa cosa. In fondo per me la fotografia è più spesso divertimento che lavoro e per divertirmi dev'esserci una soddisfazione nell'uso dello strumento oltre che la qualità del risultato. Lo so non è logico, lo strumento dovrebbe essere funzionale e basta, ma non è così, l'apparenza  spesso  conta, il look delle D7XXX ", ad esempio, somiglia più quello delle sorelle minori entry level che a quello di D700/800 e corpi "pro. Sulla ghiera di sinistra compaiono le famigerate "scene" che ogni purista aborre. Non è razionale perché si può scegliere di ignorarle, ma se si scegliesse solo su base razionale, allora avremmo anche molte meno varietà di automobili, o no?
     




    • lug 18 2016 10:55
    • da Silvio Renesto
  7. Nikon D500: macro e avifauna.

    Ho avuto la possibilità di  usare La nikon D500 in macro (e foto ravvicinata) e nella wildlife photography (termine anglosassone meno cruento nell'immaginario collettivo rispetto all'italiano "caccia fotografica" ;) ) ed ecco mie impressioni.
     
     
    Ergonomia e praticità d'uso.
    Uno degli aspetti che mi hanno maggiormente soddisfatto della D500 è che offre  (finalmente!) al fotonaturalista le caratteristiche di un corpo professionale nel formato dx.  Naturalmente c'è anche la qualità di immagine, aspetto già abbondantemente trattato in altri articoli pubblicati, ma la  praticità d'uso mi ha veramente impressionato.
     
    La robustezza, la velocità dell'af, il buffer, la raffica, sono  caratteristiche fondamentali per la fotografia di natura  e sportiva e rendono la D500 uno strumento veramente versatile ed affidabile anche, ad esempio, in macro.
     
     
    Macrofotografia, ma non solo
    Non va dimenticato che il formato Dx in macro è utile perchè permette, a parità di copertura dell'inquadratura, di stare più distanti dal soggetto, consentendo di avere una maggiore profondità di campo, una migliore gestibilità della luce e, nel caso i soggetti siano vivi e reattivi, la maggiore distanza diminuisce le probabilità di causarne la fuga.
    Quindi una DSRL che unisce caratteristiche di livello professionale al formato ridotto è uno strumento validissimo anche per il macrofotografo. Ma c'è di più.
     
    Il soggetto è rasoterra? Il display orientabile ti permette di controllare l'inquadratura anche da sopra, senza che ci si debba sdraiare e guardare nel mirino (naturalmente se non c'è troppo sole o se si può fare ombra con qualcosa, testa compresa :)).
     
     

    [attachment=96775:body1.jpg]

     

     

     

    [attachment=96776:plantatrifo.jpg]

     
     
    Essendo touch si potrebbe pensare di selezionare il punto di messa a fuoco ottimale e di scattare direttamente con il display, ma in macro è meglio di no, a mio parere, perchè si provocherebbero vibrazioni e spostamenti indesiderati, meglio usare uno scatto a distanza. Buona notizia, sulla D500 c'è una presa a 10 pin, per cui posso usare il mio vecchio cavo di scatto per evitare e vibrazioni e tenermi ben distante. Inoltre, nelle fotocamere della serie D7000  il sollevamento preventivo dello specchio c'è, ma è sepolto nei menù, per cui richede diversi passaggi per essere attivato, cosa che io trovo particolarmente irritante. Nella D500 con mio grande piacere ritorna ad essere selezionabile direttamente dalla ghiera di scelta delle modalità di scatto. Se ne sentiva la mancanza.
     
     

    [attachment=96777:body3.jpg]

     

    La freccia gialla indica la modalità mirror up, il cavo di scatto è inserito nella presa a 10 poli.

     

     

    Si teme l'infiltrazione di luce parassita dal mirino? C'è la tendina che chiude l'oculare.
     
     

    [attachment=96778:body2.jpg]

     

    [attachment=96779:dragonfly.jpg]

     
    Resa ad alti ISO
    Anche in macro o nella fotografia ravvicinata, poter usare alti ISO senza compromettere la qualità è importante, perché permette di avere contemporaneamente  tempi rapidi e diaframmi chiusi, offrendo così grandissima versatilità (e comodità d'uso). Perchè a vibrare non è solo la fotocamera, col vento, in macro, vibra, anzi dondola, il soggetto. 
     

    [attachment=96793:libellula1.jpg]

     





    • lug 09 2016 10:55
    • da Silvio Renesto
  8. I Jpeg delle Nikon sono gialli?

     
    1. Introduzione.
    Sul World Wide Web tutto è possibile. E' accertato per esempio che Elvis Presley sia vivo, mentre Paul Mc Cartney è sicuramente morto da tempo. E che gli asini volano di notte.
    Una di queste interessanti voci è che le Nikon producano immagini gialle.
    Per assurdo direi che c'erano fin dal tempo della pellicola. Forse perchè il logo è giallo..quindi le immagini devono essere gialle. C'è una logica. E infatti le immagini Canon pare siano rosse. Logico di nuovo direi.
    Sia come sia è oggi possibile sfruttare i moderni metodi di analisi per verificare se c'è un fondo di verità e di divertirci parecchio durante tale lavoro.
    .
    2. Scopo e Descrizione del test
    Lo scopo è quello di misurare la precisione complessiva dei colori fotografati da un sensore Nikon con la macchina settata in modalità Jpeg. Cioè come si comporta una Nikon con "tutti" i colori, la questione del giallo è ...una nota di colore!
    .
    Il metodo è quello di fotografare dei colori di cui siano già conosciute a priori le coordinate colorimetriche e di confrontare i colori misurati sulle fotografie con quelli noti. E' chiaro che un'eventuale deviazione verso il giallo, per essere un difetto, deve essere presente "DOPO" la correzione del bilanciamento del bianco (WB). Altrimenti parliamo solo di difetto del rilevamento WB, cosa possibile, ma infinitamente meno interessante ed esoterica ;)
     
    Per semplificare il tutto si sceglie di riferire entrambe le situazioni e cioè la misurazione indipendente del soggetto e  il bilanciamento della Fotografia effettuata in un'unica condizione di illuminazione comune e cioè quella che neutralizzi un certo elemento riconosciuto come un certo grigio. Noi useremo le coordinate effettive della carta, che non sono perfettamente neutre, ma sono perfettamente conosciute.
    .
    Condurremo il test in una situazione di luce da studio con sorgenti di luce che approssimano l'illuminante D50.  Alla fine potremo solo dire se il sensore si è comportato bene oppure no, con questa illuminazione. Useremo una Nikon D800E con un 24-70 f/2.8 AFS-G
    .
    Per estendere il risultato a tutte le situazioni sarà necessario in futuro ripetere il test con altre sorgenti di luce. Ma per ora partiamo così.
    Utilizzeremo perciò delle test-chart cioè delle tavole di colore preparate in modo idoneo allo scopo.
    Ho deciso di sviluppare un metodo in-house senza usare il comune Imatest che a fronte di un impianto matematico interessante, presenta però sostanziosi problemi di "robustezza numerica". Questo è anche uno dei motivi per cui ho voluto lavorare con un numero molto alto di colori (1728) invece dei soliti 24 della CC24.
    Vorrei anche dire che sono cosciente delle molte approssimazioni effettuate, ma le giustifico tenendo in mente lo scopo del test e soprattutto l'ordine di grandezza dei valori che misuriamo in rapporto con gli errori commessi.
     




    • lug 27 2016 20:33
    • da Spinoza
  9. Nikon 200mm f4 Ai "normale" vs micro.

    Tempo fa avevo pubblicato un breve articolo sul Nikon nikkor 200 f4 Ai ed un confronto fra il 200mm f4 micro-nikkor Ai ed il 200mm micro nikkor AfD.
     
     
    Oggi metto a confronto i due obiettivi manuali, il "normale" ed il "micro", come esperienza d'uso e qualità ottica.
     
     
    I due obiettivi hanno la stessa focale ed apertura massima, ma sono molto differenti come dimensioni e schema ottico: molto compatto il "normale", un po' più lungo il "micro", provvisto anche di collare per l'attacco al cavalletto, molto utile per la macro.
    Anche lo schema ottico è differente, 5 lenti in 5 gruppi per il normale, 9 lenti in 6 gruppi per il micro. Infine, cambia ovviamente la distanza minima di messa a fuoco: 2m (rapporto di riproduzione circa 1:7) per il normale e 71cm (RR 1:2) per il micro. Il normale si allunga focheggiando da infinito alla minima distanza, ma non cambia la focale effettiva, il 200mm micro AiS è IF per cui non modifica le sue dimensioni, ma alla mimima distanza ha una focale effettiva di 150mm.
     

     

     

     

     

     

    [attachment=89330:microvnorms.jpg]

     

    Dall'alto in basso: Nikon 200mm f4 Ai focheggiato ad infinito,

    focheggiato alla mimina distanza

    200mm f4 micro  nikkor AiS (è IF quindi non cambia dimensioni)

     

     

     

     

    Il 200mmm f4 micro da me usato nella prova è AiS,  ha lo stesso schema ottico della versione Ai, ne differisce, oltre che per la baionetta, per le diverse dimensioni del collare, che è molto più largo e robusto . 
     
    .
     
     

     

     

     

    [attachment=89331:AiSvAi.jpg]

     

     

    [attachment=89332:collar.jpg]

     

     

     

     
     
     
    Tra i due 200mm f4 normali Ai e AiS invece le modifiche sono minime, l'AiS ha solo una ghiera di messa a fuoco più sottile.
    Nell'usato il 200micro Ai costa dalle due alle tre volte il non micro. 
     
     
    Impressioni d'uso. Il 200mm f4 Ai è deliziosamente semplice da usare, compatto e leggero non dà quasi mai problemi a mano libera nè su DSRL nè su mirrorless, anche se non è stabilizzato, la ghiera di messa a fuoco offre la giusta resistenza e la luminosità è tale da permettere una messa a fuoco manuale in quasi tute le condizioni di luce ... decente.
    Il 200 micro nikkor AiS è un po' più lungo ma  non crea grossi problemi, si impugna bene. La differenza principale nella fotografia generale sta nella maggiore corsa della ghiera di messa a fuoco (per via della diversa distanza minima) e nella maggiore fluidità della stessa (ho posseduto o provato almeno 5  micro nikkor Ai-AiS in vita mia ed è una caratteristica costante), per cui rispetto al 200mm f4  normale, con il micro nikkor diventa più difficile mettere a fuoco con precisione. Occorre fare attenzione.
     
     
    Qualità ottica. ATTENTO LETTORE. Nemmeno noi invecchiamo tutti allo stesso modo. C'è chi ha cura di se stesso e si tiene in forma, c'è chi stravizia e si rovina, c'è chi poveretto ha incidenti non per colpa sua, ma il fatto è che a parità di età, l'aspetto e le performances possono essere molto diverse.
    Questo vale anche per gli obiettivi. Ad esempio, dei 5 esemplari di 200mm f4 micro nikkor che ho avuto modo di usare, uno aveva una ramificazione fungina sulla lente anteriore,  un altro mostrava una evidente velatura, uno era così-così e due sensibilmente meglio degli altri. C'era scarsa corrispondenza tra resa ottica e aspetto esterno (c'erano vecchi guerrieri pieni di cicatrici, ma ancora validi,  e esemplari intonsi fuori ma muffosi dentro). 
    Scrivo questo per due motivi: uno è specificare che l'esemplare  usato per questo test è uno dei migliori che abbia mai visto, l'altro è per chiarire che chi di voi possiede un 200mm f4 micro nikkor Ai-Ais, può darsi che i risultati che  ottiene con il suo esemplare differiscano dai miei, in peggio od anche (un pochino) in meglio.  Prendete il dato come un'indicazione. 
    Ho provato anche diversi esemplari di 200mm f4 Ai e AiS normali ed ho notato una variabilità molto minore tra uno e l'altro.
     

     

    Dopo questa doverosa introduzione lasciamo parlare le immagini
     
    Ad infinito, f8.
     

    [attachment=89333:infinito.jpg]

     
    La velatura dell'aria umida svantaggia entrambi gli obiettivi, ma nel complesso sembra di vedere un vantaggio del normale sul micro.
     




    • gen 02 2016 13:21
    • da Silvio Renesto
  10. Dragonflywatching? Perchè no?

    Del Birdwatching ne sappiamo tutti, almeno per sentito dire. Ma da un po' di anni, come sempre prima all'estero, poi da noi, sta prendendo piede la passione per l'osservazione delle libellule. Non ho scritto hobby intenzionalmente, perchè come il birdwatching serio è un insostituibile aiuto al monitoraggio, al censimento ed alla conoscenza dell'avifauna, di conseguenza alla sua protezione, così è l'osservare le libellule.
     

     


    [attachment=86517:painting1_214.JPG]

     

    Copertina dell'edizione italiana di un famoso testo Taoista, le libellule sono una presenza frequente nell'arte orientale

     
    Oltre che essere innegabilmente tra gli insetti  più piacevoli all'occhio, per le forme, i colori le trasparenze delle ali e la leggiadria, a volte invece la potenza del volo, le libellule sono degli indicatori ecologici di grandissima importanza, le ninfe di alcune specie ad esempio, possono vivere solo in acque pulite, ricche di ossigeno, altre sono legate a determinati ambienti e così via.
     
    Come per il birdwatching non mancano quindi gruppi ed associazioni, da noi in Italia la più importante è Odonata.it che, come recita la home page del sito, è una Associazione scientifica che promuove la ricerca odonatologica (sugli odonati, cioè sulle libellule) di base e applicata, la divulgazione, delle conoscenze sull’odonatofauna e la protezione delle libellule e dei loro habitat.
     

    [attachment=86518:Odonatait.jpg]

     

    Se non sbaglio qualche nikonlander (uno almeno ;) ) so che ne fa parte
     
    Oltre al magnifico sito, fanno censimenti, incontri, raduni, uscite e pubblicazioni e raccolgono segnalazioni. Insieme ad altri gruppi, nel novarese mi viene in mente il Burchvif, cercano di proteggere questi magnifici insetti, minacciati da pesticidi e soprattutto nelle zone delle risaie dai nuovi metodi di coltivazione con cicli di "asciutta" che condannano a morte le larve.
    Un risultato della sensibilizzazione, nel novarese, è che molti piccoli canali attorno alle risaie ora sono mantenuti sempre allagati.
    per strano che possa sembrare il Dragonflywatching sta riscuotendo successo crescente.
     
     


    [attachment=86519:dfw.jpg]

     

     

    [attachment=86520:holydays.jpg]

     

     

    [attachment=86521:drfw.jpg]

     
     
    Ad esempio presso l'Oasi  della Palude di Casalbeltrame (dove c'è uno stagno didattico pro-libellule realizzata a cura di Elisa Riservato, figura di spicco dell'Odonatologia italiana) è possibile reperire uan cartina dei luoghi interessanti della bassa novarese e, insieme ai simboli di monumenti, abbazie e punti di avvistamento uccelli, compare la libellulina, segnalazione di spot dove è presente o segnalata una o più specie interessanti.

     
     

    [attachment=86522:mappa.jpg]

     

    Particolare della cartina  rperibile presso l'Oasi di Casalbeltrame. Indicato il simbolo dei punti di avvistamento libellule.

     

     

    [attachment=86523:_DSC5199_155.JPG]

     

    Addirittura in certi sentieri (pochi) sono affissi dei segnali! 

     

     

     

    Non mi addentro oltre sul come si pratica il dragonfly watching in tutti gli aspetti , perchè sarebbe come descrivere le tecniche di inanellamento per gli uccelli; in un portale dedicato alla fotografia il focus è un altro.
     




    • nov 10 2015 17:03
    • da Silvio Renesto
  11. Fotonaturalista per caso...

    Mettete che siano anni che vi imbattiate su Nikonland in immagini patinate di esseri viventi (a partire dall'insetto, giu' fin quasi al batterio...), nette e contrastate che pare manchi in alto solo il titolo ed il prezzo della rivista su cui dovrebbe apparire quella foto
    (e in effetti lo spazio e lo sfondo uniforme il fotografo sembre proprio averlo lasciato apposta...hai visto mai che...?)
     
    Mettete poi che non vi dicano un corno o quasi (se non aridi dati tecnici) di come siano riusciti a ottenere quelle immagini strabilianti, anzi... tutte quelle immagini strabilianti... :angry:
     
     
    Aggiungete poi al cocktail il fatto che voi le attrezzature le possediate e i dati aridi li conosciate gia' da tempo, oltre al fatto che le bestiole da fotografare ogni tanto facciano capolino pure dalle vostre parti...
     
    [attachment=85166:0001 _NDF1287 Max Aquila photo.jpg]
     
    ed ecco che siete fatti e una di queste domeniche vi troverete equipaggiati da battaglia come Fantozzi e Filini (inadeguati cioe' come loro) pronti a fare una bella figura di... rda sommando un errore dopo l'altro.
     
    Questa e' la cronaca di una di quelle...domeniche, magari utile a smuovere a critiche e consigli da parte di chi le foto da copertina invece le sa fare...ma e' troppo timido per dirci come, quando e...sopratutto, perche'!  ;)
     






     [attachment=85115:0001 _NDF1239 Max Aquila photo.jpg]

     
    In blu leggete il commento fuori campo al raccontino, blu come le correzioni agli errori del compito in classe....
     




    • ott 08 2015 23:27
    • da Max Aquila
  12. Il deposito del "Trenino Rosso"

    Tra le varie attrattive dell'Engadina c'è il famoso Trenino Rosso che, attraverso una serie di linee attraversa parte del cantone Svizzero deii Grigioni, permettendo di ammirare alcuni tra i più bei paesaggi montani ed è fra l'altro un esempio tecnicamente avanzato di gestione del paesaggio di alta montagna come  ferrovia a scartamento ridotto .
     
     

    [attachment=82815:trosso.jpg]

     

    Dal sito delle Ferrovie Retiche

     
     
    Il Trenino Rosso fa parte della Ferrovia Retica, che appartiene ai Grigioni dal 1889. Nel 1888 i grigionesi concretizzarono il progetto di una ferrovia di montagna su iniziativa dell’olandese Willem-Jan Holsboer che fu il promotore principale della linea ferroviaria da Landquart a Davos, prima linea della rete. Grazie alla fusione con la ferrovia di Arosa e del Bernina, la rete si ampliò, pur rimanendo tuttavia fedele alla sua esclusiva peculiarità: collegare le località di montagna più belle con linee altrettanto suggestive. Nel 2008 l'UNESCO ha iscritto nel proprio Patrimonio mondiale la linea dell'Albula e del Bernina.
     
     
    La Linea del Bernina, inaugurata il 1. luglio 1908 per il primo tratto Tirano- Poschiavo , venne completata nell'estate 1910, fin da subito a trazione elettrica (1'000 Volts corrente continua), venne chiamata Ferrovia Bernina (Berninabahn in tedesco) .
     
     

    [attachment=82816:trosso2.jpg]

     

    Sempre dal sito delle Ferrovie Retiche

     
     
    Costruita a scartamento ridotto di 1 metro per superare meglio le asperità del terreno, con curve di raggio ridottissimo (raggio minimo 45 m.) e pendenze fino al 70 per mille senza l'uso di cremagliera (cioè senza l'ausilio della rotaia dentata centrale tipica delle ferrovie da montagna), ha 1 solo binario e offre lungo tutto il suo percorso panorami  di grande bellezza.
     
     

    Nel paese di  Samedan, ,  è possibile in Agosto effettuare una visita guidata al Deposito locale  della Ferrovia Retica, dove sono conservate alcune locomotive storiche perfettamente restaurate e pienamente funzionanti, grazie all'impegno economico di un gruppo di appassionati (evidentemnte facoltosi) oltre a  vagoni moderni e d'epoca, e all'officina e di riparazione e restauro dove vengono controllati periodicamente tutti i treni della linea.
    E' un occasione che vede insieme nonni e  bambini, oltre che appassionati conoscitori. 
    Ed è uno spunto per fotografare.
     
     

    [attachment=82818:fr1.jpg]

     

    L'ingresso al deposito, notare la scritta in romancio sul vagone.

     

     

     

    [attachment=82819:fr2.jpg]

     

    Uno dei "treni rossi", in primo piano la piattaforma mobile/basculante per spostare le locomotive

     

     

     

    [attachment=82821:fr3.jpg]

     

    Una locomotiva storica, perfettamente funzionante, usata per rievocazioni.

    Il gruppo di appassionati che si occupa della conservazione e restauro ha nome "Club 1889"

     

     

    [attachment=82822:fr4.jpg]

     

    Un amatore riprende qualcosa che a me sfugge.

     

     





    • ago 14 2015 17:39
    • da Silvio Renesto
  13. The fun factor 1: Macro con 200 mm f4 Ai e tubo.

    Il titolo si riferisce al fatto che per un fotoamatore può essere divertente sperimentare ogni tanto modi poco ortodossi per ottenere un certo risultato, in questo caso oltre alla soddisfazione di essere riusciti ad ottenere un buona foto (se ci si è riusciti) , c'è un fattore ludico anche nel come si è ottenuta l'immagine.
     

    Questa premessa per chiarire che il sistema che descrivo qui di seguito  può essere sfruttato tranquillamente per fare delle macro/foto ravvicinate, ma sicuramente non è il metodo più veloce. Non voglio nascondermi dietro il solito dito e scrivere: se non avete un macro, se non avete obiettivi autofocus, allora..., no, no,  stavolta, in tutta sincerità  scrivo: se volete divertirvi a sperimentare e fare della macro con obiettivi vintage non dedicati, questo è un modo. Se poi davvero non avete altro modo di fare macro, allora... di certo può servire. Ma sarebbe ingenuo passarlo per un tutorial per la macro e basta, è un tutorial per divertirsi con la macro. L'enfasi è sul "fun factor", appunto. 
     
     
    Il 200mm f 4 Ai/Ais 
     
     

    [attachment=79646:200mmais.jpg]

     
     
    Sappiamo che è un obiettivo che ha ancora molto da dire nonostante i suoi anni e se la cava piuttosto bene anche su sensori densi come quelli delle moderne fotocamere digitali.
    Oltretutto è molto economico sul mercato dell'usato.
    Quello che lo rende inadatto alla macro è la distanza minima di messa a fuoco di 2m (corrispondente ad un rapporto di riproduzione di circa 1:7). un po' troppi, anche usando un corpo formato Dx il cui  fattore di crop un po' ...aiuta.
     

    Un modo di ovviare a questo inconveniente è usare le lenti addizionali, e di questo ne abbiamo già scritto. Ho notato però che su sensori densi come ad esempio quello della D7100 la perdita di nitidezza rispetto all'obiettivo senza aggiuntivi anche se non eccessiva, senz'altro visibile.
     
     

    Il tubo di prolunga PK13 
     

    [attachment=79647:pk13.JPG]

     
     
    Nasce come accessorio dedicato al 55mm micro-nikkor per permettergli di raggiungere il rapporto di riproduzione di 1:1, infatti è lungo 27,5mm ossia la metà di 55mm; dato che quest'ultimo arriva da solo a 1:2, aggiungendo mezza lunghezza focale di estensione si arriva ad 1:1.
     
     
    Se montassimo il tubo Pk13 sul 200 mm cosa succederebbe?
     

     

    La distanza di messa a fuoco diventa complementare a quella dell'obiettivo,  ossia se l'obiettvio da solo va da infinito a 2m, con il Pk13 montato si va da circa 1,9m a1,2m con rapporti di riproduzione che variano da poco meno di  1:7 a poco più di 1:4 (1:3,7). Che è già qualcosa, se a questo uniamo il fattore di crop dovuto al sensore DX,  arriviamo ad un RR equivalente a 0,4, cioè  quasi 1:2. Non permette dellal vera macro, ma per la foto ravvicinata a soggetti non troppo grandi le premesse sono buone, non c'è che da provare.
     
     
    Un momento, perchè non il PN11?
     
    Risposta breve: non ce l'ho :). Risposta seria:  Pn 11 è ottimo, con tanto di attacco per il cavalletto e lungo quasi il doppio del 52,5mm
     

    [attachment=79649:pn11s.jpg]

     
     
    Sicuramente permette ingrandimenti maggiori, ma proprio per la sua lunghezza "ruba" due stop di luce per cui può diventare complicato mettere a fuoco a mano, soprattutto in caso di luce non ottimale. Così anche se certamente il PN 11 permetterebbe ingrandimenti sensibilmente maggiori, può essere un po'  più difficile da usare rispetto al Pk13 che sottrae solo uno stop.
     
     




    • giu 09 2015 15:12
    • da Silvio Renesto
  14. Nikon SB-N7, davvero 1 strano flash...

    La chimera di chi utilizza il sistema Nikon One e' certamente la possibilita' di collegamento di un flash alle interessanti mirrorless top di gamma fin qui commercializzate, le V1, V2 e V3 per le quali Nikon e' voluta ricascare nell'errore che aveva gia' commesso decenni fa con la F3, quello di dotarla di una slitta flash fuori standard, di fatto obbligando gli acquirenti ad utilizzare i flash proprietari che pero' ad oggi si condensano in un solo apparato,
    il Nikon SB-N7 [attachment=79039:0007 _DSC1320 28052015 Max Aquila photo.JPG]
     
    Questa unita' flash, coerente certo per dimensioni con le mirrorless dedicate, [attachment=79037:0005 _DSC0698 26052015 Max Aquila photo.JPG]
    ha dei limiti ben evidenti sia dal punto di vista tecnico (non fa parte del sistema Nikon CLS) che da quello materiale, in termini di potenza ed ampiezza di emissione della luce erogata 
    [attachment=79040:0008 _DSC1322 28052015 Max Aquila photo.JPG] piccolissimo e leggero, 57X68mm per 92gr di peso
    senza le due batterie AAA di cui deve essere dotato per alimentarlo (115gr all inside...)
    [attachment=79041:0009 _DSC1325 28052015 Max Aquila photo.JPG]
    questo mini-flash dichiara potenza da NG18 a 100ISO che si abbassa drasticamente a NG10 anteponendo il "diffusore" clip-on di cui e' dotato[attachment=79045:0013 _DSC1333 28052015 Max Aquila photo.JPG] che dovrebbe coprire l'angolo di campo degli obiettivi da 10mm, quindi insufficiente per buona parte del range di focali del "superwide" di casa ONE, il 6,7-13mm[attachment=79044:0012 _DSC1332 28052015 Max Aquila photo.JPG]
     
    Tecnologia IGBT (transistor bipolare con gate isolata) e uniche possibilita' di funzionamento, iTTL-flash oppure M con cinque livelli di regolazione in depotenziamento manuale.
    Usando i controlli flash dai corpi macchina, anche il fill-in di Slow-sinch e Rear curtain, flash su seconda tendina ed anche anti-occhi rossi su entrambe le funzioni.
    Caratterizzato da una forma vagamente a "zeta" [attachment=79043:0011 _DSC1328 28052015 Max Aquila photo.JPG] sul retro non possiede altro che l'interruttore ON/OFF (peraltro asservito anche all'accensione/spegnimento della macchina) ed il led rosso di pronto flash[attachment=79042:0010 _DSC1327 28052015 Max Aquila photo.JPG]
    La testa, in asse all'obiettivo quando lo si monti a slitta, puo' essere basculata all'indietro (e vedremo anche il perche'!) fino, curiosamente, a -120° con click di blocco su quattro posizioni intermedie.[attachment=79038:0006 _DSC0701 26052015 Max Aquila photo.JPG]
     
    La staffa di montaggio in slitta e' costituita da 12 slider dorati [attachment=79046:0014 _DSC1338 28052015 Max Aquila photo.JPG]
    attraverso i quali evidentemente potrebbero passare molte piu' informazioni di quelle che transitano normalmente tra staffa e slitta standard degli altri SB Nikon, pero' decisamente piu' grande per dimensioni (giusta la norma ISO)[attachment=79047:0015 _DSC1341 28052015 Max Aquila photo.JPG]
     




    • lug 29 2015 10:55
    • da Max Aquila
  15. Nikkor 15mm f/3,5 Ai: superwide su FX

    [attachment=78168:068 05052015 0134 _DSC7042 05052015 Max Aquila photo Max Aquila photo ©.jpg]
    Una boccia di vetro per pesci rossi... variamente contornata da un paraluce a petalo..:
    si, stiamo ancora parlando del Mito, quel Nikkor 15mm f/3.5 Ai del 1979 di cui abbiamo scritto su Nikonland gia' nel 2007 qui ,
    articolo che a distanza di sette anni va aggiornato all'utilizzo (ben diverso come vedremo) a tutto formato
    [attachment=78166:066 05052015 0132 _DSC7032 05052015 Max Aquila photo Max Aquila photo ©.jpg] associandolo al sensore FX della mia Nikon Df, DSLR che pare nata apposta per dedicarsi a obiettivi MF di questa categoria.
     
    Riassumiamo:
    superwide da 110 gradi di angolo di campo, prodotto nel 1979 in montatura Ai, [attachment=78171:schema.jpg] 
    da 14 lenti in 11 gruppi, 
    "all metal jacket";  totale assenza di elementi asferici (di vetro o resina che siano...) , dotato di una ponderosa massa di 638 grammi, ancora oggi accreditato di un elevato valore sul mercato dell'usato, derivante forse dal fatto che che fino a quando era presente nel listino italiano delle ottiche MF Nikkor, veniva segnalato al prezzo "politico" di ..soli 3.532 euro!
     
    Gloriosa (ormai in "G" time) ghiera del diaframma a mezzi stop da f/3,5 apertura massima, fino ad f/22
    incisa e dipinta (non serigrafata...) con codice colore per collegarsi alla scala della pdc sovrastante...
    [attachment=78165:065 05052015 0131 _DSC7025 05052015 Max Aquila photo Max Aquila photo ©.jpg]
    che ci dice dunque che ad f/8 questo grandangolare tiene tutto nitido (vedremo come) tra infinito e 52cm, mentre gia' a f/16 la pdc corre tra infinito e 32cm, quasi l'intero range di messa a fuoco, che parte appunto da 30cm minimi.
    Riferimento rosso per la maf in IR (infrarosso) alla sx del riferimento centrale e predisposizione per la forchetta di accoppiamento con corpi macchina nonAi come le Nikon F ed F2 ante 1977 e per il periscopio dei Photomic di quelle macchine.
     
    Copriobiettivo anch'esso in "heavy metal" con durevole serigrafia del marchio (anche trascorsi 36 anni dalla sua stampa)
    [attachment=78164:064 05052015 0130 _DSC7024 05052015 Max Aquila photo Max Aquila photo ©.jpg]
     
    e montatura a baionetta per i quattro filtri in dotazione, facenti parte del progetto ottico, quindi necessarii (almeno uno) 
     

     
    [attachment=78173:filtro.jpg]
     
     
     
     
     

    [attachment=78178:101 05052015 0133 _DSC7036 05052015 Max Aquila photo Max Aquila photo ©.jpg][attachment=78177:100 05052015 0133 _DSC7036 05052015 Max Aquila photo Max Aquila photo ©.jpg]

    insomma, gia' a vedersi, un bell'insieme di metallo e vetro ...

     




    • ott 15 2016 19:09
    • da Max Aquila
  16. Nikkor 15mm f/3.5 Ai: il MITO...(in DX)

     
     
    Una boccia di vetro per pesci rossi... variamente contornata da un paraluce a petalo
     
    [attachment=78028:01 DSC_8005.jpg]
     
    ecco come si presenta il MITO targato Nikkor, nella veste di un obiettivo supergrandangolare, ma non fisheye,
    [attachment=78029:02 DSC_7783.jpg]
     
    largo di campo (110° sul lato lungo) ma poco distorcente
    [attachment=78030:03 lemon.jpg]
     
    esageratamente esposto alle sorgenti luminose, ma scarsamente soggetto a flares e ghosts, anche col sole dentro l'inquadratura...
    [attachment=78031:04 backlights.jpg][attachment=78032:05 DSC_8177.jpg][attachment=78033:06 DSC_7967.jpg]
     
    variamente contrastato (dal pastellato al duro) a seconda della qualita' e direzione della sorgente di luce...
     
    [attachment=78034:07 DSC_8034.jpg][attachment=78035:08 DSC_8128.jpg][attachment=78036:09 DSC_8181.jpg][attachment=78037:10 DSC_8215.jpg][attachment=78038:11 DSC_8225.jpg]
     



    • ott 15 2016 19:06
    • da Max Aquila
  17. 1946 - 1956 : Nikon Rangefinder Camera la stori...

    [attachment=74875:00 kaizen.gif]

     
     
    Kaizen indica il miglioramento continuo nella vita personale, privata, sociale, professionale.
    Quando e’ applicato al posto di lavoro, kaizen significa miglioramento continuo che coinvolge dirigenti, quadri, operai allo stesso modo.
    All'interno dell'industria, il kaizen si applica in pratica come risoluzione immediata dei problemi che si presentano.
    Si deve accertare con sicurezza il luogo, gli oggetti, i contenuti che hanno a che fare con un problema. Si ritiene inopportuno, infatti, fare analisi a tavolino senza osservare come si svolgano i fatti nella realta’.
    Infine, la continuita’ e’ la principale caratteristica del kaizen che si oppone, in questo modo, al kakushin (innovazione).
    Da qualsiasi angolazione lo si osservi, e’ questo il concetto-guida che ha portato alla nascita, alla crescita esponenziale ed in tempi recenti anche alla eclissi della prevalenza delle imprese sorte nel secondo dopoguerra del XX secolo in Giappone: da dovunque lo legga, questo concetto, mi suona Nikon!
     
    E’ alla fine del 1945 che la societa’ Nippon Kogaku Kogyo Kabushiki Kaisha, che durante il secondo conflitto mondiale era arrivata ad impiegare ben 23000 persone per la costruzione autarchica del vetro ottico necessario alla macchina bellica giapponese, si ritrovo’ in un Giappone occupato dagli americani a dover riconvertire all’industria civile il know-how accumulato, ridimensionata all’estremo, con una forza lavoro di appena 1400 persone.
    Vennero costituiti all’interno dell’azienda una Commissione ed un Comitato con lo scopo di effettuare dei sondaggi di mercato per definire la possibilite’ di produrre fotocamere e soprattutto per valutare di che tipologia.
    Le opzioni erano varie ed alcune molto rischiose: l’industria fotografica dell’epoca parlava prevalentemente tedesco ed i modelli obbligati si chiamavano Rolleiflex, Leica, Contax.
    Superata una prima fase di sperimentazione biottica gia’ nella primavera del 1946 il gruppo di studio guidato da Masahiko Fuketa indirizzato sulle 35mm Leica a vite e Contax, inizia la progettazione di una fotocamera a telemetro e baionetta Contax dall’inconsueto formato di 24x32mm progettato sia per esigenze di risparmio (di spazio e di pellicola) ma anche perche’ proporzionalmente piu’ adatto ai formati in pollici (anglosassoni) della carta da stampa: insomma un perfetto rapporto 4:3 !
    Gia’ nel settembre del 1946, in anticipo sui tempi preventivati, la preproduzione della nuova fotocamera e’ ultimata, ma una serie di disguidi organizzativi fanno slittare di un anno la fase di produzione in serie, ed e’ cosi’ che nel novembre 1947 vedono la luce i primi prototipi e poi, nel marzo del 1948, che inizia la produzione continuativa del progetto classificato come ’6FB’:


    [attachment=74877:02 progetto_6FB.jpg]

    Nell'immagine in alto il progetto dell'otturatore a piano focale, mutuato invece che dalla tendina metallica a scorrimento verticale Contax, da quella di tessuto a scorrimento orizzontale della Leica che sembrava offrire maggiori garanzie di uniformita’ di esposizione; gli viene attribuito a questo punto il nome, operando una crasi del nome NIppon Kogaku, evitando il gia’ precedentemente utilizzato nome Nikko in favore del piu’ agile Nikon che suona cosi’ tanto Nippon e, aggiungo, assomiglia cosi’ da vicino al notorio marchio Ikon, proprieta’ della celebre Zeiss, tanto da procurare una serie di fastidi non proprio da poco al momento (successivo) della commercializzazione europea del marchio.
     
     
    [attachment=74878:03 Resize_of_Nikon1mdm.jpg] Nikon I - 1948 [attachment=74879:04 bella_I.jpg]
     
    Il risultato e’ quello di un apparecchio a telemetro, strutturato con un otturatore in seta gommata appunto a scorrimento orizzontale e con velocita’ da 1 secondo ad 1/500 piu’ le pose B e T
    [attachment=74880:05 shutter_RF_I_M_S.jpg]
     
    La regolazione dell’otturatore, come sulla totalita’ delle macchine fotografiche dell’epoca, e’ separato in due ghiere concentriche, una dedicata ai tempi veloci, dal 1/500 al 1/20, l’altra in basso, da 1/20 ad 1’’, con un manettino da collimare nel passaggio dai tempi veloci a quelli lenti.
    Il formato, come detto da 24x32, consente l’effettuazione di 40 pose su di una pellicola 135.
    Il telemetro a sovrapposizione di immagine ha una base di 60mm (effettiva da 36mm) ed e’ collegato ad un mirino galileiano che copre l’ 85% soltanto del campo inquadrato da un obiettivo di 50mm.
    Alle due estremita’ del tettuccio della fotocamera i due bottoni zigrinati per l’avvolgimento ed il riavvolgimento della pellicola.
    Alcuni esemplari (rari e di valore!) della Nikon I vengono realizzati con baionetta a vite 39x1 Leica, ma presto questa soluzione viene abbandonata in favore della meno comune baionetta rapida Contax, per evitare la possibilita’ di usare ottiche non Nikon sulla fotocamera.
    Non e’ la sola baionetta ad essere copiata dalla Contax II,[attachment=74881:06 Resize_of_conrf2a1.jpg]bensi’ tutta la struttura del frontale della Nikon I, ivi compresa la rotellina di messa a fuoco rapida posta a portata di indice destro e la forma stessa della macchina,
    [attachment=74882:07 NRF_60952_CII.jpg]
    escluso il tettuccio del tutto ridisegnato, con il pulsante di scatto arretrato (stile Leica), il contapose coassiale alla ghiera di avvolgimento e, decentrata sulla sinistra, la staffa porta accessori (come questo elegante e ricercato mirino folding multiformato).
    [attachment=74883:08 staffa_nk.jpg]
     
    L’obiettivo standard e’ un Nikkor 5cm f/2 a sei lenti ed in montatura rientrante, copia dell’equivalente Sonnar Contax, con il quale la nuova fotocamera arriva a pesare 765 grammi.
    [attachment=74884:09 5cm_collaps.jpg][attachment=74885:10 5cm_collapsible_side.jpg]
    I primi numeri di serie, identificativi della data di progetto cominciano per 609xx
    (dove 6 e’ l’ultima cifra dell’anno 1946 e 09 indica il mese di settembre):
    la prima matricola non prototipo sembra essere la 60922

    [attachment=74886:11 bella.jpg]




    • mar 01 2015 07:35
    • da Max Aquila
  18. Debao SU800 Nikon flash controller

    Proseguendo con i test sulle attrezzature flash cinesi, compatibili con gli standard del CLS Nikon oggi desidero parlare del clone Debao del Commander SU800 della Nikon.
     
    Il Nikon Commander SU800 [attachment=74770:SU-800.jpg]
    e' un emettitore di infrarossi necessario per pilotare i flash del Creative Light System Nikon a partire dal SB-600 in poi (non tutti) dalla slitta delle DSLR non dotate di flash incorporato e comunque, se si intenda non utilizzare uno dei suddetti flash su slitta, in funzione della creazione di specifici schemi di luce flash.[attachment=74767:0008 _NDF3816 23022015 Max Aquila photo.JPG]
     
    Questo Debao SU800 ruba solo il nome al cugino Nikon, rispetto al quale e' oltremodo piu' compatto e semplificato nel display posteriore di pilotaggio
    [attachment=74762:0003 _DSC0417 23022015 Max Aquila photo.JPG][attachment=74763:0004 _DSC0423 23022015 Max Aquila photo.JPG]
     
    Alimentato con due stilo a differenza della piccola e costosa litio CR123 necessaria per il ben piu' costoso Nikon,(difficilmente sotto i 300 euro il Nikon contro i 68 pagati per questo "lampeggiatore")
    il Debao ingombra davvero poco sulla reflex[attachment=74761:0002 _DSC0413 23022015 Max Aquila photo.JPG] e pesa 120gr contro i 160 del Nikon
     
    Come l'apparecchio da cui deriva, consente di pilotare tre gruppi di flash (A,B,C) potendo scegliere tra 4 diversi canali, per evitare interferenze tra fotografi che utilizzino gli stessi apparati[attachment=74764:0005 _DSC0426 23022015 Max Aquila photo.JPG]




    • feb 27 2015 08:18
    • da Max Aquila
  19. Nikon 105mm a confronto: una professione di fed...

    Se una focale ha mai fatto breccia nell'immaginario collettivo degli ingegneri Nikon e degli utilizzatori del marchio, al di fuori delle ottiche standard, credo nessuna altra come questa raggruppi nel corso della storia di questa Casa piu' progetti ottici tanto differenti tra loro e contestualmente, tante revisioni in corso d'opera ai singoli progetti stessi.

    Senza voler fare delle statistiche, di obiettivi da 105mm, dalle prime versioni RF agli ultimi progetti AFD, ne sono stati messi in commercio ben dieci modelli diversi e del solo modello da f/2.5, quello di piu' larga diffusione, tra la prima versione del 1959 e l' Ai-S del 1981 (oggetto di questo confronto), ben sette versioni differenti!

    Citando poi, pezzi celebri come i Micro f/4 ed f/2.8, i rarissimi UV e Bellows (davvero pregiati), i pezzi unici come il DC f/2 AFD ed il popolare (e mediocre) 100mm Serie E, resta fuori soltanto una mosca bianca, tanto interessante quanto poco comune da trovare in giro per strada o sul web, ormai principali luoghi di incontro con i vetri d'essai:

    [attachment=59052:sunset.jpg]

    il Nikkor 105mm f/1.8 del 1981, coetaneo quindi della tardiva versione AiS del piu' noto (e non meno interessante) Nikkor 105mm f/2.5, eredi entrambi delle prime versioni Nikkor-P dello stesso obiettivo...

    [attachment=59051:schemi_copia1.jpg]...ma in modo differente, stante il diverso schema ottico dei due esemplari,
    visibilmente differenziato nel piu' luminoso che, nonostante conti un identico numero di elementi dell'altro, (P=penta, cinque appunto), li dispone in gruppi singoli, a differenza del meno luminoso f/2.5 che li raggruppa in un doppietto posto appena dietro la lente anteriore ed in un gruppo di due lenti divergenti di curvatura diversa, posti nella porzione posteriore del barilotto, in maniera molto piu' esposta che nel piu' luminoso f/1.8.

    [attachment=59053:twins.jpg]

    Le differenze materiali ovviamente non si fermano qui, giacche' parliamo di due obiettivi dei quali uno, il piu' luminoso, pur essendo appena un centimetro piu' alto dell'altro, pesa 580 grammi contro i 435 del meno luminoso, in funzione della lente anteriore da 62mm contro i 52mm del piu' compatto e leggero f/2.5, con un diametro overall da 78.5mm contro i 64 dell'altro: insomma un bel "mazzuoccolo" tarchiato e pesante, ma luminoso e suggestivo come pochi altri obiettivi:
    [attachment=59050:eyes.jpg]

    entrambi posseggono un paraluce incorporato ed un'elegante scala cromatica della profondita' di campo, incisa sulla sottile flangia argentea di riferimento, posta tra la ghiera dei diaframmi e quella della messa a fuoco che sul f/2.5 e' certamente piu' scorrevole che nell' f/1.8 a causa delle maggiori masse di vetro da trasportare in quest'ultimo, ma probabilmente anche per conferire una maggior precisione alla definizione del fuoco ai diaframmi cosi' straordinariamente aperti concessi da quest'ottica.

    Nell'uso quotidiano, il maggior peso del luminoso f/1.8 viene presto dimenticato a vantaggio delle generose dimensioni che con un oggetto dedicato come solo puo' essere una bella Nikon F3 con motore MD4 e prisma sportivo DA2, lo trasformano in quanto di piu' ergonomico e bilanciato possa esistere...
    [attachment=59054:ehe.jpg]

    salvo poi montare lo snello, leggero ed elegante f/2.5 su una compatta FE-2 senza ammennicoli di sorta ed andare in giro tra la gente a fare street reportage, inosservati quanto lo si possa essere maneggiando roba marchiata Nikon...[attachment=59055:fe2_25.jpg]




    • dic 31 2015 13:25
    • da Max Aquila
  20. Nikon 135mm f/2 AFD DC (test)

    Nikkor 135mm f/2 AFD DC
     
    Si tratta di un obiettivo particolare rilasciato oramai più di 23 anni fa (ottobre 1990) nella versione AF, mentre cinque anni dopo, alleggerito di circa 55gr (novembre 1995) è stata introdotta la versione AFD (pienamente compatibile con il matrix) oggetto di questa recensione, che pesa di targa 815gr.
     
    E' un progetto costituito da 7 lenti in 6 gruppi: la messa a fuoco è interna (IF), e viene effettuata dal movimento degli elementi posteriori (l'ultimo elemento verso il corpo macchina è fisso e pianoparallelo e dovrebbe prevenire l'ingresso di polvere tra gli altri elementi ottici).
     
    La parte anteriore dell'obiettivo invece consta di elementi che possono essere 'flottati' micrometricamente tramite un'apposita ghiera per far assumere allo sfocato (ma anche al piano a fuoco) caratteristiche particolari, da qui la sigla DC (Defocus Control). 
     
    L'oggetto è poderoso, compatto e la costruzione trasmette sensazioni di solidità e affidabilità.
     
    [attachment=57128:_MAX3769.jpg]
     
    [attachment=57123:_MAX3777.jpg]
     
    [attachment=57195:AF-DC-NIKKOR-135mm-f2D_Construction.jpg]
     
    Nelle immagini sotto si nota l'iride del diaframma, a 9 lamelle, arrotondate, e l'innesto AFD in cui è visibile la vite di accoppiamento al motore del corpo macchina (questo obiettivo è AF solo sui corpi macchina dotati di motorino AF). L'innesto filtri è da 72mm.
     
    [attachment=57129:_MAX3767.jpg] [attachment=57126:_MAX3772.jpg]
     
    Ecco qui sotto visibile la ghiera di controllo del DC, in metallo. Io non prevedo di utilizzare molto questa caratteristica per due motivi: primo a me non  piace l'effetto che ne risulta (23 anni e passa fa non si immaginavano neppure le possibilità di intervento in post capaci di emulare e oramai perfezionare gli effetti di 'flou' nelle prese di ritratto fotografico), in secondo luogo il risultato è suscettibile di variazioni non molto prevedibili per via della ridotta profondità di capo (bastano pochi mm tra piano di fuoco e fuorifuoco per veder variare l'effetto: su soggetti in movimento è poco prevedibile la resa finale). Diciamo che in linea di massima spostando la ghiera verso F si interviene incrementando l'effetto di sfocato tra soggetto e obiettivo; con la ghiera R si va a variare effetti di sfondo (tuttavia l'effetto va ad incidere su entrambe le zone, chiaramente). Posso indirizzarvi QUI se volete approfondire l'effetto finale di questa caratteristica.
     
    [attachment=57124:_MAX3776.jpg]
     
    Qui sotto è visibile la ghiera di switch da fuoco manuale ad AF, questa è in materiale plastico di alta qualità (non sospettavo neppure lo fosse finchè non ho sentito la differenza di temperatura dopo una sessione in esterni in questi giorni invernali) e penso che anche la parte svasata verso l'innesto obiettivo non sia tutta di metallo. Lo switch è preciso, tuttavia non è possibile correggere la messa a fuoco se è attivo l'AF. La costruzione è comunque impeccabile e robustissima.
    [attachment=57125:_MAX3773.jpg]
     
    Ecco l'ingombro del paraluce integrato una volta esteso: è comodissimo ed è uno dei dettagli che più gradisco della vecchia scuola costruttiva dei tele Nikon:
    [attachment=57127:_MAX3771.jpg]
     
    Questo obiettivo è un piacere usarlo in condizioni di scarsa illuminazione, è decisamente più compatto di uno zoom f/4 o f/2,8 (di quest'ultimo è anche molto più leggero) e apre un diaframma in più ! una vera libidine ! :) ecco alcuni dei miei primi scatti:
     
    [attachment=57133:_MAX3734.jpg]
     
    [attachment=57134:_MAX3736.jpg]
     
    [attachment=57135:_MAX3737.jpg]
     
     
    Ecco due immagini riprese per valutare l'effetto sfocatura:
    [attachment=57136:_MAX3755.jpg]
     
    [attachment=57137:_MAX3756.jpg]
     
    Il punto a fuoco è davvero sottile a f/2 e sulla mia D700 la qualità/nitidezza a f/2 è apprezzabile. Non si tratta del più definito obiettivo che possiedo, ma è l'unico che a 135mm può aprire a f/2 e ritengo che a f/2,8 sia equivalente se non superiore al 105mm f/2,8 Micro AFS. Da f/4 in poi è cristallino ...
     
    [attachment=57138:_MAX3742.jpg]
     
    [attachment=57139:_MAX3746.jpg]
     
    A tutta apertura f/2 sono senz'altro visibili aberrazioni cromatiche nelle transizioni di forte contrasto. Si attenuano a f/2,8:
     
    [attachment=57130:_MAX3720.jpg][attachment=57131:_MAX3721.jpg]
     
    Altri file che permettono di valutare le prestazioni e la fantastica resa dell sfocato di questo vetro:
     
    [attachment=57200:_MAX3454.JPG]
     
    Crop sull'unghia:
     
    [attachment=57204:crop2.jpg]
     
    [attachment=57199:_MAX3448.JPG]
     
    Crop sulle ciglia:
     
    [attachment=57203:crop.jpg]
     
    Il mio gatto a TA e a f/5,6:
     
    [attachment=57201:_MAX3508.JPG]
     
    [attachment=57202:_MAX3509.JPG]
     
    Altri scatti:
     
    [attachment=57205:_MAX3622.jpg]
     
    [attachment=57206:_MAX3643.jpg]
     
    [attachment=57207:_MAX3645.jpg]
     
    [attachment=57208:_MAX3678-2.jpg]
     
    [attachment=57209:_MAX3684.jpg]
     
    Crop della precedente:
     
    [attachment=57210:_MAX3684-2.jpg]
     
    [attachment=57211:_MAX3689.jpg]
     
    Crop del precedente:
    [attachment=57212:_MAX3689-2.jpg]
     
    [attachment=57213:_MAX3690.jpg]
     
    f/2 1/100sec 400ISO
    [attachment=57215:_MAX3699.jpg]
     
    [attachment=57216:_MAX3700.jpg]
     
    [attachment=57217:_MAX3703.jpg]
     
    [attachment=57218:_MAX3707.jpg]
     
    [attachment=57219:_MAX3714.jpg]
     
    [attachment=57220:_MAX3715.jpg]
     
    Lo sfocato di questo vetro è spettacolare:
     
    [attachment=57214:_MAX3696.jpg]
     
    E' una lente spettacolare, forse non all'altezza di realizzazioni più recenti (mi riferisco solo allo Zeiss 135mm f/2 ZF.2) quanto a definizione a TA f/2 (la cosa sarà evidente su D800, naturalmente), ma resta un capolavoro all'interno del corredo Nikon.
     
    Un grande obiettivo che dà grandi soddisfazioni.
    Da domare e usare con consapevolezza.
     
    Ciao,
    Adriano.
     
     
     

    • gen 07 2016 16:58
    • da Adriano Max
  21. Nikon 80-200 f2.8 AFS su D7100 e, impressioni d...

    Saprete tutti che  Winnie the Pooh  è un Orso (di pezza)  con poco cervello (è riempito di stoffa) ma ha alcune rare abilità, come quella di sentire il richiamo dei suoi adorati vasetti di miele.
    Io gli somiglio molto, sia per il poco cervello che per la capacità di udire richiami misteriosi.
    Infatti ero da NOC per tutt'altro, quando dal fondo di una vetrina mi sento chiamare da dentro uno di quei vecchi astucci a cilindro in similpelle che usavano prima degli attuali morbidi in cordura .
    Un richiamo irresistibile, impossibile da ignorare, così mi sono fatto aprire l'astuccio e... visto l'occupante...  ho capito che non avrei potuto lasciarlo lì.
     
    [attachment=55805:winnie.jpg]
     
    Era un bellissimo nikon 80-200mm f2.8 AFS.
     
    Scherzi a parte questo tipo di zoom mi è sempre piaciuto,  anche se non ne faccio spesso uso e Mauro certamente potrebbe dirmi (con ragione), che non serve per i miei soggetti,  anzi, lui e tanti altri con lui, potrebbero anche chiedersi che cosa mai me ne farò, ma ... a volte al cuore non si comanda e ...  abbiate pazienza, prometto che lo userò anche per altro (ehm.. forse,   ;) ).
     

    Veniamo al dunque. 
    Stamattina giornata veramente di m...agra, nessun soggetto interessante, per cui  ho pensato di sfruttare il tempo per testare l'80-200 f2.8 AFS sulla D7100. Lo avevo portato con me con montato il paraluce dell'80-200 f2.8 Af a pompa, che è più robusto (metallico) e  di lunghezza meno imbarazzante rispetto a quello originale (tanto oggi di riflessi neanche l'ombra)  ed ho provato ad usarlo sia da solo che con il TC20 EIII (in prestito), per avere una specie di 160-400 (equivalente ad un 200-600 tenendo presente il fattore di crop).
     
    [attachment=55781:8271h.jpg]
     
    L'80-200 AFS sulla D7100 con il paraluce metallico a  vite della prima versione Af (ho anche l'originale naturalmente).
     
     
    Nonostante le condizioni di luce tutt'altro che ideali, con il tempo grigio e piovigginoso,  per cui quasi sempre ho scattato a a 1600 ISO, con relativa perdita di dettaglio, i risultati sono ottimi con lo zoom usato da solo e non mi sono sembrati niente  male col 2x. Con il TC20 EIII la qualità è più che accettabile,  a patto però di chiudere di un paio di diaframmi. Col duplicatore si ha comunque un aumento di contrasto  e se il contrasto è molto forte (ad es piume bianche "cera" nera del naso del cigno) un po' di aberrazione cromatica è in agguato, ma sono situazioni limite, normalmente non ho trovato niente di ingestibile a mio parere.

     
    Questa non vuole essere una recensione  vera e propria, perchè sull'80-200f2.8 AFS  ce ne sono già due  quiqui fatte da persone di grande competenza. Io vorrei solo condividere le mie impressioni d'uso sul campo per quel che riguarda la resa dello zoom sulla D7100, in cattive condizioni ambientali.
     
     
    Ma lascio parlare le immagini (convertite in jpeg direttamente con Nikon View, leggerissimo sharpening nelle foto ridotte per compensare la compressione, nessuna pp nei crop).
     
    Usato da solo ha una resa egregia. Riprese a 200mm:
     
     
    [attachment=55782:cigno2ai.jpg]
     
    80-200 f2.8 AFS f7.1, 1/640s, 250 ISO -0.3EV
     
     
    [attachment=55783:cigno2aic.jpg]
     
    Crop 100% nessuna postproduzione 
     
     
    [attachment=55784:cigno2bi.jpg]
     
    80-200 f2.8 AFS f7.1, 1/800s, 720 ISO -0.3EV
     
     
    [attachment=55785:cigno2bic.jpg]
     
    Crop 100% nessuna postproduzione 
     
     
    [attachment=55786:gabb2i.jpg]
     
    80-200 f2.8 AFS f7.1, 1/800s, 1100 ISO -0.3EV
     
     
    [attachment=55787:gabb2ic.jpg]
     
    Crop 100% nessuna postproduzione 
     
     
    [attachment=55788:germano2i.jpg]
     
    80-200 f2.8 AFS f7.1, 1/400s, 1600 ISO 
     
     
    [attachment=55789:germano2ic.jpg]
     
    Crop 100% nessuna postproduzione 
     




    • dic 31 2015 12:07
    • da Silvio Renesto
  22. Nikon 70-200mm f/4 AFS VR N : Il maneggevole [t...

    L'obbiettivo è semplicemente un'alternativa al più luminoso, più costoso e più pesante 70-200mm f/2,8: riducendo il diaframma a f/4 è stato possibile realizzare un attrezzo che sostanzialmente pesa la metà, è decisamente meno voluminoso e attualmente (05-2013) si può reperire a prezzi variabili tra 1000€ e 1400€ a seconda del tipo di garanzia e provenienza. Io ho sostituito il f/2,8 VR II con questa versione e il risultato, semplicemente, è che ho iniziato ad usarlo spesso: è trasportabile con più agio e la sua gestione logistica e intento ne fanno uno strumento che va sfruttato a mano libera (pur potendo essere dotato di anello di supporto - venduto a parte <_<  - per agganciarlo a un monopiedi o un treppiedi).

    Nell'immagine che ho composto qui sotto vedete a confronto il 70-200 f/2,8 VR I recentissimo 80-400mm f/4,5-5,6 AFS , lo zoom 70-200 f/4 oggetto di questo test/recensione e il più compatto di tutti (a 70mm) 70-300mm f/4,5-5,6 AFS che oggettivamente si situa su un livello più basso, specie da 180/200mm in poi, ma che ho incluso per evidenziare le dimensioni relative delle quattro lenti.
     
    [attachment=46229:70-200-confronto.jpg] 
     
    La costruzione ottica consta di 20 elementi in 14 gruppi (3 lenti ED e 1 lente HRI) 
    E' dotato del trattamento antiriflessi N (Nano Crystal Coat)
    Dispone di un diaframma a 9 lamelle arrotondate
    La minima distanza di messa a fuoco è di 1m (consentendo un rapporto di riproduzione massimo di 1:3.65)
    Le dimensioni sono di 78 mm x 178.5 mm
    Peso (senza collare): 850 g
    Filtri: 67mm
    Paraluce: Nikon HB-60 a baionetta


    Ecco un confronto tra il 70-200mm f/4, il 16-35mm f/4 e il 28mm f/1,8 tutti AFS e ognuno fabbricato o assemblato in un paese diverso (Tailandia per quanto riguarda il 70-200 f/4, Giappone e Cina per gli altri due):
     
    [attachment=46277:_MAX1294.jpg][attachment=46276:_MAX1293.jpg]
     
    sullo zoom lungo e sul fisso ho montato degli anelli step-up per portare il diametro dei filtri ad un comune 77mm.
     
     
    Altre immagini che dettagliano lo zoom oggetto della recensione: i pulsanti sono abbastanza comodi e di utilizzo intuitivo;
    è possibile limitare il range di messa a fuoco tra 3 metri e l'infinito, è presente lo switch tra VR normale e attivo:
     
    [attachment=46278:_MAX1710.jpg][attachment=46279:_MAX1713.jpg]
     
     
    L'obiettivo è dotato del trattamento antiriflessi N (Nano Coated lenses) che in tutte le lenti che ho provato conferisce effettivamente un macrocrontasto caratteristico;
    la qualità costruttiva complessiva è ottima: i materiali utilizzati (policarbonati di alta qualità e metallo) sono ben assemblati e non presentano giochi, la messa a fuoco e la zoomata sono precise e fluide. Non viene raggiunta la solidità del Nikkor 70-200 f/2,8 AFS II che presenta un robustissimo (e conseguentemente più pesante) barilotto completamente in metallo, ma siamo ai livelli del Nikkor 16-35mm f/4 che può sostenere tranquillamente un carico di lavoro quotidiano di discreta intensità, senz'altro anche professionale se si presta qualche attenzione in più.
     
    [attachment=46280:_MAX1714.jpg][attachment=46281:_MAX1715.jpg]


    Per quanto riguarda la resa, dalla mia recente esperienza sia con il 70-200 f/2,8 VR II sia con questo più leggero f/4, posso dire che prestazionalmente sono molto simili.
     
    Sul campo a f/4 sono sostanzialmente intercambiabili a meno di alcune eccezioni. Se devo rilevare una differenza macroscopica è la vignettatura che per il più piccolo, dopo i 135mm è ai miei occhi più visibile a TA e quindi segna visivamente la differenza tra i due progetti, ma si attenua molto rapidamente chiudendo appena, anche a f/4,5: nelle foto con sfondi uniformi la differenza potrebbe essere visibile.. La risolvenza invece è eccellente a tutte le focali e a tutti i diaframmi, fino ai bordi: in pratica si possono usare tutti i diaframmi senza notare differenze da questo punto di vista: sulla mia D700 non sono in grado di cogliere differenze.
     
    [attachment=46288:_MAX1514.jpg]
     
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    [attachment=46290:_MAX1520.jpg]
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    [attachment=46291:_MAX1527.jpg]
    [attachment=46295:crop2.jpg]
     
     
    La velocità AF è molto buona, forse leggermente inferiore a quella del f/2,8, ma devo dire e sottolineare che si tratta di una impressione: ho provato a seguire delle rondini in volo e non ho avuto particolari problemi a tenerle 'agganciate' (se riuscivo a tenere quei missili sui punti di AF ! :P ) ...
     
    [attachment=46292:_MAX1538.jpg]
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    A 145mm f/4 la vignettatura si fa sentire:
     
    [attachment=46293:_MAX1586.jpg]
    [attachment=46297:crop4.jpg]


    Ecco qualche altro scatto, alcuni con un crop 1:1, per consentirvi di indagare sulla bontà del vetro senza appesantire troppo il post con immagini troppo voluminose.
     
    E' agevole isolare un soggetto, anche se non si dispone dell'apertura f/2,8:
    [attachment=46298:_MAX1589.jpg]
     
    [attachment=46299:_MAX1617.jpg]
     
     
    Il sistema VR è di terza generazione (è il primo obiettivo in cui Nikon ha iniettato questo aggiornamento tecnologico) e dovrebbe consentire un guadagno di 5 stop. In pratica posso dire che mi sento ragionevolmente tranquillo scattando a 1/40 di secondo a 200mm, usando tempi più lunghi i problemi si moltiplicano e la percentuale di scatti buoni si abbassa. Complessivamente non vedo grandi differenze tra il più voluminoso 70-200 f/2,8 e questo f/4, ma credo che per il fratello maggiore debba essere considerato il fatto che il suo maggior peso ed inerzia consente ipso facto di scattare più stabilmente minimizzando il mosso. Il più leggero f/4 invece è intrinsecamente più soggetto a vibrazioni e al mosso, ma il VR migliorato dell'f/4 livella le prestazioni tra i due.
     
    [attachment=46300:_MAX1699.jpg]
    [attachment=46303:crop5.jpg]
     
     
    Non contavo molto sulla bontà dello sfocato, ma ho dovuto ricredermi: è gradevole ed equilibrato. Se scattate a f/4 con un fisso non credo riuscirete ad apprezzare grandi differenze: i fissi, naturalmente, potendosi aprire fino a f/1,8 o f/1,4 sono strumenti che subentrano quando quelle aperture diventano necessarie, surclassando lo zoom per ragioni ... fisiche !
     
    [attachment=46301:_MAX1735.jpg]
    [attachment=46304:crop6.jpg]
     
     
    Un leggero accenno a qualche aberrazione cromatica nelle zone di forte contrasto: il 70-200 f/2,8 resta comunque il riferimento e la miglior realizzazione di Nikon (e non solo credo) per questo range di zoom. Come ho detto però nulla me lo fa rimpiangere: le differenze sono all'atto pratico quasi impercettibili e peso e logistica sono a netto vantaggio di questo piccolo gioiellino, che si sposa egregiamente con l'altrettanto valido Nikkor 16-35mm f/4.
     
    [attachment=46302:_MAX1820.jpg]
    [attachment=46305:crop7.jpg]


    La tenuta nel controluce per l'esperienza che mi sono fatta del nuovo f/4 finora, eccellente. Anche qui, nessun rimpianto per il più luminoso; questo performa almeno allo stesso livello (le foto che seguono sono tutte senza paraluce !):
     
    Uno dei casi più critici capitati, senza paraluce:
    [attachment=46452:_MAX1226.jpg] [attachment=46446:_MAX1201.jpg]
     
     
    [attachment=46448:_MAX1206.jpg] [attachment=46447:_MAX1205.jpg]
     
    [attachment=46449:_MAX1223.jpg]
     
    [attachment=46451:_MAX1225.jpg]
     
    Crop dell'immagine precedente
    [attachment=46450:_MAX1225-2.jpg]
     
    Una nota davvero positiva è la minima distanza di messa a fuoco: un metro è una misura molto vicina agli 85cm del mio fisso 85mm f/1,8 e all'atto pratico è possibile usarli senza rendersi conto di quei 15cm di differenza, nessuna differenza sotto questo punto di vista rispetto a un 105mm o un 135mm !  
    Utilizzando un anello distanziatore Kenko 25mm è possibile spingersi nella fotografia a distanza ravvicinata (la seguente fatta a f/4, in futuro ne inserirò altre eseguite a diaframmi più chiusi):
     
    [attachment=46454:_MAX1247.jpg]
     
    [attachment=46455:Screen Shot 2013-04-02 at 5.51.41 PM.png]
     
    [attachment=46453:_MAX1067.jpg]
     
    Fino ad oggi negli scatti che ho realizzato non ho notato distorsioni ottiche particolari: mi riprometto però di inserire qui quanto prima degli scatti fatti per mettere alla corda questo aspetto che sicuramente potrebbe costituire una variabile fondamentale nella scelta di questo strumento.


    In conclusione posso dire di essere estremamente soddisfatto di aver cambiato il 70-200 f/2,8 VR II (che è il sogno di molti, lo so) con questo strumento che chiude ad un diaframma di meno, f/4: utilizzo più spesso un attrezzo che pesa la metà ed è meno ingombrante, il tutto si traduce in un approccio logistico molto simile a quello che avevo con il 105mm f/2,8 VR e il moltiplicatore TC17. La qualità ottica rimane eccellente e la qualità costruttiva molto buona ... non dico eccellente solo perché riservo quell'aggettivo al più luminoso f/2,8 che è davvero 'corazzato'.
     
    Non si tratta quindi di una mera alternativa economica: se non vi serve l'apertura f/2,8 questa lente è semplicemente lo stato dell'arte di queste realizzazioni.
    :)
     
    Ciao e buone foto a tutti !
     
    [attachment=46521:_MAX1117.jpg]
    Adriano

    • ago 25 2015 09:13
    • da Adriano Max
  23. Nikkor 600mm F5.6

    Nikkor 600mm F5.6S (IF) ED

    Caratteristiche tecniche:

    • 7 lenti/ 6 gruppi
    • Angolo: 4,10 gradi
    • Messa a fuoco minima: - 5.0 m
    • Peso: 2800 g
    • Dimensioni: 132 x 387.5 (395.5) mm (Diametro, Lunghezza)
    • Filtro: 39 mm
    • Paraluce: incorporato (ma staccabile), HE-4
    • Scatola: CT-603
    L'ultima serie (di cui fa parte questo obiettivo) é stata prodotta in soli 2.487 esemplari dal seriale #20037 al #202487, dal marzo 1986 al dicembre 1985.

    Le notizie sono poche dato il numero di esemplari e anche di recensioni in rete, a parte il solito Ken Rockwell), non c'é praticamente nulla.

    L'obiettivo é relativamente maneggevole (sono sempre 2,8 kg) ma impossibile da brandeggiare a mano libera. Indispensabile quindi un robusto monopiede. Qualche foto per rendere bene l'idea delle proporzioni.

    [attachment=35026:DSC_0939.JPG] [attachment=35025:DSC_0935.JPG]



    Il paraluce non é molto profondo; si stacca e gira al contrario.

    [attachment=35031:DSC_0948.JPG]



    La trasportabilità é assicurata dal robusto box a meno che uno non voglia prendersi un apposito zaino.

    [attachment=35027:DSC_0940.JPG]



    C'é da tenere conto di un elemento non trascurabile: un 600mm a f/8 alla distanza di 15 metri dal soggetto ha una profondità di campo di 19 cm! Quindi la messa a fuoco, già difficile di per sé in quanto manuale, diventa una fase critica. Per quel poco che ho provato posso assicurarvi che su D300 é veramente un'impresa.

    Pinocchio é scattato esattamente con queste condizioni: ISO 1000, f/8, cavalletto, 15 metri circa di distanza (apritele queste foto, se non non si vede nulla con la compressione).

    [attachment=35032:DSC_0960.jpg]



    Allontanandosi dal soggetto le cose migliorano e diventano relativamente più semplici.
    Il lampione era a circa 40 metri, stesse condizioni della foto di sopra.

    [attachment=35033:DSC_0964.jpg]



    Solo una prova su D3: stesse condizioni che con la D300, stessa esatta posizione, ho solo cambiato il corpo macchina.

    [attachment=35035:DSC_2069.jpg]



    Bhé.... Un'altra musica!

    Innanzitutto notate di quanto cambia la scena inquadrata. La stessa densità di pixel su una maggiore superficie rende la messa a fuoco decisamente più semplice e direi che anche la resa complessiva é migliore.

    [attachment=35030:DSC_0947.JPG] [attachment=35031:DSC_0948.JPG]

    [attachment=35034:DSC_0968.JPG]


    eccolo qui ripreso in casa, con la D3 inserita.





    • set 18 2012 10:57
    • da MB 1942