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07 - il flash...questo sconosciuto
mar 04 2014 11:55 |
Max Aquila
in Corso di Fotografia
Camminare con la luce in borsa non è cosa da tutti i giorni e potendo sceglierla, tanto vale imparare a valutarla!
Cominciamo in questo thread a parlare nei dettagli di uno degli argomenti più ostici per la maggior parte dei fotografi di qualsiasi livello di preparazione: molte volte, infatti, ho sentito e letto di PRO anche affermati, abituati a risolvere complessi problemi legati alla composizione ed alla ripresa, che di fronte alla potenzialità di utilizzo di un flash se ne escono con affermazioni del genere:
appunto…soltanto la maggior parte… e negli altri casi???
Un flash non è altro che una sorgente tascabile (non sempre... ) di luce artificiale, mirabilmente tarata per ottenere sempre lo stesso livello di temperatura colore (5500 gradi Kelvin, così come una luce diurna da cielo senza nubi del mattino), ma strutturata anche per fornire livelli diversi di potenza!
Costruttivamente consta di un condensatore (componente elettronico che, alimentato, trattiene un potenziale elettrico per un certo periodo di tempo) di capacità proporzionata alla potenza luminosa richiesta,
una parabola di proiezione della luce, opportunamente dimensionata rispetto la lampada vera e propria, ed una sezione di alimentazione (di solito a batteria), che consente il funzionamento di carica e scarica del condensatore:
(e non per forza il resto della scena inquadrata)
Tale cellula non è altro che un fotodiodo che, collegato ad un velocissimo interruttore del flusso di corrente tra il condensatore e la lampada (cosiddetto thyristor) consente di generare una quantità di luce variabile in funzione della quantità di luce riflessa dal soggetto!
I flash muniti di queste cellule, si chiamarono quindi flash automatici, per distinguerli dai progenitori, i classici flash a lampada, (quelli:uno scatto = una lampada!!!)
che invece “sparavano” la loro luce sempre a tutta potenza, senza la possibilità di graduarla, ingenerando quindi la necessità di conoscere determinati parametri, utili a consentire la corretta esposizione della foto scattata, cioè il tempo di sincronizzazione, il diaframma da utilizzare e la distanza a cui porsi dal soggetto inquadrato.
Questi flash automatici, di solito, presentano tra i cursori di regolazione anche due, tre o più livelli di potenza rappresentati da altrettanti diaframmi di lavoro:
basterà regolare il diaframma della lente in uso al diaframma preimpostato sul flash, il quale ora conoscerà quanta luce sia necessaria con quel diaframma per far sì che, quando dopo pochi millisecondi, la luce riflessa (rimbalzata) dal soggetto che viene investito dalla luce del flash, torni indietro alla cellula del flash, questa interromperà fulmineamente l’erogazione di potenza del condensatore, quando lo riterrà opportuno (al fine di ottenere la corretta esposizione).
Gli altri cursori di un flash elettronico automatico sono di solito quello dell’impostazione del valore ISO usato sulla macchina, quello della scelta tra funzionamento Automatico e Manuale, quello eventuale di “frazionamento” della potenza in modo M (1/2; 1/4; 1/8 etc.) e, ovviamente, quello di accensione/spegnimento.
Cominciamo in questo thread a parlare nei dettagli di uno degli argomenti più ostici per la maggior parte dei fotografi di qualsiasi livello di preparazione: molte volte, infatti, ho sentito e letto di PRO anche affermati, abituati a risolvere complessi problemi legati alla composizione ed alla ripresa, che di fronte alla potenzialità di utilizzo di un flash se ne escono con affermazioni del genere:
“ a me non piace usare il flash…”
appunto…soltanto la maggior parte… e negli altri casi???
Un flash non è altro che una sorgente tascabile (non sempre... ) di luce artificiale, mirabilmente tarata per ottenere sempre lo stesso livello di temperatura colore (5500 gradi Kelvin, così come una luce diurna da cielo senza nubi del mattino), ma strutturata anche per fornire livelli diversi di potenza!
Costruttivamente consta di un condensatore (componente elettronico che, alimentato, trattiene un potenziale elettrico per un certo periodo di tempo) di capacità proporzionata alla potenza luminosa richiesta,
una parabola di proiezione della luce, opportunamente dimensionata rispetto la lampada vera e propria, ed una sezione di alimentazione (di solito a batteria), che consente il funzionamento di carica e scarica del condensatore:
ed ecco un flash elettronico!
(e non per forza il resto della scena inquadrata)
Tale cellula non è altro che un fotodiodo che, collegato ad un velocissimo interruttore del flusso di corrente tra il condensatore e la lampada (cosiddetto thyristor) consente di generare una quantità di luce variabile in funzione della quantità di luce riflessa dal soggetto!
I flash muniti di queste cellule, si chiamarono quindi flash automatici, per distinguerli dai progenitori, i classici flash a lampada, (quelli:uno scatto = una lampada!!!)
che invece “sparavano” la loro luce sempre a tutta potenza, senza la possibilità di graduarla, ingenerando quindi la necessità di conoscere determinati parametri, utili a consentire la corretta esposizione della foto scattata, cioè il tempo di sincronizzazione, il diaframma da utilizzare e la distanza a cui porsi dal soggetto inquadrato.
Questi flash automatici, di solito, presentano tra i cursori di regolazione anche due, tre o più livelli di potenza rappresentati da altrettanti diaframmi di lavoro:
basterà regolare il diaframma della lente in uso al diaframma preimpostato sul flash, il quale ora conoscerà quanta luce sia necessaria con quel diaframma per far sì che, quando dopo pochi millisecondi, la luce riflessa (rimbalzata) dal soggetto che viene investito dalla luce del flash, torni indietro alla cellula del flash, questa interromperà fulmineamente l’erogazione di potenza del condensatore, quando lo riterrà opportuno (al fine di ottenere la corretta esposizione).
Gli altri cursori di un flash elettronico automatico sono di solito quello dell’impostazione del valore ISO usato sulla macchina, quello della scelta tra funzionamento Automatico e Manuale, quello eventuale di “frazionamento” della potenza in modo M (1/2; 1/4; 1/8 etc.) e, ovviamente, quello di accensione/spegnimento.
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8 Comments
Grazie dell'articolo:
Me lo rileggerò con calma per rinfrescarmi la memoria su un'accessorio che uso poco, ma che dovrei saper usare meglio quando serve, invece di ritrovarmi ad improvvisare.
Finito! Quantomeno illuminante come articolo. Non è che mi abbia fatto appassionare all'oggetto ma certo adesso ne so di più.
La mia impressione è che il flash alla fine sia utilizzato molto da chi "lavora" nell'ambito della fotografia: moda, glamour, cerimonia... Che sono ambiti poco bazzicati dal fotografo della domenica (categoria di cui faccio orgogliosamente parte).
Nell'ambito dello sport, salvo rari casi, è difficile che serva e idem nella fotografia naturalistica (magari in macro ma anche lì son certo che la maggior parte degli appassionati ne fa a meno). Nel paesaggio e nello street, poi, è merce rarissima.
Forse è per questo motivo che è uno strumento che resta ostico ai più: per usarlo bene ci vogliono esperienza e conoscenza del comportamento che la maggior parte di noi, non facendo della fotografia un'attività, non hanno modo di maturare sul campo.
in realta' in molti degli ambiti che citi il flash viene utilizzato davvero tanto:
nello sport, specie in quelli motoristici, nella macro, dove al contrario di quanto pensi serve davvero tanto ad annullare i microspostamenti della flora in perenne movimento (perche' pensate sempre agli animali?), nello street, dove la foto non sia scattata di nascosto, io per anni andavo in giro con Velvia esposta a 40 ISO e flash in slow-sinc, etc...
Il fatto e' che chi lo usa appartiene ad una parte solamente della popolazione fotografica in quanto il flash richiede studio ed applicazione, perche' si comporta per quello che e':
cioe' una sorgente autonoma di illuminazione...
Mentre con le macchine digitali ci si abitua a gestire gli effetti della luce e quasi mai le...cause della sua origine.
Ecco, l'uso del flash aiuta a capire un po' di piu' anche del comportamento del sensore con le altre sorgenti luminose, quelle senza batterie
Nella macro e nella fotonatura in genere, eccome se si usa! Io utilizzo abitualmente il popup in schiarita oppure spesso il kit SBR1, con 2 sbr200 montati. A volte, per set un po' più complessi, utlizzo anche un SB600 in slave wireless, montato su treppiede, per schiarire lo sfondo.
Queste del Geco verrucoso (Hemidactylus turcicus) sono fatte di notte con i 3 flash (un amico, paziente e molto più esperto di me, teneva in mano il 3° flash wireless per la schiarita):
Cercando di dare un po' di tridimensionalità con delle ombre
Senza ombre
Dimenticavo...l'utilizzo così efficace e tutto sommato "facile" dei flash nella fotografia naturalistica è possibile con il sistema reflex Nikon. Utilizzando altri sistemi, per esempio Canon, si è indietro anni luce. Conosco fotonaturalisti (di alto livello) che sono passati a Nikon solo per la sua gestione delle luci artificiali nella fotografia ravvicinata.
che vuoi farci, Tarkus...
io e' da anni che scrivo di queste cose, come ad esempio qui o qui e indirettamente anche in questo test
Ma ogni tanto saltano fuori affermazioni del genere di quella che ti hanno sorpreso: forse i fotonaturalisti che parlano di macro su Nikonland rivolgono prevalentemente la loro attenzione a bestiole e distanze di ripresa per le quali vano o dannoso sarebbe il ricorso sistematico al flash.
Comunque a parte la macro e la natura il flash e' usatissimo in ambiti come quelli della fotografia sportiva sia in funzione rischiarante, sia in funzione creativa principale, come in tutte quelle condizioni nelle quali la tecnica dell'open flash (posa lunga in funzione della luce di sfondo e lampo in fill-in o anche over per congelare il movimento del soggetto principale) riesca a far ottenere riprese contestualizzate diversamente impossibili a luce available.
accessibilissime anche a tutti i fotografi della domenica:
purche' anche solo per un giorno alla settimana gli vada di sperimentare...
anche cinquant'anni fa e senza CLS
E 'nzomma..... Le foto che hai postato non so se le hai fatte te ma sono un firulino sopra la media del fotografo della domenica.
quella della medusa si...fatta di venerdi', hai ragione
le altre prese a caso dal web: ma se per fotografo della domenica intendi uno che non fotografa perche' e' domenica e ci si riposa hai ancora ragione.
Le foto illustrano che il flash si usa correntemente in molti generi fotografici, peraltro alla portata di tutti...
Io qualcosa di quei generi coltivo: magari su livelli diversi, ma il flash lo uso.
E in macro sopratutto...