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Fotografia, messaggi, il tempo in cui viviamo.
mag 26 2017 01:00 |
Lieve
in Editoriali

Pur non trovando che sia l'opera più sconvolgente del Maestro, non posso che ammirare nel più umile silenzio gli affreschi di Michelangelo della Cappella Sistina.
Parimenti ammiro quel grande uomo che fu Giuliano della Rovere, al secolo Papa Giulio II perchè solo grazie alla sua inflessibilità Michelangelo riusci a portare a termine quell'opera nel 1541.
Comunque sia, e per quanto possa contare la mia piccola opinione, credo che difficilmente nel corso della storia dell'uomo, riesca a ricrearsi una così ideale situazione storica in cui si combinano pulsioni artistiche di così universale elevatezza con sensibilità artistiche altrettanto elevate da parte di mecenati e committenti. pubblici e privati dell'epoca che vide all'opera Michelangelo, Leonardo, Caravaggio.
Questo non significa però che nelle epoche successive l'umanità non sia riuscita a creare altre, nuove, differenti, opere in grado di rappresentare le vette - positive - raggiunte tempo per tempo dall'umanità.
Purtroppo - e mentre lo scrivo mi rendo conto che è certamente un limite mio - non vedo nell'epoca che stiamo vivendo una sensibilità altrettanto sofisticata ed esigente come quella che portò Papa Giulio a pretendere che lo scultore Buonarroti, anzichè finire una seconda Pietà, si rovinasse la salute dipingendo carponi le volte di quella che poteva essere architettonicamente, si e no, una stalla.
E mi sto limitando alle arti figurative perchè qui siamo su un sito di fotografia.
Di che sto parlando ? Vengo al sodo.
Non capisco e non riesco a non dire quanto mi sgomenti il fatto che riviste che nei decenni passati avevano tra i principali collaboratori gente come Dick Avedon, Yousuf Karsh o Irving Penn, possano servirsi di un personaggio simile :
la cui immagine è quasi più spesso presente nei suoi lavori di quella delle celebrità che riprende
e che si sforza di essere smodatamente provocatorio con le sue fotografie, riprese esclusivamente con luce diretta (un flash tenuto in mano, collegato via filo alla sua macchina), frontale, piatta, con ombre sgrammaticate che cadono dove cadono
provochiamo chi ? Quale sarebbe il messaggio ?
[ma dove ca..o lo ha messo il flash, Mr R. ?]
e che quando la fortuna gli mette davanti soggetti che avrebbero ben altri contenuti da trasmettere al suo pubblico si limita ad invitarli a scendere al suo livello
anche quando il loro livello sarebbe già così basso che più basso non si può
vi risparmio quanto di altro, brutto e terribile (ai miei occhi ingenui) questo fotografo proponga tutti i giorni.
Vi posso dire che se vi capita di andare a Manhattan lo potete incontrare facilmente per bar, come se si mettesse in vetrina perchè la gente lo riconosca grazie alla sovraesposizione con cui pubblica i suoi autoritratti nei media.
Io non lo capisco ma me ne sono fatto da tempo una ragione.
Di certo ammetterete che January Jones è un soggetto che
in mani diverse
January Jones ritratta da Mario Testino per Versace
ha potuto trasmettere messaggi che certamente non hanno lasciato indifferenti i destinatari.
Ma GQ evidentemente voleva provocare oppure ... non saprei.
Insomma, io non ci arrivo. Passo.
Ci saranno queste foto, in futuro, a rappresentarci tra i contributi delle arti figurative del 21° secolo al pari degli affreschi del Buonarroti per il XVI secolo ?
Certo, Papa Giulio oggi non c'è, il committente è l'Art Director di GQ o di WMagazine ma, i nostri discendenti comprenderanno il vero significato di questi messaggi ?
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32 Comments
Allora fammi un favore e spiegali. Perché io non li capisco, trovo che siano delle brutte foto, fatte male, con dei soggetti che si prestano colpevolmente ad incrementare una NON cultura moderna.
Io la penso come Mauro, ma probabilmente siamo legati ad un tempo (in termini artistici) diverso da quello presente.
A meno che il trash, la volgarità, la ricerca della provocazione fine a se stessa non siano dei messaggi.
Paolo, non ti curare di cercarne, di messaggi.
La differenza tra il Rinascimento e la fotografia contemporanea (perche' quella agli albori sapeva ben differenziare) e' che nel Rinascimento era ben chiaro chi fossero gli Eletti e chi gli imbrattatele.
Dei quali ultimi non rimane traccia, mentre dei capolavori, evidentemente intesi come tali, nei secoli successivi si e' fatto a gara per preservarli e mantenerli, o per cercare di rubarli (Napoleone, gli Inglesi nel loro insieme, Hitler e i loro pari)
Oggi invece, e non solo in fotografia ma, cosa ancora peggiore, nelle altre arti figurative ed anche nella musica, il Mantra e'...:
......IL MESSAGGIO.......
cerchiamo segnali che ci consentano di capire se il disperato che ha scattato/scolpito/dipinto/composto quell' "opera" volesse in realta' sottintendere qualcosa che..... NON PASSA !!
Semplicemente perche'...non c'e'!
E ci improvvisiamo psicoanalisti dell'artista, andiamo a fare la sua anamnesi, cerchiamo, rovistiamo ed analizziamo...
Direi che si possa tranquillamente restare sul mi piace oppure no... senza dover scatenare orge di interpretazioni il piu' delle volte non conducenti.
Io fotografo da decenni senza preoccuparmi dei messaggi che le mie foto brutte o belle che siano possano trasmettere, incurante il piu' delle volte se ne trasmettano.
Nell'ipotesi in cui questo avvenga e che ricavi dei feedback positivi, ovviamente sono contento, ma non mi curo se "il messaggio" veicolato sia quello corretto: ammetto che un osservatore possa percepire sensazioni differenti da quelle che ho provato io a scattare quella foto... Solo Rousseau pretendeva l'opposto...
E francamente...me ne infischio!
In un mondo poi, dove i parametri da seguire per avere la possibilita' che una propria immagine venga pubblicata in chissa' quale maniera e per quale committente, come quello delle banche immagine...mi viene da sorridere pensando alle pretese degli autori che su queste pagine si affannano a rivendicare un ruolo
Scusa ma di quali messaggi parli, Mauro. Io ho rinunciato a cercare di capire. Vedo foto che non hanno niente di bello, se non la ricerca del non sense o del cattivo gusto, e poi spesso non riesco neanche ad associare il nome del prodotto alla foto, sia perchè bisogna essere pazzi come il fotografo, per capire cosa voglia dire, e anche la pubblicità è criptica. e se poi ci aggiungo che non conosco il nome delle persone fotografate, io credo che la frittata sia fatta, anche se potrei essere poi un fruitore ma occulto e non consapevole del prodotto che la foto vorrebbe pubblicizzare.
Facciamo qualche esempio:
seconda foto
Onestamente non so chi sia Raspini e quindi se venda abiti, gioielli o muri di marmo (quelli nello sfondo)
Terza foto
Ah questo lo so le famosi botti di Baricco... o forse botti in rovere.... ma non si diceva in barrique? Ma forse è l'archivio generale dei pianisti indiani Boh... rimango sconcertato!
Ultima foto
Ah questa è semplice: vendono costumi .....ma allora questa chi è?
Io però, mi sento di condividere il fatto che il fotografo nosocomesichiama, non credo rappresenti l'eccellenza del momento, come Micherlangelo (e Leonardo, Raffaello, che mondo di sogno) rappresentava al suo tempo, forse andrebbe paragonato a qualcosa che non è rimasto, perchè meritava di scomparire. Oppure si doveva cercare qualcuno di indiscussa qualità da paragonare,s e mai esistente perchè la profondità del messaggio insito nel lavoro di Michelangelo è qualcosa che i tempi stessi oggi non prevedono, mi sa.
Detto questo forse l'intenzione di Mauro era un' altra. Cosa ci vuole? A me sinceramente sembra che ci voglia tutto, dosato secondo volontà ed intenzione dell'artista.
Ma... siamo sicuri che sia necessario definire proprio tutto? Io forse sono troppo ignorante, ma mi sento un po' spaesato.
Ho altro da dire, ma lo dico nell'altro topic.
Mbe,
credo forma parte della evoluzione tecnologica/scientifico/culturale/lingustico/....
Un po come dire che e' l'era di Facebook a far ricordare il secolo 21!
O di whatsapp pensando all'accademia della crusca. E' quello che abbiamo generato....e piace tanto, fa molto "cool"!
Comunque la domanda va fatta a chi commissiona questi servizi, perche come Michelangelo fu commissionato da Papa Giulio II, proprio perche confidava in lui e nel suo lavoro e forma di espressarsi, qui sono i giornali che contrattano i fotografi perche confidano nei loro lavori e come Michelangelo e' stato pagato (bene) per il suo lavoro, anche Terry Richardson e' pagato (bene) per il suo lavoro.
E quando ti pagano se non piace il tuo lavoro, non ti contrattano piu, quindi deduco che il lavoro e' piaciuto.
Che e' una nuova forma di fare fotografia, probabilmente si, che piace probabilmente no, che vende probabilmente si, che la farei, probabilmente no....e via discorrendo.
Comunque credo che si debba fare dei distinguo, se molti di noi fanno foto senza il messaggio (o magari non lo vedono), uno che ti commissiona il messaggio lo vuole, vuole che la foto lo rappresenti e trasmetta qualche cosa...senno non ti paga o non ti chiama.... non lavori più.
Differente da chi fa fotografia fine a se stesso, pero nessuno lo contratterá mai.
Insomma credo che sia parte della nostra evoluzione e che nel mondo non ci sono solo Terry Richardson a fare fotografia e non si puo paragonare a Michelangelo, per fortuna.
Il fotografo, non l'ho direttamente nominato perché non vorrei trovarmi una lettera dei suoi legali nella posta.

Vi dico solo che gli hanno fatto fare pure il calendario Pirelli del 2010.
Edizione che la mia amica Stana ha definito, non sollecitata : 'di merda'.
Quindi una traccia della sua opera resterà, insieme alle linguacce di Miley Cyrus e alle scarpe di Lady Gaga.
Quello che mi chiedo io é scritto alla fine dell'editoriale.
Si sa che di messaggi non ne capisco nulla, nemmeno quando li scrivono a me, figuriamoci quelli che non mi sfiorano nemmeno
mah... se queste sono fotografie... al limite lo sono solo tecnicamente ma il resto...
vabbè ma io non capisco nulla...
Se devo partire da Richardson, mi pare sia il giusto fotografo per chiunque voglia vendere un marchio o un'immagine (o, nel caso delle patinate, chiunque voglia imporre un marchio o un'immagine) a una larghissima fetta di potenziali consumatori. O magari vendere uno stile o un'immagine da fare propri, e non a costo zero.
Questo è il mondo oggi, Richardson lo ha capito. Buon per lui. Ma il fatto che incassi un pacco di soldi cavalcando il mercato non fa di lui un bravo fotografo o comunque un fotografo da ricordare.
PS - A riguardare lo sgruardo impaurito e l'espressione di disagio di Woody Allen, forse mi sarei potuto risparmiare il post.
Se non fosse così, credi che avrei scritto questo editoriale ?
Comunque, chi ha da proporre modelli o merce di classe a gente di classe, per fortuna, riesce ancora a trovare in agenda il telefono di Roversi, di Lindbergh, di Demarchelier padre e figlio, di Bellemere, di Vincent Peters, di Testino, finanche di Martin Scorsese se ha budget sufficiente ...
E' sicuro.
E poi mi interrogherei anche sulle professionalità degli art director che per i fotografi sono un punto di riferimento importante. Insomma, pur mantenendo inalterati la fisionomia e i contenuti della rivista _ se io fossi editore di una patinata _ art director come questi li accompagnerei fuori a pedate. Purtroppo una professione che per decenni è stata fondamentale oggi _ a vederne i risultati_ appare largamente sopravvalutata. Un vero peccato.
Gia',
Ma gli editori si contano sulla punta delle dita, hai giornali o riviste che hanno deciso che era una figura "prescindibile" e quindi se ne sono liberati, e te lo dico non per sentito dire ma per esperienza personale y parlo del terzo quotidiano di Spagna......
........dicono che formi sempre parte del progresso.
Ho appena finito di cenare.
...non è cosa!
Mauro, dovresti avvertire prima di postare certe...foto?
Mi sto immergendo in Lindbergh e tu mi somministri questo liquame visivo!?
Non è cosa!
E io continuo a pensare che un fotografo come Richardson non faccia vendere, ma anzi le riduca, le vendite. Le aumenta solo nell'immaginario dello stilish society. Capisco che la finalità pubblicitaria possa avere un aspetto dissacrativo,per stupire e attraverso un messaggio realistico e non edulcorato o buonista, dire vino al vino e creare quindi un nuovo messaggio pubblicitario, ma questo ancora manca nel messaggio video, e poi nella fotografia pubblicitaria sarebbe comunque ante tempora. Quanto al messaggio, mi chiedo ma nella fotografia pubblicitaria, c'è un messaggio? Forse lo vedono solo il fotografo e il committente, ma credo che nessuno dei fruitori o destinatari di quel messaggio lo recepisca, lo capisca o si pieghi alla logica contorta di capirlo.
Qualsiasi raffronto con i grandi del passato è a mio avviso impossibile.
Sento molte volte parlare di messaggio, ma alla fine nessuno spiega il messaggio, o cos'è un messaggio, una foto dove a seconda di chi guarda il messaggio cambia, ha davvero un messaggio?
Un messaggio c'è solo se è chiaro, non necessariamente deve essere capito al primo sguardo, ma deve essere chiaro, potrebbe essere indirizzato ad un pubblico colto e quindi non accessibile a tutti, ma per chi ha le chiavi di lettura deve essere chiaro. Altrimenti non è un messaggio.
Metto qualche esempio per chiarire, restando in tema pubblicità.
Messaggio ironico
Messaggio sociale
Messaggio sociale e umanitario
Devo continuare?
Qualche committente e art director intelligente, o almeno ironico, o sensibile c'è ancora secondo me. Se poi la massa va nutrita con le str.... ate, allora parliamo di altra cosa, non di messaggi, non di arte, non di cultura.... dai non prendiamoci in giro!
Il mondo è bello perchè è vario (per fortuna)... altrimenti sarebbe terribilmente noioso, per fortuna qualcuno osa cose diverse dal solito, subito non viene capito, poi viene copiato e diventa un classico... Non che quelle foto mi facciano impazzire, ma almeno non annoiano...si guardano con curiosità
Ok allora ci rinuncio
a mio avviso l'unica foto che mi disturba e vedo costruita più delle altre è questa:
La foto della tazzina è un chiaro riferimento all'orecchio di Van Gogh, quindi è in relazione col pittore e di conseguenza col museo, anche qui non esprimo un giudizio sulla foto o sul messaggio, per qualcuno sarà geniale per qualcuno sarà sciocca.
Ok ma perchè mettere museo di van gogh e non ritratto di van gogh? sarebbe stato di più facile presa e allo stesso tempo più concettuale... nel senso che una tazzina di caffe' non ha riferimento con van gogh ma esporla auna mostra col titolo di ritratto di van goh ha un suo perchè. Allo stesso modo due tagli sulla tela non dicono niente, ma col titolo di concetto spaziale, hanno un significato, mentre un barattolo col titolo merda d'autore per me è un tavanata pazzesca.
... e che dire della fontana di Duchamp che in realtà è un pisciatoio
Capitano, quel fotografo dallafacciadapirla (non me ne voglia ma è lui stesso che ci tiene a mostrarsi come tale) usa la stessa luce che la polizia americana impiega per scattare le foto segnaletiche degli arrestati.
Sono immagini per il popolo americano, degli sberleffi all'autorità costituita, a noi ovviamente dicono ben poco.
Altro non mi sembra ci sia da aggiungere, anzi no: tranquilli che nella storia dell'umanità questo qui non passerà come il Michelangelo del 21^ sec. Del resto CQ non è Il Mondo di Pannunzio.
Perchè il gioco è percettivo, quello che ci piace è il lavoro di associazione che il nostro cervellof a e il riuscire è godimento, niente filosofia, ma piacevoli incroci di neuroni:
La tazzina ha il manico rotto, il manico sembra un'orecchio, Van Gogh si era taglaito un orecchio, AhA sono bravo ho capito!
E bravo chi ha avuto l'idea.
Messaggi
Il tempo in cui viviamo
Fotografia
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nessuno, il vuoto
Il tempo in cui viviamo
non importa se con il bello -difficile da ottenere-
o con il brutto -anche per fare cose brutte bisogna essere capaci-
l'importante e' attirare l'attenzione, l'importante e' far parlare di se
Non avendo nulla da dire, almeno la vana gloria, almeno il denaro
Come i programmi in tv, se non riesco a fare qualcosa di bello, vado sul volgare
Per fortuna non è tutto così
Come nella pittura contemporanea, il banale abbonda
Ma qualcosa di buono si salva
Come nella musica, negli anni ottanta pare che tutti hanno fatto capolavori
Ma anche allora tanti brani, non meritavano di essere ascoltati
Ci è arrivato il meglio
Sarà il tempo a decidere
Stai scherzando vero?
Perché l'unica cosa degli anni '80 che si salva è Creuza de Ma', il resto mammasigniur!