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Quelle foto mai fatte?
mag 13 2011 19:27 |
Max Aquila
in Editoriali
Nulla é paragonabile al momento in cui si varca il confine tra il desiderio e la decisione di soddisfarlo:
deve essere per questo convincimento che mi resta indelebilmente impresso il momento in cui impugno la macchina fotografica appena acquistata e mi appresto a scattare le prime foto.
Foto che il più delle volte non sono precedute da alcun proposito compositivo né documentale, ma non sono altro che la materializzazione di una sensazione, un "qui ed ora", accompagnato da un "finalmente"!
Sono andato a ricercarle tra i files numerati 0001 delle mie ultime reflex digitali, che tra i vantaggi e svantaggi del sistema annoverano proprio la capacità di restare ordinatamente chiusi nel buio di un hard disk, fino a quando una successiva pulsione di volontà non ci spinga alla loro ricerca, sempre che la fortuna e il buon esercizio del nostro ricordare ci aiutino a trovarli nei meandri della fallace memoria di un elaboratore.
Fallace memoria? Già? fin troppo vincolata ad una serie di opportunità che ci vengono offerte dalla tecnologia ma che troppo spesso ignoriamo o non degniamo della giusta considerazione, contagiando di un germe di umanità una scaglia di silice che di personalità dovrebbe essere priva.
Ci salva invece il nostro ricordare, cioé l'astratta memoria associata al sentimento (cor-cordis é il cuore nelle radici della nostra lingua), ciò di cui abbiamo bisogno appunto per localizzare il ragionamento che ci permise di stivare in quella cartella, di quel disco, il file che andiamo cercando e nel frattempo, magari, ri-trovare una quantità di altre immagini delle quali avevamo perso traccia e cuore.
Ed é così che dopo parecchi anni son saltati fuori i primi files di quelle reflex che hanno caratterizzato per me la svolta nel passare da un modo di fotografare attento esclusivamente alla foto che avrei ancora voluto scattare, tipico di un mondo che viveva di emulsioni chimiche ed immagini latenti, ad un'altra modalità più attenta delle forme, dei formati e delle formalità da adottare per ottenere ancora quei risultati a cui la vecchia psicologia ci aveva addestrato e migliorarli, migliorando noi stessi.
A farci attenzione (finalmente, dopo tutti questi anni di trascuratezza) sono quasi sempre foto sgrammaticate:
scompite, disinquadrate, malamente esposte, parvenze di impulso, amebe della nostra capacità interpretativa, insomma, creature partorite dalla voglia più che dalla razionalità,
a volte ingenerate più che dalla volontà, da un errore, come nel caso del file 001 della mia prima D200,
(dovuto a un'eccessiva pressione del pulsante mentre misuravo le possibile esposizione) piuttosto che da una reale intenzione di fotografare.
Altre volte sfruttando la realtà circostante, la famiglia, cui dedichiamo la parte più sentita della nostra esistenza , ma solamente in funzione della contestuale presenza, magari mentre si metteva alla prova la capacità del coniuge di comprendere se la reflex in questione fosse la precedente oppure l'ultimo, oneroso, acquisto?
D70 D300
Non mancano le immagini strappate al desiderio di trovare un soggetto, con le caratteristiche volute di colore, profondità e contesto, ma frettolosamente eseguite pur di 'timbrare il cartellino' di questo nuovo accoppiamento: Io e Lei, innamorati tanto da non poter aspettare ancora di legarci in un abbraccio di fotoni e flussi, destinati l'uno all'altra da ragionamenti, convincimenti, finanziamenti e anche sentimenti, naturalmente!
D700
In altre circostanze, invece, deliberatamente celebrative in virtù del traguardo raggiunto dopo mesi e mesi di concertazione e trepidante voglia di riuscire a trovare l'opportunità di entrarne in possesso e pertanto assolutamente consapevoli del fatto di dover entrare di diritto e a pieno titolo nella cerchia di questi Numeri Uno e subito dopo conseguito tale podio, fatte ineluttabilmente oggetto di oblio.
D2X
Macchine legate tanto al nostro cuore da aver lavorato ciascuna infinitamente di più che una qualsiasi delle nostre reflex a pellicola, dove gli scatti si misuravano a rullini per anno mentre adesso a milioni di pixel legati a miliardi di celle di spazio negli armadi virtuali del nostro ri-cordare.
Di ognuna di esse so cosa faccia ancora oggi:
della D70 venduta alla ragazza che non conoscevo ma che era stata da poco rapinata di una consimile, della prima D200 andata in mano al mio amico Federico che per 'non rovinarla' ancora oggi parte con l'altra sua reflex, della seconda D200 che lavora a pieno ritmo nello studio di un ragazzo che con lei ha imparato la professione del fotografo, della D300 che pacificamente accompagna Salvo nel suo tempo libero e della D700 che mi porto appresso sempre da due anni, lasciando la D2X a fare la guardia alle mie borse e l?amore con il suo compagno, il Nikon Nikkor 400mm F/3.5 IF-ED
Sarà forse un caso che la reflex é Femmina e l'obiettivo é Maschio?
deve essere per questo convincimento che mi resta indelebilmente impresso il momento in cui impugno la macchina fotografica appena acquistata e mi appresto a scattare le prime foto.
Foto che il più delle volte non sono precedute da alcun proposito compositivo né documentale, ma non sono altro che la materializzazione di una sensazione, un "qui ed ora", accompagnato da un "finalmente"!
Sono andato a ricercarle tra i files numerati 0001 delle mie ultime reflex digitali, che tra i vantaggi e svantaggi del sistema annoverano proprio la capacità di restare ordinatamente chiusi nel buio di un hard disk, fino a quando una successiva pulsione di volontà non ci spinga alla loro ricerca, sempre che la fortuna e il buon esercizio del nostro ricordare ci aiutino a trovarli nei meandri della fallace memoria di un elaboratore.
Fallace memoria? Già? fin troppo vincolata ad una serie di opportunità che ci vengono offerte dalla tecnologia ma che troppo spesso ignoriamo o non degniamo della giusta considerazione, contagiando di un germe di umanità una scaglia di silice che di personalità dovrebbe essere priva.
Ci salva invece il nostro ricordare, cioé l'astratta memoria associata al sentimento (cor-cordis é il cuore nelle radici della nostra lingua), ciò di cui abbiamo bisogno appunto per localizzare il ragionamento che ci permise di stivare in quella cartella, di quel disco, il file che andiamo cercando e nel frattempo, magari, ri-trovare una quantità di altre immagini delle quali avevamo perso traccia e cuore.
Ed é così che dopo parecchi anni son saltati fuori i primi files di quelle reflex che hanno caratterizzato per me la svolta nel passare da un modo di fotografare attento esclusivamente alla foto che avrei ancora voluto scattare, tipico di un mondo che viveva di emulsioni chimiche ed immagini latenti, ad un'altra modalità più attenta delle forme, dei formati e delle formalità da adottare per ottenere ancora quei risultati a cui la vecchia psicologia ci aveva addestrato e migliorarli, migliorando noi stessi.
A farci attenzione (finalmente, dopo tutti questi anni di trascuratezza) sono quasi sempre foto sgrammaticate:
scompite, disinquadrate, malamente esposte, parvenze di impulso, amebe della nostra capacità interpretativa, insomma, creature partorite dalla voglia più che dalla razionalità,
a volte ingenerate più che dalla volontà, da un errore, come nel caso del file 001 della mia prima D200,
(dovuto a un'eccessiva pressione del pulsante mentre misuravo le possibile esposizione) piuttosto che da una reale intenzione di fotografare.
Altre volte sfruttando la realtà circostante, la famiglia, cui dedichiamo la parte più sentita della nostra esistenza , ma solamente in funzione della contestuale presenza, magari mentre si metteva alla prova la capacità del coniuge di comprendere se la reflex in questione fosse la precedente oppure l'ultimo, oneroso, acquisto?
D70 D300
Non mancano le immagini strappate al desiderio di trovare un soggetto, con le caratteristiche volute di colore, profondità e contesto, ma frettolosamente eseguite pur di 'timbrare il cartellino' di questo nuovo accoppiamento: Io e Lei, innamorati tanto da non poter aspettare ancora di legarci in un abbraccio di fotoni e flussi, destinati l'uno all'altra da ragionamenti, convincimenti, finanziamenti e anche sentimenti, naturalmente!
D700
In altre circostanze, invece, deliberatamente celebrative in virtù del traguardo raggiunto dopo mesi e mesi di concertazione e trepidante voglia di riuscire a trovare l'opportunità di entrarne in possesso e pertanto assolutamente consapevoli del fatto di dover entrare di diritto e a pieno titolo nella cerchia di questi Numeri Uno e subito dopo conseguito tale podio, fatte ineluttabilmente oggetto di oblio.
D2X
Macchine legate tanto al nostro cuore da aver lavorato ciascuna infinitamente di più che una qualsiasi delle nostre reflex a pellicola, dove gli scatti si misuravano a rullini per anno mentre adesso a milioni di pixel legati a miliardi di celle di spazio negli armadi virtuali del nostro ri-cordare.
Di ognuna di esse so cosa faccia ancora oggi:
della D70 venduta alla ragazza che non conoscevo ma che era stata da poco rapinata di una consimile, della prima D200 andata in mano al mio amico Federico che per 'non rovinarla' ancora oggi parte con l'altra sua reflex, della seconda D200 che lavora a pieno ritmo nello studio di un ragazzo che con lei ha imparato la professione del fotografo, della D300 che pacificamente accompagna Salvo nel suo tempo libero e della D700 che mi porto appresso sempre da due anni, lasciando la D2X a fare la guardia alle mie borse e l?amore con il suo compagno, il Nikon Nikkor 400mm F/3.5 IF-ED
Sarà forse un caso che la reflex é Femmina e l'obiettivo é Maschio?
D70
le mie due D200
la D300
la D700
questa é la foto che mi ha convinto a comprarla ... la D700 !
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19 Comments
Complimenti per come scrivi!!
No purtroppo ? uso che scatto guardo e cestino...
non succedeva questo con l pellicole che ricordo di avere in provino
diversi scatti strisciati e che hanno al suo interno frammenti di storia vissuta che vanno in dimenticatoio come da te descritto, spesso parenti mamma fratelli e papa...
Mi ? capitato di trovare degli scatti di mio padre fatti per provare la yashica 103 program
e scoprire poi essere una serie di poche foto fatte a mio padre che odiava le foto di lui...
In effetti pensandoci mi rammarico, e questo articolo mi mette in condizione di provare a conservare certi scatti, che come tutti oggi dicono poco domani forse dicono di piu
sopratutto a livello emozionale.
sar? per il prossimo corpo...
ma forse ho ancora i primi scatti della d700...
devo controllare...
Ecco cos? la mia prima foto (visibile in LightRoom ) con la D200 e quella con la D700 senza interventi in post..
D200 (Tokina ATX 28-70mm f/2,6-2,8 ):
D700 (Angenieux 28-70mm f/2,6 ):
Oltre a riprovare la mia affezione per una 'certa' ottica, rendono anche evidente quali siano i miei principali 'soggetti'...
Ciao,
A.
Quindi non garantisco che queste siano le prime foto scattate con ogni macchina, sicuramente sono tra le prime che ho conservato !
Questa ? stata la mia prima digitale, pagata molto di pi? dell'ultima (la D7000), la mitica Coolpix 990
Questa ? stata scattata con la mia unica Canon. Fritz non poteva guardarmi con quell'affare in mano (Cano A70)
L'odiata D100 con la quale ho fatto in 4 anni meno foto di quante ne ho fatte con la D3x durante le vacanze di natale 2008
Nessun feeling con la D200, l'ho rivenduta per nuova dopo appena 1.200 scatti di cui 1.100 in questa unica seduta a Monza
La grande D2H appena arrivata dall'Inghilterra. E' ancora in servizio in manifestazioni concertistiche.
Prove di saturazione del sensore della D2x appena arrivata
La D300, appena scartata, il manuale non ? originale ...
La prima D3, ancora in servizio con molto pi? di 100.000 scatti
La seconda D3, venduta poi ad Alberto73
La D3x - mia gioia, mia luce, dopo due settimane aveva all'attivo gi? 6 o 7.000 scatti. Non ho trovato nulla di pubblicabile di precedente a questa foto
La D300s non ho fatto in tempo nemmeno a sporcare il sensore che me l'hanno soffiata ...
La D7000, e il mio maggiore Art
Sottoesposta o tappo sull'obiettivo?
Sottoesposta!
E... pensare che il matrix D80 notoriamente sovraespone.
Pentax OptioS: anno 2003, vinta ad una lotteria aziendale, la mi prima digitale. Costava la bellezza di 500 Euro, apparentemente un gioiello: microscopica, tutta in metallo, batteria al Litio.
Le foto furono uno shock (in negativo), e non tanto per la risibile qualita', quanto per il ritardo inaccettabile nello scatto, qualunque soggetto che non fosse imbalsamato veniva diverso da come lo si guardava.
Questa e' la foto #15 (la prima che ho trovato e' la 10, stessa serie, ho messo questa un po' piu' graziosa). Mia figlia Camilla.
D70: 2005 ci misi 2 anni a riprendermi dalla OptioS, e decisi di tentare la fortuna con la D70, finanziata principalmente coi soldi avuti dall'Alitalia come compenso per un overbooking selvaggio. La mia sfiducia nel digitale era ancora molta e non volevo metterci soldi "miei".
Tutto sommato mi ha fatto buona compagnia, la possiedo e ogni tanto la uso ancora, fa e fara' da palestra a Camilla che ormai ha quasi 10 anni.
Non ho piu' scattato una foto a pellicola da quando la ho comprata.
Foto #2 anche se ricordo di aver fatto e cestinato una serie di scatti di prova e poi ho riazzerato il contatore. Val Badia, sbiadita come quasi tutti i JPEG della D70, dopo un po' usai escusivamente RAW
D300: 2008 ancora oggi la mia macchina, perfettibile ma a questo punto assai piu' perfettibile e' il proprietario...
Foto #1, sono un tipo curioso e tentai immediatamente a 3200 ISO, intanto Camilla era cresciuta...
P7000: mi da' quello che mi aspetto quando sono in giro in bici e con gli sci.
Foto #3, la prima salvata fra quelle di prova scattate dal divano di casa la sera che e' arrivata
Francesco
- estate 2004, D70 (col 14mm):
-dicembre 2005, D200 (con 17-35):
dicembre 2007 D3 (con 17-35):
la prima foto... mai fatta
con la D3 di Mauro, appena spacchettata e dotata del 50mm che mi portavo appresso da tutto il giorno, in attesa del corriere, in garage, là dove sapevo di poter restare tranquillo ed immune da turbative esterne, nel godermi questo prezioso istante, nel quale non conta il soggetto, ma solo il proprio rapporto con la macchina e con il piacere della conquista
ecco il mio/suo primo file... nella fattispecie n° 146856 (Opanda docet)
che cosa????
si... sono felice...!!!!
Sono felice che questa gloriosa macchina farà la sua seconda carriera con te.
Ci traguardiamo tra qualche anno per la D3s ?
è un'altra fotografa, qualche anno fa, ripresa sul monitor del mio pc mentre provavo l'adattotore F con il 50/14
;-)
Tra 140.000 scatti, allora
(e la #15) :
(io non sono gigione come Max e quindi non mi autoritraggo)
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Riprendiamo questo editoriale del 2011, sempre quanto mai attuale per i vostri aggiornamenti e considerazioni.
Come stanno le vostre nuove innamorate ? (restando in tema di totocamera è femmina)
(chi non l'ha fatto, si legga prima l'editoriale )
stamattina, uscito dal negozio, mentre giocavo con i menu' della D800 col 35/2 montato,
qualcosa ha attirato la mia attenzione su quell'albero...
Si... decisamente fuori contesto... in pieno traffico cittadino
(impostazioni anch'esse bizzarre, dato il momento ludico: ISO 5000 f/7.1 t/5000" Matrix)
ancora una volta felice: ancora una prima
stavolta e' di scena la nuova
Pensa che io invece ho fatto una raffica da 468 scatti consecutivi ad un taglierino da tappezzerie blu. Per verificare la scheda di memoria dopo la formattazione ...
ahahah
il pacco della mia D500 l'ho aperto nel box dove avevo fatto il primo scatto anche con la D3...quattro anni fa