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L'insostenibile pesantezza dell'essere (...F)...
nov 13 2013 01:00 |
Max Aquila
in Storia
F con Photomic FTN e 50mm f/1.4= 1235gr
F2 con Photomic DP1 Micro 55mm f/3.5 e motore MD3+MB2= 1795gr
F3HP con 50mm f/1.2 e motore MD4= 1995gr
F4E con 50mm f/1.4 AFD e MB23=1805gr
Nella maggior parte delle lingue del mondo la F non é di certo la lettera più altisonante dell'alfabeto,
Ma per i fotografi tutti rappresenta simbolo del genio e dell'inventiva di chi ha contribuito a creare le prime Nikon, quell'ingegnere non abbastanza celebrato che fu Masahiko Fuketa la cui iniziale del cognome battezzò la serie della seconda rinascita Nikon, il sistema della baionetta F
Nata da un'eredità "pesante" ma non abbastanza, quella delle Nikon a telemetro, fortemente volute dai fotografi americani, ma pur sempre parzialmente oscurate dai consolidati successi di Leica e delle sue sorelle mitteleuropee, di prima e dopo della Seconda Guerra Mondiale.
Ancora una volta il concetto nipponico di "kaizen", cioé innovazione nel solco della tradizione, miglioramento strutturato e quasi mai stravolgimento, insomma tutto ciò che sul mercato della ripresa economica si affannava a fare capolino, ecco che venne spazzato via dall'uragano più
travolgente ed intenso del 1959:la Nikon F
Pesa meno di sette etti di metallo (naked) che diventano otto, otto e mezzo con i vari Photomic che tra il 59 ed il 68 si sono succeduti man mano che l'innovazione nei materiali e nelle cellule esposimetriche (vanto da sempre della Nikon) andavano progredendo. Non era un primato negativo: i sistemi del tempo si chiamavano Exakta oppure Contaflex e non pesavano meno...
ma non si trattava solamente di una fotocamera nuova, bensì di un sistema talmente perfezionato da non far accorgere più nessuno della sua perfettibilità
se non quando improvvisamente l'ammiraglia veniva affiancata sulla scena dalla figlia che ne rilevava lo scettro.
Così avvenne con la F2 del 1971, con la modularità dei Photomic a lei dedicati,
per cui ancora oggi, a quarant'anni di distanza dal suo avvento, é un grande privilegio quello di poter scattare delle foto guardando dall'oculare di questa elegante, snella, ma ugualmente... ponderosa signora:
poco meno di milleottocento grammi per chi voglia imbracciarla munita di un Photomic DP11, un motore (economico) MD3 con portabatterie MB2 e con l'impareggiabile Micro Nikkor 55mm f/3.5...
Non che il decennio successivo (ebbene si ogni capostipite Nikon si ripresenta a cadenze costanti), quello della eterna ed ancora utilizzata F3 del marzo 1980 sia in qualche maniera riuscito a portar sollievo a tendini ed avambracci affaticati dalle precedenti sorelle...
Se lasciata "nature" la F3 pesa meno di tutte, fermando l'ago della bilancia a meno di sette etti, ma in abbinamento all'ultimo della stirpe regale dei motori, il gigantesco e megalitico MD4, foriero della velocità record di cui é accreditato, quei 6 ftg/sec raramente eguagliati anche in epoche più recenti e per giunta portati in una versione speciale, la F3H a sfiorare i 13 ftg/sec:
in pratica una pellicola intera in meno di tre secondi di raffica...) ed agli orpelli di cui mi diverto ad ornarla, come il limitatore di raffica e pulsante verticale MK-1, il prisma HP (o un'altro della più lunga serie di mirini intercambiabili mai disegnati per un corpo macchina) ed un obiettivo appena luminoso, come il Nikkor 50mm f/1.4 portano fino alla soglia dei due chili il peso globale dell'accrocchio...
Figuriamoci poi se abbinata al più pesante mirino sportivo DA-2 ed a un 'leggero' 300mm f/4.5
Procedendo in questa galleria all'incontro tra la prima delle elettroniche (la F3 appunto) e la prima ammiraglia Autofocus, la Nikon F4, mastodontica pur nella plasticità delle forme, Italicamente disegnate da Giorgetto Giugiaro nella miglior auge del suo atelier.
Mozzafiato ed ingombrante come un ferro da stiro a vapore, plastiche a riparo degli ottoni sottostanti, ancora la sensazione di un prodotto destinato a durare nel tempo, presentata in tutta fretta alla fine del 1988, un anno in anticipo rispetto la "kaizen" della Casa... ma le armate avversarie imperversavano e i pavidi tentativi di AF con le F3AF, le F501 e 401, non
potevano reggere la conquista tecnologica del momento...
questa F4 ebbe la sorte del Papa Luciani, stretta nella morsa di un pontificato troppo breve, tra due colossi come quelli che la precedettero e quelli che poi la seguirono, troppo ingombranti per poterla ricordare più di quanto qui non faccia.
La mia tendinite rimembra però ancora quei diciotto etti di brandeggio, tanto utili con teleobiettivi altrettanto pesanti, quanto così gravosi con le ottiche corte che vennero presentate con grande successo nella decade del suo Regno: la seconda serie delle ottiche fisse AF ed i primi zoom lunghi di qualità che accompagnarono questa macchina che, a mio avviso, rappresenta l'estremo tentativo di mantenere una logica meccanica in un corpo macchina elettronico più che mai: innesti dei mirini, posizionamento delle prese e dei pulsanti e ghiere, tutto nella F4 parla di una "beautiful mind" in un corpo (ed un'elettronica) inadeguati.
Arriviamo dunque all'ennesima prova del 'Nikon state of the art', ossia la Nikon F5:
monolite in lega di magnesio da millequattrocento grammi senza ottica, ma all-inside (niente più motori da collegare come nella precedente barocca autofocus), batterie comprese e cioé ben 8 elementi stilo oppure un battery pack MN30 ricaricabile, che da sole assommano quasi il peso di un 50mm, ma reggono bene la raffica ancora invidiabile da 8 ftg/sec
Ergonomia, bilanciamento dei pesi, posizione ideale dei comandi, autodiagnosi e menù funzioni personalizzabile attraverso la connessione ai computer che nel 1996 hanno contribuito a progettare e produrre questa reflex, rimasta una pietra miliare del sistema della baionetta F con la quale continua ad avere piena compatibilità tra ottiche autofocus e non, quantomeno dal 1977 in poi, che per un oggetto nato in era digitale non é poi cosa da poco.
Per noi che amiamo il concetto di sistema reflex, corpo, mirini e prismi intercambiabili, la Nikon F5 ? rimasta regina della specie e così dev'essere stato per gli stessi ingegneri che volendo intonare l'ultimo canto del cigno hanno deciso di mettere sul mercato la F6, che non voleva, non poteva, non doveva mettere in crisi l?egemonia di un concetto che ha dominato per più di cinquant'anni la ribalta del settore? e cioé?
'l'insostenibile pesantezza dell'essere F'
Max Aquila per Nikonland © 2009
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30 Comments
complimenti per l'ultima arrivata!
(io gi? lo sapevo...)
Dov'? il secondo satellite della Terra (battezzato F, naturalmente...) su cui abiti ?
Fantastica e invidiatissima (nel senso migliore del termine) collezione !
Tutte le volte che vedo i tuoi gioielli meccanici mi vien voglia di acchiapparne uno !!
Ma son l? che aspetto l'occasione ( in perfetto stato e $$economica ) !!
Ciao,
Adriano.
Ma vedendo quella vetrina ogni volta mi prende il feticismo Nikoniano e la smania da ebay
Ma basta pensare un attimo e tutto poi passa....
Quella che in assoluto vorrei di pi? ? la f3, da sempre mi ha affascinato e all'epoca presi una FM2 perch? "VAGAMENTISSIMAMENTE" la ricordava come forma...
Ciao, Ale.
ed in assenza del favoloso MD4 torna ad essere una fotocamera robusta e compatta, come nelle intenzioni di progetto!
Oscurato dall'arrivo della F5 ? per? arrivato contestualmente anche l'ultimo dei mirini F3 che desideravo utilizzare su questa macchina, il DW4,
ingranditore 6x e dalla mirabolante costruzione ottica in sei elementi sei!!!
ve ne sapr? parlare...
infatti... mi pare ben bene sballata!
Quindi?
Cercher? ancora...
trattasi di mirino di precisione (macro, close up, riproduzione particolari, duplicazione dia) con ingrandimento 6X della scena inquadrata e correzione diottrica incorporata.
Davvero un bell'oggetto...
quoto tutto
e io ho avuto la f3 e la f4 passato per la f5
ma credo che la macchina migiore siano appunto la f3
ricordo in un caso di un servizio di moda, ero sulle rive del fiume brembo e prendo la mitica f3 con md4 e il 28mm
f 2,8
la prendo per la cinghia e che con fare disinvolto e frettoloso la infilo sulla spalla, ma piu che infilare la lancio sulla spalla difetto che ho anche oggigiorno.
bene sento la cinghia legera e un rumore..."splug" a mia seconda mitica era in quel di una pozza del brembo....
nooooo!!! corro prendo la macchina recupero la pellicola tolgo il motore le batterie apro la macchina e la appoggio sotto il sole du un sasso...
dopo 2 ore di servizio continuato con le atre due piccole fm2 e f3
il mio stupore quando a macchina asciutta ho meso le batterie e il tutto funzionava ancora ricordo che misi una dodici pose e provai a afare scatti tuttto funzionava???!!!!!!!!
la portai in fowa (al'epoca ) per una pulizia e per sicurezza mi cambiarono l'otturatore sostituendolo da quello in tessuto... MAGICA!!!!
tutto fantastico tranne la fine...:
ho capito bene ... o all'assistenza qualcuno ti ha montato un otturatore in tessuto al posto del titanio di quello originale delle F3???
Nikon non monta tendine in stoffa, credo dall'epoca delle prime telemetro (la SP di cui porto il nome ha il titanio come la coetanea Nikon F)
Miniature Allegate
sono tre scatti al volo... con pure lo flash scarico...
tienilo stretto
negli ultimi mesi ho visto cedere almeno quattro cinghie di amici (rigorosamente NON originali), tutte a livello del fermo di plastica, probabilmente troppo duro e fragile
io faccio gli scongiuri e continuo con quelle originali (ma non quelle che si trovano nella scatola del corpo macchina, he trovo scomodissime!)
bellissima l'ultima
ricorda i bei tempi in cui le macchine (ma soprattutto gli obbiettivi) erano piccoli piccoli
prova adesso a mettere una D2x con il 17-35 e sotto una D3 con il 70-200!
a_
Per? su molti corpi le uso anch'io quelle li...
anche perch? odio le cinghie troppo larghe ed una come la tua prima, ma originale, segue da sempre la mia F3 con tutto l'ambaradan che le ho messo addosso... devo dire in maniera eminence...!
(io le cinghie pi? che a tracolla le uso a spalla oppure me le avvolgo attorno al polso...)
PS: allora avevo la Nikon FE: un orologio svizzero !
Ciao,
Adri.
infatti... non ho ancora trovato nulla di meglio di qualche punto di macchina da cucire
la Olympus l'avevo sistemata cos?, ed anche la D1x
a_
volete dirmi di aver fatto passare a miglior vita anche un solo corpo Nikon nella vostra vita?
Una macchina di quelle di cui si parla nel thread da cui questo prende origine, che abbiate buttato (o messo a far da fermaporta) inc?vece che rivenduto o ceduto (e che ancora probabilmente non sar? stata rottamata)?
Dite, dite...
io fino a questo momento non ci sono ancora riuscito...!
ho fatto passare a miglior vita una D2x, ho ammaccato pesantemente una F100 (ancora perfettamente funzionante) ed ho consumato (meglio, finito di consumare) una D1x
...ma nessuna per colpa delle tracolle... i voli dalle rupi sempre per cause soggettive (zaini aperti, in particolare)
a_
Io ho distrutto una FE. Ho ancora i rottami... se li rimetto insieme bene forse scatta ancora... magari passa un po' di luce...
la F100 (quella che continua a funzionare egregiamente) ? caduta mentre stavo arrampicando qui:
(castello di Queribus, Languedoc - France)
a_
... se salivi dalla via pi? semplice :
... non ti succedeva
Guglielmo