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1
TESTA A BILANCIERE PHOTOSEIKI modello TB-101 (W il made in Italy!)
mar 16 2013 01:00 |
Bruno Mora
in Accessori
Da alcuni anni le teste basculanti sono diventate protagoniste nella fotografia naturalistica.
Sono meno macchinose delle teste a sfera, meglio controllabili e lasciano le mani libere di dedicarsi alla ripresa.
Una volta presa dimestichezza ci si accorge di quanto sono comode.
Lo scotto si paga in termini soprattutto di ingombri di tutto il complesso. Naturalmente anche il costo non è certo trascurabile, ma si tratta di un oggetto costruito veramente bene.
Io utilizzo il modello made in Italy della Photoseiki, e dopo tre anni di utilizzo con mastodontici tele non posso che parlarne bene.
Vediamone i dettagli:
Altezza: 270 mm.
Larghezza: 220 mm. (escluse manopole)
Peso: 1.450 grammi. (dato importante questo)
Il complesso è costituito da un blocco di alluminio (ergal) anodizzato, con una finitura eccellente, dopo un uso continuativo ma attento, la superficie è tale e quale come quando l’ho acquistata. Da notare che la lavorazione è fatta di macchina utensile, non di stampo.
Il braccio principale, che sorregge tutto il sistema è ricavato da un unico blocco, e lavorato a partire dal pieno, le parti lavorate in profondità sono state fatte, credo, per alleggerire il peso complessivo (vedere foto sotto).
Viene fornita in una pratica valigetta imbottita con le istruzioni e le chiavi per eventuali smontaggi, o sostituzioni. E’ già pronta per l’uso, non bisogna montare niente.
I comandi sono in tutto quattro, esaminiamoli uno per uno:
1)la vite di serraggio per il movimento di rotazione dell’intero sistema, qui secondo il mio parere di metalmeccanico , hanno fatto un lavoro eccezionale sul cuscinetto, un piccolo capolavoro di resistenza e solidità.
2)la comoda manopola con vite del movimento basculante, interessante la soluzione che adotta un disco in ferodo, basta un leggero tocco per serrare solidamente il tutto, precisione meccanica di livello molto elevato.
particolare del disco ferodo
3)la “culla” dove viene alloggiato l’attacco del teleobiettivo, dotata di vite di serraggio, anche questo molto sicuro (si tratta di un punto critico, l’ottica non deve scivolare, pena grossi guai) e realizzato con cura.
4)la regolazione in altezza della culla, ero sempre restio ad utilizzarla perché penso che innalzando il baricentro del sistema si inneschino vibrazioni pericolose, comunque è un comando che c’è e fa bene ad esserci, non sempre si possono alzare le gambe del treppiede.
Anche con il 600 AFS VR, si possono raggiungere angolazioni impensabili, e soprattutto sicure.
Come va sul campo?
Personalmente credo che la destinazione d’uso principale di una testa a bilanciere sia l’inseguimento di soggetti in movimento rapido, nel mio caso uccelli in volo, anche a bordo campo sportivo può essere un’arma definitiva, così come per i panning.
Prima di iniziare le riprese, io monto il teleobiettivo trovando la giusta posizione in modo che, lasciando libera la vite di serraggio del movimento basculante e facendo dondolare il tutto, l’asse obiettivo ritorni sempre in posizione orizzontale, questo perchè nei momenti in cui le amni si staccano dall’insieme obiettivo-fotocamera questo rimane fermo, senza inclinarsi pericolosamente in avanti.
Con quanta forza serrare le viti? Dipende da ognuno, io mi regolo così:
Vite 1, serrata un poco, quanto basta per spostare il tutto con minimo attrito, la uso per seguire soggetti in movimento lento, paralleli al fotografo.
Manopola 2, se si fotografa qualcosa di immobile, serrata nella posizione giusta, non c’è bisogno di forzare nulla , una stretta e via. Se invece il soggetto si sposta velocemente la tengo libera o leggermente frizionata se il movimento è lento.
Vite 3, qui sì che bisogna serrare bene, ma il sistema di bloccaggio è perfetto.
Vite 4, di norma la tengo sempre nella posizione bassa per i motivi descritti sopra, ma ci sono situazioni in cui non c’è spazio per alzare il treppiedi, in questi casi è una benedizione.
Queste sono le mie impostazioni personali, ognuno adotta le proprie in base a molti fattori, con queste regolazioni ho portato a casa molte buone foto, se qualcuno ha da proporre dritte che consentono risultati migliori ce lo dica, qui c’è da imparare di continuo.
Quale cavalletto usare? Uno robusto e stabile, per molto tempo ho utilizzato il manfrotto 055 XPROB con soddisfazione, poi sono passato ai Gitzo serie 3 e 5, attualmente sta in pianta stabile sul serie 5. Con massima soddisfazione. La monto sul serie 3 quando devo fare lunghe camminate, anche se per ragioni di ingombro (non di peso), tendo a preferire la testa a sfera.
la testa montata su Gitzo serie 5
Tutto bene dunque?
Si, se proprio devo trovare un difetto lo trovo nell’ingombro complessivo, ma non è un problema della Photoseiki, è un dato di fatto di questo tipo di testa, di qualunque marca essa sia.
Io tengo la staffa orientata con i comandi a portata della mano destra.
uno scatto a 1/60 sec. con 600 mm e TC14EII (850 mm focale), distanza siderale, Gitzo serie 3 e Photoseiki.
Posso dire la mia se dopo tre anni di utilizzo frequente non ho riscontrato nessun cedimento, nessun gioco, nessuna rottura.
Ancora oggi mi stupisco della dolcezza con cui si manovra il tutto, anche con un solo dito! Applauso ai progettisti.
Sono meno macchinose delle teste a sfera, meglio controllabili e lasciano le mani libere di dedicarsi alla ripresa.
Una volta presa dimestichezza ci si accorge di quanto sono comode.
Lo scotto si paga in termini soprattutto di ingombri di tutto il complesso. Naturalmente anche il costo non è certo trascurabile, ma si tratta di un oggetto costruito veramente bene.
Io utilizzo il modello made in Italy della Photoseiki, e dopo tre anni di utilizzo con mastodontici tele non posso che parlarne bene.
Vediamone i dettagli:
Altezza: 270 mm.
Larghezza: 220 mm. (escluse manopole)
Peso: 1.450 grammi. (dato importante questo)
Il complesso è costituito da un blocco di alluminio (ergal) anodizzato, con una finitura eccellente, dopo un uso continuativo ma attento, la superficie è tale e quale come quando l’ho acquistata. Da notare che la lavorazione è fatta di macchina utensile, non di stampo.
Il braccio principale, che sorregge tutto il sistema è ricavato da un unico blocco, e lavorato a partire dal pieno, le parti lavorate in profondità sono state fatte, credo, per alleggerire il peso complessivo (vedere foto sotto).
Viene fornita in una pratica valigetta imbottita con le istruzioni e le chiavi per eventuali smontaggi, o sostituzioni. E’ già pronta per l’uso, non bisogna montare niente.
I comandi sono in tutto quattro, esaminiamoli uno per uno:
1)la vite di serraggio per il movimento di rotazione dell’intero sistema, qui secondo il mio parere di metalmeccanico , hanno fatto un lavoro eccezionale sul cuscinetto, un piccolo capolavoro di resistenza e solidità.
2)la comoda manopola con vite del movimento basculante, interessante la soluzione che adotta un disco in ferodo, basta un leggero tocco per serrare solidamente il tutto, precisione meccanica di livello molto elevato.
particolare del disco ferodo
3)la “culla” dove viene alloggiato l’attacco del teleobiettivo, dotata di vite di serraggio, anche questo molto sicuro (si tratta di un punto critico, l’ottica non deve scivolare, pena grossi guai) e realizzato con cura.
4)la regolazione in altezza della culla, ero sempre restio ad utilizzarla perché penso che innalzando il baricentro del sistema si inneschino vibrazioni pericolose, comunque è un comando che c’è e fa bene ad esserci, non sempre si possono alzare le gambe del treppiede.
Anche con il 600 AFS VR, si possono raggiungere angolazioni impensabili, e soprattutto sicure.
Come va sul campo?
Personalmente credo che la destinazione d’uso principale di una testa a bilanciere sia l’inseguimento di soggetti in movimento rapido, nel mio caso uccelli in volo, anche a bordo campo sportivo può essere un’arma definitiva, così come per i panning.
Prima di iniziare le riprese, io monto il teleobiettivo trovando la giusta posizione in modo che, lasciando libera la vite di serraggio del movimento basculante e facendo dondolare il tutto, l’asse obiettivo ritorni sempre in posizione orizzontale, questo perchè nei momenti in cui le amni si staccano dall’insieme obiettivo-fotocamera questo rimane fermo, senza inclinarsi pericolosamente in avanti.
Con quanta forza serrare le viti? Dipende da ognuno, io mi regolo così:
Vite 1, serrata un poco, quanto basta per spostare il tutto con minimo attrito, la uso per seguire soggetti in movimento lento, paralleli al fotografo.
Manopola 2, se si fotografa qualcosa di immobile, serrata nella posizione giusta, non c’è bisogno di forzare nulla , una stretta e via. Se invece il soggetto si sposta velocemente la tengo libera o leggermente frizionata se il movimento è lento.
Vite 3, qui sì che bisogna serrare bene, ma il sistema di bloccaggio è perfetto.
Vite 4, di norma la tengo sempre nella posizione bassa per i motivi descritti sopra, ma ci sono situazioni in cui non c’è spazio per alzare il treppiedi, in questi casi è una benedizione.
Queste sono le mie impostazioni personali, ognuno adotta le proprie in base a molti fattori, con queste regolazioni ho portato a casa molte buone foto, se qualcuno ha da proporre dritte che consentono risultati migliori ce lo dica, qui c’è da imparare di continuo.
Quale cavalletto usare? Uno robusto e stabile, per molto tempo ho utilizzato il manfrotto 055 XPROB con soddisfazione, poi sono passato ai Gitzo serie 3 e 5, attualmente sta in pianta stabile sul serie 5. Con massima soddisfazione. La monto sul serie 3 quando devo fare lunghe camminate, anche se per ragioni di ingombro (non di peso), tendo a preferire la testa a sfera.
la testa montata su Gitzo serie 5
Tutto bene dunque?
Si, se proprio devo trovare un difetto lo trovo nell’ingombro complessivo, ma non è un problema della Photoseiki, è un dato di fatto di questo tipo di testa, di qualunque marca essa sia.
Io tengo la staffa orientata con i comandi a portata della mano destra.
uno scatto a 1/60 sec. con 600 mm e TC14EII (850 mm focale), distanza siderale, Gitzo serie 3 e Photoseiki.
Posso dire la mia se dopo tre anni di utilizzo frequente non ho riscontrato nessun cedimento, nessun gioco, nessuna rottura.
Ancora oggi mi stupisco della dolcezza con cui si manovra il tutto, anche con un solo dito! Applauso ai progettisti.
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10 Comments
Ho avuto una testa a bilanciere che trovo eccellente per quello che hai scritto essere la sua destinazione d'uso principale, seguire i soggetti in movimento.
Sono poi ritornato alla testa a sfera solo perchè quel tipo di fotografia per me è piuttosto occasionale rispetto alla fotografia ravvicinata dove la testa a sfera è più gestibile.
Per un certo tempo ho girato con due colonne: una corta con la testa a sfera ed una lunga con la testa a bilanciere.
Ho sentito parlare di una testa a bilanciere "macro" della Wimberley, ma non l'ho mai vista dal vero. Bisognerebbe vedere se consente di scattare rasoterra.
Finisco osservando che la foto d'esempio è anche molto gradevole nella sua semplicità, i fusti chiari dei pioppi creano un motivo grafico piacevole.
Ciao,
Silvio
Se mi è permesso vorrei dare un consiglio per l'uso.
La regolazione in altezza della culla serve per posizionare il centro dell'obiettivo esattamente al centro della manopola con vite del movimento basculante.
Solo così si ottiene un bilanciamento perfetto che permette di posizionare l'obiettivo in qualsiasi punto, dal quale non si sposta di un millimetro senza doverlo tenere.
Ciao.
Alberto
Alberto: grazie, osservazione importantissima la tua, mi era del tutto sfuggita. Adotterò questa impostazione dalla prossima volta.
Giovanni
Per regolare il manopolone del basculaggio verticale ti tocca mollare la fotocamera.
La sidekick fa gli stessi moviementi, e la tengo dall'altra parte. Dai soddisfa la mia curiosità
caio
Valerio, uso la regolazione a destra perchè con la sinistra non riesco a combinare nulla, tutto qui.
Con la mano destra riesco a fare regolazioni fini, e il complesso fotocamera-obiettivo lo tengo bilanciato col braccio sinistro.
Io uso una mongoose 3.6, questa http://stores.4gdpho...ipod/Detail.bok
Ha alcuni vantaggi, in particolare in relazione a peso ed ingombro.
Circa il "Made in Italy" non festeggerei più di tanto: é stata realizzata smontando e copiando una wimberley. Eticamente non mi pare molto bello....
Ciao.
Massimo
Sì Massimo, è stata una copia della Wimberley, ma con dei cambiamenti, un tentativo di renderla più leggera. Ma alla fin fine tutte le teste a culla sono una copia della Wimberley, che è stata la prima ad individuare questa soluzione intelligente (cos'era : prima metà anni '90 mi pare). La Mongoose è una delle più leggere (se non la più leggera) in commercio. Il prezzo però pela le orecchie.
Io invece questo Made in Italy lo festeggio eccome, diavolo. Possibile che solo nel resto del mondo sanno scolpire la lega d'alluminio dal pieno. Qui da noi non sappiam programmarle le macchine a 5 assi?? La Photoseiky ha avuto il coraggio di provarci, come fece la salernitana (!!) Underwave un bel po' prima. Oggi un altro scultore dell'alluminio anticorodal è la Isotecnic di Verona. N'darà che vado a trovarli.
ciao