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1978 - 1981 : Plaubel Makina 67
nov 04 2007 15:33 |
Lieve
in Storia
Che c'entra con Nikon la Makina 67 ?
C'entra, c'entra.
Plaubel era un marchio tedesco attivo a Francoforte sul Meno tra il 1920 e il 1960.
Il marchio venne poi resuscitato dalla giapponese DOI a metà degli anni '70.
Prima del boom definitivo delle fotocamere in formato 24x36 si pensò ad un revival delle macchine a soffietto in medio formato, tipicamente alla "tedesca" (Zeiss in primis) con questo marchio.
Venne quindi presentata la Plaubel Makina con obiettivo folding, otturatore centrale meccanico Copal, telemetro accoppiato al mirino.
In 6x7 cm poteva fare 10 fotogrammi da un rullo da 120.
La Plaubel Makina 67 :
che come vedete in primo piano ....
A chi poteva rivolgersi la rediviva Plaubel per avere obiettivi all'altezza dei vecchi Zeiss ?
Ma a Nikon, naturalmente.
Nikon progettò e sviluppò due obiettivi in 6x7 per queste fotocamere.
Un 80/2.8 per la Plaubel Makina 67 e un 55/4.5 per la successiva (1981) W67
Le fotocamere erano prodotte ed assemblate da Mamiya che aveva una grande esperienza in materia di medio formato.
Ma le difficoltà di quest'ultima (che sfiorò il fallimento a fine anni '80) rese impossibile il proseguimento di questa iniziativa originale.
Nel 1986 la produzione cessò.
Praticamente l'avventura durò otto anni, dalla presentazione alla Photokina del '78 alla cessazione della produzione.
I pochi esemplari disponibili oggi, in generale in ottime condizioni, vengono ceduti a prezzi intorno ai 1.500 euro.
La macchina é apprezzata per la sua compattezza, affidabilità e buona qualità delle ottiche, ovviamente.
Test d'uso[Eng]
Scheda[Ita]
Specifiche[Eng][Jap]
alcune altre immagini della macchina
struttura del soffietto e della messa a fuoco
meccanismo di carica e scatto
interno ed alloggiamento pellicola
schema lenti del Nikkor 80mm f/2.8 un 6/4 diverso dai soliti schemi Gaussiani, distanza minima di maf: 1 metro
caratteristiche del telemetro accoppiato: base 65mm (effettiva 42mm), esposimetro all'arseniuro di Gallio, dal range EV 3-18, alimentato da due batterie all'ossido di argento SR44
e mancano ancora alcuni pezzi alla "collezione" Nikkor da medio formato...
C'entra, c'entra.
Plaubel era un marchio tedesco attivo a Francoforte sul Meno tra il 1920 e il 1960.
Il marchio venne poi resuscitato dalla giapponese DOI a metà degli anni '70.
Prima del boom definitivo delle fotocamere in formato 24x36 si pensò ad un revival delle macchine a soffietto in medio formato, tipicamente alla "tedesca" (Zeiss in primis) con questo marchio.
Venne quindi presentata la Plaubel Makina con obiettivo folding, otturatore centrale meccanico Copal, telemetro accoppiato al mirino.
In 6x7 cm poteva fare 10 fotogrammi da un rullo da 120.
La Plaubel Makina 67 :
che come vedete in primo piano ....
A chi poteva rivolgersi la rediviva Plaubel per avere obiettivi all'altezza dei vecchi Zeiss ?
Ma a Nikon, naturalmente.
Nikon progettò e sviluppò due obiettivi in 6x7 per queste fotocamere.
Un 80/2.8 per la Plaubel Makina 67 e un 55/4.5 per la successiva (1981) W67
Le fotocamere erano prodotte ed assemblate da Mamiya che aveva una grande esperienza in materia di medio formato.
Ma le difficoltà di quest'ultima (che sfiorò il fallimento a fine anni '80) rese impossibile il proseguimento di questa iniziativa originale.
Nel 1986 la produzione cessò.
Praticamente l'avventura durò otto anni, dalla presentazione alla Photokina del '78 alla cessazione della produzione.
I pochi esemplari disponibili oggi, in generale in ottime condizioni, vengono ceduti a prezzi intorno ai 1.500 euro.
La macchina é apprezzata per la sua compattezza, affidabilità e buona qualità delle ottiche, ovviamente.
Test d'uso[Eng]
Scheda[Ita]
Specifiche[Eng][Jap]
alcune altre immagini della macchina
struttura del soffietto e della messa a fuoco
meccanismo di carica e scatto
interno ed alloggiamento pellicola
schema lenti del Nikkor 80mm f/2.8 un 6/4 diverso dai soliti schemi Gaussiani, distanza minima di maf: 1 metro
caratteristiche del telemetro accoppiato: base 65mm (effettiva 42mm), esposimetro all'arseniuro di Gallio, dal range EV 3-18, alimentato da due batterie all'ossido di argento SR44
e mancano ancora alcuni pezzi alla "collezione" Nikkor da medio formato...
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5 Comments
Resta anche, nonostante le performance e l'indiscusso vantaggio di una pellicola di formato generoso, un attrezzo, nella sua relativa compattezza, di un certo 'peso' (1300-1400gr) !! Un dolce peso che porterei volentieri !!
Ciao,
Adri.
La storia è complessa, con vendite e spostamenti del marchio, tuttavia in Wikipedia si legge, semplicemente:
Ciao,
Adriano.