Nel vedere un annuncio di una Nikon F3 molto usata, mi è tornato in mente un episodio che mi è accaduto qualche anno fa :
Ero per lavoro a Bolzano. Salito sul treno del ritorno mi sono messo a guardare dal finestrino pensando a tutto e a niente.
Poco dopo accanto a me si siede una signora tedesca e sul sedile di fronte le sue due biondissime figlie, una sui quattordici anni e l'altra sui diciassette-diciotto, di una bellezza che non si può descrivere, come doveva essere anche la loro madre, sottile ed ancora attraente anche se non più nel fiore degli anni, come si dice.
Il treno parte e dopo un po' le due ragazze si addormentano una accanto all'altra, quasi abbracciate, le due teste bionde vicine,. La loro madre sorride con aria prima tenera poi furba, si gira, rovista nel suo borsone e ne tira fuori una logoratissima Nikon F3, armata di un 50 f1.4 inquadra la scena e scatta.
A quella vista non ho saputo trattenerrmi ed ho attaccato bottone, confidando nel fatto che tutti i tedeschi sanno l'inglese. Dichiaratomi "nikon fan", le ho chiesto della fotocamera, tanto per cominciare così ho saputo che la signora era una fotografa professionista che si occupava di moda e viaggi, che quella era la sua fotocamera personale a cui era affezionatissima, che l'aveva accompagnata fin dagli inizi della carriera. Lavorava ancora per un'agenzia e certo, sì, per lavoro si usava una, anzi più di una, digitale, ma per lei niente era pari a scattare istantanee in bianco e nero con la sua vecchia F3, che continuava a usare per suo gusto, ed avrebbe continuato fino a quando avrebbe smesso di funzionare (mai, mi è venuto in mente).
A Verona cambio treno, lasciando alla loro destinazione la bella signora, le sue splendide figlie e la mitica, indistruttibile F3, vecchio guerriero pieno di cicatrici.
Mi rimane un bel ricordo.
Silvio