Perfetta risposta di Mauro.
Volevo solo cercare di rispondere alla tua domanda "Al di là del processo di calibrazione, vorrei capire come avviene il processo di conversione fra computer e output."
E la risposta è che non esiste questa conversione.
Esiste un file con un'immagine codificata in numeri RGB che non hanno nessun valore colorimetrico, cioè non rappresentano dei colori, ma solo dei comandi da "sparare" su una certa periferica (nel caso comune di un file questa periferica è una periferica virtuale cioè uno spazio colore).
Per essere "visto" è necessario trasformare questi numeri RGB in valori colorimetrici per esempio CIELab o CIEXYZ: questo è possibile tramite il profilo di quello spazio colore che è solo una chiave di conversione, e cioè una tabella con la quale moltiplicare in modo matriciale i numeri RGB di origine per ottenere le terne (L,a,b) di destinazione, cioè i "colori".
Però questi terne Lab, per essere visualizzate, devono essere "sparate" su qualche periferica, per esempio sul monitor o su una stampante. Quindi abbiamo bisogno di trasformarle di nuovo in numeri RGB "senza senso colorimetrico" e come lo facciamo? tramite il profilo di "quella" periferica e più esattamente usando la trasformata inversa e cioè quella da Lab a RGB. Alla fine abbiamo dei numeri RGB che andiamo a sparare sul monitor e che sono completamente diversi dai numeri RGB del file...però entrambi applicati alla loro periferica conducono agli stessi colori e cioè agli stessi valori Lab. Quindi i profili ICC contengono due trasformate, una da RGB a Lab (che si chiama AtoB) e una da Lab a RGB (che si chiama BtoA).
Gli spazi colore sRGB, AdobeRGB, ecc possono essere immaginati come delle periferiche virtuali dotate di un profilo colore che è appunto la parte matematica dello spazio colore. In pratica si può dire che lo spazio colore è il profilo colore di una periferica virtuale (scelta in modo che sia particolarmente comoda e conveniente).
Quindi si capisce che non esiste il percorso file==>monitor==>stampante, ma esistono due percorsi separati:
file==>monitor
file==stampante
Se i profili sono accurati si otterranno immagini abbastanza simili sul monitor e sulla stampante, ma non uguali perchè:
1. Il gamut dei monitor è sostanzialmente diverso da quello delle stampanti, quindi i fuori-gamut dell'uno non coincidono con quelli dell'altra, cioè riproducono gamme di colore non uguali
2. Il punto di bianco del monitor di solito non coincide con quello della sorgente luminosa usata per la stampa (per questo io uso D50 per entrambi)
3. Il punto di bianco della carta non è quasi mai neutro, quindi tutto l'asse dei grigi è spostato rispetto alla neutralità e con esso anche i colori. Quindi l'osservatore sarà adattato cromaticamente su un bianco diverso.
4. Il monitor usa luce trasmessa, mentre la stampa luce riflessa e per questo anche "a parità di tutto" la nostra percezione sensoriale sarà sempre diversa.
Infine ogni monitor deve avere un profilo colore personalizzato perchè le differenze di fabbrica per quanto piccole, hanno un peso molto grande sui colori prodotti. E per questo motivo vanno rifatti ogni 2-3 settimane o anche meno. Stessa cosa per le stampanti: ogni stampante ha bisogno di un profilo colore speciale per se stessa in combinazione con ogni tipo di carta e addirittura con ogni cambio di cartucce anche originali!
Spero di essere stato chiaro, caso mai chiedi.