258 risposte a questa discussione

[Bruno Mora]

Scusate, è partito un invio indesiderato...

l'ultimo martin è un crop della precedente.
Come scrivevo,

Oggi ho usato solo il Matrix, e mi sembra sia ancora migliorato rispetto a quello già eccellente delle D3.
Qui ad esempio ha agito benissimo, i soggetti erano sì grigiastri, ma tendenti allo scuro e lo sfondo era piuttosto chiaro, il dettaglio del piumaggio è piuttosto evidente.



Questa nitticora in volo è venuta invece lievemente sottoesposta, ma il dettaglio è ancora ben visibile,



agendo sull'apertura ombre di LR4 e aumentando un pelo la clarity, il risultato è eccellente. (in questo è meglio della D3X, la quale, in caso di files sottoesposti, porta a galla il rumore delle zone in ombra).



l'autofocus si è dimostrato veloce e preciso…



anche in inseguimento...






anche con soggetti su sfondo confuso...



qui un terrificante crop di 1928x1288, ma il martin che fa lo "spirito santo" non si vede tutti i giorni, peccato fosse non proprio vicino..

[Bruno Mora]

Ringrazio l'amico Giovanni che mi ha prestato il 600 F4 AFS VR ( E CHE NON RIVEDRA' MAI PIU' ), e a rileggerci presto, domani tenterò qualche macro invece.

[giannizadra]

Ottimo, Bruno, e impressioni molto "centrate" e utili.
Nelle foto, vedo qua e là del micromosso ( la prima volta con D800 e 600mm è inevitabile...).
Nelle prossime riprese, quando lo avrai eliminato del tutto, il dettaglio ti apparirà sbalorditivo.

[Bruno Mora]

Sto cominciando a rendermi conto del livello del dettaglio.
Nell'occhio della nitticora si vede il riflesso degli alberi intorno. E l'occhio di una nitticora è ben piccolo!

[Bruno Mora]

Circa 500 scatti in due giorni, presto per parlare ma il primo impatto fu come quello con la D3x a suo tempo: devastante!
Urge sicuramente l'acquisto di minimo una seconda batteria e più avanti il grip, il bilanciamento con i supertele non è poi male nemmeno senza battery grip (chiaro che i corpi D3 sono altra cosa), specie se non si usa il treppiede e ci si appoggia su bean bag.
Il live view consuma tantissimo, ma nella macro è quasi d'obbligo, in certe posizioni.
Lo sportellino vano memorie simil-D700 non mi convince come robustezza (scelta obbligata, manca spazio per inserire uno sportello con chiavistello), chissà quanti anni durerà, io tutte le sere lo apro per estrarre le schede...per il resto il corpo è costruito bene.
Apprezzo moltissimo la possibilità di visualizzare la griglia nel mirino e la disposizione del selettore modalità esposizione sulla parte posteriore, accanto alla ghiera principale, comodissimo per me, lo rimpiangevo dai tempi della D200.

Un veloce scatto al volo di ieri, con 70-200 a f5, 1/1000 sec., ISO 250

[Bruno Mora]

La reattività dell'autofocus è eccezionale, di solito uso i 9 punti, proverò tuttavia anche diverse configurazioni.
Metto uno scatto, seppur impresentabile, a dimostrazione di ciò (il martino ha pensato di decollare dal lato opposto...)

[Bruno Mora]

Prova di inseguimento:
1.


2.


3.


4.


ISO 1250, f/6,3, 1/4000 sec., 600 AFS-VR, scatti in sequenza.

[Bruno Mora]

200 afd micro, iso 100, 1/100 sec. a f/9. Messa a fuoco con Live View. Cavalletto e scatto a distanza.

[Alessandro]

200 afd micro, iso 100, 1/100 sec. a f/9. Messa a fuoco con Live View. Cavalletto e scatto a distanza.

Sarei curioso di vederla su display retina...

[ergassia]

Nel weekend sono riuscito a fare, finalmente, qualche scatto a soggetti micologici.
In particolare con la D800E abbinata al PC-E 85.

In questo tipo di fotografia, la PDC è molto importante sia la più estesa possibile (per foto con valenza didattica) e quindi i diaframmi si chiudono parecchio.
Ovviamente avevo già avuto modo di sperimentare su soggetti di prova (floreali ad esempio) ma la prova reale sul campo mi mancava.

Ebbene il risultato è stato eccellente con questa abbinata! Credo proprio che la D800 liscia sia in uscita..

Ecco un esempio: D800E + PC-E 85 (senza movimenti attivi) @ f/25, ISO 100, tripod + scatto remoto e pre-sollevamento specchio, luce naturale e minima distanza di fuoco. (click per ingrandire se si vuole).
Eccellente tridimensionalità (il dettaglio è ormai scontato), ottima risposta esposimetrica e relativa eccellente gamma dinamica (soggetti quasi neri) e soprattutto, per il mio fine, diffrazione entro livelli contenutissimi (ho una serie a f/32 perfetta tecnicamente).

Molto, molto soddisfatto (se ancora v'erano dubbi).


Un saluto,
Luigi

[tulkashin]

Ciao Luigi, quindi la diffrazione è al livello della precedente generazione (D3-D700) o ti sembra che si possa chiudere il diaframma ancora di più con la D800?
Grazie, Luca

[andre_]

Sarei curioso di vederla su display retina...

...Magari quando lo faranno funzionare, con 10.8...
a_

[ergassia]

la diffrazione è al livello della precedente generazione (D3-D700) o ti sembra che si possa chiudere il diaframma ancora di più con la D800?

Ciao Luca,
la diffrazione dipende in buona sostanza dal vetro. Ed aumenta con la chiusura del diaframma. Più chiudi, più si introduce. Con i sensori ad alta risoluzione, quale quello della D800, il fenomeno appare più evidente (al 100%) rispetto alla D3-D700.
Con il PC-E 85, rispetto ad esempio al 200 micro AF-D, la suddetta è risultata assai contenuta anche a diaframmi ("reali") molto chiusi (f/25 - f/32).
Con l'avvertenza di ricordare che alla minima distanza di messa a fuoco (quindi con rapporto di riproduzione di 1:2) la macchina segnala il "diaframma reale" (dato dalla minor luce che passa) ossia un numero f più alto.

Luigi

[tulkashin]

Grazie Luigi

[Spinoza]

Visto che i funghi non...scappano, non hai pensato a fare lo stacking?
Avresti maggiore definizione (perchè non dovresti usare diaframmi "estremi" come f/22 o anche f/32) e maggiore stacco dallo sfondo.
L'unica cosa è che devi usare un cavalletto (se non lo usi già).

[ergassia]

Visto che i funghi non...scappano, non hai pensato a fare lo stacking?
Avresti maggiore definizione (perchè non dovresti usare diaframmi "estremi" come f/22 o anche f/32) e maggiore stacco dallo sfondo.
L'unica cosa è che devi usare un cavalletto (se non lo usi già).

Ciao Spinoza, la tecnica dello stacking la utilizzo in studio per le prese al microscopio ottico (Helicon focus e ultimamante sto provando Zerene). Sul campo pur usando rigorosamente il cavalletto, trovo la tecnica troppo laboriosa. Considera che la foto postata ha richiesto circa 40 minuti per un totale di circa 100 scatti (preparazione, diversi punti di ripresa, diverse impostazioni di scatto) e quando esco cammino dalle 6 alle 8 ore poichè i soggetti non scappano ma.. bisogna trovarli.
La post produzione richiederebbe molto più tempo.
Infine, dai pochi e grezzi tentativi che ho fatto, l'aumento della PDC ottenibile con soggetti non piccolissimi ed in seconda istanza l'aumento della definizione (che in quella sopra si apprezzerebbe in un poster non certo in una pubblicazione tipografica in formato A4 se va bene) non compensa gli eventuali errori di sovrapposizione nei passaggi tonali e, ancor più importante, le differenze di luminosità che spesso variano rapidamente in un bosco (la nuvoletta di passaggio è un classico ma anche il sole si muove sugli alberi).

In tutti i casi visti i tuoi lavori non è detto che non riprovi.

Un salutone.
Luigi

[Lieve]

Un giretto con il 150/2.8 Sigma, giusto per vedere :





obiettivo completamente aperto

[andre_]

Con il PC-E 85, rispetto ad esempio al 200 micro AF-D, la suddetta è risultata assai contenuta anche a diaframmi ("reali") molto chiusi (f/25 - f/32).
Con l'avvertenza di ricordare che alla minima distanza di messa a fuoco (quindi con rapporto di riproduzione di 1:2) la macchina segnala il "diaframma reale" (dato dalla minor luce che passa) ossia un numero f più alto.

Da vicino, la macchina segnala la "luce reale che passa", ma il diaframma reale rimane quello impostato in macchina.

Se ad f22 ad RR 1:1 ho una quantitá di luce pari ad un f64, il diaframma rimane f22.
Ed anche la diffrazione é quella di f22, non f64.

Correggimi se sbaglio, perché magari mi perdo qualcosa io.
a_

[ergassia]

Da vicino, la macchina segnala la "luce reale che passa", ma il diaframma reale rimane quello impostato in macchina.

Se ad f22 ad RR 1:1 ho una quantitá di luce pari ad un f64, il diaframma rimane f22.
Ed anche la diffrazione é quella di f22, non f64.

Correggimi se sbaglio, perché magari mi perdo qualcosa io.
a_

Ciao Andrea,
credo si stia dicendo la stessa cosa. Forse usiamo (e probabilmente sbaglio io) le definizioni in modo differente.
Il numero f è definito per convenzione a "infinito".
Alle corte distanze, ossia in funzione del RR (rapporto di riproduzione), il numero f riportato dalle fotocamere (Nikon) restituisce la "reale quantità di luce che passa". In termini banali restituisce un numero f più alto. Va da se che la diffrazione è la stessa. Ossia se ad infinito ho impostato un f/16, con un RR di 1:2 (ossia alla MdF nel caso di specie del PC-E 85) la macchina indicherà un f/25. Sto approssimando i numeri ovviamente (ma non troppo).
Sopra mi sono espresso forse male.
Era per avvertire appunto che un f/32 visto sulla fotocamera alla MdF non rappresenta una diffrazione pari a f/32 all'infinito.

Non so se così è più chiaro o peggio..

P.S. su internet vi sono centinaia di domande di utenti che si chiedono come mai avvicinando il vetro Micro al soggetto il numero f aumenta..

[Bruno Mora]

Proseguo con i miei personalissimi esperimenti:

dal 24 mm...


al 200 Micro...


Scatti accomunati dal treppiede e dallo scatto remoto wireless.