[personale] Fotografare le arti marziali è difficile
fotografia arti marziali
Se il blog è un angolo personale per proporre riflessioni libere a carattere fotografico, soprattutto sentire cosa ne pensano gli altri eccone qua una. Non è detto che interessi a qualcuno, anzi, per cui non me la prenderò se cadrà nel silenzio. Se invece avrò commenti e soprattutto opinioni, sarò lietamente sorpreso .
Ho sempre amato la natura e le arti marziali che pratico da quando pratico la fotografia o forse da prima. Mentre la fotografia è sempre stata per me il mezzo con cui esprimere il mio amore per la natura, fino a pochissimo tempo fa non mi è mai passato per la testa di fotografare seriamente le arti marziali.
Da un po' di tempo ho cominciato a chiedermi se fosse possibile rendere al meglio l'essenza di un'arte marziale tramite il mezzo fotografico.
Ne avevo discusso in un post anche qui su Nikonland un po' di tempo fa.
La mia attuale opinione è che ottenere quanto ho scritto sopra sia non sia per niente facile, per alcune arti anzi credo sia molto difficile.
Per evitare equivoci chiarisco subito una cosa, in questo discorso sono esclusi gli sport da combattimento di qualsiasi genere, boxe, lotta, MMA, e tutte le derivazioni sportive di arti marziali tradizionali, ossia tutto quello che comprende un ring, un ottagono o una gabbia, categorie di peso punteggi ed arbitri. Quelle discipline dal punto di vista fotografico per me sono assimilabili agli altri sport e per questo motivo è possibile ottenere ottime foto, come se ne ottengono con il rugby, la scherma, il calcio, il basket e così via. Perchè l'essenza lì è l'agonismo, il momento climax che sia una rovesciata del calcio o un jab della boxe è lo stesso.
Allo stesso modo escludo le foto in studio di modelli "atteggiati" e di attori nei film in quanto "finti" (compreso Bruce Lee se ripreso "on stage"). Il mio discorso riguarda fotografie di veri praticanti.
Per arti marziali intendo le discipline di combattimento codificate dalla tradizione di un gruppo etnico, culturale, religioso, tribale, compresi gli antenati di molti sport "marziali" di oggi.
Qui le cose si fanno complicate per vari motivi: La decontestualizzazione dell'arte calata nel mondo odierno, specialmente quando trasferite e divulgate in occidente, la difficoltà di poter fotografare momenti climax come negli sport, la dannosisima spettacolarizzazione di molte di queste arti.
Così molte foto di arti marziali sono assolutamente banali per vari motivi, uno è lo sfondo, che può essere quello caotico e disturbante di una palestra, durante un allenamento o un seminario, o quello di una strada durante una dimostrazione in cui curiosi passanti e vetrine si sovrappongono al contesto.
L'australiano Erle Montaigue, uno dei dei miei ex-maestri di kung fu (quello con la barba) che pratica, sfondo abominevole.
Taji Kase grandissimo maestro di Karate Shotokan, ottima posa, pessimo sfondo
Col "lenzuolo" è già un po' meglio.
Spesso, per non dire quasi sempre, la foto che mostra un'applicazione risulta ingessata, buona per il manuale tecnico, ma assolutamente non interessante dal punto di vista fotografico. Si vede che l'azione è coreografata e non c'è emozione.
Si vede il controllo, la scena è esplicativa, ma non emoziona.
Qui invece oltre alla staticità la smorfia è talmente esagerata che ... la foto è più comica che marziale.
Alle volte si ottengono buoni risultati quando si cerca di creare immagini simboliche, tramite foto individuali che diano un'idea dello spirito dell'arte, questa può essere una buona idea, per alcune arti, ad esempio trovo che le arti giapponesi si prestino molto meglio di quelle cinesi, ad es, con un sapiente uso delle luci e del bianco e nero, lo spirito del karate (ma anche dell'aikido o del kendo, del judo/Ju jitsu ecc.) possa essere magnificamente espressa in fotografia, grazie alla potenza intrinseca alla sobrietà dell'abbigliamento ed alla nobile essenzialità delle tecniche (lo scrive uno che da decenni pratica arti cinesi, quindi non è partigianeria).
Nakayama, Maestro di Karate Shotokan
Per il resto delle arti orientali trovo sia un po' più difficile, perchè a volte sono i vestiti sgargianti a rendere un po' ...circense il praticante,
Per inciso il maestro Guo Guizhi, attuale caposcuola dello stile che pratico ora, non si sogna di mettersi buffi costumi, quando nei suoi seminari in Europa insegna in abito occidentale, in maglietta, in camicia (in Cina anche in canottiera, se faceva caldo) .
Il maestro Guo Guizhi.
A mio parere, a parte qualche eccezione, nel kung fu c'è una relazione inversamente proporzionale fra il barocchismo del costume e la validità dell'istruttore
Altre volte le posture sono splendidamente acrobatiche ma poco realistiche che di nuovo fanno più circo o ginnastica artistica che arte marziale,
Shaolin la famiglia di stili di kung fu forse più famosa, eccezionale come foto di acrobazia, ma sinceramente non mi trasmette molto di marziale.
Monaci Shaolin che allenano il palmo d'acciaio schiaffeggiando o ficcando con forza le mani in giare piene di sabbia, semi di soia o di ghiaia, secondo il livello di esperienza. Questa sì è una bella foto di arte marziale!
Altre volte sono le posture criptiche il cui significato è incomprensibile ai non adepti,
Di nuovo il mio ex-maestro australiano nella posa del "pipistrello cade a terra"... che vuol dire quel che sta facendo?
E questo praticante dello stile della mantide? Bel vestito, bella posa, ma criptica e io ci trovo poco coinvolgimento marziale.
Uno dei più grandi maestri viventi di Taijiquan (tai Chi Chuan) stile Chen, che accidenti di sfondo gli hanno messo?
Un'eccezione: Ge Chunyan, (per la quale ho un debole "marziale" ) Gran Maestra di Baguazhang, posa semplice, tutto è negli occhi.
Sta di fatto che belle foto di arti marziali non giapponesi non ne ho viste moltissime.
Per il Taijiquan poi, con l'inquinamento new age siamo finiti nel ridicolo:
Taijiquan (Tai Chi Chuan) vuol dire "pugilato supremo assoluto" e oggi nel 90% dei casi è ridotto a ginnastica "molle". Per fortuna rimane un 10% con ancora gli attributi .
In alcuni casi nel Taijiquan sono rimasto positivamente colpito da alcune foto di particolari, che riescono a rendere meglio lo spirito dell'arte di una foto a figura intera spesso disturbata dallo sfondo.
La postura delle mani dice tutto.
Le foto di arti marziali che più mi piacciono sono comunque quelle che ritraggono praticanti ancora nell'ambiente dove queste arti si sono sviluppate, è il caso soprattutto nelle arti indocinesi e malesi (che per me sono fra le più micidiali, persino Salgari scriveva dell'invincibilità dei "tigrotti" di Mompracem), le foto scattate sul luogo, mantengono il sapore originario dell'arte anche perchè il fatto che lì siano ancora uno strumento valido di sopravvivenza quotidiana e non solo un gioco od una ginnastica da due sere la settimana, fa sì che lo spirito sia rimasto.
Infatti, un mio sogno, irrealizzabile lo so, è quello di fare un giro in Filippine, Borneo, Sumatra ecc., insomma dove è stato il nostro Fab Cortesi e, oltre agli oranghi, fotografare i maestri locali di Silat, Kali, insomma incontrare dal vero gli ultimi "tigrotti".
Chiaramente quanto qui espresso è un'opinione strettamente personale per cui estremamente soggettiva, non pretendo di affermare delle verità, ma solo il mio modo di vedere.
Grazie a chi è arrivato fin qui a leggere e grazie a chiunque vorrà lasciare un commento o discuterne.
NB DISCLAIMER: TUTTE LE FOTO QUI INSERITE SONO PRESE DA INTERNET E SONO DI PROPRIETA' DEI RISPETTIVI AUTORI, RIPORTATE QUI SOLO A SCOPO ESPLICATIVO.
Ho letto tutto... non avevo mai pensato in termini fotografici alle arti marziali, punto di vista interessante. Quello che noto è che sono tutte statiche, ma usare un mosso controllato non renderebbe meglio l'emozione?