Nato nel 1922 a New York cominci? a fotografare gi? a 14 anni: i suoi interessi prevalentemente orientati alla fotografia di moda e le frequentazioni dei migliori studi dell'epoca, nonch? la capacit? espressiva concessa dalle giovani emulsioni a colori lo portarono ad ottenere presto collaborazioni e copertine di riviste come Harper's Bazaar, Life, Vogue, Look: a 23 anni veniva considerato la migliore promessa della fotografia a colori.
Ritrasse personalit? di cinema, musica e spettacolo tra i quali Frank Sinatra, Grace Kelly, Marlene Dietrich, Sammy Davis, Jr., Elizabeth Taylor, Cary Grant, Sophia Loren, Groucho Marx, Audrey Hepburn, Andy Warhol, Judy Garland, Giacometti, Lauren Hutton, Alfred Hitchcock, Romy Schneider, Sir Lawrence Olivier, Ava Gardner, Steve Mcqueen, Claudia Cardinale, Paul Newman, Lauren Bacall, Dizzy Gillespie, Catherine Deneuve and Norman Mailer, ma nessuno riusc? pi? di lui a creare il mito della splendida Marilyn Monroe: n? i film, n? i nudi, nemmeno la tragica vita sentimentale n? tantomeno la sua scomparsa,
quanto le fotografie di questo straordinario interprete del tormento di questa persona (prima ancora che attrice).
Amico fin dall'inizio della carriera cinematografica di Marilyn, si consacr? alla sua icona, la invit? a vivere con la sua famiglia, nella campagna del Connecticut e ne divenne il principale consigliere, oltre che socio produttore,
riuscendo a farla distaccare dal mondo mirabolante e falso di Hollywood, per portarla a vivere il suo periodo pi? intenso, quello di New York, nel quale l'attrice conobbe e frequent? l'Actor's Studio di Lee Strasberg e poi Arthur Miller
col quale anni dopo si spos?, prima di iniziare la parabola discendente che la port? ad una tragica scomparsa.
L'intensit? delle miriadi di foto scattate da Greene a Marilyn, non hanno contribuito, bens? hanno assolutamente creato la base descrittiva della cifra del mal di vivere di questa donna tanto celebrata quanto incompresa.
L'intensit? interpretativa del soggetto si esplica in maniera impressionante nella famosa "Black session" http://www.youtube.com/watch?v=x_TccJqHBPQ&feature=relateddel 1955.
E ripensandoci bene, la carica sensuale che emanava dalle posture di Marilyn ? indipendente dalla necessit? di vederla ritratta nuda o in atteggiamento di procurata provocatoriet?
probabilmente Greene lo cap? prima ancora che lei divenisse Mito, ritraendola in situazioni assolutamente in controtendenza rispetto l'etichetta che Lei gi? rappresentava, ironica e beffarda della sua stessa carnalit?
tortuosa e autocontemplativa, quanto solo oltre al Fotografo l'ultimo dei suoi mariti, Arthur Miller, ebbe a comprendere
Complice la resa pastello del Kodachrome loro coevo, e la grande capacit? nel gestirlo da parte di Greene, alcune delle pagine di questo sodalizio restano indelebilmente impresse nell'immaginario collettivo
Cecil Beaton, Tom Kelly, Bert Stern, Richard Avedon e tanti altri fotografarono Marilyn, ma probabilmente solo Greene riusc? a metterne allo scoperto la vera indole ed i suoi sentimenti, sforzandosi di uscire dal clich? di facile approccio cui il personaggio tendeva per ragioni puramente commerciali, ingenerando sempre pi? profondamente quello spleen che nel 1962, a soli 36 anni, con oscure modalit? pose fine alla sua storia.
Milton Greene ? morto nel 1985: rest? per sempre indissolubilmente legato al Mito che aveva cos? tanto procurato a creare.