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Per inseguire, Nikon, ha sempre inseguito:
non fosse che per le sue ammiraglie, appassionati ed operatori del settore hanno sempre dovuto penare per ottenere un valore aggiunto dalla propria reflex del cuore.
Rimanendo ai tempi delle macchine a telemetro, Nikon nasce nel 1948 come una miscellanea di stili opposti, sommando la carrozzeria "ex futurista" di una Contax II di dieci anni prima al cuore ed ai nervi di una Leica ancora più datata ...
Non parliamo delle successive innovazioni: il "full format" delle concorrenti viene inserito solo a dicembre del 1954 con la quarta serie di telemetro, la S2, quando ormai Leica era uscita con il capolavoro dell'epoca, la M3, per replicare la quale Nikon fece aspettare ancora tre anni prima di presentare la divina SP, che rispecchiava i canoni della Leica precedente (ormai affermata sul mercato) e però...annunciava i prodromi dell'era successiva, quella reflex.
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La Nikon RFSP
Ecco... appunto... la cifra caratterizzante la casa di Tokio è sempre stata questa elasticità di copertura tra il colmare le esigenze ormai concrete dettate dalla presentazione dei modelli della concorrenza ed anticipare il mercato con delle soluzioni di stile e funzione che ne determinassero il ruolo chiave sul mercato dell'epoca.Rileggendo in questo modo il progresso tecnologico delle ammiraglie reflex a pellicola ci troviamo a considerare la Nikon F del 1959 (figlia diretta dell'esperienza Nikon SP di due anni prima) non come un'antesignana dei sistemi dell'epoca, essendo stata presentata in forte ritardo sulle concorrenti dirette che si chiamavano Exakta Kine e Varex, la prima delle quali era da considerare la vera alternativa ai sistemi a telemetro, Kodak Retina, Asahi AP, Minolta SR2, Topcon R, Contax S, Edixa Reflex, tutte in commercio da ben prima della Nikon F, ma sulle quali si avvantaggiava enormemente in funzione di quelli che erano i difetti principali delle summenzionate concorrenti, ossia mirini poco luminosi, vetri di messa a fuoco scadenti, diaframmi a stop-down, specchi reflex spesso senza ritorno automatico, motori di trascinamento ridicoli.
A tutto ciò e molto altro ancora la Nikon F diede risposte incontrovertibili, entrando da subito nel Mito.
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La Nikon F2 e il suo sistema
La successiva fase di affinamento del sistema F durò ben dodici anni prima che si riuscisse a transitare sull'ergonomia funzionale della successiva Nikon F2 del settembre 1971, sulla scia della pressione diretta esercitata da Canon con la presentazione della su F1 avvenuta nello stesso anno, sei mesi prima.Ovviamente surclassante l'avversaria, la Nikon F2 con i suoi affidabili esposimetri adesso dotati di cellule a sensibilità sempre più affinata, fino ad arrivare alla perfezione del silicio della versione AS, per i decenni successivi ponte concreto tra il sistema di ottiche non-Ai ed i successivi, ivi comprese le ottiche autofocus fino alla balzana idea di eliminare da esse la ghiera dei diaframmi, rendendo solo a quel punto impossibile da usare la F2AS.
L'esigenza di coniugare funzionalità con design e diminuzione di dimensioni e peso fece salire sul trono delle ammiraglie la Nikon F3 troppo presto....o troppo tardi, nel marzo del 1980:
troppo tardi per essere un'ammiraglia non autofocus, tanto da cominciare contemporaneamente le sperimentazioni di una versione che, in abbinata ad ottiche specifiche, potesse fornire l'agognata funzione, ma rinunciando ai parametri di ergonomia che il nuovo modello dimostrava sul campo, regina indiscussa del mercato per la linea (di ispirazione italiana, grazie a Giugiaro) che sarebbe stata poi riprodotta sui modelli successivi per lunghi decenni.
Troppo presto rispetto opportunità che si andavano delineando e dalle quali sarebbe poi rimasta esclusa, come l'assenza di una slitta flash ISO che per lunghi anni la relegò ad utilizzi differenti da quelli per cui un reporter potesse abbinarla a lampeggiatori che non fossero i suoi dedicati, costosi ed ingombranti e la dotazione di un otturatore a scorrimento orizzontale, troppo lento nella traslazione per determinare tempi di otturazione e di sinchroflash adeguati all'epoca in cui visse...
...che fu relativamente lunga e sofferta (per i nikonisti operanti), giacchè solo nel dicembre 1988 venne presentata la Nikon F4, prima ammiraglia autofocus, in ritardo ed all'inseguimento delle prime EOS della Canon, ma in relativo anticipo rispetto l'ammiraglia autofocus Canon, la EOS 1 del 1989.
Ecco, è proprio qui che si comincia ad articolare una netta separazione di marketing tra le due grandi del cosmo: da una parte (canon) si cominciano ad intensificare le presentazioni di modelli successivi che affinano il concetto originario, proprio come faceva Nikon con la prima F. Dall'altro canto (Nikon) si distanziano le uscite dei modelli di punta e se ne dosano col contagocce le innovazioni: lucidamente progettate per divenire il trend di mercato.
Di fatto la EOS 1 era anni luce superiore alla concorrente Nikon F4, così come la successiva Nikon F5 del 1996 rubò la scena alla EOS1n quel tanto che occorse per renderne necessario un ulteriore aggiornamento, che sfociò poi nel modello RS successivo.
la Nikon F5 del 1996 : ultima e prima
Ma dove le concettualizzazioni delle due Case si erano separate era proprio quell'intento originario differente: conservazione e miglioramento (kaizen) per Nikon, innovazione per Canon.Sull'autofocus prioritariamente: Nikon aveva conservato retrocompatibilità per le ottiche (che erano e saranno sempre il valore aggiunto) mentre Canon aveva tagliato col passato e ricominciato da zero anche concettualmente.
I risultati erano palesi a tutti, una selva di ottiche bianche su corpo nero che per decenni ha caratterizzato la scena sportiva e del reportage di cronaca, per contro, una moltitudine di immagini di rilievo e di preminente contenuto artistico per i fedeli della casa giallonera, ricompensati da premi, pubblicazioni, celebrazione.
Una separazione dovuta a filosofie di impronta differente, un gap colmatosi solo in era digitale avanzata, quando con D3 e D700 Nikon è riuscita ad invertire il corso degli eventi, superando perfino le resistenze materiali ed organizzative dei professionisti che in massa sono ritornati a fare uso delle apparecchiature di questo marchio.
Ma è proprio in funzione di questa inversione di rotta e della presentazione/mancata delle novità agognate dalla massa in questione che la domanda di questo titolo si fà più concreta:
quo vadis, Nikon?
Dove sono le caratterizzazioni del recente passato, nel quale ad una paziente attesa si rispondeva con un apparecchio che diventasse il simbolo dell'epoca nel quale veniva immesso?
Cosa stiamo inseguendo oggi che si debba superare domani?
Editoriale di Mauro Maratta
Cosa stiamo inseguendo oggi che si debba superare domani?
E' vero quanto scrive Max più sopra, lo è ancora di più rileggendo la storia degli ultimi 60 anni di fotografia by Nikon.
Nikon che è nata otticamente parlando da una costola di Zeiss e che è diventa industria fotografica per caso, fornendo obiettivi per le fotocamere Canon, ben prima di produrre una fotocamera sua per il mercato civile ha sempre inseguito il mercato, mai anticipato.
La storia più recente ha visto Nikon introdurre per prima la reflex professionale digitale, quella Nikon D1 del 1999 che rispondeva in grande alle proposte su corpo Nikon lanciate sul mercato da Kodak ma ben dopo l'introduzione delle prime reflex digitali da parte di Canon.
Nikon che nell'estate del 2002 ragionava se abbandonare il mercato fotografico oppure lanciare un prodotto più popolare, di difesa come la D70, per evitare che i suoi clienti si decidessero a vendere le amate ottiche per passare a Canon che invece sfornava macchine ben strutturate in tutti i segmenti.
Passo falso con la D2H, odiata da tutti i professionisti dello sport che invece potevano guardare con invidia le foto che i fotografi Canon inviavano in redazione durante l'intervallo delle partite di basket, scattate a sensibilità che i nikonisti potevano sognare, con risoluzioni che non si potevano permettere.
Parziale recupero nello studio ma sempre alle sensibilità più basse con la D2x ma senza paragone nella rincorsa con Canon che già da anni aveva in catalogo una chimerica 1Ds, maledettamente full frame ...
Fino all'arrivo a sopresa, senza alcun preavviso, del sorpasso, agognato, voluto ma per un certo verso casuale, con la D3 (poi clonata in piccolo con la D700, e doppiata con la regina degli stadi a tutt'oggi, la oramai mitica D3s) che andava a colmare il gap e prendeva le distanze da una Canon in affanno e un pò distratta da altri settori.
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La Nikon D3s del 2009
Successo clamoroso quello del duo D3/D700 che è intervenuto in un momento di cambiamento, del management, della politica produttiva (delocalizzazione spinta in Cina, Tailandia, Malesia) e tra due crisi economiche, l'ultima delle quali che è forse ancora nella sua fase più acuta. L'aprirsi di mercati emergenti con esigenze ben diverse da quelli maturi e dove non è la reflex la fotocamera da ostentare, due disastri naturali e l'irrompere sul mercato oramai maturo di strumenti che di fotografico in origine ben poco hanno : smartphone e tablet.Deve aver creato molti motivi di perplessità nelle strategie Nikon questo quadriennio che va dal lancio della D3 all'annuncio della D4 perchè siamo probabilmente nel mezzo di un cambiamento epocale che potrebbe - e forse sta già - radicalmente modificando la fotocamera sino alle sue profondità concettuali.
Non sto parlando del video, aggiunto nelle reflex come valore aggiunto (anche se a vedere la campagna di lancio della D4 si direbbe che la sua ragione d'essere è dimostrare che in questi anni Nikon ha raggiunto Canon anche nel video ... in realtà non è vero se guardiamo i prodotti specifici per il video di Canon, anni luce avanti a Nikon ...) ma del fenomeno iPhone prima e delle quasi-reflex senza specchio dopo.
La Nikon D4 del 2012 : l'ultima della specie ?
L'iPhone da icona culturale e di costume di young urban men and women, è diventato anche strumento fotografico utilizzato diffusamente anche da professionisti ed affiancato dall'iPad per funzioni tipicamente fotografiche e di contorno (la nuova D4 può essere pilotata da un iPad/iPhone), mentre le possibilità creative delle cosiddette mirrorless sono cresciute e sembrano inarrestabili con tanti concorrenti e tanti modelli in continua uscita mentre le reflex boccheggiano un pò. Già da un pò ...
E così Nikon mentre lanciava quella che forse è da considerare la reflex in formato DX definitiva, quella D7000 che tanto ci ha fatto sperare sulle prestazioni della D4 e che è in se una piccola professionale con prestazioni che surclassano D1 e D2 senza alcuna limitazione in nessun campo operativo (video compreso), si è trovata a dover decidere come gestire la situazione.
E' nata quella strana cosa che è stata battezzata Nikon One, il primo sistema Nikon con un attacco nuovo dopo quello della baionetta F del 1959. Una fotocamera con mirino elettronico e un corredo nuovo, in grado di sparare decine di scatti al secondo ma con un sensore di un formato che di fatto nasce già con possibilità di sviluppo già ... giunte al capolinea.
Per poi ritrovarsi a pochi mesi di distanza con la strana situazione di avere una fotocamera che vende su livelli insperati (la Nikon V1 ha superato i livelli di vendita settimanali di qualsiasi altra Nikon, Coolpix escluse) nei nuovi mercati ma con l'utenza più fedele che, lungi dall'essere incantata dalla nuova D4, sogna invece i progetti di Fuji e le piccole Panasonic (?).
La Nikon D4, la macchina per il videografo (?), ha sicuramente caratteristiche di qualità ed integra tutto quanto sia desiderabile oggi, compreso un nuovo formato di memory card che nessuno voleva (e nessuno produrrà) e una batteria stranamente meno performante di quella instancabile adottata sin dalla D2Xs, ma si presenta come un passo laterale nell'evoluzione, nel trend passato e che non riprende nulla, non anticipa, non traccia le linee. Non abbiamo indicazioni chiare della D800 ma tutto lascia pensare che altro non sarà se non una D7000 in full-frame con quelle caratteristiche pantografate in un corpo professionale.
Anche qui, punto di riferimento ... del mercato passato. Una macchina che avrebbe dovuto confrontarsi con la Canon 5D Mk II che però è presente sul mercato da oltre tre anni.
Ma in giro ci sono mirrorless che scattano 10 o 20 fotogrammi al secondo, con mirini elettronici e messa a fuoco a differenza di fase sul sensore principale senza fare un rumore.
Reflex con lo specchio fisso semitrasparente.
Fotocamere con moduli intercambiabili che possono utilizzare ottiche di ogni corredo.
Fotocamere con sensori avanzati ma che strizzano l'occhio al fotografo maturo che ama mettere a fuoco a mano, utilizzando obiettivi di qualità, molto luminosi e costruiti in metallo, discrete, retrò e che fanno tendenza.
Mentre Nikon si vanta di aver costruito decine di milioni di obiettivi di cui però la gran parte, oggetti da kit, come il famigerato 18-55 nelle sue varie versioni.
Perciò, Nikon, dove stai andando. Quo vadis Nikon ?
Che fine hanno fatto i brevetti che hai depositato negli ultimi anni ?Perchè tieni la testa indietro mentre cammini in avanti ?
Perchè ti opponi al futuro mentre tendi a dimenticare ciò che i nikonisti si attendono ?
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La Nikon F4 del 1988 : nata tardona
La storia si ripete. La D4 si ripropone allo stesso modo della F4 di 15 anni fa, lo fa meglio, potendo sfruttare tutta la tecnologia impiegata in una macchina di successo come la D3 e non dovendo ricominciare da capo tutto come dovette fare Nikon nel passaggio tra F3 ed F4 ma a mio parere rimanda il problema alla prossima generazione.
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La Nikon D4 del 2012 : la macchina del videografo (?)
Goto dice che gli attuali mirini elettronici sono inguardabili (mentre si fa ritrarre con in mano una Ricoh) ma Nikon intanto sta utilizzando mirini Oled di produzione Epson, sensori avanzati di cattura in grado di poter essere programmati per svariate funzioni senza ricorrere a sensori di misura, brevetta obiettivi che non mette in produzione, vince premi per design futuristici di prototipi che non hanno nulla a che fare con la produzione corrente mentre Akagi si sforza di spiegare che la nuova batteria ha una chimica particolare che non si aspettano che altri rispetto a Sony producano le memory card XQD ed assicura che le prestazioni fotografiche della D4 non saranno inferiori alla D3s, anzi, saranno forse superiori. Forse ...Si, lo ammetto, sono convinto che D4/D800/D400 - la generazione con il 4 - ha il solo scopo di colmare il gap e far maturare intanto le tecnologie che Nikon sta impiegando solo in laboratorio perchè ancora non all'altezza del pensiero kaizen.
Probabilmente la prossima - che io mi aspetto arriverà in anticipo rispetto alla tabella di marcia - sarà realmente avanzata.
Questa no, Nikon non ha ancora deciso quando farci sapere dove vuole andare. Forse non lo sa neppure. Oppure questa strana alleanza commerciale/familiare non l'ha ancora deciso. O infine, Nikon come ha sempre fatto vuole vedere cosa propongono gli altri, studiarlo a fondo e poi uscire con il prodotto di riferimento di quella generazione, l'ultimo.
© 2012 Nikonland - Max Aquila e Mauro Maratta
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