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La Riserva di Marapendi a Rio de Janeiro - Parte I
ott 12 2014 12:20 |
Spinoza
in Reportage
Rio de Janeiro Brasile Marapendi Riserva Naturale Tijuca Recreio dos Bandeirantes
Parte Prima: I Paesaggi
Quando si pensa a Rio de Janeiro qual è la prima cosa che viene in mente?
Ok...passiamo alla seconda: Calcio, Samba, Carnaval, spiagge meravigliose, paesaggi mozzafiato?
Dipende dal gusto, ma "Ricchezza della Fauna e della Flora" non penso venga in mente. Eppure...
Questo reportage vi parlerà delle Terre che chiudono Rio de Janeiro a Ovest.
Si tratta di una vastissima zona che è ancora abbastanza protetta e possiede un enorme interesse per l'amante della Natura. Il fatto che queste terre e acque siano completamente ignorate dai turisti naturalmente contribuisce alla loro preservazione.
Nella prima parte di questo reportage voglio farvi conoscere il "Recreio dos Bandeirantes" chiamato semplicemente "Recreio" dalla gente, una zona che si trova ai confini di RJ e che è molto diversa dalla città turistica che forse avete in mente. Il Recreio fa parte della città di RJ, ma è ancorata al vecchio Brasile, anche se ogni anno la "civiltà" avanza e se ne prende un pezzo. In questa zona si trovano le Riserve e i Parchi Naturali di cui parleremo più avanti.
Nella seconda e nella terza parte vi mostrerò immagini della flora e fauna delle Riserve Naturali di questa zona.
Le foto che seguono sono state fatte con varie macchine di varia qualità e in epoche diverse. Ho fatto il possibile per renderle omogenee.
Vi consiglio senz'altro di aprirle per poterle vedere bene.
Essendo una città enorme con uno sviluppo costiero di più di 120 km è ovvio che RJ comprenda vari sotto-sistemi ambientali. Il più conosciuto è la "Mata Atlântica" e cioè i resti dell'originale e imponente foresta Atlantica che ancora oggi ricopre tutte le sue numerose montagne non ancora disboscate per far posto alle favelas.
La strada costiera si insinua tra la spiaggia e la mata che trasuda il suo respiro caldo e umido anche nei giorni in cui in centro c'è il sole (l'atmosfera mi ricorda sempre il film "The Mission").
Questa foresta ricopriva in origine tutta la costa atlantica e la parte che si trova nella città di RJ si chiama "Floresta da Tijuca" di cui una parte è protetta all'interno del "Parque daTijuca". I Brasiliani sono orgogliosi del fatto che questa sia la più grande foresta urbana del mondo, anche se non fanno molto per proteggerla. Il Corcovado col suo Cristo Redentor si trova dentro al Parco.
All'interno della lunghissima costa sabbiosa di RJ si trova una preziosissima zona umida. La parte più bella si trova dopo Grumari e Guaratiba ed è la spettacolare ma ahimè off-limits Restinga de Marambaia che sembra tratta da un racconto di Conrad. E' terreno militare e fa parte già di un altro Municipio. Nella prima cartina più in basso potete vedere la sua stranissima conformazione.
La "restinga" è un tipico terreno arenoso e salino che si trova vicino al mare ed è coperto di piante. Le "restinghe" (?) hanno un enorme valore estetico e botanico e si trovano in punti specifici lungo i 5000 km della costa brasiliana. Sono protette, ma sono tutte in grande pericolo.
Questa è la zona che chiude RJ a Ovest (il mare si affaccia a Sud in questo tratto di costa) e si sviluppa per circa 100km con i due "quartieri" urbani che coprono più di 40km e distano altri 30-50 km dalle zone dell'antico Centro di RJ, con i suoi boulevards e palazzi imperiali costruiti a modello di Parigi "dopo-lo-sventramento".
L'immagine successiva è su scala ingrandita rispetto alla precedente e mostra la posizione delle lagune e dei tre Parchi Naturali: Parco di Marapendí, Parque do Bosque e Parque Chico Mendes.
Le 3 lagune sono: la laguna di Jacarepaguá (zona dell'autodromo di F1 e di moto GP), la laguna della Tijuca e la laguna di Marapendí che è quella più vicina al mare. Sono tutte collegate tra loro e si può navigare dall'una all'altra. Sono anche collegate al mare e la loro acqua è salmastra ma non salata come quella del mare.
L'immagine sotto è del "Recreio dos Bandeirantes".
Sullo sfondo la "Pedra da Gávea" una montagna rocciosa che divide in due RJ ed è caratterizzata dalla sommità piatta.
Gli uccellacci sono Urubù, i giganteschi avvoltoi del Brasile che attendono con pazienza il loro turno vicino ai pescatori.
Sullo sfondo, nascosti dalla "maresia" (la nebbiolina salmastra che arriva dal mare e che è molto intensa a RJ) si intravvedono i grandi palazzi costieri della Barra da Tijuca.
Arrivando da Guaratiba si supera il passo della "Pedra de Guaratiba" tramite una strada stretta che si sviluppa su una serie di tornanti stretti e poi scende alla spiaggia di Grumarì.
Qui abbiamo una grande sorpresa: il fondo stradale non è sterrato nè asfaltato, è costituito ancora da un antichissimo pavé, pieno di buche e molto irregolare...ma è lì e all'ora del tramonto sale la "maresia" e crea un'atmosfera romantica che conquista anche il viaggiatore più distaccato.
le persone che abitano ancora qui fanno parte di una comunità rurale che è povera, ma dignitosa. Non è favela anche se lo diventerà presto. Ancora oggi le persone camminano chilometri e chilometri per i loro spostamenti quotidiani.
In un mondo ideale tutti dovrebbero arrivare a Rio la prima volta, non dall'aeroporto o dall'autostrada, ma dalla strada costiera che arriva da Santos: la famosa "Rio-Santos" una strada di 700km che è tra le più belle strade costiere che esistano su questo nostro piccolo pianeta.
Dopo aver passato Mangaratiba invece di tuffarsi nell'enorme Avenida Brasil che arriva fino al centro di RJ ci si mantiene sulla destra e si segua la vecchia litoranea in direzione di Guaratiba e Marambaia
Dopo un'oretta di paesaggi incantevoli, d'improvviso si apre la vista inaspettata e spettacolare di Rio de Janeiro, proprio su un curvone con una discesa che toglie il fiato per lo spavento e per la bellezza improvvisa e inaspettata.
E' così che tutti dovrebbero vedere Rio la prima volta!
Da dove viene il nome "Recreio dos Bandeirantes"? I Bandeirantes sono i mitici esploratori del Brasile che nei secoli 17 e 18 hanno esplorato il Brasile: qui si dice "desbravar" e cioè togliere dallo stato bravo che vuol dire selvaggio. A SP vicino al Parque dell'Ibirapuera c'è un bellissimo monumento che raffigura i Bandeirantes mentre spingono con fatica una barca, si presume in una foresta. Fu progettato da un italiano "oriundo", Victor Brecheret.
Grumari
I Bandeirantes sono visti un po' come i padri della patria perchè hanno veramente attraversato la "Frontiera", anche se le loro motivazioni erano puramente economiche...e anche se per i primi 50 anni della loro attività il loro lavoro consisteva nella raccapricciante caccia agli Indios da vendere come schiavi, a poco prezzo, circa 1/3 degli africani perchè "morivano subito" e non sopportavano il lavoro. Per fortuna dopo questa fase si dedicarono all'esplorazione di metalli e pietre preziose e realmente "scoprirono il Brasile".
Grumari
"Recreio dos Bandeirantes" ha un significato molto curioso: significa "ricreazione/riposo dei Bandeirantes" ed è il nome della Compagnia che incorporò queste terre. Ho potuto ricostruire la proprietà delle terre da quando furono donate dall'Imperatore fino all'incorporazione da parte di un Canadese, ma perchè si chiamasse così rimane un mistero, forse erano terre destinate ai bandeirantes veterani come nell'antica Roma...chissà. La Storia esercita un interesse quasi nullo nei Brasiliani che sono totalmente volti al futuro.
Avvicinandosi al quartiere abitato la strada costiera si arricchisce di chioschi e di spiagge (rigorosamente libere in Brasile e con minime attrezzature).
C'è anche una pista ciclabile che sembra disegnata apposta per la gioia di noi fotografi:
Oppure rotonde sul mare che a volte vengono usate per i loro logo da alcuni stampatori Fine Art:
Le spiagge sono immense e con pochissimi frequentatori, alla sera o quando piove poi non c'è nessuno a parte qualche surfista che sicuramente deve avere un animo molto poetico
O un pescatore che sembra creare l'immagine-simbolo di una vita priva di stress
Spiagge bellissime a ridosso della montagna sono frequentate solo dalle famiglie locali. I bambini giocano e i genitori chiacchierano tra loro mentre pescano sul finire di un giorno qualunque:
Dopo il grande promontorio-con-istmo della Pedra da Macumba (merita una storia a parte) si apre la grande Avenida costiera del Recreio costruita sul modello dell'Avenida Atlântica di Copacabana.
Nella foto sotto ne vedete un'immagine onirica scattata alle due di notte. Vedete che c'è già uno spazzino al lavoro in uniforme arancione.
Ho lasciato volutamente flare, glare... e tutti i riflessi possibili nell'immagine.
Alle 6 della mattina seguente la vista era questa:
Delle 3 lagune citate sopra, la più interessante e meglio preservata è la Laguna di Marapendí (si scrive senza l'accento ma si legge come se ci fosse, io lo metto sennò lo leggete sbagliato )
E' un sistema naturale di una ricchezza biologica incredibile. La pressione urbanistica l'ha sempre minacciato, ma finché era dovuta ai piccoli agglomerati rurali (ho visto girare ancora i calessi rurali e di notte ho ascoltato i violeros suonare vicino al fuoco...) non ha fatto grossi danni, ma la recente esplosione immobiliare legata alle Olimpiadi del 2016 potrebbe segnare la fine della vita selvatica in queste lagune.
L'accesso alle lagune avviene in barca da qualsiasi punto, ma se non si ha la barca ci si può recare all'ingresso del Parco Marapendí che è tenuto molto bene e si affaccia su una zona limitata ma molto bella della laguna. Da qui si possono fotografare sia le specie acquatiche che vivono nella laguna, sia quelle che vivono nei lembi di foresta attigui, quindi uccelli, libellule, farfalle, e fiori di tantissime specie.
La mia recente visita del novembre scorso mi ha offerto però una situazione desolante: animali spariti, libellule idem, solo annunci di morte di questo splendido ecosistema intorno a me. Ci tornerò presto e spero che sia risorto, ma non mi faccio molte illusioni.
Nelle prossime due puntate vedremo un po' di bestie grandi e poi quelle più piccoline
Glossario: Português para Italianos:
1. Foresta si può tradurre in Bosque, Mato, Mata, Floresta. Mata e Floresta sono quelle "grandi", Mato e Bosque sono più "piccoli". Escluso il Mato Grosso che però è uno Stato
2. Si dice "o samba" e quindi "il samba" e non "la samba".
3. Rio de Janeiro si legge con la e di Janeiro stretta. La e aperta ferisce l'orecchio locale e "consegna" subito l'italiano
4. La viola brasiliana è uno strumento a 10 corde accoppiate a due a due. E' lo strumento tipico dell'immenso "Interior" di questo Paese-continente, suonato nelle notti deserte delle foreste alla frontiera della civiltà. Non è tipica di Rio, ma una volta si suonava anche qui.
5. Cariocas sono solo gli abitanti di RJ e non tutti i brasiliani. Sarebbe come chiamare gli italiani "romani" o "milanesi"
6. Macumba è una specie di magia nera, ancora praticata. Ha un'origine africana, ma con elementi indios e europei. "Pedra da Macumba" vuol dire "Montagna della Macumba" ed è il nome non ufficiale di un promontorio di Rio.
7. Rio de Janeiro si chiama così perchè fu scoperto dai Portoghesi in Gennaio ("Janeiro") che poi scambiarono la Baia di Guanabara per un fiume (che si dice "rio"): quindi "Fiume di Gennaio".
Quando si pensa a Rio de Janeiro qual è la prima cosa che viene in mente?
Ok...passiamo alla seconda: Calcio, Samba, Carnaval, spiagge meravigliose, paesaggi mozzafiato?
Dipende dal gusto, ma "Ricchezza della Fauna e della Flora" non penso venga in mente. Eppure...
Questo reportage vi parlerà delle Terre che chiudono Rio de Janeiro a Ovest.
Si tratta di una vastissima zona che è ancora abbastanza protetta e possiede un enorme interesse per l'amante della Natura. Il fatto che queste terre e acque siano completamente ignorate dai turisti naturalmente contribuisce alla loro preservazione.
Nella prima parte di questo reportage voglio farvi conoscere il "Recreio dos Bandeirantes" chiamato semplicemente "Recreio" dalla gente, una zona che si trova ai confini di RJ e che è molto diversa dalla città turistica che forse avete in mente. Il Recreio fa parte della città di RJ, ma è ancorata al vecchio Brasile, anche se ogni anno la "civiltà" avanza e se ne prende un pezzo. In questa zona si trovano le Riserve e i Parchi Naturali di cui parleremo più avanti.
Nella seconda e nella terza parte vi mostrerò immagini della flora e fauna delle Riserve Naturali di questa zona.
Le foto che seguono sono state fatte con varie macchine di varia qualità e in epoche diverse. Ho fatto il possibile per renderle omogenee.
Vi consiglio senz'altro di aprirle per poterle vedere bene.
Essendo una città enorme con uno sviluppo costiero di più di 120 km è ovvio che RJ comprenda vari sotto-sistemi ambientali. Il più conosciuto è la "Mata Atlântica" e cioè i resti dell'originale e imponente foresta Atlantica che ancora oggi ricopre tutte le sue numerose montagne non ancora disboscate per far posto alle favelas.
La strada costiera si insinua tra la spiaggia e la mata che trasuda il suo respiro caldo e umido anche nei giorni in cui in centro c'è il sole (l'atmosfera mi ricorda sempre il film "The Mission").
Questa foresta ricopriva in origine tutta la costa atlantica e la parte che si trova nella città di RJ si chiama "Floresta da Tijuca" di cui una parte è protetta all'interno del "Parque daTijuca". I Brasiliani sono orgogliosi del fatto che questa sia la più grande foresta urbana del mondo, anche se non fanno molto per proteggerla. Il Corcovado col suo Cristo Redentor si trova dentro al Parco.
All'interno della lunghissima costa sabbiosa di RJ si trova una preziosissima zona umida. La parte più bella si trova dopo Grumari e Guaratiba ed è la spettacolare ma ahimè off-limits Restinga de Marambaia che sembra tratta da un racconto di Conrad. E' terreno militare e fa parte già di un altro Municipio. Nella prima cartina più in basso potete vedere la sua stranissima conformazione.
La "restinga" è un tipico terreno arenoso e salino che si trova vicino al mare ed è coperto di piante. Le "restinghe" (?) hanno un enorme valore estetico e botanico e si trovano in punti specifici lungo i 5000 km della costa brasiliana. Sono protette, ma sono tutte in grande pericolo.
Questa è la zona che chiude RJ a Ovest (il mare si affaccia a Sud in questo tratto di costa) e si sviluppa per circa 100km con i due "quartieri" urbani che coprono più di 40km e distano altri 30-50 km dalle zone dell'antico Centro di RJ, con i suoi boulevards e palazzi imperiali costruiti a modello di Parigi "dopo-lo-sventramento".
L'immagine successiva è su scala ingrandita rispetto alla precedente e mostra la posizione delle lagune e dei tre Parchi Naturali: Parco di Marapendí, Parque do Bosque e Parque Chico Mendes.
Le 3 lagune sono: la laguna di Jacarepaguá (zona dell'autodromo di F1 e di moto GP), la laguna della Tijuca e la laguna di Marapendí che è quella più vicina al mare. Sono tutte collegate tra loro e si può navigare dall'una all'altra. Sono anche collegate al mare e la loro acqua è salmastra ma non salata come quella del mare.
L'immagine sotto è del "Recreio dos Bandeirantes".
Sullo sfondo la "Pedra da Gávea" una montagna rocciosa che divide in due RJ ed è caratterizzata dalla sommità piatta.
Gli uccellacci sono Urubù, i giganteschi avvoltoi del Brasile che attendono con pazienza il loro turno vicino ai pescatori.
Sullo sfondo, nascosti dalla "maresia" (la nebbiolina salmastra che arriva dal mare e che è molto intensa a RJ) si intravvedono i grandi palazzi costieri della Barra da Tijuca.
Arrivando da Guaratiba si supera il passo della "Pedra de Guaratiba" tramite una strada stretta che si sviluppa su una serie di tornanti stretti e poi scende alla spiaggia di Grumarì.
Qui abbiamo una grande sorpresa: il fondo stradale non è sterrato nè asfaltato, è costituito ancora da un antichissimo pavé, pieno di buche e molto irregolare...ma è lì e all'ora del tramonto sale la "maresia" e crea un'atmosfera romantica che conquista anche il viaggiatore più distaccato.
le persone che abitano ancora qui fanno parte di una comunità rurale che è povera, ma dignitosa. Non è favela anche se lo diventerà presto. Ancora oggi le persone camminano chilometri e chilometri per i loro spostamenti quotidiani.
In un mondo ideale tutti dovrebbero arrivare a Rio la prima volta, non dall'aeroporto o dall'autostrada, ma dalla strada costiera che arriva da Santos: la famosa "Rio-Santos" una strada di 700km che è tra le più belle strade costiere che esistano su questo nostro piccolo pianeta.
Dopo aver passato Mangaratiba invece di tuffarsi nell'enorme Avenida Brasil che arriva fino al centro di RJ ci si mantiene sulla destra e si segua la vecchia litoranea in direzione di Guaratiba e Marambaia
Dopo un'oretta di paesaggi incantevoli, d'improvviso si apre la vista inaspettata e spettacolare di Rio de Janeiro, proprio su un curvone con una discesa che toglie il fiato per lo spavento e per la bellezza improvvisa e inaspettata.
E' così che tutti dovrebbero vedere Rio la prima volta!
Da dove viene il nome "Recreio dos Bandeirantes"? I Bandeirantes sono i mitici esploratori del Brasile che nei secoli 17 e 18 hanno esplorato il Brasile: qui si dice "desbravar" e cioè togliere dallo stato bravo che vuol dire selvaggio. A SP vicino al Parque dell'Ibirapuera c'è un bellissimo monumento che raffigura i Bandeirantes mentre spingono con fatica una barca, si presume in una foresta. Fu progettato da un italiano "oriundo", Victor Brecheret.
Grumari
I Bandeirantes sono visti un po' come i padri della patria perchè hanno veramente attraversato la "Frontiera", anche se le loro motivazioni erano puramente economiche...e anche se per i primi 50 anni della loro attività il loro lavoro consisteva nella raccapricciante caccia agli Indios da vendere come schiavi, a poco prezzo, circa 1/3 degli africani perchè "morivano subito" e non sopportavano il lavoro. Per fortuna dopo questa fase si dedicarono all'esplorazione di metalli e pietre preziose e realmente "scoprirono il Brasile".
Grumari
"Recreio dos Bandeirantes" ha un significato molto curioso: significa "ricreazione/riposo dei Bandeirantes" ed è il nome della Compagnia che incorporò queste terre. Ho potuto ricostruire la proprietà delle terre da quando furono donate dall'Imperatore fino all'incorporazione da parte di un Canadese, ma perchè si chiamasse così rimane un mistero, forse erano terre destinate ai bandeirantes veterani come nell'antica Roma...chissà. La Storia esercita un interesse quasi nullo nei Brasiliani che sono totalmente volti al futuro.
Avvicinandosi al quartiere abitato la strada costiera si arricchisce di chioschi e di spiagge (rigorosamente libere in Brasile e con minime attrezzature).
C'è anche una pista ciclabile che sembra disegnata apposta per la gioia di noi fotografi:
Oppure rotonde sul mare che a volte vengono usate per i loro logo da alcuni stampatori Fine Art:
Le spiagge sono immense e con pochissimi frequentatori, alla sera o quando piove poi non c'è nessuno a parte qualche surfista che sicuramente deve avere un animo molto poetico
O un pescatore che sembra creare l'immagine-simbolo di una vita priva di stress
Spiagge bellissime a ridosso della montagna sono frequentate solo dalle famiglie locali. I bambini giocano e i genitori chiacchierano tra loro mentre pescano sul finire di un giorno qualunque:
Dopo il grande promontorio-con-istmo della Pedra da Macumba (merita una storia a parte) si apre la grande Avenida costiera del Recreio costruita sul modello dell'Avenida Atlântica di Copacabana.
Nella foto sotto ne vedete un'immagine onirica scattata alle due di notte. Vedete che c'è già uno spazzino al lavoro in uniforme arancione.
Ho lasciato volutamente flare, glare... e tutti i riflessi possibili nell'immagine.
Alle 6 della mattina seguente la vista era questa:
Delle 3 lagune citate sopra, la più interessante e meglio preservata è la Laguna di Marapendí (si scrive senza l'accento ma si legge come se ci fosse, io lo metto sennò lo leggete sbagliato )
E' un sistema naturale di una ricchezza biologica incredibile. La pressione urbanistica l'ha sempre minacciato, ma finché era dovuta ai piccoli agglomerati rurali (ho visto girare ancora i calessi rurali e di notte ho ascoltato i violeros suonare vicino al fuoco...) non ha fatto grossi danni, ma la recente esplosione immobiliare legata alle Olimpiadi del 2016 potrebbe segnare la fine della vita selvatica in queste lagune.
L'accesso alle lagune avviene in barca da qualsiasi punto, ma se non si ha la barca ci si può recare all'ingresso del Parco Marapendí che è tenuto molto bene e si affaccia su una zona limitata ma molto bella della laguna. Da qui si possono fotografare sia le specie acquatiche che vivono nella laguna, sia quelle che vivono nei lembi di foresta attigui, quindi uccelli, libellule, farfalle, e fiori di tantissime specie.
La mia recente visita del novembre scorso mi ha offerto però una situazione desolante: animali spariti, libellule idem, solo annunci di morte di questo splendido ecosistema intorno a me. Ci tornerò presto e spero che sia risorto, ma non mi faccio molte illusioni.
Nelle prossime due puntate vedremo un po' di bestie grandi e poi quelle più piccoline
Glossario: Português para Italianos:
1. Foresta si può tradurre in Bosque, Mato, Mata, Floresta. Mata e Floresta sono quelle "grandi", Mato e Bosque sono più "piccoli". Escluso il Mato Grosso che però è uno Stato
2. Si dice "o samba" e quindi "il samba" e non "la samba".
3. Rio de Janeiro si legge con la e di Janeiro stretta. La e aperta ferisce l'orecchio locale e "consegna" subito l'italiano
4. La viola brasiliana è uno strumento a 10 corde accoppiate a due a due. E' lo strumento tipico dell'immenso "Interior" di questo Paese-continente, suonato nelle notti deserte delle foreste alla frontiera della civiltà. Non è tipica di Rio, ma una volta si suonava anche qui.
5. Cariocas sono solo gli abitanti di RJ e non tutti i brasiliani. Sarebbe come chiamare gli italiani "romani" o "milanesi"
6. Macumba è una specie di magia nera, ancora praticata. Ha un'origine africana, ma con elementi indios e europei. "Pedra da Macumba" vuol dire "Montagna della Macumba" ed è il nome non ufficiale di un promontorio di Rio.
7. Rio de Janeiro si chiama così perchè fu scoperto dai Portoghesi in Gennaio ("Janeiro") che poi scambiarono la Baia di Guanabara per un fiume (che si dice "rio"): quindi "Fiume di Gennaio".
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24 Comments
Per la seconda e terza parte ci vorrà un po'...ho le foto ma organizzarle e scrivere il testo è la cosa più impegnativa.
wow ... che voglia di (ri)partire ... sigh
davvero complimenti, reportage splendido con foto fantastiche… Riassunto: invidia pura sia per l'esperienza del viaggio che per il "manico" fotografico. Aspetto anche io le puntate successive
Grazie
Racconto veramente goduto da parte mia, e fotografie ottime, mai banali, che ti fanno "respirare l'atmosfera" e ti vien da sognare con alcune.
Grazie di cuore.
E... aspetto gli animali
bello e adesso si aspetta il resto..
Come ho scritto sopra la seconda e terza parte non arriveranno in tempi brevissimi.
Grazie per averle sollecitate: è un buon segno!
Siamo pazienti, fiduciosi e tenaci
Splendido lavoro e splendide foto e splendidi luoghi... solo una domanda, ma ci si può muovere liberamente da quelle parti o si corrono rischi... non so, ma il Brasile è sempre dipinto come un posto poco sicuro al di fuori delle mete turistiche...
Grazie Michele, bel reportage, belle descrizioni e belle foto. Ti diamo tempo qualche ora per completare le altre parti
In diverse delle tue foto le condizioni climatiche sembrano un po' bizzose: succede spesso o sei andato in stagioni particolari? Scusa la domanda idiota, ma l'idea che mi sono fatto di Rio, non essendoci mai stato, è quella di un posto in cui splende sempre il sole.
Bellissimo racconto e reportage, sia fotografico (con alcune vette) che geografico... attendiamo le altre due parti!
Anch'io temo molto le future olimipiadi...
Lo fai nel modo piu' "insidioso" possibile:
facendoci desiderare di vivere la'.
E' proprio questo il senso della fotografia
Complimenti, perché le foto sono indubbiamente belle e sono state scelte secondo uno stesso "filo conduttore" così da risultare funzionali all'atmosfera che volevi rappresentare: d'altra parte non scopriamo certo ora il tuo gusto artistico!
Ma è il commento che illustra e fa comprendere bene il loro significato, soprattutto perché descrive storie e luoghi per lo più sconosciuti al "normale" turista che si reca da quelle parti, e che rende quei posti ancora più desiderabili per l'attento lettore di queste pagine.
Attendo con curiosità le prossime puntate su flora e fauna della zona, ma mi piacerebbe anche vedere qualche scatto di come vive la gente da quelle parti: e non necessariamente immagini delle favelas - fotograficamente un po' abusate sebbene siano testimonianza delle sperequazioni sociali di questo mondo - ma qualcosa che racconti il vivere comune di un paese così diverso e lontano dal nostro.
Grazie per tutti i commenti.
Rispondo ad alcune domande:
Il "viaggio". Per quelli che non mi conoscono volevo aggiungere che le foto non sono state fatte durante uno o più viaggi ma durante la mia residenza in Brasile, paese dove sono nato e cresciuto: Paese che ho poi lasciato dopo le scuole medie, ma a cui sono tornato in età adulta per viverci fino a qualche anno fa. Ho vissuto prima a SP e poi a Rio.
I posti ritratti si trovano a distanze tra 1 minuto a piedi fino a un massimo di 20 minuti di macchina da dove abitavo.
Il clima. Il Brasile è enorme (30 volte l'Italia) e ha molti climi diversi. Se parliamo di Rio il clima è tendenzialmente buono ma possono capitare periodi di pioggia che durano anche una settimana o più. La temperatura è sempre piacevole (anche i 35° si sopportano bene se si sta vicino al mare). Anche di "inverno" si va tranquillamente in spiaggia a prendere il sole, nuotare, giocare a beach-volley e bere qualche birretta.
La sicurezza. Tutte le grandi città del Brasile sono potenzialmente pericolose. Sapendo dove si va, come ci si veste e gli orari in cui andare i rischi vengono molto ridotti, ma mai azzerati. Purtroppo molte delle foto che vedete sono state fatte in zone deserte e in orari "pericolosi" (cosa necessaria per la luce), per cui non mi vedo proprio un turista prendersi la macchina e andarsene a fare le stesse foto. Adesso molti fotografi noleggiano un servizio di "segurança" con delle persone che li accompagnano, ma il rischio è che queste siano in realtà dei banditi che fanno un "secondo lavoro" ...il mondo al contrario...
Le favelas. Per chi non l'avesse visto ho pubblicato qui su NL tempo fa un lavoro sulle favelas di Rio, che ricercava la loro bellezza e non la miseria. Si chiama "Favelas Luminose" e si trova qui
La gente normale. Pedrito mi chiede di vedere anche la gente normale. E' giusto, ma è meno interessante perchè ormai la globalizzazione ha reso uguale la gente "normale" in tutto il mondo.
Grazie Michele per averci portato in questo bellissimo posto
Andrea
La gente normale? E' meno interessante perché è uguale in tutto il mondo?? Come questo???
PS Bello il lavoro sulle favelas, mi era sfuggito.
Ho atteso un po' prima di commentare, ho voluto assorbirmelo poco alla volta...
Credo che il tuo servizio potrebbe essere tranquillamente presentato su qualunque rivista. Non dirmi che non ci hai pensato.
Alcune foto sono di livello elevatissimo, è quello che accade quando si uniscono tre cose: passione per la fotografia, conoscenza dei luoghi, padronanza del mezzo tecnico.
Aspetto anche io le prossime puntate.
Grazie Bruno. No sinceramente non ho mai pensato di pubblicare questo o altri servizi su riviste, non saprei da dove cominciare.
Ho fatto però delle mostre sia di queste foto sia delle "Favelas Luminose" in ambito locale (ma anche a Venezia) che sono andate bene.
Sapete qual è per per me la cosa più bella di queste foto? è il ricordo che delle lunghe giornate e camminate fatte durante queste "esplorazioni". L'emozione di uscire di casa per andare a un appuntamento col tramonto che scende sulla Restinga di Marambaia o coi caimani nella laguna di Marapendì è sempre stata fortissima per me.
Ma sento anche molta nostalgia per quei giorni che non ritorneranno.
Non ho fatto cenno all'attrezzatura usata perchè è assolutamente secondaria. Comunque ci sono gli EXIF e potrete vedere che la macchina più usata è stata una D70, poi la Fuji S5, D300. E gli obiettivi? 18-55mm, 18-70mm e 18-105mm.
Bellissimo lavoro Michele, mi hai fatto conoscere posti che non conoscevo.
Grazie!
Foto splendide, accompagnate da una piacevolissima descrizione, che si completa in maniera superlativa in occasione delle risposte fornite ad alcuni quesiti posti dai visitatori.
In attesa delle prossime puntate, un sincero grazie.
Noto solo ora questo splendido reportage, non posso che ringraziarti, Michele, per le bellissime foto e, forse ancor di più, per la bellissima storia.
è molto difficile fare un commento. La qualità delle foto per inquadratura, scelta della luce (scegliendo l'ora), esposizione, sono di qualità estremamente elevata. Pregevolissima l'intelligenza e la capacità di scegliere, a pochi chilometri dai "luoghi comuni", luoghi "non comuni" e di grande suggestione.
Per quello che può valere: BRAVO dal profondo del cuore
Roberto
Perché non fai un fotolibro tutto tuo ?
La prima copia te la compro io. (autografato dall'autore naturalmente)
Francesco
Leggendo il testo e gustandosi le foto si sente la passione veramente "brasileira".
Spero ci sarà presto il seguito promesso