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Isola della Cona
lug 19 2013 01:00 |
Paolo B.
in Natura
Isola della Cona Cona Isonzo Riserva NaturaleLa Riserva Naturale Foce dell’Isonzo Isola della Cona, chiamata più semplicemente ‘Isola della Cona’ occupa un’area di circa 2400 ettari lungo gli ultimi chilometri del corso del fiume Isonzo, che nasce sulle Alpi Giulie in Slovenia per sfociare nel golfo di Trieste tra Monfalcone e Grado. Si tratta dell’area umida più settentrionale del Mediterraneo ed è stata anche riconosciuta come Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale.
Se nel passato la zona era adibita a coltivazione e pascolo, dagli anni ’90 sono iniziati gli interventi che hanno portato alla creazione di una palude d’acqua dolce denominata ‘il Ripristino’ (nella foto sotto), incrementando di molto il numero delle specie presenti.
Nonostante le dimensioni relativamente contenute del territorio la biodiversità dell’area è molto elevata con oltre 320 specie di uccelli tra migratori, nidificanti, svernanti e stanziali. Buona anche la presenza di mammiferi (capriolo, volpe, cinghiale, lepre, tasso); per le caratteristiche dei luoghi, infine, non mancano anfibi, rettili e invertebrati.
La riserva è attrezzata con vari edifici adibiti alla didattica (museo della Papera, museo del centro visite e museo ecopark), al ristoro (bar-ristorante, foresteria) e, ovviamente, all’osservazione dell’ambiente (osservatori, capanni e punti schermati). L’osservatorio principale è quello della Marinetta, che si sviluppa su tre piani, il primo dei quali permette l’osservazione sotto il livello dell’acqua. Qui è ripreso dal punto di osservazione ‘Biancospino’:
L’accesso è consentito attraverso alcuni sentieri: uno circolare che tocca i principali osservatori e punti schermati ritornando poi all’ingresso della riserva, uno (sentiero del Mondo Unito) che porta al capanno ‘Cioss’ (Fischione nel dialetto locale) e quello che, attraversando golene e canneti, porta a Punta Spigolo dove l’Isonzo sfocia nel mare.
Tranne che per il sentiero ad anello, è quasi obbligatorio essere muniti di stivali perché il fango è quasi sempre abbondantemente presente sugli altri sentieri.
Dal punto di vista fotografico, negli ultimi anni le occasioni di fare buone foto sono diminuite, soprattutto a causa della frequentazione sempre più elevata del sito, sia da parte di fotografi, birdwatcher e semplici amanti della natura, che di comitive e turisti non troppo rispettosi dell’ambiente. Soprattutto nell’area del Ripristino è sempre più difficile trovare animali ad una distanza utile; la gran quantità di soggetti consente però di ottenere immagini interessanti anche con i soggetti lontani (qui una foto di spatole molto lontane tra anatidi e limicoli, riprese dall'osservatorio della Marinetta).
Ne deriva che l’attrezzatura del fotografo deve prevedere un tele di focale adeguata; secondo me 400 mm. sono proprio il minimo. E’ anche vero che, se si riesce a frequentare la riserva durante la settimana, evitando accuratamente il week-end, e aspettando con pazienza presso i punti di osservazione, la situazione migliora di molto e a volte anche un 300 mm. può essere lungo.
Per quanto riguarda le macro, nella zona soffiano molto frequentemente bora, borino e altri venti che rendono molto spesso impraticabile il genere, ma nelle giornate con calma di vento ci sono alcuni stagni interessanti tra i punti schermati 'Piro Piro' e 'Pavoncella', dove non mancano farfalle e libellule (nella foto una libellula depressa).
Per sfruttare la direzione della luce è preferibile frequentare al mattino il lato dell’anello dove si trova il punto schermato 'Volpe' (lato Canale Quarantia) e l’altro lato al pomeriggio. Gli orari migliori sono ovviamente al mattino presto e al pomeriggio/sera, ma sia all’osservatorio della Marinetta, che al capanno Cioss le possibilità maggiori si hanno nel tardo pomeriggio. A proposito di orari, l'apertura è dalle 09.00 alle 17.00 (orari della biglietteria e del ristoro), ma in realtà la riserva è sempre aperta: si può accedere prima a qualsiasi ora ed uscire anche molto tardi.
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11 Comments
Ottimo articolo e posto stupendo. Complimenti.
Ottimo reportage di una delle zone umide più belle e ricche di vita del nostro paese.
Mi permetto di farti notare un errore,a pag.4 è ritratto un Totano moro (Tringa erythropus)
adulto in abito invernale.Non una Pettegola (Tringa totanus).
Ciao Maurizio
wow
luce spettacolare.
ho conosciuto grazie a te un posto vicinissimo alla mia terra natale e che prima di adesso non sapevo esistesse!
Opss, gli avevo accorciato il becco..., grazie.
Ottimo reportage,accompagnato da foto altrettanto interessanti.
Complimenti e grazie per averci fatto conoscere un altro posto
interessante naturalisticamente parlando.
Franco
Grazie Paolo,
mi hai dato molto bene l'idea, bravo!
Adesso non resta che trovare il tempo per affrontare la traversata padana. Ne riparliamo quest'inverno
grazie e ciao
Molto belle le foto, puntuali le descrizioni, piacevole ed interessante l'intero lavoro anche per chi, come me, non ha familiarità col genere.
Complimenti!
Grazie a tutti per i commenti, se volete venirci fate un fischio!
A chi può interessare ieri ho acquistato il numero in edicola di Oasis e combinazione c'è un bell'articolo (più esaustivo del mio) sulla riserva.
Il periodo migliore?
Il posto è così vasto e con così tante specie (censite più di 350 specie di uccelli, oltre a flora, mammiferi, anfibi, rettili, insetti, ecc.)
Per darti un idea questo il numero di specie di uccelli avvistate nei singoli mesi (anno 2009):
GEN 113
FEB 117
MAR 136
APR 151
MAG 138
GIU 119
LUG 109
AGO 121
SET 126
OTT 110
NOV 102
DIC 102
Chiaro che poi come numero di esemplari presenti i mesi da aprile ad agosto sono quelli più poveri, ma, ad esempio, maggio/giugno/luglio è secondo me imperdibile per i gruccioni.
Per certe specie parliamo di numeri impressionanti: più di 10.000 fischioni e 8.000 germani (novembre), 3000 oche (dicembre-febbraio), 800 cigni (novembre), 500 svassi e 500 cormorani (gennaio), 650 marangoni (luglio), ecc.
Se devo dare un suggerimento non mi perderei le oche (gennaio-febbraio i mesi per me migliori) e i gruccioni a maggio/giugno.