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Jo Ann Walters


Jo Ann Walters è una fotografa americana del New England, dove ha iniziato a fotografare dalla metà degli anni 80 ed è, secondo William Eggleston, " una dei pochi fotografi indipendenti ed originali che lavorano con il colore".
I suoi lavori si possono trovare al Museum of Modern Art, al San Francisco Museum of Modern Art, St Louis Museum of Art, la Biblioteque Nazionale, e il Centro per la Fotografia fine, Bombay.
Jo Ann, nei suoi primi lavori, dopo aver fotografato i paesaggi urbani nei piccoli villaggi, ha realizzato una serie di ritratti di donne, ragazze e bambini assieme alle loro famiglie, quasi sempre all'interno di luoghi privati come case, giardini e cortili con l'intento di mostrare la complessità e la forza della vita interiore.

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Le donne e le ragazze delle sue foto rappresentano dei surrogati alle prese con il conflitto tra cuore e corpo.

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La sfida per lei è sfondare un’antica e quasi impenetrabile cortina di vanità e scoprire le piccole crepe, i buchi e i luoghi contorti che accolgono i nostri dolori, la nostra tristezza e la nostra bellezza, lo definisce come un modesto sforzo per comprendere la diffusa e complicata gamma di spirito e sensualità.


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Il suo ultimo progetto (iniziato nel 2004) è intitolato “Dogtown” costituito da una serie di fotografie realizzate in una “piccola, trascurata città della classe operaia nella valle del fiume Mississippi, dove sono nata e cresciuta”.

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In quei luoghi la sua famiglia, prima il nonno e poi il padre, gestiva un negozio di lamiere che riforniva le fabbriche di acciaio e munizioni, un tempo attive ma poi andate in rovina.
Ma Dog Town, come scrive lei stessa, non è solo un documento storico ma anche un lavoro malinconico di ricordo, lutto, rimpianto e conciliazione per il padre e gli uomini al lavoro in un altro tempo e luogo.

Immagine Allegata: 16_dt_tracks-jwjhedit2wlayers_edit2.jpg


Immagine Allegata: 5918238_orig.jpg


Link:

http://www.joannwalters.com/
http://www.mainemedi.../jo-ann-walters
http://www.womeninph...lery/index.html
http://www.ccnyauction2012.org/#!jo-ann-walters/cfki

Le immagini sono qui riprodotte a puro scopo didattico.


5 Comments

Istantanee di vite vissute in un tessuto urbano che si sta degradando per la deindustrializzazione.

Forse avranno un valore in futuro, adesso stento a riconoscerne l'impatto emotivo se non per chi vive là e per le persone riprese.

Il gusto americano deve essere decisamente sceso in basso se si considera "grande" questa fotografa.
O almeno io lo ritengo impossibile avendo in mente l'esempio di un gigante come Will Eugene Smith in un contesto simile :(

Comunque grazie di avercene dato traccia Alberto ;)
Prima di tutto grazie Alberto, lavoro ben fatto come sempre.

Anch'io faccio fatica a capire la chiave di lettura qui. Forse sta in un rifiuto dell'estetica e del bello.
E' come se dicesse: sto posto fa tanto schifo che anche le foto devono fare schifo. Non esiste alcuna bellezza qui, non c'è redenzione, non c'è speranza, solo gloom...
Comunque ho preso la scia di Mauro e sono andato a rivedermi ancora un po' di foto di Will Eugene Smith e ancora una volta mi sono commosso come un bambino, soprattutto la serie dell'infermiera Maude Callen. Wow!
Foto
Adriano Max
gen 16 2013 14:27
Probabilmente dovrei vivere in quei posti: probabilmente non vedrei ciò che lei è riuscita a fotografare. Probabilmente. E' su questa base - l'impossibilità culturale che a me queste foto trasmettano qualcosa - che non posso esprimermi.
;)

Ciao,
A.
Saró io che sono arido e insensibile, ma queste foto non mi comunicano nulla. E potrebbe averle fatte chiunque con una compatta di fascia media.
Foto
Giuliano M.
gen 17 2013 17:59
Ho guardato le foto dei due lavori presenti sul primo dei links proposti e...mi hanno emozionato.
Ho trovato poco comprensibili soltanto alcuni scatti di "Dog town", quelli dei paesaggi urbani, pur trasmettendomi ugualmente un senso di desolazione e, qua e là, squallore urbanistico. Quindi hanno comunque mosso il mio sentire.
Sarei curioso di conoscere il perchè dei pochi scatti meno chiari per me, direttamente dalla voce/penna dell'autrice.
Continuo a credere che una fotografia non debba per forza spiegarsi da sè.
L'intensità della maggior parte dei soggetti umani ripresi, in scene singole o di gruppo, mi ha toccato sempre.
Scatti che probabilmente un fotografo uomo non riuscirebbe mai a fare.
Ma questa è una mia personale sensazione.
Grazie della segnalazione!
G.

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