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Galen Burrell, poeta della natura

burrell galen natura foto nik

Un libro di Galen Burrell è stata la scintilla che che mi ha rivelato come si può fare arte con la fotografia di natura. Considero Ronnie Gaubert la mia guida nella macro, ma è  Galen Burrell che per primo mi ha aperto gli occhi, la mente ed il cuore  sul  "grande respiro" del mondo vivente .
Questo articolo  vuole essere un ringraziamento e un tributo.


Il suo approccio è sempre poco convenzionale, molto lontano dalla ricerca del nitido a tutti i costi;  a volte l'animale è solo una silouhette in lontananza  oppure è seminascosto e solo un particolare ce lo rivela, altre volte è il gran numero ei soggetti a creare una trama nella nebbia o nel crepuscolo;in quelle che ritengo le sue migliori però è l'equilibrio compositivo che insieme a luci impagabili, creano immagini che sono vera poesia.
 
 



Immagine Allegata: tanagra005.jpg



Immagine Allegata: tanagra007.jpg
 

 

Immagine Allegata: tanagra003.jpg

 

 

Immagine Allegata: tanagra008.jpg

 
 
Oggi altri fotografi naturalisti si sono orientati verso questo stile più pittorico e suggestivo, ma ai suoi tempi è stato un vero pioniere ed è un peccato che se ne siano perse le tracce.
 
Silvio Renesto
 
NOTA: le immagini sono tutte delle scansioni dai libri, solo per rendere l'idea, non si avvicinano nermmeno alla reale qualità dell'originale.
 
 
 
 
 






7 Comments

Ciao Silvio,

sai che non lo conoscevo?

Mi pare molto interessante e sicuramente approfondirò.

Grazie per il contributo.

Foto
Silvio Renesto
apr 30 2014 11:06

Grazie per il passaggio,

        se riesci a recuperare uno e/o l'altro dei  due libri migliori (sono scritti in Inglese oltre che in Giapponese ;) ) vedrai che meritano. Si trovano usati a poco su Amazon.

Purtroppo devo confessare che anche se è vero che il suo modo di fotografare mi ha incantato, non sempre (o raramente ;) )  riesco ad avere il coraggio di seguirlo, e mi scappa invece di fare il ritrattone "tagliente", ma meno poetico.

Ci vuole molto occhio e un po' coraggio a lasciare piccolo il soggetto e ambientare come si deve, :)

Foto
Valerio Brùstia
apr 30 2014 11:33

Ciao Silvio,

mi accodo a Paolo e colmo la lacuna. sono tantissimi i nomi di fotografi che sono apparsi, hanno avuto il loro periodo di gloria, e poi sono come scomparsi. E' un modo che ha l'editoria di innamorarsi per un po' di qualcuno, poi farlo "andare" come un calzino vecchio. Sono pochissimi quelli che riescono a mantenere una "popolarità" (parola quanto mai poco appropriata in questo contesto) costante nel tempo.

 

Ciò detto, mi sembra opportuno sottolineare la tua osservazione sul modo di inquadrare. L'altro giorno ho "rialloggiato" il post del WPOY 2013 sul mio blog (Fotobestia). Riguardavo i dati delle distribuzioni delle ottiche e mi sono accorto che quella distribuzione conferma ulteriormente la tendenza, ormai consolidata, di preferire l'immagine ambientata al primissimo piano. Infatti il grosso delle immagini del WPOY viene da focali che diremmo "corte" cioè sotto i 400mm (se non espressamente grandangolari spinte: un sacco di 16-35 in casa Nikon) e anche nel caso di forti tele si tratta di foto ambientate dove il soggetto è telecentricamente compresso nel suo paesaggio.

 

Il fatto è che chi legge le foto di natura da molto tempo a sta parte non ha più interesse al mero dettaglio descrittivo del selvatico di turno, ma cerca l'atmosfera dell'attimo, che solo una foto d'ambientazione può fornire. Del resto sono le foto che piacciono anche a noi no?

 

Grazie Silvio

Foto
Silvio Renesto
apr 30 2014 12:24

Il fatto è che chi legge le foto di natura da molto tempo a sta parte non ha più interesse al mero dettaglio descrittivo del selvatico di turno, ma cerca l'atmosfera dell'attimo, che solo una foto d'ambientazione può fornire. Del resto sono le foto che piacciono anche a noi no?

 

Sì certo, c'è poi da aggiungere, come si diceva quando ci siamo visti alla garzaia, che di foto "descrittive"  in genere ormai è pieno dappertutto, per cui la "figurina" della bestia in sè  non colpisce più.  Grande o piccolo che sia il soggetto, ci vuole un contesto interessante.

(sono scritti in Inglese oltre che in Giapponese  ;) )

Meno male  :D ! Grazie delle ulteriori informazioni. 
 

Ciao Silvio,

Il fatto è che chi legge le foto di natura da molto tempo a sta parte non ha più interesse al mero dettaglio descrittivo del selvatico di turno, ma cerca l'atmosfera dell'attimo, che solo una foto d'ambientazione può fornire. Del resto sono le foto che piacciono anche a noi no?

Ci piacciono, sì, come dice Silvio occhio e coraggio, e voglia di sperimentare, abituarsi ad uscire un po' dagli schemi, ... a riuscirci...
Foto
Bruno Mora
mag 01 2014 14:14

Il libro sui Bluebird lo avevo preso, e anche io trovo il suo stile delicato, con colori e toni non "urlati".

Le mera figurina ha fatto il suo tempo, anche se ogni tanto non posso farne a meno, ma sono d'accordo sul contesto globale.

Foto
Leonardo Visentìn
set 18 2014 23:19
Arrivato oggi When the snowgeese are gone, dopo un disguido con le poste e un doppio invio.

Che dire... Forse meglio ancora di In search of mountains bluebirds... Poetico, incantevole, "umano" nella sua interiorizzazione della Natura, quasi "dolce". Peccato averlo "perso", o forse è bene così perché non avremmo avuto simili picchi.

Ora attendo lo sdoganamento di due sue stampe...

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