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Nikon Speedlight ... una breve panoramica sul funzionamento dei Flash Nikon
dic 31 2007 01:00 |
gpb01
in Flash
Ho recentemente avuto modo di leggere un interessante libro dedicato ai sistemi di Flash Nikon.
A parte l'innumerevole quantità di informazioni tecniche che fornisce su ogni singolo modello (l'edizione che ho io, pur essendo del 2007, non include l'ultimo nato SB400), il suddetto libro include una parte introduttiva della quale ritengo possa essere interessante metter qui un sintetico riassunto in Italiano, a beneficio di tutti i lettori.
Mi si scusi una certa sintassi Italiana poco ortodossa che, spesso, viene fuori facendo delle traduzioni dall'Inglese da parte di uno che di mestiere non fa il traduttore
Panoramica delle Modalità (TTL, A, AA, M)
La modalità operativa che si seleziona è in realtà quella che primariamente determina in quale modo è controllato il nostro Speedlight e quindi quanta luce esso emetterà al momento dello scatto.
TTL (Through-the-Lens)
In modalità TTL, la fotocamera controllerà la quantità di luce emessa dallo Speedlight basandosi sulla luce che riceverà attraverso l'obiettivo e che catturerà attraverso dei sensori posti all'interno della fotocamera.
Con il passare degli anni Nikon ha perfezionato questo sistema passando dal TTL al D-TTL fino al più recente i-TTL.
Vedremo dettagliatamente in seguito queste modalità che sono molto legate al tipo di apparecchiature utilizzate.
A (Automatic, non TTL)
In modalità A la quantità di luce emessa dallo Speedlight sarà regolata dal sensore presente sul flash che, misurando la luce riflessa dalla scena ripresa, deciderà quando è il momento di interrompere l'illuminazione.
Poiché chi controlla la durata del lampo è il flash stesso, questa modalità è indipendente dalla fotocamera utilizzata.
AA (Auto Aperture)
La maggior parte dei nuovi Speedlight implementa questa modalità che è una versione più evoluta della modalità A, anche se richiede che la fotocamera supporti tale modalità.
In pratica, come nel caso della modalità A, è sempre lo Speedlight tramite il suo sensore a misurare la luce riflessa ed a decidere quando interrompere il lampo, ma in più si avvale di una serie di informazioni che gli trasmette direttamente la fotocamera tra qui : ISO, lunghezza focale, diaframma, compensazione dell'esposizione, ...
Tutte queste informazioni in più permettono allo Speedlight di migliorare l'accuratezza della misura.
M (Manual)
In modalità manuale a decidere la quantità di luce emessa è ... il fotografo Non viene presa alcuna informazione né dal sensore del flash, né dalla fotocamera, ma vengono seguite le impostazioni manuali.
Con alcuni modelli di Speedlight è possibile impostare delle particolari modalità manuali : FP (Focal Plane High-Speed Sync); GN (Priorit?-Distanza solo su SB-800); RPT (Ripetizione di lampi).
Si tenga presente che, indipendentemente dalla modalità prescelta o dal tipo di Speedlight utilizzato, l'intensità del lampo emesso è sempre la stessa e ciò che varia è solo la durata dell'impulso luminoso.
Protocolli di controllo dei flash Nikon in modalità TTL
Il sistema di esposizione TTL di Nikon si è molto evoluto dalla sua introduzione nel 1980. La sua prima implementazione era piuttosto semplice ... l'otturatore veniva aperto, il flash emetteva la luce la quale, riflessa dalla scena ripresa, tornava inditro e, attraverso l'obiettivo raggiungeva la pellicola; una parte di questa luce era riflessa dalla pellicola stessa (bounced Off The Film OTF) e catturata da un sensore collocato sul fondo del box dello specchio all'interno della fotocamera; quando la misura indicava che una quantità di luce sufficiente aveva raggiunto la pellicola, veniva interrotta, praticamente istantaneamente, l'emissione di luce da parte del flash.
Il TTL nelle fotocamere a Pellicola
I problemi principali con questo sistema erano, ovviamente, quando il soggetto occupava una parte relativamente piccola della scena e quindi la luce ambiente variava considerevolmente la misura e quindi la luce emessa dal flash. Ad esempio, un soggetto piccolo in una grande stanza buia, rifletteva poca luce costringendo il sistema di misura a far durare di più il lampo del flash ottenendo così ... un soggetto bruciato. Al contrario, un soggetto piccolo in un ambiente luminoso risultava ... sottoesposto.
Nel 1992, al fine di cercare di correggere questo problema, Nikon introdusse un notevole miglioramento nel sistema TTL con l'introduzione della N90/F90, dello Speedlight SB-25 e ... di quelli che Nikon battezzò come Monitor Pre-Flash ... una serie di deboli lampi emessi dallo Speedlight, prima dello scatto vero e proprio, utilizzati per effettuare una serie di misurazioni relative alla capacità di riflettere la luce da parte della scena ripresa. Per effettuare tali misurazioni venne introdotto un sensore, diviso in 5 aree, di cui una centrale di circa le dimensioni del cerchio che si trova sullo schermo di messa a fuoco, e altre quattro coprenti le rimanenti quattro regioni angolari.
Oltre a queste modifiche Nikon introdusse una nuova serie di obiettivi conosciuto come obiettivi di tipo D, contenenti un circuito elettronico in grado di comunicare la distanza di messa a fuoco. Tale distanza è utilizzata dal sistema TTL presumendo che il soggetto principale sia nel punto di messa a fuoco.
Utilizzando obiettivi di tipo D o di tipo G (come i D, ma senza la ghiera dei diaframmi), un corpo macchina compatibile ed uno Speedlight che lo supporta, si può avere quello che Nikon definisce "3D Multi-Sensor Balanced Fill-Flash", con altre lenti la definizione diviene invece "Multi-Sensor Balanced Fill-Flash". In entrambi i casi il sistema utilizza i "Monitor Pre-Flash" per effettuare la misurazione. Nikon raggruppa entrambi questi metodi sotto l'unico appellativo di "Automatic Balanced Fill-Flash" con sensore multizona TTL.
Occorre fare alcune annotazioni :
- Primo, i "Monitor Pre-Flash" NON vengono utilizzati se si regola lo Speedlight in "Standard-TTL" (appare sul display solo la scritta TTL), oppure viene usato un obiettivo NON dotato di CPU, oppure ancora la testa del flash viene spostata dalla sua posizione standard, ovvero se viene ruotata o inclinata verso l'alto o verso il basso. Inoltre, nel caso particolare dello SB-80DX, i pre-flash NON vengono emessi se si attiva la modalità "wireless".
- Secondo, contrariamente a quanto scritto da alcune parti, il sensore a 5 segmenti del TTL, usato da Nikon fin dalla N90/F90 sia nelle sue fotocamere a pellicola che in quelle digitali, copre TUTTA l'area del fotogramma e NON solo l'area coperta dai sensori della messa a fuoco automatica.
- Terzo, nel caso la testa dello Speedlight venga spostata dalla sua positione naturale, ovvero venga ruotata o inclinata verticalmente, il sistema esposimetrico torna ad essere l' OTF.
Esaminiamo ora la sequenza di scatto di una fotocamera a pellicola quando si usa uno Speedlight compatibile e delle lenti di tipo D o G :
1. alla pressione del pulsante di scatto la fotocamera recupera la distanza di messa a fuoco indicata dall'obiettivo di tipo D (o G)
2. lo specchio si solleva e la luce raggiunge l'otturatore
3. a questo punto la fotocamera invia un segnale allo Speedlight affinche esso inizi ad emettere i "Monitor Pre-Flash". Il flash emette fino a 18 deboli lampi di misurazione. I primi due non vengono utilizzati per la misura vera e propria ma solo per consentire la stabilizzazione degli impulsi luminosi e verificare che siano tutti della stessa intensità (se necessario viene emesso un terzo impulso di stabilizzazione). Dopo ciò vengono emessi fino a 15 impulsi utilizzati veramente per la misura.
4. La luce emessa da questi lampi è riflessa dalla scena e, attraverso l'obiettivo, arriva sulla tendina dell'otturatore da dove è riflessa verso il sensore TTL a 5 segmenti.
5. i dati ricevuti dal sensore, assieme ai dati raccolti dal sensore della luce ambientale e quelli di distanza provenienti dall'obiettivo (se di tipo D o G) vengo quindi elaborati dalla fotocamera per calcolare la giusta esposizione.
6. inizia quindi l'apertura dell'otturatore
7. la fotocamera invia allo Speedlight il segnale di attivazione del lampo principale. Nello stesso tempo il sensore TTL monitorizza il segnale OTF e, quando è raggiunto il tempo calcolato, segnala allo Speedlight di spegnere il lampo, cosa che avviene praticamente istantaneamente.
8. l'otturatore viene richiuso e lo specchio riporato nella sua posizione naturale.
E' importante sottolineare che la durata del lampo, della maggior parte degli Speedlight, è estremamente breve. Anche alla massima potenza essa è compresa tra 1/500 ed 1/10'000 di secondo e spesso anche piè breve. Questo significa che, comunque, la pellicola continua a ricevere la luce ambiente durante il tempo che resta (si rammenti che normalmente la massima velocità di otturazione ammessa con il flash è 1/250 di secondo).
Il TTL nelle fotocamere a Digitali SENZA il supporto del CLS, il D-TTL
Il disegno delle prime digitali della serie D1, presentò un nuovo problema agli ingegneri di Nikon. L'assenza della pellicola e la particolare struttura del sensore digitale, assieme ai filtri ad esso anteposti, non permetteva più l'utilizzo dell'OTF che venne quindi escluso dalle fotocamere di queste serie.
La sequenza di scatto di una fotocamera digitale, senza il supporto del CLS, quando si usa uno Speedlight compatibile e delle lenti di tipo D o G, venne quindi leggermente modificata :
1. alla pressione del pulsante di scatto la fotocamera recupera la distanza di messa a fuoco indicata dall'obiettivo di tipo D (o G)
2. lo specchio si solleva e la luce raggiunge l'otturatore
3. a questo punto la fotocamera invia un segnale allo Speedlight affinche esso inizi ad emettere i "Monitor Pre-Flash". Il flash emette fino a 18 deboli lampi di misurazione. I primi due non vengono utilizzati per la misura vera e propria ma solo per consentire la stabilizzazione degli impulsi luminosi e verificare che siano tutti della stessa intensità (se necessario viene emesso un terzo impulso di stabilizzazione). Dopo ciò vengono emessi fino a 15 impulsi utilizzati veramente per la misura.
4. La luce emessa da questi lampi è riflessa dalla scena e, attraverso l'obiettivo, arriva sulla tendina dell'otturatore da dove è riflessa verso il sensore TTL a 5 segmenti.
5. i dati ricevuti dal sensore, assieme ai dati raccolti dal sensore della luce ambientale e quelli di distanza provenienti dall'obiettivo (se di tipo D o G) vengo quindi elaborati dalla fotocamera per calcolare la giusta esposizione.
6. inizia quindi l'apertura dell'otturatore
7. la fotocamera invia allo Speedlight il segnale di attivazione del lampo principale e, dopo il tempo calcolato al punto 5 e senza l'aiuto del segnale OTF, viene inviato allo Speedlight il segnale di spegnimento.
8. l'otturatore viene richiuso e lo specchio riportato nella sua posizione naturale.
Si noti che nel caso del D-TTL i "Monitor Pre-Flash" vengono utilizzati indipendentemente dalla posizione della testa dello Speedlight. Inoltre, come nel caso del TTL, essi vengono emessi con lo specchio già alzato e con l'otturatore chiuso.
Il TTL intelligente nelle fotocamere a Digitali CON il supporto del CLS, il i-TTL
Le versioni più recenti del sistema di controllo TTL Nikon utilizzano un sistema definito "Intelligente", da cui l'acronimo di i-TTL. In questo sistema vengono usati solo uno o due impulsi di pre-flash di intesità superiore e di durata inferiore a quelli utilizzati nei sistemi TTL e D-TTL.
Ad oggi, solo le fotocamere digitali della serie D2- D200, D70-, D50 [ed io aggiungo D80 e D40-] e la fotocamera a pellicola F6, permettono l'uso del i-TTL assieme a Speedlight compatibili (SB-800, SB-600 e SB-R200).
Le differenze chiave tra il sistema i-TTL ed i suoi predecessori sono fondamentalmente le seguenti :
1. come già detto, il sistema i-TTL usa meno "Monitor Pre-Flash", ma essi sono di maggiore intensità. La maggiore intensità permette una misurazione più accurata da parte del sensore TTL mentre il numero ridotto di pre-flash, permette un tempo di misura estremamente più breve.
2. i "Monitor Pre-Flash", a seconda del modello della fotocamera e/o dal numero di Speedlight in uso, possono essere emessi sia prima del sollevamento dello specchio che dopo.
3. la D200, la serie D70- e la D50 [ed io aggiungo D80 e D40-], hanno un singolo sensore i-TTL posizionato nella testa del mirino. Con queste fotocamere i pre-flash vengono sempre emessi prima del sollevamento dello specchio, indipendentemente dal numero di Speedlight usati nel CLS.
4. la serie D2- e la F6, hanno due sensori TTL; uno posizionato nella testa del mirino (i-TTL), l'altro alla base del box dello specchio (TTL). Con queste fotocamere, nel caso di uso di un singolo Speedlight CLS, i pre-flash vengono emessi dopo il sollevamento dello specchio, mentre nel caso di più Speedlight CLS in configurazione wireless, prima del sollevamento dello specchio.
Vediamo quindi le differenti sequenze di scatto.
* Nel caso di fotocamere D200, D70-, D50 [ed io aggiungo D80 e D40-] usate con uno o più Speedlight CLS e di fotocamere della serie D2- e F6 usate con più Speedlight CLS collegati in wireless si ha :
1. alla pressione del pulsante di scatto la fotocamera recupera la distanza di messa a fuoco indicata dall'obiettivo di tipo D (o G)
2. la fotocamera invia un segnale allo Speedlight affinche esso inizi ad emettere i "Monitor Pre-Flash". Il flash emette uno o due impulsi.
3. la luce emessa da questi lampi è riflessa dalla scena e, attraverso l'obiettivo, arriva sullo specchio ed è riflessa sul sensore i-TTL che si trova nella testa del mirino.
4. i dati ricevuti dal sensore i-TTL, assieme ai dati raccolti dal sensore della luce ambientale e quelli di distanza provenienti dall'obiettivo (se di tipo D o G) vengo quindi elaborati dalla fotocamera per calcolare la giusta esposizione.
5. lo specchio si solleva ed inizia l'apertura dell'otturatore.
6. la fotocamera invia allo Speedlight il segnale di attivazione del lampo principale e, dopo il tempo calcolato al punto 4. viene inviato allo Speedlight il segnale di spegnimento.
7. l'otturatore viene richiuso e lo specchio riportato nella sua posizione naturale.
* Nel caso invece di fotocamere della serie D2- e F6 usate con un solo Speedlight CLS si ha :
1. alla pressione del pulsante di scatto la fotocamera recupera la distanza di messa a fuoco indicata dall'obiettivo di tipo D (o G)
2. lo specchio si solleva e la luce raggiunge l'otturatore
3. a questo punto la fotocamera invia un segnale allo Speedlight CLS affinche esso inizi ad emettere i "Monitor Pre-Flash" e lo Speedlight emette uno o due impulsi.
4. la luce emessa da questi lampi è riflessa dalla scena e, attraverso l'obiettivo, arriva sulla tendina dell'otturatore da dove è riflessa verso il sensore TTL a 5 segmenti.
5. i dati ricevuti dal sensore TTL, assieme ai dati raccolti dal sensore della luce ambientale e quelli di distanza provenienti dall'obiettivo (se di tipo D o G) vengo quindi elaborati dalla fotocamera per calcolare la giusta esposizione.
6. la fotocamera invia allo Speedlight CLS il segnale di attivazione del lampo principale e, dopo il tempo calcolato al punto 5. viene inviato allo Speedlight il segnale di spegnimento.
7. l'otturatore viene richiuso e lo specchio riporato nella sua posizione naturale.
Regolazione del lampo
Delle fasi appena descritte, la più cruciale è sicuramente quella in cui vengono calcolate, da parte della fotocamera, le informazioni relative al lampo del flash.
Secondo le informazioni fornite da Nikon, quando il sistema di misura è impostato su "Matrix", ai suddetti calcoli concorrono varie elementi oltre la quantità di luce rilevata dal sensore TTL ed in particolare : la luminosità, il contrasto e le informazioni di messa a fuoco.
Luminosità
Come detto, in modalità Matrix, la fotocamera valuta la "Luminosità", ed il numero di segmenti del sensore utilizzati per questa misura varia a secondo del modello della fotocamera. Generalmente tale numero è compreso tra 5 e 10.
E' da notare che le fotocamere a pellicola come la F5 e la F6 usano un sensore Matrix a 5 segmenti e NON usano il sensore RGB a 1005 pixel. Differente è il comportamento nel caso di fotocamere digitali della serie D2- che usano il sensore Matrix a 5 segmenti quando debbono controllare un singolo Speedlight, mentre usano il sensore RGB a 1005 pixel nel caso di configurazione con più Speedlight in wireless.
Contrasto
La fotocamera compara la luminosità di ogni segmento del sensore Matrix o del multi-sensori, cercando di identificare specifiche sequenze di luce e di buio. Se, ad esempio, gli estremi del sensore rivelano un'alta luminosità, mentre quelli centrali una bassa luminosità, la fotocamera identificherà una situazione di un soggetto al centro del fotogramma su di un fondo molto illuminato (controluce).
La sequenza letta dal sensore viene comparata dalla fotocamera con le sequenze presenti nella sua base dati ed in caso di informazioni incongruenti può venire riconfiguarata la sequenza di analisi alla ricerca di quella più adatta. Infine, se un segmento riporta un segnale di eccessiva luminosità, rispetto agli altri, la fotocamera presume che si tratti di una superficie particolamente riflettente (un vetro, uno specchio, ecc. ecc.) e lo ignora nel calcolo dell'esposizione.
Informazioni sulla messa a fuoco
Le informazioni sulla messa a fuoco sono fornite in due modi : distanza fotocamera/soggetto e livello di fuoco/sfocatura per ogni elemento del sensore di messa a fuoco. L'insieme di queste informazioni non solo permette di determinare la distanza del soggetto, ma anche la struttura dell'ambiente che lo circonda.
Queste informazioni influenzano la decisione su quali segmenti del sistema di misura Matrix (o multi-sensore) e del sensore TTL siano più importanti per il corretto calcolo dell'esposizione nel tentativo di evitare di sovraesporre il soggetto.
Da notare che le informazioni di distanza di messa a fuoco sono disponibili solo con obiettivi di tipo D o G.
Un'altra osservazione riguarda l'uso del lock del fuoco. Se si inquadra il soggetto, si blocca la messa a fuoco usando il sensore centrale e ci si sposta, si ha che il sistema esposimentrico, se rileva una grande variazione di luminosità, ricalcoli l'esposizione cor risultati che non sempre sono quelli voluti
Per evitare questo genere di problemi Nikon ha introdotto, nelle fotocamere compatibili CLS, un blocco sul valore del flash (FV lock).
Terminologia del TTL Nikon
Come abbiamo visto, il metodo usato per il controllo TTL dell'esposizione è funzione del tipo di fotocamera, dell'obiettivo usato, del modo di esposizione e del sistema TTL usato per misurare la luce ambiente.
All'interno sia delle fotocamere a pellicola che digitali Nikon, possiamo distinguere SEI sistemi di esposizione TTL; cinque possono essere raggruppati sotto il termine generico di "Automatic Balanced Fill-Flash", mentre il sesto, fondamentalmente differente, è definito "Standard TTL flash".
Automatic Balanced Fill-Flash
Questo termine è usato da Nikon per raggruppare i seguenti sistemi di misura TTL dell'esposizione :
- 3D Multi-sensor Balanced Fill-Flash
Tra tutti è il sistema più sofisticato ed è disponibile solo con l'uso di obiettivi della serie D o G, connessi ad una fotocamera compatibile. Quest'ultima, nel calcolo dell'esposizione, tiene conto dei seguenti fattori : distanza di messa a fuco fornita dall'biettivo (da qui il nome 3D), informazioni dal sensore TTL interno e informazioni ottenute dai pre-flash emessi prima dell'esposizione.
Questo sistema è particolarmente efficace nei casi in cui lo sfondo sia illuminato o in modo eccessivo o i modo scarso o vi siano delle superfici particolarmente riflettenti.
- Multi-sensor Balanced Fill-Flash
Essenzialmente identico al precedente, se ne differenzia per il fatto che nel calcolo dell'esposizione non entra la distanza di messa fuoco. Da notare che, a livelo di icone che appaiono sullo Speedlight, non c'è differenza tra questi due modi e quindi, per capire quale dei due si stia utilizzando, occorre vedere se l'obbiettivo è di tipo D/G o no.
E' altresì importante segnalare che alcune recenti fotocamere (serie D2-, D200, F6) è possibile l'uso di questo sistema anche con obiettivi NON dotati di CPU.
- Center-weighted Fill-Flash
E' simile al sistema Matrix con la differenza che per calcolare l'esposizione è usato il sistema di misura Center-weighted del TTL. In caso di utilizzo di obiettivi senza CPU, questo modo di utilizzo può esser attivato solo su alcune fotocamere.
Nelle fotocamere a pellicola compatibili con questo sistema (F5, F100, serie N90/F90) il calcolo del lampo è effettuato durante l'esposizione con il sistema TTL. Nelle fotocamere digitali compatibili (serie D1-) il calcolo del lampo è calcolato con il sistema dei pre-flash.
- Spot Fill-Flash
L'uso di questo sistema è limitato ad alcune vecchie fotocamere (serie N90/F90; serie N90s/F90x, serie N70/F70 e serie N8008s/F801s) quando si usano obiettivi senza CPU. Il calcolo del lampo è fatto durante l'esposizione con il sistema TTL ed è necessario che sulla fotocamera si sia selezionato il metodo di misura Spot.
Alcune note su quanto sino qui indicato :
- Nonostante alcune volte si vedano i due nomi usati indifferentemente con lo stesso significato, "Matrix Balanced fill-flash" NON è la stessa cosa di "Multi-sensor balanced fill-flash".
- Anche se dipende dal corpo macchina utilizzato, in alcuni casi (serie D1-, F5 e F100), pur selezionando il sistema "Matrix" con ottiche di tipo Ai o Ai-S (cioè ottiche senza CPU), viene utilizzato il "Center-weighted fill-flash". Come già detto comunque, le nuove fotocamere (serie D2-, D200 e F6) sono in grado di utilizzare il sistema "Matrix" anche con obiettivi senza CPU.
- Selezionando il sistema "Spot" nelle attuali fotocamere comporta automaticamente la selezione del sistema "Standard TTL".
- Standard TTL Flash
La differenza fondamentale del sistema "Standard TTL" rispetto a quelli fin'ora illustrati è che per il calcolo dell'esposizione esso si avvale esclusivamente del ... sistema TTL !
Tutte le altre misure che possono essere effettuate dalla fotocameta (Luminosità, contrasto, distanza di messa a fuoco) NON vengono incluse nel calcolo dell'esposizione.
Capire la terminologia di Nikon
Molti fotografi non capiscono come la loro scelta del modo di esposizione possa modificare l'aspetto finale della foto ove siano presenti sia la luce ambiente che la luce del flash.
Spesso essi credono che, utilizzando il sistema "Balanced Fill-Flash", sia il soggetto che lo sfondo saranno correttamente esposti. Raggiungono poi la frustrazione quando scoprono che tutti le impostazioni che possono aver fatto sulla fotocamera o sullo Speedlight vengono modificate o spesso ... totalmente ignorate !!!
Cosa succede ? ... signori, stiamo parlando di "Automatic Balanced Fill-Flash" ... chi ha il controllo non è il fotografo, ma è la fotocamera che calcola l'esposizione !
A questo si aggiunga che selezionando A (Aperture priority) o P (Program), si ha che i tempi di otturazione sono normalmente limitati tra 1/250 e 1/60.
Un modo per ovviare a questa restrizione, usando il modo A, è quello di utilizzare la modalità "Slow-Sync" del Flash (da non confondere con il Rear-Sync) che permette l'uso di tutti i tempi compresi tra la massima velocità di sync del flash e la minima della fotocamera.
In alternativa, su alcune fotocamere Nikon più recenti (serie D2-, D200, serie D70-, F6) è possibile scegliere una velocità di otturazione inferiore (quando la fotocamera è in modo A o P) attraverso i "Custom Settings" del menu.
Un'altra cosa che induce a confusione è il termine Automatic Balances Fill-Flash! Il termine Fill-Flash è una tecnica in cui la luce del flash è utilizzata per fornire una luce supplementare a quella ambientale, ma con un livello che non supera quest'ultima.
L'utilizzo di questo termine da parte di Nikon crea solo confusione. L'uso di uno degli "Automatic Balanced Fill-Flash", ad esempio in un ambiente buio, farà si che il flash diventi la sorgente principale di luce, superando di gran lunga la luce ambientale e non essendo certo classificabile come un Fill-Flash !
Ogni qual volta si vede il termine "Automatic Balanced Fill-Flash" si ricordi che sia la luce ambientale che quella del flash saranno utilizzate per il calcolo dell'esposizione. Come queste due sorgenti di luce saranno miscelate e in che proporzione, dipende dalla combinazione della fotocamera, dell'ottica utilizzata e del metodo Flash selezionato.
TTL Wireless ... il controllo di più flash
L' "Advanced Wireless Lighting System" del CLS di Nikon, permette di utilizzare più Speedlight, collegati tra loro in wireless, con il sistema TTL della fotocamera. I vari Speedlight possono essere raggruppati in TRE gruppi indipendenti, oltre all'unità master di controllo.
Contrariamente a quanti alcuni credono, la comunicazione tra i vari Speedlight NON avviene via radio, ma attraverso un sofisticato sistema di impulsi luminosi compresi nell'intervallo degli 800-1000 nm ovvero ... nell'infrarosso.
Tutti gli Speedlight compatibili con il sistema wireless (SB-800, SB-600 e SB-R200) hanno incorporato un sensore IR che rileva i suddetti impulsi emessi dall'unità master (Attenzione a non confondere l'AF-Assist Illuminator che lavora nel rosso con l'emissione di questi impulsi. Gli impulsi sono generati dalla stessa lampada del flash!).
La fotocamera e l'unità Master, svolgono tutto il lavoro di comunicazione; gli impulsi trasmessi dall'unità Master vengono ricevuti dalle unit? remote che adattano così il loro modo di lavorare. Le unità remote, contrariamente a quanto qualcuno afferma, NON trasmettono alcuna informazione indietro al Master, ma sono solo passive.
Attraverso una specifica opzione, le unità Master (SB-800 e flash incorporato nella D200) possono essere trasformate in "Commander" ovvero unità che non partecipano all'illuminazione della scena ma trasmettono solo gli impulsi infrarossi di controllo. Unità "Commander" dedicata è l' SU-800, unità simile ad un flash ma senza la possibilità di produrre il lampo (ha solo un emettitore di impulsi infrarossi).
L'SB-600 e l'SB-R200 possono essere esclusivanete unità remote, ma non possono svolgere la funzione di unità Master.
Si noti che quando gli Speedlight operano in modalità "Advanced Wireless Lighing" perdono alcune funzioni, tra cui il "wide-area AF-assist", l'auto-zoom (nelle unità remote), ecc. ecc.
Flash Value (FV) Lock
La funzione di Flash Value (FV) Lock vi permette di valutare l'esposizione per una certa inquadratura e mantenerla al cambiare di quest'ultima.
Difatti, se ad esempio, abbiamo il soggetto principale su cui fisseremo la messa a fuoco, che vogliamo posizionare lateralmente rispetto all'inquadratura, in caso di sfondo molto chiaro o molto scuro, a nulla varrà tenere parzialmente premuto il pulsante di scatto ... la messa a fuoco non varierà, ma il sistema esposimetrico ricalcolerà l'esposiozione sottoesponendo o sovraesponendo il soggetto principale.
La funzione FV Lock deve essere attivata attraverso il menu dei settaggi personalizzati. Fatto questo si può procedere con l'inquadrare il soggetto e mettere a fuoco (pressione parziale del tasto di scatto). Lo Speedlight emetterà i pre-flash per la misura della corretta esposizione e a questo punto sarà possibile premere il bottone AE-L/AF-L e cambiare l'inquadratura. La fotocamera ricorderà le misure effettuate e si potrà procedere con lo scatto con i valori misurati in precedenza.
Nel caso di modifica della lunghezza focale (nel caso di zoom), o di cambio di apertura, il sistema FV provvederà a compensare le variazioni in modo da aggiustare il lampo di conseguenza.
Questa funzione è disponibile su tutte le fotocamere compatibili con il sistema CLS ed può essere utilizzata con le seguenti modalità operative : i-TTL ed AA solo con le fotocamere della serie D2-, D200 ed F6.
Trasmissione delle informazioni di colore
Quando usati con fotocamere compatibili, l'SB-800 e l'SB600 trasmettono automaticamente delle informazioni relative alla temperatura colore della luce emessa.
Quando la fotocamera è regolata per il "Bilanciameto Automatico del Bianco", dette informazioni sono prese in considerazione per adattarsi alla luce emessa dal flash.
Inutile sottolineare ancora che tutto ciò funziona solo ed esclusivamente nella modalità di bilanciamento del bianco "Auto".
Auto FP : High-Speed Sync
Questa funzione è disponibile solo per SB-800 e SB-600 attualmente solo su fotocamere della serie D2-, D200 e F6.
Come è noto, una delle limitazioni fondamentali nell'uso in luce diurna del Fill-Flash è la massima velocità dell'otturatore che, normalmente, è limitata ad 1/250 di secondo. Questo provoca problemi in ambienti molto luminosi, se si desidera usare diaframmi molto aperti poiché il tempo di esposizione deve essere necessariamente inferiore al 1/250, pena la sovraesposizione dell'immagine.
Attivando questa funzione si hanno a disposizione tutti i tempi di scatto ed il flash viene regolato di conseguenza.
Come è possibile ? ... semplice, il flash NON emette più un singolo lampo, ma una raffica rapidissima di lampi. Il rovescio della medaglia è che la capacità di illuminare di questa raffica è notevolmente inferiore e quindi si riduce drasticamente la portata dello Speedlight (come se perdesse di NG).
Una nota ... la serie D70- e la D50 non sono compatibili con il sistema "FP high-speed sync", ma permettono comunque di sincronizzare l'esposizione fino ad 1/500 di secondo. Questo è possibile grazie an un trucco, difatti, oltre il 1/250 queste fotocamere non variano la velocità delle tendide dell'otturatore, ma, piuttosto, accendono e spengono il sensore.
Guglielmo Braguglia © 2007
A parte l'innumerevole quantità di informazioni tecniche che fornisce su ogni singolo modello (l'edizione che ho io, pur essendo del 2007, non include l'ultimo nato SB400), il suddetto libro include una parte introduttiva della quale ritengo possa essere interessante metter qui un sintetico riassunto in Italiano, a beneficio di tutti i lettori.
Mi si scusi una certa sintassi Italiana poco ortodossa che, spesso, viene fuori facendo delle traduzioni dall'Inglese da parte di uno che di mestiere non fa il traduttore
Panoramica delle Modalità (TTL, A, AA, M)
La modalità operativa che si seleziona è in realtà quella che primariamente determina in quale modo è controllato il nostro Speedlight e quindi quanta luce esso emetterà al momento dello scatto.
TTL (Through-the-Lens)
In modalità TTL, la fotocamera controllerà la quantità di luce emessa dallo Speedlight basandosi sulla luce che riceverà attraverso l'obiettivo e che catturerà attraverso dei sensori posti all'interno della fotocamera.
Con il passare degli anni Nikon ha perfezionato questo sistema passando dal TTL al D-TTL fino al più recente i-TTL.
Vedremo dettagliatamente in seguito queste modalità che sono molto legate al tipo di apparecchiature utilizzate.
A (Automatic, non TTL)
In modalità A la quantità di luce emessa dallo Speedlight sarà regolata dal sensore presente sul flash che, misurando la luce riflessa dalla scena ripresa, deciderà quando è il momento di interrompere l'illuminazione.
Poiché chi controlla la durata del lampo è il flash stesso, questa modalità è indipendente dalla fotocamera utilizzata.
AA (Auto Aperture)
La maggior parte dei nuovi Speedlight implementa questa modalità che è una versione più evoluta della modalità A, anche se richiede che la fotocamera supporti tale modalità.
In pratica, come nel caso della modalità A, è sempre lo Speedlight tramite il suo sensore a misurare la luce riflessa ed a decidere quando interrompere il lampo, ma in più si avvale di una serie di informazioni che gli trasmette direttamente la fotocamera tra qui : ISO, lunghezza focale, diaframma, compensazione dell'esposizione, ...
Tutte queste informazioni in più permettono allo Speedlight di migliorare l'accuratezza della misura.
M (Manual)
In modalità manuale a decidere la quantità di luce emessa è ... il fotografo Non viene presa alcuna informazione né dal sensore del flash, né dalla fotocamera, ma vengono seguite le impostazioni manuali.
Con alcuni modelli di Speedlight è possibile impostare delle particolari modalità manuali : FP (Focal Plane High-Speed Sync); GN (Priorit?-Distanza solo su SB-800); RPT (Ripetizione di lampi).
Si tenga presente che, indipendentemente dalla modalità prescelta o dal tipo di Speedlight utilizzato, l'intensità del lampo emesso è sempre la stessa e ciò che varia è solo la durata dell'impulso luminoso.
Protocolli di controllo dei flash Nikon in modalità TTL
Il sistema di esposizione TTL di Nikon si è molto evoluto dalla sua introduzione nel 1980. La sua prima implementazione era piuttosto semplice ... l'otturatore veniva aperto, il flash emetteva la luce la quale, riflessa dalla scena ripresa, tornava inditro e, attraverso l'obiettivo raggiungeva la pellicola; una parte di questa luce era riflessa dalla pellicola stessa (bounced Off The Film OTF) e catturata da un sensore collocato sul fondo del box dello specchio all'interno della fotocamera; quando la misura indicava che una quantità di luce sufficiente aveva raggiunto la pellicola, veniva interrotta, praticamente istantaneamente, l'emissione di luce da parte del flash.
Il TTL nelle fotocamere a Pellicola
I problemi principali con questo sistema erano, ovviamente, quando il soggetto occupava una parte relativamente piccola della scena e quindi la luce ambiente variava considerevolmente la misura e quindi la luce emessa dal flash. Ad esempio, un soggetto piccolo in una grande stanza buia, rifletteva poca luce costringendo il sistema di misura a far durare di più il lampo del flash ottenendo così ... un soggetto bruciato. Al contrario, un soggetto piccolo in un ambiente luminoso risultava ... sottoesposto.
Nel 1992, al fine di cercare di correggere questo problema, Nikon introdusse un notevole miglioramento nel sistema TTL con l'introduzione della N90/F90, dello Speedlight SB-25 e ... di quelli che Nikon battezzò come Monitor Pre-Flash ... una serie di deboli lampi emessi dallo Speedlight, prima dello scatto vero e proprio, utilizzati per effettuare una serie di misurazioni relative alla capacità di riflettere la luce da parte della scena ripresa. Per effettuare tali misurazioni venne introdotto un sensore, diviso in 5 aree, di cui una centrale di circa le dimensioni del cerchio che si trova sullo schermo di messa a fuoco, e altre quattro coprenti le rimanenti quattro regioni angolari.
Oltre a queste modifiche Nikon introdusse una nuova serie di obiettivi conosciuto come obiettivi di tipo D, contenenti un circuito elettronico in grado di comunicare la distanza di messa a fuoco. Tale distanza è utilizzata dal sistema TTL presumendo che il soggetto principale sia nel punto di messa a fuoco.
Utilizzando obiettivi di tipo D o di tipo G (come i D, ma senza la ghiera dei diaframmi), un corpo macchina compatibile ed uno Speedlight che lo supporta, si può avere quello che Nikon definisce "3D Multi-Sensor Balanced Fill-Flash", con altre lenti la definizione diviene invece "Multi-Sensor Balanced Fill-Flash". In entrambi i casi il sistema utilizza i "Monitor Pre-Flash" per effettuare la misurazione. Nikon raggruppa entrambi questi metodi sotto l'unico appellativo di "Automatic Balanced Fill-Flash" con sensore multizona TTL.
Occorre fare alcune annotazioni :
- Primo, i "Monitor Pre-Flash" NON vengono utilizzati se si regola lo Speedlight in "Standard-TTL" (appare sul display solo la scritta TTL), oppure viene usato un obiettivo NON dotato di CPU, oppure ancora la testa del flash viene spostata dalla sua posizione standard, ovvero se viene ruotata o inclinata verso l'alto o verso il basso. Inoltre, nel caso particolare dello SB-80DX, i pre-flash NON vengono emessi se si attiva la modalità "wireless".
- Secondo, contrariamente a quanto scritto da alcune parti, il sensore a 5 segmenti del TTL, usato da Nikon fin dalla N90/F90 sia nelle sue fotocamere a pellicola che in quelle digitali, copre TUTTA l'area del fotogramma e NON solo l'area coperta dai sensori della messa a fuoco automatica.
- Terzo, nel caso la testa dello Speedlight venga spostata dalla sua positione naturale, ovvero venga ruotata o inclinata verticalmente, il sistema esposimetrico torna ad essere l' OTF.
Esaminiamo ora la sequenza di scatto di una fotocamera a pellicola quando si usa uno Speedlight compatibile e delle lenti di tipo D o G :
1. alla pressione del pulsante di scatto la fotocamera recupera la distanza di messa a fuoco indicata dall'obiettivo di tipo D (o G)
2. lo specchio si solleva e la luce raggiunge l'otturatore
3. a questo punto la fotocamera invia un segnale allo Speedlight affinche esso inizi ad emettere i "Monitor Pre-Flash". Il flash emette fino a 18 deboli lampi di misurazione. I primi due non vengono utilizzati per la misura vera e propria ma solo per consentire la stabilizzazione degli impulsi luminosi e verificare che siano tutti della stessa intensità (se necessario viene emesso un terzo impulso di stabilizzazione). Dopo ciò vengono emessi fino a 15 impulsi utilizzati veramente per la misura.
4. La luce emessa da questi lampi è riflessa dalla scena e, attraverso l'obiettivo, arriva sulla tendina dell'otturatore da dove è riflessa verso il sensore TTL a 5 segmenti.
5. i dati ricevuti dal sensore, assieme ai dati raccolti dal sensore della luce ambientale e quelli di distanza provenienti dall'obiettivo (se di tipo D o G) vengo quindi elaborati dalla fotocamera per calcolare la giusta esposizione.
6. inizia quindi l'apertura dell'otturatore
7. la fotocamera invia allo Speedlight il segnale di attivazione del lampo principale. Nello stesso tempo il sensore TTL monitorizza il segnale OTF e, quando è raggiunto il tempo calcolato, segnala allo Speedlight di spegnere il lampo, cosa che avviene praticamente istantaneamente.
8. l'otturatore viene richiuso e lo specchio riporato nella sua posizione naturale.
E' importante sottolineare che la durata del lampo, della maggior parte degli Speedlight, è estremamente breve. Anche alla massima potenza essa è compresa tra 1/500 ed 1/10'000 di secondo e spesso anche piè breve. Questo significa che, comunque, la pellicola continua a ricevere la luce ambiente durante il tempo che resta (si rammenti che normalmente la massima velocità di otturazione ammessa con il flash è 1/250 di secondo).
Il TTL nelle fotocamere a Digitali SENZA il supporto del CLS, il D-TTL
Il disegno delle prime digitali della serie D1, presentò un nuovo problema agli ingegneri di Nikon. L'assenza della pellicola e la particolare struttura del sensore digitale, assieme ai filtri ad esso anteposti, non permetteva più l'utilizzo dell'OTF che venne quindi escluso dalle fotocamere di queste serie.
La sequenza di scatto di una fotocamera digitale, senza il supporto del CLS, quando si usa uno Speedlight compatibile e delle lenti di tipo D o G, venne quindi leggermente modificata :
1. alla pressione del pulsante di scatto la fotocamera recupera la distanza di messa a fuoco indicata dall'obiettivo di tipo D (o G)
2. lo specchio si solleva e la luce raggiunge l'otturatore
3. a questo punto la fotocamera invia un segnale allo Speedlight affinche esso inizi ad emettere i "Monitor Pre-Flash". Il flash emette fino a 18 deboli lampi di misurazione. I primi due non vengono utilizzati per la misura vera e propria ma solo per consentire la stabilizzazione degli impulsi luminosi e verificare che siano tutti della stessa intensità (se necessario viene emesso un terzo impulso di stabilizzazione). Dopo ciò vengono emessi fino a 15 impulsi utilizzati veramente per la misura.
4. La luce emessa da questi lampi è riflessa dalla scena e, attraverso l'obiettivo, arriva sulla tendina dell'otturatore da dove è riflessa verso il sensore TTL a 5 segmenti.
5. i dati ricevuti dal sensore, assieme ai dati raccolti dal sensore della luce ambientale e quelli di distanza provenienti dall'obiettivo (se di tipo D o G) vengo quindi elaborati dalla fotocamera per calcolare la giusta esposizione.
6. inizia quindi l'apertura dell'otturatore
7. la fotocamera invia allo Speedlight il segnale di attivazione del lampo principale e, dopo il tempo calcolato al punto 5 e senza l'aiuto del segnale OTF, viene inviato allo Speedlight il segnale di spegnimento.
8. l'otturatore viene richiuso e lo specchio riportato nella sua posizione naturale.
Si noti che nel caso del D-TTL i "Monitor Pre-Flash" vengono utilizzati indipendentemente dalla posizione della testa dello Speedlight. Inoltre, come nel caso del TTL, essi vengono emessi con lo specchio già alzato e con l'otturatore chiuso.
Il TTL intelligente nelle fotocamere a Digitali CON il supporto del CLS, il i-TTL
Le versioni più recenti del sistema di controllo TTL Nikon utilizzano un sistema definito "Intelligente", da cui l'acronimo di i-TTL. In questo sistema vengono usati solo uno o due impulsi di pre-flash di intesità superiore e di durata inferiore a quelli utilizzati nei sistemi TTL e D-TTL.
Ad oggi, solo le fotocamere digitali della serie D2- D200, D70-, D50 [ed io aggiungo D80 e D40-] e la fotocamera a pellicola F6, permettono l'uso del i-TTL assieme a Speedlight compatibili (SB-800, SB-600 e SB-R200).
Le differenze chiave tra il sistema i-TTL ed i suoi predecessori sono fondamentalmente le seguenti :
1. come già detto, il sistema i-TTL usa meno "Monitor Pre-Flash", ma essi sono di maggiore intensità. La maggiore intensità permette una misurazione più accurata da parte del sensore TTL mentre il numero ridotto di pre-flash, permette un tempo di misura estremamente più breve.
2. i "Monitor Pre-Flash", a seconda del modello della fotocamera e/o dal numero di Speedlight in uso, possono essere emessi sia prima del sollevamento dello specchio che dopo.
3. la D200, la serie D70- e la D50 [ed io aggiungo D80 e D40-], hanno un singolo sensore i-TTL posizionato nella testa del mirino. Con queste fotocamere i pre-flash vengono sempre emessi prima del sollevamento dello specchio, indipendentemente dal numero di Speedlight usati nel CLS.
4. la serie D2- e la F6, hanno due sensori TTL; uno posizionato nella testa del mirino (i-TTL), l'altro alla base del box dello specchio (TTL). Con queste fotocamere, nel caso di uso di un singolo Speedlight CLS, i pre-flash vengono emessi dopo il sollevamento dello specchio, mentre nel caso di più Speedlight CLS in configurazione wireless, prima del sollevamento dello specchio.
Vediamo quindi le differenti sequenze di scatto.
* Nel caso di fotocamere D200, D70-, D50 [ed io aggiungo D80 e D40-] usate con uno o più Speedlight CLS e di fotocamere della serie D2- e F6 usate con più Speedlight CLS collegati in wireless si ha :
1. alla pressione del pulsante di scatto la fotocamera recupera la distanza di messa a fuoco indicata dall'obiettivo di tipo D (o G)
2. la fotocamera invia un segnale allo Speedlight affinche esso inizi ad emettere i "Monitor Pre-Flash". Il flash emette uno o due impulsi.
3. la luce emessa da questi lampi è riflessa dalla scena e, attraverso l'obiettivo, arriva sullo specchio ed è riflessa sul sensore i-TTL che si trova nella testa del mirino.
4. i dati ricevuti dal sensore i-TTL, assieme ai dati raccolti dal sensore della luce ambientale e quelli di distanza provenienti dall'obiettivo (se di tipo D o G) vengo quindi elaborati dalla fotocamera per calcolare la giusta esposizione.
5. lo specchio si solleva ed inizia l'apertura dell'otturatore.
6. la fotocamera invia allo Speedlight il segnale di attivazione del lampo principale e, dopo il tempo calcolato al punto 4. viene inviato allo Speedlight il segnale di spegnimento.
7. l'otturatore viene richiuso e lo specchio riportato nella sua posizione naturale.
* Nel caso invece di fotocamere della serie D2- e F6 usate con un solo Speedlight CLS si ha :
1. alla pressione del pulsante di scatto la fotocamera recupera la distanza di messa a fuoco indicata dall'obiettivo di tipo D (o G)
2. lo specchio si solleva e la luce raggiunge l'otturatore
3. a questo punto la fotocamera invia un segnale allo Speedlight CLS affinche esso inizi ad emettere i "Monitor Pre-Flash" e lo Speedlight emette uno o due impulsi.
4. la luce emessa da questi lampi è riflessa dalla scena e, attraverso l'obiettivo, arriva sulla tendina dell'otturatore da dove è riflessa verso il sensore TTL a 5 segmenti.
5. i dati ricevuti dal sensore TTL, assieme ai dati raccolti dal sensore della luce ambientale e quelli di distanza provenienti dall'obiettivo (se di tipo D o G) vengo quindi elaborati dalla fotocamera per calcolare la giusta esposizione.
6. la fotocamera invia allo Speedlight CLS il segnale di attivazione del lampo principale e, dopo il tempo calcolato al punto 5. viene inviato allo Speedlight il segnale di spegnimento.
7. l'otturatore viene richiuso e lo specchio riporato nella sua posizione naturale.
Regolazione del lampo
Delle fasi appena descritte, la più cruciale è sicuramente quella in cui vengono calcolate, da parte della fotocamera, le informazioni relative al lampo del flash.
Secondo le informazioni fornite da Nikon, quando il sistema di misura è impostato su "Matrix", ai suddetti calcoli concorrono varie elementi oltre la quantità di luce rilevata dal sensore TTL ed in particolare : la luminosità, il contrasto e le informazioni di messa a fuoco.
Luminosità
Come detto, in modalità Matrix, la fotocamera valuta la "Luminosità", ed il numero di segmenti del sensore utilizzati per questa misura varia a secondo del modello della fotocamera. Generalmente tale numero è compreso tra 5 e 10.
E' da notare che le fotocamere a pellicola come la F5 e la F6 usano un sensore Matrix a 5 segmenti e NON usano il sensore RGB a 1005 pixel. Differente è il comportamento nel caso di fotocamere digitali della serie D2- che usano il sensore Matrix a 5 segmenti quando debbono controllare un singolo Speedlight, mentre usano il sensore RGB a 1005 pixel nel caso di configurazione con più Speedlight in wireless.
Contrasto
La fotocamera compara la luminosità di ogni segmento del sensore Matrix o del multi-sensori, cercando di identificare specifiche sequenze di luce e di buio. Se, ad esempio, gli estremi del sensore rivelano un'alta luminosità, mentre quelli centrali una bassa luminosità, la fotocamera identificherà una situazione di un soggetto al centro del fotogramma su di un fondo molto illuminato (controluce).
La sequenza letta dal sensore viene comparata dalla fotocamera con le sequenze presenti nella sua base dati ed in caso di informazioni incongruenti può venire riconfiguarata la sequenza di analisi alla ricerca di quella più adatta. Infine, se un segmento riporta un segnale di eccessiva luminosità, rispetto agli altri, la fotocamera presume che si tratti di una superficie particolamente riflettente (un vetro, uno specchio, ecc. ecc.) e lo ignora nel calcolo dell'esposizione.
Informazioni sulla messa a fuoco
Le informazioni sulla messa a fuoco sono fornite in due modi : distanza fotocamera/soggetto e livello di fuoco/sfocatura per ogni elemento del sensore di messa a fuoco. L'insieme di queste informazioni non solo permette di determinare la distanza del soggetto, ma anche la struttura dell'ambiente che lo circonda.
Queste informazioni influenzano la decisione su quali segmenti del sistema di misura Matrix (o multi-sensore) e del sensore TTL siano più importanti per il corretto calcolo dell'esposizione nel tentativo di evitare di sovraesporre il soggetto.
Da notare che le informazioni di distanza di messa a fuoco sono disponibili solo con obiettivi di tipo D o G.
Un'altra osservazione riguarda l'uso del lock del fuoco. Se si inquadra il soggetto, si blocca la messa a fuoco usando il sensore centrale e ci si sposta, si ha che il sistema esposimentrico, se rileva una grande variazione di luminosità, ricalcoli l'esposizione cor risultati che non sempre sono quelli voluti
Per evitare questo genere di problemi Nikon ha introdotto, nelle fotocamere compatibili CLS, un blocco sul valore del flash (FV lock).
Terminologia del TTL Nikon
Come abbiamo visto, il metodo usato per il controllo TTL dell'esposizione è funzione del tipo di fotocamera, dell'obiettivo usato, del modo di esposizione e del sistema TTL usato per misurare la luce ambiente.
All'interno sia delle fotocamere a pellicola che digitali Nikon, possiamo distinguere SEI sistemi di esposizione TTL; cinque possono essere raggruppati sotto il termine generico di "Automatic Balanced Fill-Flash", mentre il sesto, fondamentalmente differente, è definito "Standard TTL flash".
Automatic Balanced Fill-Flash
Questo termine è usato da Nikon per raggruppare i seguenti sistemi di misura TTL dell'esposizione :
- 3D Multi-sensor Balanced Fill-Flash
Tra tutti è il sistema più sofisticato ed è disponibile solo con l'uso di obiettivi della serie D o G, connessi ad una fotocamera compatibile. Quest'ultima, nel calcolo dell'esposizione, tiene conto dei seguenti fattori : distanza di messa a fuco fornita dall'biettivo (da qui il nome 3D), informazioni dal sensore TTL interno e informazioni ottenute dai pre-flash emessi prima dell'esposizione.
Questo sistema è particolarmente efficace nei casi in cui lo sfondo sia illuminato o in modo eccessivo o i modo scarso o vi siano delle superfici particolarmente riflettenti.
- Multi-sensor Balanced Fill-Flash
Essenzialmente identico al precedente, se ne differenzia per il fatto che nel calcolo dell'esposizione non entra la distanza di messa fuoco. Da notare che, a livelo di icone che appaiono sullo Speedlight, non c'è differenza tra questi due modi e quindi, per capire quale dei due si stia utilizzando, occorre vedere se l'obbiettivo è di tipo D/G o no.
E' altresì importante segnalare che alcune recenti fotocamere (serie D2-, D200, F6) è possibile l'uso di questo sistema anche con obiettivi NON dotati di CPU.
- Center-weighted Fill-Flash
E' simile al sistema Matrix con la differenza che per calcolare l'esposizione è usato il sistema di misura Center-weighted del TTL. In caso di utilizzo di obiettivi senza CPU, questo modo di utilizzo può esser attivato solo su alcune fotocamere.
Nelle fotocamere a pellicola compatibili con questo sistema (F5, F100, serie N90/F90) il calcolo del lampo è effettuato durante l'esposizione con il sistema TTL. Nelle fotocamere digitali compatibili (serie D1-) il calcolo del lampo è calcolato con il sistema dei pre-flash.
- Spot Fill-Flash
L'uso di questo sistema è limitato ad alcune vecchie fotocamere (serie N90/F90; serie N90s/F90x, serie N70/F70 e serie N8008s/F801s) quando si usano obiettivi senza CPU. Il calcolo del lampo è fatto durante l'esposizione con il sistema TTL ed è necessario che sulla fotocamera si sia selezionato il metodo di misura Spot.
Alcune note su quanto sino qui indicato :
- Nonostante alcune volte si vedano i due nomi usati indifferentemente con lo stesso significato, "Matrix Balanced fill-flash" NON è la stessa cosa di "Multi-sensor balanced fill-flash".
- Anche se dipende dal corpo macchina utilizzato, in alcuni casi (serie D1-, F5 e F100), pur selezionando il sistema "Matrix" con ottiche di tipo Ai o Ai-S (cioè ottiche senza CPU), viene utilizzato il "Center-weighted fill-flash". Come già detto comunque, le nuove fotocamere (serie D2-, D200 e F6) sono in grado di utilizzare il sistema "Matrix" anche con obiettivi senza CPU.
- Selezionando il sistema "Spot" nelle attuali fotocamere comporta automaticamente la selezione del sistema "Standard TTL".
- Standard TTL Flash
La differenza fondamentale del sistema "Standard TTL" rispetto a quelli fin'ora illustrati è che per il calcolo dell'esposizione esso si avvale esclusivamente del ... sistema TTL !
Tutte le altre misure che possono essere effettuate dalla fotocameta (Luminosità, contrasto, distanza di messa a fuoco) NON vengono incluse nel calcolo dell'esposizione.
Capire la terminologia di Nikon
Molti fotografi non capiscono come la loro scelta del modo di esposizione possa modificare l'aspetto finale della foto ove siano presenti sia la luce ambiente che la luce del flash.
Spesso essi credono che, utilizzando il sistema "Balanced Fill-Flash", sia il soggetto che lo sfondo saranno correttamente esposti. Raggiungono poi la frustrazione quando scoprono che tutti le impostazioni che possono aver fatto sulla fotocamera o sullo Speedlight vengono modificate o spesso ... totalmente ignorate !!!
Cosa succede ? ... signori, stiamo parlando di "Automatic Balanced Fill-Flash" ... chi ha il controllo non è il fotografo, ma è la fotocamera che calcola l'esposizione !
A questo si aggiunga che selezionando A (Aperture priority) o P (Program), si ha che i tempi di otturazione sono normalmente limitati tra 1/250 e 1/60.
Un modo per ovviare a questa restrizione, usando il modo A, è quello di utilizzare la modalità "Slow-Sync" del Flash (da non confondere con il Rear-Sync) che permette l'uso di tutti i tempi compresi tra la massima velocità di sync del flash e la minima della fotocamera.
In alternativa, su alcune fotocamere Nikon più recenti (serie D2-, D200, serie D70-, F6) è possibile scegliere una velocità di otturazione inferiore (quando la fotocamera è in modo A o P) attraverso i "Custom Settings" del menu.
Un'altra cosa che induce a confusione è il termine Automatic Balances Fill-Flash! Il termine Fill-Flash è una tecnica in cui la luce del flash è utilizzata per fornire una luce supplementare a quella ambientale, ma con un livello che non supera quest'ultima.
L'utilizzo di questo termine da parte di Nikon crea solo confusione. L'uso di uno degli "Automatic Balanced Fill-Flash", ad esempio in un ambiente buio, farà si che il flash diventi la sorgente principale di luce, superando di gran lunga la luce ambientale e non essendo certo classificabile come un Fill-Flash !
Ogni qual volta si vede il termine "Automatic Balanced Fill-Flash" si ricordi che sia la luce ambientale che quella del flash saranno utilizzate per il calcolo dell'esposizione. Come queste due sorgenti di luce saranno miscelate e in che proporzione, dipende dalla combinazione della fotocamera, dell'ottica utilizzata e del metodo Flash selezionato.
TTL Wireless ... il controllo di più flash
L' "Advanced Wireless Lighting System" del CLS di Nikon, permette di utilizzare più Speedlight, collegati tra loro in wireless, con il sistema TTL della fotocamera. I vari Speedlight possono essere raggruppati in TRE gruppi indipendenti, oltre all'unità master di controllo.
Contrariamente a quanti alcuni credono, la comunicazione tra i vari Speedlight NON avviene via radio, ma attraverso un sofisticato sistema di impulsi luminosi compresi nell'intervallo degli 800-1000 nm ovvero ... nell'infrarosso.
Tutti gli Speedlight compatibili con il sistema wireless (SB-800, SB-600 e SB-R200) hanno incorporato un sensore IR che rileva i suddetti impulsi emessi dall'unità master (Attenzione a non confondere l'AF-Assist Illuminator che lavora nel rosso con l'emissione di questi impulsi. Gli impulsi sono generati dalla stessa lampada del flash!).
La fotocamera e l'unità Master, svolgono tutto il lavoro di comunicazione; gli impulsi trasmessi dall'unità Master vengono ricevuti dalle unit? remote che adattano così il loro modo di lavorare. Le unità remote, contrariamente a quanto qualcuno afferma, NON trasmettono alcuna informazione indietro al Master, ma sono solo passive.
Attraverso una specifica opzione, le unità Master (SB-800 e flash incorporato nella D200) possono essere trasformate in "Commander" ovvero unità che non partecipano all'illuminazione della scena ma trasmettono solo gli impulsi infrarossi di controllo. Unità "Commander" dedicata è l' SU-800, unità simile ad un flash ma senza la possibilità di produrre il lampo (ha solo un emettitore di impulsi infrarossi).
L'SB-600 e l'SB-R200 possono essere esclusivanete unità remote, ma non possono svolgere la funzione di unità Master.
Si noti che quando gli Speedlight operano in modalità "Advanced Wireless Lighing" perdono alcune funzioni, tra cui il "wide-area AF-assist", l'auto-zoom (nelle unità remote), ecc. ecc.
Flash Value (FV) Lock
La funzione di Flash Value (FV) Lock vi permette di valutare l'esposizione per una certa inquadratura e mantenerla al cambiare di quest'ultima.
Difatti, se ad esempio, abbiamo il soggetto principale su cui fisseremo la messa a fuoco, che vogliamo posizionare lateralmente rispetto all'inquadratura, in caso di sfondo molto chiaro o molto scuro, a nulla varrà tenere parzialmente premuto il pulsante di scatto ... la messa a fuoco non varierà, ma il sistema esposimetrico ricalcolerà l'esposiozione sottoesponendo o sovraesponendo il soggetto principale.
La funzione FV Lock deve essere attivata attraverso il menu dei settaggi personalizzati. Fatto questo si può procedere con l'inquadrare il soggetto e mettere a fuoco (pressione parziale del tasto di scatto). Lo Speedlight emetterà i pre-flash per la misura della corretta esposizione e a questo punto sarà possibile premere il bottone AE-L/AF-L e cambiare l'inquadratura. La fotocamera ricorderà le misure effettuate e si potrà procedere con lo scatto con i valori misurati in precedenza.
Nel caso di modifica della lunghezza focale (nel caso di zoom), o di cambio di apertura, il sistema FV provvederà a compensare le variazioni in modo da aggiustare il lampo di conseguenza.
Questa funzione è disponibile su tutte le fotocamere compatibili con il sistema CLS ed può essere utilizzata con le seguenti modalità operative : i-TTL ed AA solo con le fotocamere della serie D2-, D200 ed F6.
Trasmissione delle informazioni di colore
Quando usati con fotocamere compatibili, l'SB-800 e l'SB600 trasmettono automaticamente delle informazioni relative alla temperatura colore della luce emessa.
Quando la fotocamera è regolata per il "Bilanciameto Automatico del Bianco", dette informazioni sono prese in considerazione per adattarsi alla luce emessa dal flash.
Inutile sottolineare ancora che tutto ciò funziona solo ed esclusivamente nella modalità di bilanciamento del bianco "Auto".
Auto FP : High-Speed Sync
Questa funzione è disponibile solo per SB-800 e SB-600 attualmente solo su fotocamere della serie D2-, D200 e F6.
Come è noto, una delle limitazioni fondamentali nell'uso in luce diurna del Fill-Flash è la massima velocità dell'otturatore che, normalmente, è limitata ad 1/250 di secondo. Questo provoca problemi in ambienti molto luminosi, se si desidera usare diaframmi molto aperti poiché il tempo di esposizione deve essere necessariamente inferiore al 1/250, pena la sovraesposizione dell'immagine.
Attivando questa funzione si hanno a disposizione tutti i tempi di scatto ed il flash viene regolato di conseguenza.
Come è possibile ? ... semplice, il flash NON emette più un singolo lampo, ma una raffica rapidissima di lampi. Il rovescio della medaglia è che la capacità di illuminare di questa raffica è notevolmente inferiore e quindi si riduce drasticamente la portata dello Speedlight (come se perdesse di NG).
Una nota ... la serie D70- e la D50 non sono compatibili con il sistema "FP high-speed sync", ma permettono comunque di sincronizzare l'esposizione fino ad 1/500 di secondo. Questo è possibile grazie an un trucco, difatti, oltre il 1/250 queste fotocamere non variano la velocità delle tendide dell'otturatore, ma, piuttosto, accendono e spengono il sensore.
Guglielmo Braguglia © 2007
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1 Comments
l'avevo letto tempo fa anche se un autore
http://desmonddowns-...s-wireless.html
in contrasto con
http://nikonclspract...de.blogspot.it/
sostiene che con le fotocamere dalla D90 in poi, in TTL-BL non occorre applicare la funzione FV in quanto la lettura esposimetrica flash segue il punto di MAF.
Da prove fatte, pare abbia ragione, almeno per quanto riguarda i punti di maf della D90
ciao
p.s. il tuo sito e fra i miei preferiti, lo consulto spesso