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Macro a basso costo.. Lenti o tubi?
dic 27 2012 01:00 |
Silvio Renesto
in Tutorial
macrofotografiaCome sempre non c'è una scelta nettamente migliore dell'altra, dipende da cosa si vuole fare. Tubi e lenti addizionali hanno ciascuno dei vantaggi e degli svantaggi, alcuni dei quali possono dipendere molto dagli obiettivi con cui si vogliono usare questi accessori.
Qui voglio proporre il mio punto di vista basato sulla mia esperienza e relativo soprattutto a macrofotografia amatoriale sul campo, non professionale in laboratorio su stativo, con illuminatori e quant'altro, dove ovviamente si può montare ogni sorta di accrocchio a qualsiasi distanza dal soggetto che tanto non si muove e la luce è controllabile nei modi più disparati. Naturalmente anche sul campo si può gestire l'illuminazione con pannelli, flash multipli ecc., ma se uno si prende la briga di acquistare e imparare a gestire questi sistemi, non credo sia interessato a leggere se conviene di più un tubo di prolunga od una lente addizionale su un obiettivo non macro, perchè per prima cosa ne saprà già abbastanza e poi senza dubbio si sarà procurato un vero obiettivo macro con cui lavorare.
Questo è anche il motivo per cui non ho nominato i soffietti; so che esistono, ma li ritengo molto scomodi sul campo oltre che non semplici da usare (sempre sul campo) e non so quanti siano in grado di trasmettere gli automatismi ecc., per cui nella mia personale e parzialissima opinione non li vedo come strumenti per chi si vuole avvicinare alla macro, così come la pratica degli obiettivi rovesciati, accoppiati e altre migliaia di soluzioni più o meno funzionali esistenti, ma che richiedono studio ed esperienza, ossia sono un passo successivo. Questo è solo l'inizio.
Tubi di prolunga: Come tutti sapranno sono degli aggiuntivi ottici privi di lenti che si limitano ad aumentare il tiraggio che, detto un po' a spanne (poi gli esperti veri non mancheranno di correggermi e darvi la definizione giusta) è la distanza fra il piano sensore/pellicola e la baionetta di innesto. In pratica è un'incremento dell'estensione che si ha (anzi si aveva) con l'allungamento dell'elicoide nella messa a fuoco ravvicinata. Maggiore sarà l'allungamento, più si potranno mettere a fuoco soggetti vicini, quindi si avrà un maggiore rapporto di riproduzione(rapporto fra le dimensioni reali del soggetto e la sua immagine riprodotta sul sensore). Il rapporto di riproduzione ottenibile dipende da quanto allungamento si aggiunge (ossia da quanto è lungo il tubo di prolunga) e dalla lunghezza focale dell'obiettivo. Con l'obiettivo focheggiato ad infinito l'ingrandimento ottenibile si avrà dividendo la lunghezza focale dell'obiettivo per quella del tubo di prolunga, quindi più corta la focale maggiore sarà l'ingrandimento a parità di estensione: un tubo lungo 2,5cm (25mm) su un obiettivo di focale 50mm (focheggiato ad infinito) darà un rapporto di riproduzione di (50:25=2) 1:2 cioè la metà delle dimensioni reali del soggetto, su un obiettivo di 100mm darà un rapporto di riproduzione di 1:4 su un 200mm di 1:8 e così via. Naturalmente agendo sulla messa a fuoco si può guadagnare ancora qualcosa (poco o ... un po' di più, dipende anche dalle caratteristiche dell'obiettivo) come rapporto di ingrandimento.
Un tubo di prolunga Af (Kenko Unitube da 25mm) e nikon( PN11 da 52,7mm)
50mm f1.8 Af alla minima distanza di messa a fuoco
50mm f1.8 più tubo Pk13 (27,2mm) focheggiato ad infinito
50mm f1.8 Af più tubo Pk 13 (27,2mm) focheggiato alla minima distanza di messa a fuoco.
Vantaggi: i tubi di prolunga sono robusti, quelli moderni (Kenko/Soligor e cloni relativi) mantengono tutte o quasi le funzioni degli obiettivi, Af compreso se la luminosità è sufficiente, ne esistono di svariate lunghezze combinabili fra loro per avere diversi rapporti di ingrandimento. Non avendo lenti, non introducono aberrazioni particolari che degraderebbero la qualità di immagine.
Svantaggi: si perde la messa a fuoco ad infinito, e si ha una perdita di luminosità piuttosto consistente, ad es. un tubo da 50mm come il Nikon PN11 (52 e qualcosa per l'esattezza) provoca una caduta di luce pari ad almeno due diaframmi, con le relative conseguenze sui tempi di esposizione e al precisione nella messa a fuoco. I rapporti di riproduzione maggiori si hanno con le focali corte, che sul campo sono le meno comode perchè hanno già una distanza minima di messa a fuoco bassa, riducendola ulteriormente si finisce per essere spesso troppo vicini al soggetto, con le conseguenti difficoltà operative e se si usa il flash a volte diventa difficile una misurazione TTL affidabile (ad es. è specificato che i Kenko Pro non trasmettono l'informazione di distanza al corpo macchina/flash per evitare esposizioni erronee, perchè la distanza non è quella che il chip rileverebbe). Poi, tutto si può fare naturalmente, anche se scomodo.. Con i tele medi può essere utile come ho già scritto altrove usare un tubo corto per guadagnare qualcosa per la fotografia ravvicinata, mentre l'allungamento necessario per ottenere veri rapporti di riproduzione da macrofotografia richiedono più tubi montati in serie con allungamento di tutto l'insieme, il che rende critico gestire le vibrazioni e la caduta di luce,
Questa foto è stata fatta con il vecchio Nikon 300mm f4 AfD (la messa a fuoco minima senza accessori a 2,5m) più un tubo di prolunga Kenko Af da 2,5cm
Aeshna isoceles fotografata con il 300mm f4 AfD (messa a fuoco minima senza accessori a 2.5m) più nikon PK 13 (2,7 cm circa)
Qui invece ho usato il 300mm f4 AFS (messa a fuoco minima senza accessori a 1,45m circa) più tubo Kenko Af da 2,5cm.
Come ho spiegato già, un tubo corto sul teleobiettivo moderno (leggasi IF) permette anche di aumentare l'ingrandimento ad una data distanza senza avvicinarsi al soggetto, sfruttando il fatto che con il tubo l'obiettivo sarà focheggiato per distanze nominali più lunghe, per cui la sua focale effettiva sarà maggiore che se si mettesse a fuoco alla stessa distanza, ma senza il tubo.
Nikon 300mm f4 AFS distanza di messa a fuoco 2,5m (per i curiosi: è il cranio di un avvoltoio)
Nikon 300mm f4 AFS + Tubo nikon PN11 alla stessa distanza (anzi, 5 cm più indietro, per la presenza del tubo)
Nikon 300mm f4 AFs alla minima distanza di messa a fuoco (1,5m)
Nikon 300mm f4 AFS + tubo PN11 sempre a 1,5m (più 5cm)
Questo perchè l'elicoide è regolato su distanze maggiori, quindi la riduzione della focale effettiva è minore.
Personalmente uso molto i tele nella macro e quindi raramente uso i tubi, per lo più appunto per la fotografia ravvicinata o per "guadagnare senza spostarmi"..
Test:
Yes
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5 Comments
una bella carrellata chiara ed esaustiva.
Devo confessarti un certo disamore per gli aggiuntivi ottici. La ragione di ciò è legata alla pigrizia. Montare un tubo su un 70-200 significa renderlo inutilizzabile per altre riprese se non quelle ravvicinate. Avere un macro in canna invece non preclude altre opzioni di ripresa.
Se questa non è pigrizia ...
Ciao e grazie
Il mio articolino è rivolto a chi non sa se la macro gli piacerà (ad es. un mio amico dopo un'uscita con me ha detto "meno male che non mi sono comprato un macro! Perchè il genere non gli andava proprio); oppure a chi non vuole spendere per un macro oppure per quellle volte che nonpuo portartelo dietro.
La cosa singolare è che Ronne Gaubert non ha praticamente mai fatto macro con un .. macro. Tutto con il 300 f4AFS (ma le sue non sono mai macro spinte).
Ciao,
Silvio
PS Daniele: in genere sì, meglio i tubi, le lenti sono Ok quasi solo con gli zoom.
Andrea
Ciao,
Silvio