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2
La profilazione della fotocamera nei software Adobe (LightRoom 3 ed ACR)
nov 20 2011 01:00 |
andre_
in Tutorial
Chiariamo subito un equivoco che io stesso (ahimé) ho contribuito a creare....
Il processo che vado a descrivere non é una calibrazione, bensí una profilazione.
La nostra DSLR é giá calibrata in origine (non é possibile far funzionare il sensore in maniera differente da quella impostata in fabbrica).
Restano quindi i due steps successivi: caratterizzazione e profilazione.
In un vecchio articolo abbiamo seguito il percorso che Adobe metteva a disposizione all'interno dei suoi softwares, per far combaciare (meglio, avvicinare) i colori della foto con quelli reali della scena riprodotta.
Il procedimento funziona, ed é ancora disponibile all'interno di ACR e di LightRoom, ma é piuttosto grezzo. E limitato.
Intendiamoci, il fine ultimo della profilazione di una DSLR non é tanto e solo la perfetta correlazione tra foto e realtá.
Per ottenere una correlazione degna di una riproduzione di un'opera d'arte, ad esempio, non basta avere costruito un profilo generale per il proprio sensore, ma occorre farne uno specifico per le condizioni della foto, migliorarlo a mano e controllarlo in maniera profonda e decisamente piú specifica rispetto a quello che sto descrivendo qui.
Una profilazione "generale", invece, é utile per tutte e foto, scattate in qualsiasi condizione.
É utile soprattutto per ridurre il color shift che in molti esemplari di DSLR si osserva tra la resa del colore nelle ombre e nelle zone illuminate nella foto, é utile per rimettere in ordine la saturazione e la tinta di alcuni colori "critici".
E soprattutto é utile per avere una base di partenza comune tra le foto, in modo da poter applicare con una maggiore efficienza le correzioni fatte su un'immagine a tutte le altre foto prese nella stessa sessione.
Si risparmia tempo, che si puó dedicare ad altre cose piú piacevoli.
Cosa serve:
- Una ColorChecker della X-Rite (tradizionale in formato A4, Mini o Passport – io consiglio quest'ultima se la si deve comprare oggi, ma va benissimo qualsiasi altra).
- Il software gratuito di Adobe DNG Converter
- Il software gratuito di X-Rite ColorChecker Passport
- (Opzionale: il software gratuito di Adobe DNG Profile Editor)
- Una lampadina ad incandescenza al Tungsteno (meglio due)
- Un angolo all'ombra in una giornata di sole (ma anche il sole va benissimo)
Preparazione:
Per creare un profilo generale per la fotocamera sono necessarie due foto della ColorChecker.
Le foto vanno scattate in RAW. Il profilo che andiamo a creare non avrá effetto sui JPG.
Fotografare la Colorchecker sotto una illuminazione uniforme.
É il passo piú importante di tutto il procedimento, ed é tutt'altro che banale.
Se si baglia questo, i risultati fanno pietá, ed é decisamente meglio rinunciare.
Prima foto: Illuminante "A" (circa 2850K)
L'ideale é mettere la CC davanti a due lampadine ad incandescensa poste a 45°, tenute ad una certa distanza (almeno la stessa della macchina fotografica), uguale per entrambe. In una stanza buia, o quasi.
Le lampadine ad incandescenza (non alogene) sono indispensabili se si usa il software della Adobe.
Se si usa il software della X-Rite (consigliato), possono essere sostituite da lampadine a fluorescenza, Philips o Osram definite "warm light".
Le lampadine dell'IKEA, o altre di marca sconosciuta che cosano mediamente un terzo di quelle Philips ed Osram non vanno bene, cosí come non vanno bene tutti i tubi al neon diversi dai "warm light" o equivalenti. Hanno una luce verdastra (ora sono un po' meglio, ma comunque molto sotto il minimo sindacale) che non ha nulla a che vedere con l'illuminante A richiesta dal software.
Per questa foto, il software Adobe richiede una precisione abbastanza alta (±100K), che non é raggiunta da nessuna lampadina a fluorescenza.
Il software X-Rite non ha problemi di temperatura, ma le lampade a fluorescenza classiche (verdastre) hanno uno spetro luminoso troppo diverso da quello richiesto, tanto da inficiare comunque la misura.
Seconda foto: D65 (circa 6500K)
E qui iniziano i problemi, perché in commercio non ci sono molte lampade con le caratteristiche richieste.
La precisione non deve essere molto alta per il software Adobe (±500K), mentre il sofware X-Rite funziona con qualsiasi illuminazione.
Il concetto é quello di avere i due estremi delle condizioni di creazione del profilo il piú distante possibile (per questo sono state scelte le illuminanti A e D65), in modo che la quasi totalitá delle foto sia fatta in condizioni che stanno all'interno dell'intervallo (o se ne escono, che escano di poco).
Anche qui la scelta dell'illuminazione é tutt'altro che banale.
I D65 sono "definiti" come le condizioni che si hanno mettendosi in ombra in una giornata di sole pieno, non coperto da nuvole.
Va fatta grossa attenzione a dove ci si mette, per evitare che ci siano riflessi colorati che inficerebbero totalmente la foto.
Ad esempio, mettersi all'ombra di una pianta (una delle situazioni piú ovvie che ci possano venire in mente) é anche la peggiore.
La chioma dell'albero é verde, e verde é l'ombra sotto quella chioma.....
Un posto grigio (ed in cittá non mancano) é l'ideale.
[Nota: Io la seconda foto l'ho fatta sotto la luce piena del sole. Ma il mio é un caso particolare, perché abito quassú.... In Danimarca la temperatura della luce, in qualsiasi condizione, é sempre piú bassa che in Italia. Le ombre qui sono sempre a 4800-4900K, contro una luce del sole a 5000K praticamente perfetti, d'estate. Per questo a me interessava avere la seconda foto a D50 invece che a D65. Ma il mio, appunto, é un caso particolare.]
Avvertenze per scattare le foto di riferimento:
- É fondamentale non sovraesporre nessun colore della Colorchecker (si puó usare il secondo grigio – terza tacca in basso da sinistra – come riferimento per l'esposimetro in Spot).
- Non ha importanza il Bilanciamento del Bianco al momento dello scatto il software lo bilancia da sé, ed alla fine é probabile che anche i valori segnati in LightRoom possono variare leggermente prima e dopo l'applicazione del profilo.
- La resa dell'obbiettivo usato per la foto puó influenzare il profilo creato. Ovviamente é il caso di scattare entrambe le foto di riferimento con lo stesso obbiettivo.
Creazione del profilo secondo Adobe
Fatte le foto di riferimento, la parte difficile del procedimento é fatta.
I passi da fare una volta davanti al computer sono banali.
Qui di seguito viene descritto il procedimento con il software X-Rite (con il software Adobe é simile).
- Importare le foto nel computer (in formato NEF, se si usa una Nikon), metterle in una cartella e dargli un nome decente (che so, ProfilazioneD700_D65.nef)
- Con il software DNG Converter si convertono le foto in formato DNG (spiegare questo passaggio é un insulto all'inteligenza....).
- Aprire il software ColorChecker Passport, impostare "Dual illuminant DNG"
- Trascinare le foto di riferimento nella finestra del software
- Nell'improbabile caso il software non riesca a riconoscere i limiti della ColorChecker, spostare a mano i punti verdi ai quattro angoli della CC (si puó zoomare nella foto)
- Alla richiesta di salvare, dare un nome che abbia senso al file
- Attendere
- Fatto.
Ora il profilo é a disposizione nel Menu "Develop" di LightRoom, nell'ultimo pannello in basso ("Camera Calibration").
"Fisicamente", é un file con estensione .dcp che su Mac si trova nella cartella:
/Users/[User]/Library/Application Support/Adobe/Camera Raw/Camera Profiles
Su Windows7 invece: PATH/PATH/PATH (se qualcuno lo scrive nei commenti mi fa un favore....)
Cosa me ne faccio del profilo creato?
Ci sono essenzialmente due modi per utilizzare il profilo:
- Manuale
Cioé selezionando la foto da abbinare al profilo, e dal monulo Develop di LightRoom imposto il profilo creato.
Ha senso usare questo metodo se ho un profilo creato appositamente per una determinata situazione, e mi serve solo per un set di fotografie.
Normalmente questi profili sono realizati in maniera leggermente differente da quelli generali: viene fatta una sola foto alla Color Checker, elle condizioni di luce del set a cui intendo applicare il profilo. Nel software di X-Rite si crea il profilo impostando "Single Illuminant Profile".
Il procedimento é esattamente lo stesso, ma il profilo sará applicabie solo ale foto scattate in quelle determinate condizioni (es riproduzioni, serie di foto fatte in una particolare luce mista o con una particolare fonte di luce, etc.).
- Automatico – Assegnare automaticamente un profilo ad ogni foto realizzata da una particolare fotocamera
É l'uso piú generale che si fa di un profilo a doppio illuminante.
Una vlta creato il profilo, poso fare in modo che ogni volta che importo in LightRoom una foto venga assegnato automaticmante il profilo corretto.
Per le foto giá presenti in catalogo, devo necessariamente assegnare il profilo manualmente (anche in batch, usando la funzione "CopyPaste Settings").
Il procedimento é semplice:
- Nelle preferenze Generali, attivo "Make default specific to camera Serial Number".
In questo modo, abilito la possibilitá di assegnare delle impostazioni specifiche ad un preciso esemplare di DSLR (identificato dal SN, che si trova negli EXIF).
- A questo punto si sceglie una foto fatta con la fotocamera che abbiamo profilato, e si va nel pannello Develop.
Si imposta il profilo della fotocamera, e tutte le altre impostazioni che si vogliono rendere di default.
[Nota: Qualsiasi impostazione verrá applicata automaticamente ad ogni foto importata da questo momento in poi. Ad esempio, io ho impostato il Contrasto a 0, invece del +25 del default Adobe. Ma si puó impostare qualsiasi altra cosa nel pannello Develop]
- Schiacciare il tasto "Opt", su Mac, o il tasto "Alt" (credo) su Windows, e contemporaneamente "Set Default" (in basso a destra del pannello Develop, appare nel momento in cui si schiaccia Opt/Alt).
Si apre una finestra di questo tipo:
Si puó quindi impostare il default per quella macchina, o cambiarlo, o riportare tutte le regolazioni al default di Adobe.
Finito.
Per approfondire l'anatomia del profilo secondo Adobe, consiglio di fare riferimento all'ottim descrizione presente sul blogi del Boscarol, a partire da QUESTA PAGINA
É una cosa piuttosto tecnica, che non reputo fondamentale ripetere qui su Nikonland.
a_ per Nikonland © 13/11/2011
Il processo che vado a descrivere non é una calibrazione, bensí una profilazione.
La nostra DSLR é giá calibrata in origine (non é possibile far funzionare il sensore in maniera differente da quella impostata in fabbrica).
Restano quindi i due steps successivi: caratterizzazione e profilazione.
In un vecchio articolo abbiamo seguito il percorso che Adobe metteva a disposizione all'interno dei suoi softwares, per far combaciare (meglio, avvicinare) i colori della foto con quelli reali della scena riprodotta.
Il procedimento funziona, ed é ancora disponibile all'interno di ACR e di LightRoom, ma é piuttosto grezzo. E limitato.
Intendiamoci, il fine ultimo della profilazione di una DSLR non é tanto e solo la perfetta correlazione tra foto e realtá.
Per ottenere una correlazione degna di una riproduzione di un'opera d'arte, ad esempio, non basta avere costruito un profilo generale per il proprio sensore, ma occorre farne uno specifico per le condizioni della foto, migliorarlo a mano e controllarlo in maniera profonda e decisamente piú specifica rispetto a quello che sto descrivendo qui.
Una profilazione "generale", invece, é utile per tutte e foto, scattate in qualsiasi condizione.
É utile soprattutto per ridurre il color shift che in molti esemplari di DSLR si osserva tra la resa del colore nelle ombre e nelle zone illuminate nella foto, é utile per rimettere in ordine la saturazione e la tinta di alcuni colori "critici".
E soprattutto é utile per avere una base di partenza comune tra le foto, in modo da poter applicare con una maggiore efficienza le correzioni fatte su un'immagine a tutte le altre foto prese nella stessa sessione.
Si risparmia tempo, che si puó dedicare ad altre cose piú piacevoli.
Cosa serve:
- Una ColorChecker della X-Rite (tradizionale in formato A4, Mini o Passport – io consiglio quest'ultima se la si deve comprare oggi, ma va benissimo qualsiasi altra).
- Il software gratuito di Adobe DNG Converter
- Il software gratuito di X-Rite ColorChecker Passport
- (Opzionale: il software gratuito di Adobe DNG Profile Editor)
- Una lampadina ad incandescenza al Tungsteno (meglio due)
- Un angolo all'ombra in una giornata di sole (ma anche il sole va benissimo)
Preparazione:
Per creare un profilo generale per la fotocamera sono necessarie due foto della ColorChecker.
Le foto vanno scattate in RAW. Il profilo che andiamo a creare non avrá effetto sui JPG.
Fotografare la Colorchecker sotto una illuminazione uniforme.
É il passo piú importante di tutto il procedimento, ed é tutt'altro che banale.
Se si baglia questo, i risultati fanno pietá, ed é decisamente meglio rinunciare.
Prima foto: Illuminante "A" (circa 2850K)
L'ideale é mettere la CC davanti a due lampadine ad incandescensa poste a 45°, tenute ad una certa distanza (almeno la stessa della macchina fotografica), uguale per entrambe. In una stanza buia, o quasi.
Le lampadine ad incandescenza (non alogene) sono indispensabili se si usa il software della Adobe.
Se si usa il software della X-Rite (consigliato), possono essere sostituite da lampadine a fluorescenza, Philips o Osram definite "warm light".
Le lampadine dell'IKEA, o altre di marca sconosciuta che cosano mediamente un terzo di quelle Philips ed Osram non vanno bene, cosí come non vanno bene tutti i tubi al neon diversi dai "warm light" o equivalenti. Hanno una luce verdastra (ora sono un po' meglio, ma comunque molto sotto il minimo sindacale) che non ha nulla a che vedere con l'illuminante A richiesta dal software.
Per questa foto, il software Adobe richiede una precisione abbastanza alta (±100K), che non é raggiunta da nessuna lampadina a fluorescenza.
Il software X-Rite non ha problemi di temperatura, ma le lampade a fluorescenza classiche (verdastre) hanno uno spetro luminoso troppo diverso da quello richiesto, tanto da inficiare comunque la misura.
Seconda foto: D65 (circa 6500K)
E qui iniziano i problemi, perché in commercio non ci sono molte lampade con le caratteristiche richieste.
La precisione non deve essere molto alta per il software Adobe (±500K), mentre il sofware X-Rite funziona con qualsiasi illuminazione.
Il concetto é quello di avere i due estremi delle condizioni di creazione del profilo il piú distante possibile (per questo sono state scelte le illuminanti A e D65), in modo che la quasi totalitá delle foto sia fatta in condizioni che stanno all'interno dell'intervallo (o se ne escono, che escano di poco).
Anche qui la scelta dell'illuminazione é tutt'altro che banale.
I D65 sono "definiti" come le condizioni che si hanno mettendosi in ombra in una giornata di sole pieno, non coperto da nuvole.
Va fatta grossa attenzione a dove ci si mette, per evitare che ci siano riflessi colorati che inficerebbero totalmente la foto.
Ad esempio, mettersi all'ombra di una pianta (una delle situazioni piú ovvie che ci possano venire in mente) é anche la peggiore.
La chioma dell'albero é verde, e verde é l'ombra sotto quella chioma.....
Un posto grigio (ed in cittá non mancano) é l'ideale.
[Nota: Io la seconda foto l'ho fatta sotto la luce piena del sole. Ma il mio é un caso particolare, perché abito quassú.... In Danimarca la temperatura della luce, in qualsiasi condizione, é sempre piú bassa che in Italia. Le ombre qui sono sempre a 4800-4900K, contro una luce del sole a 5000K praticamente perfetti, d'estate. Per questo a me interessava avere la seconda foto a D50 invece che a D65. Ma il mio, appunto, é un caso particolare.]
Avvertenze per scattare le foto di riferimento:
- É fondamentale non sovraesporre nessun colore della Colorchecker (si puó usare il secondo grigio – terza tacca in basso da sinistra – come riferimento per l'esposimetro in Spot).
- Non ha importanza il Bilanciamento del Bianco al momento dello scatto il software lo bilancia da sé, ed alla fine é probabile che anche i valori segnati in LightRoom possono variare leggermente prima e dopo l'applicazione del profilo.
- La resa dell'obbiettivo usato per la foto puó influenzare il profilo creato. Ovviamente é il caso di scattare entrambe le foto di riferimento con lo stesso obbiettivo.
Creazione del profilo secondo Adobe
Fatte le foto di riferimento, la parte difficile del procedimento é fatta.
I passi da fare una volta davanti al computer sono banali.
Qui di seguito viene descritto il procedimento con il software X-Rite (con il software Adobe é simile).
- Importare le foto nel computer (in formato NEF, se si usa una Nikon), metterle in una cartella e dargli un nome decente (che so, ProfilazioneD700_D65.nef)
- Con il software DNG Converter si convertono le foto in formato DNG (spiegare questo passaggio é un insulto all'inteligenza....).
- Aprire il software ColorChecker Passport, impostare "Dual illuminant DNG"
- Trascinare le foto di riferimento nella finestra del software
- Nell'improbabile caso il software non riesca a riconoscere i limiti della ColorChecker, spostare a mano i punti verdi ai quattro angoli della CC (si puó zoomare nella foto)
- Alla richiesta di salvare, dare un nome che abbia senso al file
- Attendere
- Fatto.
Ora il profilo é a disposizione nel Menu "Develop" di LightRoom, nell'ultimo pannello in basso ("Camera Calibration").
"Fisicamente", é un file con estensione .dcp che su Mac si trova nella cartella:
/Users/[User]/Library/Application Support/Adobe/Camera Raw/Camera Profiles
Su Windows7 invece: PATH/PATH/PATH (se qualcuno lo scrive nei commenti mi fa un favore....)
Cosa me ne faccio del profilo creato?
Ci sono essenzialmente due modi per utilizzare il profilo:
- Manuale
Cioé selezionando la foto da abbinare al profilo, e dal monulo Develop di LightRoom imposto il profilo creato.
Ha senso usare questo metodo se ho un profilo creato appositamente per una determinata situazione, e mi serve solo per un set di fotografie.
Normalmente questi profili sono realizati in maniera leggermente differente da quelli generali: viene fatta una sola foto alla Color Checker, elle condizioni di luce del set a cui intendo applicare il profilo. Nel software di X-Rite si crea il profilo impostando "Single Illuminant Profile".
Il procedimento é esattamente lo stesso, ma il profilo sará applicabie solo ale foto scattate in quelle determinate condizioni (es riproduzioni, serie di foto fatte in una particolare luce mista o con una particolare fonte di luce, etc.).
- Automatico – Assegnare automaticamente un profilo ad ogni foto realizzata da una particolare fotocamera
É l'uso piú generale che si fa di un profilo a doppio illuminante.
Una vlta creato il profilo, poso fare in modo che ogni volta che importo in LightRoom una foto venga assegnato automaticmante il profilo corretto.
Per le foto giá presenti in catalogo, devo necessariamente assegnare il profilo manualmente (anche in batch, usando la funzione "CopyPaste Settings").
Il procedimento é semplice:
- Nelle preferenze Generali, attivo "Make default specific to camera Serial Number".
In questo modo, abilito la possibilitá di assegnare delle impostazioni specifiche ad un preciso esemplare di DSLR (identificato dal SN, che si trova negli EXIF).
- A questo punto si sceglie una foto fatta con la fotocamera che abbiamo profilato, e si va nel pannello Develop.
Si imposta il profilo della fotocamera, e tutte le altre impostazioni che si vogliono rendere di default.
[Nota: Qualsiasi impostazione verrá applicata automaticamente ad ogni foto importata da questo momento in poi. Ad esempio, io ho impostato il Contrasto a 0, invece del +25 del default Adobe. Ma si puó impostare qualsiasi altra cosa nel pannello Develop]
- Schiacciare il tasto "Opt", su Mac, o il tasto "Alt" (credo) su Windows, e contemporaneamente "Set Default" (in basso a destra del pannello Develop, appare nel momento in cui si schiaccia Opt/Alt).
Si apre una finestra di questo tipo:
Si puó quindi impostare il default per quella macchina, o cambiarlo, o riportare tutte le regolazioni al default di Adobe.
Finito.
Per approfondire l'anatomia del profilo secondo Adobe, consiglio di fare riferimento all'ottim descrizione presente sul blogi del Boscarol, a partire da QUESTA PAGINA
É una cosa piuttosto tecnica, che non reputo fondamentale ripetere qui su Nikonland.
a_ per Nikonland © 13/11/2011
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90 Comments
Hai correttamente precisato che l'automatismo sulle foto già in catalogo si può fare in batch mentre su quelle nuove l'applicazione sarà automatica.
I miei settaggi di LR impongono la creazione del file appendice ".xmp" per cui posso al limite cancellare la cartella già presente nel catalogo e rifare l'importazione in modo da applicare il corretto profilo della camera mantenedo pure tutti gli altri parametri di sviluppo?
Applichi il profilo ad una foto, e con il tasto destro fai "Settings -> Copy Settings".
Ti viene fuori una cosa del genere:
Poi torni nel pannello Library, selezioni tutte le foto e tasto destro "Settings -> Paste Settings".
Se sono molte, aspetta un attimo....
Fatto.
Per ricreare gli .xmp con le nuove impostazioni, al solito CMD+S (credo ctrl+S su Win).
Ovviamente le Preview 1:1 giá create non cambiano, ma se vuoi puoi farle ricreare dal menu (nel pannello Library, menu "Library->Previews->Render 1:1").
Almeno fai lavorare la CPU un po' per volta.
Io consiglio di buttare le Previews vecchie ("Library->Previews->Discard Previews 1:1"), per evitare confusioni.
Altrimenti hai i colori "vecchi" fino a che non visualizzi la foto al 100%, e le nuove Previews vengono create di volta in volta.
a_
Senza Colorchecker no, non c'é scampo.
É come pretendere di misurare una velocitá senza avere un orologio. Non si puó.
L'occhio non funziona, é un fatto.
Tra l'altro, se il metodo "vecchio" permette di usare altre CC, magari piú economiche (ma che cambiano colore col tempo....), questo é proprio legato a quella Colorchecker lí, non ad un altra.
Se hai bisogno di profilare, oppure lo vuoi fare per uniformitá tra iverse macchine, oppure per altri motivi tuoi, va fatto in quel modo lí.
Anche un profilo di altro tipo, ad esempio ICC (che mi pare supportato anche da CaptureOne, oltre che da Bibble), ha bisogno della stessa CC.
Tra l'altro con un risultato di qualitá inferiore, se applicato in generale (e probabilmente anche in casi specifici).
a_
Se adobe avesse a disposizione una d700 ad esempio,non potrebbe fare lo stesso procedimento da te descritto e fornici direttamente lei i profili? Visto che i sensori sono sempre gli stessi ... e così per ogni camera.
Questo non può essere fatto con i monitor e schede video ovviamente,ma con i sensori perchè no?
Domanda banale,ma prima di iniziare ad addentrarmi nei meandri della calibrazione del sensore volevo togliermi questo tarlo.
http://www.littlecms.com/ libreria di gestione del colore che implementa le specifiche ICC 4.2;
http://lprof.sourceforge.net/ software per profilare fotocamere, scanner e monitor che si appoggia proprio su littlecms e sembrerebbe essere in grado di intepretare target di riferimento diversi;
http://www.targets.coloraid.de/ qui si trovano target per tutte le esigenze a prezzi modici, target rispondenti agli standard IT 8.7/1, IT 8.7/2 e ISO 12641.
Il profilo così creato può essere usato in qualsiasi programma di elaborazione raw e nel mio specifico RawTherapee.
Se il tutto dovesse funzionare a dovere si avrebbe un sistema di profilazione completo ad una cifra prossima ai 30€ (tanto costa il target per fotocamera).
So perfettamente di lavorare in una nicchia ma, se dovessi procedere, potrebbe interessare una recensione di quanto sopra descritto?
Ciao,
Raffaele
Un ottimo programma free per profilare e calibrare monitor è http://www.argyllcms.com/ c'è anche un tutorial in italiano,l
o devo ritrovare. E' laborioso ma i risultati sono garantiti.ecco qui il tutorial http://www.andreaoli...o_argyll_it.php
No, definitivamente no. Un sensore è uno strumento di misura, ogni sensore, anche dello stesso modello, ha una sua propria resa colorimetrica che si discosta dallo standard. Profilare una D700 e pretendere che il risultato vada bene per tutti non ha senso. Così come non avrebbe senso pratico fare una media. Ci sono sensori che non necessitano di alcuna correzione (o quasi).
Tanto quanto i monitor e le schede video.
Così come non puoi utilizzare un gascromatografo o anche un semplice oscilloscopio senza prima tararlo.
Utilizzare il profilo di un altro apparecchio teoricamente potrebbe portare a sovracorrezioni e somme di errori (ma che razza di ingegnere sei ?).
Un ingegnere che se ha dei dubbi chiede anzichè sparare cazzate
poi sono masochista, adoro essere insultato ...ma ti voglio bene lo stesso :*
Poi c'è chi non si espone e rimane con i dubbi tutta la vita,io preferisco rischiare una figuraccia ma capire ...
Personalmente io credo che si possa anche vivere e fotografare senza profilare e calibrare un bel niente ... !
Con questo "mese della calibrazione" ci volevamo solo prefiggere lo scopo di far nascere una coscienza di queste problematiche, non certo imporle come la parola eterna.
Mi chiedevo piuttosto se tu non fossi un ingegnere gestionale o di quelli votati al marketing o al merger and acquisition.
Chiamano ingegneri anche quelli là ... certo l'ingegno ci vuole anche in quel campo però non mi pare la stessa cosa
Perfettamente d'accordo. E complimenti per la scelta !
Un profilo ICC é per sua natura "piú preciso" (metto le virgolette perché con i mezzi a disposizione non é del tutto vero), ma é tipico di una ed una sola condizione di ripresa.
Quello di cui parliamo qui é una cosa con una valenza decisamente piú ampia, che serve come base di partenza per lo sviluppo e la PP, senza avere la pretesa di perfetta correlazione tra colori reali e foto, ma che corregge eventuali dominanti (ed avvicina la resa di fotocamere diverse) in qualsiasi condizione di ripresa.
Sono due cose concettualmente diverse, soprattutto come campo di applicazione.
Il workflow che proponi tu é valido per una specifica situazione, ed é da ripetere ogni volta.
Va quindi riservato alle situazioni in cui se ne ha davvero bisogno.
a_
P.S. Tra l'altro, il programma per la profilazione l'avevo visto da tempo (anche perché gira pure su Mac), ma non ho mai trovato il tempo di testarlo.
Se é buono, sostituisce software piuttosto costosi, per le altre piattaforme.
Mi sa che appena ho un momento lo provo sulla mia VM Linux....
La metodica é superata, ma i concetti sono descritti in maniera assolutamente applicabile anche all'attuale.
Leggendo le risposte al sondaggio, e soprattutto le
vaccatimprecisioni che si leggono in circa l'80% dei post ( ), é chiaro che una ripassata ai risultati attesi ed alla valenza della profilazione é d'obbligo....Non ho risposto uno per uno a tutti i posts, e non ho la minima intenzione di farlo in futuro, proprio perché le idee a quanto pare sono cosí fumose che mancano le basi per una disamina complessiva e puntuale.
a_
In definitiva con questo metodo si ha una "media" di discostamento dei colori per macchina specifica ma non per scatto specifico. Sicuramente più comodo di profilare ogni volta uno scatto di riferimento per una sessione. Ma l'errore di misura intorno a che percentuale si aggira? Cioè, se mi trovassi in condizioni limite rispetto alla profilazione potrei avere paradossalmente una correzione sballata o comunque da rivedere manualmente?
Scusa tutte queste domande ma non avevo mai avuto a che fare seriamente con l'argomento sono molto curioso.
Ciao e grazie,
Raffaele
Dato l'utilizzo sporadico e non frequente (anche se un Passport può essere usato anche per bilanciare il bianco e l'incarnato in studio ... e dovrebbe essere parte dell'arsenale del ritrattista come l'85 mm !), avete valutato :
- l'utilizzo in prestito
- l'acquisto in pool tra fotografi sulla stessa piazza
Io ho già messo a disposizione la mia a chi la volesse in occasione degli incontri in studio a Milano
Un profilo ICC descrive una periferica calibrata, sempre nello stesso modo, ed é estremamente "statico".
Un profilo come questo (quello che chiamo "secondo Adobe", non essendoci un sistema migliore) é invece stremamente dinamico.
Serve a fare in modo che la "calibrazione" stessa della fotocamera venga cambiata a seocnda delle condizioni di scatto, e si arrivi a convertire un file che non ha uno spazio colore (il NEF) in uno all'interno di uno spazio colore ICC ben preciso (chiamato "Melissa" dagli sviluppatori Adobe).
Se si vuole creare un profilo ICC ad hoc per un dato sensore, lo si puó fare a partire da un diverso spazio colore del tipo Melissa, non direttamente da un file RAW.
Le due cose sono quindi compatibili, volendo.
Se devo essere sincero non te lo so dire.
Come ho scritto, non uso questo metodo per avere una corrispondenza precisa, ma solo come base di partenza per avvicinare il rendimento di due macchine diverse e per evitare strane dominanti che possono apparire nelle ombre o in altre zone particolari del fotogramma, tutte cose ben difficili da controllare in PP.
Ad esempio, mi accorgo che quando mi metto davanti a LR ho la via giá abbastanza spianata, e risulta decisamente piú facile sviluppare un solo file, copiare i settings di LightRoom ed incollarli su tutti gli altri files della sessione.
Se le foto sono ben esposte in partenza, quasi sempre non c'é bisogno di altro.
Secondo me é il motivo principale per consigliarlo a tutti indifferentemente.
C'é qualcuno che ha fatto dei ragionamenti piú numerici sui risultati di questo tipo di profilazione.
Ci sono delle differenze, perché il fine era avere la migliore correlazione possibile piú che avere un profilo generale, ma trovo che i risultati siano comunque interessanti.
Tutti e tre gli articoli sono di Marco Noldin, e si trovano sul sito di Photoactivity.com:
http://www.photoacti...NG/CalibDNG.asp
http://www.photoacti...brazioneACR.asp
http://www.photoacti...ori al sole.asp
Trattano sia del vecchio metodo che del nuovo, ma trovo che le considerazioni siano valide per entrambi.
Non ho intenzione di ripetere le sue misurazioni, sia perché il miei scopi esulano dalla perfetta aderenza dei colori alla realtá (per quello uso altri metodi, sia profili ICC per situazioni specifiche sia aggiustamenti mirati del file giá sviluppato), sia perché non ho l'hobby dei "numeri" come Marco.
Da notare che negli articoli citati viene usato il software di Adobe e non quello di X-Rite.
Il motivo principale é che X-Rite non aveva ancora inventato Passport....
Ma anche perché tutte le variazioni che vengono fatte sul profilo come creato automaticamente sono possibili solo con quel software.
Se ci si vuole cimentare in quella pazzia, é possibile in ogni caso creare il profilo con X-Rite (il file dcp), sfruttandone l'elasticitá ammessa per le condizioni di ripresa.
Successivamente é possibile importare il file prodotto nel software di Adobe, per bypassarne i limiti imposti dai creatori.
a_
É un modo piuttosto velido per creare profili "astratti" (ad esempio ipersaturando dei colori di propria scelta) o cose del genere.
La flessibilitá é grande, e permette di applicare lo stesso risultato a molte foto differenti in maniera piú "scientifica" rispetto ad altri filtri e strumenti in Photoshop (tra l'altro mantenendo molto meglio i dettagli, visto che si lavorerebbe sul RAW, e non sul bitmap giá esportato).
[Nota: "P.S." perché nella pagina prima c'é un'altra risposta. Lo dico perché in alcuni browser (o forse in tutti) il tasto "vai al primo commento non letto" funziona come gli pare....]
Come detto, il software X-Rite é elastico.
Una bella ombra in una giornata di sole va benissimo.
Se non si raggiungono i 6500K, va bene lo stesso.
In ogni caso, se ci si mette nelle condizioni "piú fredde", poi non si va molto oltre in nessuna situazione, o quasi.
La cosa piú importante é l'uniformitá dell'illuminazione.
Quella incide molto (ed ovviamente é piú facile sbagliare con le lampadine).
a_
Ecco non ho capito bene questo punto, cosa vuol dire "se ci si mette nelle condizioni più fredde" ...
Di solito é all'ombra di una luce solare, appunto.
a_
Mi sembra di ricordare di aver letto da qualche parte che la luce d65 sarebbe quella del riflesso del cielo del nord a mezzogiorno.
Quindi dici che andrebbe bene andare nel bel mezzo del pratone innevato fuori casa, rivolgere la color checker versol il cielo del nord, facendola rimanere tutta in ombra e usare quella come foto di riferimento.
Oppure dici che ? meglio la classica normale foto all'ombra ?
Se la neve é sotto il sole, la sua ombra ha una temperatura colore alle stelle.... intorno ai 7500K. Blu profondo, praticamente.
Quante foto farai nel futuro intorno a quella temperatura?
Per pochi secondi di lavoro del computer, io ti consiglio di provare entrambe le situazioni, creare i due profili e provare ad applicarli a qualche scatto "standard".
Tieni quello che preferisci.
Non stiamo parlando di fedeltá perfetta e riproducibilitá da manuale.
Stiamo parlando delle preferenze personali, e di una situazione che faccia da punto di partenza per le post produzioni dettate dal proprio gusto e sensibilitá.
a_