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Dove va l'industria fotografica (non c'è via di scampo ?)
mar 03 2017 01:00 |
Lieve
in Editoriali
La crescita impetuosa degli smartphone e il fattore anagrafico
Nel periodo in cui il mercato fotografico si è di fatto condensato ad un sesto del picco massimo di vendite, quello degli smartphone è cresciuto di un 5% l'anno, circa ma su una base di circa 1.5 miliardi di pezzi venduti ogni anno.
Attenzione alle considerazioni sulle vendite di fotocamere ad ottiche intercambiabili.
Se possiamo trascurare le compatte perchè lontane dal target di Nikonland, voglio ricordare che le altre fotocamere, in larga parte non sono Nikon D5 e Sony A7R2 o Leica SL, sono per lo più Nikon D3X00 e Canon Rebel, oppure Sony Nex, Olympus EPL e Canon EOS M (vecchie serie), offerte a sconto.
Il valore delle vendite degli obiettivi ci ricorda come di fatto per ogni fotocamera vengano venduti pochi obiettivi aggiuntivi (circa 0,7 obiettivi aggiuntivi rispetto all'ottica kit per ogni fotocamera venduta, sia essa reflex o mirrorless).
Non abbiamo un dato sulla tenuta della fascia alta del mercato delle fotocamere (in generale) ma dal tenore dei sondaggi che abbiamo proposto qui su Nikonland non credo ci siano stati incrementi nel mix di vendite.
C'è quindi un fattore comune e generalizzato che se in un primo momento era attenuata da crescite localizzate (India, Cina, paesi emergenti) le tensioni sul piano economico e la modifica dei modelli di consumo sta livellando.
L'ingresso massiccio dei produttori cinesi nel mercato degli smartphone (e non nelle fotocamere) sta facendo il resto, creando tensioni anche sui global player della telefonia (Apple e Samsung), la dove la battaglia si fa a centinaia di milioni di pezzi venduti.
Ci sono smartphone intelligenti anche nella ripresa fotografica (per non dimenticare il video) con doppie fotocamere, doppi obiettivi, software evoluti, capacità di giocare con il punto di messa a fuoco anche in postproduzione.
Lo smartphone è connesso ed aggiornato per convenzione e in tempo reale, praticamente ovunque.
La facilità d'uso e il fatto di averlo sempre con se è un deterrente a comprare una fotocamera aggiuntiva che non viene vista come uno strumento in grado di creare immagini migliori al costo di avere un ulteriore apparecchio, generalmente ingombrante ma, soprattutto, stupido come un elettrodomestico da banco (tipo il tostapane o il microonde).
Questo non influenza solo le nuove generazioni (chiedete ad un millennials cosa è una fotocamera - anche non necessariamente una reflex - vi dirà che è roba da vecchi) ma anche le più mature.
Per ora la fascia anagrafica che regge ancora le sorti dell'intera industria fotografica è quella tra i 40 e i 60 anni (e più), cioé quella che in gioventù ha fotografato a pellicola con la reflex ed ha mantenuto questa aspettativa anche oggi, traslando le proprie attitudini ed aspettative sul media digitale.
Chi è stato all'ultima Photokina ha riscontrato aria dimessa, la metà della gente presente, sia negli stand che attorno. Quasi fosse l'ultima edizione ...
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84 Comments
...per dirla ( liberamente ) alla Tomasi di Lampedusa :"cambiamo per far si' che tutto torni come prima" e i gattopardi siamo noi.
Il fatto poi che in pochi NON abbiamo ora macchine alla loro altezza diluisce ancor di piu' il problema.
Io, tra i tanti con piu' tecnologia in mano di quanta ne possa/sappia utilizzare, anche se ci metto 10 secondi a scattare un'istantanea ( ! ) sono surclassato dallo smartphone di mio figlio, nel tempo che io schiaccio 3 tasti, giro 2 ghiere, inquadro e scatto, lui ( che ha gia' il pollice sullo schermo...) mi ha gia' inviato con WhatsApp 4 scatti, l'hdr e 6 faccine.
Chi vede gli scatti, non dico le stampe, tanto si limitera' ad un "bello"...
Nello sci i puristi maligni dicevano che le tavole da snowboard hanno avvicinato alla neve una categoria di cui avrebbero volentieri fatto a meno, il digitale ha fatto scattare tutti...ma il mercato ( non quello delle seggiovie ) non ne ha comunque giovato ( abbastanza ).
Seeeee......
(quello a dx e' lo stesso Pioneer PL100 della tua foto)
Ne avevamo parlato, Mauro, e vedo che hai analizzato fino in fondo la tematica. Mi chiedo solamente: ma loro... le industrie fotografiche... nikon, canon in primis ci stanno pensando a tale rivoluzione, in modo da essere proattivi e creare un mercato? oppure stanno cazzimorchiando, come dico io, girandosi cioè i pollici inebetite da un mercato di tendenza che li travolge e non li fa ragionare? Più volte anche nel settore hifi, abbiamo assistito alla superbia o irragionevolezza dell'industria discografica che solo con mosse commerciali sbagliate, dettate dall'ingordigia, all'apparire del SACD è riuscita a distruggere il mercato del CD, del SACD e, perchè no, anche quello dei file ad alta risoluzione.
Qui mancano le menti e la volontà di creare qualcosa di rivoluzionario. Per quanto mi concerne, vedo all'orizzonte anche la fine della supremazia delle compagnie telefoniche.Fra poco molto poco, finirannole reti di fonia, avvenendo tutto attraverso la rete dati (VOIP insegna) e non ci sarà offerta che tenga (tot minuti con scatto alla risposta). Oramai whatsup, viber, messenger etc permettono se hai una rete o wifi, di fare videotelefonate, spedire e ricevere foto, messaggi, musica, filmati in qualsiasi parte del mondo.
Datemi una rete e potro' fare tutto.
Beh, su questo....
ricordiamoci appunto da cosa veniamo: non piu' tardi di dieci anni fa tendevamo ancora pezzi di celluloide su di un pressino ridicolo, aspettandoci "planeita'" dagli obiettivi che collegavamo davanti.
La rivoluzione e' in atto: noi siamo le onde che si schianteranno sugli scogli, dopo di noi sara' la calma piatta...
Per ora giro in citta' con un 12/24mm su una reflex da 36milioni di elementi sensibili... (tipo lactobacilli dello yogurt) e una scatoletta da sardine con un fisheye circolare da 10mm equivalenti di luminosita' f/2 e che costa (profitto incluso) quanto una dozzina di rullini dia del secolo scorso.
Tanto per dire...
Forse ci aspettiamo davvero troppo in poco tempo...
o forse sono i giorni che scorrono che ci fanno temere di non riuscire a vedere abbastanza futuro:
ma oggi e' il futuro inimmaginabile di quando avevamo vent'anni di meno ed un fax in toni di grigio ci sembrava avveniristico...
E divertiamoci, dai!
Questo sempre, a prescindere dai toni foschi dell'editoriale che stiamo commentando.
Però è inequivocabile il fatto che i negozi di alta fedeltà siano del tutto - o quasi - scomparsi dal radar o che si siano riconvertiti ad altro (video o home-theather) e che chi cerca un apparecchio di un certo livello, abituato a determinati standard, per la riproduzione audio, debba andare incontro a spese del tutto irrazionali, dettate dal fatto che quel mercato è talmente di nicchia che taluni operatori possono dire di aver salvato un intero bilancio, dopo che ne hanno venduto un numero superiore a ... tre.
La fotografia si avvia verso questi scenari. Almeno, quella a cui siamo abituati noi. Quindi goditelo quel fisheye da 12 rullini equivalenti.
Per ora il cinese che l'ha prodotto trova conveniente farlo, tra qualche tempo, troverà più utile dedicarsi ad altro.
Del resto perchè mai Nikon non lo propone ? Forse perchè già oggi non gli conviene più ?
L'hanno dichiarato chiaramente con l'annullamento delle Nikon DL : nel tempo impiegato a svilupparle e risolverne i problemi di infanzia, il mercato è tanto cambiato che non ci sono più i presupposti per venderle ad un prezzo di mercato. Quindi non ci conviene più nemmeno iniziare a produrle.
Andiamo in questa direzione. Dal mio punto di vista è meglio, romanticamente è preferibile essere in pochi.
Ma ad un certo punto finiranno anche le munizioni e i barbari avranno il sopravvento !
Su questo non ci piove, bisogna essere ottimisti e trovare gioia in quello che facciamo. Forse sarà come dici tu.... che con la mente vorremmo anticipare il futuro, che quando ci soffermiamo a pensare ed analizzare avremmo voluto che che il presente avesse preso una piega differente, un maggior slancio come quando nel 1976 all'alba della creazione del CD, vedevo già la realizzazione della codifica digitale nella fotografia.
Guardando le statistiche di vendita delle Fujifilm Instax direi che il fenomeno è da considerare di successo (Fujifilm fattura più in questo comparto che per tutte le famose X !).
Nacque per affermare il marchio anche nel settore delle istantanee dove Polaroid spadroneggiava indisturbata.
Anche se la cosa era nell'aria da tempo.. non nascondo che sono triste, magari pure stupido.. ma triste..
Condivido tutto e sottolineo "è preferibile essere in pochi", perché è certo che spenderemo di più per coltivare il nostro hobby ( nel mio caso) o la professione, ma avremo a disposizioni strumenti eccellenti come gli HI FI d'alta gamma di oggi. Saremo una nicchia che sarà servita, da quei pochi brand rimasti, in guanti bianchi (almeno lo spero) ed in centri appositamente dedicati ( Come hai detto tu: con tre pezzi venduti si fa il bilancio di un anno).
Comunque, l'ottimismo deve venire dall'osservare quello che la piccola Sigma è riuscita a proporre in questi ultimi tempi, ottimi prodotti a prezzi competitivi, acquisendo il plauso generale degli addetti ai lavori e degli appassionati. Il mercato del futuro prossimo dovrà essere gestito da questo tipo di aziende che sappiano sfornare prodotti TOP di gamma per i pochi utilizzatori rimasti (pochi pezzi, alta qualità e, purtroppo, prezzi elevati).
Speriamo che della partita faccia parte anche Nikon. La speranza è l'ultima a morire.
Mi spiace per i millenials, ne ho una in casa che mi ha fatto ben vedere la transizione: chiedere una reflex in regalo per la promozione di quinta elementare, io al settimo cielo perché sognavo giornate insieme a fotografare, finendo per usarla un'estate, e sostituendola in autunno con l'arrivo del telefono. Ma alla fine hanno ragione loro, e pure io ho smesso di portare la macchina fotografica in vacanza per le foto ricordo: il telefono è ormai lo strumento ideale in quei casi (e sorrido di chi si dota del "corredo leggero mirrorless" per le gite fuori porta con la famiglia).
Ma personalmente sono contento dello stato delle cose che questi numeri ci forniscono. In sostanza è finita l'ubriacatura per la macchina fotografica digitale - quando cioè tutti quelli che credevano di aver bisogno di una macchina fotografica hanno comprato una o più compatte o reflex entry level, forse sostituendo qualcosa a pellicola che da tempo arrugginiva in un armadio. E si ritornerà a pochi marchi specializzati e prezzi molto più alti di quelli di oggi. Ma prima potremmo goderci un enorme mercato dell'usato e dei cloni cinesi....
Un bell'articolo che vede anche me d'accordo con ciò esposto. Il mio pensiero è che in virtù della praticità si sia rinunciato alla qualità e la cosa abilmente orchestrata dalle grandi aziende ha fatto si che per i più le fotografie che scatta lo smartphone vanno più che bene, per i giovani abituati a vedere il mondo è la vita attraverso un piccolo display sono eccezionali, della qualità poco importa basta che possano far sapere al mondo (che poi giustamente se ne frega) dove sono e cosa stanno facendo. Spesso tra conoscenti mi viene chiesto quale ultimo smartphone top di gamma acquistare che sia quello che fa le foto migliori... persone disposte a spendere da 600€ in su per avere un dispositivo per il quale basterebbe spendere meno della metà per avere ciò che serve. Basandomi sul discorso dell'interesse sulla performance fotografica allora cerco d'incanalare l'attenzione su qualcosa che nasce per la fotografia ma che non sia un problema avere più o meno sempre con se: prodotti quali le Sony RX100 o Panasonic TZ100 sono ciò che serve per far ripartire l'interesse verso la fotografia, il loro problema è purtroppo il costo, sono prodotti che dovrebbero costare molto meno per essere venduti in numero superiore e tentare di stimolare un appetito che possa far acquistare poi anche altro di qualitativamente superiore; oggi tante persone che hanno soldi da spendere non ne hanno più tanti e si ritrovano a scegliere ed allora lo smartphone più pratici e completo assorbe più o meno tutte le risorse e le macchine fotografiche restano invendute. Si, a mio avviso l'industria fotografica sarà sempre più soggetta ad un calo, oggi migliorare prodotti buoni e compatti potrebbe creare nuovo interesse nel settore, anche se se non si riesce a far allontanare gli occhi da quel piccolo display il declino sarà sempre più inesorabile non solo per il settore fotografico...
Molto bello come articolo, triste e crudo, ma bello. Credo e mi auguro, che il 2017 sia l'anno di svolta per le reflex, diversamente andranno verso il declino e rimarremo in pochi nostalgici ad usare le fotocamere. Come analizzato sono d'accordo che la crisi sia da individuare nell'incapacità di aggiornarsi e di vendere una tecnologia superata a prezzi troppo alti, non accessibili a tutti; posso giustificare alti costi nelle lenti, ma nelle macchine fotografiche sinceramente stento a capirlo e personalmente non intendo spendere 2000 euro o più per una macchina che al giorno d'oggi ha una componentistica superata anche dal più scarso dei telefonini.
Incrociamo le dita e auguriamoci in una voglia di rivincita delle case costruttrici......altrimenti faremo la fine dei sistemi HiFI.
Interessante e ben fatta disamina della situazione e del suo futuro.
Credo che le tempistiche saranno un po' più lunghe, ma i freni allo sviluppo e gli acceleratori del declino del settore, credo siano ben focalizzati.
Come in altri campi, il non "stare al passo coi tempi" non significa necessariamente non dare qualità, ma perdere parte dell'interesse.
Sembra proprio che manchi quello spirito proattivo di cui parla Bernardo, nascosto dal voler centellinare le novità per sfruttarne i benefici.
In questo modo, effettivamente, hanno perso la possibilità di rendersi "interessanti" anche con strumenti "vecchi".
Perché il mercato non è fatto di cose necessarie, ma di cose che si ritengono utili a soddisfare i propri bisogni.
Scusate... detta così suona male...
Se il bisogno non c'è va creato.
Invece mi sembra che dove c'era sia stato sopito se non disatteso.
Una ventina di anni fa, in una loro canzone, gli U2 ammonivano: "you glorify the past when the future dries up".
Il mondo sta cambiando, anzi è già cambiato sotto i nostri occhi, in maniera così repentina da apparire naturale e talmente rivoluzionaria da divenire irreversibile.
Abbiamo mandato alle ortiche l'alta fedeltà a favore della musica liquida e compressa: pessima per le orecchie (le armoniche, queste sconosciute) ma comoda nel portarsi dietro un’intera discografia, semmai ci fosse il tempo per ascoltarla. I booklet dei cd e le note degli lp, poi, che leggevo avidamente per carpire i nomi di musicisti, tecnici e produttori, sono roba da inutile antiquariato quando Google sopperisce a tutto.
Le ricerche, del resto, non si fanno più sulle enciclopedie (quelle su cui le famiglie si indebitavano per mesi al fine di pagarne le rate) ma sul web, dove chiunque può scrivere una castroneria, certo che verrà presa per oro colato.
Anche le mappe stradali, quelle grandi come un lenzuolo, sono state soppiantate dai navigatori che, perlomeno, non hanno tolto il piacere di ritrovarsi in aperta campagna imprecando.
Restando in tema di carta, da appassionato di fumetti non posso poi notare come i disegnatori oramai in luogo di chine e pennelli usino sempre più le tavolette grafiche. Anche il piacere di collezionare una tavola originale diverrà curiosa testimonianza dell’arcaicità di un’epoca.
Prossimamente anche i libri cartacei finiranno ad essere relegati ad un ambito di nicchia, immolati sull'altare dei vari Kindle. Le librerie, oramai stracolme come la mia, ringrazieranno. Meno la poesia che si ricavava dal rumore delle pagine sfogliate o dall’odore di muffa quando la carta invecchiava, la quale, suo malgrado, un domani verrà rubricata al rango di mera curiosità.
Il tempo passa e l’orologio è anch'esso reso obsoleto a causa degli smartphone, quasi un vezzo da dandy. Io mi ostino a portarlo al polso, ma sino a quando? Il mio Hamilton meccanico si è guastato ed è stata una bella batosta, dato che oramai i produttori di molle di ricambio sono rari come le mosche bianche.
La tecnologia cambia tutto, tranne l'organizzazione negli uffici pubblici.
La fotografia non può rimanere indenne da questi mutamenti che, giusti o sbagliati che siano, ed indipendentemente dal fatto che si accettino o indispettiscano, sono già irreversibilmente in itinere.
Concordo quindi con l'analisi esposta, tanto spietata quanto lucida.
La fotografia non morirà, ma in conformità al principio che “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma” è inevitabilmente destinata a mutare pelle in maniera radicale, soprattutto quando si osserva come il mezzo principale di fruizione non sia la stampa ma il web, dove la qualità è un concetto abbastanza relativo. Senza contare come i nuovi imperativi oggi siano “condivisione” e “tempo reale”. Termini che si sposano poco con quanto offerto dalle attuali macchine, in netto favore della telefonia.
Quando sono in giro osservo chi fotografa. Nel 90% dei casi lo fa tramite smartphone (o tablet). Il restante 10% con apparati fotografici, con nettissima predominanza di reflex consumer. Il cambiamento è già in atto.
La fotografia come l’abbiamo sempre intesa sino ad oggi è quindi inevitabile che divenga un prodotto di nicchia, destinato a facoltosi appassionati o a professionisti per i quali determinate caratteristiche siano essenziali al loro lavoro. Non accadrà subito, ma la traccia è segnata ad appare più che mai inevitabile.
L’attuale generazione di appassionati? Mi sa che sarà quella cui è demandato il compito di difendere Fort Alamo o le Termopili. Risparmio però la facile ironia nel sottolineare come finì in entrambi i casi, anche se alla storia, va detto, sono stati consegnati solo gli atti di eroismo e mai le sconfitte.
Diciamo che grazie a Fort Alamo nacque lo Stato del Texas e dopo le Termopili ci fu il grande periodo dell'egemonia di Atene sulla Grecia.
Io non vedo nulla di tanto glorioso nel fenomeno in corso, salvo, come è stato detto, la possibilità di fruire di un sacco di occasioni di fotografare con strumenti meravigliosi che, lo ammetto ogni giorno, venti anni fa ci sognavamo.
noi, noi felicemente pochi, di questa nostra banda di fratelli (Shakespeare, Enrico V)
Si si va bene, ma qui sta succedendo di peggio altro che fotografia.
Mia moglie, che è la persona più lontana che si possa immaginare da fenomeni di affezione ad oggetti d'uso come può essere una fotocamera o un cellulare, ieri ha dato giù di testa tanto che le ho dovuto dire "Laura parla piano, che ti sentono".
Eravamo alla mostra Icons di Doisenau al Forte di Bard (Aosta). L'avevo notato anche io ma non ho dato troppo peso, cosa che invece ha impressionato molto Laura, in sostanza molti visitatori non guardavano le foto (Stampe originali d'epoca su carta baritata) ma le "salvavano " una ad una con lo smartphone.
Anche io ho fotografato la mostra, per raccontarla a modo mio sul mio blog e su Nikonland, certo non ho fatto delle repro, non ne vedo il senso, ma vi giuro ero circondato da millennia smartphoer che NON HANNO VISITATO UNA MOSTRA, l'hanno salvata sul cellulare. Stessa musica anche all'esposizione del BBC WPOY 2016
A voi il libero pensiero, l'analisi del senso della percezione, della fruizione e del trasferimento di conoscenza, io mi arrendo e vado avanti a lavorare.
A me pare che la faccenda sia ben più grave che il solo rallentamento del mercato dell'attrezzatura fotografica, la questione riguarda l'homo sapiens sapiens ( il 2° sapiens? ah non so mica se vale ancora)
Una cosa che avevo notato anch'io, un po' dappertutto, ne avevo anche scritto qui.
Credo sia un fenomeno più da psicologia/sociologia. Riflesso condizionato, inculcato, qualsiasi cosa viene ripresa in foto o in video, a scapito del godimento della stessa o in casi diversi di un intervento sulla cosa qualora sarebbe utile..
Potremmo dilungarci ahimè, Ma penso che siamo proprio OT.
la "rear mirror syndrom" per la quale dopo aver classificato l'oggetto ritratto col cellulare si passa alla foto di se' con l'oggetto di prima come sfondo.
Volgarmente (in tutti i sensi) "selfie"
Di entrambe le serie di scatti non si fara' assolutamente nulla, ma non è più consentito pensare che una gita o un viaggio o una visita siano tali se non funzionalizzate alla manifestazione di questo scopo.
Manifestazione=socializzazione.
Ossia ... necessaria al fine del riconoscimento dei propri "simili".
Quello è un fenomeno sociale non è gente che fotografa.
Si vendono miliardi di smartphone mica per niente. E' gente che non saprebbe che farsene di una fotocamera vera.
Il problema è che è la passione fotografica che latita. Ma forse è sempre stato così solo che prima era era interesse per il gadget fotografico che era camuffato da passione fotografica.
Come ho già detto è meglio così, solo che mancheranno sempre più i mezzi per innovazioni serie.
Quindi scordiamoci l'industrializzazione dei sensori a colori e di altre cosette post-Bayer che invece a noi farebbero tanto comodo e piacere.
Io sono patologicamente "dissimile"
però questa discussione è interessante: davvero qualcuno pensa che l'immagine fissa (non video) in futuro non avrà mercato ?
Io non posso crederci: almeno per un FATTO: la foto è fruibile in una frazione del tempo necessario a visionare un video !
Anche dieci foto le guardi in un tempo che è una frazione di un video che le contiene.
Io penso che la fotografia abbia un futuro: è anche possibile FARLA in un istante, rubandola o cogliendo un attimo.
Il video non ha questa capacità ISTANTANEA di documentare eventi.
L'industria fotografica questo mercato lo avrà sempre aperto, no ?
Certo che la fotografia avrà un futuro, sono le attrezzature fotografiche, per come le intendiamo noi, e il loro impiego di massa, per come è stato nella seconda metà del '900, a non averne.
I miei genitori facevano le foto delle vacanze con una reflex, stampavano e facevano dei magnifici album che ogni tanto guardo ancora con divertimento. Oggi si fotografa con il cellulare, non si stampa e si condivide con whatsapp. E nessuno si pone il problema di cosa guarderanno i nostri figli tra vent'anni...
Anche perchè lo sappiamo, vero, che fine fanno le foto scambiate con Whatsapp e, in generale, quelle scattate con gli smartphone
No Adriano, qui non si sta parlando della fotografia (quella sarà un sottoprodotto del video 8k) ma del destino dell'industria fotografica, Nikon in primis , come da titolo
Dove va l'industria fotografica (non c'è via di scampo ?)
che peraltro ha già collezionato più letture di certi test, in 3 giorni di visione ...
Bene, quindi il cellulare mi consentirà di fare fotografie come la mia reflex con angoli di campo da 100° a 10° o giù di lì ?
Con la qualità della mia D750 ?
Ma benvenga !!
TRAMENODI7ANNI??POSSODIRECHENONCICREDO ??