Come ho già scritto non vedo motivi di dissenso sulle risultanze della prova di Spinoza. In luce bianca, su 24 caselle di colore ben definite, i colori restituiti da ottiche diverse sono equalizzabili col WB.
Ciò non significa affatto che le ottiche hanno colori "uguali", come non significa che sia condivisibile questa premessa dell'autore:
"Un commento che si legge frequentemente sui forum è: "L'obiettivo xy mi piace però che colori orribili ha, non lo comprerei mai!"
Altri commenti simili sono sulla tridimensionalità conferita da alcuni obiettivi e non da altri, oppure ancora sulla plasticità di alcune ottiche vs. altre.
Sulla base della mia formazione scientifica, tutti questi commenti non possono che trovarmi in disaccordo".In sostanza Spinoza in nome della sua formazione scientifica nega che esistano caratteristiche "non misurabili" degli obiettivi; dopodiché singolarmente, per dimostrarne l'inesistenza, prova a misurarle... operazione che non può riuscirgli "per definizione".
In attesa di disquisire su plasticità e tridimensionalità (argomenti su cui la penso in modo semplicemente opposto a quello di Spinoza, trovandomi peraltro in ottima compagnia...), vorrei distinguere anche sulle deduzioni che in sede di commento sono state tratte da questo test.
Non ritengo estensibili le risultanze ottenute in luce bianca e su 24 colori ben distinti e definiti fino a farne un paradigma universale.
Per esempio, un maggiore o minore contrasto e/o microcontrasto degli obiettivi producono effetti anche sulla resa cromatica come la percepiamo, nella capacità di rendere transizioni cromatiche "fini"... anche nitidezza, sfuocato e saturazione non sono prive di conseguenze sulla resa dei colori.
Idem per plasticità e tridimensionalità, di cui già si è trattato in articoli e threads e di cui par di capire che tratteremo ancora.
Vedremo pertanto più o meno "belli" i colori, ove riprodotti con ottiche diverse.
Inoltre, ciò che accade in luce controllata (i 6000 Kelvin della prova di Spinoza) non è affatto detto che sia automaticamente replicabile "pari-pari" in condizioni diverse.
Che un fenomeno non sia misurabile, carissimo e ottimo Spinoza, significa solo che coi mezzi a disposizione non si può misurare, non anche necessariamente che non esiste...
Cito in proposito una fonte dalla formazione non meno "scientifica" di quella di Spinoza: l'autore del brano (una lettera) che segue è "tale"
Ernst Leitz.
Come si vede, tra l'altro, nell'ultimo capoverso Leitz parla di "resa dei colori" come caratteristica peculiare di un obiettivo, ma soprattutto invita a diffidare da "cifre e numeri" per definire le qualità e specificità di ottiche diverse):