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Come, quando e perchè usare un esposimetro esterno

Esposimetro esterno

Miglior Risposta Max Aquila , 06 aprile 2015 - 10:40

Happygiraffe ha chiesto come e perche' usare un esposimetro separato.

 

 

Corollario:

innanzitutto gli esposimetri separati continuano ad esistere ed a servire;

quando?

 

Certamente in tutte quelle condizioni nelle quali si abbia il tempo di effettuare con esso le misurazioni a luce incidente, che sono la cartina di tornasole del funzionamento del nostro set di ripresa:

1) perche' un esposimetro a luce riflessa incontra nel suo percorso tanti, troppi elementi, che possono deviare la sua precisione ed attendibilita' 

2) perche' la lettura a luce incidente serve a stabilire con precisione affidabile DOVE il grigio medio vada posto nel set (o la media dei grigi medi dei luoghi in cui vengano effettuate le misurazioni), ed in questo non puo' venire superato da nessun esposimetro spot a luce riflessa per i motivi di cui al punto 1)

3) perche' con il ragionamento che deriva dall'utilizzo dell'esposimetro a luce incidente, finalmente, il frutto dell'esposizione che otteniamo e' di stretta proprieta' intellettuale del Fotografo in questione e non dell'ingegnere nipponico del Matrix di turno

 

Quindi, senza voler apparire retrogrado o eccessivamente assertivo, sostengo come aveva in prima battuta affermato Tiziano che, ogni strumento che aiuti ad ottenere "on camera" il risultato desiderato, non soltanto evita lavoro inutile di pp, ma sopratutto avvia il risultato della nostra "fatica" verso un binario di riuscita e soddisfazione professionale.

 

Fermo restando il diritto di ognuno di adottare ogni altra scappatoia empirica e/o approssimativa per arrivare a ...qualcosa di accettabile.

 

Ma siccome non molti di voi hanno esigenza di risparmio del tempo (come invece avrebbe giustappunto Tiziano, dato il suo lavoro specifico), la domanda di Giovanni "happygiraffe" e' fondata e necessita di approfondimento diretto.

 

Mettiamoci alla prova e vediamo se riusciamo ad imparare qualcosa di piu' a vantaggio della nostra voglia di ottenere belle immagini fotografiche:

 

Allora,

 

cercando di allontanarci da luoghi comuni come:

- io non uso il flash perche' non mi piace

a cui da oggi potremo aggiungere

- io non uso l'esposimetro perche' preferisco fare ad occhio

 

 

Un esposimetro separato oggi mantiene per intero il suo senso rispetto le regolazioni ad occhio per un paio di cosette:

 

1) la principale: MISURAZIONE DELLA LUCE INCIDENTE sul soggetto

Valutazione questa che puo' portare a risultati ben differenti da qualsiasi valutazione condotta con esposimetri anche spot o a matrice ma a luce riflessa che, in quanto tali, riportano al sensore della fotocamera tutto quello che incontrano nel viaggio di Andata/ Ritorno tra fotocamera-soggetto-fotocamera, obiettivo compreso, che aggiunge le sue trasmissioni fotoniche e cromatiche alla valutazione della cellula esposimetrica.

Infatti, con la valutazione in luce incidente, si misura con precisione la quantita' di luce occorrente (ambiente e/o flash) perche' la zona dalla quale effettuiamo la misurazione sia restituita dal sensore della fotocamera come esposta al 18% del grigio medio che diventa il punto nel quale stiamo effettuando la misurazione.

Va da se' che se la guancia della modella o della punta da tornio (nel caso delle foto di Tiziano...) sia illuminata dalla luce del set (parlo di set ma ovviamente intendo la scena inquadrata) in modo tale da essere al di sopra o al di sotto della densita' di quel 18% del grigio di riferimento (cartoncino Kodak, grey scale, color checker, etc) tutto il bilanciamento cromatico della scena inquadrata dipendera' da questa variazione voluta dal fotografo proprio perche' ricercata attraverso quella misurazione.

Va altrettanto da se' che, se il soggetto ed i tempi a disposizione lo consentano (non parliamo quindi di sport, reportage, street, se non effettuando preventivamente delle premisurazioni con un soggetto accondiscendente, ma che potra' essere asseverante con una certa approssimazione), le misurazioni in luce incidente sul set possono (spesso debbono) essere molto piu' di una per stabilire non solo una media ponderata (dal fotografo? si...ma anche dallo strumento che lo consenta, come quasi tutti gli esposimetri a luce incidente) ma sopratutto per determinare il successivo parametro fondamentale in questa materia:

 

2) il RAPPORTO DI CONTRASTO luminoso, tra le zone nelle quali si sta conducendo questa misurazione plurima.

Come correttamente a questo riguardo ha gia' scritto Tiziano, riferendosi ai generi piu' congeniali a questa esigenza da rispettare (quella di un rapporto di contrasto che non superi determinati livelli) generi come fashion, macro, food, packaging, editoria in genere, per favorire la pubblicazione di un lavoro che passi agevolmente attraverso le forche caudine di un editor o, anche prima di lui,  di un art director, bisogna in fase di ripresa avere contezza del rapporto di contrasto tra le sorgenti luminose di cui ci stiamo avvalendo, affinche' il risultato sia quello progettato e per evitare penosi salti mortali in postproduzione che spesso riducono a zero lo sforzo espressivo che una buona idea poteva manifestare.

Ovviamente solo con una lettura a luce incidente seguita da una ponderazione strumentale (o anche basata sull'esperienza visiva del fotografo... non parlo di "a occhio" ma di "a memoria") si puo' riuscire a stabilire il correttop posizionamento e la giusta potenza delle sorgenti luminose che stiamo probabilmente utilizzando (ambiente o flash)

 

aggiungo per usi rigorosi e particolari, per nulla empirici

 

3) la TEMPERATURA COLORE della sorgente di luce utilizzata e quella complessiva: alcuni esposimetri separati come questo C700 da 1500 dollari  servono a registrare lo spettrogramma complessivo (ed individuale) risultante dalle sorgenti di luce presenti sul set.

Diciamo che con strumenti del genere bilanciare il bianco risulti piu' affidabile della valutazione "ad occhio" del risultato sul...monitor della macchina? E che fotografi che spendono i soldi che necessitano all'acquisto di strumenti simili probabilmente hanno esigenze realizzative che non possono derogare da certi parametri?

   :bigemo_harabe_net-143: 

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25 risposte a questa discussione

#1 happygiraffe

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Inviato 03 aprile 2015 - 22:47

Qualcuno ha la pazienza di spiegarmi quando, perché e come si usa un esposimetro esterno?



#2 Max Aquila

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Inviato 03 aprile 2015 - 23:56

Qualcuno ha la pazienza di spiegarmi quando, perché e come si usa un esposimetro esterno?

qua in breve

ma tu non hai partecipato tante volte a sessioni di ritratto in studio?

 

E cosa utilizzate? L'esposimetro incorporato in automatismo a priorita' di diaframma?

 

Non credo... di solito si misura a luce incidente sul soggetto ritratto e poi si trasferiscono i dati di ripresa sulla macchina regolata rigorosamente in M

 

Sia in riprese a luce flash, quanto in quelle a luce continua

 

Cosi' non fosse, comincia a ragionare sul fatto che un esposimetro separato consente di condurre delle misurazioni molto piu' accurate di ogni esposimetro incorporato a luce riflessa:

ma bisogna sapere dove e come andare a misurare cio' che interessa a chi riprende.

 

Comincia quindi dalla teoria che analizzo in quella puntata del corso di fotografia di base "Luce, qualita' e quantita''

 

Poi ragiona sul tipo di ambientazione che desideri ricreare nella scena che vuoi fotografare.

 

Quindi misura con l'esposimetro esterno i riferimenti sulla scena inquadrata che vuoi rendere con la densita' del grigio medio su cui sono tarate tutte le cellule esposimetriche.

 

Riporta i dati di ripresa sulla fotocamera e scatta: troverai un modo diverso di intendere la fotografia, passando attraverso la composizione dell'inquadratura per tendere all'interpretazione della luce che desideri tu...


Max Aquila RFSP ©


#3 happygiraffe

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Inviato 04 aprile 2015 - 09:22

Grazie per la spiegazione!

 

ma tu non hai partecipato tante volte a sessioni di ritratto in studio?

 

La mia esperienza in studio non supera...3 ore in tutto  :o



#4 Valerio Brłstia

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Inviato 04 aprile 2015 - 10:30

A cosa serve nel 2015???
Ad un cacchio!
Il mio langue inutilizzato in borsa dal 2008 da che uso il digitale e il polaroid elettronico real time.
:)

Valerio Brustia


#5 happygiraffe

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Inviato 04 aprile 2015 - 10:52

A cosa serve nel 2015???
Ad un cacchio!
Il mio langue inutilizzato in borsa dal 2008 da che uso il digitale e il polaroid elettronico real time.
Un mio caro amico fotografo pubblicitario sta vendendo i suoi che in studio erano fondamentali, un tempo quando una lastra 4x5" con un click ti scuciva 20.000 lire dal portafoglio (senza passare dal via :))

Grazie per la tua appassionata risposta, Valerio!

 

Vediamo cosa ne pensa chi fotografa in studio.



#6 Tiziano Manzoni fototm

Tiziano Manzoni fototm

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Inviato 04 aprile 2015 - 18:59

Mo capisco tante cose...
Capisco che oggi si pensi che l'esposimetro serve da tenere come sopramobile... infatti si vede...
Si guarda il display?!?!?!

E il display ti dice che rapporto di illuminazione stai usando?

 

Ho visto e aimè ho dovuto pure stare zitto...

Dicevo, ho visto gente piazzare flash, accenderli mettere la luce a meta... sparare un colpo

e chiudere il diaframma

risparare il colpo e richiudere il diaframma...

e poi dire, si la luce laterale è un po alta, ma i flash sono al minimo, la sistemo in pp!!!!

Ora questo non sa che se tira indietro il flash di due metri la luce cala!!! Le luci pilota al massimo della loro potenza tutte... di modo che non si capisce dove va la luce...
In pochi hanno capito che non sono due interruttori che viagginao da se...
le potenze dei flash e le luci pilota viagginao di pari passo, e vanno dosate nello stesso identico modo perchè appunto si vededove va a finire l'ombra...!Il diaframma è un'entita astrale che sta li, serve per dossare la luce che entra... Le potenze dei flash sono anchesse li il fatto che si possano alzare e abbassare  per molti è un optional...!
meta di quelli che ho visto usare flash di dubbie provenineze non hanno capito i numerini che escono e li confondo con 1 10 massima potenza!!!

O certo con ogni probabilità se fai uno scatto, lo apri a pc lo esamini bene, e vai a risistemare le luce forse qualcosa azzecchi,... ma avrai sempre delle foto che non saprai mai quanta luce arriva sul soggetto, quanta in piu o in meno da quella principale... non hai una misurazione... sai che davanti dove inquadri hai f11 dietro l'effetto ecc ecc

"è a ha "occhio"

può darsi che a voi stia bene cosi, a me no... so e sono sicuro di quello che faccio?

 

Quando faccio la luce su un set, voglio saper conoscere ogni diaframma della luce che cade sul soggetto. 

Pretendo di sapere la luce ambiente qualora fossi in esterna o in ambiente luminoso, quanto sia... per farmi un idea, per poter fare quello che ho in testa io... non adeguarmi alla situazione...!!! e spesso per poter soddisfare le richieste di un cliente, del suo grafico o del fashion editor... Troppo spesso si vedono servizi poi tirati per i capelli per far emergere una tasca che non si vede perchè luce li non è arrivata
i rapporti di contrasto vigevano in pellicola e in digitale!!!

 

Vorrei ricordare a lor signori che il diaframma, lo decido io, se la prima luce la "principale" la imposto e metto f8 pechè so che l'obbiettivo che uso mi da il meglio a f8

io voglio lavorare a f8
 

la seconda luce se voglio che mi dia un effetto di un diaframma piu alto, per avere un rapporto bilanciato la piazza e con "ESPOSIMETRO" aumento fino a che mi da f11... poi magari la bandiero perchè mi sporca la principale!!

 

Ora, A chi dice che non lo ha ordinato l'asl, dico, no mio caro l'esposimetro ha il suo perchè, e se vuoi realizzare set fotografici bilanciati e che non sforino dalle regole della chimica una volta dell'editing, oggi, lo devi usare ma sopratutto lo devi saper usare!!! e a meno che tu non sia un mostro da studio che conosci a menadito i tuoi flash, ci scatti ogni giorno e a occhio tiri fuori un rapporto di contrasto 2.2.1 in dieci minuti  e se vado a misurare hai un errore di mezzo stop... mio caro se lavori in studio comperalo!!! se no poi ti trovi i neff che la luce d'effetto "pela" l'immagine e l'ombra la tiri su con il guadagno digitale, il nef ti permette tanto, ma credimi in nef oggi il grafico lo vuole grezzo come lo hai fattoe lo vuole giusto pronto all'uso, le piccole correzzioni le fa lui...

ma sopratutto la luce in studio  voglio farla come dico io...

Miniature Allegate

  • meccanica 03.jpg
  • _UVV8077.JPG

Tiziano Manzoni 

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Vedere tra le righe le giornate odierne comporta una selezione continua e non sono dietro le sbarre


#7 Max Aquila

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Inviato 06 aprile 2015 - 10:40   Miglior Risposta

Happygiraffe ha chiesto come e perche' usare un esposimetro separato.

 

 

Corollario:

innanzitutto gli esposimetri separati continuano ad esistere ed a servire;

quando?

 

Certamente in tutte quelle condizioni nelle quali si abbia il tempo di effettuare con esso le misurazioni a luce incidente, che sono la cartina di tornasole del funzionamento del nostro set di ripresa:

1) perche' un esposimetro a luce riflessa incontra nel suo percorso tanti, troppi elementi, che possono deviare la sua precisione ed attendibilita' 

2) perche' la lettura a luce incidente serve a stabilire con precisione affidabile DOVE il grigio medio vada posto nel set (o la media dei grigi medi dei luoghi in cui vengano effettuate le misurazioni), ed in questo non puo' venire superato da nessun esposimetro spot a luce riflessa per i motivi di cui al punto 1)

3) perche' con il ragionamento che deriva dall'utilizzo dell'esposimetro a luce incidente, finalmente, il frutto dell'esposizione che otteniamo e' di stretta proprieta' intellettuale del Fotografo in questione e non dell'ingegnere nipponico del Matrix di turno

 

Quindi, senza voler apparire retrogrado o eccessivamente assertivo, sostengo come aveva in prima battuta affermato Tiziano che, ogni strumento che aiuti ad ottenere "on camera" il risultato desiderato, non soltanto evita lavoro inutile di pp, ma sopratutto avvia il risultato della nostra "fatica" verso un binario di riuscita e soddisfazione professionale.

 

Fermo restando il diritto di ognuno di adottare ogni altra scappatoia empirica e/o approssimativa per arrivare a ...qualcosa di accettabile.

 

Ma siccome non molti di voi hanno esigenza di risparmio del tempo (come invece avrebbe giustappunto Tiziano, dato il suo lavoro specifico), la domanda di Giovanni "happygiraffe" e' fondata e necessita di approfondimento diretto.

 

Mettiamoci alla prova e vediamo se riusciamo ad imparare qualcosa di piu' a vantaggio della nostra voglia di ottenere belle immagini fotografiche:

 

Allora,

 

cercando di allontanarci da luoghi comuni come:

- io non uso il flash perche' non mi piace

a cui da oggi potremo aggiungere

- io non uso l'esposimetro perche' preferisco fare ad occhio

 

 

Un esposimetro separato oggi mantiene per intero il suo senso rispetto le regolazioni ad occhio per un paio di cosette:

 

1) la principale: MISURAZIONE DELLA LUCE INCIDENTE sul soggetto

Valutazione questa che puo' portare a risultati ben differenti da qualsiasi valutazione condotta con esposimetri anche spot o a matrice ma a luce riflessa che, in quanto tali, riportano al sensore della fotocamera tutto quello che incontrano nel viaggio di Andata/ Ritorno tra fotocamera-soggetto-fotocamera, obiettivo compreso, che aggiunge le sue trasmissioni fotoniche e cromatiche alla valutazione della cellula esposimetrica.

Infatti, con la valutazione in luce incidente, si misura con precisione la quantita' di luce occorrente (ambiente e/o flash) perche' la zona dalla quale effettuiamo la misurazione sia restituita dal sensore della fotocamera come esposta al 18% del grigio medio che diventa il punto nel quale stiamo effettuando la misurazione.

Va da se' che se la guancia della modella o della punta da tornio (nel caso delle foto di Tiziano...) sia illuminata dalla luce del set (parlo di set ma ovviamente intendo la scena inquadrata) in modo tale da essere al di sopra o al di sotto della densita' di quel 18% del grigio di riferimento (cartoncino Kodak, grey scale, color checker, etc) tutto il bilanciamento cromatico della scena inquadrata dipendera' da questa variazione voluta dal fotografo proprio perche' ricercata attraverso quella misurazione.

Va altrettanto da se' che, se il soggetto ed i tempi a disposizione lo consentano (non parliamo quindi di sport, reportage, street, se non effettuando preventivamente delle premisurazioni con un soggetto accondiscendente, ma che potra' essere asseverante con una certa approssimazione), le misurazioni in luce incidente sul set possono (spesso debbono) essere molto piu' di una per stabilire non solo una media ponderata (dal fotografo? si...ma anche dallo strumento che lo consenta, come quasi tutti gli esposimetri a luce incidente) ma sopratutto per determinare il successivo parametro fondamentale in questa materia:

 

2) il RAPPORTO DI CONTRASTO luminoso, tra le zone nelle quali si sta conducendo questa misurazione plurima.

Come correttamente a questo riguardo ha gia' scritto Tiziano, riferendosi ai generi piu' congeniali a questa esigenza da rispettare (quella di un rapporto di contrasto che non superi determinati livelli) generi come fashion, macro, food, packaging, editoria in genere, per favorire la pubblicazione di un lavoro che passi agevolmente attraverso le forche caudine di un editor o, anche prima di lui,  di un art director, bisogna in fase di ripresa avere contezza del rapporto di contrasto tra le sorgenti luminose di cui ci stiamo avvalendo, affinche' il risultato sia quello progettato e per evitare penosi salti mortali in postproduzione che spesso riducono a zero lo sforzo espressivo che una buona idea poteva manifestare.

Ovviamente solo con una lettura a luce incidente seguita da una ponderazione strumentale (o anche basata sull'esperienza visiva del fotografo... non parlo di "a occhio" ma di "a memoria") si puo' riuscire a stabilire il correttop posizionamento e la giusta potenza delle sorgenti luminose che stiamo probabilmente utilizzando (ambiente o flash)

 

aggiungo per usi rigorosi e particolari, per nulla empirici

 

3) la TEMPERATURA COLORE della sorgente di luce utilizzata e quella complessiva: alcuni esposimetri separati come questo C700 da 1500 dollari 401-700_thumb_mw_1231_h_739.jpg servono a registrare lo spettrogramma complessivo (ed individuale) risultante dalle sorgenti di luce presenti sul set.

Diciamo che con strumenti del genere bilanciare il bianco risulti piu' affidabile della valutazione "ad occhio" del risultato sul...monitor della macchina? E che fotografi che spendono i soldi che necessitano all'acquisto di strumenti simili probabilmente hanno esigenze realizzative che non possono derogare da certi parametri?

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#8 Max Aquila

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Inviato 06 aprile 2015 - 10:51

Insomma...

 

tanto per restare su Sekonic,

questo   l308s-black_1_thumb_mw_1231_h_739.jpg

 

e' l'ultimo degli esposimetri che ho comprato, due anni fa: costa attorno a 160 euro spedizione compresa e funziona sia per riprese fotografiche sia video, misura luce riflessa e naturalmente, anche incidente, ed anche luce flash.

Si puo' usare in interni ed in esterni, non lo prescrive ma non lo vieta proprio nessuno,

se non la fretta che abbiamo nel valutare l'elemento forse piu' caratterizzante delle foto (belle o brutte) che scattiamo,

ossia, la Luce.

 

Compratelo, oppure no: Nikonland vi suggerisce di si...

E' un giocattolo serio e costruttivo, poco costoso.

 

Come il meccano dei cinquantenni come me o il Lego di quelli come me e a scendere.

 

Fa venire idee

 

e a ben vedere... ce ne servono 

 

Buona Pasquetta a tutti :ciao:


Max Aquila RFSP ©


#9 cris7

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Inviato 06 aprile 2015 - 14:50

Io personalmente, da quando ho comprato il sekonik 308, quando voglio fotografare un po' seriamente non riesco più a farne a meno. Per seriamente intendo quando voglio realizzare una foto che ho già abbastanza in mente nella mia testa.

Prima di tutto è molto più preciso di quello incorporato nella macchina fotografica. In secondo luogo porta via molto meno tempo di quanto si possa immaginare, tempo che poi sarà risparmiato in post... molto tempo risparmiato!

In situazioni da "studio" con l'utilizzo di uno o più flash, per me è davvero assolutamente irrinunciabile; il perché è stato ben spiegato da chi mi ha preceduto.

Personalmente lo trovo altrettanto utile anche con la luce naturale, permettendo di avere la giusta esposizione proprio dove e come si ha in mente. Questo permette di concentrarsi di più sugli scatti, senza il pensiero di dover controllare in continuazione istogrammi ecc.

Infine quello che appare sul display è spesso piuttosto diverso dal file che apparirà sul nostro monitor calibrato. Usare l'esposimetro permette di essere felici del file che apparirà proprio sul monitor e fregarsene di più di quello che invece ci fa vedere la macchina sul suo schermo. Questo permette una base di partenza molto migliore per il lavoro in camera chiara. Il che si traduce in tanto tempo risparmiato.

Esposimetro? Per me Sì sì sì!!!



#10 danighost

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Inviato 06 aprile 2015 - 20:05

Mi chiedo: lo si usa anche in macro? ...


Più che scrivere con la luce, mi piace giocare con la luce. Lens sana in photocamera sana
Daniele Andreoli
 
 

#11 Max Aquila

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Inviato 06 aprile 2015 - 20:15

Mi chiedo: lo si usa anche in macro? ...

anche in macro, se se ne senta l'esigenza,

cioe' con schemi di luce complessi e con oggetti su cui non si vogliano ingenerare slittamenti cromatici

 

ossia...cosi' come ho scritto finora .. quando il gioco si fa duro.. oppure si fotografi per lavoro :bigemo_harabe_net-175:

 

o, come scrive cris7..semplicemente per non volerne fare a meno :)


Max Aquila RFSP ©


#12 happygiraffe

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Inviato 06 aprile 2015 - 21:06

Grazie per la spiegazione, Max.

Su youtube ho trovato anche diversi tutorial che ne illustrano l'impiego nella pratica.

Ho trovato anche un post molto interessante su un blog di un direttore della fotografia che spiega, con un esempio concreto, come utilizzi l'esposimetro per valutare l'intervallo di esposizione su un set con varie fonti di illuminazione. Illuminante! ;)

 

infine ho recuperato questo sondaggio di 3 anni fa rivolto agli utenti di NL: QUI



#13 Max Aquila

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Inviato 07 aprile 2015 - 13:05

ho sfoltito un bel po' questa discussione al fine di mettere in "luce" quanto possa servire anche a futura memoria,

ma piacerebbe una continuazione della stessa al fine della realizzazione di un tutorial (cosi' Giovanni o altri  non vadano a cercarseli su You Tube)

sulle modalita' operative, per esempio in sala di posa, sicuramente l'ambito privilegiato per le cellule esposimetriche.

 

Ogni contributo fattivo e' ben accetto: ricordatevi che il prodotto della fatica di organizzare un set, di cercare un soggetto, di acconciarlo alla bisogna, di arredare il contesto, di illuminarlo a dovere, ottiene concretezza di risultato non dalla sola approvazione visiva del lavoro effettuato,

 

ma dalla fotografia che se ne ottiene: e' per questo che utilizziamo questo mezzo espressivo.

 

Diversamente basterebbe la soddisfazione di aver allestito un set, una mostra di foto altrui, un idea...


Max Aquila RFSP ©


#14 Tiziano Manzoni fototm

Tiziano Manzoni fototm

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Inviato 07 aprile 2015 - 18:43

Misurazione luce incidente con esposimetro.

 

Ovvero non la luce riflessa dal soggetto, ma la luce che cade sul soggetto.... è la luce che arriva dalla fonte diretta o diffusa che sia e non tiene conto del colore del soggetto e della sua riflessione!
 

La lettura spesso si fa in modo spot. E rilascia il tempo e diaframma previa impostazione iso, l’uso dello spot serve per non avere inquinamenti delle altre luci sul set.

Prima di cominciare: Serve decidere che tipo di immagine voglio realizzare, su quale fondo, e in che chiave io voglio eseguire la foto: Esistono due tipi di interpretazioni per capire subito che stile di luce si intende.
Chiave di alta e Bassa illuminazione!

Chiave alta                                             abbiglitris.JPG

                                                                          fototm

 

 

è un'immagine luminosa piena di luce, spesso usata per cataloghi o abiti da sposa, immagine che spesso viene scontornata e se fatta bene il grafico vi amerà alla follia… . Anche se spesso è una luce dall'effetto pulito e sognate, l’illuminazione a chiave alta di solito è molto complessa e, per ottenere un buon risultato, richiede piu luci e ben dosate, a differenza della chiave bassa

 

Chiave Bassa                                      Logo a sx.JPG

                                                                        fototm
Un'immagine in chiave bassa è scura con illuminazione minima e ricca di toni di nero e un sacco di zone d'ombra, difficile da ben realizzare e dove appunto l’uso dell’esposimetro è fondamentale se non si vuole avere ombre sgranate, immagine in uso spesso nello stil life, o per dare una maggior potenza visiva.
Fattibile anche con una luce sola, a patto che chi la esegue sappia il fatto suo, e abbia tante lastre riflettenti di diverso valore per poter dare e aggiungere luce là dove manca.

 

Rapporto di contrasto questo sconosciuto:

 

Relazioni tra le alte luci e le basse luci che colpiscono il soggetto. In una scena diurna in genere i rapporti di contrasto sono bassi, in media è di 1:2 cioè, l’intensità della luce principale è doppia rispetto alla secondaria. (Ovviamente il tutto cambia se parliamo di montagna, cielo terso e limpido in quota a 3000 metri)

 

In studio

 

Modalità chiave di luce alta

Scelgo il diaframma che voglio impostare sulla base della profondità di campo, dell’ambiente e dell’ottica che decido di usare, nel mio caso con 105 micro di solito uso F 8 Con tempo 125 iso 100.


ATTENZIONE IL MIO STUDIO E’ ABBASTANZA GRANDE HA UNA LUNGHEZZA DI 23 METRI E F 8 MI PERMETTE DI STACCARE IL SOGGETTO DALLO SFONDO QUANTO BASTA PER NON AVERE A FUOCO IL FONDO!

 

Vado impostare la luce che illumini il fondo e previa misurazione aumento la luce fino a che non mi darà f 16 di modo che i due diaframmi brucino il bianco del fondo.

Accendo la prima luce che viene denominata luce principale, che in questo caso ho deciso di usare due ombrelli a 45° alti.

Fino a qui dovrebbe funzionare tutto bene, ma non è così! perché la stanza o lo studio e le luci sul fondo potrebbe riflettere e sporcare la luce principale.

Quindi si usano delle lastre di polistirolo per “bandierare la luce” e vado a sua volta a dare luce con altre torce là dove ho interesse, profilo, capelli ecc.

 

luce pilot.JPG

  fototm

 

qui entra in campo il rapporto di contrasto,                   

 

le letture di ogni torcia  e il totale di tutte le torce deve  avere i rapporti di illuminazione di 3:2: e 1:1,5 o 4:1 e applicare il sistema delle zone per essere sicuri di ottenere la giusta gamma tonale spesso richiesta nella stampa finale. 

 

rapp contrast.jpg

  fototm

 

 

 

Questa                                              

immagine a monitor appare gradevole e di impatto visivo in stampa perde meta del suo valore!!!  Bojan 05.jpg

 

A volte a monitor le immagini paiono andare bene e poi quando vai a stampare in quadricromia succede che non sia cosi...
può capitare se non hai tenuto conto di certe regole basilari che la stampa venga un obbrobrio perché il rapporto di contrasto era sbagliato!!! .

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

L’importanza delle luci pilota è proprio quello che ti permette di vedere dove cade la luce, andando ad accendere le torce  una alla volta, puoi vedere subito dove cadonoi le sue ombre…

 

Inoltre se le luci pilota sono dosate in modo tale da simulare la potenza della luce flash essi con un po’ di allenamento e con ambiente scuro, si scorgono le differenze di luce…

 

Un Buon studio fotografico deve avere una buona altezza e una buona lunghezza, e possibilmente le pareti e i soffitti di colore neutro ( nero o grigio)

per non appunto riflettere le luci e andare a sporcare il set, e sopratutto per evitare dominanti colore

 

studio.JPG

  fototm

 

PS per Max libero di sistemare a tuo piacimento!


Tiziano Manzoni 

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#15 Gabriele Castelli

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Inviato 07 aprile 2015 - 22:30

Ragazzi questo thread è ottimo!
Sottoscrivo a futuro riferimento :D

#16 Max Aquila

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Inviato 08 aprile 2015 - 01:51

grazie mille Tiziano,

piuttosto libero di aggiungere qualsiasi altro contributo ti venga in mente...per esempio anche un filmato di una fase specifica di valutazione esposimetrica.

 

Nikonland: that is the difference...


Max Aquila RFSP ©


#17 andre_

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Inviato 08 aprile 2015 - 09:27

Arrivo buon ultimo ad intervenire, perché ho seguito la discussione sul cell (ero in vacanza! :) )...

 

Alle ottime spiegazioni di Max e Tiziano, vorrei aggiungere un ultimo concetto, che poi é quello che porta molti neofiti a provare una volta la lettura della luce incidente ed a scartarla immediatamente... perché le foto sono tutte invariabilmente sottoesposte, quindi l'esposimetro non funziona, é impreciso e blah blah blah.

 

L'esposimetro a luce incidente fa perfettamente quello che deve: legge la luce incidente (lapalissiano). 

Quello che non puó sapere é quanta di quella luce arriva effettivamente al sensore. :)

 

Insomma, per usare con successo un esposimetro a luce incidente é fondamentale avere un'idea di quale sia il t/ number, non il solito f/ segnato sulla ghiera dei diaframmi. ;)

 

Per aggiungere un pizzico di imprecisione alla precisissima spiegazione dei post precendenti (ma anche qui si puó calcolare con precisione), se uso un vecchio obbiettivo fisso, con schema ottico semplice e poche lenti potró permettermi di prendere il numero letto dall'esposimetro ed usarlo direttamente su obbiettivo e macchina.

 

Se invece sto usando uno zoom da venticinque lenti, di cui sette asferiche di plastica ed i relativi cinquantasette passaggi vetro/resina/aria, se provo ad usare i numeri dell'esposimetro esterno otterró invariabilmente una foto sottoesposta, anche di un diaframma e mezzo pieno...  :rolleyes:

 

E tutti gli altri obbiettivi (compresi i nuovi fissi dal design complicatissimo) stanno in una situazione in mezzo ai due estremi. 

 

Quindi tutti i discorsi sul rapporto di illuminazione sono validi in ogni caso, ma i parametri "iniziali" (o finali, visto che parliamo del diaframma e del tempo che andremo ad usare nella foto) devono tenere conto della lente che stiamo usando. 

 

Esempio: scatto un foto con un Trioplan da tre lenti e viene bene... se poi cambio lente e scatto la stessa foto alla stessa focale con un 70-200 ultimo tipo... probabilmente dovró usare un tempo ben piú lungo perché venga uguale alla prima. :)

 

Non é colpa dell'esposimetro esterno, e nemmeno un suo limite. 

Semmai il limite é dell'obbiettivo, sempre piú spesso creato per essere usato con un esposimetro TTL, che compensa automaticamente la differenza tra f/ e t/.

a_

 

P.S. Per ovviare a questo limite si puó provare ad usare una lettura TTL spot su un cartoncino grigio opportunamente posizionato... Ma per farlo bene ci vuole un'esperienza ancora maggiore che per usare con competenza un esposimetro esterno. ;) 

Meglio non complicarsi la vita, quindi.


andrea landi
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#18 Gabriele Castelli

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Inviato 08 aprile 2015 - 11:33

Ma più che usarlo per i dati di scatto, non dovrebbe servire a regolare tra loro la luce principale e quelle secondarie (laterali, posteriori, etc) per dare i volumi o gli effetti voluti?

#19 andre_

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Inviato 08 aprile 2015 - 11:41

Ma più che usarlo per i dati di scatto, non dovrebbe servire a regolare tra loro la luce principale e quelle secondarie (laterali, posteriori, etc) per dare i volumi o gli effetti voluti?

Entrambe le cose.

 

Per regolare l'apporto di ogni fonte, e di conseguenza il rapporto di contrasto come spiegato da Tiziano l'esposimetro é fondamentale.

 

Ma alla fine é ancor piú fondamentale conoscere quale sará il terzetto ISO/tempo/diaframma che dovró usare per scattare la foto... 

Quel "dove cade il grigio medio" di cui scriveva Max.

O, in altre parole, la somma di tutte le luci che ho appena finito di approntare e regolare.

 

Se imposti l'illuminazione in maniera perfetta per avere i volumi, le ombre e gli effetti che desideri, e poi canni la foto brutalmente perché l'f8 che imposti sull'obbiettivo fa passare una luce pari ad un t10.5 per via delle decine di lenti che ha... hai cannato la foto, semplicemente. :)

 

E se uno non conosce un po' di teoria, stai tranquillo che dopo la prima sessione buttata (o rovinata in Photoshop perché é necessario schiarire ogni singola foto, che é lo stesso) rinuncia ad usare l'esposimetro esterno.

a_


andrea landi
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#20 Tiziano Manzoni fototm

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Inviato 08 aprile 2015 - 12:44

Si, quanto detto da Andre è vero in parte...

premetto che l'uso dell'esposimetro lo faccio solo in studio...

e in studio le ottiche che uso sono sempre quelle che conosco a menadito ( il 105 micro ha venti anni non è manco il d)

la rispsota dei vetri è importante infatti questa cosa succedeva spesso quando usavo il 70-200 nikon vr1 che mi ha fatto smettere di usarlo.

diciamo che le ottiche che uso sono 85 105 e a volte il 180 tutti f 2,8 meno il 50 che è 1,4

che hanno una risposta simile...

Fatto la "luce" non nego che può capitare che poi da f8 si passi a un piu preciso f9 ma rimane invariato il rapporto diaframma e questo il fatto di vedere subito la foto è buona cosa.
Allora si usava appunto il polaroid, e noi ai tempi su certe produzioni complesse avendo il lab sviluppavamo subito la dia

per avere certezze in quanto la dia era abbastanza stitica in range dinamico. Oggi si è smaltellato tutto... oggi ci si affida al monitor e tutto diventa piu facile, infatti allora lo studio lavorava 7 giorni su 7 oggi lavora 1 giorno su 30... effetto del progresso... premetto che sia possibile NON usare l'esposimetro e affidarsi a programmi come photoshop, piazzate le luci su uno sfondo bianco e si regola la potenza fino a che non arriva appena al di sotto del bianco puro controllando  sul computer con lo strumento contagocce che i valori siano inferiori a 255 in ogni canale di colore... almeno cosi mi è parso di capire faccia un collega, ma io lo trovo troppo macchinoso e una perdita di tempo... e poi vuoi mettere quanto fico fa misurare con l'esposimetro?


Tiziano Manzoni 

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