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  1. Fujinon XF 90mm F2 : il vanitoso (test/prova)

    Ho avuto il piacere di testare per un week end il nuovo Fujinon XF 90mm F2 WR e ne parlo molto volentieri su queste pagine.
     
    E' un obiettivo che si presenta come i più prestigiosi della linea, giusto un filo più lungo ... forse troppo per essere semplicemente un 90 mm F2 ... sembra quasi un 105 mm.
     
    [attachment=92053:D8X_0217.jpg]
     
    infatti sulla Fujifilm X-T1 con cui l'ho provato risulta un pò grande.
     
    Sapete come la penso. Se la mirrorless deve avere come prerogativa quella di essere piccola, compatta e leggera, così dovranno essere anche gli obiettivi.
     
    Quindi se è perfetto il nuovo 35/2, peso, bilanciamento, volume, questo 90mm risulta sbilanciato, lungo e spesso.
     
    Non sto parlando di estetica, non semplicemente. In condizioni di luce precaria, salvo prendere la macchina per il grip in verticale, il complesso risulta poco stabile e con tempi che per me sarebbero di sicurezza (con la D4 e l'85/1.4 io riesco a fare foto ferme ad 1/30'') vedo tremolare il tutto, faccio fatica a tenere ferma la macchina e le foto, ovviamente, vengono mosse.
     
    Insomma, un 85/1.4 sarebbe così grosso, un 90mm F2, non proprio.
     
    Evidentemente aver messo i famosi 4 motori lineari all'interno del complesso ha costretto i progettisti a sviluppare l'ottica per il lungo.
    Così é se ci pare.
     
    Certamente non mi è venuta voglia di montare l'orribile paraluce in plastica che ne quasi raddoppia la lunghezza. Per fortuna il passo filtri a vite resta da 62mm e quindi il paraluce di riserva del 56/1.2 va più che bene :)
     
    Sottolineo una cosa che hanno notato tutti. Preso in mano, anche da spento, c'è qualche cosa che si muove all'interno. Nulla di preoccupante ma un pò di apprensione questo la mette. Peraltro l'obiettivo non è stabilizzato quindi non si capisce bene quale sia l'elemento ballerino.
     
    [attachment=92048:D8X_0203.jpg]
    [attachment=92049:D8X_0204.jpg]
     
    [attachment=92050:D8X_0206.jpg]
    metallo e vetro, passo filtri a vite da 62mm, ghiera dei diaframmi sicura (anche se è un simulatore).
    Messa a fuoco manuale come per gli altri Fujinon XF, simulata ma abbastanza agevole.
     
    [attachment=92052:D8X_0211.jpg]
    90/2 e 56/1.2, una bella coppia da ritratto.
    Notare le differenti proporzioni. Io in realtà considero già un filino grosso il 56/1.2 (che peraltro è un F1.2 !).
    Ma un 105/2.8 no ? Speriamo in futuro ;)
     
    Comunque è un oggetto sensazionale già a prima vista e in mano lo è ancora di più.
     




    • mar 07 2016 12:18
    • da Lieve
  2. Nikon Zoom 70-300mm F4.5-5.6 VR : Il best buy

    [attachment=78891:1.jpg]

     

    Dati Costruttivi
     
    Schema Ottico 17 lenti in 12 gruppi di cui 2 in vetro ED
    Diaframma 9 lamelle
    Minima distanza di messa a fuoco 1.5m (rapporto 1:4)
    Dimensioni 80x144mm Peso 745g
    Passo Filtri 67mm (!)
    Paraluce In plastica, rimovibile a petali mod. Nikon HB-36
      

     

    [attachment=78892:2.jpg]

    Il sofisticato schema ottico che si avvale di ben 17 lenti

     

    [attachment=78893:3.jpg]

    L'obiettivo in posizione di riposo e alla massima focale con paraluce. Notare la notevole estensione

     

    Presentato l'estate scorsa in contemporanea con la Nikon D80, il nuovo zoom 70-300 VR rappresenta l'ultima edizione di un classico e va di fatto a sostituire i due precedenti obiettivi di pari focale ma di fascia differente.
    Questo obiettivo incorpora tutta la tecnologia Nikon attuale.
    Infatti ha uno schema ottico che incorpora vetri a bassa disperione ED, ha un sistema di messa a fuoco interno, motore ad ultrasuoni incorporato e, fondamentale, stabilizzazione di seconda generazione oltre alla ormai scontata mancanza dell'anello dei diaframmi.

     

    La costruzione é mista. Il barilotto inferiore é in metallo e presenta la classica disposizione dei comandi oramai comune agli ultimi obiettivi anche di fascia alta (ad esempio il recente 105/2.8 VR Micro). Molto robusta e con un rivestimento in vernice antigraffio.
    Il cilindro interno (quello che si estende cambiando la focale) é invece in plastica dura, molto più leggero, più fragile e dall'aspetto decisamente "economico".
    Data la fascia di prezzo, qualche compromesso doveva pur essere fatto !

     

    Pur essendo abbastanza pesante (quasi 8 etti) questo oggetto risente della sua concezione di fascia "consumer". Il bilanciamento non é adeguato (appunto per la differente costruzione tra parte anteriore e posteriore) perché si possa sostenere un corpo pesante impugnandolo con una mano, cosa che invece mi riesce normale con il 70-200/2.8.

     

    Ma a questi prezzi (tra i 420 e i 490 euro di importazione ufficiale), che altro vogliamo ?
     
     
    Ma come va ?

     

     

     

    [attachment=78894:4.jpg]

     

    [attachment=78895:5.jpg]

    Alla massima focale con soggetti in avvicinamento e distanze ravicinate.

     

    Complessivamente va piuttosto bene dal punto di vista della resa.

     

    Dovendo dare un voto, rasentiamo il 10 alla minima focale e ci avviciniamo ad 8 alla massima.

     

     

    [attachment=78896:6.jpg]

     

    [attachment=78897:7.jpg]

     

      
    La stabilizzazione funziona ?
     
     

     

    [attachment=78898:8.jpg]

     

     

    [attachment=78899:9.jpg]

     

    Decisamente si. Anche alla massima focale, si scatta fino ad 1/30'' senza grossi patemi d'animo.
    E' una sicurezza, nel caso degli elicotteri, ad esempio, facendo il panning sul soggetto anche a tempi bassi si riesce ad avere ben nitido il corpo principale mantenendo il mosso sulle pale delle eliche.

     

      
    L'autofocus é veloce ?
     
    Assolutamente si. Non ci sono problemi a seguire anche soggetti estremamente veloci, come questi bolidi a Monza :

     

    [attachment=78900:10.jpg] [attachment=78901:11.jpg]

    [attachment=78902:12.jpg] [attachment=78903:13.jpg]
     

     
    E i colori ?
     
    Ottimi, caldi e ben definiti da obiettivo di classe.

     

     

    [attachment=78904:14.jpg]

     

     

     
    Giudizio Finale 

     

    Pro :

     

    - prezzo molto allettante (non esiste nulla sul mercato di tanto valido a questo prezzo !)
    - features (non gli manca nulla tra SWM e VR)
    - prestazioni eccellenti a 70 e 105 mm, cala ma non vistosamente come i predecessori oltre i 200 mm
    - compatto e leggero, facilissimo da usare. Comandi e disposizioni perfettamente ergonomici

     

    Contro :

     

    - la costruzione lascia qualche dubbio sulla durabilità. Il paraluce e l'avancorpo sono soggetti a rapida usura in caso di uso intensivo.
    - l'astuccio morbido, simile a quello del 105/2.8 VR non é degno di Nikon
    - il filtro da 67 mm ? Beh .... :ninja:

     

    Complessivamente un best buy, il giusto complemento per integrare uno zoom trans-standard in un set-up di buon livello senza raggiungere i costi di un ben più perfomante ma pesante ed impegnativo 70-200/2.8.
    Ben inteso, non é lontanamente paragonabile al 70-200/2.8 ma con i soldi che si risparmiano ci si può comperare una D200 nuova .... ! E scusate se é poco.

     

    Con la D3x, a 270 mm F5.6, 1/100'' WB manuale, 400 ISO, illuminazione con alogene da 1Kw e luce ambiente, Portrait, conversione con Camera Raw 5.3, nessuna postproduzione :

     

     

    [attachment=78905:15.jpg]

     

    non so dire se sia merito dell'obiettivo o della fotocamera (io ipotizzo di entrambi) ma a tutta apertura e a quasi la massima focale, la ritengo un'ottima prova in un genere che non sarebbe proprio il suo ... Immagine inserita

    • gen 25 2016 17:18
    • da Lieve
  3. Nikon D4 : il mio nome è affidabilità [test]

    Il mio primo approccio con la Nikon D4 è stato di totale scetticismo.

    Ma davvero mi compro la Nikon D4 ? Hmmmmmmm ...

    E non lo rinnego per nulla. Ma per questo vi rimando alle conclusioni di questo test.
    E', come mio costume, un test sul campo, portato dall'esperienza di decine di migliaia di scatti in ogni circostanza, per circa 9 mesi consecutivi, utilizzando la D4 come partner di altri gioielli Nikon, come la D800E e la D3x e con la memoria fresca di D3 e D3s, precedenti cavalli di battaglia.

    Sarebbe facile evidenziare nella Nikon D4 la sua velocità :

    [attachment=44561:_D3H1024.jpg]
    questo è uno scatto multiplo di una Porsche lanciata nel rettilineo principale dell'Autodromo di Monza

    [attachment=44807:Untitled-1.jpg]
    questa è una sequenza fatta ad un metro e 20 di distanza dal soggetto che mi lancia addosso tutto il suo abbigliamento

    oppure evidenziando le sue indubbie doti alle sensibilità siderali che il suo sensore può consentirci :

    [attachment=44564:_D4H0406.jpg]
    un calice di birra rossa irlandese a 12.800 ISO

    [attachment=44563:_D4H0406 copy.jpg]
    e il crop 1:1 della trama del rumore

    ma ho scelto un altra componente della D4 che secondo me le compendia tutte e che sta nell'affidabilità. Affidabilità non intesa semplicemente come "oggetto che non si rompe" ma di macchina che garantisce sempre risultati affidabili.

    Sotto al sole o con la pioggia battente, di notte o di giorno, in controluce o in studio, con il flash o nel'oscurità totale la Nikon D4 assicura costanza di funzionamento e costanza di prestazioni.
    Tutto questo al di là dei dati di targa che mi hanno fatto lungamente riflettere se dotarmene o no.

    [attachment=44809:_D4H4446.jpg]
    Una foto banale di Agostino Noviello ripreso da Duccio Nutini.

    Non vi dice nulla ? Eppure guardate il soggetto al limite dell'ombra ma in pieno sole, le lingue di luce nel porticato di un castello, le differenze di esposizione gestite in totale autonomia dall'esposimetro della D4. Non c'è nessun intervento sul NEF originale. E' come è stata scattata. E così può restare.
    Eppure le ombre sotto al porticato sono leggibili e naturali come - o forse meglio - di come apparirebbero ai nostri occhi abbagliati.

    [attachment=44736:_D4H3510.jpg]
    Qui abbiamo una situazione del tutto opposto ma con forte contrapposizione.
    Sempre in matrix, sempre in automatico, la D4 ha gestito la scena mantenendo il forte controluce sul lato opposto dei soggetti ma rendendoli perfettamente leggibili.

    [attachment=44738:_D4H4745.jpg]
    come qui, con un soggetto ancora più difficile, con il flash a schiarire

    [attachment=44737:_D4H4645.jpg]
    o qui, invece, in ombra. Il risultato è di una delicatezza impagabile.

    [attachment=44808:_D4H4429.jpg]
    in ombra con la schiarita di un pannello argentato

    [attachment=44806:_D4H6865.jpg]
    controluce in una stanza buia, con l'unica illuminazione data dalla luce che filtra dalla persiana alle spalle del soggetto.
    E tutto questo a 3200 ISO ...

    ***

    Ovviamente in campo sportivo la raffica da 9 frame al secondo e un buffer enorme che accoppiato alla dimensione ridotta del file e alla velocità di scrittura della nuova scheda di memoria XQD, consentono di mantenere sotto mira tutti i soggetti che ci piombano addosso alla massima velocità :

    [attachment=44739:_D4H4861 (2).jpg]
    [attachment=44740:_D4H5486 (2).jpg]
    [attachment=44743:_D4H7240.jpg]
    [attachment=44745:2200.jpg]

    non importa se piove o c'è il sole, sempre in matrix, sempre in auto-ISO, sempre fidando sul sistema di controllo della macchina.

    [attachment=44562:_D4H0375.jpg]
    ma potendo scegliere in qualsiasi motivo di andare oltre, con soluzioni creative alla ricerca della foto ... imperfetta :)

    E quando il sole scende ma si devono comunque seguire soggetti che corrono ... per mestiere ... in manuale, scelto tempo e diaframma opportuno, l'auto-ISO non mostra cedimenti :

    [attachment=44752:9000.jpg]
    e si scopre che a 9.000 ISO si lavora come a 400

    [attachment=44746:5000 2.jpg]
    che questi siano 5.000 ISO lo credi solo se vai a controllare

    [attachment=44750:5600.jpg]
    e se ti dimentichi che hai un tempo impostato per una azione e invece il soggetto è fermo, pure a 5.600 in jpg, la foto è comunque ... perfetta.

    Azioni di gioco tra 5.000 e 5.600 ISO :

    [attachment=44747:5000 3.jpg]
    [attachment=44748:5000.jpg]
    [attachment=44749:5600 2.jpg]


    tanto che sembrano banali i 2200 ISO scelti dalla macchina per compensare il fatto che stai duplicando il 400/2.8 ed hai voluto un diaframma di F8 pur volendo congelare un prototipo in staccata ad 1/1600'':

    [attachment=44759:800 F8 2200.jpg]

    ***

    Analizziamo il dettaglio :

    [attachment=44735:_D4H2349.jpg]
    una foto che non dice nulla di che, salvo che lo scatto è a 12.800 ISO

    e due dettagli 1:1

    [attachment=44733:_D4H2349 copy.jpg] [attachment=44734:_D4H2349 copy2.jpg]

    sono jpg, nessun intervento di correzione su nessun parametro.

    [attachment=44751:9000 2.jpg]
    Nikkor 400/2.8, 1/500'', F4, auto-ISO : 9.000 ISO

    [attachment=44732:_D4H1610.jpg]
    come sopra ma 12.800 ISO (da trenta metri circa, di notte, luci a scarica sopra alla rappresentazione)

    [attachment=44731:_D4H1610 copy.jpg]
    dettaglio della testa del Gran Sacerdote

    [attachment=44753:_D4H1612.jpg]
    la Crocifissione di Cristo. Soltanto 3.600 ISO.

    Dentro ad un pub, per giocare. Nikkor 24-70/2.8 :
    [attachment=44758:_D4H0418.jpg]
    ISO 25.600

    [attachment=44565:_D4H0418 copy.jpg]
    crop del marchio Guinness

    Insomma, si scopre che non è una macchina pensata solamente per la velocità :

    [attachment=44760:_D4H3996 (2).jpg]
    [attachment=44805:_D4H7745.jpg]

    ma che consente di andare oltre, in ogni condizione, sempre contando su una compagna affidabile.

    ***

    Conclusioni (per ora)

    La Nikon D4 va oltre il solco impostato dalle varie D1h, D2h e D3(h) che l'hanno preceduta.
    Unisce alla velocità esecutiva delle altre, una precisione chirurgica nell'autofocus (mai avuto un fuori fuoco se non ... perchè ho sbagliato io), ad una dinamica e una profondità di colore che dimostrano come il sensore non sia stato stiracchiato per avere solo ... la sensibilità come in certi casi, in passato.
    Lo dimostra la sua sensibilità base ISO 100, avendo comunque mantenuto le stesse possibilità della D3s nella parte estrema della curva, con le posizioni HI-1 e 2 ancora sfruttabili, seppur con cautela. Aggiungendo quella manciata di megapixel in più che rendono l'immagine più ricca e il crop mode 1.2x sfruttabile (circa 11 megapixel, sufficienti per una doppia pagina di rivista).
    Le possibilità di impiego sono le più svariate con in testa il fotogiornalismo sia sportivo che di cronaca.
    Le sue caratteristiche la rendono a mio parere difficile da superare ma al felice proprietario di una D4 francamente penso che poco importi. Sarà troppo occupato e soddisfatto di utilizzarla per curarsi di altro !


    Difetti
    Sono tutti quegli aspetti discutibili che in origine mi hanno fatto a lungo interrogare se prenderla o no.

    - nel 2013 16 megapixel sono pochi. In tanti campi di applicazione il confronto con la D800 è impietoso a parità di impostazioni e di ottica. La D800 consente risultati strabilianti che con la D4 sembrano invece ordinari.
    - ergonomia migliorata nel complesso ma a spese di svariati cambi di impostazione e di comandi. Ci sono dei joistick in più, alcuni comandi sono stati spostati. Modalità di esposimetro e di autofocus sono decisamente meno immediate di prima. Una macchina del genere va utilizzata ad occhi chiusi ed io dopo nove mesi ancora non riesco a raggiungere con le dita i comandi che mi servono nel momento in cui mi serve farlo. E devo staccare l'occhio dall'oculare per vedere cosa premere.
    - il cambio di batteria se da un lato ha permesso superiori prestazioni nell'uso a raffica (circa 10.000 scatti a carica non sono una follia) e nel video, nell'uso tradizionale non ha la durata della precedente ed immortale EN-EL4a ereditata da D2Xs e D3. In più l'incompatibilità con il sistema precedente obbliga il fotografo che ancora usa le D3 ad avere in giro batterie e caricabatterie diversi e non interfruibili tra loro.
    - la XQD che Sony ha imposto a Nikon (salvo poi non utilizzarla in nessun suo modello) ha prestazioni eccezionali. Ma ha un futuro ?
    Se non me ne avessero regalata una all'acquisto non l'avrei comperata. E mi sarei ritrovato con una sola scheda, anzichè due come nelle D3. Scelta bizzarra, avrei capito di più se avessero messo due XQD (ed avessero venduto le XQD a prezzi normali)
    - il corpo è sicuramente più "sexy" di quello della ammiraglie precedenti ma c'è qualche cialtroneria economica (come lo sportellino del rilascio del vano memorie ... in prastica)

    Punti di forza

    - autofocus, esposimetro, cadenza, raffica, alimentazione, tutto è al massimo
    - sensibilità e dinamica. Un compromesso apparentemente impossibile è reso invece di utilizzo pratico
    - qualità del file. A mio parere di gran lunga superiore e più lavorabile di quello delle precedenti D3/D700 e in linea con D800 e D3x.
    - pulizia. L'immagine è sempre pulita e ... non trovo una definizione più appropriata, professionalmente impeccabile
    - dimensione del file. Se la risoluzione è un pò limitata al giorno d'oggi (è di fatto la macchina a risoluzione più bassa sul mercato ...) in compenso i suoi file restano leggeri e nelle manifestazioni sportive o comunque dove si deve scattare molto, questo è un grande vantaggio
    - affidabilità. Come dicevo all'inizio, è questa a mio parere, la dote principale della Nikon D4 ma questo lo si può apprezzare solamente utilizzandola a fondo :)

    • mag 20 2014 13:35
    • da Lieve
  4. Nikon D7100 : 7100 scatti in due giorni con la...

    [attachment=44544:_D7X0338.jpg]
    [attachment=44543:_D7X0338 copy.jpg]

    Autodromo Nazionale di Monza, Variante Ascari, dall'alto della prima tribuna.
    Nikon D7100 con Nikkor 300/2.8 VR II, crop mode 1.3x per un 600 mm equivalente.
    Ripresa piena a 16 megapixel e suo crop al 100%.

    Un dettaglio esemplare che viene mantenuto anche in questi primi piani, sempre alla Variante Ascari ma a bordo pista, alla ricerca dell'acqua espulsa dagli estrattori :

    [attachment=44542:_D7X3231.jpg]
    [attachment=44541:_D7X2559.jpg]

    nella mia esperienza in pista, ancora non avevo visto file così puliti prodotti da una fotocamera Nikon in formato DX/APS-C finora.

    Il tempo era decisamente inclemente, la macchina è l'obiettivo grondavano acqua, il fotografo tornato a casa si è cambiato integralmente ...

    [attachment=44545:_D7X1366.jpg]

    a fine sessione il contascatti, partito da 100, segnava 5.438. Con una riserva di carica della batteria EN-EL15 (estratta da una V1) che ancora residuava al 47% ...

    Tutti gli scatti fatti in JPG, auto-ISO e Manuale, con combnazioni di coppia tempo diaframma tra 1/125'' ed 1/2000'' e tra F2.8 ed F11.
    ISO sino a 2.000-2.200.
    Nessuna incertezza.
    Autofocus da punto singolo in AF-C al 3D sui 51 punti.
    Nessuna incertezza.
    Picture Control su Standard, Nitidezza a +2, Saturazione +1.

    Il giorno dopo in studio, per una intera giornata di scatti con gli amici di Nikonland.
    Il tema "La ragazza con il dragone tatuato" (libera ispirazione da Millenium-Uomini che odiano le donne).

    [attachment=44547:_D7X4861.jpg]
    La modella Dora, prima del makeup.
    NEF sviluppato in LR4, preset Portrait.
    6.400 ISO, F2.8, Nikkor 70-200/2.8 VR II

    [attachment=44546:_D7X4861 copy.jpg]
    dettaglio dell'occhio 1:1

    rimozione del rumore standard per LR4.

    Il rumore è ben presente ma molto ben diffuso. Sull'iride e sulla pupilla si vedono il fotografo e un altro presente oltre alle attrezzature dello studio.
    Un dettaglio ancora perfettamente sfruttabile in stampa, nonostante la sensibilità siderale ...

    [attachment=44549:_D7X5109.jpg]

    come in questa foto, sempre a 6.400 ISO, con una scenetta improvvisata utilizzando i fotografi come comparse, immaginando una fermata della metropolitana :

    [attachment=44548:_D7X5109 copy.jpg]

    che ripropongo qui in b&n per eliminare il disturbo del colore.

    Ancora qui, sempre a 6.400 ISO, con la sola luce pilota di un flash posto in alto (io in auto-iso, in manuale, mentre gli altri scattavano con il flash a 100 ISO) :

    [attachment=44553:_D7X5871.jpg]

    Nella stessa situazione, ma utilizzando con il flash, a 400 ISO.
    Flash di studio da 400 W/s e bank quadrato, posto su giraffa a sinistra, più in alto, attivato dal flash della D7100 che ha comunque contribuito ad illuminare gli occhi della modella :


    [attachment=44555:_D7X5900.jpg]
    busto

    [attachment=44554:_D7X5900 copy.jpg]
    dettaglio del viso 1:1 da busto di sopra.
    Sempre Nikon 70-200/2.8 VR II, F4, 400 ISO. NEF sviluppati con LR4.

    [attachment=44552:_D7X5863.jpg]
    controluce, luci a sinistra, finestra più octobox da 180 cm con lampade fredde, ancora 6400 ISO.

    Intermezzo conviviale, a tavola, due ritratti fatti da Federica con la D7100 e il Nikkor 85/1.4G :
    [attachment=44550:_D7X5402.jpg]
    [attachment=44551:_D7X5405.jpg].

    Ma non contento della maratona, nella stessa serata al Velodromo Vigorelli per il derby di football Seamen vs Rhinos.
    Qui la D7100, sempre con il 70-200/2.8 VR II ma come pezzo principale la D4 con il 400/2.8 VR II, restati inoperosi tutto il giorno ...

    [attachment=44558:_D7X6170.jpg]
    le condizioni di luce intorno alle 20:30.
    ISO 6400 (auto-iso) jpg, PC su standard, saturazione +1, matrix.

    [attachment=44557:_D7X6118.jpg]
    riscaldamento del quarterback dei Seamen, sempre ISO 6400

    [attachment=44556:_D7X6071.jpg]
    ancora riscaldamento

    [attachment=44559:_D7X6202.jpg]
    azione di gioco a 5.000 ISO

    [attachment=44560:_D7X6211.jpg]
    azione di gioco a 6.400 ISO.

    Solo in questa ultima sequenza ho notato - rispetto alla più pulita Nikon D4 - una dominante indotta sullo sfondo (il tavolato della vecchia pista ciclistica in legno) che in quella precedente non vedo (il tavolato è sporco ed è oramai di colore grigio medio). Sfondo in verità abbastanza spappolato dal rumore.
    Parliamo però di un'area non illuminata che non interessa la scena in primo piano, illuminata da lampade a scarica a 45° in alto sui bordi della copertura delle tribune.

    ****

    Conclusioni di questa maratona in cui una Nikon D7100 ha prodotto 7100 scatti in un giorno e mezzo. Partner per l'occasione il Nikkor 70-200/2.8 VR II (arma totale per questi generi) e una SDXC Lexar da 64 GB, 600x di tipo UHS-I acquistata nuova-nuova.

    La macchina va maledettamente bene. Io l'ho strapazzata come nessun fotoamatore sano di mente farebbe e lei ha risposto mirabilmente senza la minima incertezza.
    Anche sotto l'acqua battente di questa primavera umidiccia, a 5 o 6 gradi centigradi ha prodotto foto perfette, pronte per la finalizzazione con le sole impostazioni in-camera.
    A migliaia, senza nemmeno consumare metà della batteria.

    La macchina é robusta, affidabile, ben costruita, anche attaccata ad un obiettivo professionale come il 300/2.8 VR e scarrozzata per l'autodromo tenuta per il monopiede, sempre sotto l'acqua con protezione ... ZERO, ZERO problemi.

    L'autofocus è quello della D4 e funziona alla stessa maniera. Quale che sia il metodo scelto, la modalità, il punto. Anche in tutto automatico.
    L'esposimetro è quello della D3s. E funziona bene anche in condizioni particolari come quelle di cielo coperto, pioggia, auto scure con fari gialli accesi su asfalto grigio/nero.
    La batteria è come detto quella della D800/D7000/V1, affidabile e con prestazioni di scarica elevate. 10.000 scatti a raffica con una carica, non sono una chimera e 2.000 scatti singoli in studio, nemmeno (io, si sa, non utilizzo quasi mai il visore posteriore).

    La risoluzione è semplicemente eccezionale. Anche il dettaglio 1:1 è ... presentabile ed utilizzabile, non sfaldato.

    La modalità crop 1.3x è una vera ... libidine. Rende la macchina più flessibile. Per poter avere quelle inquadrature con la D4, a parità di risoluzione, avrei dovuto usare un 600/4. Con un peso complessivo all'incirca doppio (le spalle ringraziano :)). Solo che qui hai quasi tutto il frame coperto dai sensori dell'autofocus. Con la D4 è impossibbbbbbbile .... :(

    Resta l'amaro in bocca per la scelta del tutto condannabile di Nikon di inserire modalità da neofita - come scene e posizione auto - e, peggio ancora, aver messo un buffer meno che sottodimensionato.

    Se in studio la cosa non fa impressione, una sequenza che in teoria a 7 scatti al secondo si ferma dopo un secondo e un terzo perchè finisce la memoria interna, nonostante tu stia usando la più veloce SD disponibile lascia allibiti. Come aver usato a suo tempo una Nikon F5 a raffica con un rullino da 12 pose ... demenziale !
    Riempito il buffer la macchina continua a lavorare ma a non più di 2-3 scatti al secondo. Cosa che nello sport non consente di seguire azioni che con la D4 invece vengono facilmente, potendo quella continuare anche per 10 secondi ininterrottamente ... a parità di risoluzione.

    E' a mio parere una scelta esecrabile, visto che processori e chip di memoria di questo genere oramai consentono di fare smartphone supercarrozzati per meno di 150 euro all'utente finale e che la D7100, pur non costosissima, non è nemmeno regalata ...
    ... peraltro sarò io impedito, ma nonostante io abbia provato n-mila settaggi, anche in jpg non sono riuscito ad avere più di 12 scatti di buffer in modalità jpg-fine mentre il manuale parla di almeno 23 ...

    In sintesi :

    CONTRO

    - buffer di memoria rachitico. Non ha senso fare una fotocamera che in modalità 1.3x fa 7 scatti al secondo e poi finisce la festa dopo un secondo e mezzo
    - manca la presa sincro per flash di studio. Limite che aveva già la D7000. Se questa vuole essere una macchina di livello. Considerando i costi relativi di una semplice presa elettrica (mentre sono presenti tutte le altre possibili ed immaginabili connessioni evolute), non credo che si sarebbe appesantito il conto finale
    - Nikon sembra avere sempre qualche dubbio su chi sia il suo cliente tipo per questo genere di fotocamera e, irresoluta, finisce per sovrapporre i profili. A chi pensa di vendere una macchina da 7 scatti al secondo in cui c'è anche la modalità AUTO che alza autonomamente il flash incorporato e mette a fuoco dove vuole lei ?
    Ma andiamo. Davvero si pensa che il teen-ager o la signora attempata senza esperienza di reflex si compri una D7100 ?
    - dato il livello di prestazioni del sensore, non si può pensare di accoppiarla ad ottiche da kit tipo il Nikon 18-55 o i sigmoni e tamroni 18-250 F6.3

    A FAVORE

    - ottima costruzione con buona tenuta anche in condizioni estreme
    - ha l'autofocus della D4 e l'esposimetro della D3s in un corpo compatto e leggero
    - mantiene l'ottima batteria EN-EL15 (comune con D800, D7000, V1)
    - definizione esagerata che permette un dettaglio sopra le aspettative
    - affidabilità
    - prezzo "giusto" (si trova già a 1.000 euro, solo corpo di importazione)
    - tenuta ad alti ISO sicuramente senza preoccupazioni sino a 2.000-2.500 ISO, sfruttabile con cautela anche a sino a 6.400 ISO


    Per chi è pensata ?

    Un pò per tutti. Sicuramente per chi vuole il massimo dai suoi teleobiettivi senza svenarsi. Una opzione in più per avere un teleconverter automatico ... senza i difetti dei teleconverter. Avere 16 megapixel in mezzo significa avere quasi un 600 mm dal proprio 300 mm.
    Rappresenta un passo avanti significativo sulla D7000 della quale è però una evoluzione. Non ritengo che sia opportuno pensare al passaggio da D7000 a D7100.

    Ma é certamente la migliore macchina DX sinora presentata da Nikon.

    In attesa di una D400 che avrà, suppongo, lo stesso corpo della D800, le stesse prestazioni della D7100 con un buffer ragionevole - ma prezzo confrontabile con una full-frame - mi pare una buona soluzione.

    Quindi la Nikon D4 non serve più ? Non scherziamo ....
    ... però non è detto che tutti debbano pensare di comperarsi una D4 per fare le cose che ho fatto io in questo week-end (più le decine di altre cose che può fare una macchina così flessibile).
    Considerando che con una D4 ci vengono più di 5 D7100 ... ;)


    [PS : il manuale non è più tascabile ma è diventato in formato libro, grande come la scatola della D7100]

    • dic 27 2015 11:26
    • da Lieve
  5. Nikon D7100 e fotografia di natura. Parte prima...

     
    Questo è il primo di una serie di tre articoli in cui riporto le mie impressioni d'uso della Nikon D7100 per la fotografia naturalistica e la macrofotografia.
    il presente articolo  riguarda l'uso nella caccia fotografica, in particolare avifauna in volo. IL secondo riguarderà la macrofotografia sul campo (pioggia permettendo!!) ed il terzo sarà un confronto Nikon D7100 vs Nikon D800 sempre secondo il mio modo di fotografare.
    Niente di scientifico, ma spero comunque serva a dare un'idea delle possibilità e dei limiti della nuova fotocamera Nikon di punta per il formato Dx (perlomeno al momento in cui scrivo, se poi ci sarà una D400, vedremo...).
     
     
    La fotocamera.
    Le specifiche si trovano ovunque in rete, quindi non mi dilungo sui dati tecnici.
    Le mie impressioni dal punto di vista ergonomico e di facilità d'uso sono estremamente positive. Pur avendo mani grandi, ho trovato la fotocamera molto comoda da impugnare e, peso a parte, non ho avvertito gran differenza  rispetto alla D800.
    Solo la ghiera di selezione delle varie modalità é leggerina e da' una sensazione un po' da "el cheapo" ovvero di "fatto al risparmio", ma non da' problemi. Pulsanti di blocco evitano spostamenti accidentali, per cui tutto Ok.
    Per la praticità d'uso, basti dire che non ho sentito la minima necessità di un manuale di istruzioni e una volta fatta la mano sulle  piccole differenze di operatività rispetto alla D800 (ci è voluto pochissimo), era come se l'avessi avuta da sempre. Molto bene.
     
     
     

    Sul campo.
    Sono andato alla garzaia vicino Casalbeltrame e poi in giro per le risaie nei dintorni. 
    Scattando all'aperto oppure dall'auto, quindi senza eccessive coperture mimetiche, il che teneva a distanza i soggetti.
    Quasi sempre un tele corto (300mm) sovente a mano libera, per cui nelle condizioni peggiori  :D ;  se rendeva bene così, avrebbe voluto dire che era una grande "piccola" fotocamera.
     
    Qualche foto è stata scattata con il 400 f2.8 Vr + Tc14 E messi gentilmente a disposizione dall'amico Gianni che mi ha accompagnato nell'uscita.
     
    [attachment=45907:autoritr.jpg]
     
     
    [attachment=45917:ibis2.jpg]
     
    Ibis in formato Dx (400 f2.8 VR + TC 14E)
     
    Nella caccia fotografica il formato Dx aiuta e la possiblità di un ulteriore crop di 1.3x da circa 15 megapixel aiuta ancora di più
     
    [attachment=45908:formati.jpg]
     
    La foto in formato Fx è stata scattata con la D800.
     
    L'autofocus è veloce e anche preciso, in AFC il limite nel mio caso era la velocità (scarsa)  dell'Af del 300f4, che mi ha fatto perdere alcuni scatti.
     
     
    Foto in formato  x1.3 a mano libera con il 300 f4 AFS:
     
    [attachment=45909:guardabuoi1.jpg]
     
    Airone guardabuoi
     
    [attachment=45910:cenerino1.jpg]
     
    Airone cenerino
     
    [attachment=45911:nitticora1t.jpg]
     
    Nitticora
     
    La nitidezza, considerando  la distanza ed il fatto che  scattavo a mano libera, è da considerarsi ottima.
     
     
    [attachment=45913:ibis1.jpg]
     
    Ibis sul nido (sempre 300 f4 AFS in formato x 1.3)
     
    [attachment=45914:ibis1part.jpg]
     
    Crop 100%.
     
    Cosa c'è sul campanile?
     
    [attachment=45915:fattoria1.jpg]
     
    Vediamo!
     
    [attachment=45916:fattoriatot.jpg]
     
     
    L'assenza del filtro passa basso si nota poco, ma in questi casi ritengo che il limite sia  l'obiettivo e le condizioni di scatto che impediscono di sfruttare appieno il sensore.
    Infatti  per curiosità ho provato ad montare  il "vecchio" 80-400 Af VR, sempre di Gianni.
     
    [attachment=45918:80400.jpg]
     
    crop 100%
     
    [attachment=45946:80400tot.jpg]
     
    [attachment=45947:ala1.jpg]
     
    [attachment=45948:ala2.jpg]
     
    [attachment=45949:zampe.jpg]
    Ci vogliono obiettivi incisi per sfruttare il sensore, com'era ovvio.
    In macro invece, come vedremo, con un obiettivo inciso, la resa è a dir poco spettacolare.
     
    IL sensore "denso" permette anche di esagerare qualora sia proprio necessario:
     
    Questo piro piro,  anche col formato ritagliato 1.3x è piccolo
     
    [attachment=45921:piropiro13t.jpg]
     
    Ma se voglio esagerare davvero... questa è l'inquadratura corrispondente ad un 20x30 stampato a 300 dpi:
     
    [attachment=45922:piropiroc1.jpg]
     
    ed il relativo crop 100%
     
    [attachment=45923:piropirotot.jpg]
     
    Non male, vero?
     
    Non sto dicendo che si possa sostituire sistematicamente un lungo tele vero, ma che in condizioni di emergenza...si può fare.
     
    E il bufferMi sono trovato benissimo oggi con la D7100, unico limite è proprio il famigerato buffer: se mi dimenticavo di "razionare" gli scatti a raffica, la macchina mi si bloccava finché non aveva finito di scrivere.  Un male minore, ma se non c'era ... era meglio.
     
    In conclusione nella caccia fotografica ho trovato la D7100 una macchina versatile, facile da usare e dalla resa soddisfacente, tranne quando ci si dimentica che la raffica è limitata.
     
    Silvio Renesto
     
    PS Grazie di cuore  a Rudolf (Mauro Maratta) per avermi messo a disposizione la fotocamera per questa serie di test.

    • apr 26 2013 09:57
    • da Silvio Renesto
  6. Sigma 180mm f2.8 Macro OS, the Macrosaur (field...

    Thanks to a kind loan by  Mauro Maratta, I had the chance to fulfill a wish: trying the  Sigma 180mm f2.8 Macro OS on the field, and thus here are my impressions on that lens for what concerns  macrophotography.
     
    Here on Nikonland it has been already written about this lens. Bruno Mora wrote an in-depth analysis from the point of view of construction and optical rendition, and also made a mini- comparison with the Nikon Micro-nikkor 200mm f4 IF ED. 
     
    I will try to complement  what Bruno wrote, with my impressions about field use in macro photography.
     
    The lens:
     
    The 180mm f2.8 Macro OS, as Sigma says, is the only tele-macro of large aperture that reaches a reproduction ratio (RR) of 1:1, and this is true. 
    Sigma several yeras ago, made another 180mm f2.8 Macro, but it reached only a RR of  1:2 (0,5) and it was a real nightmare as for ergonomy, weight and Af speed were concerned.
     
    As a paleontologist, I cannot resist to parallel the evolution of this "beast" of a lens with another very famous beast, the Tyrannosaurus :)
    Decades ago Tyrannosaurus, like most other Dinosaurs, was seen as a slow, cumbersome giant, unfitted for survival; while now, after Dinosaur Renaissance in science and a few Jurassic Park in the movies, we see Tyrannosaurus like an awesome, powerful and sleek animal (despite its size).
     
    [attachment=83007:trexold.jpg] the dumb Zallinger's Tyrannosaurus
     
    [attachment=83008:trex.jpg] the new look of Tyrannosaurus
     
     
    Well, the same happened with the 180mm Sigma f2.8!
     

    [attachment=83009:180old.jpg]

     

    The old 

     

     

    [attachment=83010:180new.jpg]

     

    and the new one.

     

     


    I never shoot with the old 180 Sigma  f2.8 Macro (keeping it in hand and hearing the af sound in a shop was enough...) thus I cannot judge its optical quality.
     
    But let's come back to the new Sigma 180 f2.8 Macro OS:  it's huge, being as big as the older incarnation, a real dinosaur among macro lenses, but it is built in a completely different, and immeasurably better, way. It is a modern lens, well balanced and equipped of a detachable tripod collar that makes sense contary to the ergonomical hallucination one of the old one. Lens hood is really big, and doubled, a first section to be used on full format cameras and a second part to be added when the lens is used with an APS-C camera. Even the first part  is a bit too large to be practical, at least  for macrophotography.
     
    Just a few data:
     

    The focus distance window has the distances marked in feet and meters and, like in any macro worth the name,  there is also the reproduction ratio at shorter distances. 
    From these data, with few calculations  it is possible to know the actual focal length at different reproduction ratios and consequently at different focusing distances. 
    As usual by now (this doesn't mean it's a good thing anyway), actual focal length decreases  approaching the minimum focusing distance. At 47cm  it becomes 117mm.
     

    [attachment=83011:feffettiva.jpg]

     

    Actual focal length variation with reproduction ratio (abscissa)

     

     

    [attachment=83012:distanzaOS.jpg]

     

    Focusing distance vs reproduction ratio (abscissa)

     

     
     

    In macro it is even more imoprtant the working distance (the distance between the subject and the front lens). With the same focusing distance a lens with lower working distance (e. g. because the lens  barrell extends a lot at short distances) will be less practical than one with a grater working distance, and there will be  more chances to scare the subject if the latter is animated and mobile. 
    The greater working distance is one of the main reasons that make many macrophotographer (me included) to prefer "long" tele macros (180-200mm) with respect to more moderate 90-105mm macros.
     
    If we compare different tele-macro lenses, working distance varies as follows:
     
    The Sigma 180mm f2.8 Macro OS subject of this test, has a working distance of 22,5cm
     
    The discontinued  Sigma 180mm f3.5 Macro EX  had a working distance of 23,5cm
     
    The Sigma 150mm f2.8 Macro OS has a working distance of 18,5cm
     
    The Nikon 200mm f4 micro-nikkor AfD ED has a working distance of  26cm.
     
    These values are referred to the sole lens without the hood, that in the case of the two Sigma 180mm are rather huge, or really huge. 
     
    As far as the working distance is concerned, the  200mm f4 micro-nikkor has a clear advantage. But, even if longer is better, there are other variables into play, as we will see.  
     
     

    Aperture
    The wide aperture makes the new Sigma 180 very useful also for portraits and general photography, while it is not so much important for macrophotography, where  depth of field is always very small. It allows however to use a converter without losing too much f/stops, that may be of help for precise focusing.
    As for all other macro lenses, actual aperture decreases at shorter distance, becoming f3.2 at 1,5m, f3.5 at 90cm, f4 at 80cm and f5 at shorter distances. The actual f/stop value appears on the camera display and in the exif data.
     




    • ago 31 2015 13:16
    • da Silvio Renesto
  7. Fujifilm X20: impressioni d'uso

    Da diverso tempo stavo cercando una compatta che fosse: 1) di buona qualità ottica 2) dotata di mirino ottico e non di solo display 3) provvista di comandi funzionali 4) economicamente avvicinabile.
    L'idea era di avere un apparecchio leggero e poco ingombrante da avere sempre con me.
     
    Per anni mi sono tenuto una bellissima compatta (la Lumix LX3) senza mai usarla, perché alla fine il fatto di non poter osservare la scena da un mirino non mi faceva venir la voglia di usarla!

    Sapientemente consigliato da AxNaird ho rivolto la mia attenzione verso la nuovissima Fujifilm X20.

    [attachment=45972:x201.jpg]

    Qui le specifiche tecniche.

    Ecco qualche impressione dopo circa un mese di utilizzo.

    Cosa mi piace:

    Mirino ottico. E' un mirino galileiano sincronizzato con lo zoom. Ha una copertura dell'85% ed è decisamente confortevole e luminoso. Al suo interno si leggono i principali parametri di scatto e viene visualizzata l'area di messa a fuoco. Quando si avvicina l'occhio al mirino, un sensore lo attiva e spegne il display. E' quello che cercavo? Non ancora, ma ci si avvicina molto. La praticità d'uso è decisamente elevata.  :bravo:

    L'obbiettivo. E' un fujinon 28-112mm, f/2.0-2.8. Versatile e luminoso.
    Da notare che la rotazione della ghiera dello zoom funge da accensione della fotocamera.

    [attachment=45974:x203.jpg]
     
    [attachment=45973:x202.jpg]

    La disposizione dei comandi. Una rotellina superiore permette di selezionare i vari modi di ripresa (M, A, S, P, Auto, Video, 2 diverse personalizzazioni e altri automatismi). Una seconda rotellina superiore permette di regolare la compensazione dell'esposizione da -2 a +2 con intervali di 1/3.

    Sulla parte anteriore una leva permette di scegliere comodamente tra i tre modi di messa a fuoca (af-s, af-c e manuale)

    [attachment=45975:x204.jpg]

    Sulla parte posteriore un tastino è dedicato alla scelta della modalità di esposizione: spot, ponderata centrale, matrix. Un secondo tasto al WB. Un terzo all'AE-L, AF-L.

    [attachment=45976:x205.jpg]

    Con una comodissima rotellina si scelgono i parametri di scatto:
     
    [attachment=45978:x206.jpg]
     
    Insomma tutto quello che serve è a portata di mano e non nascosto nei menù.

    Un joystick permette di entrare nel menù principale o nei menù AF, macro, flash e autoscatto.

    [attachment=45979:x207.jpg]

    Un tasto Fn personalizzabile a piacimento è presente sulla parte superiore.

    Per strafare è stato messo anche un tasto Q per un accesso rapido e comodissimo alle voci principali del menù.

    Il design e la qualità costruttiva: Un piccolo carro armato.

    Autofocus. Ancora devo capirlo bene, ma c'è la possibilità, per me fondamentale, di selezionare manualmente (e comodamente) tramite il joystick un'area di messa fuoco tra le ben 49 disponibili. Queste aree coprono tutto il fotogramma. Non sono sfortunatamente visibili dettagliatamente nel mirino ottico, anche perché la copertura (85%) è inferiore alla dimensione del fotogramma.
    C'è poi la messa a fuoco automatica dei soggetti limitatamente alla parte centrale dell'inquadratura (si può aggiungere anche il riconoscimento automatico dei volti, niente di nuovo).
    C'è infine la modalità tracking, che permette di mantenere a fuoco soggetti in movimento e precedentemente "agganciati". Funziona abbastanza bene.
    Infine nella modalità manuale, la messa a fuoco viene gestita tramite la rotella del joystick. C'è la possibilità di evidenziare sul display i contorni ad altro contrasto per capire quando si è raggiunto il fuoco. Infine viene visualizzata un'indicazione dell'iperfocale.

    Last but not least: la qualità delle immagini. Davvero ottima. Il sensore X-Trans CMOS II, 2/3 di pollice, 12M e senza filtro passabasso fa il suo bel lavoro.


    Cosa non mi piace:

    A tutta apertura la massima velocità di scatto è limitata a 1/1000 sec anziché a 1/4000. Se ci si trova in un ambiente molto luminoso, il rischio è di ottenere immagini sovraesposte, per cui bisogna chiudere un po' il diaframma. E' un inconveniente piuttosto fastidioso. So che altri modelli hanno risolto il problema con un filtro ND, mi chiedo come mai Fuji non ci abbia ancora pensato.  :GrattaTesta:

    La messa a fuoco in continuo mi pare decisamente migliorabile. Abituato ad usare una reflex, trovo in generale la messa a fuoco di questo tipo di macchine il vero punto debole. Per questo per me è così importante la possibilità di avere una messa a fuoco selettiva, in questo caso poi estesa a tutto il fotogramma.
     
    La durata della batteria è molto, molto limitata. Non ho misurato il numero di scatti, ma è preferibile portarsi dietro una batteria di riserva.

    Dai 28 ai 35mm circa, l'obbiettivo è visibile in minima parte nel mirino ottico. Il problema si amplifica nel caso si dovesse usare il paraluce opzionale,
     
    [attachment=45982:x2010.jpg]

    L'accensione e lo spegnimento della fotocamera tramite la rotazione dello zoom è per molti versi comoda, ma, qualora si voglia accendere la macchina per esempio solo per visualizzare delle immagini già scattate o per fare delle regolazioni nel menù, diventa poco funzionale: bisogna in ogni caso togliere il tappo e ruotare lo zoom.

    Il mirino ottico sporge un po' rispetto al piano posteriore dell'apparecchio. Sembra una sciocchezza, ma quando la appoggi su un tavolo rimane un po' "ballerina".

    [attachment=45981:x209.jpg]

    Il flash è piccolino, ma può essere sempre utile.

    [attachment=45980:x208.jpg]

    Dagli 800 ISO i file jpeg appaiono già un po' levigati e i file raw mostrano già una discreta quantità di rumore, riducibile in postproduzione. Oltre gli 800 ISO ormai preferisco non spingermi.
     
    La gamma dinamica non mi è sembrata particolarmente estesa, le ombre rimangono un po' chiuse. Sto provando in questi giorni la funzione per aumentare la gamma dinamica, ma non sono ancora arrivato a una conclusione. Il rischio è chiaramente quello di vedere aumentare il rumore nelle zone scure.

    Le dimensioni non proprio piccole, ma non si può avere tutto!
     
     
    Vediamo ora qualche immagine a puro titolo esemplificativo.
     
    Milano, Parco delle Basiliche. Jpeg come da fotocamera ridimensionato.
     
    [attachment=45985:300313_9030.jpg]
     
    [attachment=45984:300313_9027.jpg]
     
    [attachment=45983:300313_9023.jpg]
     
    [attachment=45988:300313_9040.jpg]
     
    [attachment=45986:300313_9033.jpg]
     
    E qui qualche immagine ricavata dai file raw:
     
    [attachment=45995:DSCF0431_1.jpg]
     
    [attachment=45998:DSCF0673_1.jpg]
     
    [attachment=45997:DSCF0670_1.jpg]
     
    [attachment=45996:DSCF0579_1.jpg]
     
    [attachment=45999:DSCF0732_2.jpg]
     
    Insomma, a mio avviso un piccolo gioiellino con diversi punti di forza e qualche piccolo margine di miglioramento. Comodissima come macchina tuttofare e in grado di regalare più di una soddisfazione al fotografo avveduto: a me ha fatto venire la voglia di passare ai modelli superiori...  :bigemo_harabe_net-143:

    • dic 09 2015 13:54
    • da happygiraffe
  8. Nikon D300, nostalgia di un amore

    D300, forever?
    La D300 è entrata nel cuore di molti fotoamatori e professionisti che per motivi diversi usavano il formato Dx e ci è rimasta a lungo, anche dopo la comparsa di fotocamere che offrivano prestazioni migliori e migliore qualità di immagine, la D300s che non ho provato, non differiva troppo, le D7XXX invece sì. Io stesso, pur essendo passato per quanto riguarda il formato Dx, alla D7000 ne poi alla D7100, ho sempre avuto in fondo al cuore una leggera nostalgia per la mia vecchia D300 (nostalgia scomparsa improvvisamente dopo aver preso in mano la D500).
     
    Perché questa affezione?
    Posso rispondere per me, gli altri si potranno riconoscere oppure no.
    La D300  è stato un modello rivoluzionario rispetto alla precedente D200 e questo ha convinto molti ad acquistarla. Al di là della qualità di immagine, comunque superiore sotto alcuni aspetti (e poi la povera D200 era tacciata di infamie come il banding per cui tutti si mettevano a fotografare lampioni e lampadine di notte) si aveva un mirino con la copertura del 100%, un monitor più grande e con maggiore risoluzione, finalmente usabile per valutare le foto (o quasi). 51 punti af contro 11, 15 punti a sensori af incrociati contro 1 solo,  batterie che duravano il triplo, pulizia del sensore  taratura fine dell'Af sensore con una risoluzione per i tempi notevole (12mpx). Insomma una bella differenza. Era compatibile con obiettivi Af non motorizzati e anche Ai (Anche la D200).
     

     

    [attachment=96991:frontale.jpg]

     

    La D300 ha un'aria robusta e ...professionale, qualunque cosa voglia dire. 

     

     

     

     

    [attachment=96992:D300rear.jpg]

     

    Piccoli particolari che contano (già la chisura si perde nella D300s, che però guadagna il pulsante centrale)

     

     

    [attachment=96993:anelli.jpg]

     

    Piccoli particolari che piacciono ;)

     

     

     

     

    Se quindi si può ben capire il successo iniziale, più difficile è comprendere il persistere della predilezione per questa fotocamera dopo la comparsa di modelli più aggiornati che univano alcune se non tutte, le funzioni della D300 ad una qualità di immagine, gamma dinamica e risoluzione chiaramente superiori.
    Per me questa radicata (o radicale) passione ha motivi sottili, ma nemmeno troppo. La D300 (ed in questo somigliava alla D200) era un "workhorse", un cavallo da tiro o forse un war horse, un cavallo da battaglia,  La D300/D300s  aveva delle caratteristiche di robustezza e praticità d'uso che sono mancate a tutte le successive fotocamere in formato Dx fino alla D500.
     

     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

     

    [attachment=96994:top.jpg]

     

    Non facciamo scene, per favore

     

     

    [attachment=96996:attai.jpg]

     

    OH i vecchi lenti e rumorosi Af...

     
     
     
     
    Quando sono passato ai  modelli D, successivi, più recenti e performanti (almeno come qualità di  immagine)... non era la stessa cosa. In fondo per me la fotografia è più spesso divertimento che lavoro e per divertirmi dev'esserci una soddisfazione nell'uso dello strumento oltre che la qualità del risultato. Lo so non è logico, lo strumento dovrebbe essere funzionale e basta, ma non è così, l'apparenza  spesso  conta, il look delle D7XXX ", ad esempio, somiglia più quello delle sorelle minori entry level che a quello di D700/800 e corpi "pro. Sulla ghiera di sinistra compaiono le famigerate "scene" che ogni purista aborre. Non è razionale perché si può scegliere di ignorarle, ma se si scegliesse solo su base razionale, allora avremmo anche molte meno varietà di automobili, o no?
     




    • lug 18 2016 10:55
    • da Silvio Renesto
  9. Nikon 70-200mm f/4 AFS VR N : Il maneggevole [t...

    L'obbiettivo è semplicemente un'alternativa al più luminoso, più costoso e più pesante 70-200mm f/2,8: riducendo il diaframma a f/4 è stato possibile realizzare un attrezzo che sostanzialmente pesa la metà, è decisamente meno voluminoso e attualmente (05-2013) si può reperire a prezzi variabili tra 1000€ e 1400€ a seconda del tipo di garanzia e provenienza. Io ho sostituito il f/2,8 VR II con questa versione e il risultato, semplicemente, è che ho iniziato ad usarlo spesso: è trasportabile con più agio e la sua gestione logistica e intento ne fanno uno strumento che va sfruttato a mano libera (pur potendo essere dotato di anello di supporto - venduto a parte <_<  - per agganciarlo a un monopiedi o un treppiedi).

    Nell'immagine che ho composto qui sotto vedete a confronto il 70-200 f/2,8 VR I recentissimo 80-400mm f/4,5-5,6 AFS , lo zoom 70-200 f/4 oggetto di questo test/recensione e il più compatto di tutti (a 70mm) 70-300mm f/4,5-5,6 AFS che oggettivamente si situa su un livello più basso, specie da 180/200mm in poi, ma che ho incluso per evidenziare le dimensioni relative delle quattro lenti.
     
    [attachment=46229:70-200-confronto.jpg] 
     
    La costruzione ottica consta di 20 elementi in 14 gruppi (3 lenti ED e 1 lente HRI) 
    E' dotato del trattamento antiriflessi N (Nano Crystal Coat)
    Dispone di un diaframma a 9 lamelle arrotondate
    La minima distanza di messa a fuoco è di 1m (consentendo un rapporto di riproduzione massimo di 1:3.65)
    Le dimensioni sono di 78 mm x 178.5 mm
    Peso (senza collare): 850 g
    Filtri: 67mm
    Paraluce: Nikon HB-60 a baionetta


    Ecco un confronto tra il 70-200mm f/4, il 16-35mm f/4 e il 28mm f/1,8 tutti AFS e ognuno fabbricato o assemblato in un paese diverso (Tailandia per quanto riguarda il 70-200 f/4, Giappone e Cina per gli altri due):
     
    [attachment=46277:_MAX1294.jpg][attachment=46276:_MAX1293.jpg]
     
    sullo zoom lungo e sul fisso ho montato degli anelli step-up per portare il diametro dei filtri ad un comune 77mm.
     
     
    Altre immagini che dettagliano lo zoom oggetto della recensione: i pulsanti sono abbastanza comodi e di utilizzo intuitivo;
    è possibile limitare il range di messa a fuoco tra 3 metri e l'infinito, è presente lo switch tra VR normale e attivo:
     
    [attachment=46278:_MAX1710.jpg][attachment=46279:_MAX1713.jpg]
     
     
    L'obiettivo è dotato del trattamento antiriflessi N (Nano Coated lenses) che in tutte le lenti che ho provato conferisce effettivamente un macrocrontasto caratteristico;
    la qualità costruttiva complessiva è ottima: i materiali utilizzati (policarbonati di alta qualità e metallo) sono ben assemblati e non presentano giochi, la messa a fuoco e la zoomata sono precise e fluide. Non viene raggiunta la solidità del Nikkor 70-200 f/2,8 AFS II che presenta un robustissimo (e conseguentemente più pesante) barilotto completamente in metallo, ma siamo ai livelli del Nikkor 16-35mm f/4 che può sostenere tranquillamente un carico di lavoro quotidiano di discreta intensità, senz'altro anche professionale se si presta qualche attenzione in più.
     
    [attachment=46280:_MAX1714.jpg][attachment=46281:_MAX1715.jpg]


    Per quanto riguarda la resa, dalla mia recente esperienza sia con il 70-200 f/2,8 VR II sia con questo più leggero f/4, posso dire che prestazionalmente sono molto simili.
     
    Sul campo a f/4 sono sostanzialmente intercambiabili a meno di alcune eccezioni. Se devo rilevare una differenza macroscopica è la vignettatura che per il più piccolo, dopo i 135mm è ai miei occhi più visibile a TA e quindi segna visivamente la differenza tra i due progetti, ma si attenua molto rapidamente chiudendo appena, anche a f/4,5: nelle foto con sfondi uniformi la differenza potrebbe essere visibile.. La risolvenza invece è eccellente a tutte le focali e a tutti i diaframmi, fino ai bordi: in pratica si possono usare tutti i diaframmi senza notare differenze da questo punto di vista: sulla mia D700 non sono in grado di cogliere differenze.
     
    [attachment=46288:_MAX1514.jpg]
     
    [attachment=46289:_MAX1516.jpg]
     
    [attachment=46290:_MAX1520.jpg]
    [attachment=46294:crop.jpg]
     
    [attachment=46291:_MAX1527.jpg]
    [attachment=46295:crop2.jpg]
     
     
    La velocità AF è molto buona, forse leggermente inferiore a quella del f/2,8, ma devo dire e sottolineare che si tratta di una impressione: ho provato a seguire delle rondini in volo e non ho avuto particolari problemi a tenerle 'agganciate' (se riuscivo a tenere quei missili sui punti di AF ! :P ) ...
     
    [attachment=46292:_MAX1538.jpg]
    [attachment=46296:crop3.jpg]
     
     
    A 145mm f/4 la vignettatura si fa sentire:
     
    [attachment=46293:_MAX1586.jpg]
    [attachment=46297:crop4.jpg]


    Ecco qualche altro scatto, alcuni con un crop 1:1, per consentirvi di indagare sulla bontà del vetro senza appesantire troppo il post con immagini troppo voluminose.
     
    E' agevole isolare un soggetto, anche se non si dispone dell'apertura f/2,8:
    [attachment=46298:_MAX1589.jpg]
     
    [attachment=46299:_MAX1617.jpg]
     
     
    Il sistema VR è di terza generazione (è il primo obiettivo in cui Nikon ha iniettato questo aggiornamento tecnologico) e dovrebbe consentire un guadagno di 5 stop. In pratica posso dire che mi sento ragionevolmente tranquillo scattando a 1/40 di secondo a 200mm, usando tempi più lunghi i problemi si moltiplicano e la percentuale di scatti buoni si abbassa. Complessivamente non vedo grandi differenze tra il più voluminoso 70-200 f/2,8 e questo f/4, ma credo che per il fratello maggiore debba essere considerato il fatto che il suo maggior peso ed inerzia consente ipso facto di scattare più stabilmente minimizzando il mosso. Il più leggero f/4 invece è intrinsecamente più soggetto a vibrazioni e al mosso, ma il VR migliorato dell'f/4 livella le prestazioni tra i due.
     
    [attachment=46300:_MAX1699.jpg]
    [attachment=46303:crop5.jpg]
     
     
    Non contavo molto sulla bontà dello sfocato, ma ho dovuto ricredermi: è gradevole ed equilibrato. Se scattate a f/4 con un fisso non credo riuscirete ad apprezzare grandi differenze: i fissi, naturalmente, potendosi aprire fino a f/1,8 o f/1,4 sono strumenti che subentrano quando quelle aperture diventano necessarie, surclassando lo zoom per ragioni ... fisiche !
     
    [attachment=46301:_MAX1735.jpg]
    [attachment=46304:crop6.jpg]
     
     
    Un leggero accenno a qualche aberrazione cromatica nelle zone di forte contrasto: il 70-200 f/2,8 resta comunque il riferimento e la miglior realizzazione di Nikon (e non solo credo) per questo range di zoom. Come ho detto però nulla me lo fa rimpiangere: le differenze sono all'atto pratico quasi impercettibili e peso e logistica sono a netto vantaggio di questo piccolo gioiellino, che si sposa egregiamente con l'altrettanto valido Nikkor 16-35mm f/4.
     
    [attachment=46302:_MAX1820.jpg]
    [attachment=46305:crop7.jpg]


    La tenuta nel controluce per l'esperienza che mi sono fatta del nuovo f/4 finora, eccellente. Anche qui, nessun rimpianto per il più luminoso; questo performa almeno allo stesso livello (le foto che seguono sono tutte senza paraluce !):
     
    Uno dei casi più critici capitati, senza paraluce:
    [attachment=46452:_MAX1226.jpg] [attachment=46446:_MAX1201.jpg]
     
     
    [attachment=46448:_MAX1206.jpg] [attachment=46447:_MAX1205.jpg]
     
    [attachment=46449:_MAX1223.jpg]
     
    [attachment=46451:_MAX1225.jpg]
     
    Crop dell'immagine precedente
    [attachment=46450:_MAX1225-2.jpg]
     
    Una nota davvero positiva è la minima distanza di messa a fuoco: un metro è una misura molto vicina agli 85cm del mio fisso 85mm f/1,8 e all'atto pratico è possibile usarli senza rendersi conto di quei 15cm di differenza, nessuna differenza sotto questo punto di vista rispetto a un 105mm o un 135mm !  
    Utilizzando un anello distanziatore Kenko 25mm è possibile spingersi nella fotografia a distanza ravvicinata (la seguente fatta a f/4, in futuro ne inserirò altre eseguite a diaframmi più chiusi):
     
    [attachment=46454:_MAX1247.jpg]
     
    [attachment=46455:Screen Shot 2013-04-02 at 5.51.41 PM.png]
     
    [attachment=46453:_MAX1067.jpg]
     
    Fino ad oggi negli scatti che ho realizzato non ho notato distorsioni ottiche particolari: mi riprometto però di inserire qui quanto prima degli scatti fatti per mettere alla corda questo aspetto che sicuramente potrebbe costituire una variabile fondamentale nella scelta di questo strumento.


    In conclusione posso dire di essere estremamente soddisfatto di aver cambiato il 70-200 f/2,8 VR II (che è il sogno di molti, lo so) con questo strumento che chiude ad un diaframma di meno, f/4: utilizzo più spesso un attrezzo che pesa la metà ed è meno ingombrante, il tutto si traduce in un approccio logistico molto simile a quello che avevo con il 105mm f/2,8 VR e il moltiplicatore TC17. La qualità ottica rimane eccellente e la qualità costruttiva molto buona ... non dico eccellente solo perché riservo quell'aggettivo al più luminoso f/2,8 che è davvero 'corazzato'.
     
    Non si tratta quindi di una mera alternativa economica: se non vi serve l'apertura f/2,8 questa lente è semplicemente lo stato dell'arte di queste realizzazioni.
    :)
     
    Ciao e buone foto a tutti !
     
    [attachment=46521:_MAX1117.jpg]
    Adriano

    • ago 25 2015 09:13
    • da Adriano Max
  10. Fujifilm X100T: compagna di strada (test/prova)

    Erede della fortunata X100, presentata ormai nel 2010, e della successiva X100-S, la X100-T è una fotocamera con alcune interessanti particolarità.
     
    Di cosa stiamo parlando esattamente? La Fujifilm X100T è una compatta di fascia alta con un sensore APS-C da 16 megapixels  e focale fissa 35mm equivalente f/2, dotata di un mirino ibrido ottico/elettronico che simula la messa a fuoco di una classica telemetro meccanica.
     
     
    [attachment=77927:1.jpg] 
     
    Costruzione e ergonomia
     
    La fotocamera è molto ben costruita, risultando solida e leggera al tempo stesso. Si tiene molto bene in mano. Si tiene agevolmente anche con una mano sola.
     
     
    L’obiettivo
     
    [attachment=77928:2.jpg]
     
    L’obiettivo è un 23mm (35mm equivalente), f/2, con “8 elementi in vetro in 6 gruppi e comprende una lente con doppia superficie asferica ad alta prestazione e una lente convessa ad alta rifrazione”. 
    Il diaframma è costituito da 9 lamelle. 
    Per gli interessati le riprese macro sono possibili alla distanza minima di 10cm. 
     
    Un filtro ND incorporato offre una compensazione dell’esposizione equivalente a 3 stop, utile per fotografare con diaframmi aperti in pieno giorno.
     
    Un nuovo otturatore ibrido meccanico/elettronico, consente di impostare tempi di scatto fino a 1/32.000 di secondo.
     
    L’otturatore è silenziosissimo. Questa caratteristica insieme all’ingombro ridotto dell’apparecchio e al suo stile retro, che forse molti non prendono troppo sul serio, in alcune occasioni mi ha fatto sentire veramente invisibile.
     
    [attachment=77929:3.jpg]
    Parigi. f/2, 1/90, ISO 200 
     
     
    [attachment=77930:4.jpg]
    Parigi. f/2, 1/40, ISO 200
     
     
    Il flash
     
    La X100-T è dotata di un piccolo flash incorporato e di una slitta per un flash esterno, ma quello che è davvero interessante notare è che, grazie al diaframma a foglia, è possibile un tempo di sincronia molto elevato: fino 1/1000” a f/2 e 1/2000” da f/2.8 in su. Questa caratteristica permette di usare il flash in condizione di elevata luminosità, ad esempio in pieno giorno, con diaframmi aperti, anche approfittando del filtro ND incorporato.
     
     
    [attachment=77931:5.jpg]
    Con flash esterno in manuale. f/2, 1/12, ISO 200
     
     
    [attachment=77932:6.jpg]
    Flash incorporato senza ND. f/2, 1/420, ISO 200
     
    [attachment=77933:7.jpg]
    Flash incorporato con ND. f/2, 1/1000, ISO 200
     
     
    Il mirino
     
    Il mirino ibrido elettronico/ottico, che già era una caratteristica della prima X100, è stato profondamente modificato.
     
    Quando si usa il mirino ottico, oltre alla possibilità di poter controllare i parametri di scatto, è stata aggiunta una cornice mobile che indica la copertura dell’inquadratura (al 92%), correggendo in tempo reale la parallasse.
     
    [attachment=77934:8.jpg]
    Perdonate la qualità dello scatto, l'ho fatto con il telefonino...
     
    Spostando a destra la leva sulla parte frontale della fotocamera si passa al mirino elettronico, comodo per visualizzare effettivamente gli effetti delle impostazioni scelte (esposizione, profondità di campo, simulazione pellicola).
     
    Ma c’è dell’altro. Tornando al mirino ottico e spingendo questa volta la levetta sulla sinistra, si vede una delle principali novità della X100-T: nella porzione inferiore destra un piccolo riquadro, all’interno della finestra ottica, mostra in modalità elettronica l’area di messa a fuoco ingrandita.
    Tale caratteristica può tornare molto utile, ad esempio per controllare la precisione della messa a fuoco, specialmente se in manuale.
     
    [attachment=77935:9.jpg]
     
    Non mi dispiacerebbe se l’area del riquadro fosse leggermente più grande, perché a volte, specialmente per un occhialuto come me, non mi riesce naturale di vedere l’angolo in basso a destra.


    I comandi
     
    Restano invece uguali i comandi classici: tempi, diaframmi e compensazione dell’esposizione sono ancora gestiti tramite le ghiere, offrendo una praticità d’uso…e un piacere irresistibile al sottoscritto.
    Tutti gli altri comandi sono molto ben disposti e il livello di personalizzazione dei pulsanti sul retro della macchina è molto ampio. 
    Per chi non ha voglia di andare a cercare nel menù principale, il tasto Q offre un ventaglio (anch’esso personalizzabile) di opzioni molto ampio.
     
    [attachment=77936:10.jpg] 
     
    la fotocamera è dotata di connettività Wi-Fi. Con un’apposita app si può controllare la fotocamera in remoto oppure scaricare le foto su telefonino o tavoletta.
     
     
    Autofocus e velocità operativa
     
    La macchina è piuttosto reattiva. La velocità operativa (accensione, autofocus, scrittura su scheda, etc) non è confrontabile a quella di una reflex, ma nel complesso risulta buona.
     
    Questa foto, ad esempio, l'ho presa realmente in un batter d'occhio. Il tempo di vedere la scena, accendere la fotocamera, inquadrare e scattare prima che i due scendessero troppo.
     
    [attachment=77937:11.jpg] 
    Milano. f/5.6, 1/60, ISO 200
     
    L’autofocus singolo è preciso e affidabile.
     
    L’autofocus continuo non è all’altezza dell’AF-S, ma complessivamente lavora abbastanza bene.
     
    [attachment=77938:12.jpg]
    Milano. f/8, 1/250, ISO 320
     
    Ho trovato molto buono il funzionamento del riconoscimento del viso.
     
    Naturalmente per chi volesse mettere a fuoco manualmente, qui c’è da divertirsi :)
     
    Devo dire che con la X-E2 spesso ricorrevo alla messa a fuoco manuale in momenti di difficoltà ad agganciare il fuoco, mentre con la X100-T non ho mai avuto problemi di questo tipo.
     
     
    Qualità di immagine
     
    Il sensore X-Trans da 16 Megapixel è ottimo, anche se un po’ datato, e le foto prodotte sono sempre di elevata qualità anche agli alti ISO, con immagini che risultano perfettamente utilizzabili anche a valori estremi come 6400. 
    Per chi scatta in jpg, c’è una buona scelta di jpg in camera. Personalmente li trovo ottimi, anche se scatto quasi esclusivamente in raw. Le ombre tendono a essere un po’ chiuse e i dettagli a volte si perdono salendo con gli ISO, ma modificando le impostazioni dei profili si possono facilmente ottenere risultati diversi e più soddisfacenti.
     
    [attachment=77939:13.jpg]
    Londra. f/2, 1/20, ISO 3200
     
    Si possono impostare fino a tre diversi profili ISO. Troppa grazia!  :)
     
     
    Video
     
    Non è una macchina per fare video. Si possono fare, io non ne ho mai fatti. I risultati pare che siano modesti.  :unsure:
     
     
    Accessori
     
    Purtroppo il parasole non è fornito in dotazione alla macchina. L’originale è venduto a una cifra ingiustificabilmente alta, ma si possono acquistare parasole di terze parti a un prezzo sensibilmente inferiore. ;)
     
    Segnalo che è possibile abbinare alla X100-T due lenti di conversione:
     
    TCL-X100 1.4x equivalente a 50mm
    WCL-X100 0.8x equivalente  28mm
     
    A mio avviso è una follia, perché a questo punto uno si compra una mirrorless a ottiche intercambiabili (X1-T o X-E2 per restare in casa Fujifilm). :GrattaTesta:
    Ad ogni modo pare che facciano bene il loro lavoro.
     
     
    Conclusioni
     
    Arrivata alla terza generazione la Fujifilm X100T non rivoluziona il concetto, ma lo rinnova e lo perfeziona significativamente. Risulta ancora una fotocamera compatta dalle eccellenti qualità, che offre una esperienza d’uso immediatamente appagante.
    E’ un macchina perfetta? Sicuramente no: è una fotocamera piuttosto particolare, ideale per street e viaggi rapidi, non indicata in tutti quei casi in cui la velocità operativa o la modularità delle ottiche sono dei requisiti fondamentali.
     
    [attachment=77940:14.jpg]
    Londra. f/2.8, 1/60, ISO 250
     
     
    Cosa mi piace
     

    • la lunghezza focale, fissa, ma molto versatile. 
    • I controlli manuali, molto pratici.
    • il mirino ibrido, il meglio dei due mondi.
    • la silenziosità offerta dall’otturatore
    • La possibilità di usare il flash con tempi rapidi e diaframmi aperti
    • la qualità con cui è costruita e la leggerezza
    • il WiFi, a volte davvero comodo
     
    Cosa non mi piace
     
    • durata della batteria (ne ho sempre una di riserva in tasca)
    • parasole non offerto in dotazione
    • Il sensore è splendido, ma comincia a essere datato
     
    Cosa potrebbe non piacere a qualcuno, ma di cui a me importa poco
     
    • Video
    • Display fisso e non touch 
    • Non è tropicalizzata
    • Lente fissa e non stabilizzata

    • dic 09 2015 11:37
    • da happygiraffe
  11. Nikon 58 mm F1.4G : il nuovo Noct-Nikkor ? (tes...

    Erano cinque anni fa, di questi tempi. Scrivevo il diario d'uso dell'ultima arrivata, l'amata Nikon D3x che cambiò il mio modo di essere fotografo.
     
    Cinque anni fa. Oggi, provo a ripetere un beneaugurante diario d'uso con un obiettivo a lungo desiderato che non è esattamente quello che mi aspettavo.
     
    Ma come giustamente dice la figlia di Michele, "uffa, sempre aspettare !" Giusto, questo è il Noct moderno, non è quello che volevo ma mettiamolo alla prova.
    Basta mugugni e soprattutto basta aspettare ... !
     
    [attachment=57422:_D8E7360b.jpg]
     
    Lascio le caratteristiche di targa a chi ama i dati statistici. Segnalo solo che il primo lotto di produzione consta di solamente 3.400 pezzi. E non è proprio diffusissimo, come se Nikon - stesso discorso della Df - non si attendesse grandi ordini.
    La cosa non mi riguarda molto, questa sarà una prova d'uso. Per ora scatti di test ma giovedì sera ho il primo impegno serio per le prove in chiesa dell'Oratorio di Natale di Bach.
    L'ambiente ideale e il 58 mm avrà una degna compagna.
     
    continua alla prossima pagina




    • lug 05 2015 19:33
    • da Lieve
  12. Sigma 180mm f2.8 Macro OS, il Macrosauro (test...

    Grazie ad un gentile prestito da parte di Mauro Maratta, ho avuto modo di togliermi una soddisfazione, ossia provare sul campo il Sigma 180mm f2.8 Macro OS, ed ecco le mie impressioni sull'obiettivo nell' uso in macrofotografia.
     
    Su Nikonland si è già scritto sul 180mm f2.8 macro Sigma OS. Bruno Mora ha fatto un approfondito articolo  dal punto di vista della costruzione e della  resa ottica,  ed ha anche proposto un mini test  comparativo con il Nikon Micro-nikkor 200mm f4 IF ED riguardo la qualità di immagine.
     
    Io cercherò di integrare quanto scritto da Bruno con le mie impressioni d'uso  in ambito strettamente macrofotografico/naturalistico, evitando il più possibile ripetizioni. 
     
    L'obiettivo: 
     
    Il 180mm f2.8 Macro OS, afferma Sigma, è l'unico tele-macro di grande apertura che arrivi ad un Rapporto di Riproduzione (RR) di  1:1, il che è vero. 
    La stessa Sigma, molti anni fa, aveva proposto un altro 180mm f2.8 Macro, ma arrivava ad un RR di 1:2 ed era un incubo dal punto di vista dell' ergonomia, dell'Af, e del peso. 
     
     

    [attachment=81836:180old.jpg]

     
     
    Sulla qualità del vecchio Sigma 180 f2.8 Macro non mi posso pronunciare perchè non l'ho mai usato.
     
    Ho usato il suo fratellino minore, un 180mm macro f5.6 la cui contenuta apertura massima  consentiva dimensioni minute, più o meno quelle di un  200mm Ai non micro.Era anche IF, per cui comodissimo nell'uso pratico.
     

    [attachment=81837:sigma180.jpg]

     

    La versione a fuoco manuale che ho posseduto aveva una qualità di immagine più che sufficiente e costruzione discreta, la versione Autofocus corrispondente lasciava invece molti (o pochi?) dubbi sulla solidità.
     

     

    Tornando al nuovo Sigma 180 f2.8 Macro OS,  è imponente, grosso quasi come il suo predecessore, un vero dinosauro fra i macro, però è costruito in maniera completamente diversa, si tratta di un obiettivo moderno, ben bilanciato e corredato da un collare rimuovibile per l'attacco al treppiedi di forma sensata, al contrario del "vecchio".
    Il paraluce, doppio a seconda dell'uso in formato Fx o Dx, è enorme, un po' troppo ingombrante, perlomeno per  per l'uso in macrofotografia. 
     

    [attachment=81838:180new.jpg]

     

     

    La grande apertura rende questo 180 molto valido anche per ritratto e fotografia generale, ma non è particolarmente significativa per la macro, dove la profondità di campo è molto ridotta anche a diaframmi piuttosto chiusi, però il partire da una apertura massima elevata permette di usare un converter senza perdere troppi stop, a tutto vantaggio della precisione dell'Af.
    Bisogna osservare che, come in tutti i macro  la luminosità effettiva si riduce con le distanze, diventando f3.2 a 1,5m, f3.5 a 90cm, f4 a 80cm e f5 poi. Il valore effettivo dei diaframma viene indicato sul display della fotocamera e nei dati exif.
     
     

     

    Qualche numero:
     
    La finestrella della messa a fuoco, come in ogni macro che si rispetti porta, oltre alle distanze in metri e  feet, anche i rapporti di riproduzione alle varie distanze. 
    Da questi valori con semplici calcoli si può risalire alla focale effettiva al variare dei rapporti di riproduzione e delle distanze di messa a fuoco.
    Come è ormai consuetudine, la focale effettiva si riduce sempre più man mano che ci si avvicina alla minima distanza di messa a fuoco. A 47cm  corrisponde una focale effettiva di 117mm.
     
     
     

    [attachment=81839:feffettiva.jpg]

     

    Variazione della focale effettiva rispetto al rapporto di riproduzione

     

     

     

    [attachment=81840:distanzaOS.jpg]

     

    Distanze di messa a fuoco rispetto al rapporto di riproduzione

     

     

    In macrofotografia naturalistica però è molto, direi più, importante la distanza di lavoro, ossia la distanza tra il soggetto e la lente frontale dell'obiettivo). A parità di distanza di messa a fuoco un obiettivo con minore distanza di lavoro (ad es. perchè il barilotto si allunga molto alle brevi distanze) sarà più scomodo da usare e ci sarà maggior rischio di fuga del soggetto se questo è mobile.
    La maggior distanza di lavoro è uno dei motivi che fanno preferire a molti (me compreso) questi tele macro "lunghi" rispetto ai macro di focale 90-105mm.
     
    Se confrontiamo i vari tele-macro, la distanza di lavoro varia così:
     
    Il Sigma 180mm f2.8 Macro OS oggetto del test ha una distanza di lavoro di 22,5cm
     
    Il precedente Sigma 180mm f3.5 Macro EX  ha una distanza di lavoro di 23,5cm
     
    IL Sigma 150mm f2.8 Macro OS ha una distanza di lavoro di 18,5cm
     
    IL Nikon 200mm f4 micro-nikkor AfD ED ha una distanza di lavoro di  26cm.
     
    Questi valori sono riferiti al solo obiettivo  senza paraluce che, nel caso dei due Sigma 180 sono piuttosto grossi, o anche molto grossi.
     
    In quanto a distanza di lavoro il vantaggio del 200mm f4 micro-nikkor è evidente. Ma anche se, come in altri ambiti, i cm in più contano molto, ci sono altre variabili in gioco. 
     




    • ago 26 2016 10:56
    • da Silvio Renesto
  13. 8200 foto in 2 mattine con la Nikon 1 V2 all...

    I protagonisti di questo test estivo.
    [attachment=65325:_D8E2086.jpg]
    La V2 con il 10-100 VR nero, un paio di batterie no-brand, due schede SD Lexar 64GB 600x ... e per non farmi mancare niente il Nikkor 300/2.8 VR II, F-T1 e un monopiede Manfrotto (non fotografato).
     
    Una delle poche giornate di corse estive per un autodromo di Monza in fase calante.
    Senza accredito, avevo intenzione di fotografare dalle tribune come un qualsiasi visitatore (ingresso gratis) e testare a fondo la messa a fuoco della V2 e, soprattutto, la raffica a 15 frame al secondo.
    Subito una bella sorpresa, anche in NEF, la macchina ha un buffer in grado di tenere 45 scatti consecutivi, pari a 3 secondi pieni di raffica. Sono numeri da D4 ... anzi !
     
    Il venerdì mattina alle prove libere giravano poche macchine. Io ero li con una borsettina da adolescente con solo la V2 e il 10-100, un paio di batterie di scorta per sicurezza.
    Ho scattato dalla Seconda Variante (La Roggia) e dalla tribunetta della Prima Variante.
     
    [attachment=65307:_DSC0878.jpg]
    [attachment=65308:_DSC1860.jpg]
    [attachment=65310:_DSC2210.jpg]
    [attachment=65311:_DSC2273.jpg]
    [attachment=65312:_DSC2303.jpg]
    [attachment=65313:_DSC2342.jpg]
    [attachment=65314:_DSC2682.jpg]
     
    per lo più panning controllati a vari tempi di scatto.
    Per alcune di queste foto ho scelto una resa brillante ;)
     
    A mio parere sono scatti migliori di quelli che ottenevo solo qualche anno fa con la D2H o la D2x nelle stesse condizioni ... con il 300/2.8 AF-S Mk I o il 500/4 AF-I.
    Potrebbero - lo dico senza falsa modestia - fare la doppia pagina in qualsiasi rivista specializzata.
     




    • gen 26 2016 08:39
    • da Lieve
  14. Tamron 70-300mm f/4-5.6 SP Di VC USD l'anta...

    Il Tamron AF 70-300mm f/4-5.6 SP Di VC USD viene spesso visto come un competitore diretto del Nikon 70-300mm 4.5-5.6 AFS G VR. simile per dimensioni, stabilizzato e si dice otticamente molto valido.
    Siccome è passato brevemente per le mie mani, ecco le mie impressioni soggettive.
     
     

    [attachment=91225:lenses.jpg]

     

    Il 70-300mm f/4-5.6 SP Di VC USD alla minima focale e alla massima con paraluce.

     
    Prima qualche dato tecnico (tra parentesi per confronto quelli del Nikon 70-300 VR) .
     
     
     
    Costruzione Ottica (elementi/gruppi):17/12 con  1 lente XLD and 1 LD  (17 gruppi 12 elementi, 2 lenti ED)
    Diaframma: 9 lamelle (9)
    Minima distanza messa a fuoco 1,5 m (1,5m)
    Rapporto di riproduzione  1:4 (1:4)
    Dimensioni 82 x 143 mm (80 x 143)
    Peso 765 g (745)
    Diametro filtri 62 mm (67)
    Entrambi hanno paraluce a petalo di serie.
     
     

    [attachment=91226:optical-scheme.jpg]

     

    Schemi ottici  a confronto, in blu la lente XLD, in giallo quelle a bassa dispersione.

     

     
    Costruzione ed ergonomia,
    Avendoli usati tutti e due posso dire che, benchè entrambi abbondino di plastica, il Nikon da' un'impressione generale di maggior robustezza e solidità. Tuttavia il Tamron pur probabilmente più delicato, non ha particolari giochi, forse la ghiera dello zoom è un po' più secca, ma niente di fastidioso.Entrambi si allungano notevolmente alla massima focale.
     
    Su formato dx ad infinito le coperture d'immagine alle diverse focali sono queste.
     
     

    [attachment=91227:focal.jpg]

     

     

     
     
     
    La focale effettiva alla minima distanza è di 240mm, un valore accettabile, più o meno  pari a quello del 300mm f4 AFS (ricordo che il nikon 80-400mm f4-5.6 AFS VR G da oltre 2000 euro alla stessa distanza alla focale nominale di QUATTROCENTO mm è (circa) un 208mm reali ... :angry:  :angry:  :angry:  :angry:  :angry:  :angry:  :angry:  :angry:  :angry:  :angry: ).
     
    La stabilizzazione (VC= Vibration Compensation) è ottima, secondo me migliore di quello del 70-300mm Nikon, mentre l'af è veloce ma non sempre preciso, a volte ho ottenuto immagini leggermente fuori fuoco.
     
     

    [attachment=91235:smallliz.jpg]

     

    Questa lucertolina vista al 100% non è perfettamente a fuoco.

     
     
    A infinito alla focale di 300mm a f8 la resa è questa:
     
     

    [attachment=91228:sharpnessinf.jpg]

     

     





    • feb 13 2016 16:53
    • da Silvio Renesto
  15. Nikon 1 70-300mm F4.5-F5.6 VR : l'araba fen...

    [attachment=69785:_D8X7017.jpg]
    esteso al massimo, al minimo, ritratto in posizione di riposo e senza paraluce
     
    [attachment=69790:_D8X7020.jpg]
    vicino al piccino 10-100 VR
     
    [attachment=69786:_D8X7007.jpg]
    con la sua fidanzata ideale, la Nikon V3, con cui fa una coppia in grado di cambiare il modo di fotografare di molti fotografi ...
     
    [attachment=69787:_D8X7010.jpg]
    componendo un sistema che è compatto in posizione di trasporto
     
    [attachment=69788:_D8X7011.jpg]
    e di cui si allunga appena la parte interna in posizione di tiro a 300 mm
    [attachment=69789:_D8X7015.jpg]
     
    [attachment=69791:_D8X7021.jpg]
    contiene una lente in vetro SUPER-ED (come il Nikkor 200/2 VR) e il rivestimento in Nanocristalli (da cui la N).
    Notare la filettatura per il collarino del treppiedi (opzionale e ... a quanto risulta, non ancora messo in produzione !)
    [attachment=69793:_D8X7023.jpg]
     
    [attachment=69792:_D8X7022.jpg]
    ha il selettore per ridurre il campo di messa a fuoco. Il VR come per tutte le Nikon 1 si attiva o si disattiva solo da menù.
    Poco male perchè per me è sempre ON :)
     




    • feb 02 2016 15:45
    • da Lieve
  16. Nikon D5 : semper fidelis (test/prova)

    [attachment=93177:ROX_6432.jpg]
     
    Esistono tanti generi di test online oggi.
    Ci sono quelli sfacciatamente commerciali, dove si magnificano soltanto le lodi degli oggetti provati.
    Ci sono quelli ipertecnici, con una descrizione dettagliata di ogni particolare funzione del modello in test, di ogni parte dei menù, delle funzionalità più recondite. Zeppi di grafici complessi e valutazioni ... privi di qualsiasi foto degna di nota.
    Ci sono i test fatti al volo con le immancabili foto di gatti e fidanzate (magari anche del cagnolino della fidanzata).
    E ci sono infine le prove d'uso, come quelle che facciamo qui su Nikonland.
     
    Una prova d'uso consiste nel prendere la fotocamera o l'obiettivo o quello che è lo strumento fotografico che andiamo a testare, metterlo nelle condizioni effettive per cui è stato progettato ... e semplicemente portarlo al limite possibile dalle capacità del tester.
     
    Quello che ne deriva è una prova certamente soggettiva, che sicuramente lascia insoddisfatti gli amanti del_muro_di_mattoni_test con crop al 100% (o delle mire ottiche o dei Color Checker, fate voi) e che, in quanto concentrato su giudizi e opinioni di uso sul campo, richiede che il lettore riconosca l'affidabilità del tester stesso.
     
    Per chi non frequenta Nikonland (ci sono online centinaia di miei test, tutti con lo stesso stile), posso dire due parole su di me prima di cominciare a parlare della nuova Nikon D5.
     
    Ho cominciato ad usare reflex con una Nikon, oramai 34 anni fa.
    La mia prima macchina autofocus Nikon è stata la Nikon F5, 20 anni fa.
    Nel tempo ho usato tutte le ammiraglie digitali, dalla D1x fino alla D4, insieme a quasi tutte le altre professionali.
    Scatto mediamente 100.000 click l'anno. Mi piacciono gli apparecchi difficili, quelli che vanno domati, il mio massimo lo dò quando ho di fronte una macchina da corsa in pista o una bella donna dal carattere impegnativo.
    Voglio poter controllare al massimo ogni fotocamera che decido di adottare.
    Le macchine che non mi soddisfano, restano per poco tempo in casa mia.
    Per le altre c'è amore incondizionato.
    Come è stato per la D3x. Come è per questa D5, una macchina diametralmente opposta alla D3x e che mi ricorda, proprio a 20 anni di distanza, la vecchia Nikon F5, la prima macchina Nikon con questo genere di corpo e questa volontà di affermazione della tecnologia Nikon.
     
    [attachment=93037:D8X_0994.jpg]
     
    Perchè la Nikon D5 (e l'eventuale Nikon D5s secondo l'abitudine di Nikon di aggiornare il modello dopo due anni) se starà sul mercato fino al 2020, potrebbe essere l'ultima ammiraglia reflex. Le mirrorless stanno prepotentemente sviluppando le loro potenzialità e se ancora a livello di autonomia, autofocus, ergonomia e sistema ancora non sono in grado di entrare nel dominio delle ammiraglie professionali, potrebbero farlo tra 4 o 5 anni quando sarà il momento di sostituire questa nuova D5.
     
    Ma questo è un discorso prematuro, godiamoci la 5a ammiraglia digitale Nikon e addentriamoci nelle sue peculiarità, provate con mano con 5.000 scatti in due giorni, limitati solo dalla disponibilità di una piccola scheda XQD da soli 32 gigabyte ...
     




    • ott 30 2016 17:17
    • da Lieve
  17. Nikon 180mm f2.8 AFD (test/prova)

    [attachment=77003:1.jpg]

    Cercavo da tempo un tele, che fosse piccolo e leggero, da portare sempre con me insieme agli altri fissi.
    La scelta é caduta su questa lente... per totale ed assoluta mancanza di alternative (sia in casa Nikon che di terze parti).
    Dal confronto con il 50mm AFD, si nota come questo 180 possa trovare spazio in verticale anche nelle borse più piccole.


     

    [attachment=77004:2.jpg]


    Quindi....
    144x78.5mm, per poco più di sette etti e mezzo.
    8 lenti in sei gruppi, autofocus comandato dal corpo macchina, con distanza minima di 1.5m

    Esattamente quello che cercavo, come peso e dimensioni, ma un obbiettivo con cui occorre immediatamente scendere a patti con le sue caratteristiche di targa.

    Le finiture sono le migliori possibili, a mio parere, tra quelle di casa Nikon... con l'eccezione del paraluce.
    Non ho mai amato i paraluce a scomparsa, perché sono sempre troppo piccoli ed hanno la singolare tendenza a rientrare al solo pensiero. Oltre a sporcarsi nella parte interna (rivestita di velluto) in maniera imbarazzante.
    Il paraluce del 180 AF non fa eccezione, con l'aggravante della lente anteriore piuttosto esposta, che richiede attenzione nell'uso per strada.
    Peccato perché, ripeto, le finiture sono eccezionali, come il piacere che si prova ad usarlo.
    Anche la dimensione del paraluce sarebbe sufficiente, che lo schema ottico non soffre affatto il controluce, mai.

     

    [attachment=77005:3.jpg]

    Poi c'é l'autofocus...
    Beh, non si pretende certo una velocità fulminante, ma almeno le foto nella nonna che arranca sulle scale dovrebbero venire a fuoco... ma non é neppure detto.Immagine inserita
    Anche qui con l'aggravante del sistema molto farragginoso di passaggio tra AF ed MF, che impone sia lo sblocco della presa dal corpo macchina, sia lo sblocco della ghiera dell'obbiettivo.


     

    [attachment=77006:4.jpg]

    Vabbé... é un obbiettivo da foto statiche.Immagine inserita

    Ma come fotografa ?
    Bene, senza dubbio.
    é un obbiettivo della vecchia guardia, con colori meno saturi degli attuali, ombre definitissime e, in aggiunta, con uno schema ottico molto semplice.
    Il che si traduce in una resa esemplare, fin dalla massima apertura, ed una linearità da lasciare a bocca aperta.

    Non ho mai visto vignettatura, o quasi, e se la definizione raggiunge il massimo tra f4 ed f5.6 (sinceramente non l'ho mai usato oltre f8), già a f2.8 lo si può usare sempre, senza eccezioni.

    Qualche esempio, con la D700 (con cui dà il meglio, mentre sulla D2x é "solo" molto buonoImmagine inserita)

    f2.8 (TA)

     

    [attachment=77007:5.jpg]

    [attachment=77008:6.jpg]

    Ha una tridimensionalità davvero da lacrime, fino da TA, con i soggetti giusti:
     

    [attachment=77009:7.jpg]

    f4

    Ma anche chiudendo un poco...
     






    [attachment=77010:8.jpg]

    f5.6

    E dove da il meglio, non ha bisogno di migliorare di moltoImmagine inserita
     






    [attachment=77011:9.jpg]

    [attachment=77012:10.jpg]

    [attachment=77013:11.jpg]

    L'ultima, a f5.6...
     

    [attachment=77014:12.jpg]

    ...Ed un crop al 100%
     

    [attachment=77015:13.jpg]


    - Il Bokeh
    é un obbiettivo da still life, come detto, con uno schema semplice.
    E... lo sfocato ? all'altezza delle aspettative ?
    Vediamo:
    f2.8
     






    [attachment=77016:14.jpg]

    f4 (e sfondo molto più "difficile")
     

    [attachment=77017:15.jpg]

    Uhm... si. é all'altezza delle aspettative, direi.Immagine inserita


    - Distorsione
    Cominciano i difettucci...
    La distorsione c'é, e se normalmente non si nota, in alcune circostanze il "cuscinetto" é ben visibile:
     

    [attachment=77018:16.jpg]


    - Aberrazioni cromatiche
    Un altro punto critico.
    Già si può notare nel particolare del kittiwake qui sopra, ma é soprattutto nello sfocato che il difetto é più evidente.
    Ed é un peccato, proprio perché quello sfocato consentirebbe davvero grandi cose....
    Una foto come questa, valorizzata dalla tridimensionalità del 180mm nonostante la poca distanza tra soggetto a fuoco e sfondo (poco) sfuocato...
     






    [attachment=77019:17.jpg]

    ...Vede la stampa completamente rovinata da questi aloni verdi (al 100%).Immagine inserita
     

    [attachment=77020:18.jpg]

    Peccato.


    - Color fringing
    La tragedia. :ninja:
    E' il tallone d'achille di questo obbiettivo, molto probabilmente derivato dall'età del progetto, e soprattutto dall'età del trattamento antiriflessi.
    E c'é poco da fare.

    Una foto così, in cui si possono notare le ottime qualità delle ombre in controluce, dello stacco tra soggetto e sfondo...
    Viene completamente rovinata da questo difetto.Immagine inserita
     

    [attachment=77021:19.jpg]

    Un particolare, anche se sarebbe forse inutile:
     

    [attachment=77022:20.jpg]


    - Conclusioni
    Pro:
    - Piccolo e leggero
    - Ottima finitura
    - Resa tridimensionale eccellente
    - Ottima definizione (D700), o molto buona (D2x)
    - Sfocato piacevolissimo
    - Linearità esemplare (forse si nota un filo di coma con la D2x, mai sulla D700)
    - Colori e contrasti "alla vecchia maniera", capaci di restituire una quantità di sfumature

    Contro:
    - Autofocus non all'altezza della qualità costruttiva, mortalmente lento
    - Lente anteriore un po' esposta, complice il paraluce retrattile
    - Aberrazione cromatica, un po' fastidiosa nello sfocato (nella parte a fuoco viene efficacemente corretta via software).
    Ma, soprattutto....
    - Tremenda predisposizione al color fringing: praticamente irrecuperabile e molto invadente.

    Concludendo, l'AF 180mm f2.8D é un buon obbiettivo, ma ha dei limiti piuttosto evidenti nell'AF e (molto più grave) nel color fringing.

    Purtroppo non esistono alternative: se da una parte i due Macro di Sigma non hanno le stesse prerogative (rimangono degli obbiettivi specialistici), dall'altra nessuno zoom, per quanto buono, potrà mai avvicinarsi alle performances dello sfocato e della resa generale del 180mm (come ad esempio il 70-300VR).
    Aggiungiamo poi che il 180 Sigma é grande il doppio, e molto più pesante.
    Anche gli zoom di casa (80-200 in tutte le varianti e 70-200VR) non sono probabilmente all'altezza, oltre a pesare il doppio, che non é poco.

    In sostanza, attendiamo con ansia la riprogettazione di questo obbiettivo, nella speranza che il volerci mettere a tutti costi il VR non lo "ingrassi" in maniera insopportabile, come é successo per il 105 Micro, rendendolo di fatto inutile per chi ha l'esigenza di viaggiare leggero (che per gli altri esiste già l'ottimo 200 f2...).
     

    • lug 20 2015 07:46
    • da andre_
  18. Nikon 200-400mm F4 VR I contro Nikon 200-500mm...

    Il Nikon 200-400mm f4 AFS G VR è sempre stato "lo zoom" da safari per eccellenza, a partire da quel 200-400 f4 Ais che ha fatto la gioia di quei fotografi naturalisti che potevano permettersi di comprarlo ed attaccarlo alla loro Land Rover per girare un'Africa ancora rigogliosa di vita, basti ricordare la coppia Gunther Ziesler ed Angelika Hofer. 
     
    Lungamente attesa, la versione Af stabilizzata, è diventata a sua volta il sogno di molti hikers che volevano percorrere le piste o arrampicare in montagna in cerca di camosci  di fiori e piccoli animali, portando con sè un solo obiettivo per scorci e inquadrature ravvicinate a qualsiasi distanza. Il prezzo pur elevato, era inferiore a quello dei supertele fissi e (parlo dell'AFS) il peso molto più contenuto.
     
    Chi non poteva permettersi questo costoso gingillo fino a non molti anni fa aveva poca scelta, per lo più zoomoni di marche universali, di prestazioni amatoriali, bui e di scarsa qualità. In casa nikon c'era un 80-400 f5.6 con l'af tradizionale e dalle prestazioni così così, sostituito in ritardo da un omologo e ben più costoso AFS, migliore del precedente.
     
    Ora la situazione è cambiata Sigma e Tamron, ma soprattutto Sigma, hanno proposto degli zoom supertele di qualità più che adeguata e di focale maggiore (finoa 600mm), anche se un po' più chiusi (f6.3) alla massima focale.
     Nikon non poteva certo stare a guardare (o no?), ed ecco che ha realizzato uno zoom solo di uno stop più chiuso, ma dalla focale massima superiore, più leggero  e, cosa importante, dal prezzo molto contenuto rispetto al 200-400.
     
     Il nuovo Nikon 200-500mm f5.6 AFs E VR sta riscuotendo, mi pare, un buon successo, per la sua qualità ottica soddisfacente  Viene da chiedersi se vale ancora la pena di investire denaro nel "cugino" professionale 200-400 o se questo 200-500 può bastare. Ognuno avrà la sua risposta, ma qui vorrei offrivi qualche spunto di riflessione con un piccolo confronto.
     
    Su invito, e grazie a gentile prestito, di Mauro Maratta, ho potuto provare il 200-500 in parallelo con il 200-400 AFS prima serie, dell'amico Gianni.  Ecco le mie impressioni sui due zoom.
     
     

    [attachment=98506:confronto.jpg]

     

    Il 200-500mm in primo piano e il 200-400mm dietro.  L'amico Gianni è fanatico delle coperture in neoprene, ma non è l'unico, vero?

    Sul perchè della fascetta mimetica sul 200-500 leggetevi l'altro mio articolo su questo obiettivo.

     

     

     
     
    Costruzione ed ergonomia.
     
    I dati li trovate ovunque, ma li riporto ugualmente per completezza:
     
    Nikon 200-400mm AFS VR: f4, 24 lenti in 7 gruppi, diaframma a 9 lamelle, messa a fuoco minima 2m (RR 1:3,7), larghezza x lunghezza 124x365mm, peso 3275g.
     
    Nikon 200-500mm AFS VR f 5.6, 19 lenti in 12 gruppi, diaframma a 9 lamelle,  messa a fuoco minima 2,2m (RR 1:4,5), larghezzaxlunghezza 108x267,5mm (a 200mm), peso 2300 grammi.
     
    In pratica, Il 200-400mm è più pesante, ma più robusto, il barilotto è tutto di metallo rivestito dalla famosa copertura "raggrinzita" di un tempo, non si allunga zoomando e questo contribuisce alla sensazione di solidità relativamente al 200-500, che comunque è anche lui ben costruito e senza giochi preoccupanti.
    Il peso sensibilmente minore del 200-500 è un vantaggio se si deve camminare a lungo, inoltre per il trasporto il 200-500 può essere bloccato sulla focale 200mm, diventando un tutt'uno solido e compatto.
     
     
    I riferimenti alle diverse focali sono ben incisi in entrambi gli zoom, nel 200-400 sono riportate anche le focali intermedie 250mm e 350mm. 
     

    [attachment=98507:gh2004002.jpg]

     

     
    Il collare per il treppiede è più largo ed ha una base più lunga nel 200-400.
     
    Insomma, il 200-500 non è costruito male, ma il 200-400 è costruito meglio. Quanto all'atto pratico possa fare la differenza credo dipenda molto dall'uso che uno ne fa e dalle attenzioni con cui si maneggiano gli obiettivi.
     
    "La Colt non è come le altre, puoi usarla per piantare chiodi nel muro tutto il giorno e la sera infili un centro dopo l'altro" (da Taxi driver, cito a memoria per cui potrebbero esserci inesattezze ;)).
     
    Sicuramente il 200-500 si può usare a mano libera per tempi ragionevolmente lunghi, il 200-400 no.
     




    • ago 23 2016 05:55
    • da Silvio Renesto