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C'erano 3 risultati taggati con storia nikon

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  1. La nascita di Nikon (Nippon Kogaku) e la Marina...

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    All'origine di tutto c'è Mitsubishi.
    No, non esattamente. All'origine di tutto ma proprio tutto il Giappone moderno c'è la famosa spedizione del Commodoro Perry nella baia di Edo (Tokyo) l'8 luglio 1853.
     

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    Non proprio una gita, dato che l'incontro fu tutt'altro che cordiale e le quattro pirofregate dipinte di nero di Perry minacciarono di bombardare la città se i rappresentanti locali non avessero aperto i porti al commercio con l'Occidente, fino ad allora consentito (limitatamente) solo con i mercanti olandesi dall'inizio del '600.
     
    L'ingresso dei gaijin in Giappone provocò grandi tensioni, in particolare tra i conservatori della cerchia nobiliare e chi invece vedeva nell'apertura all'occidente grandi occasioni di sviluppo.
    L'imperatore regnante Osahito rappresentante della tradizione, per tutta la sua vita non volle incontrare alcuno straniero. Morì ufficialmente di vaiolo nel 1867 ma fonti accreditate rilevano come egli non ebbe in vita mai malattie. Più probabilmente, all'età di 35 anni, venne accompagnato a miglior vita con il veleno.
    Lo sostituì l'imperatore Meiji che invece fu un grande innovatore.
    Sotto il suo regno che durò dal 1868 al 1912 il Giappone si modernizzò e si aprì all'occidente : venne abolito il regime feudale; le prefetture sostituirono gli antichi feudi e si aprì l'era industriale per il paese (senza passare per una vera e propria rivoluzione industriale come successe in Europa e negli Stati Uniti) che farà del Giappone una potenza mondiale sia in campo economico e commerciale che militare.
    Sin dal 1868 venne concessa la libertà religiosa; nel 1889 venne promulgata una costituzione ispirata a quella delle monarchie parlamentari europee. L'imperatore mantenne i poteri esecutivi e militari mentre alle due camere fu demandato tutto il resto.
    Il Rinnovamento Meiji favorì radicali riforme che portarono nuovi concetti filosofici e scientifici trasformando completamente il Giappone.
     
    Ciò che ne seguì fu una rapida modernizzazione (non indolore) del Giappone ancora semi-feudale e l'apertura non solo dei porti e dei commerci ma anche alle merci interne.
     
    Commercio significa innanzitutto navigazione e spedizione. Nel 1870 venne fondata da Yatarō Iwasaki per l'appunto la società di spedizioni Mitsubishi il cui simbolo fu sin da subito il famoso logo con i tre diamanti.
     

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    Yatarō Iwasaki

     
    Spedizioni, polizze di carico, assicurazioni marittime, trasporti. In una parola diversificazione.
    Il passaggio verso il 1890 a conglomerata di interessi più variegati fu breve, tanto che già nel 1881 Mitsubishi acquisì una miniera di carbone per alimentare la sua flotta di vapori.
    Cantieri navali per costruire queste navi a vapore da utilizzare sulle rotte per l'America e l'Europa.
    E una banca, per anticipare le somme destinate all'importazione e all'esportazione (1919).
    Vetro per le lampade per l'illuminazione dei porti.
    E mezzi di trasporto terrestri per la consegna delle merci da e per i porti.
     
    Mitsubishi diventò la Mitsubishi Corporation che ancora oggi è tra le principali conglomerate multinazionali giapponesi (trasporti, industria pesante, mezzi di trasporto, finanza e assicurazioni, elettronica, strumenti di precisione, audio, video, tv e monitor, fotografia e qualsiasi altra cosa faccia business compresa l'industria della difesa) solo nel 1950, alla fine del periodo di occupazione alleato in Giappone, ma già dall'inizio del secolo è di fatto un insieme di realtà diverse accomunate da intenti comuni, il cosiddetto Mitsubishi Keiretsu, di fatto un circolo finanziario
     

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    la sede del Mitsubishi zaibatsu a Tokyo fino al terremoto del 1923

     

    i cui 25 primi membri tendono ad incontrarsi ogni primo venerdì del mese.
    Tra i membri del Mitsubishi Kin'yōkai, o "Club del venerdì" c'è ancora oggi, Nikon Corporation :)




    • mar 04 2015 11:11
    • da Lieve
  2. La fotografia allo specchio : le Nikon F

    Abbiamo lasciato Nikon nel pieno successo commerciale delle sue telemetro o Nikon S (qui) vendute a decine di migliaia sul mercato dell'esportazione, specie negli USA.
    Macchine decisamente di elite, visto che per lo più gli americani per fotocamera a telemetro conoscevano la Argus C3 :
     
    [attachment=75076:Argus_C3.jpg]
    un oggetto costruito in bakelite, plastica e lamelle di alluminio dal 1939 al 1966, venduto per pochi dollari con una Kodak 12 pose.
    La macchina preferita dal Presidente Carter. Montava un 50/3.5 costruito da Baush&Lomb e ... basta.
     
    I limiti delle telemetro
     
    Una Nikon era certamente per pochi facoltosi, anche se costava meno di una Leica M3 (!) ma era il cuore di un sistema complesso che vantava ottiche di tutti i generi, non disponibili su altri sistemi e con altri marchi.
     
    Sappiamo che i progettisti di Nippon Kogaku esaminarono diversi sistemi presenti sul mercato nell'immediato dopoguerra, comprese reflex a singolo e a doppio obiettivo. Si concentrarono sulle telemetro perchè era su quelle che potevano vantare già una esperienza consolidata, grazie alla competenza maturata nella produzione di telemetri per la marina e, in formato piccolo, la progettazione e produzione degli obiettivi per la prima Hansa Canon (baionetta compresa).
     
    Di fatto, come avevano già fatto per il primo obiettivo, il famoso Aero-Nikkor del 1933, derivato da un identico schema di Zeiss (50cm F4.6), partirono da uno dei due modelli più diffusi sul mercato, la Contax II progettata da Zeiss Ikon
     
    [attachment=75080:zeiss-ikon-contax2.jpg]
     
    integrandola e migliarandola serie dopo serie fino ad arrivare alla innovativa SP, con le sue cornicette automatiche.
     
    Ma il concetto stesso di telemetro si sposa per la massima parte con focali vicine al normale.
    Le focali più estreme non possono essere utilizzate se non con grandi limitazioni sulle telemetro in termini di inquadratura e di messa a fuoco.
     
    Infatti Nikon fu costretta a rimediare con mirino aggiuntivi fissi per i grandangolari :
     
    [attachment=75078:NIKON 21 S3.jpg]
    Nikon S3 e Nikkor-O 2.1cm F4
     
    o con scatole reflex per i teleobiettivi :
     
    [attachment=75079:1000mmf63d.jpg]
    Nikon S3 montata su Nikkor Reflex 100cm F6.3
     
    per quest'ultimo caso, l'escamotage scelto era quello di interporre tra obiettivo e fotocamera una scatola reflex integrante un mirabox completo e un mirino ottico, galileiano, a pozzetto e qualche volta a pentaprisma :
     
    [attachment=75081:RF-reflexHseType1n2.jpg]
    ne vediamo un modello qui (il tipo 2)
     
    qui accoppiato al "mostro" da 1000mm
    [attachment=75082:RFNikon100cmf63_mirror.jpg]
     
    e qui al più modesto 18 cm F2.8
    [attachment=75083:18cmf25Setup-japan.jpg]
     
    Immaginatevi la comodità di mettere la fotocamera su treppiedi, l'occhio nel mirino aggiuntivo, comporre, regolare la macchina, alzare lo specchio, scattare con il flessibile ... !
     




    • mar 09 2015 09:14
    • da Lieve
  3. Il dopoguerra e la rinascita di Nikon

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    la firma ufficiale della resa incondizionata delle forze giapponesi sul ponte della BB Missouri

     

     
    Il dopoguerra
     
    Al tracollo militare e alle devastazioni conseguenti la seconda guerra mondiale ed in particolare ai bombardamenti pesanti effettuati dall'aviazione americana nel 1944-1945, il sistema industriale giapponese era al collasso.
    Il giorno dopo la resa incondizionata delle truppe giapponesi, il Gruppo Mitsubishi si sciolse ufficialmente lasciando libere le sue sussidiarie tra cui Nikon.
     
    Abbiamo seguito qui (La nascita di Nikon (Nippon Kogaku) e la Marina Imperiale Giapponese) le vicende legate allo sviluppo industriale del Giappone, alla nascita di Mitsubishi e di Nikon e la loro progressiva crescita insieme al potenziale militare del loro Paese.
    Nikon nel 1944 era una impresa di rilevanza nazionale, ne è prova il rapporto rispetto a Canon, operativa dal 1933 ma solo in campo civile con le sue fotocamere in 24x36mm.
    Nikon nel 1944 capitalizzava in borsa 50.000.000 di Yen e fatturava per 48.200.000 di Yen mentre Canon stava rispettivamente a 1.000.000 e 3.680.000.
     
    La guerra livello tutto lasciando lutti e distruzione. Reduci e civili che vagavano in cerca di una occupazione o qualche espediente per sopravvivere. L'occupazione militare americana e la perdita di indipendenza. Una esperienza devastante per un popolo tanto orgoglioso quanto restio nei rapporti con gli stranieri.
     
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    Tokyo 1946
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    orfanotrofio giapponese per i figli dei soldati dell'occupazione tornati poi in patria nel 1952 che le madri erano costrette ad abbandonare
    [attachment=74701:5.jpg]
     
    [attachment=74702:Firebombing-of-Tokyo-Mar-1945-1-Wiki-PD-455x350.jpg]
    il distretto industriale di Tokyo dopo i bombardamenti incendiari americani (marzo 1945)
    Per tutto il periodo dell'occupazione (in pratica dal 1946 fino alla fine della guerra di Korea, 1953) il grosso problema per gli americani era il mantenimento dell'ordine e della disciplina tra i militari che in libera uscita finivano sempre per combinare guai, scontrandosi con i civili in cerca di occupazione che cercavano di difendere le proprie donne.
     
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    Un giorno, osservando i rapporti della Military Police, il Governatore Militare Douglas MacArthur disse : "Date ad ogni soldato una macchina fotografica così che non abbia né i soldi né il tempo per il saké e le prostitute".
    Leggenda, aneddoto, ma sta di fatto che questo suggerimento insieme alla volontà di aiutare la ricostruzione industriale del Giappone sconfitto - il lavoro porta ordine - produsse un flusso di vendite e di conseguenza di esportazioni verso gli Stati Uniti di fotocamere di tutti i tipi. Segnando da un lato la nascita del predominio giapponese in questo settore e indirettamente il declino delle aziende nazionali americane.

    E Nippon Kogaku ?
     
     




    • mar 13 2015 22:09
    • da Lieve