[reportage] Oasi "Le Foppe" di Trezzo d'Adda (MI).
natura macrofotografia Adda
Poche centinaia di metri prima di entrare nella cittadina di Trezzo d'Adda, sulla sinistra della provinciale per chi arriva da Milano, si trova una piccola area umida circondata da bosco, per un totale di circa cinque ettari e mezzo che è da anni diventata riserva naturale gestita dal WWF. Si tratta dell'Oasi delle Foppe Redaelli, inserita nel Parco Adda Nord.
Foppa è un termine dialettale che sta per per fossa, scavo; infatti le Foppe in questione erano frutto dell'escavazione di argilla, che veniva utilizzata dalla adiacente Fornace Redaelli (di cui rimane ancora la ciminiera) per la produzione di mattoni.
Quando la fornace cessò l'attività, le fosse (ossia le foppe) si riempirono più o meno stabilmente di acqua piovana, grazie alla impermeabilità dell'argilla e alla frequenza delle precipitazioni.
L'area abbandonata intorno alle foppe fu ricolonizzata dal bosco, così da formare un'area umida ricca di diversità vegetale e rifugio per diverse specie di uccelli ed altri animali.
La storia sarebbe lunga, ma qui basterà dire che grazie all'impegno, e al sostegno, di volontari del WWF e non, si riuscì a farne un'area protetta, oggi fruibile da appassionati naturalisti e semplici visitatori.
Data la relativa vicinanza e la facilità di accesso, agli inizi della mia storia fotografica ci sono stato spesso e ancora ogni tanto ci vado a fare una passeggiata.
Ecco qui un breve tour fotografico del luogo, così come è oggi.
Il cartello che indica l'Oasi, sullo sfondo le prime case di Trezzo d'Adda, alle mie spalle c'è un parcheggio per i visitatori.
La sbarra che blocca l'accesso ai mezzi motorizzati non autorizzati, di fianco i cartelli con i vari divieti, essendo un'Oasi e non un un giardino pubblico, non si può entrare con i cani, nemmeno al guinzaglio. Il passaggio per gli umani è a sinistra della sbarra, un po' nascosto.
Passata la sbarra, per alcune centinaia di metri si attraversano dei campi coltivati a mais e prati a sfalcio.
Si arriva finalmente alla zona del bosco,
il sentiero gira a sinistra e si raggiunge all'ingresso vero e proprio, dove i cartelli con divieti, storia dell'oasi e tutto il resto sono riproposti. C'è un parcheggio per biciclette, perchè nell'Oasi si entra solo a piedi.
Il percorso consigliato però è in senso antiorario, per cui ci si adddentra nel bosco.
Siccome l'Oasi ha valenza didattica oltre che di tutela, lungo il percorso sono presenti cartelli che illustrano le specie animali e vegetali presenti.
Si incontra quasi subito un'altra foppa, dove una parete di canne dovrebbe nascondere il visitatore agli animali, e permettere l'osservazione attraverso el feritoie ma non è proprio facile passare inosservati.
Lungo il sentiero sono presenti due capanni da osservazione, che danno su specchi d'acqua; questo è il primo.
Questa è la vista dal secondo capanno.
C'è anche una deviazione per il "nido del Martin pescatore" ma le volte che sono passato mi è sembrato abbandonato. Però un paio di volte il Martino l'ho visto (non sul nido, sulle foppe).
Questa è la pietraia didattica (dove dovrebbero potersi osservare dei rettili), a fianco una mangiatoia per gli uccelli,
La cosa che pende dalla mangiatoia è un cartello, per vedere cosa c'è scritto sono dovuto passarci molto vicino. C'era scritto "nido di vespe PASSARE LONTANI"
Era vero...
Un tempo c'erano più mangiatoie. C'è da dire che purtroppo non sono mancati atti vandalici ripetuti per cui l'assenza di alcune mangiatoie potrebbe essere dovuta anche questo.
Più avanti si passa un ponticello sopra una "foppa" da cui si possono riprendere libellule ed altro.
Dopo un'altra parete di canne con feritoie, il sentiero volta a sinistra e l'anello si chiude in corrispondenza delle due foppe che ho mostrato all'inizio.
Bene, ma c'è qualcosa da fotografare? L'avifauna è presente ed abbondante, ma piuttosto diffidente, ho visto e sentito una quantità di uccelli soprattutto cince ed altri piccoli passeriformi (ma anche il picchio, e il gheppio), anatidi, rallidi e qualche Airone. Ma di solito fuggono. Non mancano gli anfibi e i rettili (comprese purtroppo le tartarughe americane).
D'inverno ovviamente è un po' più facile fotografare gli uccelli, per la minore copertura vegetale e per la maggiore temerarietà dei soggetti spinti dalla fame.
Alle Foppe ho fotografato la mia prima Cinciarella con la D70.
Poi fotografata anche altre volte
E l'immancabile pettirosso...
Come ho scritto sopra, anni fa ho visto sfrecciare il Martin pescatore, ma ero allo scoperto...
Ho comunque visto foto di uccelli (soprattutto cince) molto belle scattate nell'Oasi, per cui con molta pazienza, una buona mimetizzazione (e non nei weekend) è possibile che si possano ottenere risultati interessanti. Ma per me è più adatta per il birdwatching che per la fotografia.
Nessun problema per la macro invece. sia nel bosco o vicino all'acqua.
che nel prato a sfalcio antistante l'Oasi.
Se poi non si hanno troppe pretese di wildlife photography, ma si vuole semplicemente fare una passeggiata rilassante in un bosco in cui i rumori sono solo quelli della natura, con o senza fotocamera, volendo anche con i bambini, per chi abita nelle vicinanze una visita è senz'altro consigliata. Un po' di repellente per zanzare aiuta.
Posto interessante
Ottima "recensione"