[shooting exp] La promessa : l'ultima volta
Era il 2008 quando l'ho incontrata la prima volta.
Per farlo ho guidato per 800 km in un giorno, andata e ritorno.
L'ho rivista qualche giorno dopo a Milano. Ed ho fatto una promessa che le ho confessato solo l'anno dopo : fotografarla sempre, tutte le volte che fosse passata in Italia e soprattutto, essere l'ultimo a fotografarla prima che smettesse di posare.
Era una ragazzina, alta, impacciata, appassionata di design e arte moderna. A 24 ha deciso di andare all'Universitá e studiare storia dell'arte e letteratura. Si é laureata pochi giorni fa.
Con il nuovo anno scolastico coronerà il suo sogno di insegnare ai ragazzi della sua città.
Sarà una insegnante. Una professoressa.
Adesso é una donna colta, sofisticata nei gusti e negli interessi ma sempre molto semplice nei modi e nell'aspetto.
Nei suoi 188cm senza tacchi ..
Due anni fa ha smesso di posare ma io l'ho potuta fotografare ancora.
Per me una promessa é un impegno d'onore e a questa tenevo più che alle altre.
Quindi ci siamo dati appuntamento lo scorso Natale per questo mese di giugno.
Per l'ultima volta.
ho affittato per due giorni una vera casa da Hobbit, tutte le pareti sono in legno del Tirolo, la costruzione è della fine dell'800, immersa in una riserva faunistica a pochi passi da una delle più caotiche spiagge italiane eppure in luogo silenzioso che sembra fatata.
I riflessi di pavimenti, soffitti, porte e pareti danno dominanti brune, gialle e rossastre. La luce arriva soffusa da tutte le direzioni.
E' una casa da Hobbit perchè lei è un gigante e deve piegare anche le spalle per passare attraverso le porte.
Le ho detto stai attenta. E due minuti dopo l'ho trovata seduta a terra nel bagno, caduta dopo aver picchiato violentemente la testa nello stipite superiore della porta ...
... e ci sono porte ovunque visto che le due camere principali comunicano tra loro e il bagno con una sorta di tunnel bassissimo e buio.
L'ambiente ideale da esplorare insieme.
tu non sei più una modella. Io non sono un fotografo, sono un amico di lunga data.
Le mostro l'ultimo libro di Peter Lindbergh. Le dico che nel 2016 sarà ancora Lindbergh a fare il Calendario Pirelli. Ha scelto solo donne mature ed ha deciso di bannare Photoshop.
La bellezza non ha età e non ha bisogno di intermediari.
Ma soprattutto si esprime senza le parole.
Words are not enough.
Con lei posso parlare di letteratura, le dico che la più bella scena di Romeo e Giulietta deve alla potenza del gesto e dell'espressione degli attori sul palco la sua forza.
Perchè le parole, per quanto perfette, non bastano mai ad esprimere ciò che provano le persone.
Parlami senza parlare. Con il volto, l'espressione, soprattutto con le mani e le braccia. La posizione delle spalle.
Ma soprattutto esprime te stesse. Non sei più una modella. Sei una donna e non sei qui per lavorare ma per giocare con me.
Lei mi risponde che finalmente ci sarà ancora un Calendario Pirelli che esprime la vera bellezza delle donne, dopo quello orribile (testuale) della Leibovitz o quello inguardabile del becero Terry Richardson del 2010.
Ma quanto è bello parlare con una ragazza che non solo capisce quello che dici ma che si esprime su un piano di piena maturità (dovreste sentirla descrivervi le peculiarità della Certosa di Pavia alla prima volta che la vede).
la trovo dopo un pò che sfoglia ancora il librone di Lindbergh e cerca nell'indice i nomi delle persone ritratte. Diane Furstenberg, Juliette Binoche, Uma Thurman ..
Oggi io cercherò di essere un fotografo donna. So che una donna riesce a posare diversamente per un'altra donna, rispetto a quando è davanti ad un uomo.
Oggi non faremo nudo ma cercheremo solo di dare l'immagine di una donna libera, felice, soddisfatta di se.
senza condizionamenti. Senza limiti di tempo.
lei mi conosce bene e sa quanto scatto. Le ricordo ancora di esprimere semplicemente quello che sente, non importa cosa.
Senza riferimento né alla sua lingua, nè a quella in cui parliamo, nè alla mia.
Senza le parole. Perchè le parole non sono mai sufficienti ad esprimere quello che sentiamo.
Lei sa anche che il mio linguaggio d'elezione è la musica, abbiamo fotografato una volta su Dvorak, Brahms e Rachmaninov.
La musica non necessita di parole e dice ad ognuno ciò che ognuno riesce a sentire.
e qui intorno la musica è il canto degli uccelli che volano indisturbati.
Il mattino dopo esco molto presto per esplorare la riserva in solitudine. Durante la notte è caduta tanta pioggia e il terreno è bagnato.
Ho in mano più per abitudine che per altro la D810 con il 300/4PF. Sto fotografando le texture create dalle reti di protezione dei canali di allevamento dei pesci.
Sento un forte battito d'ali ed alzo gli occhi.
Un cigno vole veloce verso nord-est. Riesco a coglierlo al volo sullo sfondo di nuvole ancora minacciose.
Nuvole che si aprono quando più tardi la vado a prendere al suo hotel.
La prego di non truccarsi. Il primo set sarà a letto, con lei al naturale.
Oggi sono tornato ad essere un uomo che fotografa una sua vecchia amica.
Lei teme di essere orribile ma si presta con la sua consueta dolcezza (non che lo sia sempre, è del segno dell'ariete e l'ho vista molto arrabbiata, con quelle lunghe leve sa essere terribile e le chiedo come sarà con i suoi studenti a partire da settembre. Mi assicura che sarà sempre materna come lo è con me).
Ok, va bene, truccati come piace a te. La lascio andare a cambiarsi.
E' ancora più libera. Scegliamo insieme i punti con la luce migliore.
Vogliamo che sia la luce a rendere le immagini indimenticabili come le vediamo in questo momento.
Giochiamo.
Le ho chiesto di portarsi un cappotto.
Immagina di essere a Breslavia all'inizio del '45. Le truppe russe stanno arrivando.
Noi aspettiamo di prendere l'ultimo treno diretto ad ovest.
Aspettiamo nella piccola sala della stazione. Il treno parte e noi restiamo li. Non c'è più nessuno.
Ci sarà tempo di scappare.
cambiamo ancora stanza. Non prima che lei batta ancora la testa ed imprechi sotto voce.
Double check the roof, and mind your head, my sweety.
la giornata passa velocemente. Lei continua a cambiare espressione.
Mi ispira, vuole vedere le foto. Mi suggerisce cosa fare o mi asseconda.
Chiede scusa se, nelle migliaia di miei scatti, qualche volta deve chiudere involontariamente gli occhi.
Non l'ho mai vista sorridere così tanto. Avevo una idea di lei di un animo naturalmente serio.
Ma giustamente è qui per una vacanza.
Solo io ho l'orologio e seguo i tempi. Arriva il momento di concludere.
Le chiedo la mano e la prendo nella mia.
è il mio modo di fare un selfie a ricordo di questo storico e tanto atteso momento.
L'ultimo scatto.
il cigno vola verso Nord Est.
***
Per gli amanti dei dati numerici e delle statistiche (e anche per uscire dal tono autobiografico di questo blog-entry).
Questo ultimo shooting ha coperto due intere giornate. E si è svolto in totale solitudine, senza altri presenti.
Niente truccatrice, niente guardaroba che non fosse nel suo trolley.
Avevamo a disposizione circa 200mq di una antica shooting lodge, posto autenticamente adatto ad assecondare con la sua luce e i suoi colori l'idea di intimità e familiarità che avevo in mente da tempo per questa occasione.
Ho usato la Nikon D5 che letteralmente ha brillato in questa circostanza, potendo esprimersi a tutte le sensibilità anche senza luce artificiale e senza luce diretta ma solo quella riflessa dal legno. Per lo più ho usato il mio nuovo Sigma 24-105/4 comprato per l'occasione.
Insieme alla D5 ho usato la D810 con il suo battery pack. Il 300/4 per i ritratti da lontano o stretti. Avevo ma ho usato poco il Sigma 85/1.4 e il 35/14 Art. Qualche scatto anche con il Nikon 105/2.8.
Ho fatto due serie di ritratti e di figure con il Godox Witstro AD600B con softbox 50x70cm sempre in TTL e senza una sbavatura, sia in illuminazione diretta che per contrastare i controluce.
In totale ho fatto 7000 scatti esatti con la D5 e 2009 con la D810 per 238 gigabyte. Un record anche per i miei incontri con questo soggetto.
Qui ne pubblico solo una piccola selezione ad illustrazione del testo. Le altre sono e saranno solo mie.
A scanso di equivoci si è trattato comunque esclusivamente di un incontro fotografico tra due anime libere a compimento di una vecchia promessa.
Ho fatto scatti memorabili, come credo sia dovere di ogni fotografo in primo luogo verso se stesso. Lavorerò ad un grande libro nei prossimi mesi.
Francamente non credo di poter ripetere questa esperienza con qualcun altra. Nè di riuscire ad essere più ispirato di così.
Grazie per chi si soffermerà a leggere queste righe che ho scritto per testimoniare quello che è per me fotografare con il cuore, come contributo per chi ne possa trarre spunto.
Non certo per esibizionismo. Non è mai il mio scopo.
applausi ....