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Camosci

Inviato da Massimo Vignoli , 17 febbraio 2013 · 1977 visualizzazioni

L’autunno, in alta montagna, è una stagione problematica. Spesso, già dalla fine di ottobre, i sentieri sono ghiacciati ed insidiosi e le prime nevicate complicano la situazione rendendo il cammino incerto e faticoso. Chiaramente, per chi fotografa, nel quadro della situazione occorre inserire anche il peso dello zaino, visto che insieme ad abbigliamento adeguato per quota e condizioni meteo, acqua e panini, occorre portare anche la macchina fotografica ed il teleobiettivo.

Questa è la storia per immagini di un autunno speciale, quello che i camosci vivono ogni anno nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.
E’ una storia d’amore nella quale non mancano situazioni tese, a causarle i maschi che divengono aggressivi con i rivali e, per tenere compatto il proprio harem, anche con le femmine ed i piccoli.
L’aggressività, in ogni caso, non sfocia mai in aperta violenza. Il maschio più debole o incerto fugge senza affrontare lo scontro, anche se spesso capita di osservare che al termine di una fuga, compiuta con forza e resistenza incredibili correndo a perdifiato su ripidi pendii, i ruoli si invertono e l’inseguito divenga inseguitore.
Presi da una vera e propria tempesta ormonale i maschi quasi non si nutrono e giungeranno all’inverno, la stagione più difficile, molto provati. Al PNGP i camosci adulti sono praticamente senza predatori e l'inverno è l'unico strumento della selezione naturale.
Le femmine, in attesa di andare in estro, stanno spesso vicine ai piccoli dell’anno, che timidi e spauriti osservano ed a volte imitano i maschi adulti.
Pensare che tutti, ma soprattutto questi piccolini, trascorrano tutte le notti all’aperto con quelle temperature è per me sempre fonte di stupore. Anche con l’aiuto dell’attuale sofisticato equipaggiamento non credo riuscirei a sopravvivere ad un paio di esse.

Intorno sono boschi, pascoli e montagne bellissime, ma i protagonisti sono questi straordinari ungulati.

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Valsavaranche, 16/10/2010 - Questo maschio, che non ha ancora cambiato il pelo per l'inverno, scruta nel lariceto.

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Valsavaranche, 30/10/2010 - Madre e figlio, all'imbrunire sul limitare del bosco. La prima neve è già arrivata e tra poco il cucciolo dovrà vedersela con l'inverno.

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Lauson, 15/11/2009 - In un freddo e nebbioso pomeriggio questo maschio corre su e giù per il pendio, annusando l'aria per "sentire" le femmine.

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Valsavaranche, 13/11/2010 - Il caldo sole riesce ancora a sciogliere la neve, mamma rumina tranquilla ma il piccolino guarda curioso questo strano bipede.

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Valsavaranche, 13/11/2010 - La famigliola è disturbata da una femmina anziana che, come d'uso per i maschi, assaggia l'aria con la lingua per sentire se la giovane è in estro.

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Valsavaranche, 11/11/2011 - Il fondovalle di bosco misto è già in ombra. Questo maschio, la cresta dorsale ed i fianchi bagnati di urina e sperma che dimostrano la sua eccitazione, scruta il sottostante pendio.

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Valsavaranche, 11/11/2011 - L'alpeggio è interamente coperto di neve.

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Valsavaranche, 11/11/2011 - Due maschi si inseguono, correndo in discesa sulla pietraia coperta di neve. Incredibile la loro velocità su un simile terreno.

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Valsavaranche, 26/11/2011 - Meglio non stare troppo vicini a questi pazzi.

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Valsavaranche, 26/11/2011 - Il maschio segue la femmina, verificandone se è pronta per l'accoppiamento.

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Valsavaranche, 4/12/2011 - In una freddissima mattina si aspetta il sole per muoversi.

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Valsavaranche, 10/12/2011 - Questo giovane di un anno non ha il minimo timore.

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Lauson, 02/11/2012 - L'autunno 2012 inizia con forti nevicate, anche in basso. Per i giovani camoscetti, anche con le loro corte zampe, sembra non faccia molta differenza.

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Valsavaranche, 09/11/2012 - Il sole cambia tutto e riporta alla luce l'erba per il pascolo sui versanti meglio esposti.

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Valsavaranche, 17/11/2012 - Ma questo maschio ha altro da fare: è in pieno calore e difende il territorio.

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Valsavaranche, 09/11/2012 - E tu chi sei?

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Valsavaranche, 09/11/2012 - Lui è impaziente ma lei non è molto sensibile al suo fascino.





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Valerio Brùstia
feb 17 2013 20:12
Sei un Leviona dipendente.
E' grave, dottore. Molto grave.
Ci aggiungi due o tre foto che raccontano la tua giornata tipo su per la riva dritta ai piedi del Rocciaviva?
Se non le hai tu, non è che ce le ha il tuo socio canonista??
Così tanto da far capire a tutti il grado di malattia che ti affligge.

Inutile dirti che mi son piaciute molto
la 534-1200 è un "evento"

ciao
Che meraviglia! Sono senza parole.
Sono veramente belle, Massimo. Uno splendido contributo per il libro.
Bravo!!!
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Raffaele Pantaleoni
feb 18 2013 12:17
Beh, c'è poco da dire. Complimenti per la passione, la tenacia e la tecnica. Una curiosità: a che quote si fanno foto come queste?

Ciao.
Raffaele
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Valerio Brùstia
feb 18 2013 17:49
Raffaele ti rispondo io:
2000, mentre la zona a lariceto è più in basso tipo 1600-1800.
Ma in inverno li trovi anche a 800 metri, poverelli, han freddo anche loro!!

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