Da tre anni la cerco, per motivi diversi è andata male fino a questa settimana.
Una sola specie al mondo: Lindenia tetraphylla.
E' una libellula. Per me è la più bella che ci sia.
E' grande ed è fra le specie più rare d'Italia, forse la più rara, presente in una manciata di siti nel nostro paese e sporadica in pochi altri paesi del Mediterraneo orientale.
Minacciata da collezionisti senza scrupoli e da una gestione poco intelligente di certe aree umide.
Finalmente questa settimana sono partito per la mia "spedizione", 500km più o meno da casa mia.
Un esperto naturalista del luogo, persona di grande simpatia e dalla conoscenza profondissima del suo territorio, nonchè ottimo macrofotografo, mi ha accompagnato in uno dei siti, mostrandomi gli spot (i "dove" si hanno le maggiori possibilità di incontro), perchè non basta sapere il luogo, la libellula non è un elefante, se ti sposti di 100m puoi non trovarla affatto benchè si sia in una delle zone in cui è segnalata.
Visto che siamo in un contesto più fotografico che naturalistico, ecco qualche dettaglio sul come e cosa:
Ha dei posatoi preferiti, da cui sorveglia il territorio, o su cui si riposa, sarebbero ottime occasioni per fotografarla ma chiaramente nel suo ambiente ci sono molte altre specie di libellule, quasi tutte territoriali, per cui è un continuo scacciarsi a vicenda e spesso si hanno pochi secondi per inquadrare e scattare. In questo contesto dinamico il cavalletto può aiutare ma per la prima volta ho sentito il bisogno della versatilità del monopiede.
In questi casi una volta trovati gli spot migliori, è un po' come pescare o la foto da capanno. conviene sedersi ed aspettare piuttosto che seguire il soggetto, perchè si otterrebbe l'effetto di allontanarlo sempre di più dato che è sensibilissimo ai movimenti.
Ecco un'idea del set fotografico (a destra il 400 Sigma) e delle distanze di partenza, poi con il "passo del giaguaro" si cerca di arrivare sempre più vicino, col cavalletto o a mano libera cercando appoggi di fortuna.
La libellula indicata dalla freccia non è una Lindenia. E' solo indicativo.
Quando si posa, bisogna inquadrare con calma e se il soggetto non è ben parallelo, aggiustarsi con estrema lentezza e senza movimenti bruschi, pena la fuga.
Una lunga focale, in questo caso il 400mm F5.6 Sigma Apo Macro, è utilissima, sia per non spaventare il soggetto che perchè tra me e il soggetto poteva esserci di tutto, compresa in un caso una pozza di acqua bassa in cui si abbeveravano decine e decine di vespe. Avessi avuto più tempo o l'occasione giusta avrei provato anche con il 200 micro.
La D800 si è rivelata una macchina perfetta allo scopo. Ha sopportato insieme a me il sole diretto (32 e passa all'ombra, non so quanti al sole), Anche il Sigma se l'è cavata benissimo.
Ho impostato Auto ISO, esposizione manuale, tempi il più breve possibile e diaframmi chiusi il giusto per avere il soggetto nitido e lo sfondo non invadente.
Ma veniamo alle foto.
Un maschio maturo, per cui piuttosto scuro.
Un altro maschio, questo abbastanza "nuovo" per cui più chiaro.
L'eleganza di questo insetto secondo me è senza eguali, con quei "flap" all'estremità dell'addome. Un'eleganza che si moltiplica quando si assiste alla sua efficienza nel volo. Mi fa venire in mente i più bei caccia moderni.
Valeva la pena di farsi quasi 500Km, tre mattinate a lessare al sole, o è da pazzi?
Probabilmente tutte e due le cose.
E' da quando so che esiste che desidero fotografarla, per cui per me la risposta è ovvia.
Che altro dire? Non sono riuscito a fotografare la femmina (che tra l'altro è più bella del maschio), per cui chissà, forse l'anno prossimo dovrei tornarci...
Grazie a chi è arrivato fin qui, come sempre, consigli, critiche e commenti molto apprezzati.
Ciao,
Silvio