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[reportage] Sardegna SudOvest, tra fenici e... fenicotteri

Inviato da Max Aquila , 07 maggio 2017 · 2829 visualizzazioni

[reportage] Sardegna SudOvest, tra fenici e... fenicotteri

Sono davvero tanti gli itinerari possibili in Sardegna, forse la regione italiana piu' densa di contenuti appartenenti ad epoche antecedenti quelle storiche.

 
 
Come ben chiaro da questa, apposita, carta archeologica, dalla quale si evince la distribuzione dei luoghi di interesse, sparsa su tutto il territorio, di 24mila kmq, che occupa al centro del Mediterraneo, in una posizione che ne ha fatto centro di interesse economico fin dalle ere piu' antiche.
  


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Gli ultimi due giorni dei quattro trascorsi ad aprile in Sardegna, durante i quali ho avuto modo di sottoporre a ulteriore test il Sigma Art 12-24/4 ci siamo lasciato alle spalle Cagliari ed i suoi stagni, meravigliosamente popolati da tutte le specie possibili di uccelli stanziali e migratori, tra i quali spiccano per carattere e immanenza i fenicotteri del titolo
 

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dirigendoci a sud attraverso strade che mi hanno regalato l'emozione di panorami indimenticabili su verdi insenature e spiagge bianchissime come solo in quest'isola e' dato di trovare, 
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anche in questo caso (come per i fenicotteri) senza doversi rivolgere per forza a latitudini e culture del tutto diverse da quelle che hanno dato vita alla nostra civilta' mediterranea. 
Ed in questo percorso, che ci ha condotto fino alle isole di Sant'Antioco e San Pietro, all'estremita' sudovest della Sardegna, ci siamo potuti rendere conto della straordinaria varieta' di testimonianze di questo passato, non del tutto remoto da queste parti, come e' invece nel resto del nostro Paese.
Il concetto alla base di questa mia considerazione e' la natura geologica della Sardegna, diversa da quella della Penisola italiana, non soggetta ai moti erciniani che tanta devastazione nei millenni hanno apportato alle testimonianze del passato altrove che non qui.
 
Subito dopo la zona estrattiva industriale di Sarroch, barcamenandosi nella caratteristica tendenza sarda a non segnalare le zone di maggiore interesse turistico  :mangia:
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arriviamo quindi alla zona archeologica di Nora, la citta' piu' antica in Sardegna, fondata dai Fenici nel IX sec. AC, poi divenuta il piu' importante centro cartaginese, quindi capitale romana, dal 238dC, della provincia sarda.
Delle vestigia fenicie resta ben poco di visibile, se non  poco dopo l'ingresso il tempio di Tanit, purtroppo appannaggio esclusivo di una colonia di gabbiani i quali,


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se anche lo proteggono, di certo non lo trattano come quelle antiche pietre meriterebbero...

 
Ma delle pavimentazioni romane delle terme e delle abitazioni e templi prospicienti, resta di certo un ricordo indelebile sia per la spettacolare posizione all'estremita' del promontorio di Pula, 


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sia per l'eleganza dei mosaici e dei manufatti, 
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Superata quindi la baia di Chia e le relative spiagge,Immagine Allegata ,
come quella della Tuerredda,
dove a quanto pare Ligabue (the singer, not the painter)Immagine Allegata
 

uscendo dalla sua villa, prima di tuffarsi in acqua, gode di questo panorama.

 

 

Doppiato Capo Malfatano
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ci approssimiamo ad attraversare l'istmo artificiale che collega fin dal tempo dei romani, la "terraferma" all'isola di Sant'Antioco,  Immagine Allegata
 
fondata dai Fenici nell' VIII sec AC con il nome di Sulki Immagine Allegata (no...non questo... :marameo: )
e forse per cio' stesso, attorniati nel percorso di accesso dai "soliti" fenicotteri Immagine Allegata
 
Immagine Allegata   :bigemo_harabe_net-01:(singolare accrescimento linguistico: fenic OTTER i) :wacko:
 
SantuAntiògu in sardo, conserva nella sua notevole estensione territoriale (108 kmq) che ne fa la quarta isola italiana, dopo Sicilia, Sardegna ed Elba tutte le caratteristiche del territorio sardo, sia geomorfiche sia naturalistiche sia, infine, storiche, con l'alternanza di tutte le fasi della civilta', da quella preistorica e nuragica a quelle, appunto, fenicie, puniche e poi romane, dopo la II guerra punica, nella quale la flotta cartaginese aveva usato l'isola come base logistica.
 
La sua, omonima, citta' principale, importantissimo porto commerciale per gli scambi di materie prime, metalli preziosi in primo luogo, che transitavano per suo tramite dalle regioni della Sardegna, che le valse l'appellativo tolemaico di insula plumbaria e' oggi un insieme di opportunita' di interesse che spaziano dai nuraghi inghiottiti dalla vegetazione lussureggiante, (favorita dalla sua natura vulcanica), 
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talvolta persino monumentali, come il gigantesco gruppo nuragico della sperduta (un impresa trovarla) 
GruttiAcquaImmagine Allegata Immagine Allegata
alle testimonianze fenicie costituite dal tofet, il cimitero dei bambini mai nati o prematuramente morti (la mortalita' infantile a quell'epoca toccava quote impensabili e raccapriccianti)
dove su un'altura distante dal centro abitato e dalle normali sepoltureImmagine Allegata Immagine Allegata
una distesa di vasi di coccio, semi-sepolti, contenenti le ceneri dei prematuri, alcune ancora interrate Immagine Allegata
sfruttavano i naturali incavi delle rocce, o apposta realizzati, Immagine Allegata
destinando la protezione del loro spirito al culto di Bes, divinita' autoctona poi assimilata a Baal in periodo punico e rispettata nel suo culto fino all'epoca dei romani.
 
In prossimita' dei resti antichi di Sulki, senza soluzione di continuita', l'abitato moderno, che comprende delle abitazioni ipogee, frutto del riutilizzo in epoca medioevale, delle necropoli punica e romana 
impossibili da identificare dall'esterno Immagine Allegata
 
nelle quali il senso della transizione tra Vita e Morte, devo dire, si sente in pieno, Immagine Allegata

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osservando le nicchie ove un tempo furono adagiati i defunti, oggi scaffali per le masserizie... 

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e francamente, nonostante l'abitudine nella visita di catacombe e affini, corre lungo la schiena un brivido... che non deriva certo dalla frescura della quale gia' ad aprile in questi luoghi si gode   :wacko:

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Nella piazza principale, Immagine Allegata
 

la Basilica paleocristiana di Sant'Antioco Martire, Immagine Allegata

 
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di un romanico dalla purezza raramente osservata

 
l'unica della Sardegna munita di catacombe
 

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Alla sera ottima pizza e birra artigianali nella birreria piu' trendy dell'isola Immagine Allegata
 
ed al mattino presto, al porto di Calasetta Immagine Allegata
per imbarcarci alla volta di Carloforte, Immagine Allegata
il principale centro della vicina isola (questa davvero) di San Pietro, del tutto differente dalla precedente, in quanto colonia genovese offerta ai profughi dell'isola tunisina di Tabarka nel Settecento, sede ancora oggi di una delle ultime tonnare attive nel Mediterraneo, ubicata in una posizione strategica,
Immagine Allegata nella strettoia che si crea rispetto la prospiciente isola Piana 
 

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Isola fenicia anch'essa, quindi... :emoticon-divertenti-08:  popolata dai fenicotteri... talmente incuranti da consentirmi qui di fotografarli con il 70-200mm
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dai romani detta "Accipitrum insula", ossia dei falchi, a causa di una notevole colonia di falco Eleonorae,Immagine Allegata
tutelata dalla LIPU che nella meravigliosa caletta di Cala Fico ha la sede di una delle sue oasi Immagine Allegata
 

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Strapiombi mozzafiato Immagine Allegata
Immagine Allegata e colori stupefacenti anche nelle natura geologica dei costoni
e delle falesie che caratterizzano quest'isola Immagine Allegata
 
Dalle spiaggie di sabbia finissima  Immagine Allegata
all'interno dell'isola domina indiscussa la natura, palesemente ancora integra Immagine Allegata
Ma la caratteristica che differenzia Carloforte da ogni altro paese della Sardegna e' la assoluta condizione di colonia genovese che traspare dai colori delle case
 

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e delle strade, come i carrugi liguri, Immagine Allegata
 
oltre che dal marcato accento degli abitanti, fieri di questa loro condizione.

 

:icon_megaball: Inutile dire che a tavola si mangia il Tonno in tutte le sue infinite accezioni che si accompagna, se gradito, 

con la sua ...anima sarda Immagine Allegata

 
Veniamo via, non senza saudade da San Pietro, Immagine Allegata
 

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e prima di tornare all'isola nostra, una volta traghettati in Sardegna, scopriamo (per puro caso) una delle piu' belle Acropoli mai visitate di persona o per il tramite delle riprese altrui, quella di monte Sirai, presso Carbonia, assolutamente poco segnalata perfino sulla stessa statale da cui vi si ha accesso.
 

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Il caposaldo difensivo delle colonie appena visitate di SantuAntiògu e SantuPedru, dei Fenici provenienti da Tiro e poi dei Cartaginesi, eccezionale punto di osservazione su una vasta fetta del Mediterraneo sudoccidentale, Immagine Allegata
 

prima costituito come abitato

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e solo successivamente fortificato

 

dotato di un Mastio centrale con funzioni sacrali Immagine Allegata

presumibilmente dedicato a due divinita', Ashtart e Bes

 

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una donna, l'altro uomo

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In un'immensa distesa che riserva ulteriori sorprese, se soltanto le campagne di scavo potessero proseguire, si trovano le necropoli fenicia e punica con le caratteristiche differenze tra ipogei e tholos, proprie delle rispettive civilta',
 

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dalle quali si esce sempre con stupore misto a....sollievo
 
cosi' come l'inevitabile tofet, Immagine Allegata
come al solito ben isolato dalla vasta necropoli, a significare il profondo solco esistente anche per questi uomini di quattromila anni fa,
tra il senso della vita per chi l'avesse vissuta e per questi piccoli sfortunati assenti Immagine Allegata
 
Un senso immanente dell'esistenza, la considerazione del quale mi accompagnera' fino alla prossima visita in questa Sardegna:
splendida, selvaggia, piena di umanita' Immagine Allegata
 
Max Aquila photo © per Nikonland 2017






Foto
Max Aquila
mag 10 2017 01:16

Bel servizio, ma non trovi che le tue foto in esterni siano tutte un pò... smorte? Magari una pompatina ai bianchi non guasterebbe :) non credo dal vivo i panorami fossero così bui-grigiastri...

la conversione in sRGB...

 

e i maledetti profili colore di Adobe rispetto quelli Nikon: si, certamente potrebbero essere migliorati in PP

 

In piu', rimando da troppo tempo l'acquisto di una nuova sonda di calibrazione...

Un bel reportage, come al solito ben supportato da un testo preciso e puntuale a descrivere le (belle) foto.

Mi fa un po' rabbia - scherzando, eh! - che quando ho visitato quelle zone per ben due volte in altrettanti periodi di vacanza non ho visto tante delle cose che hai fotografato, né sapevo della loro esistenza...

Per il futuro: dovrei preparare in anticipo la visita per studiare luoghi e percorsi, oppure informarmi in zona sui posti più interessanti da vedere? Tu come fai? :)
Foto
Max Aquila
mag 11 2017 08:07
Leggo, molto. Uso la carta geografica, molto più che il navigatore. Una volta sul posto, chiedo....il più delle volte ottenendo più dei consigli fin lì acquisiti.
Quando trovo una strada o sentiero che mi indica qualcosa di non programmato, molte volte dirotto dal percorso prestabilito. (Acropoli di monte Sirai, poco nota anche agli autoctoni)

Altro esempio, le incredibili abitazioni ipogee di Santo Antioco visitate sono frutto di questa impostazione mentale. Ho chiesto ad un anziano seduto sui gradini di ingresso a casa sua, dove si trovassero, in mancanza di indicazioni precise. Lui ci ha squadrati e poi ci ha chiesto se volessimo vedere quella che il comune destina a visite turistiche, oppure quelle di sua proprietà'.
Caso, fortuna, destino? Assecondarlo distingue il turista dal viaggiatore....

Beh, per quello

 

...
Caso, fortuna, destino? Assecondarlo distingue il turista dal viaggiatore....

 

Beh, anch'io come te e come quel tale della tv che gira l'Italia con un enorme sedile in legno portato a tracolla, quando visito qualche luogo non ci vado come turista ma... come ospite! :ibf_thumbup:

Foto
Max Aquila
mag 11 2017 14:35
601 2017  D5K9397 12.0 24.0 Mm F 4.0 Max Aquila photo ©
Album: service
5 images
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Tanto per dare senso alla mia frase precedente, affinche' non sembri retorica

 

 

Max Aquila, on 11 May 2017 - 09:07, said:

...
Caso, fortuna, destino? Assecondarlo distingue il turista dal viaggiatore....

 

Quando, in seguito al suggerimento di una guida, buttato li' per caso, durante la visita del complesso nuragico di Barumini sono appunto andato a cercarmi quello di Su Mulinu, con una digressione di una sessantina di km (piu' altri trenta per aver sbagliato una strada) nel mezzo di campagne dove hanno motivo di stare solo pastori e greggi, arrivando alle 14 mi sono trovato il complesso chiuso e l'apertura pomeridiana posposta alle 15,30.....

ma nel mezzo di una giornata col cielo incerto, in quel momento c'era uno squarcio nei cumulinembi che produceva un cielo azzurro e una luce bella contrastata...

Il turista sarebbe andato a mangiare per ritornare un paio d'ore piu' tardi....il fotografo...

:unsure:  :rolleyes:  :unsure: lo so...non si fa... non fatelo... ma l'ho fatto... :wacko:

insomma... dopo un lungo giro per vedere se ...le difese del sito non fossero assolute, ho oltrepassato un muretto che suggeriva da se' di...essere scavalcato e sono andato a scattare nelle zone accessibili alcune delle foto pubblicate per poi ritornare diligentemente via e aspettare l'apertura canonica per il resto della visita.

 

La differenza piu' o meno era questa

http://www.nikonland...aquila-photo-c/

http://www.nikonland...aquila-photo-c/

 

mentre un ora e mezza dopo...

http://www.nikonland...aquila-photo-c/

http://www.nikonland...aquila-photo-c/

 

Non c'era nessuno, non ho prodotto alcun danno alla collettivita', non ho fatto nulla che non abbia poi fatto davanti alla guida, preparatissima, che mi ha accompagnato... ma non sapevo se il tempo avrebbe retto e ho agito nel senso del rispetto della mia ricerca (cercando di non mancarne nei confronti del sito)

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