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Sigma dp2 Quattro : figlia della luce (test/prova)


Prosegue la collaborazione con Mtrading con la prova di questa fotocamera che definire compatta è riduttivo in tutti i sensi.

Curioso come sempre, fin dalla prima presentazione di questa strana macchina, ho pensato di provarla.
Ho letto con molto interesse i progressi della serie, passaggio dopo passaggio di queste compatte ambiziose.
 
La serie Quattro (in italiano) si distacca dalle precedenti, relativamente ordinarie nel design, per la forma allungata. 
Immagine Allegata: _D8X2303.jpg
 
che non le rende certamente tascabili.
 
Immagine Allegata: Sigma-dp2-Quattro-Compact-Camera-2.jpg
in mano ad una hostess Sigma alla presentazione l'anno scorso (due palmi affiancati, anche se per un peso di meno di 400 grammi).
Il peso è contenuto e la farebbe sembrare più fragile di quanto sia.
In realtà è molto ben costruita.
Ghiere e pulsanti sono solidi.
Sta benissimo in mano, pur con la sua forma molto allungata.
 
Immagine Allegata: _D8X2304.jpg
 
come norma per la maggior parte delle fotocamere giapponesi di questo segmento, manca un mirino integrato e si deve usare la modalità " a braccia tese ", stile turista nipponico.
Scomoda, prona alle oscillazione del corpo ma, specialmente in caso di sole forte, sinonimo di "non si vede proprio nulla!".
 
Immagine Allegata: _D8X2305.jpg
 
il funzionamento è intuitivo. Ammetto di non aver nemmeno sfogliato il manuale e solo sorvolato all'ingrosso il menù.
Ho usato praticamente sempre la macchina a priorità dei diaframmi, alla sensibilità minima (100 ISO).
Formato RAW+Jpg.
 
Sapendo già un pò della teoria di cui parleremo nel prosieguo del test ...
 
Immagine Allegata: _D8X2307.jpg
 
La macchina è costruita interamente in Giappone, come orgogliosamente marchiato sia sul corpo che sull'ottica.
L'obiettivo è un 30 mm F2.8, parente strettissimo del Sigma 30/2.8 DN Art proposto da Sigma per Sony E e sistema m4/3.
Fisso, non intercambiabile.
 
Già, perchè una delle peculiarità di questa peculiare serie di fotocamere è che per cambiare l'ottica ... si cambia fotocamera.
Sono 4 le Sigma dp Quattro presentate. Il numero dopo il dp indica quale focale è impiegata. Dal grandangolo spinto al mezzo-tele. Dal 14mm al 50mm, tutti F2.8 tranne il 14mm che è un F4.
Ogni obiettivo è ottimizzato per il sensore utilizzato.
Anzi, ogni obiettivo usato è intimamente legato al sensore utilizzato.
Perchè Sigma in realtà usa questo sensore per sviluppare tutti i suoi obiettivi. In fabbrica hanno un banco che impiega questi sensori per le misurazioni degli MTF e di tutte le caratteristiche dei prototipi di tutti gli obiettivi progettati.
Dal modello teorico calcolato al computer, si passa ad un modello reale che viene messo a punto mediante l'uso con il banco munito del sensore Foveon X3 che è su queste Sigma dp Quattro.
 
Immagine Allegata: _D8X2309.jpg
 
dicevo dell'assenza del mirino. In effetti ci sono due accessori disponibili.
Uno è un mirino galileiano ottico che si può montare sulla slitta porta-flash.
 
Immagine Allegata: news20140711_00.jpg
L'altro è un mirino ingranditore che si applica sul dorso, mediante una vite da serrare nell'attacco per il treppiedi.
Serve ad ingrandire e al contempo schermare il display posteriore LCD.
C'è una lente che ingrandisce e può essere regolata per la messa a fuoco fine.
Si poggia l'occhio sull'oculare e la visione è .... televisiva, con il solo limite prodotto dalla risoluzione del display stesso.
L'ho provato anche con la Nikon J5 e funziona bene.
 
Peccato solo che sia enorme e renda la macchina più ingombrante di una D4 (!).
 
Immagine Allegata: _D8X2310.jpg
Immagine Allegata: _D8X2311.jpg
 
Immagine Allegata: _D8X2313.jpg
Immagine Allegata: _D8X2314.jpg
come si può vedere bene in queste foto (per riferimento, il tappo ha un passo di 58mm)
 
La macchina accetta una scheda di memoria SD.
 
L'obiettivo ha una distanza minima di messa a fuoco di 29 cm ma non è propriamente macro.
 
L'autofocus è a differenza di contrasto ed ha solo nove punti centrali.
Il controllo è agevole (tramite il multiselettore) ma la messa a fuoco, pur precisa, è molto lenta.
Il display è abbastanza fedele e mostra le indicazioni necessarie all'uso.
Un tasto consente di visualizzare i parametri principali di regolazione della fotocamera.
I menù non sono astrusi ma bisogna orientarsi un pò per chi proviene dal mondo Nikon.
 
I comandi, come già dicevo, sono robusti ed offrono la giusta resistenza.
Sono anche intuitivi e facili da comprendere ed usare.
L'impostazione della compensazione dell'esposizione è ben visibile a mirino.
 
Insomma, l'aspetto è bizzarro ma la macchina è ben studiata ergonomicamente.
Dopo la vista esterna, proseguiamo andando a vedere l'altra, più sostanziale, particolarità di questa fotocamera che la rende unica rispetto alle altre, nel cuore della macchina  :)
 




Test: Yes



61 Comments

Foto
Paolo Mudu
nov 15 2015 23:07

C'è anche il confronto con la Phase One IQ180...

 

http://www.dpreview....s/post/56762767

 

Reggetevi forte!

C'è anche il confronto con la Phase One IQ180...

 

http://www.dpreview....s/post/56762767

 

Reggetevi forte!

 

 

Paolo, meglio il link al test ufficiale di Dpreview (qui) piuttosto che i commenti da forum ... :wacko:

da brividi..

Sui capelli c'è una differenza imbarazzante...

Foto
Leonardo Visentìn
nov 16 2015 13:39
Definizione (apparente o reale non so) a parte, noto che la resa colori è totalmente differente, phase one, nikon e canon tutte abbastanza simili, la sigma molto più viva (ma è reale oppure è lei che è "fuori totalmente"?)

Può essere sballato il bilanciamento del bianco.

 

Ma in generale le Sigma offrono una interpretazione della realtà tutta loro, a mio modo di vedere.

Che può, ovviamente, piacere o no.

:)

Foto
Leonardo Visentìn
nov 16 2015 13:57
Ma tu che te ne intendi da esperienza diretta, la definizione è frutto di lavoro SW o realmente cattura più informazioni di altre concorrenti? Perché l'impressione è di un contrasto esagerato rispetto alle altre, che sembra dare più dettaglio.

E in stampa questo crea problemi o è (eventualmente) ininfluente?

Francamente non darei troppo credito a quei confronti all'americana.

Apparentemente se metti la Canon 5DS tra le selezionate pare che cambi il mondo.

 

Detto questo, il dettaglio c'è, è elevato, specie sulle linee e sulle curve, oltre che nelle transizioni tonali.

Tanto da far ipotizzare una risoluzione superiore a quella reale di un 50%.

C'è anche che il software proprietario esagera con il microcontrasto, tanto che io lo metto in negativo.

 

Però non me ne curo molto, io uso queste macchine per avere punti di vista differenti.

Il velo di Heidi nelle foto che abbiamo fatto il mese scorso, amaranto cangiante, abbaglia rispetto a quello ripreso con la D810.

Ma io non so dire quale sia il migliore o il più realistico. E il tessuto è mio ;)

 

Diciamo magari che se io dipingessi ad olio, i miei colori sarebbero vividi come i Sigma, non smortarelli come i Nikon out-of-the-camera :) ma riprodurre il reale è l'ultimo dei miei desideri  in fotografia ;)

Non mi metto a commentare quel confronto perché anche io penso sia falsato di molto. 

Alcune delle macchine sembrano essere foto di un cellulare di dieci anni fa a cui sono stati cambiati gli EXIF (Phase One per primo, avendo presente come scatta quando correttamente a fuoco e settato). 

 

Peró ho un dubbio su cosa intendi/intendete (credo di averlo letto piú volte da diverse persone) con questa frase: 

...

Tanto da far ipotizzare una risoluzione superiore a quella reale di un 50%.

...

Tecnicamente non esiste niente del genere, il dettaglio massimo é quel che é. Il contrario si, é possibile. 

Non capisco.  :GrattaTesta:  

:)

a_

Perchè non è un discorso tecnico e non mi aspetto che ci si creda o se ne disserti :occhiali:

 

Anche se in fase di conversione abbassi la definizione al minimo (in negativo -2) e poi abbassi la chiarezza in ACR, la nitidezza percepita con la mia SD1 Merrill e il Sigma 105/2.8 OS non è dissimile, con l'immagine a tutto schermo e zoom al 33 o al 50%, da quella ripresa con la D810 e il Sigma 180/2.8 OS, pari condizioni di ripresa e di luce.

 

Di qui la mia soggettiva congettura di equivalenza sostanziale tra due sistemi di cattura differenti.

Empiricamente e a prescindere dal numero di pixel di larghezza e di lunghezza.

 

Un pò come ragionare sulla potenza specifica di un motore a ciclo Wankel e uno Otto, a parità di cilindrata :GrattaTesta: e che a me fa pensare che nel processo di demosaicizzazione qualche manciata di megapixel si perdano.

 

Ma di fronte alle foto stampate sono discorsi che lasciano il tempo che trovano come quelli sulle mezze stagioni e sulle mezze maniche :marameo:

Perchè non è un discorso tecnico e non mi aspetto che ci si creda o se ne disserti :occhiali:

...

Un pò come ragionare sulla potenza specifica di un motore a ciclo Wankel e uno Otto, a parità di cilindrata :GrattaTesta: e che a me fa pensare che nel processo di demosaicizzazione qualche manciata di megapixel si perdano.

...

Ok, chiaro. :)

La possibile perdita di definizione con il demosaicing é quel "il contrario" che avevo scritto nel mio commento. ;)

Infatti dipende moltissimo dal motore del software di conversione. 

a_

 

P.S. Il calcolo della cilindrata lo trovo incredibilmente pressapochista nel motore Otto, ma nel Wankel é magia... o numeri tirati a caso. :P

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