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Sei soltanto un treppiedi !

treppiedi

Metto qui a beneficio di tutti, anche mio, non una recensione di uno specifico prodotto, ma solamente la sintesi delle mie avventure treppiedistiche raccolte in quasi 25 anni di pellegrinaggio fotografico. Io non fotografo in studio, ma fuori in "campagna", con ogni meteo possibile. Insomma quando posso esco e becco quel che c'è. E il treppiedi fin dall'inizio è stato uno strumento necessario. Spesso mi sono state poste domande su questo argomento. Gli interessati hanno ricevuto risposte "fluviali", tuttavia sono convinto di non essere mai stato veramente esaustivo. Ho visto poi tanta gente commettere gli stessi errori che ho commesso io prima di loro e mi spiace rimanere lì come un babbeo e non poter dire nulla. Quindi ecco qua una sorta di taccuino degli appunti, una raccolta di riflessioni utili o inutili non so, a voi il giudizio. Certamente io non sono stato baciato in fronte dalla dea della Verità (!!), quindi questa mia va presa come una informazione utile a fare riflettere e magari ad aiutare nella scelta. Le mie, di scelte, sono tutte qui e non me ne rimangio neanche una!
Tutte le attrezzature illustrate in questo post sono quelle che uso normalmente; alcuni di questi oggetti, essendo un po' datati, non sono più in commercio, ma ho verificato che i produttori in oggetto non hanno veramente dismesso questi strumenti, li hanno solo rimodernati e ringiovaniti.




Perché uno Stativo? Pesa un accidente ed è grosso
Oggi sono in molti a considerare il treppiede come un accessorio. Peccato che l'essere umano non è una statua del Canova e la prima causa di perdita di definizione di un'immagine fotografica è dovuta al mosso/micro-mosso. E poi, perché non sfruttare tutti tempi di otturazione offerti dalla tendine della nostra bella reflex, lasciandoci condurre nell'imprevedibile realtà delle lunghe esposizioni e nella vertigine della profondità di campo estesa all'infinito? Beh ci serve un bel treppiede. A seguire un paio di esempi dove senza un treppiede la foto, semplicemente, non si fa.

Immagine Allegata: 23_PLS_0417.jpg
Nikon D700, Nikon AF-s 17-35/2.8 Gitzo GT3541LS testa Arca B1, polarizzatore


Immagine Allegata: 02_0058.jpg
Minolta X700, Minolta MD 20/2.8 Ilfochrome 100 Manfrotto 055 testa Manfrotto 168


Immagine Allegata: 24_CAN_0852.jpg

Nikon D700, Nikon AF-s 200-400/4 @ 400 Gitzo GT3541LS testa Arca B1, cappello (*)


Immagine Allegata: 24_PLS_0108.jpg
Nikon D3 e Nikon AF-S 600/4 VR Gitzo GT5541LS testa PC74N: 1/20 f/4 ISO 1600 VR ON normal.

Immagine Allegata: 23_ITA_0059.jpg
Nikon D3 e Nikon AF-S 24-70/2.8 + polarizzatore
Gitzo GT5541LS testa Arca B1g prima che me li ciulassero.

(*) vedi Tips on Tripod


Quale treppiede? Ce ne sono mille mila in commercio!
Sì, ce ne sono proprio tanti, oggi più di ieri, e di ottima qualità. Ma attenzione! Ci sono anche delle costruzioni che millantano un credito eccessivo!

Quali caratteristiche per un buon treppiede?
Quanto pesa la mia macchina fotografica? E' questa la vera domanda. Lo stativo giusto non può prescindere dalla fotocamera che deve sorreggere. Assunto questo, però, ci sono dei particolari che possono fare la differenza, delle banalità? Non so, io le metto qui.
  • Colonna centrale: di solito è presente e può essere utile. E' importante però che il sistema di serraggio sia bello robusto e non introduca "giochi" dannosi alla stabilità dell'insieme.
  • Chiusura delle gambe: qualsiasi sia la soluzione adottata dal costruttore è bene che il serraggio sia solido e pratico. Se si riesce ad aprire e estrarre una sezione di gamba con una mano sola allora è un buon sistema.
  • Altezza massima del treppiede: non serve che porti la fotocamera fino al nostro occhio, possiamo fare lo sforzo e abbassare noi la capoccia quel tanto che basta.
  • Numero di sezioni per gamba: 4 è il limite, ma 3 è meglio. Oltre a 4 sezioni siamo davanti ad un generatore armonico di oscillazioni spontanee.
  • Altezza minima del treppiede cioè massima apertura delle gambe: più si possono allargare le gambe, meglio è; conviene anche osservare quante tacche di posizionamento nell'angolo d'apertura sono disponibili. Più ce ne sono, meglio è.
  • Dimensione da chiuso: dobbiamo portarlo a spasso: se è un mastodonte, sarà ben dura. La misura ideale è quella del nostro zaino da montagna preferito, chissà come mai.
Manfrotto l'alluminio e la fotografia.
La bella sviolinata che segue la faccio volentieri per i Manfrotto in Alluminio. Perché, secondo me, Manfrotto questo sa fare ed è con questo materiale che ha sbaragliato (anzi: rilevato!) la concorrenza. Per intenderci: non credo proprio che Manfrotto sarebbe arrivata dove è oggi con i 190 e 055 Carbon. Sono sì più leggeri dei corrispettivi in alluminio, ma altrettanto meno stabili. Allora tanto vale cercare altrove. I treppiedi Manfrotto, invece, realizzati in alluminio anodizzato e/o verniciato a polvere, sono delle realizzazioni estremamente valide. Dalla serie economica a quella più "impegnativa", questi stativi sono solidissimi e molto stabili, temono poco gli agenti atmosferici, risultando degli strumenti efficienti anche dopo diversi anni di uso ed abuso. Qui ci sono in bella mostra i miei gloriosi "vecchietti".

Immagine Allegata: 24_VAR_0166-167.jpg

Io ho fotografato con le serie 055, 190 e 475 (con colonna a cremagliera). Lo 055 è, a parer mio, il principe degli stativi Manfrotto per il 35mm. In grado di gestire pesi ragguardevoli, fino a 4Kg se abbinato ad una buona testa, ha dalla sua una colonna rapida modulare, un peso non eccessivo e una versatilità nel posizionamento seconda a nessuno. Sul mio 055 ho apportato una modifica. Ho accorciato parte della colonna centrale, in modo da non creare impiccio, sotto la crociera, durante gli appostamenti con il treppiede a gambe divaricate. La nuova versione dello 055 classic è stata migliorata proprio nel blocco della colonna. Esistono altre versioni dello 055, anche un po' più complicate, ma la sostanza non cambia di molto.


Immagine Allegata: MaxAquila_055.jpg
Max ha una predilezione, che io condivido, per questo riuscitissimo treppiede di manfrotto

Immagine Allegata: 24_VAR_0170-176.jpg
Smontaggio colonna e inversione della medesima: va che bello.

Immagine Allegata: 22_LAP_0984.jpg
055 in appostamento finlandese.

Il Manfrotto 190 è un modello più piccino e quindi più debole, ma, pesando decisamente meno, diventa un compagno di escursione non troppo invadente. Ho verificato che è possibile impiegarlo con focali lunghe fino a 300 mm e pesi prossimi ai 5kg. Anche sul 190 la sega da ferro ha avuto buon uso, riducendolo ad una versione Short ... sì, perché nel 1994 Manfrotto non aveva ancora introdotto la serie corta e io li ho anticipati. Così il 190 è più pratico per trasporto a zaino e con questo assetto mi ha accompagnato su e giù per le montagne di casa e per altre montagne un po' più lontane. Non solo: per una particolare esigenza di "immersione" al 190 ho sostituito tutta la viteria di serie con viti inox. Questo mi consente di immergerlo completamente senza alcun pensiero.

Immagine Allegata: 20_DEV_0688.jpg
Il 190 in alta valle.

Questi interventi CUSTOM li ho potuti realizzare solo grazie alla caratteristica di completa "smontabilità" che solo Manfrotto offre. I Manfrotto alla fin fine sono degli strumenti "rustici" e non richiedono molta attenzione nell'uso quotidiano. Il mio 055 è stato investito da un'automobile (gli è passata sopra) riportando solo qualche graffio; il 190 è caduto in una pozza di marea, l'ho sciacquato in acqua dolce ed è tornato come prima. Entrambi i treppiedi hanno affrontato un po' di tutto, dalla neve alle sabbie costiere, dal fango all'immersione totale in acque non proprio cristalline, e dopo tanti anni sono ancora qui pronti all'uso e al 100% delle loro possibilità.



Gitzo: la differenza c'è e si vede.
Da felice utilizzatore di treppiedi Manfrotto per anni ho guardato ai Gitzo come si guarda a un oggetto di lusso, tanto bello quanto inutile. A spingermi verso il sistema Gitzo in verità è stato il Nikon Ais 600/4 con la sue masse aggettanti. Per ottenere la ricercata stabilità inizialmente ho fatto ricorso ad un possente Studex G5 armato di testa Arca Swiss B1g. I quasi 7kg di stativo sono una bella sfida per il trasporto. Diversi strappi ai tricipiti e dolorosi crampi ai muscoli addominali mi hanno fatto decidere per il Carbonio. Rimpiango di non aver fatto prima questa scelta!! Quante foto non ho scattato perché il treppiede era rimasto in macchina, a casa o nel garage! Adesso è sempre con me, adesso bastano i soli 2,5 Kg scarsi del Gitzo GT3541LS + Arca B1 per fotografare di tutto, montandoci sopra quasi tutto! Infine una considerazione: i Gitzo in carbonio costano cari, ma anche le nostre macchine e i nostri obiettivi sono dolorosamente costosi. Proprio sul supporto alla nostra attrezzatura ci vengono le "braccine corte"?

Immagine Allegata: 24_VAR_0157.jpg
Gitzo Sytematic in carbonio.

La modularità della serie Gitzo Systematic (sia in alluminio che in carbonio) è allo stato attuale insuperata. Poter asportare la colonna centrale è molto utile in quanto consente di posizionare il punto di attacco testa esattamente al centro della crociera gambe e non, come sui Manfrotto, sollevato due - tre centimetri più in alto. In questo modo Gitzo permette di eliminare una "cerniera", punto di blocco della colonna centrale, che è generatore di micro movimenti dannosissimi, e inoltre di annullare ulteriori amplificazioni delle vibrazioni dovute ad un inutile "braccio aggiuntivo" di sollevamento.

Immagine Allegata: 24_VAR_0163.jpg
Attacchi testa a confronto: Gitzo versus Manfrotti, una gara in famiglia.

In luogo della colonna centrale o del piattello è possibile inserire un adattatore per teste a culla sferiche tipiche del settore cine. Gitzo propone infine anche un tipo di testa semisferica che si incastra nel vano piattello e consente il massimo della stabilità. Questo tipo di soluzione è adottata da Berlebach sui più grossi treppiedi in legno; però dati i costi, non minimali, i pesi e gli ingombri ad essi ho preferito di gran lunga la serie Gitzo Systematic in carbonio.

Peculiarità distintiva Gitzo è il serraggio gambe. Mentre Manfrotto si è affidata da sempre in soluzioni a chiavetta, Gitzo ha utilizzato ghiere di chiusura coassiali alla gamba. I detrattori di questa soluzione osservano che questo tipo di chiusura può essere danneggiata da infiltrazioni di granelli di sabbia che si possono incastrare nelle filettature. Non nego che sia opportuno un minimo di attenzione, ma quanto vale in termini di ingombro la scelta Gitzo!!

Immagine Allegata: 24_SAR_0622.jpg
L'ombra mia e del GT3541LS sulle dune di Piscinas in Iglesiente.

Immagine Allegata: 23_GRP_0638.jpg
Valerio con GT3541LS a prender freddo al Nivolet in Dicembre

Immagine Allegata: Silvio_G4.jpg
Silvio (Wendigo) e il solidissimo Gitzo Studex G4 con testa video Manfrotto.
Un assetto di stabilità estrema per il Nikon 200/4 micro!

Un appunto sulle nuove tendenze Gitzo. Gitzo nel 2012 ha rimodernato la sua serie Systematic. Le innovazioni introdotte sono di poco conto, ma non sono nella direzione di un effettivo miglioramento, anzi. Gitzo ha ridisegnato la crociera facendola bella "spigolosa". Si vede che i bordi arrotondati della serie precedente avevano una linea un po' antiquata. Questa nuova modernissima forma farà parlare i molti fotografi che si procureranno qualche livido in più urtando queste stilose puntute curve. E' stata poi aggiunta una chiavetta per lo sgancio del piattello: una cosa che mi lascia veramente perplesso. Ma in Gitzo credono che siamo lì ogni 5 minuti a togliere e rimettere la colonna centrale? O credono che chi si porta sulle spalle un treppiede in carbonio si porti appresso anche colonna centrale e piattello sostitutivo? E se anche lo facesse, quale guasto gli arrecherebbe infilarsi in tasca la chiave torques Gitzo da 7 grammi (è nella scatola del treppiede)? In compenso adesso con un colpetto ben assestato, e ovviamente involontario, è possibile allentare la ganascia della crociera e tanti auguri!! Bah, beata fantasia! Io ho fatto appena a tempo a procurarmi l'ultimo GT5541LS in magazzino, in sostituzione di quello che mi è stato rubato dal baule dell'automobile.



Ora è opportuno fare una comparazione sintetica dei ferri descritti. Qui riporto una tabellina nella quale per ogni stativo è indicato il peso del cavalletto + testa e il carico massimo (come peso e Lunghezza Focale) con cui ho realizzato con successo riprese in posa B. Chiaramente tali riprese sono state effettuate con scatto a filo e mirror up, con cavalletto aperto all'altezza ottimale e su terreno solido non sdrucciolevole.


Stativo: Gitzo Studex G5 + colonna G526 + testa Photo Clam PC74N oppure Arca Swiss B1g.
PESO: 8,0 Kg
Carico max gestibile: Fotocamera e 600mm =< 10kg

Stativo: Gitzo Studex G5 senza colonna + testa Photo Clam PC74N oppure Arca Swiss B1g.
PESO: 6,5 Kg
Carico max gestibile: Fotocamera e 600mm anche << 10kg

Stativo: Gitzo GT5541LS senza colonna testa Photo Clam PC74N oppure Arca Swiss B1g.
PESO: 4,5 Kg
Carico max gestibile: Fotocamera e 600mm fino a 10kg

Stativo: Gitzo GT3541LS senza colonna + testa Arca Swiss B1.
PESO: 2,5 Kg
Carico max gestibile: Fotocamera e 400mm fino a 6-7Kg

Stativo: Manfrotto 055 Classic + testa Arca Swiss B1.
PESO: 3,3 Kg
Carico max gestibile: Fotocamera e 400mm fino a 5Kg

Stativo: Manfrotto 190 short + testa Benro KS0.
PESO: 1,9 Kg
Carico max gestibile: Fotocamera e 300mm fino a 4Kg

Sono ovviamente dati parecchio empirici, ma ottenuti sul campo. Mettimaola così, questi sono gli assetti che mi garantiscono di portare a casa la foto.


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La testa, no, non perdiamola!
A chi è arrivato a leggere fin qui si sarà accorto che parlo solo di teste a sfera, per la precisione Arca Swiss. Uno stativo può essere valutato solo in abbinamento ad una testa, che è una parte delicata e nevralgica delle capacità di ancoraggio di uno stativo. Le teste a 3 movimenti sono molto diffuse, ma non sono in grado di fornire la stabilità offerta da una buona testa a sfera, oltre a non essere altrettanto pratiche nelle regolazioni di posizionamento. Poi la forma compatta delle teste a sfera, senza pomoli e leve che sporgono, le rende praticissime per il trasporto. Detto questo, quali teste a sfera? Ce ne sono un milione e mezzo. La svizzera Arca Swiss è stata capace di progettare delle teste in grado di reggere i pesanti banchi ottici. Nell'uso delle macchine a corpi mobili è necessaria una assoluta immobilità dei serraggi di regolazione. Con questo vincolo stringente Arca Swiss sviluppò la Monoball creando uno standard copiato a più non posso da tantissimi costruttori. Oggi ci sono diversi produttori in grado di offrire oggetti equivalenti alla Arca Monoball. Nessuno di questi però è a buon mercato. Quindi da italiano e vicino di casa della comunità elvetica, tendo a preferire sempre e comunque l'originale, salvo casi di estrema necessità.

Immagine Allegata: 24_VAR_0145.jpg
Collezione di teste.

Qualcuno mi ha dato del matto per il mio modo di utilizzare la testa a sfera nell'impiego con i grossi teleobiettivi. L'osservazione che viene spesso mossa nei confronti delle teste a sfera è il rischio di caduta laterale. La sfera libera di muoversi non ha una direzione privilegiata di movimento, quindi può succedere che spostamenti laterali del baricentro dell'apparecchiatura fotografica conducano alla "caduta" su un fianco. Io rispondo solo che è una questione di abitudine e di testa utilizzata. Le teste a sfera ben costruite hanno una regolazione fine della frizione di serraggio e questo aiuta a limitare il rischio di crollo. Con le Arca il movimento laterale è inoltre frizionato maggiormente rispetto al movimento frontale (la sfera Arca non è proprio sferica). Ciò nonostante un rischio latente permane, specialmente se si lascia la sfera non serrata o pochissimo frizionata, ma io preferisco fare un po' di attenzione pur di conservare tutti gli altri vantaggi offerti da questi dispositivi.

Cosa chiedo ad una testa a sfera?
Delle molte teste a sfera oggi in commercio sono poche quelle che effettivamente garantiscono ottimi risultati in termini di manovrabilità e stabilizzazione. Punti salienti per una disamina generica possono essere i seguenti.
  • Dimensione della sfera: più è grossa, meglio è. Sfera piccola significa poca superficie di contatto con le ganasce di frenatura, quindi riduzione del carico massimo bloccabile.
  • Modularità della frizione: poter allungare a proprio piacimento l'escursione del serraggio della manopola principale è molto utile specialmente nel caso di carichi pesanti. Con i lunghi tele, ad esempio, è comodissimo poter manovrare la forza di serraggio con movimenti sostanziosi e non micrometrici (non riesco a spiegarlo meglio).
  • Altezza della testa: una testa molto alta riduce le capacità di stabilizzazione, quindi più il profilo è basso maggiore sarà il potere di smorzamento vibrazioni.
  • Sgancio rapido: è una faccenda molto soggettiva. Io mi trovo molto bene con le piastre in alluminio a coda di rondine Arca Swiss style di fabbricazione Wimberley e Acratech. In passato ho usato le Manfrotto sia le esagonali che le più piccole rettangolari, entrambe a sgancio rapido. A malincuore le ho abbandonate per le Arca. Dopo tanti anni di uso devo dire che le piastre Arca sono un po' più stabili e più pratiche, infatti hanno un profilo molto sottile e non impacciano l'attrezzatura. Le lascio montate sulle macchine e me ne dimentico.
  • Leve e pomelli di serraggio: escludendo il pomolo di rotazione orizzontale, ho notato che molti produttori muniscono le loro sfere di 2 distinti pomelli di serraggio: uno per la regolazione della frizione ed un secondo per lo sblocco della sfera. In pratica su queste teste risultano due pomoli di sblocco: uno fine e uno grossolano, e si finirà per utilizzare solo il secondo. Le Arca hanno un solo pomolo e su di esso vi è una regolazione della corsa della frizione. Con una sola manopola è difficile sbagliarsi e, senza guardare si impara rapidamente a governare la testa a sfera, capacità utilissima con i lunghi teleobiettivi.
  • Carico massimo: un buon costruttore deve fornire questo dato. Con esso si deve intendere il peso limite che una testa a sfera riesce a mantenere bloccato in posizione. Le Arca Swiss Monoball hanno dei dati di targa impressionanti ... e li confermo tutti.
  • Materiale di costruzione: il cuore di questo tipo di teste è la sfera. Tutte le migliori teste montano sfere di alluminio o di lega di alluminio, anodizzate quindi maggiormente irrobustite e pronte a resistere agli agenti atmosferici e alle infiltrazioni di zozzo!!
Le teste a Culla. Da diversi anni vanno molto forte le teste a culla. Introdotte sul mercato dall'americana Wimberley, si sono diffuse rapidamente con il diffondersi di supertele dall'autofocus super veloce. E' doveroso citare l'italiana Photoseiki, produttore di una molto apprezzata testa a culla molto leggera. In effetti la testa a culla offre una mobilità insuperabile, utilissima nell'inseguimento di soggetti in rapido movimento. Per contro queste teste sono molto ingombranti e hanno poca utilità per riprese con focali corte, cioè quando siamo costretti a montare la fotocamera al treppiedi! Io di "legna verde" a spasso me ne porto sempre troppa, ma sta volta ho detto NO. Già ho con me treppiede e testa a sfera. Si vede che non sono stato il solo a ragionare così, perché Wimberley ha prodotto un adattatore Side kick che trasforma una buona testa a sfera in una valida testa a culla! Due al prezzo di una e mezzo (sigh).

Immagine Allegata: 24_VAR_0162.jpg Immagine Allegata: 24_VAR_0156.jpg
La Photo Clam PC74N in versione "nature" e "trasformer"


Qualche nome, un po' di pubblicità a gratis.
Certo di fare torto a qualcuno e piacere a qualcun altro, metto qui qualche nome per fare un po' di web-letteratura. Tutti i modelli seguenti sono disponibili con morsetto compatibile Arca Swiss style; del resto soluzione che funziona non si cambia, ci si adegua e si copia. Nel seguente elenco faccio esplicitamente riferimento di paragone con i prodotti Arca Swiss che sono al momento ancora un riferimento assoluto.
  • Arca Swiss: gli inventori della testa a sfera per fotografia hanno recentemente rinnovato il panorama della loro produzione. I modelli Z1 però sono i veri eredi delle B1 Monoball.
  • Linhof: come Arca Swiss la Linhof è famosa per la realizzazione di macchine a corpi mobili e come Arca ha sviluppato una serie di teste a sfera per supportare le sue magnifiche folding e i banchi. Le teste Linhof anno un profilo forse un pelo più alto di altre realizzazioni, ma sono oggetti di grande qualità costruttiva e funzionale.
  • Graf StudioBall: è una testa poderosa adatta a mille utilizzi. Una via di mezzo tra le Arca B1 e B1g. Ha una grossa leva di serraggio che non mi entusiasma, ma rimane un oggetto di grande interesse.
  • FLM: questi qui non scherzano. Le teste FLM sono molto robuste e apprezzate. Sono una vera alternativa alle Arca B1 (Z1).
  • Acratech: costruttore americano innovativo, si fregia di produrre le teste a sfera più leggere sul mercato. In grado di competere con Arca swiss e la sua serie B1 (Z1), non ha purtroppo in produzione nulla che si avvicini alla mastodontica e robustissima B1g.
  • Really Right Stuff: questi americani hanno fatto una religione delle teste a sfera. Profilo bassissimo e qualità costruttiva eccezionale. Purtroppo come per Acratech non hanno in produzione un modello comparabile alla B1g di Arca.
  • Kirk Enterprises: non è l'astronave di Star trek, ma un altro produttore americano che fabbrica due ottime teste a sfera. La più grossa è equivalente alla Arca B1. Kirk è famosa anche per i suoi piattelli dedicati, sculture anatomiche disegnate per ogni specifica marca - modello di corpo macchina. Il morsetto è simile al classic di Arca, ma in più include due livelle a bolla. Sono molto comode!
  • Burzinski: costruttore artigianale polacco (mi pare), realizza una semisfera imbrigliata tra due ganasce, la cui scocca si avvita al cavalletto come una normalissima testa a sfera. Indicata per i lunghi teleobiettivi, ha un profilo bassissimo, ma non consente riprese verticali con la fotocamera montata direttamente alla testa. Per questa applicazione occorre ricorrere ad un L-brachet!! Onestamente, se avessi da gestire un 300-800/5.6 Sigma o il vecchio 800/5.6 Ais Nikon, un pensierino ce lo farei.
  • Novoflex: ha un modello a sfera grande di notevole qualità e notevolissimo costo. Da non confondersi con la testa a sfera a joystic: quella neanche se me la tirassero dietro (che può pure fare male).
  • Markins: comincia con questo nome la sequela di liberi costruttori che si sono "ispirati" alle soluzioni Arca swiss. Markins produce una testa a sfera assolutamente equivalete alla B1 Arca. Costa qualcosa meno, ma garantisce la stessa prestazione e durata (così dicono).
  • Feisol: realizzano una serie di teste a sfera in in linea con le costruzioni Arca Swiss, proponendo però delle varianti abbastanza interessanti. Non ho mai avuto il piacere di maneggairne una, ma ci sono andato molto vicino. Poi però ho preferito rivolgermi al costruttore che segue.
  • Photo Clam: i miei salvatori. Questo produttore coreano ha un catalogo di teste sfera invidiabile. Dal modello piccolo piccolo al mastodonte, sono assolutamente simili alle Arca B1 Monoball. Allo stato attuale questo è l'unico costruttore che propone una testa a sfera equivalente alla B1g di Arca Swiss, la PC74N. Il morsetto rapido di Photo Clam è identico a quello di Kirk: si vede che in Corea hanno studiato bene la concorrenza prendendo il meglio da tutti. Questa scelta fa sì che Photo Clam non sia un produttore a buon mercato!
  • Benro, Induro e i Cinesi in genere: Questo è un capitolo a parte. L'entrata in scena delle produzioni cinesi ha creato qualche scompiglio. Le loro produzioni sono di buona qualità e di vario dimensionamento. Hanno il serraggio sfera a due pomoli assolutamente confondibili (!). Il costo vantaggioso non tragga d'inganno, la qualità costruttiva non è paragonabile a qualunque dei precedenti fabbricanti, quindi per quello che si compra ... si spende troppo. Temo però che il prezzo che arriva a noi occidentali sia aggravato notevolmente da ricarichi di "distribuzione".
  • E Gitzo e Manfrotto?: producono anch'essi una certa sequela di buone teste a sfera. Sono costruzioni anche di pregio, e dal costo non irrilevante. Ciò nonostante secondo il mio parere non sono comparabili alle costruzioni sopra elencate (cinesi a parte). Già a partire dalla scelta dei piattelli a sgancio rapido a Bassano del Grappa farebbero bene a farsene una ragione: l'attacco Arca Swiss style è più pratico! Per il resto negli ultimi venti anni hanno rivoluzionato di continuo la loro proposta di teste a sfera. Prima erano cromate, poi in materiale plastico quindi in alluminio con frizione fluidodinamica. Tutta questa "evoluzione" a me ha fatto capire una cosa sola: che in Manfrotto, sul fronte teste a sfera, le idee sono ancora un po' confuse.
Immagine Allegata: 24_VAR_0165.jpg
Questi sono i miei ancoraggi preferiti.

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Tips on tripod: qualche trucco, da conoscere.
Su come usare un treppiede. Non estenderlo fino alla lunghezza massima e se possibile agganciare qualche peso aggiuntivo (la borsa foto) alla crociera, sono le due accortezze principali per ottimizzare la stabilità del treppiedi. Non si dice mai nulla però su dove lo si piazza. Sembra una banalità, ma è frustrante trovarsi nel punto apparentemente migliore, piazzare tutto il necessario, sedersi dietro al nostro teleobiettivo e solo allora scoprire che tutto il il sistema ottico oscilla e vibra come un budino per via della gamba di sinistra del treppiede che è infilata in un bel cuscino di muschio!

Immagine Allegata: 22_LAP_0531.jpg
055 on the rocks

Torcicollo. Un modo per sapere se un treppiede è bello solido è la prova torsione. Apritelo all'altezza che vi è più congeniale e mettetelo in posizione su un terreno solido e non scivoloso; quindi impugnate la crociera, dove si avvita la testa, ed imprimete una torsione progressiva orizzontale. Tanto meno fletterà sotto la vostra azione manuale, tanto più quel treppiede vi darà garanzia di stabilità.

Immagine Allegata: 24_VAR_0179.jpg
Torsione

Il Cappello, il teleobiettivo e la posa B. Si sa che con i lunghi tele è tanto più difficile ottenere immagini incise quanto più il tempo di posa è lungo, il tutto a causa della vibrazione indotta dal ribaltamento specchio e scatto otturatore. La prima vibrazione può essere eliminata utilizzando una fotocamera con funzione di blocco specchio (M-up). La seconda no. Fortunatamente, se si utilizza un buon stativo, questa seconda vibrazione ha una durata veramente breve, è quindi necessario attendere che si concluda. Ma come? Con il cappello! Un bel cappello posto davanti, ma non in contatto, con il paraluce del tele può fungere da prima tendina otturatore. Si opera così: supponiamo che il tempo di esposizione sia di 6 secondi, si imposta un tempo leggermente maggiore tipo 8s. Quindi si pone il cappello davanti al tele, si aziona l'otturatore, si attende un secondo circa utile a fare smorzare la vibrazione della prima tendina di otturazione, e si leva il cappello. Maggiorare l'esposizione serve per dare tempo all'insieme di smorzare la vibrazione indotta dalla tendina e per darci il tempo di levare il cappello. L'esposizione terminerà da sé e non ci frega un tubo della vibrazione generata dalla seconda tendina tanto la foto è già stata esposta!

Immagine Allegata: 24_CAN_0724.jpg
il cappello aiuta ma non ce la fa a tener fermi i gabbiani!
D700 Nikon 200-400/4 @ 400 ISO 800 t:20sec f/5.6 VR Off.
treppiede Gitzo GT3541LS testa Arca Swiss B1.

Due euro e cinquanta e un po' di pazienza: bendaggi alle gambe. Da una decina d'anni (ma facciamo anche 16) va forte la copertura di neoprene per la sezione esterna delle gambe del cavalletto. In effetti specialmente nei mesi freddi, è fastidioso impugnare il treppiede, specie se di alluminio. Anche con i guanti finisce che gelano le dita. Poi se la nostra passione è fotografare nella natura prima o poi, contro rocce e tronchi, si finisce per graffiarlo, e spiace. Se inoltre il treppiedi è di un bel color alluminio brillante, è impossibile mimetizzarlo tra le frasche del bosco. Beh, il neoprene è una bella trovata, ma per me non è piacevolissimo al tatto. Ho preferito a questo materiale la bella soluzione dei soldati della Grande Guerra. Con pochi euro mi sono procurato della fettuccia verde di 2,5 cm di altezza, con cui ho avvolto le gambe dei miei treppiedi, anche di quelli in carbonio. Così la presa è più salda, il mimetismo è garantito e non mi preoccupo più di graffi e abrasioni. Ah sì, con l'acqua si bagna, ma in pochi minuti, proprio pochi, si asciuga.

Immagine Allegata: 24_VAR_0178.jpg
i colori delle fettucce sembravano tutti uguali...

Tappiamoci le gambe. Quando si immerge un treppiede nell'acqua, la sezione terminale delle gambe si allaga. E fin qui niente di che. Peccato che all'ora di tornare a casa l'acqua rimasta imprigionata nelle gambe scivolerà lentamente fuori dal treppiede, inzuppandoci i vestiti durante il trasporto, o più probabilmente colerà nel baule dell'automobile, bagnando qui e là. Per ovviare al problema è sufficiente tappare l'ultima sezione delle gambe ad entrambe le estremità, con dei tappi di plastica e un po' di silicone. Sui Manfrotto è una operazione molto semplice, si svitano tre bulloni e il gioco è fatto. Sui Gitzo invece la cosa è più delicata, ma i Gitzo hanno i piedini svitabili quindi basta rimuoverli per fare colare fuori l'acqua!

Immagine Allegata: 24_VAR_0183.jpg
stappo il tappo

Basta un disco di carta spessa. E' quello che serve per impedire alla nostra testa di svitarsi dal treppiede. Certo si può ricorrere alla vite di fermo presente sotto il piattello di attacco testa (sia Manfrotto che Gitzo ne dispongono), ma se vogliamo smontarla quando siamo in giro nei boschi (e può essere utile), dovremo avere con noi la chiave per allentare i dadi di fermo. Io preferisco usare un trucchetto che sfrutta l'attrito e la minima compressione del cartoncino leggero. Basta infatti un dischetto di carta forato nel centro, da interporre tra la testa e l'attacco treppiede, per impedire svitamenti indesiderati e consentire lo smontaggio della testa con la sola forza delle mani.

Immagine Allegata: 24_VAR_0182.jpg
Il dischetto sullo 055.


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Sicuro di avervi sfinito vi saluto e vi auguro di fare buone foto, tante buone foto. Che poi è quello che conta.

Valerio

PS
la foto che segue mi è finita dentro per errore, ma già che c'è ecco i suoi dati di targa
Nikon D3 ob Nikon AF 20/2.8 Polarizzatore. Treppiede Manfrotto 190 e testa Arca B1.
Immagine Allegata: 20_DEV_0362.jpg


91 Comments

ho anche preso una piastra arca-swiss style da agganciare alla manfrotto PL200 per utilizzare le placchette rail sulla testa del monopiede (RC234), speriamo che l'accrocchio sia affidabile.

 

ho letto le tue recensioni (e non solo, mi sto gustando anche tutte le tue fotostorie sul tuo blog...) ma non ho preso la ribassata XB (per 15mm in meno ci volevano 100 euro in più) ma la standard FB44II.

 

$_57.JPG

 

aaaaahh! ecco a cosa servono le slitte con il doppio binario ad L!

non rendono scomoda l'impugnatura della fotocamera nell'utilizzo a mano libera?

 

considera che oltre il 90% delle mie foto sarà fatto a mano libera.

 

in effetti il 190 è un po' leggerino e l'idea di avere l'insieme bilanciato oltre che longitudinalmente anche trasversalmente non è malvagia,  anche se obbliga a sganciare e riagganciare il tutto cambiando inquadratura.  montando il rail trasversalmente quello che guadagnerei nel bilanciamento trasversale lo perderei però in quello longitudinale (ho preso una placca da 80mm proprio per poter arretrare di qualche cm il punto di fissaggio e bilanciare perfettamente l'insieme fotocamera/obiettivo).

 

per una periartrosi all'articolazione del pollice ho qualche difficoltà a gestire il serraggio delle manopole, specie se di piccolo diametro, stavo pensando (ma prima voglio ricevere la testa e provare, magari sono morbide e non servirà serrare a morte)  di prendere la piastra con leva di sgancio rapida, (35 euro spedita) cosa ne pensi di queste piastre, sono realmente più veloci, comode e sopratutto affidabili?

 

$_12.JPG

 

a 55 euro c'è anche la versione di sunway, anche se la dppia apertura non mi entusiasma (doppia apertura = doppia possibilità di errore...)

 

$(KGrHqFHJ!8E63SLfr6uBO72m4!,rg~~60_57.J

Foto
Valerio Brùstia
giu 05 2017 06:18
I morsetti rapidi hanno una sola controindicazione, se la piastra arca-style è un po' troppo stretta (ci sono 1000 costruttori, e le misure della coda di rondine talvolta sono un po' fantasiose) allora non viene serrata dal morsetto.

Ovvio che se prendi, ad esempio, morsetto e piastre di uno stesso costruttore il problema non sussiste. Le sunway son fatte bene, la tua FB noterai che non è una "cinesata".

Se ho capito male dimmelo, ma vuoi montare la 80mm di traverso al corpo macchina in modo da arretrare l'insieme sul morsetto e portare il baricentro esattamente sulla testa?

Se si sicuramente guadagni in stabilità ma ci perdi in praticità. Le piastre arca han di bello il fatto di essere piccole e poco ingombranti, la monti, diventa un tutt'uno con la fotocamera e te ne dimentichi. Come mi sembra d'aver inteso mi sa che ti imbroglierà non poco.

Le piastre ad L imbrogliano tanto tanto, almeno a me. In realtà la L sta dal lato opposto dell'impugnatura quindi non impedisce la normale gestione a mano libera, oltre che l'accesso alle prese usb ecc. Kirk fa delle sculture che vestono perfettamente la fotocamera, per ogni modello di fotocamera Kirk realizza un modello specifico. Ovviamente costano salate, quindi sono arrivati i cinesi e hanno detto la loro alla metà del prezzo Kirk.

la vite di regolazione del morsetto rapido è registrabile, quindi puoi adeguare il serraggio ad ogni tipo di piastra

 

$_12.JPG

 

la D610 è spessa quasi 60mm, entrambi gli obiettivi (sigma 24-35 e micro 105) in basso arrivano quasi a filo del corpo macchina, (resta poco più di un mm) ho preso il rail da 80mm con battutina posteriore che dovrebbe rimanere aderente al corpo/ottica e non interferire con la ghiera zoom del sigma. male dovesse andare ho un secondo rail da 70mm che sicuramente lascia liberi gli obiettivi e la ghiera zoom del sigma.

$T2eC16JHJG!E9nm3pm,SBQ!!KFsowg~~60_12.J

Foto
Valerio Brùstia
giu 05 2017 14:45
Son fatte bene 'ste piastre sunway. Comunque se viaggi "monomarca" il problema di registrare il morsetto non lo avrai. E poi quando hai bisogno la brugola sicuro che te la sei scordata e lo dice uno che ogni borsa e zaino lo correda di chiave brugola

Son fatte bene 'ste piastre sunway. Comunque se viaggi "monomarca" il problema di registrare il morsetto non lo avrai. E poi quando hai bisogno la brugola sicuro che te la sei scordata e lo dice uno che ogni borsa e zaino lo correda di chiave brugola

eh...  :rolleyes:  ...ma io sono un subacqueo "serio" le brugole camminano sempre con me! :P

 

p.s. la prima non è sunwayfoto, ma una sottomarca venduta dallo stesso distributore inglese.

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Max Aquila
giu 05 2017 17:05

I morsetti rapidi hanno una sola controindicazione, se la piastra arca-style è un po' troppo stretta (ci sono 1000 costruttori, e le misure della coda di rondine talvolta sono un po' fantasiose) allora non viene serrata dal morsetto.

Ovvio che se prendi, ad esempio, morsetto e piastre di uno stesso costruttore il problema non sussiste. Le sunway son fatte bene, la tua FB noterai che non è una "cinesata".

Se ho capito male dimmelo, ma vuoi montare la 80mm di traverso al corpo macchina in modo da arretrare l'insieme sul morsetto e portare il baricentro esattamente sulla testa?

Se si sicuramente guadagni in stabilità ma ci perdi in praticità. Le piastre arca han di bello il fatto di essere piccole e poco ingombranti, la monti, diventa un tutt'uno con la fotocamera e te ne dimentichi. Come mi sembra d'aver inteso mi sa che ti imbroglierà non poco.

Le piastre ad L imbrogliano tanto tanto, almeno a me. In realtà la L sta dal lato opposto dell'impugnatura quindi non impedisce la normale gestione a mano libera, oltre che l'accesso alle prese usb ecc. Kirk fa delle sculture che vestono perfettamente la fotocamera, per ogni modello di fotocamera Kirk realizza un modello specifico. Ovviamente costano salate, quindi sono arrivati i cinesi e hanno detto la loro alla metà del prezzo Kirk.

insomma ... mi pare che debba mettere in conto di riprendere l'argomento teste/snodi/treppiedi e produrre qualche nuovo articolo per inserire tutte queste nozioni, certamente utili, che diversamente saranno difficilmente raggiungibili da tutti coloro che ne potrebbero avere bisogno.

Valeriooooo!!!! :marameo:

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Valerio Brùstia
giu 06 2017 06:07
Hai ragione, ma se da agosto 2016 a maggio 2017 il lavoro mi ha sfiancato (e non è mica finita) adesso si son infilati pure seri guai di famiglia (cose della vita, ineluttabili).

E' sicuramente da aggiornare la guida, tenendo conto che in linea di massima i principi non cambiano di un "h", inserendo qualche good news che negli uktimi anni è comparsa come il nuovo 190go di manfrotto ed ancora il piattello arca style sempre manfrotto. C'è poi la serie 4 systematic in carbonio di gitzo che è magicamente apparsa e la serie 2 senza colonna. E poi ci sono altri treppiedi ben fatti realizzati da costruttori dahli occhi a mandorla di cui ionon ho esperienza, ma altri del forum (Leo ad es) si.

Segnalo infine che ben due utenti di nikonland si sono procurati la Xb52, ci raccontassero qualcosa che integriamo. Avessi tempo farei il confronto in campo con Paolo "Vento" (è uno dei due), ma Max proprio non ci riesco. Pure la semana santa in sardegna fotograficamente parlando è andata a ramengo. :(
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Max Aquila
giu 06 2017 06:46
Comunque, io che sono sempre stato utilizzatore (e lurker) di Manfrotto,
trovo che sulla gamma bassa, da 190 in giù abbiano terribilmente peggiorato estetica e materiale costruttivo delle parti non metalliche.
In particolare nel 190 .

Comunque, io che sono sempre stato utilizzatore (e lurker) di Manfrotto,
trovo che sulla gamma bassa, da 190 in giù abbiano terribilmente peggiorato estetica e materiale costruttivo delle parti non metalliche. In particolare nel 190 .

 a mio avviso la globalizzazione e la produzione cinese/koreana di qualità li ha spiazzati e messi fuori mercato in fascia bassa.

 

stanno a rincorrere. sopratutto nelle teste vediamo sempre le stesse cose, molto robuste ma grezze e poco pratiche. come in qualunque settore che nel tempo in nome della riduzione di peso e della produzione veloce in grandi quantità si sia persa un po' di qualità è inevitabile.

Foto
Valerio Brùstia
giu 06 2017 07:39
Ma dai Manfrotto non ha mai fatto una testa a sfera decente. Ha fatto teste grezze e robuste ma limitate come dice serpaven.

La fascia di prodotti entry level di Manfrotto è orrida al pari di tante cineserie che almeno hanno il pregio di costare la metà delle Manfrotto.

Valerio io sono disponibile, quando vuoi tu.

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Valerio Brùstia
giu 06 2017 12:48
Grazie Paolo. Il guaio è che non riesco io!

Ma dai Manfrotto non ha mai fatto una testa a sfera decente. Ha fatto teste grezze e robuste ma limitate come dice serpaven.

[...]

 

 

Io non gioco a chi ce l'ha meglio, però la mia 057 in magnesio non è affatto disprezzabile (e la confronto con la mia 400 a cremagliere in termini di fattura e di stabilità). Peraltro me ne hai parlato per la prima volta (qui)

Personalmente possiedo e possiederò sempre solo ed esclusivamente teste e treppiedi Manfrotto.

Una volta tanto : viva l'Italia.

beh, un chilo e mezzo di testa non è il massimo da portare in giro, più adatta a stare su di uno stativo in studio... :rolleyes:

beh, un chilo e mezzo di testa non è il massimo da portare in giro, più adatta a stare su di uno stativo in studio... :rolleyes:

 

Certo, a ciascuno il suo.

Ma il peso non ne sminuisce le qualità.

E l'affermazione cui io ho risposto mi è sembrata più assoluta che relativa ... al peso.

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Valerio Brùstia
giu 06 2017 21:58

Certo, a ciascuno il suo.
Ma il peso non ne sminuisce le qualità.
E l'affermazione cui io ho risposto mi è sembrata più assoluta che relativa ... al peso.

Mauro come al solito sei ineccepibile, pur tuttavia ti racconto un episodio.

Ero un ragazzetto in gita con i compagni di scuola, avrò avuto 13 anni più o meno. L'autobus su cui eravamo rallentò davanti alla vetrina di un autosalone di macchine di lusso. L'una accanto all'altra c'erano una Porche nera e una rossissima Ferrari, non ricordo i modelli, ma ricordo cosa sbottò un compagno guardando la vetrina. Con aria assorta e assoluta spontaneità disse: " .... quando una grande auto scompare accanto ad una enorme ...".

Ora, con l'opportuna riduzione di scala dei valori, il paragone è del tutto analogo tra la tua buona e onesta 057 ed una vecchia Arca B1. Giacché per l'appunto non parliamo di cifre a 6-7 zeri, il gap di differenza di costo tra i due oggetti è decisamente esiguo tale da consentire d'abbracciare il 'lusso funzionale' senza ipotecare la casa o andare in malora.

Non ho mai compreso le ragioni di Manfrotto, se non proprio delle Ferrari almeno avrebbe potuto mettere insieme delle Lotus, invece ha scelto l'opzione Lamborghini che, come diceva l'indimenticato Enzo, sempre di costruttore di trattori si trattava :)
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danighost
giu 07 2017 06:03

beh, un chilo e mezzo di testa non è il massimo da portare in giro, più adatta a stare su di uno stativo in studio... :rolleyes:

Vero il difetto della 410 è il peso e che di conseguenza deve andare con opportuno cavalletto (nel mio caso 055pro);, ma sono più di 10 anni che li possiedo entrambi, e alternative più leggere in macro non ne ho trovate, mentre per paesaggistica, si trova anche altro, ma spesso rimpiango il kit pesante, che in ogni caso mi garantisce il risultato al 100% e soprattutto esattamente come lo voglio io ...

Vero il difetto della 410 è il peso e che di conseguenza deve andare con opportuno cavalletto (nel mio caso 055pro);, ma sono più di 10 anni che li possiedo entrambi, e alternative più leggere in macro non ne ho trovate, mentre per paesaggistica, si trova anche altro, ma spesso rimpiango il kit pesante, che in ogni caso mi garantisce il risultato al 100% e soprattutto esattamente come lo voglio io ...

secondo me lo 055 è piccolo per quella testa, ( o se preferisci la testa è sovradimensionata per quel supporto) penso che una testa entro il chilo sia il compromesso più efficace, altrimenti devi passare ad un tripode più rigido (e conseguentemente robusto e pesante).per me se nello 055  estendi la terza sezione diventa ballerino.

 

[P.S: scusa, mio commento era riferito alla testa a sfera 057 di mauro e non alla tua 410.]

Foto
danighost
giu 07 2017 10:53

Premessa: non ti sto consigliando di comprare la 410, anzi sono sicuro che avresti difficoltà ad usarla anche in studio ... questo perché ho la netta sensazione che non hai mai usato teste a cremagliera ... 

 

Vero che non conosco il tuo 055cb, ma non credo sia tanto differente dal mio 055pro, che ho usato completamente esteso e anche con colonna alzata, il tutto senza problemi di vibrazioni o ballerino ...

 

In ogni caso non è il discorso 055 o altro tripode, ma il fatto che in molti usano la 410 sul campo, e non solo in studio. Perché se la hai avuta e usata, allora ne parliamo e ci spieghi perché affermi sia solo un testa da studio ... vero che si usano molto le teste a sfera in macro, ma come avevo scritto precedentemente, ho solo l'esperienza con la triopo b3 ... troppa poca per consigliare, ma sufficiente per esporre la mia esperienza ... altri qui sul forum usano le sfere nella macro ... 

 

PS qui su Nikonland si parla solo di ciò che si conosce, non solo è una delle regole cardine di questo spazio web, ma è quello che lo caratterizza e differenzia da altri lidi ...

Premessa: non ti sto consigliando di comprare la 410, anzi sono sicuro che avresti difficoltà ad usarla anche in studio ... questo perché ho la netta sensazione che non hai mai usato teste a cremagliera ... 

 

Vero che non conosco il tuo 055cb, ma non credo sia tanto differente dal mio 055pro, che ho usato completamente esteso e anche con colonna alzata, il tutto senza problemi di vibrazioni o ballerino ...

 

In ogni caso non è il discorso 055 o altro tripode, ma il fatto che in molti usano la 410 sul campo, e non solo in studio. Perché se la hai avuta e usata, allora ne parliamo e ci spieghi perché affermi sia solo un testa da studio ... vero che si usano molto le teste a sfera in macro, ma come avevo scritto precedentemente, ho solo l'esperienza con la triopo b3 ... troppa poca per consigliare, ma sufficiente per esporre la mia esperienza ... altri qui sul forum usano le sfere nella macro ... 

 

PS qui su Nikonland si parla solo di ciò che si conosce, non solo è una delle regole cardine di questo spazio web, ma è quello che lo caratterizza e differenzia da altri lidi ...

teste a cremagliera? :GrattaTesta:

 

solo le porta utensili!  :P

 

guarda che la considerazione sull'utilizzo in studio su stativo era per la 057 di mauro e non per la tua 410

 

abbiamo sbagliato entrambi a quotare. io ho risposto sulla 057, tu mi hai quotato parlando della tua 410, e siamo partiti per la tangente. non conosco la 410 e non mi interessano le teste a tre movimenti che siano fluide o a cremagliera, le trovo scomodissime da utilizzare (ne ho una manfrotto non a cremagliera buttata in cantina).

 

conosco ed utilizzo lo 055, PER ME (perito ed ingegnere meccanico)  la terza sezione rende il tripode instabile e la colonna centrale (nel mio è telescopica) peggiora la situazione. se per te va bene meglio così, nel mio attaccherò la testa (a sfera) direttamente sulla crociera.

Foto
danighost
giu 07 2017 16:53

teste a cremagliera? :GrattaTesta:

 

solo le porta utensili!  :P

 

guarda che la considerazione sull'utilizzo in studio su stativo era per la 057 di mauro e non per la tua 410

 

abbiamo sbagliato entrambi a quotare. io ho risposto sulla 057, tu mi hai quotato parlando della tua 410, e siamo partiti per la tangente. non conosco la 410 e non mi interessano le teste a tre movimenti che siano fluide o a cremagliera, le trovo scomodissime da utilizzare (ne ho una manfrotto non a cremagliera buttata in cantina).

 

conosco ed utilizzo lo 055, PER ME (perito ed ingegnere meccanico)  la terza sezione rende il tripode instabile e la colonna centrale (nel mio è telescopica) peggiora la situazione. se per te va bene meglio meglio così, nel mio attaccherò la testa (a sfera) direttamente sulla crociera.

 

:a063:  dilemma chiarito  :a063:

Foto
Valerio Brùstia
giu 07 2017 21:24

Serpaven (che spero in futuro di poter chiamare col nome di battesimo) 

ma per lo 055, stavo pensando, se hai modo di farti tornire una bussola del diametro della colonna centrale  e corona di diametro opportunamente maggiore che nel centro ha un prigioniero di passo 1/4" effettivamente potrai ottenere uno 055 hight stability bloccando la testa esattamente sul piano crociera gambe

 

Due controindicazioni

1) sotto la crociera a gambe chiuse c'è abbastanza spazio per un collare più grande del foro colonna? a memoria mi pare di sì

2) devi avvitare ben forte la testa alla vite di attacco oltre che pensare a qualcosa di più efficace del mio disco di cartone per impedire sgradevoli allentamenti

 

boh, se riesci a metter insieme qualcosa di pratico mostracelo che siamo curiosi

Serpaven (che spero in futuro di poter chiamare col nome di battesimo) 

ma per lo 055, stavo pensando, se hai modo di farti tornire una bussola del diametro della colonna centrale  e corona di diametro opportunamente maggiore che nel centro ha un prigioniero di passo 1/4" effettivamente potrai ottenere uno 055 hight stability bloccando la testa esattamente sul piano crociera gambe

 

Due controindicazioni

1) sotto la crociera a gambe chiuse c'è abbastanza spazio per un collare più grande del foro colonna? a memoria mi pare di sì

2) devi avvitare ben forte la testa alla vite di attacco oltre che pensare a qualcosa di più efficace del mio disco di cartone per impedire sgradevoli allentamenti

 

boh, se riesci a metter insieme qualcosa di pratico mostracelo che siamo curiosi

ciao,

 

vorrei mantenermi il più leggero possibile, sotto la crociera del mio 055 non c'è spazio, le gambe arrivano quasi a filo del cannotto.

 

il mio setup non prevederà teleobiettivi pesanti e/o ingombranti quindi ritengo che una buona testa di qualità con sfera da 44 sia sufficiente.

 

la sunwayfoto fb44II (in viaggio) starà fissa sul 190 in modo da avere un setup leggero sempre pronto. il piattello della colonna centrale del 190 chiuso resta aderente alla crociera, quindi inutile eliminare la colonna centrale anche perchè il 190 non ha nella parte superiore una flangia tonda regolare da utilizzare come base per la testa.

 

adriano.

Foto
Valerio Brùstia
giu 08 2017 06:31
Ciao Adriano :)

Valuta seriamente la xb52 x lo 055! A mia esperienza una boccia più grossa offre vantaggi importanti oltre ad un profilo basso che va incontro proprio alla minimizzazione del braccio crociera-asse ottico. E poi, inutile che cerchi di convinermi, prima o poi di un 70-200 et simila ne sentirai il bisogno, ma già con il 105 micro sei in zona "cesarini" quindi ... ;)
[...]

 

guarda che la considerazione sull'utilizzo in studio su stativo era per la 057 di mauro e non per la tua 410

 

[...]

 

 

Solo che io nel mio studio utilizzo la 400 su un vecchio 027B. Due sostegni in grado di disimpegnare allegramente carichi da 20 chilogrammi.

La 057 è solo la soluzione "rapida" quando devo lavorare in un altro studio e non ho necessità della precisione della 400 (ed ammetto di non volermi scarrozzare nulla di più pesante di uno 055 Pro in alluminio, vecchio di 15 anni).

 

L'ho citata perchè qui si parlava in modo generico "male" delle sfere Manfrotto e mi sono sentito in dovere di fare il patriottico.

 

;)

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