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Mulini ad acqua : alcune note fotografiche
feb 04 2014 01:00 |
Roby C
in Reportage
Inizio sperando di essere chiaro ed esauriente, mettendo alcune note di mia conoscenza sui mulini, insieme di macchinari che ormai è andato nell'oblio.
Il mulino nel suo complesso è una macchina creata dall'uomo per sfruttare le forze della natura in suo favore, non possiamo dire con certezza quando è nato, vi sono testimonianze che ci portano a ritroso nel tempo di millenni.
Si inizia ad osservare il lavoro di un'altra "macchina " che lavora sempre indefessa, a volte persino troppo, quella rappresentata dai corsi d'acqua piccoli, in continuo movimento dai monti al mare.
E ci interroga : come possiamo addomesticare queste forze?
Il primo passo consiste nell'incanalare una parte di un corso d'acqua mettendo ad un certo punto delle paratie mobili, che ci permettano di regolarne il flusso con una certa regolarità. Quando è possibile si inserisce uno scivolo, un dislivello in maniera che produca un salto d'acqua per dare più forza.
Di fianco avremo costruito un muro verticale, dall'altro lato del muro un locale, di fianco dei magazzini, attraverso il nostro muro faremo passare un albero alla cui estremità, vi sarà quella che si chiamerà " ruota idraulica " : due ruote di legno affiancate, con delle palette verso l'esterno.
Questa ruota sarà messa in mezzo al nostro percorso d'acqua obbligato : l'acqua picchia sulle palette e per poter passare la fa muovere, il ruotare della ruota in senso orizzontale viene portato all'interno della nostra costruzione. Qui attraverso una serie di ingranaggi e pignoni, il movimento diventerà verticale.
Alla fine ci sarà la parte di macinatura che è composta da due dischi di pietra di notevole spessore e diametro, una fissa sulla parte bassa, e una mobile su quella superiore. Un foro centrale permettrà di far scendere le granaglie da macinare, l'aria tra le due macine sarà quella che ci darà la finezza del macinato.
Ed ecco descritto, grosso modo, il primo mulino ad acqua, quello per macinare le granaglie da destinare alla alimentazione del contado, cristiani e animali.
La struttura dei mulini è quasi tutta in legno, il corpo degli ingranaggi è in metallo, ma i denti degli ingranaggi sono in legno, un legno duro ma legno.
Certo il legno si usura ma il metallo era molto più costoso da produrre e la manutenzione di queste macchine era importante.
Mettendo i denti in legno, al momento della loro usura, in poco tempo il mugnaio stesso poteva sostituirli, con un costo decisamente più basso.
Già perchè la costruzione di un mulino, era una cosa che impegnava grandi capitali, e infatti la maggior parte dei padroni di mulini erano i nobili e il clero ai quali andava un profitto sulle macine, una percentuale del macinato o del ricavato in denaro se veniva venduto.
Ma ora lasciamo parlare alcune immagini che renderanno l'idea della struttura.. in linea di massima utilizzerò solo poche fonti e dividerò in capitoli il percorso.
CAPITOLO 01 : ESTERNI
Incominciamo con tre esterni, a volte sono situati in posti che non è molto agevole raggiungere, oltretutto non sempre percorrendo stradine di campagna si individuano al primo colpo.
Qquesti che vediamo sono invece a ridosso di stradine; molti di loro hanno ancora un regolare permesso di vendita e allora si può portare a casa dell'ottimo riso se siamo in una riseria
Quell dell'ultimo scatto, é lì abbandonato, con i macchinari in balia di vandali nei pressi di Trucazzano.
CAPITOLO 02 : VIE D'ACQUA
Quindi a grandi linee abbiamo visto come può apparire un mulino dall'esterno.
Continuiamo con alcune viste di vie d'acqua, che vanno ad alimentare le ruote al momento della bisogna.
L'acqua che serve al nostro mulino deve essere abbondante ed esserci durante tutto l'arco dell'anno, questo ormai non sempre è più possibile a causa , almeno dalle nostre parti, di una politica non molto riguardosa nei riguardi di questi impianti.
Nella zona di Abbiategrasso, tanto per fare un esempio, non si contano quelli che si sono fermati a causa di una politica delle acque non trasparente, (questo non lo dico io.. ma mi è stato confidato da più di un mugnaio).
E allora che fare? usare l'energia elettrica se si vuol continuare il lavoro, assieme a motori, impianti a norne.. ecc. ecc. I costi lievitano, chi ci guadagna? Gli impianti industriali ma, la macinazione è ben differente, e non certo a favore di questi colossi.
La penultima fotografia è di un corso d'acqua che, anche se non si vede alimenta una ruota particolare, una ruota che non mette in movimento nessuna macina, ma un generatore per dare l'energia a tutta la cascina.
CAPITOLO 03 : RUOTE IDRAULICHE
Passiamo ora alle ruote vere e proprie, mi limito alle ruote idrauliche con movimento verticale, sono ormai le più diffuse o meglio, rimaste; nei casi che vediamo, essendo alimentate da sotto, il nostro mulino sarà definito: di sotto.
In alcuni posti, generalmente in montagna, l'acqua fluisce da sopra e allora si chiamerà.. indovinate un po'?.. ma di sopra..
Di ruote ne esistono di varie dimensioni, ormai quelle che si incontrano maggiormente hanno le pale in metallo, sono poche quelle con le pale ancora in legno, o meglio quelle che abbiano una parvenza di funzionamento.
Iin uno scatto si vede la ruota in movimento, ho recuperato una ruota con le pale in legno, peccato che il mulino non sia più funzionante.
Nelterzo scatto, la ruota metallica che ha una struttura di tubi innocenti nei pressi, è stata scattata all'interno di Abbiategrasso.
L'impianto era in ristrutturazione. Chissà a quale scopo.
CAPITOLO 04 : INGRANAGGI E MECCANISMI
Viste le ruote, andiamo ora alla parte della trasmissione vera e propria, la catena degli ingranaggi.
In alcuni è possibile poter vedere i denti, quasi sempre come avevo detto, riportati in maniera che l'utilizzatore possa alla bisogna poterli sostituire quando sono consumati. La sostituzione di un dente impegna poco tempo ma soprattutto un costo basso.
Il movimento della ruota - che tutto sommato ha potenza ma numero di giri basso - viene convertito mediante coppie di ingranaggi con diverso rapporto, alla rotazione che serve per il funzionamento delle macine; in alcuni casi vi sono altre catene di comando, per portare al di fuori la forza motrice attraverso una serie di pulegge.
CAPITOLO 05 : MACINE
Vediamo ora alcune macine o meglio, il complesso delle stesse, a volte capita di trovare delle sorprese... magari una nidiata di gattini.
Il primo scatto è la vista di una casa privata, non male vivere in un mulino vero? Anche se è stato obbligatorio bloccare alcune cose, i bambini... vanno in ogni posto.
Le macine sono due in pietra chiamate palmenti, una fissa sotto come e l'altra mobile; oltre a regolare il senso rotatorio, vi è un comando per diminuire o meno l'aria tra le due in maniera da modificare la finezza del macinato.
Una parola a parte va spesa per le macine stesse che, non sono di una pietra qualsiasi no, non proprio, la pietra è di origine alluvionale.
Al suo interno e sulla superficie si vedono senza ombra di dubbio conchiglie o i resti delle loro valve; i posti dove estrarre questo materiale non sono molti.
Per poter scaricare la farina vi sono una serie di fenditure che partono dal centro verso l'esterno.
CAPITOLO 06 : DEGRADO
Queste foto partono dal 2001 mentre le ultime fatte nel 2012
La proprietà si è - a torto o a ragione - disinteressata del mulino : il tempo e le mani di vandali hanno fatto il resto.
Ormai la soletta è compromessa, il crollo è evidente, e pensare che questo posto non si vede dalla strada, non ci sono indicazioni e si deve percorrere anche un pezzetto di bosco che durante l'estate fa da protezione..
Quando è presente l'acqua ci sono delle libellule fantastiche...
CAPITOLO 07 : GENERATORI
Nel secondo capitolo ho detto che vi era un corso d'acqua che alimentava una ruota, e la stessa produceva energia elettrica attraverso un generatore, ecco le foto del generatore, che basta e avanza al fabbisogno della cascina, tanto che con una certa frequenza è la cascina che cede energia alla rete Enel.
Un altro esempio è dato da un mulino posto nel Vercellese, l'acqua quando viene aperta la condotta, non va a far muovere le pale di una ruota idraulica, ma una turbina meccanica; il movimento della stessa viene portato all'esterno e, con cinghie e pulegge, si arriva al generatore elettrico vero e proprio, e la storia si ripete.
A volte però.. si torna con il carniere vuoto, si gira.. per strade sterrate e in mezzo a un bel nulla e ti trovi.. una ruota solitaria, e pensare che la documentazione raccolta parlava di un mulino intero.
CAPITOLO 08 : ALTRE RUOTE IDRAULICHE
Sinora ho brevemente descritto un mulino per la macinatura di cereali con la ruota idraulica posta in verticale ( retricine ), poco importa se di sopra o di sotto.
Ora prendiamo in visione un mulino che abbia la ruota posta in senso orizzontale, che in effetti sono state le prime ad essere impiegate; da un punto a monte, vi è una riserva d'acqua, un laghetto; attraverso una opportuna tubatura si porta l'acqua più in basso, il dislivello farà sì che il salto creato dia più potenza al getto che ne uscirà.
Anche la forma del cucchiaio delle pale sarà importante per aumentare la resa, che globalmente non è esagerata, tanto che questo sistema non é molto diffuso.
La rotazione della girante dipenderà direttamente dal flusso di acqua (regolabile con chiuse mobili); il movimento lungo l'asse verticale sarà portato al piano superiore ove vi saranno le macine e.
CAPITOLO 09 : PILE PER RISO E AFFINI
Una categoria a parte di mulini è quella denominata " pila ", composta da una macchina con una serie di pistoni con moto alternativo; chiaramente, e non sarebbe nemmeno da dire.. tutto in legno, quindi il movimento rotatorio della ruota viene trasformato in movimento alternato.
Il lavoro dei pistoni in apposite pile ( buche ) fatte in blocco monolitico di marmo, viene usato per le bucce dal riso: questa lavorazione si chiama brillatura.
Le barre dei pistoni non toccheranno il fondo del cavo, per evitare lo schiacciamento dei chicchi di riso.
Il lavoro non era continuo, era necessario fermare la macchina per togliere il riso pulito e mandarlo via nastro trasportatore in un altro locale dove con flussi di aria calda veniva asciughato e depurato delle ultime foglioline.
Una nota a parte la si deve dare agli scalpellini, che riuscivano a creare a mano i vani nel marmo, partendo da un foro ben più piccolo; ora questi parallepipedi si vedono spesso come fioriere ma un bel altro lavoro facevano in passato.
CAPITOLO 10 : ALTRI UTILIZZI
Il movimento meccanico dato dalla ruota viene nel tempo utilizzato per moltissime altre lavorazioni, e qui purtroppo non ho una documentazione personale, una delle lavorazioni ad esempio erano i metalli, le ruote mettevano in funzione dei grossi magli e il fabbro ne era largamente avvantaggiato. Per trovarne si potrà provare a girare per la val Camonica.
Altro impiego era la follatura della lana. In pratica un altro maglio che batteva e ribatteva la lana sino a formare il feltro (quello dei Borsalino, tanto per capirci).
Uun altro esempio era il funzionamento di filande: i telai si muovevano attraverso una serie di cinghie di cuoio azionate dalla ruota.
Anche in segheria, con il movimento alternativo che si poteva imprimere ad una sega metallica per sbozzare alberi e fare travi
Ma gli impieghi pratici erano veramente tanti.
Sono riuscito a procurarmi un libro, tratta del Maglio di Breganze, un posto che a mio parere vale la pena di vedere e fotografare, ma lasciamo parlare le immagini.
CAPITOLO 11 : STORIE A LIETO FINE
Per nostro piccolo piacere, e per loro fortuna, non tutti hanno fatto una fine ingloriosa, vi sono mulini ( pochi ) utilizzati per gli usi più diversi.
Vuoi come abitazioni e qui ci si spreca, anche se è quasi impossibile poterle vedere, oppure ristoranti, alberghi di alto profilo,beh.. magari un po' meno alto.. ma sempre con almeno quattro stelle..
Un esempio che ho potuto documentare è l'Hotel Mulino Grande a Cusago, cittadina famosa anche per il castello che, se aspettano ancora un po', cadrà del tutto; l'Hotel, dicevo, durante ultimo capodanno metteva a disposizione per i clienti : il cenone, la camera doppia, il brindisi di fine anno con annessi e connessi, la colazione al mattino ed infine il percorso benessere nella loro SPA, ad una cifra nemmeno poi elevata.. circa 300 € la coppia.
Ecco il nuovo ambiente dopo la ristrutturazione :
CAPITOLO 12 : METODI PER LA RICERCA DI MULINI
Come e dove.. magari qualcuno si chiede.. già, bella domanda, ed ecco la " mia " risposta, innanzi tutto: carta, penna e tanta buona volontà, poi munirsi di carte topografiche dettagliate, ove possibile; libri, fare ricerche in rete, alla sovraintendenza beni culturali, e poi ai catasti dei vari comuni, guardando e cercando come cani da tartufi.. il tartufo poi, forse salta fuori.. ma non sempre ci si riesce, il progresso spesso fa brutti scherzi, altro sistema è osservare i corsi d'acqua.. a volte parlano.
Spesso andando in giro per le strade non ci si rende conto di cosa ci passa ai fianchi.. altro ragionamento da fare è quello che nel medioevo, moltissime cascine avevano il loro mulino.. quindi, cercando tra le vecchie cascine, salta fuori, a ben cercare, più sotto metterò alcuni esempi.
Stavo guardando una carta catastale della zona dove sono cresciuto a Milano, nel suo estremo sud e.. salta fuori che vi era un mulino, mi metto a far ricerche, il tutto era lì a due passi ma.. malgrado le ricerche fatte, attraverso la memoria locale, gli anziani, nessuno, dico nessuno, si ricordava del mulino, la cartina è il primo scatto in ordine..
Ma se questa volta è andata male..
Non molto tempo fa, cercando su una copia di una carta catastale del 1722 circa, nella zona del paese di Merlino, si notavano nel disegno d'epoca, due ruote, mi sono detto: vuoi vedere... gli ultimi tre fotogrammi sono un particolare della carta catastale d'epoca, e due viste della ruota rimasta
Gli ultimi tre scatti, riportano, il primo una vista parziale di una carta catastale anche lei del 1722, ove in basso a sx si legge mulino.. la fotografia dopo è il mulino quasi attualmente.. lo scatto è di qualche anno fa..
L'ultimo stralcio di carta catastale riporta, e si vede al centro sulla dx il perimetro del castello di Cassino Scanasio; gli ultimi due esempi sono decisamente più facili da reperire, uno è una pagina del volume " Atlante Milano e 276 comuni limitrofi" ediz. Orthelio, e l'altra è una carta regionale trovata ad una fiera sul turismo.
CAPITOLO 13 : MUSEI E LIBRI
Anche per i mulini, l'uomo ha creato dei musei in altri stati questo tipo di cultura è più sentito.. da noi meno, vedrò i miei appunti
Di musei inerenti all'arte molitoria ve ne sono diversi, ne elenco tre.
Il primo è situato in alto Adige, ad Aldino Redagno; il secondo è nelle vicinanze di Cremona, a Madignano, ed infine il terzo lo si può trovare nella zona di Varese a Cocquio Trevisago.
Un volume interessante è " I mulini del Lodigiano" di Eugenio Lombardo, altro è " I Mulini di Pantigliate" edito dal comune di Pantigliate ed anche "Le Nostre Radici" storia della cascina Ronco di San Donato Milanese; certo che se si vuole trovare della documentazione, non sempre la cosa risulta facile; una regione ricca di musei sull'arte molitoria mi risulta sia il Trentino...
Quando riuscii a documentare il Mulino di Balze, che ha la ruota orizzontale, il ritricine appunto, il proprietario mi disse che su il volume " I Mulini della Val Marecchia "avrei trovato la storia completa del suo manufatto.. tornato a casa dopo una ricerca lo acquistai e, furono un bel 45€ pagati, ma, del mulino.. nessuna traccia, almeno, non quello..
Ho aggiunto ancora tre volumi, non si sa mai... magari li avete in soffitta...
CAPITOLO 14 : B & N
Concludo la carrellata di foto con qualche scatto in bianco e nero, come se fossero d'epoca.
CAPITOLO 15 : CONCLUSIONI
Ora alla fine di questa piccola carrellata, vediamo di mettere delle conclusioni, io vi ho messo parte del materiale da me raccolto nel tempo, un tempo tutto sommato breve, dato che mi sono impegnato solamente una volta che ho smesso il lavoro, ma, con qualche scatto fatto già molto prima.
Sinora ho raccolto documentazione fotografica nella bassa milanese, salvo un paio di volte fuori zona, appennino tosco-emiliano e vercellese, per un totale di circa centoventi siti.
Mi auguro che possa aver suscitato almeno un pò di curiosità.
Aggiungo ancora... maledizione a quando ho accettato di fare questa cosa, ora, avendo solo messo a posto parte del materiale raccolto, che, non mi basterebbero altri dieci anni quasi tutti i giorni, e quando riuscirò ad andarci? mai... tra una cosa e l'altra.. penso di aver raccolto almeno altri nuovi cinquanta siti... chi ha voglia di continuare si faccia avanti.
Intanto la follia galoppa, e mi è pure venuta in mente l'idea di farmi un modello di un mulino partendo dal materiale che ho raccolto..
Prima dell'invenzione della caldaia a vapore, l'uomo conosceva solo due metodi umani, per avere energia : l'acqua e il vento, con le loro rispettive ruote, la più usata era quella ad acqua, che con il suo uso venne usata nelle più svariate utilizzazioni, dalla macinatura delle più svariate sostanze vegetale e minerali, per la lavorazione del legno, delle pelli, della lana, della seta, per la farmacopea e cento altre cose.
Ora se non vi fosse stato questo, saremmo ancora molto indietro, altro che foto digitale, mi sono stato spiegato? spero di si.
Insomma : Che la Ruota sia con Voi...
Il mulino nel suo complesso è una macchina creata dall'uomo per sfruttare le forze della natura in suo favore, non possiamo dire con certezza quando è nato, vi sono testimonianze che ci portano a ritroso nel tempo di millenni.
Si inizia ad osservare il lavoro di un'altra "macchina " che lavora sempre indefessa, a volte persino troppo, quella rappresentata dai corsi d'acqua piccoli, in continuo movimento dai monti al mare.
E ci interroga : come possiamo addomesticare queste forze?
Il primo passo consiste nell'incanalare una parte di un corso d'acqua mettendo ad un certo punto delle paratie mobili, che ci permettano di regolarne il flusso con una certa regolarità. Quando è possibile si inserisce uno scivolo, un dislivello in maniera che produca un salto d'acqua per dare più forza.
Di fianco avremo costruito un muro verticale, dall'altro lato del muro un locale, di fianco dei magazzini, attraverso il nostro muro faremo passare un albero alla cui estremità, vi sarà quella che si chiamerà " ruota idraulica " : due ruote di legno affiancate, con delle palette verso l'esterno.
Questa ruota sarà messa in mezzo al nostro percorso d'acqua obbligato : l'acqua picchia sulle palette e per poter passare la fa muovere, il ruotare della ruota in senso orizzontale viene portato all'interno della nostra costruzione. Qui attraverso una serie di ingranaggi e pignoni, il movimento diventerà verticale.
Alla fine ci sarà la parte di macinatura che è composta da due dischi di pietra di notevole spessore e diametro, una fissa sulla parte bassa, e una mobile su quella superiore. Un foro centrale permettrà di far scendere le granaglie da macinare, l'aria tra le due macine sarà quella che ci darà la finezza del macinato.
Ed ecco descritto, grosso modo, il primo mulino ad acqua, quello per macinare le granaglie da destinare alla alimentazione del contado, cristiani e animali.
La struttura dei mulini è quasi tutta in legno, il corpo degli ingranaggi è in metallo, ma i denti degli ingranaggi sono in legno, un legno duro ma legno.
Certo il legno si usura ma il metallo era molto più costoso da produrre e la manutenzione di queste macchine era importante.
Mettendo i denti in legno, al momento della loro usura, in poco tempo il mugnaio stesso poteva sostituirli, con un costo decisamente più basso.
Già perchè la costruzione di un mulino, era una cosa che impegnava grandi capitali, e infatti la maggior parte dei padroni di mulini erano i nobili e il clero ai quali andava un profitto sulle macine, una percentuale del macinato o del ricavato in denaro se veniva venduto.
Ma ora lasciamo parlare alcune immagini che renderanno l'idea della struttura.. in linea di massima utilizzerò solo poche fonti e dividerò in capitoli il percorso.
CAPITOLO 01 : ESTERNI
Incominciamo con tre esterni, a volte sono situati in posti che non è molto agevole raggiungere, oltretutto non sempre percorrendo stradine di campagna si individuano al primo colpo.
Qquesti che vediamo sono invece a ridosso di stradine; molti di loro hanno ancora un regolare permesso di vendita e allora si può portare a casa dell'ottimo riso se siamo in una riseria
Quell dell'ultimo scatto, é lì abbandonato, con i macchinari in balia di vandali nei pressi di Trucazzano.
CAPITOLO 02 : VIE D'ACQUA
Quindi a grandi linee abbiamo visto come può apparire un mulino dall'esterno.
Continuiamo con alcune viste di vie d'acqua, che vanno ad alimentare le ruote al momento della bisogna.
L'acqua che serve al nostro mulino deve essere abbondante ed esserci durante tutto l'arco dell'anno, questo ormai non sempre è più possibile a causa , almeno dalle nostre parti, di una politica non molto riguardosa nei riguardi di questi impianti.
Nella zona di Abbiategrasso, tanto per fare un esempio, non si contano quelli che si sono fermati a causa di una politica delle acque non trasparente, (questo non lo dico io.. ma mi è stato confidato da più di un mugnaio).
E allora che fare? usare l'energia elettrica se si vuol continuare il lavoro, assieme a motori, impianti a norne.. ecc. ecc. I costi lievitano, chi ci guadagna? Gli impianti industriali ma, la macinazione è ben differente, e non certo a favore di questi colossi.
La penultima fotografia è di un corso d'acqua che, anche se non si vede alimenta una ruota particolare, una ruota che non mette in movimento nessuna macina, ma un generatore per dare l'energia a tutta la cascina.
CAPITOLO 03 : RUOTE IDRAULICHE
Passiamo ora alle ruote vere e proprie, mi limito alle ruote idrauliche con movimento verticale, sono ormai le più diffuse o meglio, rimaste; nei casi che vediamo, essendo alimentate da sotto, il nostro mulino sarà definito: di sotto.
In alcuni posti, generalmente in montagna, l'acqua fluisce da sopra e allora si chiamerà.. indovinate un po'?.. ma di sopra..
Di ruote ne esistono di varie dimensioni, ormai quelle che si incontrano maggiormente hanno le pale in metallo, sono poche quelle con le pale ancora in legno, o meglio quelle che abbiano una parvenza di funzionamento.
Iin uno scatto si vede la ruota in movimento, ho recuperato una ruota con le pale in legno, peccato che il mulino non sia più funzionante.
Nelterzo scatto, la ruota metallica che ha una struttura di tubi innocenti nei pressi, è stata scattata all'interno di Abbiategrasso.
L'impianto era in ristrutturazione. Chissà a quale scopo.
CAPITOLO 04 : INGRANAGGI E MECCANISMI
Viste le ruote, andiamo ora alla parte della trasmissione vera e propria, la catena degli ingranaggi.
In alcuni è possibile poter vedere i denti, quasi sempre come avevo detto, riportati in maniera che l'utilizzatore possa alla bisogna poterli sostituire quando sono consumati. La sostituzione di un dente impegna poco tempo ma soprattutto un costo basso.
Il movimento della ruota - che tutto sommato ha potenza ma numero di giri basso - viene convertito mediante coppie di ingranaggi con diverso rapporto, alla rotazione che serve per il funzionamento delle macine; in alcuni casi vi sono altre catene di comando, per portare al di fuori la forza motrice attraverso una serie di pulegge.
CAPITOLO 05 : MACINE
Vediamo ora alcune macine o meglio, il complesso delle stesse, a volte capita di trovare delle sorprese... magari una nidiata di gattini.
Il primo scatto è la vista di una casa privata, non male vivere in un mulino vero? Anche se è stato obbligatorio bloccare alcune cose, i bambini... vanno in ogni posto.
Le macine sono due in pietra chiamate palmenti, una fissa sotto come e l'altra mobile; oltre a regolare il senso rotatorio, vi è un comando per diminuire o meno l'aria tra le due in maniera da modificare la finezza del macinato.
Una parola a parte va spesa per le macine stesse che, non sono di una pietra qualsiasi no, non proprio, la pietra è di origine alluvionale.
Al suo interno e sulla superficie si vedono senza ombra di dubbio conchiglie o i resti delle loro valve; i posti dove estrarre questo materiale non sono molti.
Per poter scaricare la farina vi sono una serie di fenditure che partono dal centro verso l'esterno.
CAPITOLO 06 : DEGRADO
Queste foto partono dal 2001 mentre le ultime fatte nel 2012
La proprietà si è - a torto o a ragione - disinteressata del mulino : il tempo e le mani di vandali hanno fatto il resto.
Ormai la soletta è compromessa, il crollo è evidente, e pensare che questo posto non si vede dalla strada, non ci sono indicazioni e si deve percorrere anche un pezzetto di bosco che durante l'estate fa da protezione..
Quando è presente l'acqua ci sono delle libellule fantastiche...
CAPITOLO 07 : GENERATORI
Nel secondo capitolo ho detto che vi era un corso d'acqua che alimentava una ruota, e la stessa produceva energia elettrica attraverso un generatore, ecco le foto del generatore, che basta e avanza al fabbisogno della cascina, tanto che con una certa frequenza è la cascina che cede energia alla rete Enel.
Un altro esempio è dato da un mulino posto nel Vercellese, l'acqua quando viene aperta la condotta, non va a far muovere le pale di una ruota idraulica, ma una turbina meccanica; il movimento della stessa viene portato all'esterno e, con cinghie e pulegge, si arriva al generatore elettrico vero e proprio, e la storia si ripete.
A volte però.. si torna con il carniere vuoto, si gira.. per strade sterrate e in mezzo a un bel nulla e ti trovi.. una ruota solitaria, e pensare che la documentazione raccolta parlava di un mulino intero.
CAPITOLO 08 : ALTRE RUOTE IDRAULICHE
Sinora ho brevemente descritto un mulino per la macinatura di cereali con la ruota idraulica posta in verticale ( retricine ), poco importa se di sopra o di sotto.
Ora prendiamo in visione un mulino che abbia la ruota posta in senso orizzontale, che in effetti sono state le prime ad essere impiegate; da un punto a monte, vi è una riserva d'acqua, un laghetto; attraverso una opportuna tubatura si porta l'acqua più in basso, il dislivello farà sì che il salto creato dia più potenza al getto che ne uscirà.
Anche la forma del cucchiaio delle pale sarà importante per aumentare la resa, che globalmente non è esagerata, tanto che questo sistema non é molto diffuso.
La rotazione della girante dipenderà direttamente dal flusso di acqua (regolabile con chiuse mobili); il movimento lungo l'asse verticale sarà portato al piano superiore ove vi saranno le macine e.
CAPITOLO 09 : PILE PER RISO E AFFINI
Una categoria a parte di mulini è quella denominata " pila ", composta da una macchina con una serie di pistoni con moto alternativo; chiaramente, e non sarebbe nemmeno da dire.. tutto in legno, quindi il movimento rotatorio della ruota viene trasformato in movimento alternato.
Il lavoro dei pistoni in apposite pile ( buche ) fatte in blocco monolitico di marmo, viene usato per le bucce dal riso: questa lavorazione si chiama brillatura.
Le barre dei pistoni non toccheranno il fondo del cavo, per evitare lo schiacciamento dei chicchi di riso.
Il lavoro non era continuo, era necessario fermare la macchina per togliere il riso pulito e mandarlo via nastro trasportatore in un altro locale dove con flussi di aria calda veniva asciughato e depurato delle ultime foglioline.
Una nota a parte la si deve dare agli scalpellini, che riuscivano a creare a mano i vani nel marmo, partendo da un foro ben più piccolo; ora questi parallepipedi si vedono spesso come fioriere ma un bel altro lavoro facevano in passato.
CAPITOLO 10 : ALTRI UTILIZZI
Il movimento meccanico dato dalla ruota viene nel tempo utilizzato per moltissime altre lavorazioni, e qui purtroppo non ho una documentazione personale, una delle lavorazioni ad esempio erano i metalli, le ruote mettevano in funzione dei grossi magli e il fabbro ne era largamente avvantaggiato. Per trovarne si potrà provare a girare per la val Camonica.
Altro impiego era la follatura della lana. In pratica un altro maglio che batteva e ribatteva la lana sino a formare il feltro (quello dei Borsalino, tanto per capirci).
Uun altro esempio era il funzionamento di filande: i telai si muovevano attraverso una serie di cinghie di cuoio azionate dalla ruota.
Anche in segheria, con il movimento alternativo che si poteva imprimere ad una sega metallica per sbozzare alberi e fare travi
Ma gli impieghi pratici erano veramente tanti.
Sono riuscito a procurarmi un libro, tratta del Maglio di Breganze, un posto che a mio parere vale la pena di vedere e fotografare, ma lasciamo parlare le immagini.
CAPITOLO 11 : STORIE A LIETO FINE
Per nostro piccolo piacere, e per loro fortuna, non tutti hanno fatto una fine ingloriosa, vi sono mulini ( pochi ) utilizzati per gli usi più diversi.
Vuoi come abitazioni e qui ci si spreca, anche se è quasi impossibile poterle vedere, oppure ristoranti, alberghi di alto profilo,beh.. magari un po' meno alto.. ma sempre con almeno quattro stelle..
Un esempio che ho potuto documentare è l'Hotel Mulino Grande a Cusago, cittadina famosa anche per il castello che, se aspettano ancora un po', cadrà del tutto; l'Hotel, dicevo, durante ultimo capodanno metteva a disposizione per i clienti : il cenone, la camera doppia, il brindisi di fine anno con annessi e connessi, la colazione al mattino ed infine il percorso benessere nella loro SPA, ad una cifra nemmeno poi elevata.. circa 300 € la coppia.
Ecco il nuovo ambiente dopo la ristrutturazione :
CAPITOLO 12 : METODI PER LA RICERCA DI MULINI
Come e dove.. magari qualcuno si chiede.. già, bella domanda, ed ecco la " mia " risposta, innanzi tutto: carta, penna e tanta buona volontà, poi munirsi di carte topografiche dettagliate, ove possibile; libri, fare ricerche in rete, alla sovraintendenza beni culturali, e poi ai catasti dei vari comuni, guardando e cercando come cani da tartufi.. il tartufo poi, forse salta fuori.. ma non sempre ci si riesce, il progresso spesso fa brutti scherzi, altro sistema è osservare i corsi d'acqua.. a volte parlano.
Spesso andando in giro per le strade non ci si rende conto di cosa ci passa ai fianchi.. altro ragionamento da fare è quello che nel medioevo, moltissime cascine avevano il loro mulino.. quindi, cercando tra le vecchie cascine, salta fuori, a ben cercare, più sotto metterò alcuni esempi.
Stavo guardando una carta catastale della zona dove sono cresciuto a Milano, nel suo estremo sud e.. salta fuori che vi era un mulino, mi metto a far ricerche, il tutto era lì a due passi ma.. malgrado le ricerche fatte, attraverso la memoria locale, gli anziani, nessuno, dico nessuno, si ricordava del mulino, la cartina è il primo scatto in ordine..
Ma se questa volta è andata male..
Non molto tempo fa, cercando su una copia di una carta catastale del 1722 circa, nella zona del paese di Merlino, si notavano nel disegno d'epoca, due ruote, mi sono detto: vuoi vedere... gli ultimi tre fotogrammi sono un particolare della carta catastale d'epoca, e due viste della ruota rimasta
Gli ultimi tre scatti, riportano, il primo una vista parziale di una carta catastale anche lei del 1722, ove in basso a sx si legge mulino.. la fotografia dopo è il mulino quasi attualmente.. lo scatto è di qualche anno fa..
L'ultimo stralcio di carta catastale riporta, e si vede al centro sulla dx il perimetro del castello di Cassino Scanasio; gli ultimi due esempi sono decisamente più facili da reperire, uno è una pagina del volume " Atlante Milano e 276 comuni limitrofi" ediz. Orthelio, e l'altra è una carta regionale trovata ad una fiera sul turismo.
CAPITOLO 13 : MUSEI E LIBRI
Anche per i mulini, l'uomo ha creato dei musei in altri stati questo tipo di cultura è più sentito.. da noi meno, vedrò i miei appunti
Di musei inerenti all'arte molitoria ve ne sono diversi, ne elenco tre.
Il primo è situato in alto Adige, ad Aldino Redagno; il secondo è nelle vicinanze di Cremona, a Madignano, ed infine il terzo lo si può trovare nella zona di Varese a Cocquio Trevisago.
Un volume interessante è " I mulini del Lodigiano" di Eugenio Lombardo, altro è " I Mulini di Pantigliate" edito dal comune di Pantigliate ed anche "Le Nostre Radici" storia della cascina Ronco di San Donato Milanese; certo che se si vuole trovare della documentazione, non sempre la cosa risulta facile; una regione ricca di musei sull'arte molitoria mi risulta sia il Trentino...
Quando riuscii a documentare il Mulino di Balze, che ha la ruota orizzontale, il ritricine appunto, il proprietario mi disse che su il volume " I Mulini della Val Marecchia "avrei trovato la storia completa del suo manufatto.. tornato a casa dopo una ricerca lo acquistai e, furono un bel 45€ pagati, ma, del mulino.. nessuna traccia, almeno, non quello..
Ho aggiunto ancora tre volumi, non si sa mai... magari li avete in soffitta...
CAPITOLO 14 : B & N
Concludo la carrellata di foto con qualche scatto in bianco e nero, come se fossero d'epoca.
CAPITOLO 15 : CONCLUSIONI
Ora alla fine di questa piccola carrellata, vediamo di mettere delle conclusioni, io vi ho messo parte del materiale da me raccolto nel tempo, un tempo tutto sommato breve, dato che mi sono impegnato solamente una volta che ho smesso il lavoro, ma, con qualche scatto fatto già molto prima.
Sinora ho raccolto documentazione fotografica nella bassa milanese, salvo un paio di volte fuori zona, appennino tosco-emiliano e vercellese, per un totale di circa centoventi siti.
Mi auguro che possa aver suscitato almeno un pò di curiosità.
Aggiungo ancora... maledizione a quando ho accettato di fare questa cosa, ora, avendo solo messo a posto parte del materiale raccolto, che, non mi basterebbero altri dieci anni quasi tutti i giorni, e quando riuscirò ad andarci? mai... tra una cosa e l'altra.. penso di aver raccolto almeno altri nuovi cinquanta siti... chi ha voglia di continuare si faccia avanti.
Intanto la follia galoppa, e mi è pure venuta in mente l'idea di farmi un modello di un mulino partendo dal materiale che ho raccolto..
Prima dell'invenzione della caldaia a vapore, l'uomo conosceva solo due metodi umani, per avere energia : l'acqua e il vento, con le loro rispettive ruote, la più usata era quella ad acqua, che con il suo uso venne usata nelle più svariate utilizzazioni, dalla macinatura delle più svariate sostanze vegetale e minerali, per la lavorazione del legno, delle pelli, della lana, della seta, per la farmacopea e cento altre cose.
Ora se non vi fosse stato questo, saremmo ancora molto indietro, altro che foto digitale, mi sono stato spiegato? spero di si.
Insomma : Che la Ruota sia con Voi...
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