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E nacque una bimba : la Nikon Df, una storia di Natale


Non sono i tre Re Magi tradizionali a raccontare questa storia ma i principali protagonisti della genesi della Nikon Df.
La fonte è una lunga intervista a loro tre, pubblicata in questi giorni da un sito giapponese. Perdonerete qualche licenza poetica per rendere la narrazione più scorrevole senza indulgere eccessivamente in elementi mitici.
 

*** 
Una bimba è nata. Le hanno dato il nome di Nikon Df.
 

 
Immagine Allegata: 001.jpg
Nagaoka Yasunori e Miura KanAkira
rispettivamente il responsabile del progetto Nikon Df, e il designer del Goto Laboratory
 
Immagine Allegata: 023.jpg
Tetsuro Goto, responsabile del Goto Laboratory, un uomo che è in casa Nikon da 40 anni, fin dal primo sviluppo della Nikon F3
 
Il progetto viene avviato presso il Goto Laboratory all'inizio dell'estate del 2009. L'idea alla base era mettere la qualità di immagine della futura Nikon D4 (che uscirà solamente nel gennaio 2012) in un corpo compatto e più indirizzato al fotografo tradizionale. Pensate che io all'epoca avevo da pochi mesi comperato la nuova, fiammante Nikon D3x e questi già consideravano la D4 una macchina da cui sviluppare altri progetti ...
 
La missione data ad un'intera sezione del laboratorio era quella di fare una macchina diversa dal solito layout delle altre reflex digitali Nikon.
 
Tra le varie soluzioni presentate nel primo periodo dai vari esperti al lavoro, raccolse più consensi quella che riprendeva le ghiere di controllo della tradizione delleNikon a pellicola.
 
Lo schizzo di Miura dell'ottobre 2009, scelto come base di sviluppo, é già l'80% di quella che sarà la poi effettivamente la Nikon Df :
 
Immagine Allegata: 021.jpg
lo schizzo disegnato a mano da Miura KanAkira su un blocco di carta millimetrata il 7 ottobre 2009, già con il logo Nikon a caratteri verticali.
 
Ma tante menti di differenti estrazioni e con diverse esperienze di progettazione e di fotografia non si aggregano facilmente e lo sviluppo continua solo dopo lunghe mediazioni tra posizioni contrastanti.
 
Qui vediamo tre differenti mock-up in resina a vari stadi di definizione :
 
Immagine Allegata: 012.jpg
 
i dettagli sono già ben definiti, non lo è ancora il nome, nemmeno la scritta
 
Immagine Allegata: 013.jpg
 
che viene indicato come DM o FD2
Immagine Allegata: 003.jpg
per richiamo al modello di riferimento, la vecchia Nikon FM2
Si nota come le proporzioni dello schizzo originale non sono rispettate. E' facile disegnare su un foglio bianco ma poi si devono fare i conti con i componenti interni.
 
Chi scrive ha lunga esperienza di progettazione di diffusori acustici ed ha passato svariate nottate a disegnare prototipi che poi non sono diventati realtà perchè i calcoli non lo rendevano possibile.
 
Immagine Allegata: 009.jpg
 
un pentaprisma moderno non può essere semplicemente un blocco di vetro ottico, contiene chip, sensori, connettori che nella FM2 semplicemente non erano necessari ma lo sono in una reflex di oggi.
 
Immagine Allegata: 008.jpg
 
e se il sensore non é molto più grande del frame della pellicola, è molto più spesso. Ed é diverso concepire una scheda madre che occupi meno spazio nel senso dello spessore (notate quanto sia poco popolata questa motherboard rispetto alla D800 o alla D4). Il tutto deve stare contenuto in un involucro che non può essere tanto diverso da questo se si vuole che sia robusto.
 
Certo si possono rastremare le estremità e ridurre gli spessori del metallo.
Ma sino ad un certo punto perchè il contenuto non deve forzare verso l'esterno :
Immagine Allegata: 010.jpg  Immagine Allegata: 011.jpg
il frame interno della NIkon Df, fonderia leggera con bassissime tolleranze.
 
L'altra decisione, quella di mantenere la produzione in Giappone nella fabbrica dove sono costruiti gli apparecchi di punta di Nikon ha chiaramente vincolato le fase di progetto.
Il risultato è stato uno sviluppo di quattro anni, quando invece le altre macchine richiedono normalmente solo due anni di studi prima di entrare in produzione.
E con lunghi tira e molla tra le varie idee :
 
Immagine Allegata: 014.jpg
Qui abbiamo un prototipo praticamente completo che riporta la serigrafia di DM.
 
Ma le controversie erano di natura tutt'altro che estetica. C'era chi non trovava razionali le ghiere superiori, affermando con decisione che le reflex moderne sono più logiche e semplici da usare al giorno d'oggi.
Linee tese o curve ?
 
I negoziati andarono avanti per quasi un anno, anche a causa del fatto che non c'era personale sufficiente per seguire questo progetto e intanto definire quelli della D4 e della D800 che dovevano andare a sostituire macchine importanti e che non potevano subire ritardi o ripensamenti.
 
Si arrivò al 2010 quando venne presentato sul mercato il prototipo della Fujifilm X100 che venne accolto alle fiere con notevole interesse, non solo in Giappone ma in tutto il mondo.
 
Questo fece prevalere l'idea originale di macchina che riprende la tradizione Nikon del passato ma con le tecnologie più moderne all'interno.
La compatibilità con tutte le ottiche, anche quelle non-AI venne stabilita come irrinunciabile.
Goto approvò la fase di pianificazione finale in vista della messa in produzione nell'autunno del 2010.
 
Ma il disastro che colpì il Giappone e coinvolse gravemente gli impianti di Sendai nel 2011 bloccò tutti i programmi. Venne così deciso di congelare il progetto Df per concentrare le risorse umane disponibili al ripristino integrale degli impianti e poi all'avvio della fase industriale di D4 e D800 che verranno lanciate ad inizio 2012 e la cui produzione di fatto occuperà a pieno regime Sendai fino all'anno dopo.
 
Riprendere il progetto a questo punto, quando si era forse perso l'attimo ? Ci furono ulteriori dibattiti, con pro e contro di ugual peso. L'unicità del progetto venne presa a cuore da Goto che ne rivendicava l'importanza nella manifestazione al mercato del tradizionale DNA Nikon (continuità e prestazioni).
Alla fine il Presidente Okamoto diede il via libera e dai prototipi si passò alla fase industriale.
A prevalere fu realmente l'inaspettato successo delle Fujifilm X per il loro design orientato al passato. Pochi dentro Nikon avrebbero ipotizzato un'accoglienza così calorosa presso l'utenza, in particolare - ma non solo - in Giappone.
 
E adesso dovevano darle un nome. Df
 
L'enfasi è sulla D. Ma in un primo momento volevano addirittura ritornare alla denominazione tradizionale (F). La fusione è tra queste due posizioni. Questa macchina è veramente il risultato del compromesso tra eredità diverse. Al Goto Labaratory ci sono progettisti che conoscono dalla nascita l'unicità tradizionale e il modo di fare le cose di Nikon, semplicemente perchè hanno una età che ha consentito loro di assorbirla. Ma ci sono anche giovani che hanno conosciuto solo gli ultimi sviluppi digitali.
Ecco il perchè della fusione.
Le due anime della macchine sono rappresentate dalla lettera D più grande e dalla lettera che si contrappone, in minuscolo e in diagonale. Tutto qui, secondo chi l'ha disegnata.
 
Nero o nero e argento ?
 
All'inizio era solo prevista la versione nera. Il nero dà meno nell'occhio, l'argento però è sempre stato previsto nella produzione di una volta. All'epoca comportava costi maggiori, oggi in pratica è indifferente. Una volta un guerriero poteva stare sul campo di battaglia con una armatura d'argento. Adesso non sarebbe tanto ragionevole ...
L'aggiunta della pelle sul pentaprisma è per dare una sensazione tattile di qualità e per farla riconoscere a prima vista come una fotocamera Nikon.
 
La forma dei caratteri del logo
 
Il carattere della scritta Nikon è simile al solito ma i caratteri sono verticali come lo erano nella FM2, non sono in corsivo come sulle altre reflex.
Per un attimo pensarono anche alla scritta della F5 dell'anniversario. Ma quello era un modello speciale, la Nikon Df non doveva essere presa come una macchina celebrativa ma una vera Nikon da uso quotidiano.
 
Le scelte progettuali
 
La mancanza del flash, il tempo minimo di scatto di 1/4000'' fanno gioco alla riduzione dei consumi insieme al taglio dei chip specializzati per il video.
Il risultato è che pur con una batteria più piccola, si fanno più scatti che con una D600 o una D800 e questo anche se la velocità operativa non è una componente essenziale per questa macchina.
Nella costruzione, rispetto al passato si è dovuto fare i conti con la carenza di manodopera specializzata nella lavorazione di metalli molto sottili.
Quella è una tradizione che se ne è andata con la F3 e il suo ottone.
Se il posteriore è identico ad altre dslr Nikon, la protezione del display è in vetro temperato, cosa che la accomuna ulteriormente alla Nikon D4, insieme al cuore alla linea di produzione.
Ma rispetto alla D4 e a tutte le altre fotocamere Nikon uscite dopo la F4, è l'unica che riesce a montare ottiche non AI.
E anche se apparentemente gli altri componenti hanno dati di targa simili a quelli della D610, la taratura è differente e tiene conto della diversa morfologia della Df. Come lo è il coprioculare tondo, al posto di quello rettangolare che utilizza la D610.
Insomma è un modello più raffinato di quanto possono far pensare le specifiche. E il costo finale ne risente.
 
Immagine Allegata: 004.jpg
Immagine Allegata: 015.jpg
 
 

***

 
Il resto è storia di questi giorni.
In Giappone la macchina è andata letteralmente a ruba, tanto che la produzione iniziale è stata ampiamente sottostimata. In America e in Europa la reazione è più controversa.
Ci sono posizioni negative che poi mutano quando effettivamente si ha la macchina in mano.
Un professionista che usa per lavora una D4 o una D800 probabilmente non si sogna nemmeno di comperare una Df. Ma nel suo tempo libero, è possibile che dopo una giornata di utilizzo si possa ricredere.
In campo hobbistico invece la cosa è diversa. L'approccio alla fotografia può essere del tutto diverso.
Manca il video ? In Giappone la funzione video nelle reflex è ampiamente sottoutilizzata.

 
 


28 Comments

Io sono già in caccia ma per ora è dura..... :glare:

Foto
Leonardo Visentìn
mar 25 2014 14:45
Aspettiamo aspettiamo...
Foto
danighost
mar 25 2014 17:32

Idem con patate ... la slow photografy è fatta di attese anche sul materiale :P ...

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