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2
La profilazione della fotocamera nei software Adobe (LightRoom 3 ed ACR)
nov 20 2011 01:00 |
andre_
in Tutorial
Chiariamo subito un equivoco che io stesso (ahimé) ho contribuito a creare....
Il processo che vado a descrivere non é una calibrazione, bensí una profilazione.
La nostra DSLR é giá calibrata in origine (non é possibile far funzionare il sensore in maniera differente da quella impostata in fabbrica).
Restano quindi i due steps successivi: caratterizzazione e profilazione.
In un vecchio articolo abbiamo seguito il percorso che Adobe metteva a disposizione all'interno dei suoi softwares, per far combaciare (meglio, avvicinare) i colori della foto con quelli reali della scena riprodotta.
Il procedimento funziona, ed é ancora disponibile all'interno di ACR e di LightRoom, ma é piuttosto grezzo. E limitato.
Intendiamoci, il fine ultimo della profilazione di una DSLR non é tanto e solo la perfetta correlazione tra foto e realtá.
Per ottenere una correlazione degna di una riproduzione di un'opera d'arte, ad esempio, non basta avere costruito un profilo generale per il proprio sensore, ma occorre farne uno specifico per le condizioni della foto, migliorarlo a mano e controllarlo in maniera profonda e decisamente piú specifica rispetto a quello che sto descrivendo qui.
Una profilazione "generale", invece, é utile per tutte e foto, scattate in qualsiasi condizione.
É utile soprattutto per ridurre il color shift che in molti esemplari di DSLR si osserva tra la resa del colore nelle ombre e nelle zone illuminate nella foto, é utile per rimettere in ordine la saturazione e la tinta di alcuni colori "critici".
E soprattutto é utile per avere una base di partenza comune tra le foto, in modo da poter applicare con una maggiore efficienza le correzioni fatte su un'immagine a tutte le altre foto prese nella stessa sessione.
Si risparmia tempo, che si puó dedicare ad altre cose piú piacevoli.
Cosa serve:
- Una ColorChecker della X-Rite (tradizionale in formato A4, Mini o Passport – io consiglio quest'ultima se la si deve comprare oggi, ma va benissimo qualsiasi altra).
- Il software gratuito di Adobe DNG Converter
- Il software gratuito di X-Rite ColorChecker Passport
- (Opzionale: il software gratuito di Adobe DNG Profile Editor)
- Una lampadina ad incandescenza al Tungsteno (meglio due)
- Un angolo all'ombra in una giornata di sole (ma anche il sole va benissimo)
Preparazione:
Per creare un profilo generale per la fotocamera sono necessarie due foto della ColorChecker.
Le foto vanno scattate in RAW. Il profilo che andiamo a creare non avrá effetto sui JPG.
Fotografare la Colorchecker sotto una illuminazione uniforme.
É il passo piú importante di tutto il procedimento, ed é tutt'altro che banale.
Se si baglia questo, i risultati fanno pietá, ed é decisamente meglio rinunciare.
Prima foto: Illuminante "A" (circa 2850K)
L'ideale é mettere la CC davanti a due lampadine ad incandescensa poste a 45°, tenute ad una certa distanza (almeno la stessa della macchina fotografica), uguale per entrambe. In una stanza buia, o quasi.
Le lampadine ad incandescenza (non alogene) sono indispensabili se si usa il software della Adobe.
Se si usa il software della X-Rite (consigliato), possono essere sostituite da lampadine a fluorescenza, Philips o Osram definite "warm light".
Le lampadine dell'IKEA, o altre di marca sconosciuta che cosano mediamente un terzo di quelle Philips ed Osram non vanno bene, cosí come non vanno bene tutti i tubi al neon diversi dai "warm light" o equivalenti. Hanno una luce verdastra (ora sono un po' meglio, ma comunque molto sotto il minimo sindacale) che non ha nulla a che vedere con l'illuminante A richiesta dal software.
Per questa foto, il software Adobe richiede una precisione abbastanza alta (±100K), che non é raggiunta da nessuna lampadina a fluorescenza.
Il software X-Rite non ha problemi di temperatura, ma le lampade a fluorescenza classiche (verdastre) hanno uno spetro luminoso troppo diverso da quello richiesto, tanto da inficiare comunque la misura.
Seconda foto: D65 (circa 6500K)
E qui iniziano i problemi, perché in commercio non ci sono molte lampade con le caratteristiche richieste.
La precisione non deve essere molto alta per il software Adobe (±500K), mentre il sofware X-Rite funziona con qualsiasi illuminazione.
Il concetto é quello di avere i due estremi delle condizioni di creazione del profilo il piú distante possibile (per questo sono state scelte le illuminanti A e D65), in modo che la quasi totalitá delle foto sia fatta in condizioni che stanno all'interno dell'intervallo (o se ne escono, che escano di poco).
Anche qui la scelta dell'illuminazione é tutt'altro che banale.
I D65 sono "definiti" come le condizioni che si hanno mettendosi in ombra in una giornata di sole pieno, non coperto da nuvole.
Va fatta grossa attenzione a dove ci si mette, per evitare che ci siano riflessi colorati che inficerebbero totalmente la foto.
Ad esempio, mettersi all'ombra di una pianta (una delle situazioni piú ovvie che ci possano venire in mente) é anche la peggiore.
La chioma dell'albero é verde, e verde é l'ombra sotto quella chioma.....
Un posto grigio (ed in cittá non mancano) é l'ideale.
[Nota: Io la seconda foto l'ho fatta sotto la luce piena del sole. Ma il mio é un caso particolare, perché abito quassú.... In Danimarca la temperatura della luce, in qualsiasi condizione, é sempre piú bassa che in Italia. Le ombre qui sono sempre a 4800-4900K, contro una luce del sole a 5000K praticamente perfetti, d'estate. Per questo a me interessava avere la seconda foto a D50 invece che a D65. Ma il mio, appunto, é un caso particolare.]
Avvertenze per scattare le foto di riferimento:
- É fondamentale non sovraesporre nessun colore della Colorchecker (si puó usare il secondo grigio – terza tacca in basso da sinistra – come riferimento per l'esposimetro in Spot).
- Non ha importanza il Bilanciamento del Bianco al momento dello scatto il software lo bilancia da sé, ed alla fine é probabile che anche i valori segnati in LightRoom possono variare leggermente prima e dopo l'applicazione del profilo.
- La resa dell'obbiettivo usato per la foto puó influenzare il profilo creato. Ovviamente é il caso di scattare entrambe le foto di riferimento con lo stesso obbiettivo.
Creazione del profilo secondo Adobe
Fatte le foto di riferimento, la parte difficile del procedimento é fatta.
I passi da fare una volta davanti al computer sono banali.
Qui di seguito viene descritto il procedimento con il software X-Rite (con il software Adobe é simile).
- Importare le foto nel computer (in formato NEF, se si usa una Nikon), metterle in una cartella e dargli un nome decente (che so, ProfilazioneD700_D65.nef)
- Con il software DNG Converter si convertono le foto in formato DNG (spiegare questo passaggio é un insulto all'inteligenza....).
- Aprire il software ColorChecker Passport, impostare "Dual illuminant DNG"
- Trascinare le foto di riferimento nella finestra del software
- Nell'improbabile caso il software non riesca a riconoscere i limiti della ColorChecker, spostare a mano i punti verdi ai quattro angoli della CC (si puó zoomare nella foto)
- Alla richiesta di salvare, dare un nome che abbia senso al file
- Attendere
- Fatto.
Ora il profilo é a disposizione nel Menu "Develop" di LightRoom, nell'ultimo pannello in basso ("Camera Calibration").
"Fisicamente", é un file con estensione .dcp che su Mac si trova nella cartella:
/Users/[User]/Library/Application Support/Adobe/Camera Raw/Camera Profiles
Su Windows7 invece: PATH/PATH/PATH (se qualcuno lo scrive nei commenti mi fa un favore....)
Cosa me ne faccio del profilo creato?
Ci sono essenzialmente due modi per utilizzare il profilo:
- Manuale
Cioé selezionando la foto da abbinare al profilo, e dal monulo Develop di LightRoom imposto il profilo creato.
Ha senso usare questo metodo se ho un profilo creato appositamente per una determinata situazione, e mi serve solo per un set di fotografie.
Normalmente questi profili sono realizati in maniera leggermente differente da quelli generali: viene fatta una sola foto alla Color Checker, elle condizioni di luce del set a cui intendo applicare il profilo. Nel software di X-Rite si crea il profilo impostando "Single Illuminant Profile".
Il procedimento é esattamente lo stesso, ma il profilo sará applicabie solo ale foto scattate in quelle determinate condizioni (es riproduzioni, serie di foto fatte in una particolare luce mista o con una particolare fonte di luce, etc.).
- Automatico – Assegnare automaticamente un profilo ad ogni foto realizzata da una particolare fotocamera
É l'uso piú generale che si fa di un profilo a doppio illuminante.
Una vlta creato il profilo, poso fare in modo che ogni volta che importo in LightRoom una foto venga assegnato automaticmante il profilo corretto.
Per le foto giá presenti in catalogo, devo necessariamente assegnare il profilo manualmente (anche in batch, usando la funzione "CopyPaste Settings").
Il procedimento é semplice:
- Nelle preferenze Generali, attivo "Make default specific to camera Serial Number".
In questo modo, abilito la possibilitá di assegnare delle impostazioni specifiche ad un preciso esemplare di DSLR (identificato dal SN, che si trova negli EXIF).
- A questo punto si sceglie una foto fatta con la fotocamera che abbiamo profilato, e si va nel pannello Develop.
Si imposta il profilo della fotocamera, e tutte le altre impostazioni che si vogliono rendere di default.
[Nota: Qualsiasi impostazione verrá applicata automaticamente ad ogni foto importata da questo momento in poi. Ad esempio, io ho impostato il Contrasto a 0, invece del +25 del default Adobe. Ma si puó impostare qualsiasi altra cosa nel pannello Develop]
- Schiacciare il tasto "Opt", su Mac, o il tasto "Alt" (credo) su Windows, e contemporaneamente "Set Default" (in basso a destra del pannello Develop, appare nel momento in cui si schiaccia Opt/Alt).
Si apre una finestra di questo tipo:
Si puó quindi impostare il default per quella macchina, o cambiarlo, o riportare tutte le regolazioni al default di Adobe.
Finito.
Per approfondire l'anatomia del profilo secondo Adobe, consiglio di fare riferimento all'ottim descrizione presente sul blogi del Boscarol, a partire da QUESTA PAGINA
É una cosa piuttosto tecnica, che non reputo fondamentale ripetere qui su Nikonland.
a_ per Nikonland © 13/11/2011
Il processo che vado a descrivere non é una calibrazione, bensí una profilazione.
La nostra DSLR é giá calibrata in origine (non é possibile far funzionare il sensore in maniera differente da quella impostata in fabbrica).
Restano quindi i due steps successivi: caratterizzazione e profilazione.
In un vecchio articolo abbiamo seguito il percorso che Adobe metteva a disposizione all'interno dei suoi softwares, per far combaciare (meglio, avvicinare) i colori della foto con quelli reali della scena riprodotta.
Il procedimento funziona, ed é ancora disponibile all'interno di ACR e di LightRoom, ma é piuttosto grezzo. E limitato.
Intendiamoci, il fine ultimo della profilazione di una DSLR non é tanto e solo la perfetta correlazione tra foto e realtá.
Per ottenere una correlazione degna di una riproduzione di un'opera d'arte, ad esempio, non basta avere costruito un profilo generale per il proprio sensore, ma occorre farne uno specifico per le condizioni della foto, migliorarlo a mano e controllarlo in maniera profonda e decisamente piú specifica rispetto a quello che sto descrivendo qui.
Una profilazione "generale", invece, é utile per tutte e foto, scattate in qualsiasi condizione.
É utile soprattutto per ridurre il color shift che in molti esemplari di DSLR si osserva tra la resa del colore nelle ombre e nelle zone illuminate nella foto, é utile per rimettere in ordine la saturazione e la tinta di alcuni colori "critici".
E soprattutto é utile per avere una base di partenza comune tra le foto, in modo da poter applicare con una maggiore efficienza le correzioni fatte su un'immagine a tutte le altre foto prese nella stessa sessione.
Si risparmia tempo, che si puó dedicare ad altre cose piú piacevoli.
Cosa serve:
- Una ColorChecker della X-Rite (tradizionale in formato A4, Mini o Passport – io consiglio quest'ultima se la si deve comprare oggi, ma va benissimo qualsiasi altra).
- Il software gratuito di Adobe DNG Converter
- Il software gratuito di X-Rite ColorChecker Passport
- (Opzionale: il software gratuito di Adobe DNG Profile Editor)
- Una lampadina ad incandescenza al Tungsteno (meglio due)
- Un angolo all'ombra in una giornata di sole (ma anche il sole va benissimo)
Preparazione:
Per creare un profilo generale per la fotocamera sono necessarie due foto della ColorChecker.
Le foto vanno scattate in RAW. Il profilo che andiamo a creare non avrá effetto sui JPG.
Fotografare la Colorchecker sotto una illuminazione uniforme.
É il passo piú importante di tutto il procedimento, ed é tutt'altro che banale.
Se si baglia questo, i risultati fanno pietá, ed é decisamente meglio rinunciare.
Prima foto: Illuminante "A" (circa 2850K)
L'ideale é mettere la CC davanti a due lampadine ad incandescensa poste a 45°, tenute ad una certa distanza (almeno la stessa della macchina fotografica), uguale per entrambe. In una stanza buia, o quasi.
Le lampadine ad incandescenza (non alogene) sono indispensabili se si usa il software della Adobe.
Se si usa il software della X-Rite (consigliato), possono essere sostituite da lampadine a fluorescenza, Philips o Osram definite "warm light".
Le lampadine dell'IKEA, o altre di marca sconosciuta che cosano mediamente un terzo di quelle Philips ed Osram non vanno bene, cosí come non vanno bene tutti i tubi al neon diversi dai "warm light" o equivalenti. Hanno una luce verdastra (ora sono un po' meglio, ma comunque molto sotto il minimo sindacale) che non ha nulla a che vedere con l'illuminante A richiesta dal software.
Per questa foto, il software Adobe richiede una precisione abbastanza alta (±100K), che non é raggiunta da nessuna lampadina a fluorescenza.
Il software X-Rite non ha problemi di temperatura, ma le lampade a fluorescenza classiche (verdastre) hanno uno spetro luminoso troppo diverso da quello richiesto, tanto da inficiare comunque la misura.
Seconda foto: D65 (circa 6500K)
E qui iniziano i problemi, perché in commercio non ci sono molte lampade con le caratteristiche richieste.
La precisione non deve essere molto alta per il software Adobe (±500K), mentre il sofware X-Rite funziona con qualsiasi illuminazione.
Il concetto é quello di avere i due estremi delle condizioni di creazione del profilo il piú distante possibile (per questo sono state scelte le illuminanti A e D65), in modo che la quasi totalitá delle foto sia fatta in condizioni che stanno all'interno dell'intervallo (o se ne escono, che escano di poco).
Anche qui la scelta dell'illuminazione é tutt'altro che banale.
I D65 sono "definiti" come le condizioni che si hanno mettendosi in ombra in una giornata di sole pieno, non coperto da nuvole.
Va fatta grossa attenzione a dove ci si mette, per evitare che ci siano riflessi colorati che inficerebbero totalmente la foto.
Ad esempio, mettersi all'ombra di una pianta (una delle situazioni piú ovvie che ci possano venire in mente) é anche la peggiore.
La chioma dell'albero é verde, e verde é l'ombra sotto quella chioma.....
Un posto grigio (ed in cittá non mancano) é l'ideale.
[Nota: Io la seconda foto l'ho fatta sotto la luce piena del sole. Ma il mio é un caso particolare, perché abito quassú.... In Danimarca la temperatura della luce, in qualsiasi condizione, é sempre piú bassa che in Italia. Le ombre qui sono sempre a 4800-4900K, contro una luce del sole a 5000K praticamente perfetti, d'estate. Per questo a me interessava avere la seconda foto a D50 invece che a D65. Ma il mio, appunto, é un caso particolare.]
Avvertenze per scattare le foto di riferimento:
- É fondamentale non sovraesporre nessun colore della Colorchecker (si puó usare il secondo grigio – terza tacca in basso da sinistra – come riferimento per l'esposimetro in Spot).
- Non ha importanza il Bilanciamento del Bianco al momento dello scatto il software lo bilancia da sé, ed alla fine é probabile che anche i valori segnati in LightRoom possono variare leggermente prima e dopo l'applicazione del profilo.
- La resa dell'obbiettivo usato per la foto puó influenzare il profilo creato. Ovviamente é il caso di scattare entrambe le foto di riferimento con lo stesso obbiettivo.
Creazione del profilo secondo Adobe
Fatte le foto di riferimento, la parte difficile del procedimento é fatta.
I passi da fare una volta davanti al computer sono banali.
Qui di seguito viene descritto il procedimento con il software X-Rite (con il software Adobe é simile).
- Importare le foto nel computer (in formato NEF, se si usa una Nikon), metterle in una cartella e dargli un nome decente (che so, ProfilazioneD700_D65.nef)
- Con il software DNG Converter si convertono le foto in formato DNG (spiegare questo passaggio é un insulto all'inteligenza....).
- Aprire il software ColorChecker Passport, impostare "Dual illuminant DNG"
- Trascinare le foto di riferimento nella finestra del software
- Nell'improbabile caso il software non riesca a riconoscere i limiti della ColorChecker, spostare a mano i punti verdi ai quattro angoli della CC (si puó zoomare nella foto)
- Alla richiesta di salvare, dare un nome che abbia senso al file
- Attendere
- Fatto.
Ora il profilo é a disposizione nel Menu "Develop" di LightRoom, nell'ultimo pannello in basso ("Camera Calibration").
"Fisicamente", é un file con estensione .dcp che su Mac si trova nella cartella:
/Users/[User]/Library/Application Support/Adobe/Camera Raw/Camera Profiles
Su Windows7 invece: PATH/PATH/PATH (se qualcuno lo scrive nei commenti mi fa un favore....)
Cosa me ne faccio del profilo creato?
Ci sono essenzialmente due modi per utilizzare il profilo:
- Manuale
Cioé selezionando la foto da abbinare al profilo, e dal monulo Develop di LightRoom imposto il profilo creato.
Ha senso usare questo metodo se ho un profilo creato appositamente per una determinata situazione, e mi serve solo per un set di fotografie.
Normalmente questi profili sono realizati in maniera leggermente differente da quelli generali: viene fatta una sola foto alla Color Checker, elle condizioni di luce del set a cui intendo applicare il profilo. Nel software di X-Rite si crea il profilo impostando "Single Illuminant Profile".
Il procedimento é esattamente lo stesso, ma il profilo sará applicabie solo ale foto scattate in quelle determinate condizioni (es riproduzioni, serie di foto fatte in una particolare luce mista o con una particolare fonte di luce, etc.).
- Automatico – Assegnare automaticamente un profilo ad ogni foto realizzata da una particolare fotocamera
É l'uso piú generale che si fa di un profilo a doppio illuminante.
Una vlta creato il profilo, poso fare in modo che ogni volta che importo in LightRoom una foto venga assegnato automaticmante il profilo corretto.
Per le foto giá presenti in catalogo, devo necessariamente assegnare il profilo manualmente (anche in batch, usando la funzione "CopyPaste Settings").
Il procedimento é semplice:
- Nelle preferenze Generali, attivo "Make default specific to camera Serial Number".
In questo modo, abilito la possibilitá di assegnare delle impostazioni specifiche ad un preciso esemplare di DSLR (identificato dal SN, che si trova negli EXIF).
- A questo punto si sceglie una foto fatta con la fotocamera che abbiamo profilato, e si va nel pannello Develop.
Si imposta il profilo della fotocamera, e tutte le altre impostazioni che si vogliono rendere di default.
[Nota: Qualsiasi impostazione verrá applicata automaticamente ad ogni foto importata da questo momento in poi. Ad esempio, io ho impostato il Contrasto a 0, invece del +25 del default Adobe. Ma si puó impostare qualsiasi altra cosa nel pannello Develop]
- Schiacciare il tasto "Opt", su Mac, o il tasto "Alt" (credo) su Windows, e contemporaneamente "Set Default" (in basso a destra del pannello Develop, appare nel momento in cui si schiaccia Opt/Alt).
Si apre una finestra di questo tipo:
Si puó quindi impostare il default per quella macchina, o cambiarlo, o riportare tutte le regolazioni al default di Adobe.
Finito.
Per approfondire l'anatomia del profilo secondo Adobe, consiglio di fare riferimento all'ottim descrizione presente sul blogi del Boscarol, a partire da QUESTA PAGINA
É una cosa piuttosto tecnica, che non reputo fondamentale ripetere qui su Nikonland.
a_ per Nikonland © 13/11/2011
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90 Comments
Vanno tutte bene, sono tutte lampadine a incandescenza, quindi con CRI=100.
Le lampade dicroiche hanno l'unica differenza che il riflettore lascia passare (da dietro quindi) i raggi infrarossi, riducendo il riscaldamento prodotto dai raggi luminosi della lampadina che ora non hanno più gli IR o ne hanno meno, ma non cambia niente nello spettro visibile.
Per lo scanner si usano dei target chiamati IT8
Non puoi.
Non puoi produrre il file DNG necessario alla creazione del profilo "alla Adobe".
evei necessariamente usare gli standard IT8 (ammesso che ne esistano ancora di freschi... ) e creare un profilo ICC da applicare in seconda battuta.
a_
avete ragione, non avevo pensato al fatto del dng però sarebbe stata un ottima idea comunque quella era solo curiosità (non necessità) acquisterò queste lampade con irc100....
il setup che ho postato qualche post più indietro dite che va bene o ci sono troppe dominanti in ballo?
Non darti pena per le dominanti.
La luce non si riflette su nessuna superficie colorata, e se la luce ambiente é sufficientemente bassa se confrontata a quella delle lampadine (cosa facilissima da ottenere) non hai nessun problema.
La cosa piú difficile in realtá é l'uniformitá dell'illuminazione.
Le dominanti si annullano per il semplice fatto che tutta la luce arriva dalle lampade.
E per l'uniformitá, se le lampadine sono due ed alla stessa distanza dalla CC, il problema é giá risolto.
a_
Ah ok andre grazie mille...pensavo fosse una cosa un pò più "complicata"....diciamo da tenere maggiormente sotto controllo....
[...]
Clicca qui per leggere l'article
Leggendo i post di questa pagina ovvero sul problema delle lampade a filamento tradizionali andate oramai fuori commercio (per motivi di risparmio energetico), ed all'alternativa di adoperare le alogene a 2750°K , mi domando: ma ha motivo effettuare una profilazione per una temperatura colore per una luce che sta andando in disuso, mentre potrebbe veramente essere più utile profilare per una qualità di luce alogena che posso trovare nella pratica fotografica?
Il problema non é tanto di temperatura colore, soprattutto perché ormai la grande parte deille lampade fluorescenti ha una temperatura simile a quelle ad incandescenza.
Il problema é nella completezza dello spettro luminoso.
Le lampade a fluorescenza hnno lo spettro a righe, le lampade led peggio.
Per cui non é ancora disponibile uno standard, soprattutto per avere la garanzia di una riflessione coerente da parte del target.
Le lampade alogene (quindi ad incandescenza) sarebbero ideali, e se non si ha a disposizione una lampadina al Tungsteno lo sono anche nella pratica.
Il problema é tutto del software Adobe, che "pretende" una illuminazione al Tungsteno anche se é perfettamente in grado di gestire le alogene.
Se si usa un'alogena va quindi obbligatoriamente usato il software X-Rite (che io consiglio in ogni caso).
Magari alla fie il profilo sará un poco piú limitato (perché le lampade alogene hanno una temperatura piú alta), ma senz'altro la qualitá sará molto alta, se si é riusciti ad illuminare bene il target.
a_
Ho creato un profilo ieri con doppia illuminante, ombra e tungsteno purtroppo i file della d800 sono troppo grossi per il software x-rite così ho scattato in dx ed è andato tutto liscio dopo la conversione in dng. Devo dire che il profilo è sovrapponibile a quello di adobe in camera raw,mentre si discosta parecchio dai preset nikon.
Ogni tanto fa bene una rinfrescatina a questo articolo che trovo veramente utile.
A seguito della sostituzione del PC avevo perso i profili creati per la D3 e per un po' (un po' tanto....) mi son dimenticato di ripristinarli.
Ho così preso i vecchi scatti alla color checker e rifatto l'intera procedura. Aprendo nuovamente i raw delle foto scattate nel frattempo e sviluppate con il profilo di default, ho applicato quello specifico della fotocamera e... Miracolo! Ho delle sensibili differenze sui colori rosso, rosa e fucsia.
Spero non ci sia nessun problema ad aver recuperato i vecchi scatti alla color checker (che risalgono a diversi anni addietro): la macchina è sempre la stessa.
Mi è balenata l'idea di profilare anche il sensore della V1. Ce n'era veramente bisogno?
Mah, direi che a giudicare dalle differenze emerse anche si: qui gli scostamenti più evidenti sono sul blu,viola e rosso.
Colorchecker con le due varianti
e scatto test sviluppato con Adobe Standard e il profilo creato
Wow!
Beh, mi pare che la aturazione sia piú alta praticamente dappertutto, e vista la vocazione "da istantanee" della V1 non puó che fare piacere.
a_
Praticamente lo stesso risultato che ho avuto io profilando la D700 (co lo stesso sensore della tua D3).
Magari é un caso, magari é una caratteristica di quel sensore...
Per "l'etá" dei RAW non ci sono problemi.
Ammesso che la resa di un sensore cambi in maniera sensibile col tempo (ma non mi pare di avere mai letto nulla del genere), certamente la variazione é minima, e molto minore dela precisione di un profilo del genere.
a_
Nemmeno io ho mai letto nulla del genere ma sai.... Con il fatto che la calibrazione del monitor va ri-fatta periodicamente, mi era venuto il sospetto che valesse anche per il sensore.