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Photo Show 2013: ma ci siete stati o no?


Photo Show 2013, l'appuntamento di Milano con il mercato della Fotografia.

E' un rito, ogni 2 anni mi tocca. Voglia o non voglia, devo andarci. E' così da quando si chiamava SICOF, ma quelli erano altri tempi. Allora non bastava un giorno per visitare la Fiera della Fotografia italiana. Oggi, se non si è dispersivi, onestamente sono sufficienti un paio d'ore. E in questo grigio e piovoso sabato di fine Marzo, si è confermata questa triste tendenza. Ma veniamo ai fatti. La sede della vecchia fiera ospita la manifestazione. E' tutto contenuto, con ampio agio, nel solo padiglione 3.

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Corridoi mezzi vuoti ed è quasi mezzogiorno

Chi c'è. Forse meglio dire chi NON C'E'! Ho fatto 5 volte il giro del padiglione ma di Polyphoto (distributore Leica) non vi era traccia. Pensare che volevo vedere e toccare con le mie manacce la nuova Leica M, che oggettino fantastico. Invece niente. Mancato appello anche per Mafrotto trading. Boh? Quindi ad occupare spazio e volume ci hanno pensato i 3 colossi Nital, Sony e Canon. Nelle piazze d'armi lascite libere, i tre moschettieri hanno messo in scena ogni possibile amenità: dalla ballerina di flamenco alla gioco di gruppo (?). Mancava lo spogliarello e la pole dancing, ma credo che sarà per la prossima edizione. Non sono certo, ma queste trovate mi sembra che comincino ad interessare sempre meno i visitatori. Non ho dovuto attraversare la calca impenetrabile di fotoamatori rapiti nel fotografare la scosciata di turno. Una volta succedeva, succedeva eccome!
Da Nikon user, mi sono contcentrato sullo stand di massimo coinvolgimento (capirete): Nital. Enorme, e articolata in differenti sezioni, la postazione Nital mette in mostra il parco Nikon. Solita ressa alla balconata teleobiettivi, ma tra i big gun non c'è il nuovo 800/5.6.

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La balconata dei Tele Nikon.

Sul retro il caffè Nital, area riservata dedicata agli incontri particolari, su invito, credo, o per conoscenza. Fatto sta che mentre passo di lì scorgo seduto ad un tavolo, intento in conversazione con una maglia nera Nital, la persona con cui sostenni (oltre vent'anni fa) l'orale di Analisi 2. E chi è? Ma è Lello Piazza, per anni foto editor di Airone, oltre che, appunto, docente ordinario del Politecnico di Milano.

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Eccolo lì il grande Lello Piazza con gilè Domke di rito. Ah quanto mi manca quella rivista col bordo giallo!!

Non me la sono sentita di tendergli un agguato all'uscita e fargli un paio di domandoni, anche perché, pochi istanti dopo, ho incontrato un vecchio amico, Sergio, e in sua compagnia ho proseguito la visita dello stand e della fiera tutta. Nital ha deciso di distribuire le borse LowePro. Ce ne accorgiamo svoltando l'angolo dello stand. In ampio spazio è in mostra quasi tutta la produzione corrente LowePro. Questa mossa di Nital significa due cose: primo che ha soffiato la distribuzione all'importatore precedente (Mamya trading) e secondo che han mollato, scaricato, salutato, Tenba. Infatti in tutta la fiera le borse e gli zaini Tenba si potevano vedere solo sulle spalle dei visitatori. Ma il punto clue, l'hot spot dello stand è il bancone di prova macchine e obiettivi. Diligentemente mi metto in coda ed aspetto il mio turno.

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Il 200/2 tira sempre

Senza troppi spintoni, ricevuti, arrivo al bancone e una signorina GENTILISSIMA (devo ammettere che il personale degli stand quest'anno l'ho trovato squisitamente amichevole sarà la crisi??) mi permette di maneggiare e fare due scatti con la D800, quindi di provare il nuovo e leggero Nikon 70-200/4. Impressioni. Della D800 non posso che dire bene. Dopo aver tolto dai piedi tutte le impostazioni automatiche che erano settate ed averle fatto digerire il mio 16/2.8 AIS, è una macchina che mi fa sentire a casa. Il mirino è migliorato rispetto alla D700 e, ma è una sensazione e va presa come tale, il clack dello scatto mi pare meno rumoroso. O no? Che dite o voi che l'usate?

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QUello che ride è il mio amico Sergio, l'altro son io

Il 70-200/4 è piccolo, ma non corto, e leggero. E' vero, l'anello treppiedi è venduto a parte! Sono ridicoli, in 1500 euro proprio un supporto treppiedi non riuscivano a farlo stare. Consiglio tutti gli acquirenti presenti e futuri di questo bell'attrezzo, di rivolgersi alla produzione Kirk che sarà sicuramente migliore del supporto Nikon e, soprattutto, così glie la si fa pagare...miserabili. Il VR3? Per quel che vale la mia prova ... acceso era acceso, ma ad 1/60 per 200 mm la foto è mossa. Boh?

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1/60 @ 200mm + VR On.. è mossa, chissà cos'ho combinato
Nel bordello avrò sbagliato qualcosa, ma non è che sia a digiuno di VR... il mio 70-200/2.8 VRII lavora bene e 1/60 è garantito. Così il 200-400/4 VR II a mano libera a 400mm ad 1/200 la foto si fa e lo stesso con il 600/4 VR.
Sicuramente ho sbagliato qualcosa, perché mi pare strano. Fatto sta che è evidente che il VRIII non fa gridare al miracolo nel paragone con il VRII. A chi lo comprerà, e lo userà, l'ardua sentenza. Il resto del padiglione Nital sono opuscoli e … casino.

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questo è uno scatto impossibile D300 + 600/4 a mano libera.I dati EXIF sono lì da leggere.
Il VR Nikon funziona: allora cosa ho combinato con il nuovo 70-200/4 ??

Allo stand adiacente, sono parenti, c'è Fowa che, sorpresona, presenta i flash Metz monotorcia da studio!! Fantastico, quanti anni ci hanno messo per capire che il nome Metz poteva essere venduto anche in quell'ambito. Non posso dire nulla su quel prodotto, non ho dati di comparazione per confrontare con equivalenti torce Bowens, ma certo è che era ora.


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Lo stand Pentax in orbita Nital-Fowa. Che ingordi!

Dopo una fermata di pura curiosità alla Pentax (marchio in scuderia a Nital - Fowa) dove osservo con piacere il nuovo 560/5.6, un tele pensato proprio per i fotonaturalisti digitali (bravi progettisti pentax) faccio un balzo da Mamya Trading, distributore di Sigma. Volevo provare il Fisheye 15/2.8 AF, e l'ho fatto. Anche qui ringrazio la pazienza e la gentilezza del personale addetto al banco prove. Il 15/2.8 Sigma ha una MDF di soli 15 cm. Ecco spiegato il suo successo rispetto al 16/2.8 Nikon che si ferma a soli 25 cm. Sott'acqua vuole dire tantissimo!! Ma questo è un altro discorso, un po' lungo.

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Veduta 15mmSIgma: "va che bel"

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Foto del 16 con il 15 alla MDF in AF. Talvolta parliamo arabo.

Già che c'ero ho voluto toccare con mano il Sigma 35/1.4 e il nuovissimo Sigma 120-300/2.8. L'impressione è quella di una svolta. Sigma si è messa a fare cose SERISSIME. Il costo di questi due oggetti è sempre competitivo, ma siamo di fronte a vetri di costruzione robusta, pensati per esserere usati tutti i giorni. Bravi, che dire di più: che se non avessi già svuotato il conto in banca per il 200-400/4 Nikon avrei guardato con seria cupidigia questo 120-300/2,8 OS. Too late! Il 35/1.4 invece è semplicemente fantastico. Se avessi un minimo interesse per questa focale, lo bramerei visceralemente.

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Scatto rpova con il SIgma 35/1.4 diaframmato a f/2

Non sto qui a descrivere con dettaglio gli altri stand della fiera, chi è interessato sul web può trovare di tutto e di più. Voglio però spendere due righe sugli spazi di contorno.

Il mercatino dell'usato. Le bancarelle erano tante. Con tante cose che mi han fatto sentire vecchio. Sì perchè lì dietro ad una griglia da pollaio, sotto un pannello il plexiglass graffiato, giacevano oggetti che ricordo d'aver visto al centro della Fiera, al loro tempo. F4, F5, il Nikon Ais 500/4 P che ricordo d'aver fotografato in vetrina montato su un cavalleto con F4 in canna (era il 1990 o il '91). Ma l'occhio mi è caduto sul Nikon worst wide angle lens, il 18/2.8 AF-D. Ovviamente ho chiesto di provarlo. Un esemplare praticamente nuovo, con tanto di sacchettini di plastica ad avvolgere obiettivo e paraluce. E tanto WORST non si è rivelato.

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Nikon AF18/2.8 D a f/2.8 non è mica male!

Worst era invece il prezzo richiesto: 850 Euro. Bravo! E' stato il commento che mi è scappato. Bravo perchè se riesci a prendere quella cifra per un oggetto di oltre venti anni fa, che non brilla per qualità assoluta, specialmente in accoppiata con le nuove digitali Full Frame, beh, se ci riesci allora sei proprio Bravo con la B maiuscola.

Le mostre: ce ne sono tante. Interessanti alcune, inutili molte, già viste altre. Mi ha colpito lo stand di Mondadori con le opere di Mario De Biasi. Esplorando la mostra mi soffermo su uno scatto non bellissimo, in assoluto, ma leggendo la didascalia di quella stampa bianco nero (digitale), mi commuovo. Sono le mani grosse e callose di un EROE del '900. Sono le mani di Walter Bonatti riprese nel 1963, mani che avevano già toccato le più ripide pareti delle alpi occidentali, il Dru, il Cervino, il Pilone Centrale del Bianco; mani che si erano scorticate con il canapone e con i cunei di legno.

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Grazie ad Adriano che ha avuto il buon senso di fare una foto al quadro in questione.

Leggo "Opere in vendita".
Per farsi male vado a chiedere: "Signorina scusi, con opere in vendita significa che...?" e una coppia di bellissime, giovanissime e gentilissime operatrici Mondadori mi spiegano "... ma che le vendiamo". "Si, ok, va bene. Ma quelle esposte, o cosa?". Mi spiegano che sono a tiratura limitata, numerata e firmata dallo stesso De Biasi. E qui comincia ad allontanarsi nello spazio, a sfumare nel vuoto, la mia ipotesi di appendere Bonatti in salone. Inoltre, aggiungono, proprio quelle esposte sono opere uniche. Ecco che la parete, sopra la credenza, rimane vuota. Ma, proseguono, c'è lo sconto fiera che è del 30% !! Ciumbia! Quindi il Bonatti lo porto a casa per soli 3000 Euro. Un affare! Ma sì tanto sopra la credenza ci vedo bene anche un bel paesaggio canadese di quelli che ho fatto lo scorso anno in Quebec. Mondadori tira avanti anche senza il mio contributo.
E qui e là, tra una mostra e l'altra, ci sono seminari, dimostrazioni di stampa, servizi stampa fine art e qualche stramberia e amenità.

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Stampe di qualità Epson ... o Canon

Tra le più originali stranezze devo citare gli elicotterini per fotografia aerea, gagliardissimi, ma forse di difficile utilizzo in un paese che difende, per legge, tanti, tantissimi luoghi "sensibili" come, mi sovviene, la strategica linea ferroviaria Novara - Varallo, vulnus dei collegamenti del nord Italia.

Mi soffermo ad un seminario sulla street photography tenuto dal simpatico fotografo Stefano Corso. Stefano racconta del suo approccio alla fotografia di strada e si sofferma, anche sollecitato dai presenti, sui problemi legati alla ripresa della gente, le liberatorie, le firme, i problemi connessi alla pubblicazione dei volti umani. La conferenza si trasformerebbe in un bel dibattito, se non fosse per il fastidioso tunz tunz della disco dance dello stand Canon, lì adiacente. Comunque bravo a Stefano, una conferenza piacevole, interesasnte e utile. Infine, un consiglio ai titolari dello stand di IMAGE Magazine: le foto alle pareti ... possono distrarre.

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Stefano Corso durante il seminario

Curioso invece lo stand dei lettori di portfolio, una batteria di tavolini di esaminatori ed esaminandi. Onestamente questa è una cosa che non capisco, è oltre le mie capacità di comprendonio. Perché la gente deve mostrare un portfolio ad un signore estraneo che, suppongo, sarà chiamato a produrre un qualche giudizio. Al di là dei titoli che l'esaminatore sicuramente vanta nel curriculum, a che pro tutto ciò? Se il giudizio emesso è negativo cosa deve fare il malcapitato, smettere di fotografare? E se è positivo, abbandonarsi alla professione? Tanti auguri! Scopro inoltre che esistono delle gare di Portfolio. A questo punto mi arrendo. Vengo catturato invece da una piccola edicola dove tale Settimio Benedusi è disposto alla qualunque, almeno così dice il cartello. Non me ne voglia Settimio, ma proprio non lo conoscevo. Sul web la ricerca mi ha condotto al suo sito. Ho visto i suoi soggetti: la svanzica è sempre un gran soggetto. Avessi saputo mi sarei messo in coda anch'io per chiedergli semplicemente : come hai fatto ?

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Settimio sei un Grande.

Me ne vado dalla fiera non senza un passaggio da HF Distribuzione, dove una ragazza rossa di capelli e simpatica mi arpiona e riesce, senza difficoltà, a farmi comperare un libro. Beh brava lei come venditrice, ma ha avuto gioco facile perché il libro che ho adocchiato era Dies Irae di Paolo Pellegrin edito da Contrasto. Una raccolta di immagini da fucilata negli zebedei eseguiti magistralmente da, forse, il più potente fotografo italiano di guerra (e altre varie disgrazie umane) attualmente in attività. Effettivamente questa raccolta di Pellegrin è molto cupa, speravo di trovare qualche fotocolor di quelli che ho visto negli ultimi due lavori su NG Magazine, ma ho cercato invano. In questo volume Pellegrin non ha lasciato spazio alla speranza. E io ho tirato sul prezzo: sconto fiera e ci vediamo nel 2015.

Valerio


54 Comments

Foto
Max Aquila
apr 11 2013 00:24
certo che se qualcuno pensa di potersi fare un idea dell'uso di un obiettivo provandolo in quella bagarre...

Diciamo che e' giusto per toccare con mano oggetti che si desidera valutare ad occhio ma che sara' meglio provare per bene altrove.

Dei fanatici parlo indirettamente qui
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Paolo Tagliaro
apr 11 2013 08:19

Forse il trattamento antiriflessi è l'unico argomento che Nikon ha per contrastare l'eccellente, per molti versi superiore, Sigma 35mm f/1,4.


Su questo aspetto ci andrei molto cauto, sono un estimatore del 35 Nikkor ma non per il trattamento antiriflessi, buono ma non miracoloso.
Andrei invece a fare le pulci allo sfocato e alla resa nei reportage in luce naturale, unico punto dove potrebbero emergere le scelte di compromesso che lo portano a non eccellere in nulla per soddisfare sempre.
Oppure si potrebbe discutere del design... :GrattaTesta:
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giannizadra
apr 11 2013 09:03

SIgnori, sul mio blog Fotobestiali ho raccolto la seguente critica al pezzo di cui sopra (testè riportato)


Credo tu debba pensare seriamente a un nuovo nome per il tuo blog. Trovo che "Commentibestiali", per esempio, sarebbe più acconcio ai lord inglesi che vi intervengono.
Personalmente ho trovato eccellente il 35/1,4 Sigma di Spinoza, forse anche migliore dell'omologo Nikkor G, in luce diurna frontale e laterale.
Non li ho però provati insieme, né in condizioni di illuminazione critiche. Dubito che una ditata (a meno che non sia clamorosa...) possa "da sola" cagionare flare asimmetrico. Ma non ho visto la foto...
PS. ... E non sbavo per l'assistenza post-vendita.
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Valerio Brùstia
apr 11 2013 13:31
Ma no Gianni, in un anno e qualche mese che gioco con sto blog, questo è il primo commento bizzarro che raccolgo.
Il linea di massima la gente ragiona sugli stessi parametri, a meno di deformazioni della percezione. E il mio articolo non è offensivo per nessuno, certo che non canto lodi a Nital, che non credo proprio ne senta la necessità. Non sarebbe comunque nel mio sentire, visto che sono un po' allergico alle grandi "concentrazioni" e ai padri padroni. Nital fa i suoi affari e, se esiste ancora libertà d'arbitrio, io tu e tutti ci facciamo i nostri. E ci mancherebbe! Ecco per qualcuno, evidentemente questo concetto non è così intuitivo e scontato. Ho riportato qui quel commento proprio per sottolineare questa bizzarria.

Per il flare: sì, lo scatto che ho messo non è significativo, comunque la lente frontale era bella zozza.

ciao

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