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La Fotografia Digitale, il NGM e uno dei miei Eroi.
nov 12 2012 01:00 |
Valerio Brùstia
in Reportage
Harvey, ma che mi combini?
Quando mi è arrivata la copia del NG Magazine di Ottobre 2012 ho fatto un balzo nel leggere che il servizio centrale, dedicato a Rio de Janeiro sede delle olimpiadi del 2016, portava la firma di Harvey. Rapidamente ho cercato le pagine di quel servizio e...
L'ho sfogliato con avidità. Poi l'ho riguardato una seconda volta. Poi una terza. E alla fine mi son detto: Harvey non ha più voglia.
Sì perché le immagini di questo servizio non sono da "Harvey", o meglio non sono quelle che mi sarei aspettato da un Harvey! Non stiamo parlando di "Ciccio LaQualunque", ma di uno dei più grandi autori della rivista più importante del mondo. Per intenderci, solo alcune immagini di questo servizio funzionano a dovere, altre sono troppo scollegate dal contesto o poco incisive e nel complesso questo lavoro non è particolarmente meritorio.
Non potendo in questa sede inserire le foto del Magazine consiglio di procurarsi una copia della rivista oppure collegarsi al portale di National Geographic e cercare nell'archivio il numero di Ottobre 2012.
Il servizio inizia a pagina 73-74 con un scatto fenomenale, è la foto di una festa della Rio "bene" e ti cala immediatamente nella vicenda. La rivoluzione che dovrà subire Rio per accogliere le Olimpiadi sarà pagata da tutti i suoi abitanti. Ma se i poveri delle Favelas avranno solo da guadagnarci, saranno le classi più abbienti a trovarsi costrette cedere un po' di privilegi, perché la stridente sperequazione sociale dovrà in qualche modo essere ridotta. Il volto della donna mascherata, a sinistra nella foto, trasmette questa preoccupazione. Non è uno sguardo amichevole, ma quasi allarmato, come se temesse il furto di qualcosa. Poi ci sarà comunque chi trarrà ottimi guadagni da questo evento e sulla destra, i gentlemen in giacca e cravatta, lo sanno. Sia come sia, il Mondo non deve ficcanasare troppo nelle vicende del Brasile! Sono gli occhi piccoli del signore paffutello in basso a destra a trasmettere questo avvertimento. Ecco lo scatto di Harvey racconta tutto questo in modo magistrale. Fine, sì perché il resto del servizio non vale quanto l'apertura.
A pagina 74-75 una ragazza riceve un pallone in spiaggia . I colori di questo scatto non sono degni di una vecchia D70, fotocamera che Harvey ha magistralmente utilizzato a Cuba diversi anni fa. Questa foto invece non mi parla delle contraddizioni del Brasile, ma di Gabicce Mare a Ferragosto.
Le dieci pagine successive sono a soffietto e aprono su una veduta aerea della città con Cristo del Corcovado e Pan di Zucchero sullo sfondo, il tutto nella luce del tramonto. Un foto-merge dignitoso, e ci sta bene nel racconto di suburbia - favelas - uptown miscelate. Invece le 12 foto che arredano le contro-pagine sono poco incisive (ad esclusione di un paio). Il grosso sono foto di "riscaldamento", altre sono di "mestiere". Se non proprio sbagliate in senso tecnico, come nella foto a pagina 76 in basso che ritrae una coppia che segue in TV la parata del carnevale: nell'illuminarla con il flash pop-up della fotocamera, Harvey non ha potuto evitare che il naso del 24-70 Nikon disegnasse la sua bella ombra sui piedi della signora spettatrice. Come faccio a sapere questi dettagli? Lo spiego più avanti.
Infine non salva il servizio la pur splendida doppia pagina di chiusura un notturno sulla spiaggia di Rio, in quanto non riesce ad illustrale il fenomeno della democrazia sociale delle spiagge di Rio, fenomeno a cui invece rimanda la didascalia.
Ma che diavolo è successo al grande David Alan Harvey??
Sky - National Geographic Channel: "Le migliori foto di National Geographic".
Un tempo, per sapere come e con che cosa i fotografi di NGM catturassero quelle straordinarie immagini, occorreva attendere qualche numero speciale ad hoc. Oggi invece NG Channel realizza la rubrica "Le migliori foto di National Geographic" dedicate all'uopo. Sono vere e proprie monografie di mezzora che raccontano il lavoro sul campo del fotografo, applicato ad uno specifico servizio. E' così che ho potuto godermi le avventure di Paul Nicklen nell'intento di cogliere la foto sub di un tricheco al pasto o il racconto di come abbia avvicinato lo Spirit Bear nelle foreste della British Columbia. E poi l'ultimo Kodachrome di Steve McCurry, le avventure di David Doubilet ad inseguire lo Squalo Bianco e tante altre ancora.
Ad Ottobre 2012, in contemporanea con l'uscita del Magazine, NG Channel ha mandato in onda il "dietro le quinte" del servizio di Alan Harvey a Rio de Janeiro. Nel servizio di NG Channel scorrono molte immagini che non hanno trovato spazio sulla rivista. Giustamente l'editor deve fare delle scelte, e ogni mille scatti solamente 2 o 3 saranno destinati alla stampa del periodico. Credo che 'sta volta la redazione fotografica di National Geographic Magazine abbia fatto un po' di sciocchezze, perché tra gli "scarti" delle foto di Harvey ci sono immagini molto più incisive e significative di quelle pubblicate sulla rivista!! Che diamine!! Ad Harvey non è capitato un bel nulla, è sempre il diavolaccio che ho imparato ad apprezzare in tanti anni di fotografia, che mi ha fatto guardare luoghi di cui non supponevo nemmeno dell'esistenza. Insomma, lui ha fatto il suo mestiere come lo sa fare e senza deludere le aspettative! L'editing del Magazine no. Il filmato dunque scagiona il buon Harvey da ogni addebito confermando, anche in questa occasione, quale manico di professionista sia.
Un tuffo nella borsa foto di Harvey a Rio de Janeiro.
Osservando con occhio attento lo speciale di NG Channel, si comprende chiaramente quali siano i ferri del mestiere che Harvey ha deciso di utilizzare in questa occasione. Sono quarant'anni che Harvey gira il mondo per il NGM e ha sempre viaggiato molto leggero. Nella sua Domke trovavano posto 2 Leica a telemetro con obiettivi quali il 24 il 28 il 35 e il 50. Non so dire di che luminosità, ma trattandosi di Leica M anche gli f/1.4 non sono troppo ingombranti e poi stiamo parlando di Harvey... se certi oggetti non li usa lui ... Comunque non lo so. In passato per riprese tele si era affidato al 70-200/2.8 USM Canon. Qualche anno fa fece il balzo digitale e dimostrò a se stesso, prima che a tutto il mondo, che il digitale delle Nikon D70 era spettacolare se paragonato ad una qualunque pellicola 35mm. Parole sue: "con il digitale posso vedere nel buio". E dal buio tirò fuori una notevole raccolta di ritratti cubani. Questa volta per il Brasile, Harvey si è portato la Nikon D700 armata di 24-70/2.8 AF-s G, la Leica M9 con non so quali M glass e la minuscola Nikon V1(!!). Ma secondo voi un uomo abituato a macchine minime si sarebbe sgroppato su e giù per le favelas di Rio un elettrodomestico come il seguente?
NO! Infatti da minimalista qual'è, ha spolpato all'osso il cassone, riducendolo al minimo possibile. Cioè a quanto segue.
Harvey ha deciso di avvalersi della qualità ottica del 24-70/2.8 AF-S G di Nikon e di uno dei sensori più performanti mai prodotti dall'industria fotografica: il sensore 24-36mm da 12 Mp della fortunata serie D3/D700. Non solo, ha scelto di sfruttare anche il flash integrato on camera, così da risparmiare ancora peso e ingombro. Effettivamente, sfruttando gli alti iso del sensore D700, il flash pop-up può essere sufficiente per luci di schiarita, ma attenzione: il 24-70 è un obiettivo ENORME! Le dimensioni di questo barilotto interferiscono con la copertura del piccolo flash della D700. E questo effetto è registrato chiaramente nella foto del a pagina 76 in basso. Poi però il grande Alan si sarà detto: "E che cacchio, non posso mica portare a casa 'sta roba qua!" ed è ricorso ad uno dei vetustissimi grandangoli AF "corti" di Nikon, passando quindi al un assetto simile al seguente.
Con il piccolo grandangolo ha proseguito la sua esplorazione notturna attorno al Sambodromo di Rio durante le celebrazioni del carnevale, scattando immagini interessanti che, comunque, il Magazine ha deciso di non utilizzare. Tutto questo si evince dal documento di NG Channel, non ho inventato niente, è tutto lì da vedere. Certo, fa pensare che l'accortezza del fotografo non sia stata premiata da una eguale attenzione del foto editor.
Uno spunto per una riflessione squisitamente tecnica.
Certamente gli AF vecchia serie sono vetri meno performanti delle nuove generazioni di ottiche AF-S G con Nano Cristalli, però sono PICCOLI e certi problemi, parecchio più significativi di un leggero difetto di coma o di una minore incisione generale, non li presentano. Chissà quando Nikon si deciderà a rinnovare il parco degli obiettivi piccoli. La serie D3/D700 è ormai fuori produzione, e quindi per questa generazione si è persa l'opportunità. Chi preconizza la presentazione di queste lenti unitamente alla futura mirrorless (quando arriverà), fa un bel ragionamento, ma il fatto è che a tutt'oggi sulla baionetta Nikon, davanti ai nuovissimi sensori D4, D800 e D600, se vogliamo mettere un obiettivo piccino siamo costretti a fare come Alan Harvey cioè ricorrere a costruzioni di almeno 15 anni fa, ossia strumenti pensati per la pellicola e non per la piastrella digitale. Una soluzione di compromesso, ma questo è in un mondo di tecnologia in continua e scostante evoluzione. E a noi rimane solo da adattarci, del resto lo fanno anche i fotografi di NGM!
Un saluto a tutti, vado a finirmi la birretta
Valerio
Quando mi è arrivata la copia del NG Magazine di Ottobre 2012 ho fatto un balzo nel leggere che il servizio centrale, dedicato a Rio de Janeiro sede delle olimpiadi del 2016, portava la firma di Harvey. Rapidamente ho cercato le pagine di quel servizio e...
L'ho sfogliato con avidità. Poi l'ho riguardato una seconda volta. Poi una terza. E alla fine mi son detto: Harvey non ha più voglia.
Sì perché le immagini di questo servizio non sono da "Harvey", o meglio non sono quelle che mi sarei aspettato da un Harvey! Non stiamo parlando di "Ciccio LaQualunque", ma di uno dei più grandi autori della rivista più importante del mondo. Per intenderci, solo alcune immagini di questo servizio funzionano a dovere, altre sono troppo scollegate dal contesto o poco incisive e nel complesso questo lavoro non è particolarmente meritorio.
Non potendo in questa sede inserire le foto del Magazine consiglio di procurarsi una copia della rivista oppure collegarsi al portale di National Geographic e cercare nell'archivio il numero di Ottobre 2012.
Il servizio inizia a pagina 73-74 con un scatto fenomenale, è la foto di una festa della Rio "bene" e ti cala immediatamente nella vicenda. La rivoluzione che dovrà subire Rio per accogliere le Olimpiadi sarà pagata da tutti i suoi abitanti. Ma se i poveri delle Favelas avranno solo da guadagnarci, saranno le classi più abbienti a trovarsi costrette cedere un po' di privilegi, perché la stridente sperequazione sociale dovrà in qualche modo essere ridotta. Il volto della donna mascherata, a sinistra nella foto, trasmette questa preoccupazione. Non è uno sguardo amichevole, ma quasi allarmato, come se temesse il furto di qualcosa. Poi ci sarà comunque chi trarrà ottimi guadagni da questo evento e sulla destra, i gentlemen in giacca e cravatta, lo sanno. Sia come sia, il Mondo non deve ficcanasare troppo nelle vicende del Brasile! Sono gli occhi piccoli del signore paffutello in basso a destra a trasmettere questo avvertimento. Ecco lo scatto di Harvey racconta tutto questo in modo magistrale. Fine, sì perché il resto del servizio non vale quanto l'apertura.
A pagina 74-75 una ragazza riceve un pallone in spiaggia . I colori di questo scatto non sono degni di una vecchia D70, fotocamera che Harvey ha magistralmente utilizzato a Cuba diversi anni fa. Questa foto invece non mi parla delle contraddizioni del Brasile, ma di Gabicce Mare a Ferragosto.
Le dieci pagine successive sono a soffietto e aprono su una veduta aerea della città con Cristo del Corcovado e Pan di Zucchero sullo sfondo, il tutto nella luce del tramonto. Un foto-merge dignitoso, e ci sta bene nel racconto di suburbia - favelas - uptown miscelate. Invece le 12 foto che arredano le contro-pagine sono poco incisive (ad esclusione di un paio). Il grosso sono foto di "riscaldamento", altre sono di "mestiere". Se non proprio sbagliate in senso tecnico, come nella foto a pagina 76 in basso che ritrae una coppia che segue in TV la parata del carnevale: nell'illuminarla con il flash pop-up della fotocamera, Harvey non ha potuto evitare che il naso del 24-70 Nikon disegnasse la sua bella ombra sui piedi della signora spettatrice. Come faccio a sapere questi dettagli? Lo spiego più avanti.
Infine non salva il servizio la pur splendida doppia pagina di chiusura un notturno sulla spiaggia di Rio, in quanto non riesce ad illustrale il fenomeno della democrazia sociale delle spiagge di Rio, fenomeno a cui invece rimanda la didascalia.
Ma che diavolo è successo al grande David Alan Harvey??
Sky - National Geographic Channel: "Le migliori foto di National Geographic".
Un tempo, per sapere come e con che cosa i fotografi di NGM catturassero quelle straordinarie immagini, occorreva attendere qualche numero speciale ad hoc. Oggi invece NG Channel realizza la rubrica "Le migliori foto di National Geographic" dedicate all'uopo. Sono vere e proprie monografie di mezzora che raccontano il lavoro sul campo del fotografo, applicato ad uno specifico servizio. E' così che ho potuto godermi le avventure di Paul Nicklen nell'intento di cogliere la foto sub di un tricheco al pasto o il racconto di come abbia avvicinato lo Spirit Bear nelle foreste della British Columbia. E poi l'ultimo Kodachrome di Steve McCurry, le avventure di David Doubilet ad inseguire lo Squalo Bianco e tante altre ancora.
Ad Ottobre 2012, in contemporanea con l'uscita del Magazine, NG Channel ha mandato in onda il "dietro le quinte" del servizio di Alan Harvey a Rio de Janeiro. Nel servizio di NG Channel scorrono molte immagini che non hanno trovato spazio sulla rivista. Giustamente l'editor deve fare delle scelte, e ogni mille scatti solamente 2 o 3 saranno destinati alla stampa del periodico. Credo che 'sta volta la redazione fotografica di National Geographic Magazine abbia fatto un po' di sciocchezze, perché tra gli "scarti" delle foto di Harvey ci sono immagini molto più incisive e significative di quelle pubblicate sulla rivista!! Che diamine!! Ad Harvey non è capitato un bel nulla, è sempre il diavolaccio che ho imparato ad apprezzare in tanti anni di fotografia, che mi ha fatto guardare luoghi di cui non supponevo nemmeno dell'esistenza. Insomma, lui ha fatto il suo mestiere come lo sa fare e senza deludere le aspettative! L'editing del Magazine no. Il filmato dunque scagiona il buon Harvey da ogni addebito confermando, anche in questa occasione, quale manico di professionista sia.
Un tuffo nella borsa foto di Harvey a Rio de Janeiro.
Osservando con occhio attento lo speciale di NG Channel, si comprende chiaramente quali siano i ferri del mestiere che Harvey ha deciso di utilizzare in questa occasione. Sono quarant'anni che Harvey gira il mondo per il NGM e ha sempre viaggiato molto leggero. Nella sua Domke trovavano posto 2 Leica a telemetro con obiettivi quali il 24 il 28 il 35 e il 50. Non so dire di che luminosità, ma trattandosi di Leica M anche gli f/1.4 non sono troppo ingombranti e poi stiamo parlando di Harvey... se certi oggetti non li usa lui ... Comunque non lo so. In passato per riprese tele si era affidato al 70-200/2.8 USM Canon. Qualche anno fa fece il balzo digitale e dimostrò a se stesso, prima che a tutto il mondo, che il digitale delle Nikon D70 era spettacolare se paragonato ad una qualunque pellicola 35mm. Parole sue: "con il digitale posso vedere nel buio". E dal buio tirò fuori una notevole raccolta di ritratti cubani. Questa volta per il Brasile, Harvey si è portato la Nikon D700 armata di 24-70/2.8 AF-s G, la Leica M9 con non so quali M glass e la minuscola Nikon V1(!!). Ma secondo voi un uomo abituato a macchine minime si sarebbe sgroppato su e giù per le favelas di Rio un elettrodomestico come il seguente?
NO! Infatti da minimalista qual'è, ha spolpato all'osso il cassone, riducendolo al minimo possibile. Cioè a quanto segue.
Harvey ha deciso di avvalersi della qualità ottica del 24-70/2.8 AF-S G di Nikon e di uno dei sensori più performanti mai prodotti dall'industria fotografica: il sensore 24-36mm da 12 Mp della fortunata serie D3/D700. Non solo, ha scelto di sfruttare anche il flash integrato on camera, così da risparmiare ancora peso e ingombro. Effettivamente, sfruttando gli alti iso del sensore D700, il flash pop-up può essere sufficiente per luci di schiarita, ma attenzione: il 24-70 è un obiettivo ENORME! Le dimensioni di questo barilotto interferiscono con la copertura del piccolo flash della D700. E questo effetto è registrato chiaramente nella foto del a pagina 76 in basso. Poi però il grande Alan si sarà detto: "E che cacchio, non posso mica portare a casa 'sta roba qua!" ed è ricorso ad uno dei vetustissimi grandangoli AF "corti" di Nikon, passando quindi al un assetto simile al seguente.
Con il piccolo grandangolo ha proseguito la sua esplorazione notturna attorno al Sambodromo di Rio durante le celebrazioni del carnevale, scattando immagini interessanti che, comunque, il Magazine ha deciso di non utilizzare. Tutto questo si evince dal documento di NG Channel, non ho inventato niente, è tutto lì da vedere. Certo, fa pensare che l'accortezza del fotografo non sia stata premiata da una eguale attenzione del foto editor.
Uno spunto per una riflessione squisitamente tecnica.
Certamente gli AF vecchia serie sono vetri meno performanti delle nuove generazioni di ottiche AF-S G con Nano Cristalli, però sono PICCOLI e certi problemi, parecchio più significativi di un leggero difetto di coma o di una minore incisione generale, non li presentano. Chissà quando Nikon si deciderà a rinnovare il parco degli obiettivi piccoli. La serie D3/D700 è ormai fuori produzione, e quindi per questa generazione si è persa l'opportunità. Chi preconizza la presentazione di queste lenti unitamente alla futura mirrorless (quando arriverà), fa un bel ragionamento, ma il fatto è che a tutt'oggi sulla baionetta Nikon, davanti ai nuovissimi sensori D4, D800 e D600, se vogliamo mettere un obiettivo piccino siamo costretti a fare come Alan Harvey cioè ricorrere a costruzioni di almeno 15 anni fa, ossia strumenti pensati per la pellicola e non per la piastrella digitale. Una soluzione di compromesso, ma questo è in un mondo di tecnologia in continua e scostante evoluzione. E a noi rimane solo da adattarci, del resto lo fanno anche i fotografi di NGM!
Un saluto a tutti, vado a finirmi la birretta
Valerio
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29 Comments
Ma...Valerio, la tua lettura della reazione dei Cariocas ai lavori delle olimpiadi secondo me è un po' da "gringo" cioè da straniero.
In realtà chi ha di più da guadagnare con la coppa del 2014 e le Olimpiadi del 2016 è proprio la classe media che finalmente ESISTE e sta crescendo molto bene in Brasile.
Questo perchè il valore di tutti gli immobili di Rio si è già triplicato in pochi anni. E per chi non ha ancora la casa, la "Caixa Econômica" fornisce mutui veloci e a tassi bassissimi con una burocrazia ridotta all'osso.
Il piano urbanistico della zona antica-centrale portuale è splendido con l'eliminazione della sopra-elevata e la creazione di un pista a 8 corsie come è già presente più a Ovest nell'Avenida Atlântica e poi nella Barra da Tijuca e Recreio dos Bandeirantes.
Per le comunità della Favelas la "pacificazione" rappresenta non un guadagno materiale ma il sogno di libertà sempre promesso e mai realizzato.
Purtroppo il crimine resta presente soprattutto fuori dalle favelas
Ho visto rapidamente le foto di Harvey e concordo con te, non sembrano sue. Ma secondo me il motivo è un altro...sembrano quasi commissionate per confermare il classico cliché di Rio e ...per promuovere il turismo olimpico.
Spinoza,
ho guardato la cartina di Rio. Le favelas, nelle quali regna la malavita organizzata, sono a macchia di leopardo. Non sono concentrate in un'unica zona della città. Per realizzare le Olimpiadi in questo contesto occorre risolvere questo problema pratico. poiché la cosa avverrà sotto i riflettori di tutto il mondo, la povera gente che vive in quelle baraccopoli non potrà essere sfollata stile ex Jugoslavia, quindi non potranno che guadagnarci: si spera. Che poi sia la classe media in grande crescita ci credo non ho dubbi ed era ora. Ma dallo scatto d'apertura di Harvey traspare altro. Quella foto racconta un'altra storia. E giustamente , come dici tu, è un'interpretazione. Da gringos...non so. Ma la comunicazione è una forma di interpretazione della realtà? Giusto, per discuterne.
Ti consiglio di vedere il video. Le foto ci sono eccome. Non le hanno messe nel servizio. Hanno sbagliato. Succede ed è bene dirlo . O no?
ciao
Rio è la mia città e nelle favelas ho lavorato a lungo per i miei servizi fotografici e precedentemente per il commercio "normale"...e forse non ho bisogno di vedere un video per conoscere la mia città natale
Ripeto, la tua prospettiva è un po' distorta. E quando dici che nelle favelas "regna la malavita organizzata" lo confermi. Oggi nelle grandi favelas del centro il controllo della malavita è stato debellato, eliminato, kaput. E' rimasta la malavita ma non controlla la comunità. E questa è una grande differenza.
Non so come puoi neanche pensare di spostare la gente dalle loro comunità...moltissimi non se andrebbero mai, quella è la loro comunità, il loro gruppo, il loro orgoglio...
Ma chiariamo una cosa: le favelas non sono "un problema pratico da rimuovere prima delle olimpiadi", vanno risanate, vanno scolarizzate, ecc ma non riconoscere l'enorme ricchezza culturale che contengono...scusami ma è un pochettino da gringo (detto da amico, non offenderti sai).
Ma torniamo alle foto di Harvey, non trovi che abbiano un taglio commerciale?
La faccenda delle favelas non è nell'esistenza delle comunità in quanto tali, ci mancherebbe. Dov'è che ho scritto che sono da "rimuovere" ?? Dimmelo perché non lo trovo e se lo trovo lo cancello subito. Anche nell'articolo di NGM si parla di passo avanti , nessuno mai (ma figurati) immagina una "deportazione". Anzi è proprio il timore che l'affare Olimpiadi spinga a qualcuno a pensare di far "sparire" lo sporco sotto al tappeto, che giustifica la mia chiave di lettura della doppia d'apertura. Il concetto è differente, profondamente e penso che sia stato colto bene da Harvey.
Converrai con me che nella tua splendida città carioca negli anni se ne sono viste da rizzare i capelli sulla testa. Mi rendo conto, e tu me lo confermi, che la situazione oggi è profondamente cambiata rispetto a metà anni '80. Per carità, meno male! DI fatto Harvey ha avuto qualche problemino a muoversi liberamente nei viottoli delle favelas visitate.
Il consiglio di guardare il video, non è per comprendere le Favelas (ma va', poi a te??) No, ma bensì per vedere il modo di lavorare di Harvey.
Le foto.
Non voglio usare l'aggettivo commerciale perché vuol dire troppo e niente. Secondo me la selezione di NGM è stata frettolosa, poco sensibile non solo nei confronti del soggetto (sigh) , ma della storia intera. E' o no una sfida colossale, per Rio, questo appuntamento internazionale? E dove stanno le foto che mi raccontano questo? Boh? Harvey le aspettative della gente le ha fotografate, ma nel servizio non ci sono. Risultato, pubblicati degli scatti assolutamente qualunque. Gabicce mare = doppia pagina. Ma dai! E il grosso sono foto di mestiere molto belle (l'uomo con il panama, il bacio, i due tipi in piscina) graficamente catturano, ma non danno nulla alla storia. Altre immagini sono di riscaldamento, cioè quegli scatti esplorativi che fai per prendere dimestichezza con la situazione. Il fatto è che Harvey ha scattato dell'altro e non ve ne è traccia sul giornale.
E qui a pensar male facciamo peccato, però qualche domanda vien da farsela. Siamo in accordo su questo.
Farò comunque un'eccezione e andrò avanti nel tempo : devo dire che in alcuni casi ho trovato anch'io alcune pecche in alcune foto di NG ... ho sempre soprassieduto per il blasone dell'editore, ma effettivamente è forse il caso di recuperare criticità ... almeno per la versione cartacea: per il resto le immagini oggigiorno sono così tante - e comunque quelle da loro proposte hanno sempre spunti interessanti, originali se non unici - che immagino la loro fatica solo nella scelta !!
Quanto agli obiettivi 'compatti' il recente AFS 28mm f/1,8 è forse non troppo compatto ma senz'altro leggero (non compatto come il 28mm f/2,8 AFD, certamente), ma il punto è che mi hai fatto venir voglia di verificare con attenzione se viene intercettato dal flash incorporato della D700 !
Ciao,
Adriano.
(ho finito l'inchiostro rosso...resta in nero)
mi sa che stiam dicendo la stessa cosa...dai che convergiamo, ce la possiamo fare
Scolarizzarle, risanarle === dare un'opportunità. E cosa c'è di sbagliato nella mia interpretazione della foto d'apertura? Quella foto rappresenta anche quello che tu chiami "la vera tentazione dell'amministrazione". Guarda il faccione del ciccio in basso a destra: dice "fatevi i fatti vostri".
Cavolo, quello scatto più ne scrivo più mi convinco che sia da Pulitzer!!
Il resto del servizio no. Come dice Adriano guardiamoci dentro a sto giornale, talvolta possono sbagliare anche loro: sono uomini.
Ma Harvey non ha sbagliato, la notizia è che grazie allo speciale TV, non grazie al Magazine, so che il gigante è sempre tale.
Adriano, secondo me con il paraluce montato ... la copertura del flash viene segata, indovino , sotto i 2 metri. Ad Harvey però è successo senza paraluce a 4 -5 metri (!) con quel popò di leppa del 24-70.
ciao
Prima o poi mi ci recherò magari anche al "Clube da Chave".
Nuccio
Confermo in pieno il tuo giudizio: amo Harvey, ma questo servizio non mi dice niente e per me è una pura insalata di cliché.
Ti assicuro che la foto con la pistola gli è costata un centinaio di R$
Sulla prima foto col grassone e la festa invece ti dico che non mi piace per niente.
Ho chiamato anche mia moglie che è Carioca figlia di Cariocas e le ho chiesto che ne pensa:
Per divertimento vi scrivo la versione originale
1. festa de velhos (festa di vecchi). [Nota che in Brasile non hanno il potere e non controllano niente]
2. o cara na frente tá bebado e acho que é gringo (il tizio davanti è ubriaco e credo sia straniero)
3. aquela perua tá afim do coroa branco (censored)
4. quem é o preto na frente? parece com o Pitta! (chi è il nero davanti? assomiglia a Pitta (il sindaco di SP morto da vari anni)
Io concordo con lei: questa foto non mi dice niente e il grassoccio davanti non ha nessuno sguardo conservatore-politico...sta per cadere di sonno!
non solo, ma vista la prospettiva bassa dello scatto direi che era seduto allo stesso tavolo con Harvey.
Il testo è prevedibile, senza slanci di luce.
Mi è piaciuta solo la foto del venditore di spiaggia per quel particolare a sinistra...
Mi sono rivisto i vecchi servizi di Harvey...altra classe...anzi adesso torno a riguardarmeli per bene perchè si resta ammaliati.
Fantastico !!
Su quell'immagine non sono chiaramente in accordo con te e mi sono gia' spiegato, ma non e' un fatto di ragione o torto.
Io ci vedo altre cose dalle tue, c'e' poco da fare. Di cicciotti ubriachi ne ho visti tanti e , no non sono d'accordo, per me quello e' lucido e scocciato.
Bello, mi piace sto confronto Spinoza! E' il senso della lettura dell'immagine dipende dal nostro bagaglio di esperienze, di immagini di paragone con cui fare il confronto. Chissa' altri che ci vedono. Saran d'accordo con me, con te proporranno una loro via. La faccenda e' intrigante.
Si, comunque questo servizio e' uno scivolone, spiace perche' e' coinvolto un grande autore. Ma son convinto che e' tagliato male e che di piu' e di meglio c'era da scegliere negli scatti di Harvey.
Comunque il servizio dopo e' di Brian Skerry e vale il costo dell'abbonamento di un anno.
Quello di sto mese lo hai preso? Secondo me ti piacera'. Dico solo: Paolo Pellegrin.
ciao
Dimenticavo..
tutto sto popo' di discorso e' venuto fuori perche' mi sono lamentato del fatto che Canon ha prodotto una serie di obiettivini USM grandangolari f/2.8 piccini, mentre Nikon ci fa scattare ancora con i gracchianti vetri del 1996. A noi, ma anche a Harvey !!!!!
Devo francamente confessarti che la seconda parte di questo articolo mi lascia indifferente.
Ancora a dissertare su che attrezzatura utilizza questo o quel maestro... Come se la buona foto dipendesse da quello (soprattutto, poi, in fotografie come quelle di Harvey).
va che Harvey le foto non le fa con la biro o con la punta del p.....o
Ti disinteressa completamente sapere il COME è utilizzato un certo strumento???
Scendi un po' sulla terra con tutti gli altri, dai non esagerare
un saluto
Questo, ripeto, mi interessa molto poco.
va beh.
ciao
ciao
Per il resto ho letto rispettabilissime opinioni personali su una scelta editoriale e informazioni note, ai più che lo conoscono, sull'approccio minimalista di Harvey.
Sì, evidentemente abbiamo due concetti differenti di "come".
Il come salta fuori guardando le foto sulla rivista
e non le posso mostrare se no ci querelano
Il come tecnico a me non sembra da sottovalutare e la mia non era una recensione sul lavoro di Harvey. Oltre a due osservazioni condivise un po' da tutti su questo servizio che non appaga la lettura (delle immagini non del testo) richiamavo l'attenzione su un altro fatto squisitamente tecnico.
Se non te ne frega una beata mazza va che c'e' un sacco di roba da leggere corredata di foto con i diritti acquisiti in giro sulla rete e altrove.
ariciao
Tutto qua.
Sono solito non commentare gli articoli che non mi interessano, ma visto che qui si parlava di Harvey...
lo spazio c'è mica siamo una setta optundista. Apri prosegui da dove mi sono fermato. Ho da dato un LA mica ho scritto una melodia. Dai, resto in attesa di tue
Comunque, circa l'esperienza brasiliana degli ultimi anni di Harvey, c'è questo bel filmato promozionale del libro che la racconta in parte:
http://vimeo.com/42015234
un libro multimediale!
Conferma ancora di + che il lavoro di Harvey ha trovato poco spazio e poca scelta nel servizio di NGM di ottobre.
Sta cosa non la sottovaluto
ciao
Se guardo un lavoro di un ritrattista, maestro di still life, paesaggista, naturalista o mago della macro, io mi posso godere tranquillamente le immagini senza pensare neppure per un minuto all'attrezzatura usata.
Mi interessa nel momento in cui voglio cercare di fare una cosa simile, ma giustamente quello é un pensiero che va oltre il godersi le foto.
Per guardare un reportage "umano" (o foto di street, o come le si vuole chiamare) a mio parere il lato "tecnico" é importante, anche se ci si limita a godersi le fotografie.
Non ho letto il NG, ma restando a casa nostra quando mi sono gustato il reportage di Spinoza sulla sua Rio non ho potuto fare a meno di immedesimarmi nel fotografo.... ed immaginare come girasse per le comunidade.
Se alcune foto possono essere fatte allo stesso modo da un brasiliano con una sola macchina ed un solo obbiettivo, da un turista americano con camicia hawaiana e borsa strapiena delle ultime novitá tecnologiche, e dal Salgado di turno con la sua attrezzatura mirata al lavoro e con il rapporto che si crea tra il soggetto ed il fotografo protagonista (mentre altre foto non possono proprio essere fatte, da uno o dall'altro ), secondo me il contenuto di quelle foto cambia in maniera drammatica.
L'immagine passa in secondo piano, in un reportage, ed il rapporto di un'istante che si crea tra il fotografo ed il soggetto é radicalmente diverso.
Come é radicalmente diversa la foto, anche se a guardarla sembra uguale.
Secondo me, quindi, in quel tipo di foto il percorso che ha permesso di farla é fondamentale. Anche dal lato tecnico, che é una cosa che ha un legame molto stretto con il contenuto della foto finale.
a_
Assolutamente sono daccordo ! Sono innumerevoli gli accorgimenti tecnici che nello street/reportage fanno 'guadagnare' un buono scatto e possono variare da location a location, da etnia a etnia, da donna a uomo che si ritrae e via enumerando !
Ciao,
Adri.
"Non ho nulla contro le tecniche progredite ma solo se mi sono utili."
"Ho scelto uno stile che richiede semplicità, contatto diretto con la gente e attenzione alle caratteristiche del posto: per queste cose non c'è bisogno di obiettivi a focale lunga."
"Io non aggredisco il soggetto. E' la mia mente che corre sempre: guardo lo sfondo, il soggetto, la luce e aspetto che la situazione si evolva."
"Quando si presenta la situazione perfetta da fotografare, può darsi che non abbiate tempo di cercare esposizione e apertura giuste, ma scattate ugualmente la foto. Sperimentate, anche senza treppiede o flash. Posate i gomiti su una tavola, appoggiatevi a un palo della luce, posate la macchina su una staccionata o u una bottiglia di Coca."
David Alan Harvey
Ecco cosa intendo per un "come" davvero utile e attinente ad un certo tipo di fotografia.
Ma sono opinioni personali.
Ho un amico fotoamatore che vanta un'esperienza trentennale e che, ogni volta che vede un lavoro che gli piace chiede all'autore: "che obiettivo hai usato per fare queste foto?". Penso spesso che, dopo tanti anni, se continua a fare questo tipo di domanda, farebbe bene ad appendere la fotocamera al muro.
La penso così.
Aggiungo solo che l'articolo voleva mettere in rilievo due aspetti. Uno di tipo comunicativo, per un cattivo servizio reso da NGM ad Harvey, le cui foto Giuliano abbi pazienza le LEGGO da che tu stavi alle elementari. Fortunatamente Spinoza lo ha colto dando modo di confrontarci sull'interpretazione di un'immagine, il che ha ben poco a che fare con la "sterile" tecnologia di ripresa. Il secondo argomento, in subordine al primo, squisitamente tecnico e legato ad altra discussione nata su altro post.
Questa precisazione ci tengo a farla perché non vorrei che altri risolvessero l'equazione in modo troppo spiccio.
un saluto
e
arvotzi
Se non ti va di ascoltare il mio punto di vista fa pure, ma non prendertela troppo risentendoti in questo modo o giudicandomi alla prima battuta come se mi sentissi al di sopra del livello medio del forum.
Sono semplici punti di vista.