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Nikon 400mm F5.6 ED-IF AIs vs Sigma 400mm F5.6 AF APO : La strana coppia
feb 19 2016 01:00 |
Max Aquila
in Obiettivi
Sei gradi e poco più, ecco l'angolo di campo della focale 400mm, un'inezia di spazio che concede a chi osserva dal mirino di una reflex di fare i conti con un ingrandimento otto volte l'ampiezza dello spazio a disposizione dell'occhio umano !
Una lunghezza focale che, come tutti i teleobiettivi, beneficia sul sensore digitale di un'ulteriore concentrazione di spazio inquadrato che, sulle dsrl Nikon, porta questi tele a considerare una copertura paragonabile a quella di un maestoso 600mm con soli 4° di angolo di campo.
Con obiettivi di questa potenza il rischio di mosso é la prima cautela cui prestare attenzione, insieme alla massa complessiva derivante dagli abbinamenti fotocamera-obiettivo, che di frequente possono superare il chilo e mezzo complessivo, e considerando la necessità di usare talvolta aperture di diaframma non troppo luminose, per mettere a proprio agio le ottiche in questione.
In questa 'prova sul campo' mettiamo accanto due obiettivi che hanno fatto il loro tempo; nel senso che al momento in cui furono immessi sul mercato non c'era concorrenza che tenesse, nelle rispettive categorie, giacché proviamo un Nikon Nikkor 400mm IF-ED f/5.6 ed un Sigma AF APO 400mm f/5.6: due tele a focale fissa quindi, uno a fuoco manuale, l'altro Autofocus.
Si tratta di due lenti reperibili e con difficoltà solo sul mercato dell'usato, a prezzi variabili tra i 200 ed i 500 euro a seconda dei modelli e delle condizioni di uso.
Ma a ben vedere, oggi, per acquistare delle focali equivalenti, anche in termini di luminosità, ben poco ci é concesso di trovare sui cataloghi di obiettivi con attacco Nikon compatibile: nello specifico si tratta unicamente di obiettivi a focale variabile, come gli 80-400, il 135-400, oltre ai 50-500 e 170-500 che le due case Nikon e Sigma, ci concedono di ammirare, alcuni dei quali dotati anche di caratteristiche invidiabili come gli stabilizzatori di immagine (VR od OS a seconda del marchio), quasi tutti dalle caratteristiche APO o Asferiche delle lenti, qualcuna anche con vetri ED a bassa dispersione, ma soprattutto dal costo proibitivo per le tasche del fotoamatore medio che si voglia cimentare con le lunghe distanze o gli elevati ingrandimenti, costo che oscilla dai 500 euro di un Sigma 135-400 f/4.5-5.6 APO, ai 1650 di un Nikon AF-D 80-400mmVR ED f/4.5-5.6 minimo.
Insomma, di tele 'fissi' da 400mm non é restata neppure l'ombra, a meno che non si voglia andare a curiosare tra le luminosità superiori, come per i 400mm f/2.8, per i quali tuttavia si deve cominciare a parlare di mutui bancari, anche nel caso di acquisto da usati, ed é proprio questo il motivo della prova in questione.
Da rimarcare subito come proprio Sigma su questa focale punti davvero molte delle sue carte, antiche e moderne: di tele da 400mm e di questo diaframma da f/5.6 ha davvero riempito il mercato dalla fine degli anni '80 fin qui, per tutti gli attacchi, anche di marchi che proprio non avevano mai messo allo studio la progettazione di simili tele per le proprie reflex.
Personalmente ho posseduto tre diversi Sigma 400 f/5.6 tutti e tre a messa a fuoco interna (che aiuta a non far sbilanciare eccessivamente il peso in avanti, man mano che si metta a fuoco sui piani più vicini al fotografo, attraverso la traslazione di un gruppo interno di lenti).
Il primo lo acquistai col ricavato della vendita di una canoa vinta ad un photocontest del 1987 e lo posseggo ancora per essere entrato nella categoria degli obiettivi invendibili per ragioni sentimentali, avendolo usato per tanti anni in lungo ed in largo nei miei viaggi ed escursioni.
Il secondo é stato un APO Macro, che metteva a fuoco fino a 1,6 metri raggiungendo il ragguardevole rapporto di riproduzione di 1:3 a costo però di un peso davvero eccessivo di 1450gr e di una lunghezza di 257mm, incompatibile con la profondità verticale di molte borse fotografiche.
Il terzo é il modello del test, leggero, compatto, performante
Il 400mm Nikkor é invece la sublimazione del concetto di teleobiettivo manual focus 'economico' (esiste ancora sui listini a prezzi da delirio), ma con caratteristiche ottiche tanto corrette da poter essere paragonato a fratelli più insigni (e pesanti, oltre che costosi) come il f/3.5 ed il fantastico f/2.8 essendo costruito non certo in economia di materiali (possiede anch'esso una lente ED a bassa dispersione, per contenere il più possibile le aberrazioni ottiche tipiche dei tele così lunghi), né di progetto, essendo figlio di una stirpe che dal 1973 ad oggi ha presentato di questa lente cinque diverse versioni, fino all'attuale IF-ED Ai-S del 1982.
Dal punto di vista costruttivo il Nikkor beneficia anche di una ghiera di limitazione della messa a fuoco, utile, data l'estrema scorrevolezza del sistema IF, a bloccare un determinato range di distanze tra le quali operare (lo penso molto utile per i naturalisti o anche nel caso dei fotografi sportivi, che raramente scendono a distanze di ripresa inferiori ai 10mt).
Diciamo subito che le dimensioni del Nikkor denotano senz'altro l'anzianità del progetto, anche se vanno a vantaggio dell'estrema manovrabilità di una ghiera di messa a fuoco manuale larga ben 40mm, scorrevolissima (IF) e con un'escursione di ben 180° da un fondocorsa all'altro, quindi ampiamente modulabile per precisione e dettaglio.
Il vantaggio principale del Sigma é invece costituito dalla sua estrema compattezza e leggerezza, che ne fanno unitamente al basso valore d'acquisto sull'usato il best-buy di tutti i tempi su questo rapporto focale/diaframma.
Gli svantaggi quindi derivano per il Nikon dal peso notevole che costringe a fare tanto esercizio nelle lunghe sedute di scatto, ancor meglio se assistiti da un saldo treppiede, dato il rischio del micromosso sempre in agguato (specie sul digitale) con focali di questo genere;
per il Sigma invece, i punti a sfavore sono principalmente due: il diaframma di apertura massima non proprio preciso (i dati EXIF parlano di un effettivo f/6) e la lunghezza focale effettiva lievemente inferiore a quella del Nikkor (anche se non dispongo della strumentazione adatta a stabilire chi dei due sia 'fuori stazza'), come si evince da scatti ripresi su treppiede rigorosamente 'piantato' sul medesimo punto di ripresa:
La differenza cromatica che passa tra le due realizzazioni fa sembrare il Sigma più 'caldo' nella resa dei soggetti in piena luce, rispetto il Nikkor per tradizione di famiglia più neutrale e freddo, ma senza essere tagliente come analoghe interpretazioni tedesche, o come i fratellini più luminosi!
come si può notare agevolmente anche dalla coppia successiva di scatti, in relazione al colore di sfondo del muro, cromaticamente meno 'interpretato' dal Nikon, che si distingue anche per un miglior bokeh sulle parti inquadrate non a fuoco, frutto presumibilmente del diaframma a nove lamelle, più regolare di quello del Sigma.
(non é stata apportata nessuna modifica ai files salvo il ridimensionamento dei JPG-Fine originarii)
A vantaggio del Sigma una migliore correzione dell'aberrazione cromatica (d'altro canto si qualifica come APOcromatico), come facilmente osservabile dal controluce che segue, dove il Nikkor fa i conti con una lieve insorgenza di purple fringings, ingrandendo oltremodo il bordo immagine, tutto sommato pienamente accettabile, ma presente!
Quello che colpisce usando questi due obiettivi su di una reflex digitale, come la mia D70, é che la corretta messa a fuoco sui dettagli fini di un soggetto, é un traguardo relativamente difficile da ottenere, sia operando in AF col Sigma, sia in MF col Nikkor: se qualcosa di perfettibile sulle digireflex ci può essere, questo é sicuramente la qualità dei mirini delle entry level: gli elevati ingrandimenti ed il ristretto angolo di campo chiamano a gran voce la precisione estrema di fuoco, che forse soltanto obiettivi AF-S possono garantire in elevata quantità l'archeo-AF del Sigma é solo una scusa per evitare di usare anch'esso a fuoco manuale, peraltro agevole come sul Nikkor.
Altra cosa, la facilità di inquadratura su un accrocchio 'd'epoca' come quello raffigurato in foto, con la splendida F3, motore MD4 e pentaprisma sportivo DA2, per il quale mix probabilmente il Nikkor é stato progettato!
Ma la estrema duttilità cromatica del Nikon, oltre al rispetto delle trame più fini dei soggetti ripresi, fa pendere la bilancia del gradimento lievemente a suo vantaggio, grazie a quella neutralità di cui già detto, che consente un più veloce intervento di postproduzione su files digitali
In sintesi
Pro:
Nikkor IF-ED:
prestazioni ottiche ed equilibrio complessivo
Costruzione robusta ed efficace
Resa dello sfuocato
Diaframma ideale: f/8
Sigma APO:
efficace correzione apocromatica
Diaframma migliore: tutta apertura
maneggevolezza e compattezza
basso costo
Contro:
Nikkor IF-ED:
Peso
Leggere aberrazioni cromatiche
Sigma APO:
Diaframma più chiuso del dichiarato
Focale lievemente inferiore al dichiarato
Eccesso di tonalità 'calde'
Giudizio personale:
Uno dei due va assolutamente provato: l'ebbrezza di un vero teleobiettivo può far disamorare dall'uso eccessivo e frequente degli zoom 'pantofolai'.
Il costo al quale ogni tanto si trovano in commercio sul mercato dell'usato é la miglior garanzia della riuscita dell'esperimento: a meno di così non esiste proprio nulla!
©Max Aquila per Nikonland 2006
Test:
Yes
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24 Comments
Per cominciare il contrasto del Nikkor mi sembra migliore (mi pare che le ombre siano meno velate). Mi sembra anche, a giudicare dalle dimensioni degli oggetti fuori fuoco, che il diaframma del Sigma sia sempre pi? chiuso (un f/8 Nikkor ? pi? aperto di un f/8 Sigma) e ci? ? un indubbio vantaggio del Nikkor (consente tempi di ripresa leggermente pi? brevi e un miglior stacco dello sfondo sfocato).
Per il resto mi sembra che entrambe le ottiche abbiano molte cose da dire e possano far ottenere foto di altissimo livello qualitativo !
Spero che qualcuno possa postare qualche sua impressione e foto...
Ciao,
Adriano.
anch'io ho usato per un p? di tempo la versione APO Macro del Sigma 400mm (peraltro l'ultima prodotta di questo tele davvero "antico" di nascita") e con risultati alterni:
eccellente a brevi e medie distanze di maf (d'altronde viene presentato come Macro 1:3 il che, per un tele, ? un valore aggiunto di grande rilevanza),
...meno convincente sulle lunghe distanze, risultando spesso incapace di vincere gli strati UV di determinate condizioni meteo:
(pur sfruttabile negli opportuni contesti)
al contrario del compresente 80-200mm bighiera, col quale, a parit? di meteo, si riuscivano ad ottenere cosette del genere:
Globalmente, alle lunghe distanze, continuo a ritenere pi? interessante il Sigma Apo 400 di questo test, caratterizzato da uno schema ottico meno complesso dell'ultimo modello e, sopratutto, da dimensioni umane in termini di lunghezza, che insieme al ridottissimo costo sul mercato dell'usato (anche rispetto il Nikkor ED) consentono proprio a chiunque di provare l'ebbrezza di un inquadratura a 6? di angolo di campo (sul pieno formato...)!!!
Se ne parlava bene sulle riviste... ma di fotografie non ho traccia!
Vuoi venduto per caso un 400mm AiS?
Vorrei sapere se il Sigma AF 400 APO (bianco) soffre meno rispetto al fratello (nero) di condensa...
E soprattutto vorrei sapere se la versione bianca di questo obiettivo ha una sigla particolare, visto che trovo
solo la versione nera.
Grazie a tutti!
Daniele.
Capito...
Ma ? possibile trovare qualche esemplare di quest'ottica? Preferibilmente bianca....?
Una soluzione come queste mi potrebbe sostituire il 170-500, in questo momento vedo solo dei 400 Sigma, ma non macro, per? non ho soldi e quindi per il momento aspetto e continuo ad usare il 170-500, per? sto valutando diverse soluzioni per coprire un po' di quelle focali.
Se vuoi vendere a tutti i costi il tuo 300 f4, fai pure.
Ma non arrampicarti sui vetri per descrivere situazioni limite per paragonarlo per forza a "qualcos'altro".
Nessuno ti risponder? mail che il Nikkor 400 ? peggiore, anzi.
...Ma devi fare un (bel) po' pi? di attenzione al controluce
...Ma ? un po' pi? sbilanciato, soprattutto lasciando la (pessima) staffa del 300 al suo posto ed usandola come appoggio per la mano sinistra (continuo a non capire perch? tutti la togono: se ? stata messa in un certo posto, vuole dire che quel punto ? quello che bilancia maggiormente la macchina!)
...Ma, soprattutto, la messa a fuoco diventa estremamente pi? critica, come in tutti i tele manuali.
Allora...
Perch? mai dovresti usare un 400 manuale quando hai gi? la stessa focale autofocus? (anche con TC)
I miglioramenti sarebbero senz'altro visibili... a determinate condizioni ed accettando determinati limiti.
Vale la pena?
Fai tu, visto che sembri avere tanta voglia di dare via il tuo 300.
...Perch? tutto quello che ho scritto lo sapevi gi?, non ? vero?
a_
Certo che (ogni) teleconverter ti fa perdere definizione.
In sostanza dipende da cosa stai cercando e fino a che livello di (perdita) qualit? vuoi arrivare.
Nessuno s? niente di un Tokina 400 f5.6 AF?
http://photo.net/nat...hy-forum/0006jJ
http://www.dyxum.com.../Sigma400mm.asp
http://search.pbase....rch Photos&c=sp
Sull'ultimo link si trova qualche foto
Saluti
Giovanni
Trovato informazioni, sempre su Nikonland, e proprio da chi volevo io .
Comunque lo vado a provare prima.
Mi inserisco in questo thread perch? anni fa io ho usato per un po' il Tokina 400 f5.6 AF ATX SD (ATX=serie professionale: l'allora equivalente del 400 Apo Sigma) su D200.
Come tutti i tokina che ho avuto modo di provare, aveva una costruzione impeccabile.
Af tradizionale ma non troppo lento
Piccolo e compatto pi? o meno come il Sigma.
Metteva a fuoco a 2m circa, non male.
Resa ottica soddisfacente alle brevi/medie distanze
Colori freddi
L'ho venduto il giorno dopo aver fotografato un cigno in volo su fondo scuro, in cui il cigno mi ? risultato decorato da uno spesso orlo blu (Colour fringing) di desolante spessore.
Questa ? fatta con D200 e 400 Tokina con una leggera correzione in pp.
Anche questa:
Ciao,
Silvio
Due fissi sufficientemente "economici" all'epoca delle diapositive colore.
Uno, il Sigma, decisamente low cost, l'altro, il NIkkor, espressione della potenza progettuale del periodo migliore di Nikon, nel secolo scorso.
Non piu' sufficiente il test per le attuali esigenze, ma indicativo dello sforzo progettuale che due Case, con intenti differenti, continuano a produrre anche ai nostri giorni.
Buona lettura:
Sei gradi e poco più, ecco l'angolo di campo della focale 400mm, un'inezia di spazio che concede a chi osserva dal mirino di una reflex di fare i conti con un ingrandimento otto volte l'ampiezza dello spazio a disposizione dell'occhio umano !
Una lunghezza focale che, come tutti i teleobiettivi, beneficia sul sensore digitale (ndr...quello DX all'epoca il massimo disponibile su DSLR) di un'ulteriore concentrazione di spazio inquadrato che, sulle dsrl Nikon, porta questi tele a considerare una copertura paragonabile a quella di un maestoso 600mm con soli 4° di angolo di campo.
[...]
©Max Aquila per Nikonland 2006
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