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Solo gli amanti sopravvivono
ott 15 2015 01:00 |
Lieve
in Editoriali
No, no, tranquilli, non sono arrivati i vampiri, la citazione del titolo di uno dei più originali film dell'anno scorso è d'obbligo non solo con riferimento alla longevità di questo sito che oggi compie ben nove anni in crescendo (auguri Nikonland !) ma anche al significato ultimo di quello stesso film.
Solo gli amanti appassionati sopravvivono a tutto, anche alla noia o all'eccesso. Pure in fotografia.
Stiamo vivendo una fase di esagerata sbornia tecnologica con una offerta di macchine per produrre immagini (dagli smarphone alle camere medio formato) che ci permettono di produrre letteralmente miliardi di click ogni giorno.
Eppure la fotografia - sia sul piano meramente commerciale che creativo - pare in declino.
Per quanto le vendite di fotocamere scendono per quanto i produttori propongono nuovi strumenti. Tanto da tratteggiare un futuro con possibilità espressive ancora più sorprendenti di oggi.
Prendiamo gli ultimi annunci di questi ultimi tempi.
Leica Q - forse la prima Leica che vagamente mi attrae - Sony RX1R II, due proposte in grado di svincolare il fotografo perfino dalla scelta dell'ottica per liberarlo totalmente e lasciarlo creare la propria immagine.
la "compatta" full-frame Sony RX1R Mk II appena presentata
la prima affascinante e compassata, la seconda, tanto tecnologica con il suo sensore in grado di croppare tranquillamente l'immagine del suo Zeiss 2/35mm ad un taglio da 50mm ideale per tante istantanee rimanendo con una risoluzione comunque da poster.
Gli Zeiss Otus, l'ultimo dei quali un vero gigante in tutti i sensi
Zeiss Otus 1.4/28mm
i Sigma Art, in grado di portare le reflex Nikon e Canon a prestazioni che i loro produttori non contemplano
l'imminente Sigma 20mm F1.4 Art, mai si è visto un 20 mm autofocus così luminoso nella storia della fotografia, mai comunque per reflex
e tutte le offerte e proposte anche di nicchia o borderline, futuriste, futuribili o tradizionali di marchi grandi e piccoli.
Con forse le uniche eccezioni da chi il mercato ancora lo tiene in pugno (Canon e Nikon) ma non si sa per quanto.
E comunque pur nel torpore complessivo, raramente sia Canon che Nikon sono state attive come in questo 2015.
Quando mai Nikon avrebbe proposto se non in questo momento un geniale oggetto come il nuovo 300/4 PF o il più recente zoom 200-500/5.6 ?
E Canon le ultime compatte e mirrorless che paiono preludere ad una forte ripresa della spinta commerciale, specie dopo i recenti show sia in America che in Europa, dove sono state presentate tutte le novità in fase di sviluppo ?
Le prestazioni del software crescono, oramai si riesce a fare la postproduzione perfino al video in formato RAW.
Le possibilità offerte dalla stampa digitale lasciano stupefatti (stampe alla mano e noi, grazie a Slowprint lo possiamo constatare bene ogni giorno).
Eppure ...
... eppure pare che ai fotografi manchino sempre due centesimi per fare un euro.
Sembra che senza questa funzionalità o quell'obiettivo proprio non si possa fotografare.
Come se nei decenni passati, quando ci bastava una macchina e al più un paio di obiettivi, ci fossimo fatti fermare dalla mancanza di stabilizzatore a 5 assi o della sensibilità oltre l'umano verso gli ISO 4 milioni ...
Guardi i vincitori dei concorsi fotografici. E il più delle opere presentate riproducono realtà irreali, fiabesche. Con il lato composit e postproduttivo che prevale. Tanto da avere impregnato anche il gusto delle giurie.
Manca naturalezza, c'è noia, routine, ripetitività, imitazione.
Come nel cinema. Una volta c'era la pellicola e si girava a manovella. Ma c'erano grandi attori, c'erano grandi copioni, c'erano grandi sceneggiatori, scrittori, registi.
Adesso si può girare in digitale con un attore che recita nel nulla che poi verrà ricreato in computer graphics.
Ci sono tanti effetti speciali ma per commuoverci abbiamo ancora bisogno di veder recitare, seduto su una panchina, il grande Sir Michael Caine, classe 1930, che Gianluigi Rondi ai bei tempi etichettò come "un uomo senza qualità".
Perchè altrimenti è tutto un boom-boom squarciatimpani.
Un vecchio, una ragazza, due hot-dog, una panchina. Mr Morgan's Last Love, con Sir Michael Caine. Niente effetti speciali.
Will Eugene Smith, A walk to the paradise garden, 1946
l'intima essenza della fotografia sussurrata, senza bisogno di grandi tecnologie
Ecco, volevo condividere con voi questo punto di vista, nel giorno in cui celebriamo i 9 anni di Nikonland (tanti auguri Nikonland !) auspicando di leggere il vostro pensiero al riguardo, sull'eccesso di tecnologia, inversamente proporzionale alla voglia di fotografare che ravviso in molti dei fotografi che conosco e alla mancanza di idee fresche e naturali da realizzare.
Fotografia è passione, fotografare è un atto d'amore. Non importa da parte di chi e verso chi.
Bisogna amare per sempre perchè l'oggetto amato sopravviva. Fosse anche la stessa ... propria passione per la fotografia.
Solo gli amanti vivono per sempre. Se Nikonland c'è ancora è soprattutto per questo.
Solo gli amanti appassionati sopravvivono a tutto, anche alla noia o all'eccesso. Pure in fotografia.
Stiamo vivendo una fase di esagerata sbornia tecnologica con una offerta di macchine per produrre immagini (dagli smarphone alle camere medio formato) che ci permettono di produrre letteralmente miliardi di click ogni giorno.
Eppure la fotografia - sia sul piano meramente commerciale che creativo - pare in declino.
Per quanto le vendite di fotocamere scendono per quanto i produttori propongono nuovi strumenti. Tanto da tratteggiare un futuro con possibilità espressive ancora più sorprendenti di oggi.
Prendiamo gli ultimi annunci di questi ultimi tempi.
Leica Q - forse la prima Leica che vagamente mi attrae - Sony RX1R II, due proposte in grado di svincolare il fotografo perfino dalla scelta dell'ottica per liberarlo totalmente e lasciarlo creare la propria immagine.
la "compatta" full-frame Sony RX1R Mk II appena presentata
la prima affascinante e compassata, la seconda, tanto tecnologica con il suo sensore in grado di croppare tranquillamente l'immagine del suo Zeiss 2/35mm ad un taglio da 50mm ideale per tante istantanee rimanendo con una risoluzione comunque da poster.
Gli Zeiss Otus, l'ultimo dei quali un vero gigante in tutti i sensi
Zeiss Otus 1.4/28mm
i Sigma Art, in grado di portare le reflex Nikon e Canon a prestazioni che i loro produttori non contemplano
l'imminente Sigma 20mm F1.4 Art, mai si è visto un 20 mm autofocus così luminoso nella storia della fotografia, mai comunque per reflex
e tutte le offerte e proposte anche di nicchia o borderline, futuriste, futuribili o tradizionali di marchi grandi e piccoli.
Con forse le uniche eccezioni da chi il mercato ancora lo tiene in pugno (Canon e Nikon) ma non si sa per quanto.
E comunque pur nel torpore complessivo, raramente sia Canon che Nikon sono state attive come in questo 2015.
Quando mai Nikon avrebbe proposto se non in questo momento un geniale oggetto come il nuovo 300/4 PF o il più recente zoom 200-500/5.6 ?
E Canon le ultime compatte e mirrorless che paiono preludere ad una forte ripresa della spinta commerciale, specie dopo i recenti show sia in America che in Europa, dove sono state presentate tutte le novità in fase di sviluppo ?
Le prestazioni del software crescono, oramai si riesce a fare la postproduzione perfino al video in formato RAW.
Le possibilità offerte dalla stampa digitale lasciano stupefatti (stampe alla mano e noi, grazie a Slowprint lo possiamo constatare bene ogni giorno).
Eppure ...
... eppure pare che ai fotografi manchino sempre due centesimi per fare un euro.
Sembra che senza questa funzionalità o quell'obiettivo proprio non si possa fotografare.
Come se nei decenni passati, quando ci bastava una macchina e al più un paio di obiettivi, ci fossimo fatti fermare dalla mancanza di stabilizzatore a 5 assi o della sensibilità oltre l'umano verso gli ISO 4 milioni ...
Guardi i vincitori dei concorsi fotografici. E il più delle opere presentate riproducono realtà irreali, fiabesche. Con il lato composit e postproduttivo che prevale. Tanto da avere impregnato anche il gusto delle giurie.
Manca naturalezza, c'è noia, routine, ripetitività, imitazione.
Come nel cinema. Una volta c'era la pellicola e si girava a manovella. Ma c'erano grandi attori, c'erano grandi copioni, c'erano grandi sceneggiatori, scrittori, registi.
Adesso si può girare in digitale con un attore che recita nel nulla che poi verrà ricreato in computer graphics.
Ci sono tanti effetti speciali ma per commuoverci abbiamo ancora bisogno di veder recitare, seduto su una panchina, il grande Sir Michael Caine, classe 1930, che Gianluigi Rondi ai bei tempi etichettò come "un uomo senza qualità".
Perchè altrimenti è tutto un boom-boom squarciatimpani.
Un vecchio, una ragazza, due hot-dog, una panchina. Mr Morgan's Last Love, con Sir Michael Caine. Niente effetti speciali.
Will Eugene Smith, A walk to the paradise garden, 1946
l'intima essenza della fotografia sussurrata, senza bisogno di grandi tecnologie
Ecco, volevo condividere con voi questo punto di vista, nel giorno in cui celebriamo i 9 anni di Nikonland (tanti auguri Nikonland !) auspicando di leggere il vostro pensiero al riguardo, sull'eccesso di tecnologia, inversamente proporzionale alla voglia di fotografare che ravviso in molti dei fotografi che conosco e alla mancanza di idee fresche e naturali da realizzare.
Fotografia è passione, fotografare è un atto d'amore. Non importa da parte di chi e verso chi.
Bisogna amare per sempre perchè l'oggetto amato sopravviva. Fosse anche la stessa ... propria passione per la fotografia.
Solo gli amanti vivono per sempre. Se Nikonland c'è ancora è soprattutto per questo.
***
Le vostre argomentazioni al riguardo, quantomai benvenute, sarebbero ancora più significative se portassero con se, una prova del proprio amore per la fotografia praticata e non chiacchiarata, sotto forma della vostra fotografia più significativa per voi, scattata da voi nell'ultimo mese ...
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22 Comments
Più che voglia di fotografare a me manca proprio il tempo, tra lavoro e famiglia in questo periodo.
In attesa di tempi migliori ti leggo sempre con piacere, per l'infinita passione che metti in quello che scrivi.
La foto che sento più mia? Forse questa
, in uno dei momenti di ritorno dalle millemila uscite fotografiche per il progetto Panta Rei, che mi sta assorbendo corpo e tempo (anima? speriamo...),
o questa
(anche se dell'11 agosto), sentita e imprigionata all'Expo di Milano.
O questa
, anch'essa prima di tornare a casa da una sessione fotografica provante.
(Come detto, per ora non posso pubblicare le foto fatte da metà agosto in poi (e sono le uniche che ho scattato) che queste due di Bassano del Grappa, ma a breve ne farò un report.)
Per me, e lo sostengo da mo' con chi mi sta attorno, la tecnologia ci ha creato necessità non dovute/volute, una su tutti lo smartphone, che incidentalmente ha influenzato (in negativo, secondo me, per la carica di banalità in cui incorre buona parte del pubblicato online e non solo, per la valanga di immagini prodotte, che induce un appiattimento della nostra capacità di vedere le foto - non solo guardare - per eccesso) la fotografia.
Io lavoro nel settore web, e questo mi rende a volte insofferente nell'usare il PC a casa per scopi che esulano dal lavoro (piacere che invece una volta provavo ad libitum), e questo riguarda anche lo scaricare le foto dalla memory card per ultimarne l'espressione, o lo studiare strumenti di post-produzione in modo meno superficiale. O nello studiare foto altrui per carpirne l'essenza e farne tesoro per esprimerla poi nella mia tentata arte.
A volte ci si sente effettivamente stanchi per uscire per a fotografare. Stanchezza che però fortunatamente in me ha visto l'opportuna scelta di rinunciare alla reflex/D800 per fare un passo indietro (ma io direi di lato), con la X-T1 che esce quasi sempre con me, magari per rimanere a stretto contatto col corpo, dentro la borsa, ma pronta a scrivere con la luce quello che il mio senso interiore possa elaborare della realtà circostante.
A proposito del progetto citato in incipit, ho notato piacevolmente come la voglia di fotografare cresca direttamente proporzionale (o liberamente crescentemente proporzionale) alla costanza nel dedicarsi all'attività meccanica del fotografare, ma che, se all'inizio si rivela semplice meccanica, nel tempo - nel mio caso - si è modificata in consapevolezza di cosa stavo facendo, e via via tentativo di portare una parte di me nelle foto che facevo. Non importa se i risultati poi lo confermeranno, la consapevolezza ne ha giovato, e spero che questo possa trasparire, se non da questo progetto, da altri futuri.
Devo dire che più volte anche io sono finito nel vortice della SDAC (sindrome da acquisto compulsivo), frenata dalla disponibilità limitata ma alimentata dal desiderio irresponsabile e irragionevole di cercare qualcosa che ora capisco non essere necessariamente fuori da me ma dentro. Pare che questo desiderio si sia ora fatto da parte, soppiantato dal desiderio di vedere con la luce e non con un mirino, che sia elettronico o pentaprismatico o periscopico.
Ma di questo devo ringraziare anche Nikonland (auguri di nuovo) e in particolare Mauro, Max e Silvio, per aver perseverato nel parlare col cuore di quello che sentono, vedono e, perché no, provano con mano.
Il mio non commento è perché non posso mettere la foto del mese che sento più mia perchè ...non ne ho fatte
Ma son d'accordo con quello che scrivi, anche se purtroppo a volte può essere che finisci per tradire per poco, per sempre per stanchezza o per noia, il/la tuo/a amante.
Bello, Mauro.
Mi fa stare un po' male.
Da meditarci sopra, questo sì.
E' verissimo. Tutta la parte materiale della fotografia, dovrebbe diventare completamente trasparente e il suo uso automatico.
Quando si fotografa non si dovrebbe più pensare a "ah, se avessi questo, ah se non mi mancasse quest'altro".
Ma semplicemente ... fotografare
Ma è vero che si dovrebbe "scegliere" il proprio genere e concentrare l'attrezzatura minimamente necessaria in quell'ambito, e il resto... Lasciarlo a chi se ne occupa.
Riassumerei semplicemente ricordando che una "fotografia" non é un'immagine come viene in quel momento, ma il risultato di un pensiero creativo.
Quando si dimentica che si fotografa (e si sviluppa) usando dei mezzi, ma il risultato deve essere giá chiaro in testa prima... Si sta sbagliando.
A volte puó capitare di rimpiangere qualcosa che é a casa (o in negozio), perché ovviamente il processo creativo é una cosa fluida, e un'idea puó venire davanti ad un soggetto inaspettato.
Ma il partire ingolfati di roba "perché non si sa mai" (anche nell'accezione "sono coperto da... a...") limita, non aiuta.
Ed allo stesso modo, se le recriminazioni sono costanti c'é un problema alla base, non nella lunghezza focale.
Idee chiare e piegare i soggetti al proprio pensiero, non il contrario.
a_
Da una parte sono contento se il mio insulso messaggio possa essere stato un "trigger" che ha riavviato i commenti a questo bell'articolo,
d'altra parte questo articolo ma soprattutto i relativi commenti, insieme ai commenti a questo mi hanno fatto render conto, no, meglio dire confermato che sono davvero ignorante su alcune (molte?) delle cose che sono alla base della fotografia.
Volessi continuare a fotografare uscendo dal "animali e basta" (come penso sarò costretto a fare), ne avrei di strada da fare...
Dovrei amare a sufficienza da apprezzare la fatica di imparare.
Sempre.
Idee chiare e piegare il soggetto ai propri scopi? No grazie, l'unica roba che piego sono i fogli A3 quando sbaglio a settare la stampante. Idee chiare grazie a Dio nell'uso della fotocamera posso permettermi di non averne, briglia sciolta e via. Quando ho dovuto incastrare a forza, per necessita', delle intuizioni creative in una immagine , mi e' sempre sembrato di barare e comunque quelle immagini ai miei occhi hanno sempre avuto minor valore, perche' costruite. Fortunatamente posso fotografare a modo mio, non facendo questo di mestiere, e lasciare che il caso e l'avventura mi conducano per mano.
In questi mesi sto solo conducendo la Panda, che ci posso fare... Capita.
Ciao Mauro,
il mio è amore per la fotografia, mai sopito... è uno strumento di cui mi sono dotato da bambino per esplorare il mondo e tale è rimasto.
Mi piace guardare un giunto cardanico che gira, mi piace vedere i meccanismi interni di un orologio accordarsi tra loro per produrre un movimento, mi piace ascoltare con gli occhi la rotazione della Terra e vedere il Sole e le altre stelle che ci guardano girare, le ombre a terra che si muovono, la luce che dipinge il mondo... Questo per dire che aprezzo la tecnologia, ma senz'altro perchè amplifica quel che Natura mi ha dato: la possibilità di Osservarla.
Quindi, che dire: disegnare con la luce ? Lo faccio di continuo con gli occhi... ultimamente sono un po' in difficoltà a fissare immagini con la D750, ma dipende dal fatto che sto guardando più dentro di me che fuori !
Adesso che i giorni si accorciano e le luci dentro e fuori di me si accordano in intensità, può essere che riprenda a fare qualche scatto decente, che abbia qualcosa da dirmi e quindi possa ritenere valido abbastanza anche per i vostri occhi... è un periodo di intense trasformazioni. E le trasformazioni in genere sono roba tosta: io sono un forte bevitore di trasformazioni, ma qui siamo ad un'annata che sta mandando in orbita il sottoscritto...
Per ora posso dire solo che ieri sera c'era un alieno in casa mia:
Mi ha portato dall'iperspazio una nuova tecnologia per creare immagini: la stupidera ! neanche ce ne fosse stato bisogno !! gli ho mostrato la mia versione e si è sciolto dal ridere !!!
Ciao, un saluto a tutti e rimanete matti,
Adri.
Belle riflessioni ci inviti a fare, Mauro.
Negli ultimi 30 giorni ho fatto foto solo ad Expo e all’autodromo, poi finito.
Ho anche provato un Tokina 11-16, prestato da un conoscente, per vedere” l’effetto che fa “, ma in casa.
Quando posso ho con me lo zainetto con tutto il mio corredo minimal e vado a caccia di qualcosa da fotografare dove casca l’occhio e mi viene in mente un messaggio, una analogia di situazione da contestualizzare.
A volte è solo per conoscere meglio quello che ho, diciamo uscite per me didattiche , mi basta fotografare.
Le foto che hanno avuto più riscontro sono quelle fatte ad una nipotina di secondo grado, che io definisco “ la mia modella preferita”; con questa bimba mi perdo dietro le sue espressioni, il suo stupore, la sua gioia.
In precedenza accadeva con le mie figlie, ma è passato molto tempo ed ora sono meno disponibili a fare da modelle.
Più difficile da fare con persone adulte sconosciute perché più difficile entrarci in contatto , ma è anche capitato di trovare persone disponibili a farsi ritrarre.
Tutto questo per significare che la foto deve essere un piacere da fare ed una emozione da donare e condividere.
Un caro saluto a tutti.
Nella perdita e nella privazione l'uomo si esalta.
Non mi chiedete chi caspita lo ha detto... forse il mio panettiere, ma mai come di questi tempi e in questo "articolo-spunto" ho pensato a questo concetto.
Recentemente ho subito un furto importante e mi sono visto privare di quasi tutta l'attrezzatura digitale, per ovvia conseguenza negli ultimi mesi ho spesso maneggiato la buona e fedele F100 ed una rolleiflex SL66 che prima faceva bella mostra in una vetrinetta e poco più.
Esperienza intellettuale se vogliamo, di grande riflessione e pace.
Scattare pensando alla complessa semplicità della luce, niente più...
Auguri cara Nikonland, grazie per i tuoi spunti. Per le tue accelerazioni tecnologiche, per la corsa all'oro che alimenti in tutti noi.
Ma soprattutto grazie per queste frenate, per queste riflessioni, per queste domande che talvolta sono più formanti di una buona risposta.
PS
Le mie ultime foto sono ad asciugare e vedranno la stampa non prima di una settimana... ho finito il fissante!
Richiamo questo editoriale.
Lo richiamo, richiamando alla passione per la fotografia e, soprattutto per la fotografia praticata e condivisa.
Fatta di scatti memorabili e di fotografie stampate fine-art a futura memoria, da ammirare ogni giorno si che ogni giorno tornino ad ispirare i nostri sogni.
Lo richiamo in un momento in cui purtroppo vedo, nelle pagine di questo sito, più che altro mancanza di affezione, di passione, di tempo, di attaccamento, di sogni, di ... amore ... SOB !
Solo gli amanti sopravvivono. Gli altri si perdono nell'oblio e nei rimpianti.
Sensazione la tua che condivido Mauro. Negli ultimi tempi su Nikonland mi sembra di vagare in una città deserta.
Però cambierei un po' la frase: solo gli amanti vivono davvero. Qualsiasi sia l'oggetto/soggetto del loro amore,
Nessuno stato è permanente, l'amore può estinguersi, ma può rinascere, per cui non bisogna smettere di provare...
E l'amicizia è nella condivisione.
Ogni inizio contiene una magia che ci protegge
e a vivere ci aiuta,
...
Sol chi è disposto a muoversi e partire
vince la consuetudine inceppante
(da "Gradini", di Hermann Hesse)
Vale per tutti noi, oso pensare.
Personalmente è un momento in cui provo nausea nel guardare foto, sui social è un bombardamento continuo di immagini di dubbia qualità e interesse, le guardi 3 secondi... bella si...no, andiamo oltre...bulimia di immagini... io stesso ho diversi GB di foto sugli hard disk a cui sto cercando di dare un senso, le pubblico? Magari qualcuno le guarda per quei 3 secondi e poi passa via... e finiscono nel dimenticatoio nei meandri dei server di Facebook, ogni tanto lo stesso Facebook ripropone foto di 2-3 anni prima ... toh questa manco me la ricordavo...pensa se a qualcun altro interessa ancora... Il che mi ha portato a staccare la spina... non vedo il motivo per produrre altre foto.
Comunque fotografia non è solo ripresa, al momento sto rivalutando vecchi scatti e cercando di valorizzarli nella stampa e nel modo di esporli...
Pensavo fosse un problema mio, ma vista la vivacità che c'è su Nikonland negli ultimi tempi penso di essere in buona compagnia
La fotografia è il Mondo, non ci si può annoiare del Mondo!
Si Valerio, ma che noia. Intanto hai cambiato macchina, sforzati di cambiare pure canzone !
["io so che cosa é il tempo , ma quando me lo chiedono non so spiegarlo " cit. Sant'Agostino : Le confessioni
Il tempo in estrema sintesi,non esiste. E' un concetto astratto che ci é necessario per vivere, dandoci un sistema di riferimento arbitrario, misurato, peraltro, per mezzo di analogie meccaniche non assolute.]
E' vero,ma qui andavo puntualizzando e rispondendo ad un altro concetto
la faccenda è che di cose da fare, da vedere, da fotografare onestamente ne vedo 10^23 ogni giorno.
Non so come si possa dire che non ci sono stimoli, è pieno di stimoli. Poi la primavera con i suoi colori...la luce e le tremolanti giovani foglie di pioppo..
Tutto qui.
Sul tempo:
la pernacchia se la becca pure S.Agostino con buona pace per le sue elevate ed inarrivabili, in quanto a saggezza, riflessioni teologiche e filosofiche.
Ma anche questa è fotografia (nello specifico è parte del processo fotografico), ovvero l'osservazione e immagazzimento delle informazioni ... tutte cose che che poi inconsciamente elaboriamo (anche la frustazione del non poter fare click) ... questo poi ci porta a seleziona con attenta cura, quando finalmente si andrà a fare click ... e si porterà a casa un bel/ottimo risultato ...
provo con un esempio: prima di "essermi malato" di fotografia, vedevo con invidia mio padre con le sue diapositive, mio zio con le sue stampe in BN ... e dalla finestra di casa dei miei, gli splendidi tramonti invernali con sfondo il Mottarone ... ecco pensavo: sai che bello un libro fotografico solo sui tramonti (ma anche altri progetti) ... poi ho fotografato spesso i tramonti e le albe, che fino a prima me le ero solo immaginate di fotografarle, mi ha portato a girare per la provincia, in cerca di scorci insoliti ... ora mi sono accorto che: ho stampato pochissimo, ho poco tempo per fotografare come prima, cerco poche foto, ma belle ovvero che meritano ... in sintesi mi sto perdendo un sacco di albe e tramonti, ma me li godo lo stesso, sicuro che quando mi ritufferò a fotografarli, ritroverò lo spirito che vivevo all'inizio ...
Dal mio editoriale dell'ottobre 2015 : solo gli amanti sopravvivono
Non sarà il mese, sarà l'anno, ma adesso ho qualche foto che sento mia, e questo mi fa un po' più contento. Non molte e fra le poche, questa:
E poi ho provato a unire le cose a che sento vicine a me, fotografia e natura, fotografia e pensiero orientale.
Astrazione naturale
Perchè se fotografi per passione, non puoi proprio fotografare altro quello che ti piace. Ahimè ci sono cose che amo oggi molto più di una volta, ma che purtroppo non posso fotografare.