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La Street Photography a modo mio
mag 04 2015 06:00 |
Pedrito
in Fotografia Generale
street photographyCosa differenzia un bravo fotografo da un uomo con una macchina fotografica in mano?
Sicuramente la capacità di saper "vedere" con la testa (e con il cuore) prima ancora che con gli occhi un momento irripetibile e fissarlo con il proprio strumento in un'immagine interessante, cogliendone l'essenza prima ancora del suo aspetto normalmente visibile.
Quindi cogliere l'istante ed immortalarlo non è solo fotografare nel senso tecnico del termine, ma è rappresentare un'emozione in un'immagine unica ed inedita, ciò che a mio modo di vedere è il concetto principe dell'arte fotografica, nata per fissare nell'immediatezza una scena che nel passato richiedeva il tempo ben più lungo almeno di uno schizzo a matita o di un veloce disegno a carboncino.
Ed è questo l'aspetto della fotografia che mi ha sempre affascinato, cioè la sfida a riuscire a "cogliere l'attimo", quel sottile e sfuggente momento che c'è in un istante e poi non torna più, e che per questo è unico e straordinario.
Ecco, credo che la fotografia di strada, il genere che più amo praticare, sia essenzialmente riuscire a raccontare in un'istantanea una scena di vita quotidiana, quale essa sia, cogliendone l'essenza curiosa, o gioiosa, o drammatica, o intensa, o semplicemente meritevole di essere guardata. E questo aspetto è ciò che più mi colpiva quando, avvicinandomi alla fotografia, osservavo i lavori dei grandi del genere: Cartier-Bresson, Doisneau, Winogrand, Erwitt, Berengo Gardin, Meyerovitz, ecc., solo per citarne alcuni.
Così ho iniziato a fotografare anch'io con lo stesso intento, e a provare a fissare questi attimi nella memoria della mia macchina. Come? Ci sono tanti modi di interpretare il genere, forse infiniti, dipendenti dalle proprie attitudini, dalle proprie abilità, dai propri interessi: io posso raccontare il mio.
QUANDO
In generale, il segreto - che non è un segreto - per cogliere buone immagini per strada è avere la macchina sempre con sé, poiché si deve scattare perlopiù in modo estemporaneo nel momento in cui si vede la situazione giusta: le occasioni si presentano in qualsiasi momento e, normalmente, quelle migliori si verificano quando la macchina non ce l'hai...
Tuttavia, penso che quando si viaggia per turismo si ha più possibilità di portare a casa foto interessanti, perché si ha più possibilità di concentrarsi sui possibili soggetti rispetto a quando si gira per lavoro o in altre occasioni non "dedicate", e si vedono più spunti potenziali rispetto a quando ci si muove in posti conosciuti o dove si è già fotografato più o meno a lungo. Si ha inoltre più tempo per fermarsi nei set interessanti, dove si osservano persone, situazioni e luoghi potenzialmente validi dal punto di vista fotografico. Perlomeno, questa è la mia personale esperienza.
COSA
In generale cosa ricerco quando fotografo per strada?
Per prima cosa mi "alleno a vedere" quanto mi circonda, dove per vedere intendo osservare.
Le persone prima di tutto, i loro volti, il loro abbigliamento, i loro atteggiamenti.
Poi le persone in rapporto all'ambiente dove si trovano, osservando come interagiscono con esso.
Infine l'ambiente stesso che spesso offre spunti altrettanto interessanti, quali ombre, riflessi, giochi di luce, geometrie particolari.
Per inciso, riguardo la luce molti grandi di quest'arte preferiscono fotografare al mattino presto o nel tardo pomeriggio, quando i raggi del sole bassi e radenti contribuiscono a rendere più interessante un luogo e la gente che lo anima: in generale è vero e quando è possibile lo faccio anch'io, sebbene fotografi quando ho tempo (e quando mi va) e non sempre sia in grado di scegliere la luce migliore.
In ogni caso, credo che non ci sia "un'ora giusta" per fare street photography; semmai c'è una situazione giusta che è possibile trovare, cioè un insieme di soggetti interessanti situati in un contesto stimolante che si prestano ad essere ripresi. Tra l'altro, le fotocamere di oggi consentono buone pose anche in ambienti con scarsa illuminazione, e pertanto questo aspetto può diventare secondario, a patto, ben inteso, che il soggetto giustifichi la luce non perfetta.
DOVE
Come sarebbe "dove"? Ma ovunque, per strada! Ovviamente, trattandosi di street photography, non si può prescindere da essa, come da qualsiasi piazza, incrocio, ecc.: ma anche nei centri commerciali, nelle fermate dei metrò, nei luoghi aperti al pubblico dove ci sono persone e cose, dove cioè si svolge la vita di tutti i giorni che è sempre ricchissima di spunti. Ritengo però che dove c'è più gente, più confusione, sia più facile trovare soggetti interessanti: sia perché si moltiplicano le potenziali occasioni da riprendere, sia perché le persone, anche se si ha un cannone in mano - parlerò poi del kit che ritengo più pratico da utilizzare per questo genere - se sono prese/distratte da altro non fanno caso al fotografo ed al suo strumento.
Viceversa, se ci si trova in ambienti meno frequentati dove la presenza di un fotografo "attivo" può infastidire qualcuno, la cosa migliore da fare è rendersi "invisibili", cioè diventare parte del contesto in cui ci si muove comportandosi come gli altri, lasciando la propria fotocamera al collo o in mano fino a non essere più notati, per sfruttare poi questa presunta invisibilità dedicandosi più facilmente a quei soggetti che risultano potenzialmente interessanti.
A questo proposito, aldilà delle norme vigenti per la pubblicazione di immagini di cose e persone (che non è oggetto di questo scritto), mi piace ricordare un pensiero di Elliott Erwitt - uno dei grandi del genere - che afferma che quando fa fotografie non chiede mai il permesso perché sarebbe come snaturare questo tipo di arte, rendendolo finto, costruito, artificiale: in effetti il bello di esso è cogliere immagini "vere", naturali, spontanee.
Per quanto mi riguarda però, lasciando da parte quelle rare volte in cui chiedo a qualcuno di potergli scattare una foto, seguo queste accortezze: non riprendo mai bambini salvo che non siano riconoscibili, non riprendo persone in atteggiamenti che possano risultare offensivi per esse stesse o per il comune senso del pudore, o persone e cose in ambienti in cui è sconsigliato o addirittura vietato fotografare (siti di interesse militare o protetti, persone che per la loro religione o per il loro status non vogliono essere ripresi, ecc.).
COME
Dicevo poco sopra che con un po' di allenamento non è difficile cogliere i momenti giusti per scattare una fotografia di un qualche interesse: quando accade è però necessario essere pronti e rapidi per non perdere l'attimo e vedere sfumare una buona opportunità.
Da questo punto di vista trovo che usare una reflex sia impagabile: è veloce nello scatto e programmabile per le sue caratteristiche tecniche secondo le proprie esigenze meglio di come si può fare con una compatta. Ciò nonostante oggi anche una buona mirrorless consente tempi di scatto rapidi necessari a cogliere l'attimo senza risentire del ritardo tipico delle macchine digitali non reflex, ed in più è piccola, leggera e maneggevole, e dà meno nell'occhio ai nostri potenziali soggetti.
Riguardo il setup della macchina, alcuni la usano in manuale con la lente in iperfocale per avere maggiore facilità e velocità di scatto: io non riesco invece a farmi piacere questo metodo, sia perché le distanze di ripresa possono essere spesso molto diverse tra loro e si rischia di avere sfocato un buon soggetto, sia perché i sistemi autofocus attuali sono così sofisticati da consentire comunque accuratezza nella messa a fuoco e rapidità anche in condizioni limite.
Reflex e mirrorless: personalmente uso entrambe con uguale soddisfazione, e va da sé che comunque utilizzo quella di cui si dispongo al momento (con la preferenza per la prima), di norma con un'ottica grandangolare davanti (24 o 35 mm o wide-zoom), anche se un 50 mm è altrettanto valido. Anche un tele può essere utile per scattare da lontano "appostati" in un punto dove è facile dominare la zona di interesse, ma ritengo questa modalità più adatta a cogliere volti ed espressioni che quelle situazioni tipiche della vita di strada che solo da vicino possono essere osservate e ben riprese.
Inoltre le corti focali, aldilà del fatto di essere storicamente le ottiche più utilizzate dai cultori del genere - ma nel passato sono state spesso l'unica opzione o quasi per molte delle macchine in commercio - consentono una profondità di campo maggiore rispetto alle altre lenti e per questa vengono preferite, consentendo un margine più ampio quando la rapida messa a fuoco non può essere precisa.
QUANTO
Quanto scattare? Cioè è bene prepararsi e al momento giusto fare uno o due scatti, oppure è utile sparare una bella raffica per scegliere poi il migliore fotogramma? Io non amo scattare a ripetizione, anche perché in certi contesti il rumore di specchio ed otturatore possono tradire la mia presenza e precludermi altre foto o, peggio, suscitare il fastidio dei soggetti per essere stati ripresi: di norma con un paio, massimo tre foto, riesco ad ottenere lo scatto che cerco, poiché dopo aver visto e trovato il momento giusto non è necessario andare oltre: anzi, generalmente è la prima foto che risulta la migliore, perché spesso la scena cambia subito dopo e i momenti successivi non sono altrettanto significativi. Ovviamente occorre un po' di abilità nel saper "vedere" la situazione e coglierla nell'istante "topico".
SUL CAMPO (CIOE', PER STRADA)
Trovo che ci siano due "macro-situazioni" in cui fare street photography: quella per la quale ti imbatti in un soggetto ed una situazione interessanti, dove devi subito scattare pena l'impossibilità di ottenere la stessa immagine anche dopo solo qualche secondo, e quella dove, trovandoti in un contesto potenzialmente valido per ricavare delle buone foto, devi solo attendere il verificarsi della situazione giusta. Mi spiego meglio con delle foto.
Nella prima situazione, di cui le immagini sotto ne sono un esempio, non c'è molto tempo per imbracciare la macchina e scattare, perché le circostanze osservate durano solo qualche attimo, cioè ad esempio il momento in cui il ragazzo si rivolge alle vigilesse distratte da altro, o la breve attesa della ragazza col suo cagnolino fuori dal negozio con entrambi i loro sguardi rivolti verso l'interno di esso: qui occorre essere molto rapidi per immortalare la scena cogliendo il momento.
Nella seconda situazione, illustrato nelle seguenti foto, trovato un set interessante ed individuata la migliore posizione di ripresa, è invece possibile scegliere con calma il momento per scattare semplicemente attendendo la realizzazione dell'evento che "completi" la scena, come ad esempio la discesa dell'uomo nella scala, o il passaggio delle persone nel controluce dell'ufficio.
Sono due modi diversi di intendere il genere: preferisco il primo che ritengo più vero e genuino (anche se più difficile), ma il secondo consente spesso di ottenere immagini più interessanti anche dal punto di vista compositivo, e sono certo che molte tra le più belle foto di street che si vedono in giro siano ottenute con questa modalità: non dico che siano artefatte, ma essendo in qualche maniera costruite ad arte perdono a mio parere della spontaneità che le deve contraddistinguere. Ma, come si vede, lo faccio anch'io, e non sarò certo io a demonizzarlo.
BIANCO/NERO O COLORE?
Questione spesso dibattuta, per la quale non c'è una risposta definitiva. La fotografia è nata con il bianco e nero, e molti grandi fotografi del passato usavano questa pellicola semplicemente perché... non c'era alternativa!, così si è in qualche modo affermata l'idea che questo genere debba essere rappresentato con la monocromia; altri invece utilizzano il colore perché affermano che il mondo è... a colori e sarebbe strano rappresentarlo diversamente, e i loro lavori sono altrettanto espressivi.
Io preferisco il bianco e nero perché mi sembra possa meglio favorire in chi guarda l'attenzione su quanto vuole trasmettere l'immagine, conferendo ad essa un'atmosfera che la rende quasi sospesa nel tempo e paradossalmente distaccata dalla quotidianità da cui è tratta. Ritengo inoltre che i colori, qualora non assumano un significato importante per la foto, in questo genere non siano semplici da padroneggiare perché possono distrarre l'osservatore, e forse anche per questa difficoltà... seguo la tradizione!
PERCHE' LA STREET PHOTOGRAPHY
Parlare a lungo del proprio genere fotografico preferito e indicarne alla fine i motivi per i quali lo si pratica può sembrare un nonsense, ma voglio farlo per premiare chi ha avuto la pazienza di leggermi fino qui!
Ritengo la street photography il genere d'elezione della fotografia - al pari del reportage, che è del tutto affine - proprio per la spontaneità e l'immediatezza delle immagini che permette di ottenere, oltre che per il fatto che utilizza al meglio l'aspetto principale della tecnica fotografica, cioè la capacità di poter cogliere e fissare l'attimo.
Ma a parte questo, essa consente di raccontare secondo la propria sensibilità i piccoli fatti che ogni giorno avvengono sotto i nostri occhi dandone appunto la propria personale lettura, e dona a chi lo pratica la libertà di potersi esprimere anche con un'attrezzatura minima e in qualsiasi luogo e momento. Sviluppa inoltre il senso più importante del fotografo: lo spirito di osservazione che, al pari della curiosità nel suo aspetto più nobile, aiuta i più bravi a comporre immagini di rara intensità ed emozione.
Io ho raccontato la street a modo mio, e ci sono mille altri modi per praticarla: ma è solo la foto, l'atto finale di tutto, che può dire se l'interprete è stato un buon narratore oppure se deve tornare fuori e fare ancora tanta... strada.
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19 Comments
Che dire, fai venire voglia di uscire e fotografare!
Gustosissimo articolo, complimenti.
Lo street, l'ho già scritto credo, è l'altro genere di fotografia che mi appassionerebbe oltre a quella naturalistica. E' creativa, intrigante, divertente,come tu hai dimostrato.
Ho fatto qualche tentativo e mi è piaciuto farlo, ma purtroppo mi manca sia l'esperienza, che la velocità a cogliere le situazioni, oltre ad una piccola dose di imbarazzo (o qualcosa del genere).
A volte vedo cose che sono ... imperdibili (in metropolitana si aprono le porte e ti compare un giovane frate francescano col saio, attaccato allo stesso palo a cui si appoggia una ragazza punk in minigonna e calze nere rotte,e io non avevo niente per fotografare!), che invece mi scappano .
Pochi giorni fa in un' auto parcheggiata dal finestrino anteriore sbucava la testa tipico tizio enorme dall'aria di cattivo e dietro quella di un grosso pittbull con la stessa espressione del padrone.. ma mi sa che lì, anche avessi avuto la fotocamera... mah, forse avrei lasciato perdere
Bellisimo articolo.
Condivido in pieno le motivazioni che hai così ben descritto.
Complimenti anche per le foto che ho imparato a distinguere sul libro diario di Nikonland.
Che dire, bell'articolo scritto con esperienza da chi si è trovato ad affrontare i problemi del come fare .. a fare.
Complimenti e grazie per aver condiviso con noi questo tuo esser ..... fotografo.
Per essere "[...] la street photography il genere d'elezione della fotografia" come dice l'autore, solo 4 commenti 4.
Non vedete anche voi una contraddizione ?
Tra quel che scrive l'autore e il numero di commenti?
Sembra proprio esserci, ma secondo me,e forse come con delicatezza suggerisci tu, altre variabili potrebbero interferire.
Una potrebbe essere che gli articoli sui generi fotografici siano meno frequentati e/o commentati di quelli sulle attrezzature.
Probabilmente ci saranno altri motivi che non saprei dire perchè io sono di quelli che ha commentato e che anzi , in piena sintonia con quanto scritto da Pedrito, trova lo street affascinante, pur se diverso da quello che faccio di solito.
Beh...
non e' che possiamo tirare la corda una volta da una parte e l'altra ...dall'altra, quando ci fa comodo.
Ma come? Non vi lamentate tutti del fatto che su Nikonland si dia troppo spazio a tematiche "tecniche" (come se le foto a corredo degli articoli "tecnici" non fossero...foto)
e quando arrivano gli articoli di contenuto..."fotografico" si arenano cosi'?
O possibile forse che la "street photography" non sia per forza "genere d'elezione" della fotografia?
Ma un punto di deriva del Reportage?
Che classificherei a sua volta come una semplice e sintetica derivazione del fotogiornalismo.
Il quale (fotogiornalismo) non e' che una branca della fotografia di cronaca.
Uno dei generi lavorativi, insomma, del fotografo che scatta quotidianamente per portare a casa il frutto del suo lavoro.
Mentre la fotografia nasce e si afferma come modo di riproduzione della realta', alternativo ad altre piu' complesse arti figurative e per cio' stesso, non necessariamente e non sempre forma di espressione artistica.
Poi si rende autonoma da queste partizioni accademiche e si afferma il Ritratto come genere di eccellenza e banco di prova di artisti, meri riproduttori e semplici apprendisti.
Insieme al Paesaggio ed ai paesaggisti che, ancora oggi, si affannano a slittare tra realizzazione veridica e pittorica del soggetto inquadrato.
Senza mai prevalere gli uni sugli altri.
Quella che chiamate "street photography" e che celebri cultori come Elliott Erwitt invece definivano "istantanea" (snapshot) non e' che un momento di divertimento giornaliero in mezzo alle impegnative sessioni lavorative di altri generi (per Erwitt come per altri la moda, il reportage, il ritratto).
Un diversivo insomma...
Eleggiamolo pure, se vogliamo...
Chiedo scusa per il mio intervento che, vorrei chiarire, era volto più ad evidenziare una certa carenza di commenti sul sito che a discutere sulla validità dei generi in quanto di fotografia e storia della stessa sono in realtà ignorante quasi quanto di musica di cui sono totalmente ignorante.
Non era comunque una critica al sito in sè, ma un invito a commentare ed un'espressione di solidarietà con chi si è dato da fare per scrivere.
Non vedo sinceramente di che cosa dovresti chiedere scusa.
L'intervento di Max ha descritto senza mezzi termini il suo personale disprezzo verso un genere fotografico.
Non mi pare possa avere alcun impatto sull'ottimo lavoro di Pedrito, che sinceramente avevo letto con troppa superficialitá quando é stato pubblicato e l'avevo messo colpevolmente nel dimenticatoio.
A mio parere c'é una enorme difficoltá di base nella street photo, perché a differenza delle foto di reportage non ha un "racconto" alla base che ne facilita la lettura, ma deve essere autoesplicativa.
Esattamente come le foto di fashion, ad esempio, e senza l'impatto dei panorami.
Insomma, é un'arte difficile da interpretare, ed a mio modesto parere troppi fotografi hanno fatto fortuna su questo genere in maniera non del tutto onesta (il citato Erwitt, ad esempio, ha costruito molti dei suoi scatti piú famosi, sottraendoli al genere street, e gli esempi si sprecano).
Insomma, molto spesso si tende a liquidare la street come un genere poco interessante... avendo in mente degli esempi che street non sono.
Questo senza nulla togliere ai vari Doisneau, Ronis, Cartier-Bresson, Izis... Ma "quell'impatto" é quasi impossibile da avere davvero.
La differenza diventa l'essere in grado di raccontare una storia senza una storia, senza pretendere di avere "lo" scatto.
Ed ancora di piú, senza predetendere di avere "lo" scatto ogni volta che si esce.
a_
Io riguardo al genere direi che vorrei, ma non posso... mi trovo in difficoltà a fotografare persone sconosciute (anche di nascosto) mentre si fanno gli affari loro, mi sembra di rubare qualcosa della loro intimità, comunque apprezzo il genere un pò gossipparo fatto da altri, belle le foto fatte da Pedrito che gode di un'ottimo occhio per vedere il momento buono...
Non è che mi rimangi la parola sul mio apprezzamento per lo street e per l'articolo di Pedrito che rimangono invariati. Su questo non ci piove
Mi scusavo di essere intervenuto evidentemente in modo poco chiaro.
Quando scrivevo che gli argomenti fotografici sono meno frequentati di quelli tecnici era una critica al fatto che fossero meno frequentati, non al fatto che ci siano di quegli articoli, solo che evidentemente non è stato capito. Anzi è stato capito il contrario. Quindi è chiaro che non so scrivere.
Sul fatto che sono ignorante, è sicuramente vero, per cui non sono in grado di ribattere a chi è più informato di me. Per cui d'ora in poi, se mi riesce , mi limiterò alle bestie (foto di).
Beh, in fondo il rubare un po' di intimitá dal soggetto é l'anima di buona parte della fotografia che ha degli umani come soggetti.
Fa la differenza tra una modella brava ed una semplice bella ragazza che posa. E non é poco.
E per strada, tra una foto qualunque ed una che racconti qualcosa.
Quanto al fare le foto di nascosto, a me non piace proprio.
Per quanto con il mio metro e ottanta abbondanti qui non mi stagli nella folla come faccio altrove (sia in India che in Ghana mi era difficile nascondermi...), quello che cambia completamente la direzione della foto é proprio il cercare di nascondersi ed il semplice "scomparire".
In questa foto, del 21 giugno ma non scelta da Mauro per il libro, non stavo scattando di nascosto:
Ero con la mia Sony ad altezza cintura (piú che altro perché usando il 15mm non volevo risultasse tutto pendente), guardavo nel monitor piegato verso l'alto e non facevo nulla per far sembrare qualcosa di differente.
Stavo facendo foto, inquadrando ed aspettando il momento giusto.. E si vedeva bene.
Al punto di scatenare l'ilaritá della venditrice in secondo piano a destra.
Ed ogni tanto si é talmente "presenti" nella scena, pur non volendo, che occorre sbagliare apposta un po' di foto...
...Per riuscire a descrivere quello che si aveva in mente senza che il soggetto guardi in camera, dopo alcuni minuti che si sta lí, diventando parte integrante del mercato.
Quando il soggetto si é dimenticato che sei lí a tre metri.
Questo intendo per scomparire, senza nascondersi.
a_
A me questo genere piace molto e voglio coltivarlo, delle foto che ho pubblicato la maggior parte sono in street, quello che mi crea un sacco di problemi è la normativa sulla privacy.
Il Carpe Diem come mi piace definirlo, è qualcosa che nel mio caso di fotoamatore, è la motivazione per uscire a fotografare il più delle volte e pensare di poter avere problemi da qualcosa che faccio per diletto e per rilassarmi, mi frena parecchio.
Se qualcuno si accorge che l'ho fotografato contro la sua volontà, può chiedermi immediatamente di eliminare la foto dalla memory card, diversamente se non se ne accorge e la pubblico qui per esempio, lui dopo averla vista cosa può chiedermi ?
Se chiedo il permesso prima di fare la foto , ho fatto un'altra cosa, voi come fate ?
no, proprio nessun disprezzo.
Lo pratico da sempre e mi diverte.
Basterebbe peraltro leggere quello che uno scrive:
...nessuno disprezza cio' che giudica divertente, dalle mie parti....
Ma celebrarlo come elettivo...no
Esattamente quanto ho fatto io con la mia Nikon 1 J5 e il 6-13, utilizzandola in pieno sole con il display in orizzontale, macchina ad altezza pancia, fotografando dentro ad un matrimonio in modalità totalmente stealth.
Io non ero invitato, la gente mi vedeva ma non mi guardava.
Ho fatto tante foto "divertenti", alcune carine. Le pubblicherò tra qualche lustro, quando ogni idea di lesione della privacy sarà superata
Effettivamente il genere street è come dice Max, un derivato di altri generi. E' nato solo negli anni '50 del 20° secolo (la fotografia, con i suoi generi di elezione "ritratto, paesaggio e reportage" è nata agli inizio del 19° secolo), come riempitivo per fotografi che stavano in strada per fare reportage o cronaca) ed ha come connotazione particolare l'ironia o l'autocompletezza dello scatto, assimilabile a quella delle vignette umoristiche.
In generale si tende a confondere il genere street con la fotografia fatta in strada.
C'è tanta cultura alla base del primo, tanta prevaricazione (spesso) nella seconda
Secondo me va interpretato come andare a pesca, non sempre si prende qualche cosa, qualche volta si, qualche volta no. Dipende (io la pesca la trovo noiosa da morire !)
Quindi decisamente meglio cercare di praticarla mentre si fotografa altro e se capita, cambiare modalità di interpretazione al volo
Se posso interpretare la provocazione di ieri di Mauro, - correggimi se sbaglio, Mauro - mi pare che il senso vada ricercato nei soli 4 commenti giunti fino a quel momento ad un articolo che, per quanto mi riguarda, mi ha impegnato per alcune ore tra stesura, correzione, scelta delle fotografie, loro sviluppo, ecc.
In effetti, qualche settimana fa stavo per scrivere io un richiamo analogo, un po' scoraggiato dalla mancanza di un qualsiasi altro commento ad uno scritto che tratta di un tema che molti affermano essere di grande interesse se non addirittura di praticarlo spesso.
Tuttavia, allargando il discorso, nelle intenzioni iniziali col quale è stato redatto quel pezzo doveva essere il primo o giù di lì di una serie dove ciascuno avrebbe dovuto illustrare le proprie modalità di intendere il genere di fotografia preferito e praticato (il ritratto a modo mio, il paesaggio a modo mio, ecc.) così da creare un volano di attenzione e di dibattito attorno a generi fotografici fra i più seguiti su queste pagine, e avviare un circolo virtuoso di partecipazione e contributi.
Prendo atto che così non è stato, e forse ha ragione Mauro quando afferma che senza qualcuno che ogni giorno stimola, provoca, rimbrotta, imbocca, ecc., qui non si muove paglia. E se il dibattito che si anima è solo su una frase che estrapolata da un contesto assume evidentemente significati diversi da quello in cui è collocata beh, a mio modo di vedere allora dobbiamo fare tutti una riflessione su come dobbiamo intendere un fotoclub che, per quanto virtuale, senza partecipazione degli iscritti ha poche ragioni per proseguire la sua attività.
Ho provocato, per suscitare una reazione, ovviamente. Trovando proprio strano come "il genere di elezione della fotografia" (che su Nikonland, guardando i numeri, sembrerebbe la fotografia naturalistica, spesso più concentrata su pennuti di piccola taglia e su invertebrati di medio/grande taglia) non suscitasse altro che 4 striminziti commenti in due mesi.
Certamente concordo sui 4 punti da te espressi al 100%.
"Il ritratto a modo mio" sarebbe il mio articolo. Ma cui prodest ? Io lo so già come è il ritratto a modo mio, mica mi parlo allo specchio, non sono ancora pazzo fino a quel punto
Naturalmente!
Ma, vado a memoria, eccettuato il pezzo sulla macro, dove sono gli altri articoli?
E non è detto che anche altri possano proporre il proprio punto di vista sugli stessi temi già trattati. Ma dubito che accada...
Secondo me va interpretato come andare a pesca, non sempre si prende qualche cosa, qualche volta si, qualche volta no. Dipende (io la pesca la trovo noiosa da morire !)
Forse perche non conosci quella in apnea
Quindi decisamente meglio cercare di praticarla mentre si fotografa altro e se capita, cambiare modalità di interpretazione al volo [/quote]
Esattamente quello che capita quando devi interpretare quello che trovi dove stai pescando e quindi devi cambiare tecnica o posto.