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Garry Winogrand e il teatro della vita
mar 09 2015 08:00 |
happygiraffe
in Grandi Fotografi
grandi fotografi
Personalità esuberante e passionale, Garry Winogrand (1928-1984) era sicuramente un fotografo bulimico. Alla sua morte ha lasciato 2500 rullini non sviluppati e 4100 sviluppati e mai stampati, circa 250.000 foto che non vide mai e che probabilmente non avrebbe mai visto neanche se fosse vissuto altri 20 anni.
Pur essendo una figura centrale nella storia della fotografia e specialmente nella fotografia di strada, è ancora poco conosciuto dal grande pubblico.
Garry Winogrand rifiutava la definizione di fotografo di strada, preferiva definirsi uno studioso dell’America. E infatti si ispirò alla fotografia sociale di Walker Evans e Robert Frank, con uno sguardo però più vitale e gioioso.
Nel corso della sua vita realizzò una cronaca quotidiana della vita metropolitana americana, specialmente a New York, città in cui è nato e vissuto a lungo (nacque nel Bronx), ma anche sulla West Coast.
Richard Nixon Campaign Rally. New York, 1960.
New York, 1962.
Garry Winogrand fotografava “per vedere a cosa somigliavano le cose una volta fotografate”.
Non fotografa a progetto, rifiutava l’intellettualizzazione del proprio lavoro. Fotografa la vita davanti a se con il suo stile unico, di cui bisogna prendere tutto: l’eleganza, la vitalità, l’assenza di volgarità, l’umorismo, così come le inquadrature sbilenche, parti di immagini sovraesposte o messe a fuoco imprecise.
Park Avenue. New york, 1959.
Los Angeles, 1980-1983.
Houston, 1964.
New York, 1962.
“Quando fotografo vedo la vita. E’ questo quello con cui ho a che fare”. Il suo sguardo curioso sul mondo che lo circonda è sempre molto democratico, ironico a volte, ma mai cinico.
New York, 1968.
El Morocco. New York, 1955.
Pur essendo una figura centrale nella storia della fotografia e specialmente nella fotografia di strada, è ancora poco conosciuto dal grande pubblico.
Garry Winogrand rifiutava la definizione di fotografo di strada, preferiva definirsi uno studioso dell’America. E infatti si ispirò alla fotografia sociale di Walker Evans e Robert Frank, con uno sguardo però più vitale e gioioso.
Nel corso della sua vita realizzò una cronaca quotidiana della vita metropolitana americana, specialmente a New York, città in cui è nato e vissuto a lungo (nacque nel Bronx), ma anche sulla West Coast.
Richard Nixon Campaign Rally. New York, 1960.
New York, 1962.
Garry Winogrand fotografava “per vedere a cosa somigliavano le cose una volta fotografate”.
Non fotografa a progetto, rifiutava l’intellettualizzazione del proprio lavoro. Fotografa la vita davanti a se con il suo stile unico, di cui bisogna prendere tutto: l’eleganza, la vitalità, l’assenza di volgarità, l’umorismo, così come le inquadrature sbilenche, parti di immagini sovraesposte o messe a fuoco imprecise.
Park Avenue. New york, 1959.
Los Angeles, 1980-1983.
Houston, 1964.
New York, 1962.
“Quando fotografo vedo la vita. E’ questo quello con cui ho a che fare”. Il suo sguardo curioso sul mondo che lo circonda è sempre molto democratico, ironico a volte, ma mai cinico.
New York, 1968.
El Morocco. New York, 1955.
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17 Comments
Interessantissimo l'articolo, grazie per la condivisione. Le sue immagini sono davvero gustose, un ritratto vivace di un'epoca, con un taglio che colpisce sempre.
interessante. non lo conoscevo.
grazie,
G.
Grazie Giovanni, davvero un bell'articolo per un artista che non conoscevo!
Certo che le grandi grandi città come New York e Los Angeles offrono molti spunti per fotografare per strada così da rendere gli scatti ancora più "facili" da cogliere (attenzione alle virgolette usate per definirli facili ), sia per il maggior numero di situazioni potenzialmente interessanti che vi si trovano, sia per il relativo disinteresse dei soggetti a farsi riprendere perché distratti nella frenesia dei propri impegni, come appunto avviene nelle città metropolitane. Forse questo spiega (o spiegava) la presunta mancanza di liberatorie in mano all'autore...
Piuttosto non mi formalizzerei sul nome con cui chiamare questo tipo di fotografia: comunque lo si voglia definire, racconta con le immagini scene della vita di tutti i giorni, quella che a moltissimi passa davanti quasi indifferente, mentre ad alcuni, attenti, curiosi ed ispirati, suggerisce istantanee che a ragione alcune possono essere chiamate opere d'arte.
Conoscevo Winogrand marginalmente per la sua foto dell'uomo sul tappeto elastico, questo approfondimento è più che benvenuto.
Pensate che si riesca a trovare il suo libro sulle donne?
Naturally se hai la carta di credito gonfia :
Grazie per la condivisione, non conoscevo l'artista e mi ha sorpreso piacevolmente.
Dai il paperback é accessibile..
Lo conoscevo perché Amazon mi propone continuamente i suoi libri...
Vabbé, mi tengo l'uomo a testa in giù.
Notevole!
Bel contributo, si può imparare molto.
Si ma mi immagino i commenti da forum se qualcuno oggi presentasse tutte queste foto con piedi e mani tagliate, storte, sbilenche, con messa a fuoco approssimativa, alcune un pò voyeuristiche, orizzontali quando dovrebbero essere verticali o verticali quando orizzontali renderebbero meglio. Persone mezze tagliate, etc. etc., caratterizzate più che altro dalla fortuna di essere nato nel Bronx quando ancora il Bronx non era il Bronx che conosciamo oggi ma che offriva una varietà di soggetti, personaggi e scene di tutti i giorni tali da suscitare da soli interesse fotografico a prescindere dal ... pescatore.
Non è una critica al personaggio, peraltro esso stesso in gran parte ignaro del contenuto delle sue pesche, ma al nostro modo un pò troppo teorico di concepire la fotografia che finisce con il confondere la forma con il significato, e mette regole a tutto perchè non si vuole ammettere che non si ha nulla da dire.
Pensa a Winogrand che si mette a perdere tempo con la messa a fuoco selettiva perchè il soggetto è poco interessante ad esempio una cosa del tutto inimmaginabile
Mi piace molto il suo stile. (La foto di J.F.K. è fantastica, e non solo quella..). Il discorso sulle "regole" di Mauro mi fa venire in mente che come una donna affascinante è bella a prescindere da cosa si mette addosso, così una foto che dice "qualcosa" può tranquillamente fregarsene dei "canoni"...
Condivido totalmente.
C'è da dire che, se da un lato la fortuna di Winogrand è certamente legata alle sue immagini di NY, città che per popolazione e architettura offre moltissimo ai fotografi, dall'altro nell'ultima parte della sua vita seppe produrre immagini molto significative anche in altre località degli USA.
Del resto Winogrand aveva un talento e una personalità tali da emergere in qualsiasi contesto e a prescindere dalle buone regole del genere fotografico.
Per chi volesse approfondire, raccomando questo enciclopedico volume di 460 pagine:
Infine ringrazio la redazione per l'editing e le integrazioni all'articolo.
Io adoro questo genere di foto, dove le regole sono spesso infrante però credo che solo in questo tipo di foto si possa fare..Se si fotografa in studio le cose a mio parere sono diverse, li le regole, la messa a fuoco, luce composizione ecc.ecc devono essere perfette.
Quanto mi piacerebbe avere quella facciatosta ed essere capace di fregarmene se qualcuno mi manda a stendere !
Magari in una prossima vita
Su youtube trovi dei video che lo ritraggono mentre scatta foto in giro per la strada. Fantastico, altro che faccia tosta, siamo oltre!
Da circa 3 mesi ho la fortuna di avere in casa questo
prestato da un amico del fotoclub che temo, anzi ne sono certo, che non se lo sia scordato e me lo chiederà presto indietro.
Lo consiglio a tutti, e molte delle foto che hai mostrato si trovano anche su questa pubblicazione.
Riapro questo post perché un paio di giorni fa a Radio2 (o Radio1, non ricordo) hanno trasmesso un bel radiodocumentario (si dice così?) su questo straordinario fotografo che, forse, ancora si può trovare su Rai Replay.