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Nikon L35 AF - Nikon Zoom 700
feb 23 2015 10:28 |
Roby C
in Vintage
Questa volta inizio con il raccontare due cose la prima successa verso il 1983.. l'altra qualche anno dopo.. nel 1994... due cose che sono state nel loro campo pietre miliari nella pur lontana storia della NK, partita da un lontano 1917.
L35 AF
Questa sigla non dirà poi molto ai più, solo quelli con qualche anno sulle spalle, al tempo epico dell'argento.. insomma, forse la possono ricordare, ma dicevamo, correva l'anno, il 1983, erano passati una ventina d'anni da quando la Nippon Kogaku aveva presentato una macchina fotografica compatta, anche se reflex, stiamo parlando della lontana Nikkorex, figlia della Nikon F, prodotta da Mamyia per Nippon Kogaku, ma i tempi erano ormai maturi per un'altra impresa.. un'altra avventura e fu così che venne studiata una nuova macchina, portatile, più semplice fatta per le grandi masse, che mediamente non doveva dare problemi, ricordiamo che quelli erano i tempi della Nikon F3 e della Nikon FE2,
35 mm, piccola, con avanzamento della pellicola motorizzato, automatica, autofocus, con un flash pure quello in totale automatismo, alimentata da due batterie di facile reperibilità, una sensibilità che spaziava dai 25 ai 400 ASA, un obbiettivo piccolo.. ma luminoso, le dimensioni di questa macchinetta erano: 124 x 73 x 46 mm, una autonomia di 10 rotolini da 24 pose con utilizzo del flash, un peso di 420 grammi macchina e borsa senza pellicola e batterie.
L'obbiettivo stavamo parlando, piccolo è vero a vederlo non gli si dava grande importanza, era siglato Nikon Lens, non Nikkor, ma sotto la pelle invece nascondeva un piccolo miracolo, simile ai 38 Sonnar Zeiss, che equipaggiavano le Rollei 35 e le Contax T2, il nostro a cinque lenti non era da meno, prodotto con materiali di alta qualità, utilizzando vetri sia Flint che Krown al Lantanio, e il famoso SK 16; una luminosità di f 2,8 per 35mm di focale un piccolo gioiello sotto la pelle insomma.
La macchina era la prima compatta e la prima Autofocus di casa Nikon, la messa a fuoco era da cm 80 all'infinito, con l'AF passivo che lavorava in otto campi, l'esposimetro accoppiato all' otturatore aveva una sensibilità che andava da 6EV ai 17 EV, con una compensazione dell'esposizione che era di +/- 2 EV, pari a f2,8 a t 1/8 sino a f 17,5 con t 1/450, il flash aveva una copertura di metri 3,8 a 100 Asa, il mirino galileiano albada aveva una copertura pari al 85 % della scena.
Ma non dimentichiamo che aveva anche una cosa di casa nostra... la righina rossa del designer Giorgetto Giugiaro..
Fu un trionfo.. tanto che la Nippon Kokaku di fatto apri una nuova linea di vendita prodotti.. non solo il professionale ma anche il consumer, come diciamo ora..
ZOOM 700 VR / ZOOM 105 VR
La prossima macchina fotografica 35 mm di cui vorrei parlare è una macchina ben poco conosciuta alla gran massa degli utenti, forse la ricordano solo pochi.. ma anche lei è stata una pietra miliare nella storia della nostra Nippon Kogaku, detta Nikon..
sotto il ,profilo tecnico ridefinisce le storie in gioco in quel periodo, attualmente la tecnologia VR è diffusa ed apprezzata dai consumatori, ma vent'anni fa era una storia diversa, diciamo che apparentemente la fase pionieristica fu svolta da Canon con il suo 75-300 IS, arrivato sul mercato bel sei anni prima del Nikkor AF 80-400 VR.
Ma fu realmente così la storia? a ben guardare non proprio.. anche Nikon aveva le sue carte, solo che il suo management, decise di andare con i cosi detti piedi di piombo..
e controllando brevetti e prototipi mai entrati in produzione definitiva..
Ma torniamo alla nostra zoom 700, è stata presentata nel 1994, poteva avere due sigle oltre a quella summenzionata anche zoom 105 VR, tutto dipendeva dall'area di commercializzazione, teniamo ben in mente che questa macchinetta era antecedente del 80-400 di ben sei anni; questa compatta di alta gamma con autofocus attivo a IR, motore di avanzamento e riavvolgimento, con inserito anche il data back, un flash automatico, un eccellente zoom con focale da 38 a 105, un pochino chiuso è vero ma di questo ne parleremo tra poco..
Ed infine per la prima volta era inserito il,VR vibration reduction.. ora abbastanza noto, ma allora molto ma molto meno.. aveva la possibilità di poter scattare una fotografia nitida con il 105 e tempi di 1/15, l'alimentazione era data da due batterie al litio L 123, lo zoom era costruito con ben 12 lenti in 10 gruppi, e un filtro neutro posto anteriormente,
vi era ovviamente anche le lenti di controllo del VR, e Nikon dimostrò di essere già pronta per questa tecnologia ma come ho detto aspettarono..
L'ottica venne prodotta senza limitazioni di sorta, sia come progettazione che materiali utilizzando per le dodici lenti ben dodici vetri speciali, altro problema affrontato con grande serietà fu la parte elettronica, all'epoca non vi era la tecnologia attuale e lo sforzo fu veramente notevole, vennero approntati ben sei prototipi, per poter mettere a punto diversi particolari come ad esempio l'ottimizzazione degli spazi interni, probabilmente quando qualcuno fece i conti per bene del costo di produzione, la vita di questa macchina fù segnata ma, la strada era aperta..
Non dimentichiamo che tra i padri di questa " macchinetta ", vi erano progettisti a cui si deve: il Nikkor Zoom 1200- 1700, gli AF-S 20-35, AF-S 70-200 f 2.8, AF 70-180 micro AF-S 200-400 .
Formato ripresa: 24 x 36 oppure 13 x 36 in formato panorama, esposimetro al CDS con sensibilità da 50a 3200 ASA, da EV 6 a EV 17 alla focale di 38 mm, e EV 8 a EV 17 alla focale di 105 mm, con regolazione a 100 Asa, flash automatico con NG di 11 a 38 mm e NG 14 a 105 mm, funzione anti occhi rossi, gruppo otturatore esposimetro in pratica simile al modello L35 AF,il film aveva la lettura DX conta pose digitale posto superiormente, e impressione della data sul bordo pellicola, autoscatto mirino galileiano autonomia di circa 18 rotolini da 36 pose, dimensioni 139 x 76 x 71 ed anche lei di un peso di 420 grammi senza batterie e rotolo.
[Alcuni disegni prototipali e il materiale descritto è stato liberamente tratto dall'enciclopedico Marco Cavina
Le due macchine riprodotte sono di mia proprietà.]
Roberto Casetta per Nikonland © 2015
L35 AF
Questa sigla non dirà poi molto ai più, solo quelli con qualche anno sulle spalle, al tempo epico dell'argento.. insomma, forse la possono ricordare, ma dicevamo, correva l'anno, il 1983, erano passati una ventina d'anni da quando la Nippon Kogaku aveva presentato una macchina fotografica compatta, anche se reflex, stiamo parlando della lontana Nikkorex, figlia della Nikon F, prodotta da Mamyia per Nippon Kogaku, ma i tempi erano ormai maturi per un'altra impresa.. un'altra avventura e fu così che venne studiata una nuova macchina, portatile, più semplice fatta per le grandi masse, che mediamente non doveva dare problemi, ricordiamo che quelli erano i tempi della Nikon F3 e della Nikon FE2,
35 mm, piccola, con avanzamento della pellicola motorizzato, automatica, autofocus, con un flash pure quello in totale automatismo, alimentata da due batterie di facile reperibilità, una sensibilità che spaziava dai 25 ai 400 ASA, un obbiettivo piccolo.. ma luminoso, le dimensioni di questa macchinetta erano: 124 x 73 x 46 mm, una autonomia di 10 rotolini da 24 pose con utilizzo del flash, un peso di 420 grammi macchina e borsa senza pellicola e batterie.
L'obbiettivo stavamo parlando, piccolo è vero a vederlo non gli si dava grande importanza, era siglato Nikon Lens, non Nikkor, ma sotto la pelle invece nascondeva un piccolo miracolo, simile ai 38 Sonnar Zeiss, che equipaggiavano le Rollei 35 e le Contax T2, il nostro a cinque lenti non era da meno, prodotto con materiali di alta qualità, utilizzando vetri sia Flint che Krown al Lantanio, e il famoso SK 16; una luminosità di f 2,8 per 35mm di focale un piccolo gioiello sotto la pelle insomma.
La macchina era la prima compatta e la prima Autofocus di casa Nikon, la messa a fuoco era da cm 80 all'infinito, con l'AF passivo che lavorava in otto campi, l'esposimetro accoppiato all' otturatore aveva una sensibilità che andava da 6EV ai 17 EV, con una compensazione dell'esposizione che era di +/- 2 EV, pari a f2,8 a t 1/8 sino a f 17,5 con t 1/450, il flash aveva una copertura di metri 3,8 a 100 Asa, il mirino galileiano albada aveva una copertura pari al 85 % della scena.
Ma non dimentichiamo che aveva anche una cosa di casa nostra... la righina rossa del designer Giorgetto Giugiaro..
Fu un trionfo.. tanto che la Nippon Kokaku di fatto apri una nuova linea di vendita prodotti.. non solo il professionale ma anche il consumer, come diciamo ora..
ZOOM 700 VR / ZOOM 105 VR
La prossima macchina fotografica 35 mm di cui vorrei parlare è una macchina ben poco conosciuta alla gran massa degli utenti, forse la ricordano solo pochi.. ma anche lei è stata una pietra miliare nella storia della nostra Nippon Kogaku, detta Nikon..
sotto il ,profilo tecnico ridefinisce le storie in gioco in quel periodo, attualmente la tecnologia VR è diffusa ed apprezzata dai consumatori, ma vent'anni fa era una storia diversa, diciamo che apparentemente la fase pionieristica fu svolta da Canon con il suo 75-300 IS, arrivato sul mercato bel sei anni prima del Nikkor AF 80-400 VR.
Ma fu realmente così la storia? a ben guardare non proprio.. anche Nikon aveva le sue carte, solo che il suo management, decise di andare con i cosi detti piedi di piombo..
e controllando brevetti e prototipi mai entrati in produzione definitiva..
Ma torniamo alla nostra zoom 700, è stata presentata nel 1994, poteva avere due sigle oltre a quella summenzionata anche zoom 105 VR, tutto dipendeva dall'area di commercializzazione, teniamo ben in mente che questa macchinetta era antecedente del 80-400 di ben sei anni; questa compatta di alta gamma con autofocus attivo a IR, motore di avanzamento e riavvolgimento, con inserito anche il data back, un flash automatico, un eccellente zoom con focale da 38 a 105, un pochino chiuso è vero ma di questo ne parleremo tra poco..
Ed infine per la prima volta era inserito il,VR vibration reduction.. ora abbastanza noto, ma allora molto ma molto meno.. aveva la possibilità di poter scattare una fotografia nitida con il 105 e tempi di 1/15, l'alimentazione era data da due batterie al litio L 123, lo zoom era costruito con ben 12 lenti in 10 gruppi, e un filtro neutro posto anteriormente,
vi era ovviamente anche le lenti di controllo del VR, e Nikon dimostrò di essere già pronta per questa tecnologia ma come ho detto aspettarono..
L'ottica venne prodotta senza limitazioni di sorta, sia come progettazione che materiali utilizzando per le dodici lenti ben dodici vetri speciali, altro problema affrontato con grande serietà fu la parte elettronica, all'epoca non vi era la tecnologia attuale e lo sforzo fu veramente notevole, vennero approntati ben sei prototipi, per poter mettere a punto diversi particolari come ad esempio l'ottimizzazione degli spazi interni, probabilmente quando qualcuno fece i conti per bene del costo di produzione, la vita di questa macchina fù segnata ma, la strada era aperta..
Non dimentichiamo che tra i padri di questa " macchinetta ", vi erano progettisti a cui si deve: il Nikkor Zoom 1200- 1700, gli AF-S 20-35, AF-S 70-200 f 2.8, AF 70-180 micro AF-S 200-400 .
Formato ripresa: 24 x 36 oppure 13 x 36 in formato panorama, esposimetro al CDS con sensibilità da 50a 3200 ASA, da EV 6 a EV 17 alla focale di 38 mm, e EV 8 a EV 17 alla focale di 105 mm, con regolazione a 100 Asa, flash automatico con NG di 11 a 38 mm e NG 14 a 105 mm, funzione anti occhi rossi, gruppo otturatore esposimetro in pratica simile al modello L35 AF,il film aveva la lettura DX conta pose digitale posto superiormente, e impressione della data sul bordo pellicola, autoscatto mirino galileiano autonomia di circa 18 rotolini da 36 pose, dimensioni 139 x 76 x 71 ed anche lei di un peso di 420 grammi senza batterie e rotolo.
[Alcuni disegni prototipali e il materiale descritto è stato liberamente tratto dall'enciclopedico Marco Cavina
Le due macchine riprodotte sono di mia proprietà.]
Roberto Casetta per Nikonland © 2015
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12 Comments
Ciao Roby
letto tutto, con anche un filo di malinconia. Ma in verità, per quanto ci fosse una buona tecnologia in quelle macchinette, a riguardarle oggi mettono un po' tristezza.
Nikon ha fatto degli esperimenti sicuramente di rilievo nel settore compatte, ciò non toglie che si vedeva (e si vede bene) che quello era un settore in cui non esprimeva di certo il meglio. Beh, però ricordo anche che se volevi salassarti un po' potevi scegliere la Ti 28 o la Ti 35, compatte di lusso con il quadrante superiore a lancetta (più analogico non si può), e siamo nel primo quinquennio '90. Tolte queste macchinette le altre compatte erano veramente inguardabili
Almeno, lo sono con gli occhi di oggi, occhi abituati a fasciature grippose gommate e anatomiche, a verniciature robuste anti sbecco.
Non lo so, a me parevano bruttarelle anche allora. Specialmente la ZOOM VR. In quegli anni giravo con le mie FM2 e la plastica mi toccava sopportarla solo sul barilotto di 20AF, 35AF e 85AF (l'85 l'ho ceduto oltre dieci anni fa). Mi ricordo bene del fagiolo nero VR, dell'interesse e delle lodi (non so quanto genuine e sincere) della stampa specializzata. E ricordo anche che mi dissi: "Invece di fare ste caxxate, ma uno schifo di fondello per la F801 era così difficile da mettere in produzione???"
ciao e grazie
L'ho letto con piacere, non c'entra forse molto ma mi fa pensare che spesso nikon anticipava sui modelli inferiori le novità tecnologiche per poi trasferirle con calma nei modelli superiori, ad esempio le FE2 erano più avanzate delle F3.
Articolo molto interessante, soprattutto riguardo i riferimenti alle caratteristiche tecniche innovative di queste macchine poi applicate alle lenti e alle reflex di fascia alta.
Ma che prezzo avevano queste fotocamere? E che successo di mercato hanno avuto?
Comunicato di servizio
Roby il redattore di questo articolo al momento è impossibilitato ad intervenire per controbattere e bastonarci. Questo spiega la sua assenza da questo dibattito.
Il fatto è che è convalescente da operazione agli occhi, quindi non ci vede una mazza. Raggiunto telefonicamente dal sottoscritto pochi minuti fa vi saluta tutti quanti e, per quanto cerchi di passare il tempo ascoltando buona musica, non nega che a lungo andare la faccenda tende a rompere i c...oni.
Quindi, prego tutti gli avventori di prodursi in pareri e osservazioni sagaci e al vetriolo su questo scritto in modo tale che al suo rientro in servizio Roby abbia il suo bel da fare a rispondere a tutti gli interventi
Roby ti aspettiamo, non avere fretta e mi raccomando evita TUTTOSANREMO che già non è il massimo veder tutto sfocato se poi vai a violentare anche il tuo udito
spero sia tutto ok, auguri per una rapida ripresa.
G.
ottimo articolo, all'epoca avevo la fe2 e le compatte non le seguivo, "ti" a parte che erano proprio belle.
e care.
anche se non al massimo.. quello verrà dopo, comincia cedere ed usare, ma con molta parsimonia il picci.. questo è di fatto la prima risposta.. ora devo attendere il 11-03 per la viosita finale, comunque sulla distanza.. quindi all'infinito meglio dio gran lunga rispetto a prima...
scusate gli errori.. per ora la tastera ancota non è nitidissima...
Non riesci a stare tranquillo eh?
Sei quasi peggio di me.
IO SONO PEGGIO DI TUTTI...
Ecco l'ho detto...
ho appena acceso il baraccone e, subito abbiamo messo in pista er Silvio.. la prima cosa che ho provato è inforcare i vecchi occhiali, eh.. orrore..na schifezza nel senso che ora sono troppo forti, difatti or ora senza nulla vedo quasi bene... quasi.. ci sarà da fare un ritocchino ma piccolo... molto bene..
allora? come vanno le cose? a già.. non è il post giusto.. sapete com'è l'astinenza...
Ora posso rispondere al Silvio..
No mio caro, non mi par proprio che la pur ottima eccellente FE2 fosse più avanti della f3.. non mi pare davvero.. ora è pur vero la la Fe aveva il TTL flash che la professionale non aveva, ma... era una filosofia di progetto diametralmente opposta, quando poi è stato deciso che si, la cosa poteva essere messa anche sulle altre lo hanno fatto.. ma la F3 era quella che era, e se la difendo io che lp 'ho avuta e mai amata troppo.. mentre le FE2 ne avevo ben due.. e usate al punto di schiodare le tendine..
adesso basta per questa sera.. andremo avanti domani ancora un poco, non esageriamo subito..
il solo guaio è che il sincro è fermo a 1/80...... contro l' 1/250 della "piccola".
scusa.. me lo ero dimenticato.. e tra l'altro la f3 fuori non l'0ho poi usata tantissimo.. era un'uso prevalente da studio su di un repro.. e lì ha fatto due vagonate di scatti.. tanto era sempre tutto identico.. f 8, T 1/30 e due hedler a 45° come luci.. e via a fare riproduzioni di acetati..