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0
Nikon ZOOM 35-70/2.8 D
nov 26 2006 16:37 |
Lieve
in Obiettivi
Complice il digitale in formato ridotto e la ricerca di prestazioni "esotiche", é sempre più facile vedere svenduti esemplari in buone condizioni di questo zoom secco 2X, ultima versione del classico zoom del fotoreporter che ha visto i suoi primi fasti con le versioni Manual-Focus ad F3.5 fisso nei primi anni '80.
E' comprensibile perché, da una parte la focale più corta, oramai troppo lunga (equivalente ad un 52 mm in digitale) dall'altra la mancanza di motore interno lo fanno trascurare.
E' un peccato perché quando si vedono le immagini che esso é in grado di dare si cambia immediatamente idea :
a quel punto si capisce come la luminosità massima di F2.8 consenta un ottimo gioco di sfuocato, si vedono colori neutri e chiari, si apprezza una resa omogenea da centro a bordo, degna erede delle vecchie ottiche AIs.
Si perché questo zoom non ha nulla dell'odierna tendenza fanfarona a saturare e ad abbellire con contrasti improbabili, tanto sono naturali i risultati.
E' come avere in mano un 50 o un 35 mm AIs.
Nell'uso pratico di tutti i giorni le differenze con il mastodontico, lussuoso, pesante e ultracosto moderno 28-70/2.8 AF-S sono realmente poche, si riducono alla velocità dell'autofocus e a quei pochi millimetri in più sul grandangolo.
Pagati a caro prezzo, perché sul nuovo un 28-70 non costa meno di 1.250 euro quando un 35-70 si trova a 650 nuovo e anche a 300-400 euro se usato.
Lo schema ottico conta 15 lenti in 12 gruppi. Si tratta di lenti di vetro ottico tradizionale, senza necessità dei vetri esotici (ED e Asferici) che ormai sono diffusi anche sugli zoom più economici.
Il diametro del filtro é di 62 mm (attenzione, la lente frontale ruota e quindi rende disagevole l'uso dei polarizzatori !), il peso é di 665 grammi.
La messa a fuoco minima é di 60 cm. Esiste una posizione "macro" che si ottiene premendo un nottolino metallico sporgente sito vicino alla ghiera dello zoom. Spingendo in avanti si ottiene la riduzione della messa a fuoco minima a circa 28 cm.
Si tratta di una soluzione d'emergenza, non consigliabile nell'uso specialistico.
Il 35-70/2.8 é stato presentato per la prima volta nel dicembre del 1987 per essere poi aggiornato qualche anno dopo alla versione D.
E' rimasto invariato fino al 2006.Nell'ultimissimo lotto di produzione é stato cambiato il tappo con la nuova versione a rilascio facilitato.
Nella valutazione di uno zoom 35-70 usato, si dovrà fare bene attenzione a due aspetti importanti :
- assenza di polvere ed infiltrazioni di umidit? tra le lenti. Si vede abbastanza facilmente se c'é un alone guardando l'obiettivo a diaframma completamente aperto, aiutandosi con una luce.
- assenza di incrostazioni nella parte di scorrimento interno del meccanismo di zoom. Meccanismo che dovrà essere il più possibile fermo e non lasco (non dovrebbe scendere da solo se capovolto).
Nell'uso può capitare che in particolari condizioni e alla focale 35 mm, ci siano delle leggere sovraesposizioni. Basta sottoesporre intenzionalmente di un terzo di stop per correggere il problema.
Eccolo sulla D2Hs :
con lo zoom in posizione ritratta (70 mm) e allungata al massimo (35 mm) :
ed a confronto con due altri obiettivi per valutarne le dimensioni (a sinistra il 18-200 e a destra il 105/2 DC) :
il nottolino metallico vicino alla ghiera dello zoom é il blocco per la posizione macro.
Concludendo, é a mio parere il vero affare (insieme al 300/4 AF-S) presente nell'attuale catalogo Nikon.
Equilibrato, ben costruito con una resa ottica sopraffina, fatta per soddisfare e non per sorprendere.
Senza ricorso a nessun artificio, lenti esotiche o componenti soggette ad usura.
Costruito per durare.
Aspetti Positivi
Costruzione
Resa ottica
Costo
Compattezza rispetto al 28-70/2.8
Aspetti negativi
Il funzionamento a pompa. Io non mi sono mai trovato a mio agio
Una certa tendenza alle infiltrazioni di umido e polvere tra le lenti
Tre istantanee di Rudolf, il gatto !
Mauro Maratta 2006-2008 per Nikonland
E' comprensibile perché, da una parte la focale più corta, oramai troppo lunga (equivalente ad un 52 mm in digitale) dall'altra la mancanza di motore interno lo fanno trascurare.
E' un peccato perché quando si vedono le immagini che esso é in grado di dare si cambia immediatamente idea :
a quel punto si capisce come la luminosità massima di F2.8 consenta un ottimo gioco di sfuocato, si vedono colori neutri e chiari, si apprezza una resa omogenea da centro a bordo, degna erede delle vecchie ottiche AIs.
Si perché questo zoom non ha nulla dell'odierna tendenza fanfarona a saturare e ad abbellire con contrasti improbabili, tanto sono naturali i risultati.
E' come avere in mano un 50 o un 35 mm AIs.
Nell'uso pratico di tutti i giorni le differenze con il mastodontico, lussuoso, pesante e ultracosto moderno 28-70/2.8 AF-S sono realmente poche, si riducono alla velocità dell'autofocus e a quei pochi millimetri in più sul grandangolo.
Pagati a caro prezzo, perché sul nuovo un 28-70 non costa meno di 1.250 euro quando un 35-70 si trova a 650 nuovo e anche a 300-400 euro se usato.
Lo schema ottico conta 15 lenti in 12 gruppi. Si tratta di lenti di vetro ottico tradizionale, senza necessità dei vetri esotici (ED e Asferici) che ormai sono diffusi anche sugli zoom più economici.
Il diametro del filtro é di 62 mm (attenzione, la lente frontale ruota e quindi rende disagevole l'uso dei polarizzatori !), il peso é di 665 grammi.
La messa a fuoco minima é di 60 cm. Esiste una posizione "macro" che si ottiene premendo un nottolino metallico sporgente sito vicino alla ghiera dello zoom. Spingendo in avanti si ottiene la riduzione della messa a fuoco minima a circa 28 cm.
Si tratta di una soluzione d'emergenza, non consigliabile nell'uso specialistico.
Il 35-70/2.8 é stato presentato per la prima volta nel dicembre del 1987 per essere poi aggiornato qualche anno dopo alla versione D.
E' rimasto invariato fino al 2006.Nell'ultimissimo lotto di produzione é stato cambiato il tappo con la nuova versione a rilascio facilitato.
Nella valutazione di uno zoom 35-70 usato, si dovrà fare bene attenzione a due aspetti importanti :
- assenza di polvere ed infiltrazioni di umidit? tra le lenti. Si vede abbastanza facilmente se c'é un alone guardando l'obiettivo a diaframma completamente aperto, aiutandosi con una luce.
- assenza di incrostazioni nella parte di scorrimento interno del meccanismo di zoom. Meccanismo che dovrà essere il più possibile fermo e non lasco (non dovrebbe scendere da solo se capovolto).
Nell'uso può capitare che in particolari condizioni e alla focale 35 mm, ci siano delle leggere sovraesposizioni. Basta sottoesporre intenzionalmente di un terzo di stop per correggere il problema.
Eccolo sulla D2Hs :
con lo zoom in posizione ritratta (70 mm) e allungata al massimo (35 mm) :
ed a confronto con due altri obiettivi per valutarne le dimensioni (a sinistra il 18-200 e a destra il 105/2 DC) :
il nottolino metallico vicino alla ghiera dello zoom é il blocco per la posizione macro.
Concludendo, é a mio parere il vero affare (insieme al 300/4 AF-S) presente nell'attuale catalogo Nikon.
Equilibrato, ben costruito con una resa ottica sopraffina, fatta per soddisfare e non per sorprendere.
Senza ricorso a nessun artificio, lenti esotiche o componenti soggette ad usura.
Costruito per durare.
Aspetti Positivi
Costruzione
Resa ottica
Costo
Compattezza rispetto al 28-70/2.8
Aspetti negativi
Il funzionamento a pompa. Io non mi sono mai trovato a mio agio
Una certa tendenza alle infiltrazioni di umido e polvere tra le lenti
Tre istantanee di Rudolf, il gatto !
Mauro Maratta 2006-2008 per Nikonland
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17 Comments
Nuccio
Ma queste non hanno nessun profilo incorporato, di nessun tipo.
A seconda del browser, le si vede come se fossero sRGB, oppure vengono passati i numeri a monitor senza nessuna interpretazione.
Nessuno dei due casi dá un risultato accettabile, specialmente se in origine non erano sRGB.
a_
Miniature Allegate
Miniature Allegate
Nessun altro vuole partecipare ?
Ci sarà il tributo nel test
Nuccio
Mi piacevano i colori che rendeva proprio come erano nella realtà o come i miei occhi volevano vederli.
Pienamente appagato.
Unico neo, anche se non trascurabile i controluce.
Se il mio 24-70mm, pur ottimo, rendesse i colori del 35-70mm sarebbe fantastico.
Nuccio
Se si vuole il colore "esatto" si può avere tramite un profilo di input della fotocamera (si fa in 3 minuti) e allora tutte le lenti danno risultati praticamente uguali.
Se invece si vuole personalizzare ...the sky is the limit.
Quindi parlare di "resa del colore" nel digitale non è corretto e si possono "equalizzare" lenti diverse...entro certi limiti e in condizioni di assenza di aberrazioni cromatiche, naturalmente.
FB
Forse non hai letto l'articolo ? Perchè questi sarebbero solo i commenti ... come indicato nel primo post nell'articolo è segnalato chiaramente tra i difetti
Peraltro è una cosa che si risolve in manutenzione, con una cifra tutto sommato modesta.
Ora sulla D800 e' l'ideale. Luminoso, non troppo veloce nella messa a fuoco, ma di ottima qualita' (secondo me). E' un obiettivo che sto riscoprendo (non potendomi per ora permettere ottiche piu' moderne e piu' blasonate e piu' veloci come messa a fuoco).
Non l'ho mai fatto revisionare, ora che ho la D800 penso che lo portero' per una manutenzione che male non fa. Credo che con la D800 sia tornato agli antichi splendori e mi sapra' dare moltissime nuove soddisfazioni.
Usato indubbiamente aveva il difetto di opacità delle lenti, prodotta dalle collanti usati in produzione. Quando acquistai nel 1986 il 28-70 2,8, considerai pure il 35-70, ma lo vidi molto più limitato e poi il 28-70 mi piaceva.... per la scena che faceva collegato alla mia F5