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Nikon Nikkor 28mm f/2 ed f/2.8 Ai ...di 28 ce n'é uno...tutti gli altri son...
feb 18 2014 01:00 |
Max Aquila
in Obiettivi
perché mai come per questa focale da 74° sulla diagonale del formato 135 i progettisti della Nikon si sono sbizzarriti nei decenni, sfornando ottiche dalla luminosità massima che spazia da f/1.4 agli f/4 del 28mm PC decentrabile, senza considerare la miriade di zoom ad aperture costanti o variabili la cui escursione partiva da questa lunghezza focale che é stata per molto tempo la soluzione ideale per allargare il campo senza distorcerlo, in modo da avere a moderate distanze dal soggetto la facoltà di riempire l'inquadratura con "oggetti" di grandi dimensioni:
impossibili da ricomprendere in unico fotogramma col più moderato wide da 35mm e ad un prezzo in termini di distorsione ottica molto più conveniente che con gli 84° di un 24mm o peggio con i 94° del 20mm, sensazionali certo, ma oltremodo cagionevoli nel dettaglio ai bordi del fotogramma.
Ciononostante utili compositivamente e divertenti negli accostamenti tra soggetti contrastanti per colore, forme e luce, come ogni grandangolo che si rispetti consente...
In questo confronto ci troviamo ad avere due insigni esemplari dell'epoca Ai: il 28mm f/2 da 9 elementi in 8 gruppi e 360 grammi di peso ed il 28mm f/2.8, più compatto, da 7 elementi in 7 gruppi e pesante poco meno di 240 grammi
Due obiettivi di estetica simile, quella della prima serie di ottiche Ai del 1977, vale a dire con ghiera di messa a fuoco rastremata verso il basso e con rivestimento antisdrucciolo in gomma quadrettata a tre file di elementi, un pò più alta nel 28 f/2 rispetto al 28 f/2.8 e ghiera dei diaframmi con forchetta di accoppiamento ai Photomic delle prime reflex non Ai F, F2 e Nikkormat.
Si tratta di due obiettivi abbastanza comuni sul mercato dell'usato e reperibili a prezzi abbastanza contenuti, ma dall'intrinseco valore ben superiore al prezzo a cui possiamo aggiudicarceli:
entrambi con messa a fuoco minima di 30cm anche se in effetti le rispettive versioni Ai-S spuntarono poi valori più ridotti, raggiungendo i 25cm per il più luminoso dei due e addirittura 20cm per il meno luminoso, ma non meno interessante 28mm f/2.8 AiS;
diaframma minimo per entrambi a f/22 e differenti dimensioni della lente posteriore, decisamente più larga di diametro nel 28 più luminoso, of course...
Certo oggi, col formato DX che ha un potere di copertura 1,5 volte inferiore a quello di cui sono capaci le ottiche progettate per il formato 135, mi pare che proprio questa focale sia stata la più straziata:
ridotta a non essere più ne carne ne pesce, trovandosi ad equivalere ad un incolore 42mm, né standard, né wide!
La conseguenza più lampante sta nel fatto che avvicinandosi al soggetto si perdono gli sfondi che di questa focale hanno sempre fatto la preferita in fotografia di architetture, allontanandosene non si riescono comunque ad ottenere integre le prospettive di cui é capace su formato pieno: aspettiamo allora di rivalutarle con la nuova ammiraglia FX Nikon D3, nel frattempo... giochiamo con colori, controluci e sorgenti di luce mista
Entrambi i progetti (del 1977) dotati inoltre di NIC (Nikon Integrated Coating) per ottimizzare l'antiriflesso, pi? orientato al verde per il meno luminoso f/2.8, più "caldo" invece per il 28 f/2
ed anche del famoso CRC (Close Range Correction) per migliorare la resa cromatica alle minime distanza di messa a fuoco
28mm f/2
28mm f/2.8
bokeh (resa dello sfuocato) non sostanzialmente dissimili a tutta apertura
28mm f/2
28mm f/2.8
piuttosto forse una maggior "morbidezza" del più luminoso, rispetto la maggior incisività a TA dell'altro
Altro aspetto positivo nella costruzione del meno luminoso dei due obiettivi é la notevolissima escursione della ghiera di messa a fuoco, che copre quasi 270° della rotazione dell'elicoide di maf, contro i risicati 150° del 28mm f/2, a garanzia di una maggior precisione nella regolazione fine della maf, proprio nell'obiettivo di minor costo!
I paraluce consigliati, entrambi da 52mm di diametro, come per la maggior parte delle ottiche Nikkor dell'epoca, sono il modello HN-1 per il 28mm f/2 ed il più pronunciato HN-2 per il 28/2.8 che, grazie alla minor luminosità, si avvantaggia della migliore protezione dai riflessi laterali.
La scala di pdc dei due ci dice, col solito codice colore Nikkor, che a f/16 e soggetto a fuoco ad un metro, entrambi dovrebbero estendere il campo di nitidezza da 65cm circa fino a quasi 3 metri, dato non impressionante in assoluto per chi sia abituato a gestire simili aperture di diaframma con grandangolari più spinti, come i 20 ed i 18mm.
Colpisce comunque la notevole differenza di campo nitido concessa dalla differenza tra l'apertura massima e la minima:
f/2
f/22
Peraltro c'é da rimarcare una ridotta distorsione ottica, nel più luminoso dei due 28mm
ma ancora minore per il 28/2.8
così come la tenuta al controluce, migliore a mio avviso nel meno luminoso dei due wide, non tanto per l'efficacia dell'antiriflesso, quanto piuttosto fisiologicamente, a causa della maggior apertura dell' f/2
inoltre il 28 f/2 mi pare essere a TA davvero "morbido" come contrasto, rispetto allo stesso soggetto ... trattato con diaframmi più chiusi...
(f/2)
(f/8)
Conclusioni:
due obiettivi davvero brillanti cromaticamente sia per le caratteristiche principali (nitidezza anche a TA) e di omogeneità nella resa tra centro e bordi, sia in quelle complementari (distorsione, vignettatura e precisione del diaframma) con una leggera supremazia del 28mm f/2.8, consigliabile a tutti coloro che non cerchino il diaframma più aperto dell'altro, un p? troppo morbido su soggetti dal forte contrasto (utile al contrario per tutti gli altri, obviously... ).
In termini di utilizzo con il formato DX, ribadisco il mio pensiero per il quale ritengo questa focale eccessivamente penalizzata dall'insulso potere di copertura...ma non tutti potrebbero essere d'accordo...!
Altamente consigliati per la robustezza e la precisione meccanica delle ghiere, oltre che per l'estrema compattezza anche dell'esemplare più luminoso.
Se aveste qualcosa da aggiungere.... fatelo io vado a raccogliere le arance...
© Max Aquila per Nikonland 2007
Test:
Yes
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68 Comments
C'? poco da fare, gli Ais sono ottiche immortali ! Nonostante la morbidezza a f/2 che denunci per il pi? luminoso dei due, resta un oggetto splendido e di prestazioni elevatissime. Il suo regno sarebbe la... notte, magari quando capita ci proporrai qualche scatto notturno fatto a TA !! Forse lo avevi portato a Berlino di cui ricordo di aver visto un po' di notturne ?
Io ho la prima versione AF del 28mm 2.8 e devo dire che in effetti come angolo di campo soffre non poco... mi piacerebbe poterla provare su una FF... magari tra qualche anno sar? anche possibile, ma per ora pazienza.
Sulla resa e comodit? (? leggerissimo) non discuto.
per? qualche notturna... so di chiedere molto alla tua pazienza... quando vuoi...
Alla prima occasione...non mancher?...
Test perfetto ed esauriente come sempre.
Io dopo il 24/2 e qualche tentennamento, mi sono deciso e, come da riflessione in coda al mio thread sul 24, ho acquistato un 28/2 AIs.
Sentite, che vi devo dire, io mi trovo talmente bene con entrambi che ho deciso che uno non pu? sostituire l'altro.
Oltretutto, occorre rimarcare ancora l'avvertimento di rudolf, sempre nel mio vecchio thread, sulla prospettiva.
Nonostante l'angolo di campo "tagliato", la prospettiva ? sempre grandangolare e devo dire che questo aspetto, che avevo ingiustamente sottovalutato, ? invece decisamente fondamentale.
Comunque, nonostante la morbidezza a TA, si stacca talmente bene il soggetto dallo sfondo che ? una meraviglia.
Sono talmente entusiasta di entrambi che penso proprio di aver individuato la tripletta essenziale perfetta per il lavoro leggero: 24/2, 28/2 e 85/1,8 AF. Stacco l'MB-D200 dal corpo macchina e sono praticamente invisibile.
Eppoi mi vado sempre pi? rendendo conto che hanno una resa del colore che a forza di zoom avevo quasi dimenticato...
Posto qui uno scatto recente fatto con il 28 a TA alla nuova citt? del biologico al vecchio mattatoio di Roma.
D200 + Nikkor 28/2
Matrix
WB auto
Adobe rgb
M, 1/20, f/2
Saluti .
Gaetano
Un mio amico mesi fa si ? convinto all'acquisto di una D80 con 18-70 DX, dopo una vita di compatte a pellicola o a sensore: gli avevo anche prestato un Sigma 70-300 APO per evitargli di fare un'acquisto avventato subito...
Recentemente mi ha confessato come "tutto questo leva e metti" sulla reflex non faccia per lui: vuole comprare un 18-200 e stop...
Lacrimo inascoltato....
Condivido... e devo aggiungere che il "leva e metti" ? un discorso che capisco poco.
Almeno per quanto mi riguarda, una volta che ho pi? o meno pianificato gli scatti che devo fare, c'? poco da cambiare...
Nella mia borsa ci saranno una lente da utilizzare prevalentemente e poi un'altra o due di contorno.
Penso che sia un discorso "generazionale" in senso lato (perch? nn sono poi cos? vecchio ); io ho imparato a fotografare con due ottiche, 50 e 135, poi ho scoperto i grandangolari e il reportage e le due ottiche sono diventate 35 e 105. Gli zoom non c'erano o se c'erano (buoni...) costavano un patrimonio, in proporzione molto pi? di ora.
Ma si faceva un discorso culturalmente diverso, la conoscenza e l'abitudine a sfruttare quella data inquadratura come meglio era possibile.
Io ho anche un corredo leica a telemetro del quale utilizzo (ormai da anni) il 35 summicron al 65-70%, e quest'ultima esigenza dei Nikkor fissi era proprio per riuscire ad ottenere qualcosa di almeno analogo sulla D200... perch? una M8 nn me la posso comprare e ho bisogno di lavorare in digitale.
Per fortuna si ? rivelata un'ottima scelta.
Saluti .
Gaetano
l?ho portato a casa 5 minuti fa... ? bellissimo
mi ? stato detto che ? stato modificato AI, infatti nella mia D200 entra benissimo, ovviamente ho fatto pure qualche scatto.
Ma come faccio a sapere se c'? stata in effetti questa modifica?
Ora possiedo ben 3 28 mm: l'autofocus, l'AI 2.8 e questo. Follia? no, collezionismo
deriva essere un 28mm f/2 della prima serie del 1971, ovviamente modificato in Ai altrimenti non saresti riuscito nemmeno a montarlo sulla tua reflex, senza produrre potenziali danni ai contatti elettrici...
L'ultimo esemplare di questa serie, simile esteticamente al 35mm f/1,4, ? il 327984 del 12-1975: presuppongo quindi il tuo lo preceda tuttalpi? di un anno o anche meno...
Si tratta di un 9 lenti (da cui la lettera N) in 8 gruppi del peso di 354 grammi e multicoating della seconda generazione (lettera C), messa a fuoco minima da 30cm e sistema CRC per un obiettivo dalle superbe prestazioni anche in bassa luce.
Divertiti...!
Ritengo di aver ben speso i miei 100 euro
ritengo che con l'avvento del FF presto non sar? cos? facile avere simili obiettivi a questi prezzi.
100? sono interessanti.
Solo Max o Mauro possono dirlo.
ma non lo dicono
aldo47
prezzo di mercato? di quale mercato?
In ogni caso 100 euro non hanno pi? padrone in Italia.
Obiettivi come quello, modificati Ai hanno di solito un valore collezionistico inferiore a quello di un esemplare lasciato in condizioni originali...ma per una persona che gli obiettivi li usa, tale modifica se ben realizzata vale tanto oro quanto pesa...!
Normalmente un 28/2 non Ai sta su ebay USA tra i 130 ed i 180 dollari, in Italia vale attorno al 50% di pi?...
quindi 100 euro ? un prezzaccio...neanche a chiederlo...!
Grazie, Max, l'obiettivo ? bellissimo, in condizioni fantastiche. con custodia in pelle e i 2 tappi. Roba di lusso
miles, credo che hai fatto un doppio affare.
Concordo con Max (e non solo in Italia...); anche secondo me hai fatto un affare, oltretutto vista la dotazione accessoria.
Io posso confermare, come gi? detto, che l'AIs ? veramente ottimo.
Penso che il tuo non sia dissimile come prestazioni.
Ma, vorrei chiederti, perch? per noialtri fissati, non posti una foto dell'oggetto?
Saluti
Gaetano
(la prossima volta mi ricorder? di spolverare l'obiettivo prima!)
Ciao Miles,
non me ne volere, Miles... al di l? del superaffare che hai fatto... pu? servire anche ad altri: la parte pi? importante da vedere per valutare un buon lavoro ? 1) la parte alta (vicino alla forcella) della ghiera dei diaframmi, 2) sempre della ghiera dei diaframmi il lato della ghiera che ? stata abrasa e 3) l'innesto ottiche, che nella foto da te postata ? per? sovraesposta, la parte abrasa ? in parte nascosta dal bicchiere, il fuoco ? sul diaframma...
Per mia esperienza l'abrasione deve essere pulita, netta e lavorata con precisione (bordi ad angolo retto, spianatura piatta e regolare); nelle lavorazioni migliori (Benatti di Milano ne faceva di eccellenti) venivano anche riprodotti vicino alla forcella i numeri di diaframma 'piccoli' (cosa non sempre possibile, per?).
Max forse ha qualcosa da aggiungere...
Ciao e buonissime foto,
Adri.