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01 - Come inizia un corso di Fotografia di base


...inizia normalmente chiedendosi cosa sia Fotografia oggi e paragonando all'esperienza attuale, il concetto che abbiamo di cosa fosse Fotografia "ieri"...
 
 

1-ALCHIMIA

Se per ieri si intendano le origini comunemente intese della fotografia, esse si fanno risalire alla prima meta del 1800 in concomitanza con gli esperimenti felicemente conclusi di Nicephore Niepce Immagine Allegata: niepce.jpg
col suo bitume di Giudea come elemento fotosensibile e le sue tre, quattro ore di esposizione alla luce diurna del 1827 per impressionare una lastra metallica con il panorama visibile dalla finestra della sua casa di Saint Loup de Varennes
Immagine Allegata: 001 Niepce_ViewWindow_LeGras.jpg

Ma tale "mirabile" risultato non era un inizio bensi il punto di arrivo di decenni, se non secoli, di scoperte ed esperimenti chimici iniziati dagli alchimisti del tardo Medioevo, sempre alla ricerca della loro "pietra filosofale".

Non l'hanno mai trovata, ma in compenso il mondo attuale deriva molti risultati dai loro vani sforzi.

Fotografia e quindi sistema di impressione materiale di una parte della materia che ci gravita intorno: i fotoni, particelle elementari "quantiche" dello spettro elettromagnetico, spesso liberamente associate con la luce visibile, alla quale sono correlate solo per uno stretto spettro di frequenze.

Cio che cambia nei duecento anni scarsi di esperienze fin qui vissute, e il supporto per mezzo del quale "imprimere" queste particelle di Luce:

si passa dalle lastre metalliche di Niepce e Daguerre Immagine Allegata: Louis_Daguerre.jpg per mezzo di asfalti (Niepce) e vapori di mercurio (Daguerre), al cloruro di argento di Bayard che nel 1839 se ne servi per imprimere su carta immagini prese con esposizioni nel frattempo scese a tempi variabili dai 30 minuti a due ore...!

Poi nel 1841 l'inglese Henry Fox Talbot Immagine Allegata: William_Henry_Fox_Talbot,_by_John_Moffat,_1864.jpg brevetta l'antesignano sistema negativo-positivo (calotipo) che consentira alla Fotografia di distinguersi da altre forme di espressione artistica per la riproducibilita del risultato: fatto questo che per decenni interi porto scompiglio nella comunita artistica internazionale...: l'unicita della forma espressiva sembrava ad alcuni una tutela dalla svalutazione dell'esemplare riprodotto per molti, troppi "benpensanti...
Immagine Allegata: calotipo46154580_fox_talbot.jpg
Il calotipo, antenato del negativo moderno, si otteneva attraverso l'impressione ottenuta con un rivelatore a base di acido gallico e nitrato d'argento (il rivelatore quindi come elemento catalizzatore) su di un foglio di carta ai sali d'argento, reso traslucido in quanto cosparso di cera, dal quale si potevano ottenere dei positivi per stampa a contatto, ponendo il calotipo su un nuovo foglio di carta imbevuto con la stessa soluzione di cloruro d'argento.

Nello stesso periodo l'abate John Herschell scopre le proprieta fissative dell'iposolfito di sodio, di mantenere immutati i risultati delle esposizioni alla luce nel tempo.

Immagine Allegata: scoville.jpg
Una decina di anni piu tardi, un cugino di Niepce (che era nel frattempo morto nel 1833) scopre le proprieta dell'albumina (si, proprio quella delle uova...) per fare aderire il bromuro d'argento del calotipo ad una lastra di vetro (invece che alla meno stabile carta cerata), sostanza che viene a sua volta rimpiazzata dal collodio frutto della scoperta dell'inglese Scott Archer che nel 1851 lo sostitui all'albumina (e le galline ringraziarono) per l'ottenimento di una particolare profondita dei neri e dei bianchi, ancora oggi ricercata dai cultori delle antiche tecniche di stampa che continuano a replicarne le caratteristiche apprese.Immagine Allegata: Resize of Ritratto-al-collodio-.jpg

Le frenetiche fasi di scoperta della prima meta del 1800 vanno cominciando a rallentarsi, segnando ancora passi fondamentali quando, nel 1871 un altro inglese, Meaddox, sostituisce il collodio (che andava trattato ancora umido, quindi relativamente scomodo) con la gelatina, che si dimostra essere mezzo particolarmente indicato a stabilizzare l'emulsione di bromuro d'argento con la quale impressionare le lastre di vetro.
In questo modo si arriva anche a poter disporre di discreti quantitativi di lastre stoccate, pronte per essere usate (a differenza del collodio che va steso al momento in cui deve essere usato).
Immagine Allegata: gelatina.jpg
Inoltre le sensibilita di questo nuovo sistema di impressione, consentono l'utilizzo finalmente di tempi di esposizione "moderni" in relazione a frazioni di secondo!
Immagine Allegata: Image312.jpg
Si instaura a questo punto (1880) la "connection" tecnica, con la nascita dei primi otturatori, meccanici, che dovevano consentire la precisa esposizione in termini di decimi, centesimi e millesimi di secondo...

E' soltanto nel 1888 che, grazie al fondatore della Kodak George Eastman, Immagine Allegata: GeorgeEastman2.jpg si comincia a concepire l'idea di un supporto diverso dalle lastre di vetro per generare il negativo fotografico: gradatamente le lastre perdono terreno di fronte ai rulli di celluloide.

Il 1900 fu un turbinio di innovazione tecnica, concettuale, cromatica: si tracciano le fondamenta di quello che dovra diventare la Fotografia moderna a colori, grazie alle scoperte di Becquerel, Niepce de Saint Victor, Maxwell, Lippman (si... quello del dado da brodo...!) e Lumiere (quelli del cinema...).

Strade che portano alla nascita nel 1935 della prima pellicola a colori, ottenuta attraverso la sovrapposizione di ben tre diversi strati sensibili alla luce, ognuno ad uno dei colori primari: i diritti furono comprati da Kodak e fu cosi che venne alla luce la famosa Kodachrome, diversa ancor oggi da ogni altra emulsione a colori.Immagine Allegata: kodachrome1935boxand2009box.jpg








8 Comments

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danighost
feb 20 2014 10:23

Ai tablet và riconosciuto solo un pregio, il fatto che avendo uno schermo grande, la composizione della foto è avvantaggiata ... 

ottima lettura storica fondamentale per iniziare.

grazie infinite a Max per questo splendido lavoro.

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Adriano Max
feb 20 2014 10:33

La Fotografia ha una storia e la fotografia che può conoscere chi inizia è quasi un'istantanea delle tante che La compongono.

La Fotografia non è scrivere con la luce - quello è il meccanismo che viene implementato dalla tecnologia che utilizziamo (sarebbe quasi come dire che la pittura è 'scrivere' col pennello) - ma è ciò che resta dello sguardo di uomini più o meno eccezionali, in-dipendente-mente dal supporto sensibile ...

 

Splendido lavoro, Max !

 

Ciao,

Adri.

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montidelsole
feb 20 2014 16:44

Ottimo lavoro Max, molto interessante resta il fatto che nonostante la tecnologia avanzi l'immagine deve trasmettere emozione... come descritto dal recente articolo di Mauro sul grande Sudek.

Bravissimo Max, ottimo lavoro per tutta la serie e soprattutto "fruibile" (brutta parola ma non mi viene in mente la traduzione in...italiano).

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Max Aquila
feb 21 2014 11:30

Bravissimo Max, ottimo lavoro per tutta la serie e soprattutto "fruibile" (brutta parola ma non mi viene in mente la traduzione in...italiano).

andremo aggiungendo tasselli a questa breve introduzione comparativa tra
alchimisti e tecnologi

Grazie a tutti per i complimenti ricevuti

Bell'articolo.

Mi piace la scelta di evitare un, seppur interessante, lunghissimo monologo sulla fotografia argentica. Sarebbe corretto dal punto di vista storico, ma poco utile ad un novizio armato di reflex digitale, andare a scervellarsi su certi elementi tecnici della fotografia analogica.

Oggi come oggi, destinerei lo studio approfondito di certe cose ad un corso intermedio se non addirittura avanzato.

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Fabrizio Ruzzier
apr 28 2017 11:07
Bell'articolo, interessante introduzione per iniziare la lettura del corso. Grazie Max!

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