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Eve Arnold, un occhio curioso sull'America
feb 12 2014 01:00 |
Lieve
in Grandi Fotografi
“Che cosa mi ha spinto e mi ha fatto andare avanti nel corso dei decenni? Qual è stata la forza motrice? Se dovessi usare una parola sola, sarebbe curiosità.” Eve Arnold
Eve Arnold è morta nel gennaio del 2012, due mesi prima di compiere cento anni.
Ma di lei e della sua lunga carriera fotografica si finisce sempre per ricordare quasi esclusicamente che è stata la prima donna-fotografo ad entrare nell'agenzia Magnum.
Una specie di discriminazione al contrario. Se fosse stata un uomo non sarebbe entrata nella Magnum ? Non sarà invece che era naturale che venisse invitata in quel ristretto consesso per i suoi meriti, quale che fosse la sua anagrafe ?
Eppure lei aveva studiato medicina e fino alla tenera età di 34 anni non aveva mai usato una fotocamera. E solo nel 1948 si è data una prima formazione in quel campo, frequentando un corso parauniversitario di sei settimane.
Per quei corsi, tenuti dall'allora direttore di Harper's Bazaar Brodovič, passano allievi più giovani di Eve Arnold ma destinati a diventare delle vere star della fotografia, come Dick Avedon e Irving Penn.
E' l'America che, dopo la guerra, si scopre superpotenza mondiale e che attira talenti da tutto il mondo.
Proprio Brodovič le fa da mentore spronandola ad andare oltre i primi tentativi. Siamo nel 1948 e il talento di Eve Arnold verrà notato da Henry-Cartier Bresson già solo tre anni dopo, quando le verrà chiesto di fare il fotografo free-lance per la Magnum. Nel 1957 i suoi servizi le frutteranno il ruolo di fotografo associato, a pari titolo con Elliot Erwitt, Will Eugene Smith, Werner Bishof, oltre ai fondatori Robert Capa e, per l'appunto Cartier-Bresson.
E' l'occhio di una fotografa di origini europee (famiglia di ebrei russi emigrati in America ad inizio secolo) che guarda l'America proibita per i bianchi, colta dall'occhio e dal gusto di un europeo e pubblicata su un giornale europeo.
Probabilmente la Arnold si sentirà sempre una cittadina europea, tanto da trasferirsi a Londra nel 1962, città dove vivrà per il resto della sua vita tra viaggi e reportage in tutto il mondo.
"E' la cosa più difficile al mondo a prendere il quotidiano, e cercare di mostrare quanto sia speciale" : Eve Arnold
La regina Elisabetta II di Inghilterra nel classico clima londinese : piove o non piove ?
Quanto è vicina a noi, una regina, vista così
il giovane ma concentrato sul suo destino Paul Newman ripreso nel 1955 mentre frequenta le lezioni di Lee Strasberg all'Actors Studio
Richard sembra scusarsi dell'ultima sfuriata con Liz che ha comprato due salsicce per cena (il pacchettino sul tavolo) che si farà cucinare dallo chef dell'Hotel a 5 stelle dove soggiornano
ancora Liz, quasi una madonna laica con i suoi tre figli (avuti da due dei diversi mariti dopo Burton) mentre guardano dietro le quinte Richard Burton che verrà di li a poco teatralmente ucciso dai baroni del Re Enrico durante le riprese di Becket e il suo Re.
Una reporter o una ritrattista ?
In fondo è lo stesso ma scorrendo le tantissime foto pubblicate da Eve Arnold si nota come il suo sguardo si concentri sempre sulle figure. Sono sempre ritratti i suoi, che siano ricchi e famosi o sconosciuti e poveri, il suo tratto punta ad uno o a pochi soggetti, raramente alle masse.
Cuba, 1954
é una visione profondamente umanista e pittorica. In un'altra era Eve Arnold sarebbe stata una Artemisia Gentileschi, sebbene con toni più morbidi e gentili. Senza eccessi.
sfilata di moda ad Harlem, 1963
un tocco umano che può essere raggiunto con o senza la complicità del soggetto, come in questa straordinaria sequenza di Marlene Dietrich alle prese con un difficoltoso ritorno sulla scena discografica, oramai passata la cinquantina e perso buona parte del suo smalto d'anteguerra :
scettica : non ce la posso fare !
preoccupata . ma che ci faccio qui ?
pensierosa : ma quando finisce questa tortura ? ho le gambe gonfie e mi cola il fondo tinta ...
ma sempre, lei, sempre affascinante.
"Le sessioni di registrazione sono state stimolanti da fotografare, perché tutto era in movimento: il soggetto, i musicisti, i tecnici e il fotografo. Avevi bisogno di riflessi veloci per stare al passo con i soggetti in movimento, e la sensibilità e l'abilità per ottenere le immagini mantenendo le eyeline degli interpreti in modo da non rompere la loro concentrazione. Avevi bisogno anche di essere attenta a non fotografare durante i passaggi musicali più delicati in modo che il click non si sentisse nellla registrazione. Anche adesso, quando ci penso sento la tensione nei muscoli che ho sentito allora in attesa dei passaggi fortissimi nella musica." : Eve Arnold
Ma anche assecondando la star ritratta poteva dare il suo tocco personale, magari rendendo idilliaco un rapporto che così non era :
di Joan Crawford si ricorda il narcisismo e il fatto che preferisse i suoi cani alle figlie
e qui posa di fronte al suo ritratto degli anni d'oro
mentre qui si specchia, con la fotografa riflessa nello specchio più grande da cui è preso il ritratto.
"La fotografia è un caleidoscopio attraverso il quale osservare il modo in cui ci rapportiamo al nostro mondo, il nostro modo di lavorare per vivere e vivere per lavorare " : Eve Arnold.
Eve Arnold nel 1997
Sempre cortese, pulita e pacata, la Arnold ha portato molto della sua calma e gentilezza nel suo lavoro, comunque fossero angoscioso l'oggetto del suo lavoro.
da un servizio sulla condizione delle donne in Sud Africa ai tempi della guerra del Vietnam
al commovente gesto che simboleggia i primi cinque minuti della vita di un neonato
ad un comizio della Ghandhi
Indira Ghandhi a colloquio con Margareth Thatcher : le mani, gli sguardi
negli anni '70 Eve Arnold pubblicò anche un libro dal titolo "La vita dietro al velo", sulle donne arave che popolavano gli harem.
Sei mai soddisfatta ? "Mai. Se un giorno dovessi sentirmi soddisfatta smetterei. E' la frustrazione che ti spinge oltre" : Eve Arnold
un donna mongola nella steppa, 1979
ho scelto di concentrarmi sulla prospettiva più intima della Arnold, privilegiando il bianco e nero ma sono centinaia le sue foto che si possono trovare sul sito dell'Agenzia Magnum.
Vorrei concludere citando l'importantissimo ruolo avuto nelle cronache dietro le quinte del cinema, sia ad Hollywood che a Pinewood.
Veniva chiamata spesso per il rapporto di amicizia che sapeva instaurare con le star che la trattavano come una della troupe.
In questo modo poteva introdurre il suo occhio argentico senza timori, anche nelle situazioni più intime.
Spesso sono foto rubate, in altre si vede la complicità dell'attore. I risultati sono sempre naturali, sia durante le riprese che nel backstage.
in questo modo ebbe peraltro modo di seguire i 10 anni di carriera di Marilyn Monroe per intero. Marilyn aveva un rapporto di amicizia e di assoluta fiducia nei confronti di Eve
Nelle due foto precedenti vediamo due fasi della vita : la Marlilyn platinata del momento di più fulgido splendore, ripresa dalla Arnold con la Leica M a telemetro, la Marilyn vulnerabile degli Spostati, ripresa da una Arnold quasi cinquantenne passata alla Nikon F
Con queste premesse lei sola poteva andare oltre la scena :
MM si concentra per una difficile scena con l'anziano Clark Gable (sempre ne Gli Spostati, l'ultimo film per entrambi)
Gable ripassa il copione in camerino
durante le prove di una scena
MM annoiata accompagna John Huston al casinò di Reno, Nevada
A proposito di John Huston, sono commoventi i ritratti dell'anziano regista e della figlia, nella loro casa in Irlanda nel 1968 :
la giovanissima Angelica Huston
il vecchio John con i suoi cani da caccia
padre e figlia (rapporto molto burrascoso per i due caratteri difficili)
della "arpia" Joan Crawford ho già parlato, ripresa in tutti i momenti della giornata, anche mentre si fa fare un massaggio tonificante o si trucca :
qui ripresa con la Arnold
alla Crawford fanno da contraltare la dolcezza con cui è resa la disarmante bellezza della giovane figlia di Indrid Bergman :
o la naturalezza della Loren vicina a Charlie Chaplin con Marlon Brando fuori campo
Non si sa a quale strano rituale si stia sottoponendo Andy Warhol
ma qualche volta mi pare che Eve Arnold si trovi decisamente più a suo agio con soggetti femminili, mi sbaglio ?
Ritorno a MM, in studio :
e in tutta la sua sconsiderata naturalezza fuori dal set :
Confidenza e sguardo curioso.
Vanessa Redgrave in camerino mentre si ... opssss veste da Anne Boleyn e per strada con le due bellissime figlie Miranda e Joely :
entrambe nel 1966
Ho volutamente lasciato in fondo le due foto più iconiche e celeberrime di Eve Arnold
membri del partito nazista USA
Malcolm X
perchè quelle foto per me appartengono alla Magnum. La mia Eve Arnold é più vicina, più simile a
lei stessa che si autoritrae con una Rolleiflex nel 1950 davanti ad una vetrina di Broadway
a
all'afroamericana che fa il pane a mano ad Harlem nel 1960
alla donna minuta, con i capelli raccolti dietro alla nuca, accovacciata in una chiesa, intenta a puntare quello che i suoi occhi le hanno fatto intravvedere con le sue due fotocamere al collo (Nikon e Leica) ...
E fatico a trattenere una lacrima ...
[tutte le foto pubblicate in questo articolo sono © Eve Arnold e Magnum, sono qui raggruppate esclusivamente per rendere un ossequioso tributo ad uno dei fotografi più importanti del nostro tempo]
Eve Arnold è morta nel gennaio del 2012, due mesi prima di compiere cento anni.
Ma di lei e della sua lunga carriera fotografica si finisce sempre per ricordare quasi esclusicamente che è stata la prima donna-fotografo ad entrare nell'agenzia Magnum.
Una specie di discriminazione al contrario. Se fosse stata un uomo non sarebbe entrata nella Magnum ? Non sarà invece che era naturale che venisse invitata in quel ristretto consesso per i suoi meriti, quale che fosse la sua anagrafe ?
Eppure lei aveva studiato medicina e fino alla tenera età di 34 anni non aveva mai usato una fotocamera. E solo nel 1948 si è data una prima formazione in quel campo, frequentando un corso parauniversitario di sei settimane.
Per quei corsi, tenuti dall'allora direttore di Harper's Bazaar Brodovič, passano allievi più giovani di Eve Arnold ma destinati a diventare delle vere star della fotografia, come Dick Avedon e Irving Penn.
E' l'America che, dopo la guerra, si scopre superpotenza mondiale e che attira talenti da tutto il mondo.
Proprio Brodovič le fa da mentore spronandola ad andare oltre i primi tentativi. Siamo nel 1948 e il talento di Eve Arnold verrà notato da Henry-Cartier Bresson già solo tre anni dopo, quando le verrà chiesto di fare il fotografo free-lance per la Magnum. Nel 1957 i suoi servizi le frutteranno il ruolo di fotografo associato, a pari titolo con Elliot Erwitt, Will Eugene Smith, Werner Bishof, oltre ai fondatori Robert Capa e, per l'appunto Cartier-Bresson.
E' l'occhio di una fotografa di origini europee (famiglia di ebrei russi emigrati in America ad inizio secolo) che guarda l'America proibita per i bianchi, colta dall'occhio e dal gusto di un europeo e pubblicata su un giornale europeo.
Probabilmente la Arnold si sentirà sempre una cittadina europea, tanto da trasferirsi a Londra nel 1962, città dove vivrà per il resto della sua vita tra viaggi e reportage in tutto il mondo.
"E' la cosa più difficile al mondo a prendere il quotidiano, e cercare di mostrare quanto sia speciale" : Eve Arnold
La regina Elisabetta II di Inghilterra nel classico clima londinese : piove o non piove ?
Quanto è vicina a noi, una regina, vista così
il giovane ma concentrato sul suo destino Paul Newman ripreso nel 1955 mentre frequenta le lezioni di Lee Strasberg all'Actors Studio
Richard sembra scusarsi dell'ultima sfuriata con Liz che ha comprato due salsicce per cena (il pacchettino sul tavolo) che si farà cucinare dallo chef dell'Hotel a 5 stelle dove soggiornano
ancora Liz, quasi una madonna laica con i suoi tre figli (avuti da due dei diversi mariti dopo Burton) mentre guardano dietro le quinte Richard Burton che verrà di li a poco teatralmente ucciso dai baroni del Re Enrico durante le riprese di Becket e il suo Re.
Una reporter o una ritrattista ?
In fondo è lo stesso ma scorrendo le tantissime foto pubblicate da Eve Arnold si nota come il suo sguardo si concentri sempre sulle figure. Sono sempre ritratti i suoi, che siano ricchi e famosi o sconosciuti e poveri, il suo tratto punta ad uno o a pochi soggetti, raramente alle masse.
Cuba, 1954
é una visione profondamente umanista e pittorica. In un'altra era Eve Arnold sarebbe stata una Artemisia Gentileschi, sebbene con toni più morbidi e gentili. Senza eccessi.
sfilata di moda ad Harlem, 1963
un tocco umano che può essere raggiunto con o senza la complicità del soggetto, come in questa straordinaria sequenza di Marlene Dietrich alle prese con un difficoltoso ritorno sulla scena discografica, oramai passata la cinquantina e perso buona parte del suo smalto d'anteguerra :
scettica : non ce la posso fare !
preoccupata . ma che ci faccio qui ?
pensierosa : ma quando finisce questa tortura ? ho le gambe gonfie e mi cola il fondo tinta ...
ma sempre, lei, sempre affascinante.
"Le sessioni di registrazione sono state stimolanti da fotografare, perché tutto era in movimento: il soggetto, i musicisti, i tecnici e il fotografo. Avevi bisogno di riflessi veloci per stare al passo con i soggetti in movimento, e la sensibilità e l'abilità per ottenere le immagini mantenendo le eyeline degli interpreti in modo da non rompere la loro concentrazione. Avevi bisogno anche di essere attenta a non fotografare durante i passaggi musicali più delicati in modo che il click non si sentisse nellla registrazione. Anche adesso, quando ci penso sento la tensione nei muscoli che ho sentito allora in attesa dei passaggi fortissimi nella musica." : Eve Arnold
Ma anche assecondando la star ritratta poteva dare il suo tocco personale, magari rendendo idilliaco un rapporto che così non era :
di Joan Crawford si ricorda il narcisismo e il fatto che preferisse i suoi cani alle figlie
e qui posa di fronte al suo ritratto degli anni d'oro
mentre qui si specchia, con la fotografa riflessa nello specchio più grande da cui è preso il ritratto.
"La fotografia è un caleidoscopio attraverso il quale osservare il modo in cui ci rapportiamo al nostro mondo, il nostro modo di lavorare per vivere e vivere per lavorare " : Eve Arnold.
Eve Arnold nel 1997
Sempre cortese, pulita e pacata, la Arnold ha portato molto della sua calma e gentilezza nel suo lavoro, comunque fossero angoscioso l'oggetto del suo lavoro.
da un servizio sulla condizione delle donne in Sud Africa ai tempi della guerra del Vietnam
al commovente gesto che simboleggia i primi cinque minuti della vita di un neonato
ad un comizio della Ghandhi
Indira Ghandhi a colloquio con Margareth Thatcher : le mani, gli sguardi
negli anni '70 Eve Arnold pubblicò anche un libro dal titolo "La vita dietro al velo", sulle donne arave che popolavano gli harem.
Sei mai soddisfatta ? "Mai. Se un giorno dovessi sentirmi soddisfatta smetterei. E' la frustrazione che ti spinge oltre" : Eve Arnold
un donna mongola nella steppa, 1979
ho scelto di concentrarmi sulla prospettiva più intima della Arnold, privilegiando il bianco e nero ma sono centinaia le sue foto che si possono trovare sul sito dell'Agenzia Magnum.
Vorrei concludere citando l'importantissimo ruolo avuto nelle cronache dietro le quinte del cinema, sia ad Hollywood che a Pinewood.
Veniva chiamata spesso per il rapporto di amicizia che sapeva instaurare con le star che la trattavano come una della troupe.
In questo modo poteva introdurre il suo occhio argentico senza timori, anche nelle situazioni più intime.
Spesso sono foto rubate, in altre si vede la complicità dell'attore. I risultati sono sempre naturali, sia durante le riprese che nel backstage.
in questo modo ebbe peraltro modo di seguire i 10 anni di carriera di Marilyn Monroe per intero. Marilyn aveva un rapporto di amicizia e di assoluta fiducia nei confronti di Eve
Nelle due foto precedenti vediamo due fasi della vita : la Marlilyn platinata del momento di più fulgido splendore, ripresa dalla Arnold con la Leica M a telemetro, la Marilyn vulnerabile degli Spostati, ripresa da una Arnold quasi cinquantenne passata alla Nikon F
Con queste premesse lei sola poteva andare oltre la scena :
MM si concentra per una difficile scena con l'anziano Clark Gable (sempre ne Gli Spostati, l'ultimo film per entrambi)
Gable ripassa il copione in camerino
durante le prove di una scena
MM annoiata accompagna John Huston al casinò di Reno, Nevada
A proposito di John Huston, sono commoventi i ritratti dell'anziano regista e della figlia, nella loro casa in Irlanda nel 1968 :
la giovanissima Angelica Huston
il vecchio John con i suoi cani da caccia
padre e figlia (rapporto molto burrascoso per i due caratteri difficili)
della "arpia" Joan Crawford ho già parlato, ripresa in tutti i momenti della giornata, anche mentre si fa fare un massaggio tonificante o si trucca :
qui ripresa con la Arnold
alla Crawford fanno da contraltare la dolcezza con cui è resa la disarmante bellezza della giovane figlia di Indrid Bergman :
o la naturalezza della Loren vicina a Charlie Chaplin con Marlon Brando fuori campo
Non si sa a quale strano rituale si stia sottoponendo Andy Warhol
ma qualche volta mi pare che Eve Arnold si trovi decisamente più a suo agio con soggetti femminili, mi sbaglio ?
Ritorno a MM, in studio :
e in tutta la sua sconsiderata naturalezza fuori dal set :
Confidenza e sguardo curioso.
Vanessa Redgrave in camerino mentre si ... opssss veste da Anne Boleyn e per strada con le due bellissime figlie Miranda e Joely :
entrambe nel 1966
Ho volutamente lasciato in fondo le due foto più iconiche e celeberrime di Eve Arnold
membri del partito nazista USA
Malcolm X
perchè quelle foto per me appartengono alla Magnum. La mia Eve Arnold é più vicina, più simile a
lei stessa che si autoritrae con una Rolleiflex nel 1950 davanti ad una vetrina di Broadway
a
all'afroamericana che fa il pane a mano ad Harlem nel 1960
alla donna minuta, con i capelli raccolti dietro alla nuca, accovacciata in una chiesa, intenta a puntare quello che i suoi occhi le hanno fatto intravvedere con le sue due fotocamere al collo (Nikon e Leica) ...
E fatico a trattenere una lacrima ...
[tutte le foto pubblicate in questo articolo sono © Eve Arnold e Magnum, sono qui raggruppate esclusivamente per rendere un ossequioso tributo ad uno dei fotografi più importanti del nostro tempo]
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4 Comments
Una fotografa che ha fotografato indipendentemente dai generi che le si potevano rendere disponibili per lavorare.
Una persona libera ed indipendente.
Bellissimo questo report, Mauro, proprio per il taglio che hai voluto operare nella selezione delle immagini
Grazie tanto mauro, ogni tanto ci vogliono queste ripassate! Anzi sarebbe meglio che io personalmente le facessi più spesso.
Inesauribile fonte di ispirazione!
Ogni volta che guardo le foto di quei tempi mi soffermo sulla loro poesia e sul messaggio della foto stessa. Oggi invece si guarda di più la qualità della lente, del sensore ecc.ecc.
Grazie Mauro per farmi tornare all'essenza della fotografia.
Ho il libro che consigliasti tempo fa su di lei: Eve Arnlod's People. Bellissimo