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Tecniche di appostamento e mimetizzazione


Gli animali in libertà, specie dalle nostre parti. sono molto schivi ed elusivi e, in genere, la presenza umana li disturba e li fa fuggire, siccome sovente hanno le ali se ne vanno altrove, con scorno del fotografo, il quale spesso si é alzato ad ore antelucane per giungere in loco con luce adeguata.

Esistono i rimedi, che peraltro non sono mai disgiunti dalla pazienza. Nel corso degli anni e delle frequentazioni con altri malati come me, ho sviluppato alcune tecniche di mimetizzazione ed appostamento, che non sono altro che quelle solite, muoversi silenziosamente, sapendo quello che si fa e dove si sta andando. Come nelle operazioni militari, utilissimo é un preliminare sopralluogo, così si può verificare la situazione in modo rilassato, scegliere i posti migliori per la luce alle varie ore del giorno e del variare delle stagioni. Inoltre ho verificato che gli animali, se non avete niente in mano, sono più confidenti. Forse non riescono a distinguere un teleobbiettivo da un fucile ?

Abbigliamento.
L'abbigliamento che io preferisco é quello tipo sottobosco, sfumature varie di colori sul marrone beige.
 
Immagine Allegata: 1.jpg
Anche se talora uso una tenuta più grigio, tipo questa:
 
Immagine Allegata: 2.jpg
 
Giacche, pantaloni, gilet, cappelli, berretti, passamontagna, ogni genere di indumenti. Esistono poi altre varianti tra cui ultimamente va per la maggiore il cosiddetto "digital camo", costituito da vari quadrettini di colori diversi sulla sfumatura del verde, del beige e del marrone. Per gli acquisti quelli più a buon prezzo si trovano nei negozi del genere militaria, in cui vi é normalmente molta disponibilità e taglie.
Personalmente preferisco una taglia comoda ma giusta, per evitare impigli nella vegetazione. Io prediligo l'abbigliamento a cipolla, se fa caldo si toglie a strati, idem se fa freddo. Esistono anche mimetismi invernali, con pesantezza degli indumenti in proporzione, guanti con dito scapucciabile, ecc..
 
Ultimamente si trovano ottimi indumenti in materiali tecnologici (goretex, tessuti traspiranti, ecc.) più cari ma molto comodi e robusti.
Un'alternativa per gli acquisti sono i negozi di caccia e pesca, in genere molto forniti.
Sconsiglio gli acquisti via rete a meno che non abbiate una taglia assolutamente standard (io non ce l'ho). I prezzi, tra l'altro, non sono concorrenziali. Importanza particolare per le calzature: io uso scarpe da montagna leggere, traspiranti ed impermeabili. Penso che sia una delle cose più importanti da scegliere con attenzione. A meno che non partiate per una allegra scampagnata, non usate scarpe da ginnastica, alla sera siete pieni di vesciche ed il divertimento viene meno.
 
In generale usate un abbigliamento scuro, senza colori brillanti (tipo giallo e rosso), i vari toni del marrone e del beige vanno benissimo.

Reti e teli mimetici
Lo scopo dei suddetti è quello di confondere la sagoma e di fornire un mimetismo davanti a voi. Io li uso sull'automobile, oppure direttamente addosso, oppure per fare un piccolo sipario davanti a me, magari teso tra due rami. Tutto dipende anche dall'ambiente dove vi trovate e, ovviamente, in caso di appostamento. Una ottima alternativa, secondo me molto meglio del capanno mobile, é utilizzare un tabarro mimetico, una specie di poncho con copertura per la testa e foto per l'obiettivo: ci si muove in modo più agile, anche se si conta un caldo pazzesco, da riservare a periodi primaverili ed autunnali.
Qualche suggerimento su questi articoli si può trovare QUA. Ho sempre trovato molto utili le rete mimetiche, sembra strano, ma pur essendo molto leggere, funzionano alla bisogna e stanno in poco spazio, io uso una rete di 3x2 metri che quando non serve sta in una tasca dello zaino.

Fotografare dall'auto
In molti lo fanno, come variante di caccia vagante o in zone che costeggiano stagni e fossi. Si possono trovare eccellenti occasioni fotografiche. Anche qui non mi stanco mai di consigliare andatura costante, a bassa velocità e con arresto e ripartenze molto soft. Molto spesso andando in macchina si vedono animali del tutto tranquilli che scompaiono al momento della fermata. Non bisogna scoraggiarsi, ci si ferma, si sistema il mimetismo, si fa gli indifferenti e si aspetta pazientemente: prima o poi ritornano e sono in genere meno sospettosi. La fretta é, come sempre, cattiva consigliera.
 
Per le foto dall'auto, io uso, con notevole soddisfazione, questo arnese. Consente una solida piattaforma, ci si monta sopra direttamente la testa del cavalletto, si smonta e monta in pochi secondi. Una alternativa molto comoda e pochissimo costosa, é la corda da tapparella sospesa a cappio ed incastrata nella portiera su cui appoggiare, come una culla, l'obiettivo: funziona benissimo, anche se meno stabile della soluzione precedente.

Immagine Allegata: 3.jpg

Immagine Allegata: 4.jpg

Una accortezza per tutte le soluzioni: spegnete il motore! Oltre al fatto che inquinerete meno, c'é da mettere in conto le vibrazioni a bassa frequenza che ingenerano micromosso in quantità industriale. E poi mica vorrete fotografare tutto appena arrivati, no ?

Caccia vagante
Variante a piedi della precedente. Qua é indispensabile conoscere i luoghi e dove gli animali si trovano, muoversi con cautela e lentamente, non correre, non fumare e non chiacchierare. Opportuno attuare la politica del saltabecco: si arriva in loco, si sceglie il posto, ci si apposta, si aspetta qualche minuto, si aspetta ancora qualche minuto, e poi ci si sposta per ricominciare altrove. La passeggiata svagata non fa il caso del fotografo naturalista. Occhi aperti e binocolo a portata di mano. Per il resto considerare le solite accortezze.

Immagine Allegata: 5.jpg

Questa sopra é la tipica situazione. Il soggetto ripreso é un caro amico di cui ho ampia liberatoria. Nello specifico stava fotografando gigli selvatici nella speranza di avvistare qualche raganella.
Nell'alternativa di non trovare animali, comunque la natura offre sempre altre occasioni:

Immagine Allegata: 6.jpg

Capanni e simili
Esiste una moltitudine di capanni e capannetti più o meno trasportabili già in vendita. Personalmente ritengo che il peso aggiuntivo da trasportarsi appresso non valga la spesa. Molto meglio prepararsi il capanno in loco (in generale bastano quattro pali ed un paio di teli mimetici, lasciarlo lì qualche giorno e poi utilizzarlo. In generale se gli animali vedono qualcosa di anomalo" non si fanno vedere fin da subito, dopo qualche giorno si abituano alla presenza e la location diventa usabile.
Se proprio volete usare i capanni usate quelli già predisposti in oasi o simili: sono comodi, con feritoie appropriate (non tutti), in genere posizionati in luoghi dove i volatili sono più semplici da fotografare e si sono già abituati alla presenza estranea, tanto da non percepirla come tale.

Nel bosco
Nel bosco, sempre con le stesse accortezze, si possono trovare eccellenti occasioni fotografiche. La foto qua sotto rappresenta uno scorcio del boscone della Mesola. Dalle mie parti é uno dei pochi boschi rimasti e, giustamente, é riserva naturale.

Immagine Allegata: 7.jpg

In queste situazioni ambientali le strategie cambiano non poco e dipendono soprattutto dalle specie animali che si intendono fotografare. Nello specifico nel boscone della Mesola ci sono dei cervi, anche in numero discreto, ma fotografarli decentemente non é facile perché sono molto timidi e restii a farsi avvicinare, inoltre vi sono delle piste ciclabili molto frequentate, percorse da soggetti vestiti in colori sgargianti e discretamente rumorosi. Bisogna alzarsi presto ed evitare i momenti di maggiore ressa. Nel frattempo si possono cercare altri abitanti del bosco, come rospi, rettili, arvicole, ed altro. In genere in queste situazioni e nell'impossibilità di mimetizzarsi con teli e reti (é vietato), stare fermi e bassi é sempre l'opzione migliore. Meglio lasciare che l'animale si avvicini a noi piuttosto del contrario.

Trucco e parrucco
Potrebbe sembrare una provocazione, ma talora é molto utile: soprattutto perch? gli animali sono sospettosi quando vedono pelle umana, volto, braccia scoperte, ecc.. Personalmente mi copro sempre braccia e gambe (anche per via degli insetti che in taluni posti sono perennemente affamati) e ricorro al trucco del viso solo se devo rimanere scoperto. In commercio esistono numerosi prodotti. Nei negozi sportivi si trovano creme coprenti di colore scuro. Siccome ho la pelle sensibile io uso prodotti cosmetici di colore scuro, ma ad esempio i ceroni scuri da teatro assolvono benissimo questa funzione. Il cappello é molto utile, oltre che per il suo uso principale (riparasi dal sole e dalle intemperie) anche perché modifica la sagome del capo e ci si può mettere sopra fogliame e quant'altro.

In generale i consigli per un appostamento efficace sono sempre gli stessi:
stare bassi
stare fermi
non fumare
non parlare
Osservare prima bene la situazione e poi scattare
muoversi lentamente


Alcuni esempi:

Immagine Allegata: 8.jpg

Immagine Allegata: 9.jpg

Situazione tipica da capanno: posatoio predisposto davanti alla feritoia, animali abituati alla costruzione.
Queste due giovani garzette non avevano alcun problema a posarsi a 8 metri dal fotografo.

Immagine Allegata: 10.jpg


Situazione da caccia vagante. Il luogo é pieno di cicogne, che hanno i nidi sui tetti lì intorno, basta aspettare la giusta occasione.


Immagine Allegata: 11.jpg

A spasso nel bosco: il pettirosso era là che faceva i fatti suoi, basta abbassarsi un poco.

Immagine Allegata: 12.jpg

Qua ero in barca, prono con macchina ed obiettivo pronti all'uso, aspettando l'involo della volpoca.

Immagine Allegata: 13.jpg

Questa foto, invece, da dietro una barriera costruita sul versante di un argine, lato fiume, nei pressi del posatoio del martino.Scena tipica dopo la schiusa, quando il martino maschio pesca e porta i pesci al nido.

Immagine Allegata: 14.jpg

Dall'auto, nei pressi delle tane dei gruccioni, momento del corteggiamento. L'auto era coperta da una grande rete sotto un albero a circa 6-7 metri di distanza.

Immagine Allegata: 15.jpg

Stesso uccellino ma diversa situazione: qua ripreso da un capannetto costruito nei pressi delle tane da circa 7 metri

Immagine Allegata: 16.jpg

Situazione fortunata. In questo caso stavo cercando di fotografare tutt'altra specie, quando il cavaliere é partito. Mimetismo assente: quando si parla di botta di c...

Immagine Allegata: 17.jpg

L'airone rosso é molto coperto, ma é solo per esempio. In questo caso la presenza dell'animale era nota, io volevo fotografarlo in pesca, ma quel giorno era a digiuno.
Avvicinamento cauto coperto da frasche ed appostamento a distanza adeguata (circa 20 metri). Piazzato semisdraiato con macchina pronta. Per la cronaca: é rimasto esattamente 4 ore in quel posto, poi si é involato.

Giovanni


14 Comments

Commenti a QUESTO ARTICOLO


Giovanni


Bellissimo articolo Giovanni, come i tuoi precedenti d'altronde. Grazie mille. :)

Da ex subacqueo (si parla di 20 anni f?), ricordo che alcune specie ittiche, normalmente diffidenti, diventavano molto pi? avvicinabili in alcuni periodi particolari, come quello dell'accoppiamento.

Nella tua esperienza, succede lo stesso per le specie animali terrestri (e volanti)?

Fermo restando che so bene, e sottolineo anche per altri che intendessero avvicinarsi al genere, che ? sempre eticamente sconsigliabile per un fotonaturalista disturbare le specie, o avvicinarsi a nidi e tane, in periodi delicati come appunto quello riproduttivo...
Bella e completa descrizione, come sempre. :)

Volevo solo aggiungere una soluzione al paragrafo "Fotografare dall'auto", a mio parere migliore del "cappio" di corda.
Un semplice sacco di stoffa (tipo quelli di riso da 5Kg), riempiito di materiale inerte.
Qualcuno dice sabbia, ma occorre tenere conto che a volte si rompono... in auto. :rolleyes:
Io me ne sono fatto uno di palline di plastica cave, recuperate da alcuni imballaggi di bottiglie di reagenti chimici, ma on un pochino di fantasia i materiali da usare sono molti.
a_

P.S.
Bellissima la frase "Una accortezza per tutte le soluzioni: spegnete il motore! ...".
Io mi ricordo sempre, di spegnerlo.
Sar? perch? ho un'auto con un tre cilindri diesel? :rolleyes:
:lol:

Bellissimo articolo Giovanni, come i tuoi precedenti d'altronde. Grazie mille. :)

Da ex subacqueo (si parla di 20 anni f?), ricordo che alcune specie ittiche, normalmente diffidenti, diventavano molto pi? avvicinabili in alcuni periodi particolari, come quello dell'accoppiamento.

Nella tua esperienza, succede lo stesso per le specie animali terrestri (e volanti)?

Fermo restando che so bene, e sottolineo anche per altri che intendessero avvicinarsi al genere, che ? sempre eticamente sconsigliabile per un fotonaturalista disturbare le specie, o avvicinarsi a nidi e tane, in periodi delicati come appunto quello riproduttivo...


Soprattutto per i volatili, solo che bisogna tare molto attenti a non disturbarli. A questo riguardo la tua precisazione ? molto pertinente: una bella foto non vale un nido abbandonato.
Meglio quando i giovani si sono appena involati dai nidi, non conoscono la specie umana e sono molto pi? confidenti degli adulti (sono anche meno belli nel piumaggio).

Giovanni

Bella e completa descrizione, come sempre. :)

Volevo solo aggiungere una soluzione al paragrafo "Fotografare dall'auto", a mio parere migliore del "cappio" di corda.
Un semplice sacco di stoffa (tipo quelli di riso da 5Kg), riempiito di materiale inerte....


Doverosa precisazione. Nel copia ed incolla la parte del beam-bag ? saltata.

La metto qui:
Per avere stabilit? in posizioni disagiate e quando il cavalletto non pu? essere usato (anche in auto, rocce, alberi, ecc.), esiste la soluzione del beam-bag: un sacchetto riempito di fagioli (io ci metto il riso), di dimensioni opportune per appoggiarci la macchina, che si adatta alla superficie di appoggio ed assorbe anche le vibrazioni. personalmente uso il riso perch? si adatta bene al supporto di appoggio ed al complesso macchina obiettivo. Ne esistono anche di gi? pronti (anche a sella), ma si possono tranquillamente preparare in casa risparmiando qualche euro.

Giovanni
Pian piano mi metto in pari con tutto quanto ? successo negli ultimi tempi.... Vorrei partire da questo articolo dato che tocca un argomento che ben mi interessa, praticando con abitualit? la caccia fotografica.
Direi che quanto esposto dal Ciraso non ha bisogno di ulteriori puntualizzazioni con la precisazione per? che quando si va a fotografare mammiferi, anzich? volatili, la questione mimetizzazione diventa ancora pi? delicata e sofisticata. Si, perch? non basta essere invisibili ed immobili ma si aggiunge un fattore X che ? il vento! Anzi, forse la mimetizzazione vera e propria pu? pure passare in secondo piano rispetto all'olfatto sviluppatissimo di certi mammiferi. Per la mia esperienza mi riferisco ai cervi & C. che incredibilmente ti possono pure passare accanto con un semplice telo addosso ma basta che non ti annusino perch? allora puoi anche essere in una buca in terra e stai certo che ti gireranno parecchio alla larga.
Quindi, se possibile, mai mettersi sopra vento rispetto alla presunta direzione di provenienza degli animali.

Vicino casa ho diversi caprioli che gironzolano e la sera, sul calar del sole, escono puntualmente fuori nei prati aperti per pascolare.
Alla fine della scorsa estate mi sono messo in testa di provare a fotografarli..... Impresa per nulla semplice. Escono dal fitto del bosco e pur abituati alla presenza dell'uomo, ne diffidano molto e al superamento di certe distanze "di sicurezza" (che sono siderali anche per i tele pi? spinti) si mettono in precipitosa fuga in pochissimi istanti.
Cos? ho iniziato gli appostamenti con la seguente tecnica di mimetizzazione: innanzitutto ho scelto le serate prive di vento oppure con vento a favore mettendomi schiacciato a terra vicino ad un fosso che passa a lato del bosco con sopra un telo mimetico. Cavalletto completamente abbassato e testa a sfera. Circondato da nuvole di zanzare, in assoluto silenzio, mi sono messo ad aspettare l'uscita, avendo ormai individuato almeno un paio di punti da cui passano; sono animali molto abitudinari, i percorsi son sempre i soliti.
Ben tre uscite a vuoto..... Per qualche ragione, appena mettevano il naso fuori dal bosco, non facevo in tempo a puntare e mettere a fuoco che erano gi? spariti nel fitto lanciando versi impressionanti, evidentemente di spavento.
Alla quarta volta, ormai scoraggiato, ho avuto la "fortuna" che un piccolo uscisse da un punto molto pi? lontano dei soliti per cui son riuscito a far partire tre scatti prima che fuggisse ma il risultato, rispetto agli sforzi profusi, ? stato assolutamente deludente:

25 agosto 2010 ore 19:53 con luce ormai molto scarsa: D3 + 600 f/4 AFS, ISO 2000, 1/250, f/4.5, distanza dal soggetto 50,1 metri (!), nessun crop.
[attachment=23982:_DSC1877.jpg]

Quest'anno ci riprovo dato che gi? si cominciano a vedere, studiando qualcosa di pi? fine ed astuto per fregarli. Ad esempio ho notato che non temono quasi per nulla le auto e forse forse mi converrebbe scendere con il fuoristrada e piazzarmi dal finestrino adottando una delle soluzioni proposte nell'articolo. Il 600 ? molto peso e vedo forse pi? realizzabile e stabile un appoggio tipo bean bag che non il cappio appeso allo sportello.
Vi far? sapere come va a finire.

A confronto, i Cervi del Brasimone, sono pi? semplici da fotografare.... Quando si trovano! Perch? l'anno scorso il luogo ? stato veramente poco generoso. :(
Foto
Adriano Max
mag 25 2011 10:20
Non vedo l'ora di vedere come li stani a pochi metri per fotografarli, questi caprioli... !! Anche in montagna dalle mie parti i caprioli si comportano in modo simile. I guardiaboschi hanno allestito dei posti di osservazione rialzati a 5m almeno dal suolo, su alberi: entrano di notte fonda (si muovono dopo la mezzanotte) e attendono l'alba ben mimetizzati, senza aver usato dopobarba... :P Io le osservazioni pi? ravvicinate le ho fatte per? vagando sui vari confini prato-bosco: la fortuna si ha quando si ? sul confine prato/bosco all'interno del bosco e si sorprende un animale sul prato ! Normalmente corrono in cerchio sul prato e rientrano nel bosco... talvolta vengono dritti verso te a balzi... ma non c'? tempo per inquadrare niente: li si guarda balzare come fulmini accanto a te e scomparire col culetto pi? chiaro e le codine alzate nel bosco... una volta mi ? capitato di fare uno spuntino in uno di questi prati, a pochi metri da un'albero solitario nel prato: dopo mezz'oretta mi alzo per riprendere il cammino e mentre infilo lo zaino un capriolo zompa su dall'ombra dell'albero, mi passa accanto e si infila nel bosco ! era rimasto accucciato nell'erba tutto quel tempo senza che io lo vedessi... quando la distanza ? stata insopportabile e ha creduto che l'avessi visto, ? scappato terrorizzato !
:P

Conoscere il loro comportamento ? quindi fondamentale per 'acchiapparne' uno in foto !
;)

Ciao,
Adriano.
Foto
Adriano Max
mag 25 2011 11:30
Ho chiesto a mio cugino, molto esperto nel suo territorio (Toblach, Alto Adige)... lui caccia e osserva, per cui la distanza media a cui cerca di stare ? alta per esigenze fotografiche: 150-200m. Tipicamente l'ora per gli avvistamenti a bordo bosco ? la sera (pascolo serale, attualmente tra le 19:30 e le 21:00) e generalmente si scelgono prati con erba rigogliosa... la mimetizzazione deve essere perfetta: niente rumore, assolutamente con il vento a favore (ti sentono subito, altrimenti), niente movimento. I caprioli sono sistemi di allarme perfezionatissimi: fare belle foto in natura ? assolutamente un ingaggio che porta a partite bellissime ! Osservarli con il binocolo ? una delle attivit? pi? belle che un uomo possa percorrere...
:)

Tipico territorio da incontri in Alto Adige (bosco e prato che si susseguono, intorno a 1200m-1800m): http://maps.google.i...04,0.01929&z=16

Ciao,
Adri.
Direi che i 150/200 mt di cui parli sono le distanze che anche io intendo come "di sicurezza", quindi fuori portata per un fotografo.
Come sai, conosco bene la zona di Dobbiaco, San Candido, Sesto fino a Sillian e sono posti splendidi ma mi sono mai avventurato con attrezzature fotografiche importanti per riprendere ungulati. Per me l? la Regina ? la Fario e quindi nel bagagliaio solo canne da spinning!

Certo che la sfida della mimetizzazione con i caprioli ? veramente dura e penso che alla fine anche uno scatto banale come quello che ho tirato fuori la scorsa estate dia molte pi? soffaddisfazioni in termini di preparazione, attesa e momento del click. Io lo dico sempre: il risultato fotografico della caccia ? il meno rispetto a tutto quello che viene prima e durante l'appostamento. ;)
Foto
Adriano Max
mag 25 2011 13:15

Direi che i 150/200 mt di cui parli sono le distanze che anche io intendo come "di sicurezza", quindi fuori portata per un fotografo.[...]


Anche altri ritorni che ho avuto mi dicono che sotto i 100m ? possibile se si ? in capanni sopraelevati (altane) e la fortuna aiuta molto...
;)

Se passate da Dobbiaco/Toblach io naturalmente consiglio... http://www.dobbiaco.org/it/

Buona fortuna !!
Adri.

Anche altri ritorni che ho avuto mi dicono che sotto i 100m ? possibile se si ? in capanni sopraelevati (altane) e la fortuna aiuta molto...
;)

Scusa, ma le altane non sono vietate in Italia, per la caccia? (tra le pochissime cose vietate, con quello schifo di legge italiana, tra l'altro...)

Ok, mi dirai che vengono costruite per osservazione, e non per caccia, ma appena finisco di ridere cerco ancora la legge, che non riesco a trovare.

Qualcuno conferma?
a_

P.S. Lo so che in Germania, Danimarca e Svezia ? pieno di altane fisse per la caccia....
Ma fuori dall'Italia ? fantascienza pensare che un cacciatore possa andare a caccia dove gli pare, entrando dappertutto in terreni demaniali e privati.
Foto
Adriano Max
mag 25 2011 14:35

Scusa, ma le altane non sono vietate in Italia, per la caccia? (tra le pochissime cose vietate, con quello schifo di legge italiana, tra l'altro...)

Ok, mi dirai che vengono costruite per osservazione, e non per caccia, ma appena finisco di ridere [...]


Non ridere: se in Alto Adige provi a sparare da un'altana finisci male, malissimo, anzi, di pi?... altrove non so...
:bigemo_harabe_net-175:
Foto
Adriano Max
mag 31 2011 16:28
Qui DUKE ? riuscito ad avvicinarli questi elusivi mammiferi... http://www.nikonland...dpost__p__51280

Ciao,
Adri.
Mi sono messo all'opera e ho predisposto un "bean bag" da utilizzarsi in caso di appostamenti a terra. Un normale sacchetto in tela marrone molto robusta con una zip a chiusura.
Dimensioni generose, come si vede dalle foto, ma deve reggere un 600 f/4.

[attachment=24329:DSC_8766.jpg]

[attachment=24331:DSC_8765.jpg]

L'ho riempito con del riso e l'ho provato ad uno dei miei posatoi. Devo dire che la stabilit? ? eccezionale, migliore di qualunque cavalletto aperto e schiacciato a terra. Si scatta tranquillamente con tempi di 1/200 o anche meno perch? il micromosso non esiste (se non dipendente da movimenti del soggetto).
L'ergonomia, insomma, una testa a sfera fa anche meglio ma non mi posso lamentare.
Il contro ? il peso: ci sono andati 4 kg di riso..... Probabilmente non ? il materiale pi? adatto come non lo sarebbe (immagino) la sabbia.
Penserei a provare tipo dei ceci di quelli piccoli o delle lenticchie che fanno pi? volume e quindi ce ne vanno meno sperando di non compromettere la stabilit?.

Appena messo in posizione, tempo 2 minuti, una fila incredibile di affamatissimi Verzellini e Verdoni. Dopo nemmeno 10 minuti si ? presentato questo bel Codirosso:

Nikon D300, Nikkor 600 f/4 AFS MKII, 1/250 @f/7,1, ISO 640, 6,7 metri dal soggetto, nessun crop.
[attachment=24330:_DSC8748.jpg]

Dimensioni generose, come si vede dalle foto, ma deve reggere un 600 f/4.

Ben fatto.
Le dimensioni "generose" sono una necessit?, per avere il massimo risultato e la massima utilit? dall'oggetto.
a_

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