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Nikon 105mm f/2 DC : un obiettivo piuttosto particolare... test
dic 11 2013 01:00 |
Max Aquila
in Obiettivi
nato nell'Agosto 1993, a tre anni di distanza dal sorprendente predecessore, (il Nikon AF DC 135mm f/2), deve la coppia di consonanti al centro del suo lungo nome, all'acronimo di Defocus Control, un sistema originalissimo per concepire l'idea di soft focus nella fotografia di ritratto:
tale pratica ha da sempre intrigato i tanti fotografi che al ritratto si dedicano, con "trattamenti di personalizzazione" delle proprie ottiche preferite, che andavano dai sistemi più empirici, come alitare direttamente sulla lente frontale subito prima dello scatto (col rischio alla lunga di danneggiare il delicato strato antiriflesso delle lenti frontali), oppure la spalmata di vaselina (ancora più drastica) su appositi filtri UV, o ancora, con l'acquisto di costosi e spesso eccessivi filtri soft, che spaziavano dall'effetto "sauna" alle finezze dei filtri Softar marchiati Carl Zeiss,
E la competizione é forte già solo parlando di focali fisse, tra lenti stupende e costose come i classici (per Nikon) 85mm f/1.4 ed 1.8 sia sul catalogo AF che su quello MF, gli straordinari 105mm MF f/1.8 e 2.5 e lo stesso AF 135mm f/2 DC già menzionato, che ne replica lo schema particolare che li caratterizza entrambi.
Le prestazioni di uniformità tra centro e bordi immagine e la nitidezza elevata e riscontrabile fin dai diaframmi più aperti sono il biglietto da visita di questo obiettivo, quando utilizzato con la particolare ghiera del Defocus Control nella posizione centrale di neutralizzazione di tale comando.
In cosa consista la particolarità che fa di questa realizzazione ottica un pezzo più unico che raro, ? presto detto: la ghiera DC serve ad introdurre una quantità graduabile di aberrazione sferica, che consente di regolare la piacevolezza (intesa come morbidezza) del livello di sfocatura attorno al piano in cui si é condotta la messa a fuoco.
Normalmente si cerca di combattere l?aberrazione sferica progettando schemi ottici che compensino la normale mancanza di planeità di una lente, accoppiando tra loro elementi di opposta curvatura, per evitare appunto che i raggi di luce rifratti dalle zone pi? esterne di una lente, giungano al punto di messa a fuoco in una area diversa da quella relativa alla rifrazione della zona centrale della lente stessa.
Invece Nikon, dando la possibilità di spostare una coppia di lenti, mediante regolazione di questa ghiera DC, introduce appositamente in questo obiettivo tale "difetto" ottico, allo scopo di concedere al fotografo ritrattista di decidere per un fuori fuoco a misura delle sue necessità interpretative, scegliendo se dare maggiore morbidezza per lo sfuocato alle spalle del soggetto messo a fuoco o, addirittura, sullo sfuocato anteposto al piano di messa a fuoco, cosa quest'ultima impossibile da gestire con un normale obiettivo, semplicemente aprendo o chiudendo il diaframma.
come per tutti gli obiettivi particolarmente luminosi la tentazione forte é proprio quella di andare a scattare in condizioni di luce attenuata o del tutto scadente, ebbene, questo 105 mm risulta proprio essere un ideale compagno di scatti nelle condizioni di maggiore scomodità, forse a causa della elevata ergonomia data dalle generose dimensioni del barilotto con paraluce incorporato, che si impugna e si regola agevolmente nelle sue varie ghiere, quella di messa a fuoco (giustamente ampia, immaginando un frequente uso manuale della messa a fuoco su questa lente), quella dei diaframmi (la cui presenza lo rende compatibile con tutti i corpi macchina a pellicola e digitali dal 1977 in qua), quella della selezione rapida tra fuoco automatico o manuale, ed infine quella anteriore di defocalizzazione, che costituisce il "sex appeal" di questo obiettivo, provvista di una posizione centrale neutra e di due serie di regolazioni di sfuocato (a sinistra per Front defocus, a destra per Rear defocus) con una serie di step selezionabili a scelta tra f/2 ed f/5.6 a seconda del valore di diaframma impostato sulla normale ghiera tradizionale: non male tutte queste ghiere per non essere neppure uno zoom!
Anche il peso, non certo contenuto, di 640 grammi, dovuto alla profusione di materiali "nobili" per essere un obiettivo AF (il 105mm f/1.8 Ai-S per giunta anche più luminoso, pesa 80 grammi meno) aiuta ad una salda impugnatura di questo fedele compagno della nostra fotocamera preferita, consentendo l'utilizzo di tempi di esposizione altrimenti impossibili da usare a mano libera, complice ovviamente la luminosità elevata ed, in digitale, la possibilità spesso trascurata di variare l'indice di sensibilità del sensore quando serva, come in questo scatto ripreso in luce davvero bassa a f/4 t/125 ISO 400
Dove chiaramente dà il meglio delle sue potenzialità é nella ripresa di soggetti a media distanza caratterizzati da forti contrasti cromatici, ma non soltanto, risultando anche in controluce diretto un obiettivo capace di interpretare la realtà inquadrata al di sopra delle aspettative del fotografo medio
Ovviamente l'interesse per il ritrattista creativo viene catturato dalla presenza di questa atipica ghiera di regolazione dello sfuocato morbido, la quale consente una molteplicità di regolazioni oltre quelle "consigliate" (che prevedono l'abbinamento al diaframma in uso, del corrispondente valore sulla ghiera DC, scegliendo tra la sezione Front, anteriore e quella Rear, posteriore, rispetto il piano di messa a fuoco) quelle assolutamente di 'genio' tra valori difformi.
Cominciamo con l'evidenziare un primo difetto di questo sistema: nulla di quanto impostato rende visualizzabile l'effetto che ne deriva, né a mirino, né tantomeno sui piccoli monitor delle reflex digitali! Occorre essere davanti ad un più ampio monitor di pc oppure, stampare!
Ciò comporta la necessità di disporre di molto tempo prima di trovare affinità con le relazioni che intercorrono tra diaframma, valore di DC, distanza dal soggetto, distanza dallo sfondo : tutti elementi profondamente condizionanti tale sistema.
immagine ingrandita
Quote
Naturalmente avrei potuto inserire ulteriori gradi intermedi, utilizzando sulla ghiera diaframmi frazioni di diaframma o valori di diaframma decisamente diversi da quelli in uso sulla ghiera DC... e viceversa!
In sostanza la svariata possibilità di regolazione e "sregolazione" di questa funzione, comporta una potenzialmente aumentata capacità espressiva per il fotografo che scelga questa lente, ben diversamente dal mero utilizzo passivo di un filtro "soft", sempre uguale a se stesso nell'effetto prodotto sul soggetto.
Quote
Ma le potenzialità di questo tele spaziano tra generi molto diversi tra loro: in molti esperimenti ne ho constatato l?ottimo accoppiamento a tecniche di panning o di ripresa in 'open flash' di soggetti in movimento: il flash aggiunge cromatismo e calore a un obiettivo caratterizzato come tradizione Nikon da neutralità e freddezza, al limite di una discreta preponderanza di toni del ciano e del blu
Insomma un acquisto impegnativo per il prezzo, ma stimolante per un impiego di ricerca del risultato creativo, quanto appagante nell'utilizzo tradizionale con ghiera di defocalizzazione neutralizzata.
Tiriamo le somme?
PRO:
Nitidezza, contrasto, assenza di distorsioni, uniformità di prestazioni centro-bordi
Eccezionalità del sistema di Defocus Control
Ergonomia e costruzione
Luminosità
CONTRO:
Prezzo
Difficoltà di previsualizzazione dell'effetto DC
©2006 Max Aquila per Nikonland
tale pratica ha da sempre intrigato i tanti fotografi che al ritratto si dedicano, con "trattamenti di personalizzazione" delle proprie ottiche preferite, che andavano dai sistemi più empirici, come alitare direttamente sulla lente frontale subito prima dello scatto (col rischio alla lunga di danneggiare il delicato strato antiriflesso delle lenti frontali), oppure la spalmata di vaselina (ancora più drastica) su appositi filtri UV, o ancora, con l'acquisto di costosi e spesso eccessivi filtri soft, che spaziavano dall'effetto "sauna" alle finezze dei filtri Softar marchiati Carl Zeiss,
costosi quasi quanto un 50mm oppure, ultima ratio, all'acquisto di uno specifico obiettivo Rodenstock Imagon, incredibile progetto ottico basato su una griglia di cerchi satelliti ad un foro centrale, che aveva lo scopo di trasferire su medio formato la ricerca di una gradualità nel passaggio del "bokeh", della transizione cioé tra aree nitide e aree non nitide dell'immagine da realizzare.
Il nostro medio tele non nasce però come "fenomeno da baraccone" del vasto catalogo di ottiche della Nikon, ma per posizionarsi come obiettivo di riferimento della Casa di Tokyo tra i non pochi "concorrenti" per il titolo di più inciso, più lineare, più corretto obiettivo da ritratto!
E la competizione é forte già solo parlando di focali fisse, tra lenti stupende e costose come i classici (per Nikon) 85mm f/1.4 ed 1.8 sia sul catalogo AF che su quello MF, gli straordinari 105mm MF f/1.8 e 2.5 e lo stesso AF 135mm f/2 DC già menzionato, che ne replica lo schema particolare che li caratterizza entrambi.
Le prestazioni di uniformità tra centro e bordi immagine e la nitidezza elevata e riscontrabile fin dai diaframmi più aperti sono il biglietto da visita di questo obiettivo, quando utilizzato con la particolare ghiera del Defocus Control nella posizione centrale di neutralizzazione di tale comando.
In cosa consista la particolarità che fa di questa realizzazione ottica un pezzo più unico che raro, ? presto detto: la ghiera DC serve ad introdurre una quantità graduabile di aberrazione sferica, che consente di regolare la piacevolezza (intesa come morbidezza) del livello di sfocatura attorno al piano in cui si é condotta la messa a fuoco.
Normalmente si cerca di combattere l?aberrazione sferica progettando schemi ottici che compensino la normale mancanza di planeità di una lente, accoppiando tra loro elementi di opposta curvatura, per evitare appunto che i raggi di luce rifratti dalle zone pi? esterne di una lente, giungano al punto di messa a fuoco in una area diversa da quella relativa alla rifrazione della zona centrale della lente stessa.
Invece Nikon, dando la possibilità di spostare una coppia di lenti, mediante regolazione di questa ghiera DC, introduce appositamente in questo obiettivo tale "difetto" ottico, allo scopo di concedere al fotografo ritrattista di decidere per un fuori fuoco a misura delle sue necessità interpretative, scegliendo se dare maggiore morbidezza per lo sfuocato alle spalle del soggetto messo a fuoco o, addirittura, sullo sfuocato anteposto al piano di messa a fuoco, cosa quest'ultima impossibile da gestire con un normale obiettivo, semplicemente aprendo o chiudendo il diaframma.
Prima di addentrarci nelle potenzialità del sistema di "defocalizzazione controllata" parliamo però di pregi e difetti di quest'ottica particolare:
come per tutti gli obiettivi particolarmente luminosi la tentazione forte é proprio quella di andare a scattare in condizioni di luce attenuata o del tutto scadente, ebbene, questo 105 mm risulta proprio essere un ideale compagno di scatti nelle condizioni di maggiore scomodità, forse a causa della elevata ergonomia data dalle generose dimensioni del barilotto con paraluce incorporato, che si impugna e si regola agevolmente nelle sue varie ghiere, quella di messa a fuoco (giustamente ampia, immaginando un frequente uso manuale della messa a fuoco su questa lente), quella dei diaframmi (la cui presenza lo rende compatibile con tutti i corpi macchina a pellicola e digitali dal 1977 in qua), quella della selezione rapida tra fuoco automatico o manuale, ed infine quella anteriore di defocalizzazione, che costituisce il "sex appeal" di questo obiettivo, provvista di una posizione centrale neutra e di due serie di regolazioni di sfuocato (a sinistra per Front defocus, a destra per Rear defocus) con una serie di step selezionabili a scelta tra f/2 ed f/5.6 a seconda del valore di diaframma impostato sulla normale ghiera tradizionale: non male tutte queste ghiere per non essere neppure uno zoom!
Anche il peso, non certo contenuto, di 640 grammi, dovuto alla profusione di materiali "nobili" per essere un obiettivo AF (il 105mm f/1.8 Ai-S per giunta anche più luminoso, pesa 80 grammi meno) aiuta ad una salda impugnatura di questo fedele compagno della nostra fotocamera preferita, consentendo l'utilizzo di tempi di esposizione altrimenti impossibili da usare a mano libera, complice ovviamente la luminosità elevata ed, in digitale, la possibilità spesso trascurata di variare l'indice di sensibilità del sensore quando serva, come in questo scatto ripreso in luce davvero bassa a f/4 t/125 ISO 400
in cui la capacità di "incisione" di questo obiettivo, davvero esaltante (raramente mi capita in postproduzione di dover aumentare il contrasto delle foto realizzate con esso) rende possibile risultati di effettiva eccellenza, sia sulle basse come sulle alte luci.
Dove chiaramente dà il meglio delle sue potenzialità é nella ripresa di soggetti a media distanza caratterizzati da forti contrasti cromatici, ma non soltanto, risultando anche in controluce diretto un obiettivo capace di interpretare la realtà inquadrata al di sopra delle aspettative del fotografo medio
Ovviamente l'interesse per il ritrattista creativo viene catturato dalla presenza di questa atipica ghiera di regolazione dello sfuocato morbido, la quale consente una molteplicità di regolazioni oltre quelle "consigliate" (che prevedono l'abbinamento al diaframma in uso, del corrispondente valore sulla ghiera DC, scegliendo tra la sezione Front, anteriore e quella Rear, posteriore, rispetto il piano di messa a fuoco) quelle assolutamente di 'genio' tra valori difformi.
Cominciamo con l'evidenziare un primo difetto di questo sistema: nulla di quanto impostato rende visualizzabile l'effetto che ne deriva, né a mirino, né tantomeno sui piccoli monitor delle reflex digitali! Occorre essere davanti ad un più ampio monitor di pc oppure, stampare!
Ciò comporta la necessità di disporre di molto tempo prima di trovare affinità con le relazioni che intercorrono tra diaframma, valore di DC, distanza dal soggetto, distanza dallo sfondo : tutti elementi profondamente condizionanti tale sistema.
immagine ingrandita
Quote
Obiettivo regolato con diaframma f/2.8:
Colonna di sinistra: ghiera DC in posizione Neutral, disattivata.
Colonna centrale:
in alto ghiera DC in posizione R2,8
in basso, ghiera DC F2,8
(notare la differenza tra i rametti in primo piano e la statua nei due scatti)
Colonna di destra:
(diaframma sempre a f/2.8)
in alto ghiera DC R2, in basso F2
(si evidenzia un aumento dell'aberrazione sferica che porta a rendere il fuoco morbido perfino sulla statua)
Naturalmente avrei potuto inserire ulteriori gradi intermedi, utilizzando sulla ghiera diaframmi frazioni di diaframma o valori di diaframma decisamente diversi da quelli in uso sulla ghiera DC... e viceversa!
In sostanza la svariata possibilità di regolazione e "sregolazione" di questa funzione, comporta una potenzialmente aumentata capacità espressiva per il fotografo che scelga questa lente, ben diversamente dal mero utilizzo passivo di un filtro "soft", sempre uguale a se stesso nell'effetto prodotto sul soggetto.
Quote
Basti guardare come la combinazione tra sfocatura del primo piano ed aberrazione dello sfondo abbia operato su questa 'amazzone' ripresa a f/2.8 t/1250 e ghiera DC R4 in una resa davvero 'limite' del concetto di soft focus!
Ma le potenzialità di questo tele spaziano tra generi molto diversi tra loro: in molti esperimenti ne ho constatato l?ottimo accoppiamento a tecniche di panning o di ripresa in 'open flash' di soggetti in movimento: il flash aggiunge cromatismo e calore a un obiettivo caratterizzato come tradizione Nikon da neutralità e freddezza, al limite di una discreta preponderanza di toni del ciano e del blu
Insomma un acquisto impegnativo per il prezzo, ma stimolante per un impiego di ricerca del risultato creativo, quanto appagante nell'utilizzo tradizionale con ghiera di defocalizzazione neutralizzata.
Tiriamo le somme?
PRO:
Nitidezza, contrasto, assenza di distorsioni, uniformità di prestazioni centro-bordi
Eccezionalità del sistema di Defocus Control
Ergonomia e costruzione
Luminosità
CONTRO:
Prezzo
Difficoltà di previsualizzazione dell'effetto DC
Dedicato a chi continui fortemente a credere nella Fotografia fatta dal Fotografo!
©2006 Max Aquila per Nikonland
Test:
Yes
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115 Comments
Miniature Allegate
Certo la differenza di prezzo e di peso tra i due ? incolmabile da un discorso qualitativo: il 105 DC ? talmente buono che il 200 VR f/2 lo compra solo chi ha realmente bisogno di qell'angolo di campo...
se no ci si "accontenta" del 70/80-200 che perde solo un diaframma rispetto quel sontuoso 200mm...
Il ragionamento, cerco di esplicitarlo meglio, era.
Se - considerando quanto dicono i grandi (Rorslett e Weber, per esempio) il 200/2 nella nuova versione, a F2 ? gi? il miglior 200 mm Nikon di tutti i tempi e a F2.8 diventa il pi? nitido di sempre, con uno sfuocato migliore di quello del 85/1.4 - questo 105/2 ? cos? buono, che emozioni sapr? riservare il 200/2VR al suo fortunato possessore ?
Una nota sull'angolo di campo. Io consideravo la cosa dal punto di vista della distanza di ripresa, dato che nel mio genere di fotografia, non sempre ? appropriato avvicinarsi troppo al soggetto.
E un 200 mm ad F2 non ? un 105 ad F2, in termini di PDC.
No ?
Emmm ... da buon Fisico rompiscatole mi permetto di commentare ... con le puntuali parole di Wikipedia ...
Una bella dimostrazione di questo concetto ? visibile qui !
... quindi un vero rapporto tra PdC e focale ... fisicamente non esiste.
Guglielmo
Comunque con quel
volevo confermare quanto affermato da Mauro... magari sembrava il contrario...
Cos? come spesso, d'estate, fotografo "uccelli" con le scarpe, da una quindicina di metri, ad F8
...e parlare del 105, non di altri fratelloni pi? lunghi...
scartabellando sull'HD ho trovato un paio di foto fatte a Bellinzona quest'estate, quando vidi (e fotografai, giusto per ribadire la differenza con l'Italia ) la mostra di Stenilen
fatte entrambe alla minima distanza di messa a fuoco, f4 con la D2x a 100ISO (non avevo il macro con me)
vogliamo parlare del bokeh...
...oppure dei colori (NEF aperti in LightRoom, senza PP ma solo applicata la calibrazione descritta qui)?
a_
Queste sono due fotine del 105DC senza defocus:
Giovanni
purtroppo si va al buio sul risultato
come nel classico 35mm
Scusa, perch? al buio? Quando rivedi lo scatto sul display della macchina non hai un'idea di come ? venuta la foto?
Oggi, giorno fortunato in cui possiedo anch'io una D700, anelo il momento di usare quest'obiettivo, molto simile al 105, anzi, direi, l'equivalente su FF del 105 sul DX:)
Voglio solo dire che, la lettura del testo di Max ? talmente piacevole, che mi ? sembrato di leggerla per la prima volta. Credo di conoscere bene la nostra lingua, ma difficilmente ho trovato un cos? piacevole ed illuminato docente. Fortunati i tuoi allievi, Max!
Ora mi scateno con il 135 DC
sono di pi? le volte che mi si chiede di sempificare terminologia e concetti che non i complimenti come i tuoi!
Non ho mai guardato alle maggioranze per?...
E un obiettivo che fa venire voglia di fotografare, e costringe le sinapsi ad un superlavoro per poter interpretare la malefica ghiera del DC, che comunque, se lasciata in pace, restituisce in ogni caso un obiettivo con i fiocchi , contrastato e nitido sin dai diaframmi piu' aperti.
a me ? stato spiegato cos? dal collega di Tiziano al 2 workshop by Nikonland mi son attenuto a quel suggerimento e i risultati mi son sembrati buoni... poi non ho le conoscenze per confermare o smentire veramente tale affermazione.
Anche a me sembrava logica e se cos? ?... perch? non sta scritto sul manuale!!!!!!!!!!!!!!!!
uhm....non mi trovo col ragionamento, infatti il manuale del 135 dc (ma il funzionamento e' lo stesso) recita cosi':
CONTROLLING DEFOCUS IMAGE?MAKING IMAGE BLUR
While pushing the DC ring lock release button, rotate the DC ring toward the R
(rear) side to blur the background, or toward the F (front) side to blue the
foreground (see illust. A). To effectively blur background or foreground images.
turn the DC ring so the f-number on the DC ring (aligned to the DC ring index) is
same as the aperture in use. Turning the ring beyond the aperture in use lets you
create a soft-focus effect. See photos on page 4.(In thes case, do not use the
autofocus and focus manually using the clear matte field in the viewfinder.)
? Defocus control should always be performed before focusing. If you rotate the
DC ring after focusing, or during focus lock in autofocus photography, your
subject will be out of focus.
? With the DC ring at either the F or R side, the distance scale may not show the
correct distance.
? The effect of defocus image control depends on subject conditions such as
subject-to-background distance, subject-to-foreground distance, etc.
? Image blur cannot be verified through the viewfinder. To obtain the desired
effect, take a series of shots with the DC ring at various settings.
Magari fosse una regoletta cos? semplice !
In realt? la cosa ? molto pi? complessa e l'effetto DC non ? affatto facile da gestire, ne tanto meno da riprodurre (ovvero ottenere due volte lo stesso risultato in condizioni differenti).
Esso ? difatti funzione di molti parametri (come riportato da Kaus : The effect of defocus image control depends on subject conditions such as subject-to-background distance, subject-to-foreground distance, etc.) e solo con un uso costante dell'obiettivo e della funzione DC si riesce, empiricamente, a prevederne (in parte) il risultato.
Aggiungi inoltre (come sempre giustamente riportato da Kaus : Image blur cannot be verified through the viewfinder.) che il risultato non ? apprezzabile guardando nel mirino e, devo dire ... neanche molto guardando nello schermino dietro la macchina. La cosa diviene apprezzabile quando stampi !
Insomma ... la funzione DC non ? affatto banalizzabile o regolabile con una semplice formuletta, ma richiede una lunga esperienza ed un'infinit? di prove.
Guglielmo
Ricordo che il DC serve ad inserire aberrazione sferica in una lente che altrimenti non saprebbe nemmeno cosa sia.
Quindi aumentando il "numero" sulla ghiera del Defocus aumenta anche l'effetto sulla foto.
Se fosse stato come ti ? stato spiegato (cio? un legamoe diaframma/sfocato) dovrebbe essere il contrario.
? ovvio che chi ascoltava non poteva saperlo (altrimenti che stava ascoltando a fare? ), ma quello che ? staqto detto mi pare abbastanza forviante.
Come dice Guglielmo, l'effetto ? ben difficile da prevedere e non stabile, ma in linea di massima potrebbe essere al limite riassunto con il contrario di quella affermazione.
Sia quel che sia... non penso di muovere la ghiera del DC da molto tempo, pur amando alla follia quell'obbietivo.
a_
Come dicevo far? esercizio... e la lente ? stupenda DC a parte... non vedo l'ora di poterla usare con una D700
Vale la pena...
a_
Io ho fatto qualche prova, dopo l'acquisto, ma devo congessare che dopo, ho sempre usato l'obiettivo senza l'effetto defocus.
Appena avr? l'occasione di avere una modella paziente (non le mie nipotine), ritenter?