- Visualizza Nuovi Contenuti
- Nikonland
- Sezioni
- Test
- Guide agli acquisti
- Indice Articoli
- Blog
- Forum
-
Fotografie
- Novità dalle Gallerie Fotografiche di Nikonland
- Una foto soltanto : Consigli & Critiche
- Ultime Immagini Caricate
- Ultimi Commenti
- _____________________________
- Contest e occasioni speciali di Nikonland
- Natura
- Fiori
- Ritratto
- Nudo
- Street
- Motori (auto e moto)
- Paesaggi e Panorami
- Architetture
- Viaggi e reportage di viaggio
- Sport (no motori)
- Vendo e Compro
- Downloads
- Altro
Benvenuti su Nikonland Questo sito è indipendente, è autofinanziato, non promuove e non raccoglie pubblicità. Non è collegato con Nikon, Nital o le loro sussidiarie
Nikonland non è una rivista periodica e non è quindi sottoposta alla normativa vigente
Ultimi Test
-
Panasonic Lumix DC- GH5: changing photography
Max Aquila - gen 04 2018 17:26
-
Sony Vario Sonnar 2,8/24-70 ZA SSM II: lo Zeiss...
Max Aquila - ago 08 2017 10:39
-
Nikon 24-70mm F2.8E VR (test/prova)
Lieve - ago 02 2017 16:25
-
Nikon D7500 o Nikon D500 : quale scegliere ? (g...
Lieve - ago 01 2017 12:38
-
Nikon D7500 : io non ho paura ! (test/prova)
Lieve - ago 01 2017 13:59
Altri Contributi
-
[libro Nikonland centenario] Il Terzo Occhio
Alberto Coppola - ago 17 2017 15:43
-
[reportage] Non è più strano... il Tai Chi Chuan nei Parchi a Milano.
Silvio Renesto - ago 05 2017 13:16
-
100 anni di Nikon il mito intramontabile
Roby C - ago 04 2017 14:49
-
01-09-2017 - Pravo dopo quarant'anni cambia sede
Roby C - ago 02 2017 17:08
-
31 luglio 1954... e uno che diverrà un famoso nikonista...
Roby C - lug 31 2017 18:48
-
la Vera Storia della Riunione del 29 Luglio...
Roby C - lug 30 2017 22:46
-
Sardegna - Sud Est
cris7 - lug 24 2017 19:27
-
Avignone - Il festival off
Massimo Vignoli - lug 18 2017 21:59
-
[editoriale] Garanzia cinqueminuti...
Max Aquila - lug 12 2017 12:21
-
[motori] Monza Historic
Giannantonio - lug 06 2017 13:39
-
[libro Nikonland centenario] だいすきニコン (daisuki Nikon)
Alberto73 - lug 04 2017 21:52
-
[manifestazioni] TRATTA 29 giugno 2017
tommowok - giu 30 2017 13:23
-
[luoghi] i laghi del Trentino
Alberto73 - giu 29 2017 21:13
-
[reportage] Tre Torri
Giannantonio - giu 28 2017 15:46
-
[Nikonland libro Centenario] come da tag
Valerio Brùstia - giu 26 2017 00:06
In evidenza
-
Le Nikon del 2017
Lieve - feb 08 2017 08:36
-
16 ottobre - 2006-2016 : dieci anni della nostr...
Lieve - ott 16 2016 06:03
-
La Stampa in Bianco e Nero
Spinoza - mag 19 2016 19:55
-
Nikon D5 : semper fidelis (test/prova)
Lieve - ott 30 2016 17:17
-
La nascita di Nikon (Nippon Kogaku) e la Marina...
Lieve - mar 04 2015 11:11
-
Nikon D810 : la terra promessa (test/prova)
Lieve - mar 10 2015 13:50
-
Il fascino intramontabile delle foto stampate
Lieve - mag 22 2014 09:23
-
Calibrare e Profilare il monitor. Guida pratica
Spinoza - mag 13 2014 12:57
Ultime News
-
25 luglio 2017 : fine della ricreazione
Lieve - lug 28 2017 11:02
-
La Nikon D850 ha un mirino ibrido ?
Lieve - lug 27 2017 05:40
-
Importante aggiornamento firmware per la Nikon...
Lieve - lug 12 2017 07:50
-
Nuovo Nikon AF-P 70-300mm F4.5-5.6E VR (FX)
Lieve - lug 11 2017 07:28
-
New Old Camera : servizio 'demo' e Meet...
Lieve - giu 12 2017 07:41
-
Nuovo Nikon 10-20mm F4.5-5.6 VR
Lieve - lug 07 2017 16:49
-
Nuovo Nikon 8-15mm F3.5-4.5E Fisheye
Lieve - mag 31 2017 07:23
-
Nuovo Nikon 28mm F1.4E
Lieve - mag 31 2017 07:36
-
Fotografia, messaggi, il tempo in cui viviamo.
Lieve - giu 25 2017 05:35
-
Il dado è tratto. Sarà il 2018 l'anno mirro...
Lieve - lug 12 2017 07:15
0
I test MTF: cosa misurano? quale conto tenerne?
ott 21 2013 01:00 |
giannizadra
in Obiettivi
Questo articolo è rivolto agli MTF-dipendenti, a coloro cioè che non acquistano un' ottica senza aver misurato col righello l'altezza delle curve sui grafici delle riviste di settore, sulle pagine web "specializzate" o in mancanza di meglio sul sito del produttore e solo dopo essersi assicurati che quelle dell'agognato "Vattelapescon" 18-85" superano dell'1% quelle dell'omologo "Ciofecon" del cognato.
E' altresì volto a confortare quanti, avendo visto le curve MTF solo ad acquisto avvenuto, presi da indicibile scoramento reimballano l'obiettivo e lo mettono in vendita.
"MTF: istruzioni per l'uso", insomma, ma anche "evitarne l'abuso", potrebbe essere il sottotitolo. Il tono sarà volutamente semplice e pratico (ma per quanto mi è possibile rigoroso), anche per distinguersi dalle dissertazioni ipertecnicistico-pressapochistiche di cui fanno sfoggio improvvisati e improbabili esegeti da forum in cui ci si imbatte sul web in ogni dove.
1) Risolvenza e contrasto
I primi concetti da fissare per poter intendere i test MTF (= Modulation Transfer Function, funzione di trasferimento della modulazione), sono quelli di risolvenza e di contrasto: entrambe le caratteristiche concorrono alla nitidezza apparente dell'immagine , ma sono ben distinti e dal punto di vista del progettista di sistemi ottici addirittura antitetici.
Per risolvenza (potere risolvente) si intende la capacità di un obiettivo di riprodurre un determinato numero di coppie di linee bianche e nere per millimetro alternate su mira ottica.
Il contrasto è una cosa diversa: la differenza di luminosità tra le zone più chiare e quelle più scure dell'immagine. Anch'esso è ovviamente misurabile.
In questa coppia di foto tratta da Nadir (fonte: archivio Zeiss) la differenza tra i due concetti è evidente:
la prima immagine sembra decisamente peggiore, eppure ha una maggiore risolvenza, come si vede benissimo ingrandendola (partic.).
La seconda, che sembra di primo acchito enormemente migliore, è prodotta da un obiettivo che ha un contrasto alquanto più elevato, ma risolvenza più scadente (partic.).
Un test di risolvenza risponde alla domanda: "quante linee/mm è in grado di risolvere il mio obiettivo in condizioni controllate?" In esso ( che dà il conto delle linee/mm separate) l'obiettivo che ha prodotto la prima immagine stravincerebbe il confronto.
Nel test MTF con tutta probabilità il confronto verrebbe invece dominato dall'obiettivo che ha prodotto la seconda immagine. L'MTF infatti non risponde alla domanda: "Quante linee/mm risolve il sistema ottico XYZ ?", bensì alla seguente: "Come XYZ risolve le sequenze di linee bianco-nere poste a una (o più d'una) frequenza spaziale data?"
In altri termini: come XYZ trasferisce il contrasto?
2) MTF in pillole.
Supponiamo che l'MTF sia stato condotto su una mira ottica simile a questa, a una distanza pari a 50 volte la lunghezza focale, in luce controllata (bianca) e a tre diverse frequenze spaziali (10, 20 e 40 linee/mm):
La strumentazione analizzerà l'immagine aerea, e ne risulterà un grafico simile a quello che segue per ogni singolo valore di diaframma (naturalmente, ove si tratti di zoom, uno per ogni singolo valore/f di ciascuna lunghezza focale testata):
Vediamo di comprenderne il significato.
Sull'asse orizzontale è rappresentato con andamento da sx a dx il raggio in millimetri del cerchio di copertura del fotogramma, dal centro (0) all'angolo estremo (115mm in questo caso, trattandosi di ottica per medio formato).
Sull'asse verticale è piazzato in decimali con andamento crescente il contrasto trasferito in percentuale: dallo 0 (in basso) al 100% (in alto).
All'interno del contenitore siffatto, in conseguenza delle misure effettuate col test si dispiegano tre serie di curve che rappresentano il comportamento dell'obiettivo sottoposto a test al valore di diaframma specificato (f/22 nel caso): la più alta è riferita alla frequenza spaziale di 10 linee/mm; la intermedia alla fs di 20 linee/mm; la più bassa alla fs di 40 linee/mm. Il perché della diversa altezza è intuitivo: minore è la frequenza spaziale (cioè più elevata è la spaziatura bianca tra due trattini neri) più sarà agevole per l'obiettivo trasferire il contrasto. Viceversa, a più elevata frequenza spaziale (trattini sulla mira ottica meno spaziati e più fitti) corrisponderà un trasferimento di contrasto più problematico.
Per ogni frequenza spaziale, la linea continua rappresenta l'MTF radiale (trattini disposti come i raggi del cerchio; quella tratteggiata che a un certo punto se ne distacca rappresenta l'MTF tangenziale (trattini disposti come la circonferenza). Lo scostamento tra le due linee è indice di astigmatismo.
2 bis) Prime avvertenze per l'uso:
1) Tutte le curve MTF contenute nel grafico di cui sopra sono sempre riferite a uno specifico (e dichiarato) valore di diaframma.
2) Se si vogliono comparare gli MTF di due obiettivi, ha senso confrontare solo i grafici relativi ai medesimi valori di diaframma. Ovvio, direte, ma non tanto... capita spesso di leggere di strampalati confronti tra due obiettivi entrambi a TA (Tutta Apertura), dimenticando che magari uno è a f/1,4, l'altro a f/5,6...
3) Controllate le cifre relative ai mm sull'asse orizzontale: accade di prendere fischi per fiaschi confrontando andamenti di curve su fotogrammi di lunghezza diversa...
4) Acquisito quanto sopra, più le curve sono alte e costanti dal centro (sx) agll' angolo (dx) del fotogramma, più l'esito del test è soddisfacente.
3) Si fa presto a dire MTF...
Non tutte le curve sono uguali.
Quelle fornite dalle case costruttrici degli obiettivi sono quasi sempre "teoriche", calcolate cioè sullo schema ottico e non su esemplari tratti dalla produzione.
Nikon, per esempio, fornisce le curve a 10 e 30 linee/mm, a TA.
Questa è relativa al 50/1,4G: (vale a dire a f/1,4)
Questa invece attiene al 200 Micro AF (vale a dire a f/4):
Ovviamente non sono utilmente confrontabili tra loro, a pena di cantonate strepitose...
Queste curve invece, relative al 35/1,8G DX a f/1,8, sono confrontabili con quelle di un obiettivo FX alla stessa apertura solo fino alla lunghezza del fotogramma DX indicata in calce all'asse orizzontale (14mm circa):
Paragonare visivamente l'andamento delle curve senza tener conto della diversa dimensione del lato lungo del fotogramma indurrebbe in marchiani errori di valutazione.
4) Migliore trasferimento di contrasto = immagini più contrastate ?
La risposta è no, o meglio "non necessariamente".
Un obiettivo che produce immagini dal contrasto generale elevato, molto probabilmente presenterà una curva MTF "alta" a basse frequenze spaziali (10 linee/mm).
Alle alte frequenze spaziali (30 linee/mm e oltre), una MTF elevata indica la capacità di distinguere le transizioni tonali "fini", restituendone l'intera gamma. L'impressione complessiva potrebbe anche risultare quella di un'immagine meno contrastata, proprio in virtù della più ricca gamma tonale restituita in virtù del migliore microcontrasto.
Un contrasto "giusto" associato a una notevole impressione di nitidezza è quanto ci si dovrebbe legittimamente attendere in presenza di curve MTF da record.
5) Cosa dicono gli MTF...
Errori di taratura e di lettura a parte (con il che abbiamo eliminato il 60% di quanto si legge in rete e nelle riviste...), un test MTF condotto in modo impeccabile resta lo strumento migliore per fornire misure confrontabili circa la qualità di un obiettivo in condizioni-test (e solo in quelle...). E' più utile di un semplice test di risolvenza, in quanto ci informa non già del numero di trattini bianco-neri che si possono contare nell'immagine, ma di quanto i trattini bianchi sono bianchi e i neri sono neri piuttosto che più o meno grigio/chiari-grigio/scuri a frequenze spaziali (= risoluzioni) date.
Ciò è più importante per la nitidezza percepita di un' immagine che non la semplice conta.
Avendo a disposizione tutte le curve di un obiettivo ad almeno un paio di frequenze spaziali (di solito 10, 30 linee/mm) e tutti i grafici relativi (uno per ogni diaframma e nel caso di uno zoom uno per ogni diaframma a ciascuna focale), è possibile farci un'idea precisa e confrontabile del comportamento di un'ottica: a) su soggetto piano, b) bianconero, c) a fuoco, d) in luce bianca, e) a una distanza pari a X volte la lunghezza focale (con X costante), e) il tutto misurato sull'immagine aerea.
In particolare, conosceremo l'andamento di contrasto (curve a bassa frequenza spaziale) e microcontrasto (curve a elevata frequenza spaziale) lungo tutto il fotogramma, dal centro all'angolo estremo; la quantificazione percentuale dell' astigmatismo nonché del decadimento via via che ci si allontana dal centro con elementi significativi per individuarne le cause (leggi: aberrazioni)...
Ciò avendo a disposizione tutte le curve complete ( parecchie decine) relative a un test.
Di solito, tuttavia, ci si deve accontentare di schemi parziali e riassuntivi come questi (il secondo è relativo a tre focali di uno zoom):
Anche se derivate "matematicamente" da misurazioni MTF e accompagnate da commenti più o meno interessanti, tali indicazioni sintetiche "raccontano" molto meno.
5 bis) I test MTF "sul digitale"
Un piccolo chiarimento. Una nota rivista pubblica i suoi "Indici di qualità" (sintesi riassuntive da curve MTF schematizzate con metodo Kodak). Qui un breve estratto da Tutti Fotografi gennaio 2010 (a proposito di uno zoom Sigma):
Solo un'avvertenza metodologica.
Non si tratta di diversi test MTF effettuati su più sensori, ma di uno solo, condotto sull'immagine aerea con l'obiettivo staccato dalla macchina. Su nessun sensore, quindi.
i tre diversi diagrammi sono ottenuti applicando al risultato un algoritmo che "adatta" le curve al formato del sensore, "tagliando" per i formati minori la curva relativa alle prestazioni ai bordi e tenendo conto della maggiore distanza di lavoro rispetto al formato "pieno". Motivo quest'ultimo per cui più il sensore è piccolo, peggiore risulta la curva dell' "indice di qualità".
6) Ciò che gli MTF non dicono...
Questo capitolo non piacerà agli "scienziati da forum" che dalle curve MTF pretenderebbero di saper individuare anche la posizione del buco nel calzino del progettista il giorno in cui si mise a lavorare allo schema del nuovo obiettivo...
Sono infatti molte le cose che gli MTF non misurano, e in conseguenza non possono dire di un obiettivo. La nitidezza apparente e il microcontrasto non sono tutto...
L'elenco che segue, non esaustivo, riguarda gli aspetti più importanti sui quali gli MTF non hanno nulla da dire:
a) La plasticità, intesa come senso di "profondità" e di "tridimensionalità" dell'immagine indotta dalla gradualità delle sfumature tonali nella dialettica fuoco/fuori fuoco. Caratteristica non misurabile. Punto.
b) Il contributo dello sfuocato. Gli MTF si conducono su soggetto piano e a fuoco. Non si occupano della progressività e gradualità dei passaggi dal fuoco al fuori-fuoco.
Se qualcuno pretende di descrivervi la gradevolezza dello sfuocato di un obiettivo basandosi sulle curve MTF, abbiate due certezze: non conosce l'obiettivo, e non sa leggere gli MTF.
Non me la sto prendendo coi mulini a vento: di Pichidellamirandola del genere il web è pieno...
c) Il colore. Gli MTF non misurano resa cromatica, precisione, saturazione, sfumature e intonazione del colore, e più in generale non si occupano del comportamento cromatico di un obiettivo. Cosucce non irrilevanti per la scelta di un'ottica...
d) Soprattutto, i test MTF sono del tutto impotenti nel valutare l'equilibrio peculiare tra tutte le caratteristiche che concorrono alla gradevolezza dell'immagine.
Una ricetta complessa (e in buona parte a valutazione soggettiva... gusti) fatta di un mix tra nitidezza, contrasto, microcontrasto, sfuocato, transizioni tonali, cromatismi, plasticità, leggibilità delle ombre e... chi più ne ha più ne metta.
Per me, ad esempio, ipernitidezza "piatta" e colori "urlati" rappresentano due robusti motivi per escludere un obiettivo dal mio corredo... alla faccia di qualunque MTF.
e), f), g), h)...
"Ad abundantiam", gli MTF sono condotti da ciascun laboratorio specializzato con protocolli suoi standardizzati, uguali per tutti gli obiettivi: a una sola distanza di lavoro per ciascuna focale (è pari a X volte la lunghezza focale con X costante) che si tratti di un macro o di un tele da ritratto; si effettuano in luce controllata (bianca), mentre le ottiche migliori tirano fuori le unghie in situazioni di luce critica; prescindono totalmente, insomma, dalle condizioni d'uso per cui un obiettivo viene progettato, acquistato, impiegato...
7) Conclusioni
Ho cercato di motivare la mia opinione sui test MTF: lo strumento più avanzato di misura delle prestazioni ottiche oggi disponibile, che tuttavia non può sostituire nemmeno per scherzo una prova "sul campo" di un obiettivo nelle vostre condizioni d'uso prevalenti.
Leggeteli, gli MTF, ma "cum granu salis", e non effettuate un acquisto in base ad essi. Le soffitte degli appassionati sono stipate di "croste" brillantissime nei test ma rivelatesi deludenti nell'uso concreto cui erano state destinate dall'incauto acquirente.
Comprendo l'anelito al "misurabile", ma sapere che un amplificatore stereo ha una risposta in frequenza di 18-40000 Hz non significa che l'impianto suoni come desideriamo...
... né del resto avere contezza che una donna si porta a spasso un sinuoso 90-60-90 costituisce di per sè garanzia di assoluta gradevolezza estetica.
Ergo, provate gli obiettivi che vi servono nelle condizioni d'uso per cui vi servono; se vi riesce fateveli prestare da chi li ha; analizzate in confronto file a piena risoluzione e al 100%; raccogliete pareri attendibili (di prima mano e frutto di esperienza diretta) corredati da immagini.
Fidatevi prima di tutto dei vostri occhi, che nessuno strumento può surrogare.
Incidentalmente, guardatevi anche i test strumentali: un rinvio, un MTF e una sigaretta non si negano a nessuno...
Per commenti, osservazioni, consensi, insulti ( ), dissensi... e quant'altro, la discussione prosegue qui tra i commenti
Gianni Zadra per Nikonland © giu 07 2011
E' altresì volto a confortare quanti, avendo visto le curve MTF solo ad acquisto avvenuto, presi da indicibile scoramento reimballano l'obiettivo e lo mettono in vendita.
"MTF: istruzioni per l'uso", insomma, ma anche "evitarne l'abuso", potrebbe essere il sottotitolo. Il tono sarà volutamente semplice e pratico (ma per quanto mi è possibile rigoroso), anche per distinguersi dalle dissertazioni ipertecnicistico-pressapochistiche di cui fanno sfoggio improvvisati e improbabili esegeti da forum in cui ci si imbatte sul web in ogni dove.
1) Risolvenza e contrasto
I primi concetti da fissare per poter intendere i test MTF (= Modulation Transfer Function, funzione di trasferimento della modulazione), sono quelli di risolvenza e di contrasto: entrambe le caratteristiche concorrono alla nitidezza apparente dell'immagine , ma sono ben distinti e dal punto di vista del progettista di sistemi ottici addirittura antitetici.
Per risolvenza (potere risolvente) si intende la capacità di un obiettivo di riprodurre un determinato numero di coppie di linee bianche e nere per millimetro alternate su mira ottica.
Il contrasto è una cosa diversa: la differenza di luminosità tra le zone più chiare e quelle più scure dell'immagine. Anch'esso è ovviamente misurabile.
In questa coppia di foto tratta da Nadir (fonte: archivio Zeiss) la differenza tra i due concetti è evidente:
la prima immagine sembra decisamente peggiore, eppure ha una maggiore risolvenza, come si vede benissimo ingrandendola (partic.).
La seconda, che sembra di primo acchito enormemente migliore, è prodotta da un obiettivo che ha un contrasto alquanto più elevato, ma risolvenza più scadente (partic.).
Un test di risolvenza risponde alla domanda: "quante linee/mm è in grado di risolvere il mio obiettivo in condizioni controllate?" In esso ( che dà il conto delle linee/mm separate) l'obiettivo che ha prodotto la prima immagine stravincerebbe il confronto.
Nel test MTF con tutta probabilità il confronto verrebbe invece dominato dall'obiettivo che ha prodotto la seconda immagine. L'MTF infatti non risponde alla domanda: "Quante linee/mm risolve il sistema ottico XYZ ?", bensì alla seguente: "Come XYZ risolve le sequenze di linee bianco-nere poste a una (o più d'una) frequenza spaziale data?"
In altri termini: come XYZ trasferisce il contrasto?
2) MTF in pillole.
Supponiamo che l'MTF sia stato condotto su una mira ottica simile a questa, a una distanza pari a 50 volte la lunghezza focale, in luce controllata (bianca) e a tre diverse frequenze spaziali (10, 20 e 40 linee/mm):
La strumentazione analizzerà l'immagine aerea, e ne risulterà un grafico simile a quello che segue per ogni singolo valore di diaframma (naturalmente, ove si tratti di zoom, uno per ogni singolo valore/f di ciascuna lunghezza focale testata):
Vediamo di comprenderne il significato.
Sull'asse orizzontale è rappresentato con andamento da sx a dx il raggio in millimetri del cerchio di copertura del fotogramma, dal centro (0) all'angolo estremo (115mm in questo caso, trattandosi di ottica per medio formato).
Sull'asse verticale è piazzato in decimali con andamento crescente il contrasto trasferito in percentuale: dallo 0 (in basso) al 100% (in alto).
All'interno del contenitore siffatto, in conseguenza delle misure effettuate col test si dispiegano tre serie di curve che rappresentano il comportamento dell'obiettivo sottoposto a test al valore di diaframma specificato (f/22 nel caso): la più alta è riferita alla frequenza spaziale di 10 linee/mm; la intermedia alla fs di 20 linee/mm; la più bassa alla fs di 40 linee/mm. Il perché della diversa altezza è intuitivo: minore è la frequenza spaziale (cioè più elevata è la spaziatura bianca tra due trattini neri) più sarà agevole per l'obiettivo trasferire il contrasto. Viceversa, a più elevata frequenza spaziale (trattini sulla mira ottica meno spaziati e più fitti) corrisponderà un trasferimento di contrasto più problematico.
Per ogni frequenza spaziale, la linea continua rappresenta l'MTF radiale (trattini disposti come i raggi del cerchio; quella tratteggiata che a un certo punto se ne distacca rappresenta l'MTF tangenziale (trattini disposti come la circonferenza). Lo scostamento tra le due linee è indice di astigmatismo.
2 bis) Prime avvertenze per l'uso:
1) Tutte le curve MTF contenute nel grafico di cui sopra sono sempre riferite a uno specifico (e dichiarato) valore di diaframma.
2) Se si vogliono comparare gli MTF di due obiettivi, ha senso confrontare solo i grafici relativi ai medesimi valori di diaframma. Ovvio, direte, ma non tanto... capita spesso di leggere di strampalati confronti tra due obiettivi entrambi a TA (Tutta Apertura), dimenticando che magari uno è a f/1,4, l'altro a f/5,6...
3) Controllate le cifre relative ai mm sull'asse orizzontale: accade di prendere fischi per fiaschi confrontando andamenti di curve su fotogrammi di lunghezza diversa...
4) Acquisito quanto sopra, più le curve sono alte e costanti dal centro (sx) agll' angolo (dx) del fotogramma, più l'esito del test è soddisfacente.
3) Si fa presto a dire MTF...
Non tutte le curve sono uguali.
Quelle fornite dalle case costruttrici degli obiettivi sono quasi sempre "teoriche", calcolate cioè sullo schema ottico e non su esemplari tratti dalla produzione.
Nikon, per esempio, fornisce le curve a 10 e 30 linee/mm, a TA.
Questa è relativa al 50/1,4G: (vale a dire a f/1,4)
Questa invece attiene al 200 Micro AF (vale a dire a f/4):
Ovviamente non sono utilmente confrontabili tra loro, a pena di cantonate strepitose...
Queste curve invece, relative al 35/1,8G DX a f/1,8, sono confrontabili con quelle di un obiettivo FX alla stessa apertura solo fino alla lunghezza del fotogramma DX indicata in calce all'asse orizzontale (14mm circa):
Paragonare visivamente l'andamento delle curve senza tener conto della diversa dimensione del lato lungo del fotogramma indurrebbe in marchiani errori di valutazione.
4) Migliore trasferimento di contrasto = immagini più contrastate ?
La risposta è no, o meglio "non necessariamente".
Un obiettivo che produce immagini dal contrasto generale elevato, molto probabilmente presenterà una curva MTF "alta" a basse frequenze spaziali (10 linee/mm).
Alle alte frequenze spaziali (30 linee/mm e oltre), una MTF elevata indica la capacità di distinguere le transizioni tonali "fini", restituendone l'intera gamma. L'impressione complessiva potrebbe anche risultare quella di un'immagine meno contrastata, proprio in virtù della più ricca gamma tonale restituita in virtù del migliore microcontrasto.
Un contrasto "giusto" associato a una notevole impressione di nitidezza è quanto ci si dovrebbe legittimamente attendere in presenza di curve MTF da record.
5) Cosa dicono gli MTF...
Errori di taratura e di lettura a parte (con il che abbiamo eliminato il 60% di quanto si legge in rete e nelle riviste...), un test MTF condotto in modo impeccabile resta lo strumento migliore per fornire misure confrontabili circa la qualità di un obiettivo in condizioni-test (e solo in quelle...). E' più utile di un semplice test di risolvenza, in quanto ci informa non già del numero di trattini bianco-neri che si possono contare nell'immagine, ma di quanto i trattini bianchi sono bianchi e i neri sono neri piuttosto che più o meno grigio/chiari-grigio/scuri a frequenze spaziali (= risoluzioni) date.
Ciò è più importante per la nitidezza percepita di un' immagine che non la semplice conta.
Avendo a disposizione tutte le curve di un obiettivo ad almeno un paio di frequenze spaziali (di solito 10, 30 linee/mm) e tutti i grafici relativi (uno per ogni diaframma e nel caso di uno zoom uno per ogni diaframma a ciascuna focale), è possibile farci un'idea precisa e confrontabile del comportamento di un'ottica: a) su soggetto piano, b) bianconero, c) a fuoco, d) in luce bianca, e) a una distanza pari a X volte la lunghezza focale (con X costante), e) il tutto misurato sull'immagine aerea.
In particolare, conosceremo l'andamento di contrasto (curve a bassa frequenza spaziale) e microcontrasto (curve a elevata frequenza spaziale) lungo tutto il fotogramma, dal centro all'angolo estremo; la quantificazione percentuale dell' astigmatismo nonché del decadimento via via che ci si allontana dal centro con elementi significativi per individuarne le cause (leggi: aberrazioni)...
Ciò avendo a disposizione tutte le curve complete ( parecchie decine) relative a un test.
Di solito, tuttavia, ci si deve accontentare di schemi parziali e riassuntivi come questi (il secondo è relativo a tre focali di uno zoom):
Anche se derivate "matematicamente" da misurazioni MTF e accompagnate da commenti più o meno interessanti, tali indicazioni sintetiche "raccontano" molto meno.
5 bis) I test MTF "sul digitale"
Un piccolo chiarimento. Una nota rivista pubblica i suoi "Indici di qualità" (sintesi riassuntive da curve MTF schematizzate con metodo Kodak). Qui un breve estratto da Tutti Fotografi gennaio 2010 (a proposito di uno zoom Sigma):
Solo un'avvertenza metodologica.
Non si tratta di diversi test MTF effettuati su più sensori, ma di uno solo, condotto sull'immagine aerea con l'obiettivo staccato dalla macchina. Su nessun sensore, quindi.
i tre diversi diagrammi sono ottenuti applicando al risultato un algoritmo che "adatta" le curve al formato del sensore, "tagliando" per i formati minori la curva relativa alle prestazioni ai bordi e tenendo conto della maggiore distanza di lavoro rispetto al formato "pieno". Motivo quest'ultimo per cui più il sensore è piccolo, peggiore risulta la curva dell' "indice di qualità".
6) Ciò che gli MTF non dicono...
Questo capitolo non piacerà agli "scienziati da forum" che dalle curve MTF pretenderebbero di saper individuare anche la posizione del buco nel calzino del progettista il giorno in cui si mise a lavorare allo schema del nuovo obiettivo...
Sono infatti molte le cose che gli MTF non misurano, e in conseguenza non possono dire di un obiettivo. La nitidezza apparente e il microcontrasto non sono tutto...
L'elenco che segue, non esaustivo, riguarda gli aspetti più importanti sui quali gli MTF non hanno nulla da dire:
a) La plasticità, intesa come senso di "profondità" e di "tridimensionalità" dell'immagine indotta dalla gradualità delle sfumature tonali nella dialettica fuoco/fuori fuoco. Caratteristica non misurabile. Punto.
b) Il contributo dello sfuocato. Gli MTF si conducono su soggetto piano e a fuoco. Non si occupano della progressività e gradualità dei passaggi dal fuoco al fuori-fuoco.
Se qualcuno pretende di descrivervi la gradevolezza dello sfuocato di un obiettivo basandosi sulle curve MTF, abbiate due certezze: non conosce l'obiettivo, e non sa leggere gli MTF.
Non me la sto prendendo coi mulini a vento: di Pichidellamirandola del genere il web è pieno...
c) Il colore. Gli MTF non misurano resa cromatica, precisione, saturazione, sfumature e intonazione del colore, e più in generale non si occupano del comportamento cromatico di un obiettivo. Cosucce non irrilevanti per la scelta di un'ottica...
d) Soprattutto, i test MTF sono del tutto impotenti nel valutare l'equilibrio peculiare tra tutte le caratteristiche che concorrono alla gradevolezza dell'immagine.
Una ricetta complessa (e in buona parte a valutazione soggettiva... gusti) fatta di un mix tra nitidezza, contrasto, microcontrasto, sfuocato, transizioni tonali, cromatismi, plasticità, leggibilità delle ombre e... chi più ne ha più ne metta.
Per me, ad esempio, ipernitidezza "piatta" e colori "urlati" rappresentano due robusti motivi per escludere un obiettivo dal mio corredo... alla faccia di qualunque MTF.
e), f), g), h)...
"Ad abundantiam", gli MTF sono condotti da ciascun laboratorio specializzato con protocolli suoi standardizzati, uguali per tutti gli obiettivi: a una sola distanza di lavoro per ciascuna focale (è pari a X volte la lunghezza focale con X costante) che si tratti di un macro o di un tele da ritratto; si effettuano in luce controllata (bianca), mentre le ottiche migliori tirano fuori le unghie in situazioni di luce critica; prescindono totalmente, insomma, dalle condizioni d'uso per cui un obiettivo viene progettato, acquistato, impiegato...
7) Conclusioni
Ho cercato di motivare la mia opinione sui test MTF: lo strumento più avanzato di misura delle prestazioni ottiche oggi disponibile, che tuttavia non può sostituire nemmeno per scherzo una prova "sul campo" di un obiettivo nelle vostre condizioni d'uso prevalenti.
Leggeteli, gli MTF, ma "cum granu salis", e non effettuate un acquisto in base ad essi. Le soffitte degli appassionati sono stipate di "croste" brillantissime nei test ma rivelatesi deludenti nell'uso concreto cui erano state destinate dall'incauto acquirente.
Comprendo l'anelito al "misurabile", ma sapere che un amplificatore stereo ha una risposta in frequenza di 18-40000 Hz non significa che l'impianto suoni come desideriamo...
... né del resto avere contezza che una donna si porta a spasso un sinuoso 90-60-90 costituisce di per sè garanzia di assoluta gradevolezza estetica.
Ergo, provate gli obiettivi che vi servono nelle condizioni d'uso per cui vi servono; se vi riesce fateveli prestare da chi li ha; analizzate in confronto file a piena risoluzione e al 100%; raccogliete pareri attendibili (di prima mano e frutto di esperienza diretta) corredati da immagini.
Fidatevi prima di tutto dei vostri occhi, che nessuno strumento può surrogare.
Incidentalmente, guardatevi anche i test strumentali: un rinvio, un MTF e una sigaretta non si negano a nessuno...
Per commenti, osservazioni, consensi, insulti ( ), dissensi... e quant'altro, la discussione prosegue qui tra i commenti
Gianni Zadra per Nikonland © giu 07 2011
0 user(s) are online (in the past 15 minutes)
0 utenti, 0 ospiti, 0 utenti anonimi
36 Comments
Mi viene in mente il mio Angenieux APO DEM 180 f/2.3, che su un noto sito (photodo.com) viene accreditato di un punteggio MTF di 3.3 su 5, che al confronto del 4.1 ottenuto dal nikon AF 180 f/2.8D farebbe sembrare il francesino come un obiettivo per dilettanti, che invece (soprattutto in rapporto al suo campo di azione -ritratto- ma non solo) ? da molti considerato una leggenda... e le sue caratteristiche "pi?" sono esattamente quelle che dall'MTF non emergono...
Correggetemi se sbaglio.
P.S. anche l'85/1.4 a TA non ha un grafico strabiliante, eppure...
Oltretutto hai citato due capolavori di ottica (Ang?nieux 180/2,3 e Nikkor 85/1,4 AFD) che assieme a un paio di altri rappresentano quanto di meglio mi sia capitato di montare in cinquant'anni su una Nikon.
L'85 lo ho e lo uso tuttora; l'Ang?nieux 180 purtroppo non era mio (di francese avevo il 28-70/2,6)... e non c'? stato verso di convincere il proprietario a cedermelo.
Torner? alla carica esibendogli il test di Photodo... magari stavolta me lo molla. Vuoi vedere che quei numerini a qualcosa servono?
Ho appena acquistato una Nikon FE ( a volte ritornano ), potrei montarlo l?...
P.S. magari, dato che abitiamo a meno di 40 minuti, potremmo trovarci una volta cos? mi dai una valutazione "a vista" del 180...
Pi? che volentieri.
PS. Pure se decidi di cederlo, nel mio sito trovi le mie coordinate.
In laboratorio possiamo eseguire le misure pi? precise ma anche avendo di fronte i test pi? accurati non si pu? percepire l'uso di uno strumento.
E' facile dire che una automobile consente di andare da zero a 200 km/h in 2.3 secondi, basta un cronometro per farlo.
Ma questo non ci fa diventare il pilota che a 200 km/h in 2 secondi ce la porta.
Ricordo in campo audio la lunga diatriba tra "misuroni" e "ascoltoni" con i primi dediti a studiare i grafici di risposta degli apparecchi in laboratorio (in camera anecoica o semplicemente al banco di misura per le elettroniche) e i secondi invece attenti al risultato finale, l'ascolto dell'apparecchio nel proprio ambiente e con la propria musica.
Ecco, questo ultimo aspetto : l'uso di uno strumento nel proprio ambiente naturale e nel proprio genere.
Un obiettivo perfetto pensato per il campo vicino difficilmente assolver? allo stesso modo le riprese all'orizzonte.
Cos? come una resa eccellente dal centro ai bordi non necessariamente (anzi) favorir? uno sfuocato piacevole.
Ci sono alcuni difetti invece, che rilevati dalle misure (ad esempio l'imperfetta planarit? del 58/1.2) farebbero pensare ad oggetti mediocri, invece si rilevano per essere le migliori qualit? di un certo obiettivo.
Se il vecchio 85/1.4 esibisse misure perfette (e parlo della versione manual focus) certamente non sarebbe quel fantastico obiettivo da ritratto che ?.
Come al solito le uniche ottiche fanno trovare concordi "misuroni" e ... "fotografi" ... sono i superteleobiettivi Nikkor : quelli sono perfetti sotto entrambi gli aspetti !
Gli MTF non servono a niente ?
Diciamo che quelli tradizionali dicono poco perch? misurati in condizioni che non sono realistiche.
Gli Imatest sono a mio avviso pi? attendibili perch? abbinano oggi un dato obiettivo ad un dato sensore (con la conseguenza che quello che ? misurato in quel test sar? riproducibile solo con quella data fotocamera).
Ma tracciano comunque solamente una linea, non mostrano quello che un obiettivo sa fare nelle condizioni di uso pi? adatte.
Per quello ci sono solo i test di Nikonland
I test di Tutti Fotografi ? Esercizi di prosa, spesso stimolati dalle case produttrici.
Vorrei per? fare una precisazione personale sui colori.
I colori in digitale sono frutto dell'interpretazione di obiettivo-sensore-software.
Il software ha un gran peso nell'interpretazione dei colori e, credo, anche nella resa complessiva.
Ad esempio ho trovato ottima l'accoppiata 28-70 e CaptureOne, cos? come ho trovato pi? efficace Lightroom con il 24-70.
Entrambi i software hanno la possibilit? di creare dei profili personalizzati, per? mi sembra che le due ottiche preferiscano essere descritte da interpreti diversi.
Quindi aggiungerei una ulteriore variabile alla valutazione, che, come doverosamente e saggiamente sottolineato da Gianni, rimane sempre soggettiva.
Se non trovi le sue ti d? le mie...
Beh, da qui in avanti dar? pure un occhio agli MTF ma la scelta continuer? a basarsi per lo pi? sull'esperienza personale dato che normalmente io un obiettivo prima lo compro, lo provo per bene al fine di determinare se ? un oggetto che fa per me o no e poi decido se tenerlo.
Si, qualche volta capita ma siccome compro quasi sempre usato, ? noto che i Nikkor non ? che perdano tanto valore. Su qualcuno ci ho pure fatto il busco.
Ciao
Edilio
Le MTF mostrando l'eventuale astigmatismo possono dire qualcosa sul fuori fuoco, non se ? buono ma se probabilmente non lo
Ci do' uno sguardo, mi diverte anche fare i confronti tra superlenti che purtroppo non ho.
Credo la moda di spulciare le curve mtf sia scoppiata proprio in seguito alle infinite diatribe cercando di trovare un dato oggettivo.
Per scremare gli scenziati della rete basterebbe prenderli di nascosto al supermercato e senza google davanti chiedergli "ma sai che per cosa sta l'acronimo M.T.F."?
Non so, questi test, ripeto li guardo anche con curiosita', ma li trovo piu' adatti a strumenti tecnici...che ne so..uno strumento da laboratorio...ma all'atto pratico, a me, che mi cambia se quella lente e' un pelo meno risolvente dell'altra quando magari a occhio e ad ingrandimenti e dpi da monitor neanche potro' apprezzarlo?
Certo,se investo una cifra in un oggetto, mi piace sapere che comunque ce l'ha "piu' lungo" di quello del vicino e se qualcuno osa contraddirmi gli tiro fuori il pezzo di carta che lo dimostra.
Ecco l'utilita', per l'utente bovino medio, della curva mtf.
Per il resto come giustamente avete detto la lente ti deve parlare, ti deve raccontare di se..e a te deve dire qualcosa. Qui parliamo di passione oltre che, per qualcuno, di strumenti di lavoro.
E' per questo (chiedo scusa per l'umile esempio pulciaro) ho venduto in sequenza 24 85 e 28 105 per un plasticosissimo tamron 28 75 2.8. Semplicemente mi ha "emozionato" mentre i nikkor facevano il loro lavoro, benissimo, ma mai un sorriso, una pacca sulla spalla...il tamron e' un amico.
Nella follia del mio racconto spero di aver fatto capire come vedo io i test cosi' "scientifici" come le curve mtf.
Un salutone!
Il problema, Paolo, non ? lo sfuocato "in s?", ma la progressivit? e gradevolezza delle transizioni tra "fuoco" e "fuori fuoco".
Il mondo ? a tre dimensioni, le mire ottiche no.
La dialettica fuoco/sfuocato ? indeducibile dalle curve, anche avendole tutte... ci vogliono le foto, tante e grandi.
a_
Certo, questo l'avevo gi? confermato implicitamente nella risposta precedente...
Si potrebbe aggiungere un sottotitolo: "quello che le donne (MTF) non dicono"...
L'unica cosa che non condivido ? quando parli del colore, al quale tuttoggi assegni un ruolo fondamentale. E' vero che l'MTF non dice niente, ma ? anche difficile percepirlo, a mio personale parere anche da una prova pratica.
Oggi giorno il problema del colore va ripartito fra tutta una catena di attori, fra cui secondo me, l'obbiettivo ?, forse, la parte meno "incidente" sul risultato finale.
Mentre con la pellicola i protagonisti erano sostanzialmente questa e l'ottica, oggi ? molto importante la tipologia di sensore, il software di sviluppo, il monitor, la stampante, la scheda video... Appare arduo capire se ? effettivamente l'ottica a donare una sfumatura pi? fredda o calda, rispetto magari al'utilizzo di un software particolare o di una particolare periferica di output utilizzata. Oltre tutto gli strumenti disponibili consentano ad una mano esperta di tirar fuori il colore che vuole da qualsiasi combinazione di macchina e ottica.
Il colore ? una caratteristica che trovo ardua da valutare, senza poi considerare che ? un fattore dove ? altissima la percezione soggettiva di ogni individuo.
Per esempio, mentre mi sentirei tranquillamente di sbilanciarmi affermando che l'ottica X ? pi? aperta nelle ombre rispetto all'ottica Y, troverei difficile dare un giudizio sulla fedelt? cromatica dell'obiettivo. Infatti, potrebbe tranquillamente essere che la catena a mia disposizione favorisca la tipologia di risposta dell'ottica Y, rispetto all'ottica X. Magari con una catena diversa i risultati potrebbero essere invertiti. Va inoltre considerato che magari qualcuno non valuta positivo la fedelt? del colore, quanto la belezza dei colori riprodotti in base ai suoi parametri personali.
In conclusione, penso che non esista metodo efficace ed efficiente per esprimere opinioni su tale caratteristica in ambito digitale.
Come suggerisci te nell'articolo puoi ad esempio vedere una foto e da questa giudicare lo sfuocato, ma dalla stampa o a monitor puoi esser certo che quella che vedi sia la reale risposta dell'obbiettivo, oppure il frutto della tua attuale "catena"?
Ovvero dato che una buona ottica dura una vita, sei sicuro che il colore non cambi cambiando "catena" di lavoro?
Per tale motivo ritengo che il colore abbia molto meno peso oggi nella scelta e valutazione di un 'ottica, in quanto difficle da valutare e comunque sempre correggibile sulla base dei gusti personali.
Saluti...
Che il "problema del colore" vada "ripartito tra tutta una catena di attori" ? affermazione su cui concordo totalmente.
Che l'obiettivo ne rappresenti la parte "meno incidente" non direi, ma non ? questo il punto.
Infatti, quando acquisti un nuovo obiettivo lo aggiungi a tutto il resto della catena che gi? possiedi e utilizzi.
Ragion di pi? per provarlo col tuo sensore, la tua DSRL e il tuo flusso di produzione, anzich? demandare la decisione sulla scelta a un test che sulla resa cromatica dell'obiettivo e (ovviamente) dell'intera catena non pu? dire nulla... non ti pare?
Percepire differenze cromatiche in confronto tra immagini non ? difficile.
Ti ringrazio dell'attenzione e del gradimento.
? vero che all'interno di una "catena" o percorso di sviluppo si possono avere risultati competamente in antitesi con la vocazione di un obbiettivo.
Ma vorrebbe dire stravolgere il proprio modo di lavorare e sviluppare una foto.
Un obbiettivo invece si deve inserire in un percorso che va dall'ideazione della foto alla stampa, senza "deviaioni" se non ? necessario.
Se si usa questo approccio, la resa cromatica di una lente diventa importantissima, almeno quanto quella del sensore (o della pellicola).
Le differenze ci sono, e sono visibili.
Idealmente si possono annullare, imponendo un percorso di sviluppo che ha come primo attore (ad esempio) un plugin.
Certe foto, pure belle nel loro genere, che si vedono in giro prescindono totalmente dall'attrezzatura usata.
Ma si si fotografa con gi? in mente un risultato finale che ? diretta conseguenza delle scelte fatte in fase di ripresa, il contributo di una lente diventa fondamentale, insieme al corntubuto del sensore o dela pellicola, tenendo pi? o meno costante tutto il resto.
? un approccio, diverso da quello che d? importanza pi? allo svilupo che al resto, ma che a mio parere restituisce la pi? grande soddisfazione del fotografare.
a_
I test forse erano molto pi? utili negli anni '80 e '90, quando specialmente gli obiettivi di terze parti, non originali, andavano 'saggiati' con cura perch? le differenze erano macroscopiche: accanto ad alcuni buoni si trovavano veri fondi di bottiglia... oggi l'MTF 'secco' talvolta non d? nota del perch? un Nikkor ? superiore ad un Sigma... ma l'uso prolungato mostra quasi sempre l'importanza di 'leggere' differenze.
Ultimo: non ? importante quantificare e quantizzare ogni cosa, ma a volte aiuta... e talvolta si arriva ad intuire l'enormit? del lavoro necessaria per progettare qualsivoglia sistema di lenti che debbano infine incontrare il nostro, mutevole, gusto...
Ciao,
A.
Non nego a priori la loro importanza, solo che io non mi ci trovo: per qualche obiettivo i test sono ottimi, ma il risultato ? mediocre, e questo mi basta per non basare la scelta su essi. Sono certamente io che non li so leggere e che non ho la voglia di imparare a farlo, ma fregature "ottiche" non ne ho ancora prese.
L'articolo di Gianni mi ha chiarito un po' le idee, ma continuo e restare sul mio: gli obiettivi in genere li provo e poi li acquisto.
Giovanni
Le recensioni dei vari nikonlander sulle varie ottiche invece le leggo accuratamente proprio perch? l? non esistono numeri, ma solo dati di fatto ed impressioni personali che, pur essendo appunto personali, valgono molto pi? di un numero.
Saluti
giallo