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Quo Vadis Nikon ? Dove vai Nikon ?


Editoriale firmato dai due fondatori di Nikonland nel gennaio 2012 che riproponiamo in vista del meeting di Nikonland del prossimo fine settimana senza cambiare una virgola.
Nikon intanto ha proposto ... tantissime campagne di scontistica, prezzi tagliati, offerte speciali, nessuna innovazione ma svariati scivoloni nella soddisfazione dei clienti (affair D800 e D600 in testa), insieme ad una riduzione generalizzata della qualità dei prodotti (è di pragmatica considerare le Coolpix oggetti economici, di poco valore che dureranno si e no una stagione) e ad ammissioni di colpa di fronte agli analisti di borsa.
 
Nikon ha bisogno di tornare ad essere Nikon, subito, per non essere travolta dal crollo dei segmenti bassi del mercato che ha cavalcato a milioni di pezzi (adesso invenduti) negli anni scorsi.
Offrire qualità assoluta ai suoi clienti fedeli, prodotti longevi ma innovativi, senza inseguire le vaghe chimere di cose che non conosce e non sa fare come i telefonini e i pad con android.
Anzi, ogni prodotto Nikon dovrebbe essere di riferimento per chi vuole foto fatte meglio che con il telefonino !
 
Ce la farà ? Sarà necessario bruciare Roma per farlo ? Ai posteri l'ardua sentenza ...
Editoriale di Max Aquila



Immagine Allegata: img_n3_04.jpg

Per inseguire, Nikon, ha sempre inseguito:



non fosse che per le sue ammiraglie, appassionati ed operatori del settore hanno sempre dovuto penare per ottenere un valore aggiunto dalla propria reflex del cuore.
Rimanendo ai tempi delle macchine a telemetro, Nikon nasce nel 1948 come una miscellanea di stili opposti, sommando la carrozzeria "ex futurista" di una Contax II di dieci anni prima al cuore ed ai nervi di una Leica ancora più datata ...
Non parliamo delle successive innovazioni: il "full format" delle concorrenti viene inserito solo a dicembre del 1954 con la quarta serie di telemetro, la S2, quando ormai Leica era uscita con il capolavoro dell'epoca, la M3, per replicare la quale Nikon fece aspettare ancora tre anni prima di presentare la divina SP, che rispecchiava i canoni della Leica precedente (ormai affermata sul mercato) e però...annunciava i prodromi dell'era successiva, quella reflex.


Immagine Allegata: NSP2005 4.jpg

La Nikon RFSP


Ecco... appunto... la cifra caratterizzante la casa di Tokio è sempre stata questa elasticità di copertura tra il colmare le esigenze ormai concrete dettate dalla presentazione dei modelli della concorrenza ed anticipare il mercato con delle soluzioni di stile e funzione che ne determinassero il ruolo chiave sul mercato dell'epoca.

Rileggendo in questo modo il progresso tecnologico delle ammiraglie reflex a pellicola ci troviamo a considerare la Nikon F del 1959 (figlia diretta dell'esperienza Nikon SP di due anni prima) non come un'antesignana dei sistemi dell'epoca, essendo stata presentata in forte ritardo sulle concorrenti dirette che si chiamavano Exakta Kine e Varex, la prima delle quali era da considerare la vera alternativa ai sistemi a telemetro, Kodak Retina, Asahi AP, Minolta SR2, Topcon R, Contax S, Edixa Reflex, tutte in commercio da ben prima della Nikon F, ma sulle quali si avvantaggiava enormemente in funzione di quelli che erano i difetti principali delle summenzionate concorrenti, ossia mirini poco luminosi, vetri di messa a fuoco scadenti, diaframmi a stop-down, specchi reflex spesso senza ritorno automatico, motori di trascinamento ridicoli.
A tutto ciò e molto altro ancora la Nikon F diede risposte incontrovertibili, entrando da subito nel Mito.




Immagine Allegata: index.jpg

La Nikon F2 e il suo sistema


La successiva fase di affinamento del sistema F durò ben dodici anni prima che si riuscisse a transitare sull'ergonomia funzionale della successiva Nikon F2 del settembre 1971, sulla scia della pressione diretta esercitata da Canon con la presentazione della su F1 avvenuta nello stesso anno, sei mesi prima.
Ovviamente surclassante l'avversaria, la Nikon F2 con i suoi affidabili esposimetri adesso dotati di cellule a sensibilità sempre più affinata, fino ad arrivare alla perfezione del silicio della versione AS, per i decenni successivi ponte concreto tra il sistema di ottiche non-Ai ed i successivi, ivi comprese le ottiche autofocus fino alla balzana idea di eliminare da esse la ghiera dei diaframmi, rendendo solo a quel punto impossibile da usare la F2AS.
L'esigenza di coniugare funzionalità con design e diminuzione di dimensioni e peso fece salire sul trono delle ammiraglie la Nikon F3 troppo presto....o troppo tardi, nel marzo del 1980:
troppo tardi per essere un'ammiraglia non autofocus, tanto da cominciare contemporaneamente le sperimentazioni di una versione che, in abbinata ad ottiche specifiche, potesse fornire l'agognata funzione, ma rinunciando ai parametri di ergonomia che il nuovo modello dimostrava sul campo, regina indiscussa del mercato per la linea (di ispirazione italiana, grazie a Giugiaro) che sarebbe stata poi riprodotta sui modelli successivi per lunghi decenni.
Troppo presto rispetto opportunità che si andavano delineando e dalle quali sarebbe poi rimasta esclusa, come l'assenza di una slitta flash ISO che per lunghi anni la relegò ad utilizzi differenti da quelli per cui un reporter potesse abbinarla a lampeggiatori che non fossero i suoi dedicati, costosi ed ingombranti e la dotazione di un otturatore a scorrimento orizzontale, troppo lento nella traslazione per determinare tempi di otturazione e di sinchroflash adeguati all'epoca in cui visse...
...che fu relativamente lunga e sofferta (per i nikonisti operanti), giacchè solo nel dicembre 1988 venne presentata la Nikon F4, prima ammiraglia autofocus, in ritardo ed all'inseguimento delle prime EOS della Canon, ma in relativo anticipo rispetto l'ammiraglia autofocus Canon, la EOS 1 del 1989.

Ecco, è proprio qui che si comincia ad articolare una netta separazione di marketing tra le due grandi del cosmo: da una parte (canon) si cominciano ad intensificare le presentazioni di modelli successivi che affinano il concetto originario, proprio come faceva Nikon con la prima F. Dall'altro canto (Nikon) si distanziano le uscite dei modelli di punta e se ne dosano col contagocce le innovazioni: lucidamente progettate per divenire il trend di mercato.
Di fatto la EOS 1 era anni luce superiore alla concorrente Nikon F4, così come la successiva Nikon F5 del 1996 rubò la scena alla EOS1n quel tanto che occorse per renderne necessario un ulteriore aggiornamento, che sfociò poi nel modello RS successivo.


Immagine Allegata: f5.jpg

la Nikon F5 del 1996 : ultima e prima


Ma dove le concettualizzazioni delle due Case si erano separate era proprio quell'intento originario differente: conservazione e miglioramento (kaizen) per Nikon, innovazione per Canon.
Sull'autofocus prioritariamente: Nikon aveva conservato retrocompatibilità per le ottiche (che erano e saranno sempre il valore aggiunto) mentre Canon aveva tagliato col passato e ricominciato da zero anche concettualmente.
I risultati erano palesi a tutti, una selva di ottiche bianche su corpo nero che per decenni ha caratterizzato la scena sportiva e del reportage di cronaca, per contro, una moltitudine di immagini di rilievo e di preminente contenuto artistico per i fedeli della casa giallonera, ricompensati da premi, pubblicazioni, celebrazione.
Una separazione dovuta a filosofie di impronta differente, un gap colmatosi solo in era digitale avanzata, quando con D3 e D700 Nikon è riuscita ad invertire il corso degli eventi, superando perfino le resistenze materiali ed organizzative dei professionisti che in massa sono ritornati a fare uso delle apparecchiature di questo marchio.

Ma è proprio in funzione di questa inversione di rotta e della presentazione/mancata delle novità agognate dalla massa in questione che la domanda di questo titolo si fà più concreta:
 

quo vadis, Nikon?



Dove sono le caratterizzazioni del recente passato, nel quale ad una paziente attesa si rispondeva con un apparecchio che diventasse il simbolo dell'epoca nel quale veniva immesso?
Cosa stiamo inseguendo oggi che si debba superare domani?

 

Editoriale di Mauro Maratta
 

Cosa stiamo inseguendo oggi che si debba superare domani?



E' vero quanto scrive Max più sopra, lo è ancora di più rileggendo la storia degli ultimi 60 anni di fotografia by Nikon.
Nikon che è nata otticamente parlando da una costola di Zeiss e che è diventa industria fotografica per caso, fornendo obiettivi per le fotocamere Canon, ben prima di produrre una fotocamera sua per il mercato civile ha sempre inseguito il mercato, mai anticipato.

La storia più recente ha visto Nikon introdurre per prima la reflex professionale digitale, quella Nikon D1 del 1999 che rispondeva in grande alle proposte su corpo Nikon lanciate sul mercato da Kodak ma ben dopo l'introduzione delle prime reflex digitali da parte di Canon.
Nikon che nell'estate del 2002 ragionava se abbandonare il mercato fotografico oppure lanciare un prodotto più popolare, di difesa come la D70, per evitare che i suoi clienti si decidessero a vendere le amate ottiche per passare a Canon che invece sfornava macchine ben strutturate in tutti i segmenti.

Passo falso con la D2H, odiata da tutti i professionisti dello sport che invece potevano guardare con invidia le foto che i fotografi Canon inviavano in redazione durante l'intervallo delle partite di basket, scattate a sensibilità che i nikonisti potevano sognare, con risoluzioni che non si potevano permettere.
Parziale recupero nello studio ma sempre alle sensibilità più basse con la D2x ma senza paragone nella rincorsa con Canon che già da anni aveva in catalogo una chimerica 1Ds, maledettamente full frame ...

Fino all'arrivo a sopresa, senza alcun preavviso, del sorpasso, agognato, voluto ma per un certo verso casuale, con la D3 (poi clonata in piccolo con la D700, e doppiata con la regina degli stadi a tutt'oggi, la oramai mitica D3s) che andava a colmare il gap e prendeva le distanze da una Canon in affanno e un pò distratta da altri settori.



Immagine Allegata: nikon-d3s.jpg

La Nikon D3s del 2009


Successo clamoroso quello del duo D3/D700 che è intervenuto in un momento di cambiamento, del management, della politica produttiva (delocalizzazione spinta in Cina, Tailandia, Malesia) e tra due crisi economiche, l'ultima delle quali che è forse ancora nella sua fase più acuta. L'aprirsi di mercati emergenti con esigenze ben diverse da quelli maturi e dove non è la reflex la fotocamera da ostentare, due disastri naturali e l'irrompere sul mercato oramai maturo di strumenti che di fotografico in origine ben poco hanno : smartphone e tablet.

Deve aver creato molti motivi di perplessità nelle strategie Nikon questo quadriennio che va dal lancio della D3 all'annuncio della D4 perchè siamo probabilmente nel mezzo di un cambiamento epocale che potrebbe - e forse sta già - radicalmente modificando la fotocamera sino alle sue profondità concettuali.
Non sto parlando del video, aggiunto nelle reflex come valore aggiunto (anche se a vedere la campagna di lancio della D4 si direbbe che la sua ragione d'essere è dimostrare che in questi anni Nikon ha raggiunto Canon anche nel video ... in realtà non è vero se guardiamo i prodotti specifici per il video di Canon, anni luce avanti a Nikon ...) ma del fenomeno iPhone prima e delle quasi-reflex senza specchio dopo.



Immagine Allegata: d4.jpg

La Nikon D4 del 2012 : l'ultima della specie ?



L'iPhone da icona culturale e di costume di young urban men and women, è diventato anche strumento fotografico utilizzato diffusamente anche da professionisti ed affiancato dall'iPad per funzioni tipicamente fotografiche e di contorno (la nuova D4 può essere pilotata da un iPad/iPhone), mentre le possibilità creative delle cosiddette mirrorless sono cresciute e sembrano inarrestabili con tanti concorrenti e tanti modelli in continua uscita mentre le reflex boccheggiano un pò. Già da un pò ...

E così Nikon mentre lanciava quella che forse è da considerare la reflex in formato DX definitiva, quella D7000 che tanto ci ha fatto sperare sulle prestazioni della D4 e che è in se una piccola professionale con prestazioni che surclassano D1 e D2 senza alcuna limitazione in nessun campo operativo (video compreso), si è trovata a dover decidere come gestire la situazione.

E' nata quella strana cosa che è stata battezzata Nikon One, il primo sistema Nikon con un attacco nuovo dopo quello della baionetta F del 1959. Una fotocamera con mirino elettronico e un corredo nuovo, in grado di sparare decine di scatti al secondo ma con un sensore di un formato che di fatto nasce già con possibilità di sviluppo già ... giunte al capolinea.

Per poi ritrovarsi a pochi mesi di distanza con la strana situazione di avere una fotocamera che vende su livelli insperati (la Nikon V1 ha superato i livelli di vendita settimanali di qualsiasi altra Nikon, Coolpix escluse) nei nuovi mercati ma con l'utenza più fedele che, lungi dall'essere incantata dalla nuova D4, sogna invece i progetti di Fuji e le piccole Panasonic (?).

La Nikon D4, la macchina per il videografo (?), ha sicuramente caratteristiche di qualità ed integra tutto quanto sia desiderabile oggi, compreso un nuovo formato di memory card che nessuno voleva (e nessuno produrrà) e una batteria stranamente meno performante di quella instancabile adottata sin dalla D2Xs, ma si presenta come un passo laterale nell'evoluzione, nel trend passato e che non riprende nulla, non anticipa, non traccia le linee. Non abbiamo indicazioni chiare della D800 ma tutto lascia pensare che altro non sarà se non una D7000 in full-frame con quelle caratteristiche pantografate in un corpo professionale.
Anche qui, punto di riferimento ... del mercato passato. Una macchina che avrebbe dovuto confrontarsi con la Canon 5D Mk II che però è presente sul mercato da oltre tre anni.

Ma in giro ci sono mirrorless che scattano 10 o 20 fotogrammi al secondo, con mirini elettronici e messa a fuoco a differenza di fase sul sensore principale senza fare un rumore.
Reflex con lo specchio fisso semitrasparente.
Fotocamere con moduli intercambiabili che possono utilizzare ottiche di ogni corredo.
Fotocamere con sensori avanzati ma che strizzano l'occhio al fotografo maturo che ama mettere a fuoco a mano, utilizzando obiettivi di qualità, molto luminosi e costruiti in metallo, discrete, retrò e che fanno tendenza.

Mentre Nikon si vanta di aver costruito decine di milioni di obiettivi di cui però la gran parte, oggetti da kit, come il famigerato 18-55 nelle sue varie versioni.
 

Perciò, Nikon, dove stai andando. Quo vadis Nikon ?

Che fine hanno fatto i brevetti che hai depositato negli ultimi anni ?
Perchè tieni la testa indietro mentre cammini in avanti ?
Perchè ti opponi al futuro mentre tendi a dimenticare ciò che i nikonisti si attendono ?


Immagine Allegata: f4sBIG_i.jpg

La Nikon F4 del 1988 : nata tardona


La storia si ripete. La D4 si ripropone allo stesso modo della F4 di 15 anni fa, lo fa meglio, potendo sfruttare tutta la tecnologia impiegata in una macchina di successo come la D3 e non dovendo ricominciare da capo tutto come dovette fare Nikon nel passaggio tra F3 ed F4 ma a mio parere rimanda il problema alla prossima generazione.


Immagine Allegata: images.jpg

La Nikon D4 del 2012 : la macchina del videografo (?)


Goto dice che gli attuali mirini elettronici sono inguardabili (mentre si fa ritrarre con in mano una Ricoh) ma Nikon intanto sta utilizzando mirini Oled di produzione Epson, sensori avanzati di cattura in grado di poter essere programmati per svariate funzioni senza ricorrere a sensori di misura, brevetta obiettivi che non mette in produzione, vince premi per design futuristici di prototipi che non hanno nulla a che fare con la produzione corrente mentre Akagi si sforza di spiegare che la nuova batteria ha una chimica particolare che non si aspettano che altri rispetto a Sony producano le memory card XQD ed assicura che le prestazioni fotografiche della D4 non saranno inferiori alla D3s, anzi, saranno forse superiori. Forse ...

Si, lo ammetto, sono convinto che D4/D800/D400 - la generazione con il 4 - ha il solo scopo di colmare il gap e far maturare intanto le tecnologie che Nikon sta impiegando solo in laboratorio perchè ancora non all'altezza del pensiero kaizen.

Probabilmente la prossima - che io mi aspetto arriverà in anticipo rispetto alla tabella di marcia - sarà realmente avanzata.
Questa no, Nikon non ha ancora deciso quando farci sapere dove vuole andare. Forse non lo sa neppure. Oppure questa strana alleanza commerciale/familiare non l'ha ancora deciso. O infine, Nikon come ha sempre fatto vuole vedere cosa propongono gli altri, studiarlo a fondo e poi uscire con il prodotto di riferimento di quella generazione, l'ultimo.

 

© 2012 Nikonland - Max Aquila e Mauro Maratta
 


38 Comments

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Raffaele Pantaleoni
set 17 2013 11:24

Per come la vedo io, l'era eroica della fotografia è finita da un bel pezzo. Vuoi per mutati scenari sociali, vuoi per l'approccio assolutamente diverso alla tecnologia e di riflesso alla fotografia. Nikon non può più permettersi (economicamente, non tecnologicamente) di osare, nonostante sia una grande società non è grande come Sony o Canon che differenziano il loro giro di affari. Un errore troppo grosso potrebbe significare anche un passo verso il fallimento. Quo vadis? Ovunque ci porterà il mercato, ma sempre ponderando bene ogni passo.

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Adriano Max
set 17 2013 12:31

[...] Ovunque ci porterà il mercato, ma sempre ponderando bene ogni passo.

 

Per come la 'conosco' io, Nikon ha sempre ponderato molto bene i suoi passi.

 

Lo fa tuttora: il suo passo è asincrono rispetto agli altri competitori; in una certa misura lo è sempre stato. 

Tranne quando ha pensato al CX senza guardarsi bene intorno e pensando che potesse primeggiare in tutto a prescindere: non esiste uno 'standard' Nikon - col CX ci sta provando - vediamo se sul lungo (e se dico lungo, intendo proprio lungo) periodo (facciamo 5 anni) premia.

;)

 

Per ora voglio vedere la prima evil Pro che un pro possa pensare di usare per una commissione commerciale, senza paura.

 

Ciao,

Adri.

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Valerio Brùstia
set 17 2013 13:54

Nikon è il pensiero kaizen di cui accenna Max,

peccato che quel passo lento e soppesato talvolta le fa perdere il treno. E due importanti treni li ha persi in passato, pagando caro (ma evidentemente non carissimo perchè siamo ancora qui a parlare di una realtà esistente  mentre altri attori sono spariti). Il primo è stato perdere la gara del motore piezoelettrico, arco di volta per la movimentazione delle lenti nei barilotti cilindrici: non ce n'è, Canon ha blindato il suo brevetto e tutti, ma tutti, sono rimasti alla finestra. Non solo, Canon era obbligata a mollare il suo bizzarro bocchettone FD perchè era tecnologicamente incompatibile (era evidentemente troppo costoso) per il comando delle funzioni elettriche degli obiettivi (ricordo che l'attuale baionetta EF è una baionetta tradizionale, l'FD era a sblazo sul corpo macchina). Nonostante questo stravolgimento Canon ha mantenuto il suo pubblico ampliandolo notevolmente per tutti gli anni '90: quell'autofocus era DA SUBITO fenomenale, anche sulla Eos 650. Ancora a riguardo ricordo che Minolta, che invece avrebbe potuto conservare l'attacco MD, la stessa scelta di cambiare la baionetta l'ha pagata cara: Minolta non c'è più. Pentax invece, che ha conservato il K storico, è ancora qui. Sarà un caso?

Il secondo passo falso di Nikon è avvenuto, come raccontato ampiamente da Mauro, dopo la D1. Forse Nikon pensava di aver fatto tutto il necessario per la ripresa digitale? Boh. Certo che la rincorsa con la D3 -D700 è stata fenomenale. Adesso torna a sedersi sugli allori e fa melina.  

 

E chiamiamolo pure approccio kaizen, fatto sta che qui i grandangoli fissi (fisheye incluso) sono ancora quelli presentati nel 1988, gracchianti e pieni di giochi, i macro lunghi sono meglio (o solo) i Sigma e il 300/4 e 400/5.6 stabilizzati continuano a rimanere nei sogni di molti nikonisti.

 

Evviva la V1 e buona pace per il resto della truppa. Ma adesso arriva la D610, ahh beh  non parlo più 

 

ciao

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Valerio Brùstia
set 17 2013 15:45

Agostino, il 400/4 non lo farà mai, non lo ha mai fatto e non comincerà adesso.

O meglio lo ha già fatto ma è uno zoom! I "buchi" veri sono , come accennavi anche tu, altrove.

 

Ma un 400/5.6 AF-S  ED VR II, da  1,2kg, ma sai in quanti lo aspettano???

 

Io, sia chiaro, non sono tra quelli che ci perde il sonno per quel vetro lì, ma comprendo la praticità d'uso.

 

Per i Canonisti è il loro entry level nel mondo dei super tele, e che successo ha avuto! Tra l'altro Canon ha avuto il buon senso di realizzarlo strizzando l'occhio ai tele giganti. Come dire: non ti puoi permettere un 400/2.8? Ti propongo questo 5.6 che è realizzato con la stessa cura e ti costa 1/8. Quando diventi grande potrai comperare il 500/4 è qui che ti aspetta. E'  una scelta di marketing vincente, che crea fidelizzazione e che probabilmente a Canon è costata relativamente poco.

 

Nikon invece mi produce l'ennesima salsizza zoom 80-400 (un bel salamone della Duja). Per carità ci sta pure quello, ma non sarà mai l'entry level dei super tele ... è un'altra cosa!

 

Ma devo spiegarle io ste banalità alla Nikon?? 

 

 

BooooooooooooH?

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Raffaele Pantaleoni
set 17 2013 15:47

Agostino, il 400/4 non lo farà mai, non lo ha mai fatto e non comincerà adesso.

O meglio lo ha già fatto ma è uno zoom! I "buchi" veri sono , come accennavi anche tu, altrove.

 

Ma un 400/5.6 AF-S  ED VR II, da  1,2kg, ma sai in quanti lo aspettano???

 

Io, sia chiaro, non sono tra quelli che ci perde il sonno per quel vetro lì, ma comprendo la praticità d'uso.

 

Per i Canonisti è il loro entry level nel mondo dei super tele, e che successo ha avuto! Tra l'altro Canon ha avuto il buon senso di realizzarlo strizzando l'occhio ai tele giganti. Come dire: non ti puoi permettere un 400/2.8? Ti propongo questo 5.6 che è realizzato con la stessa cura e ti costa 1/8. Quando diventi grande potrai comperare il 500/4 è qui che ti aspetta. E'  una scelta di marketing vincente, che crea fidelizzazione e che probabilmente a Canon è costata relativamente poco.

 

Nikon invece mi produce l'ennesima salsizza zoom 80-400 (un bel salamone della Duja). Per carità ci sta pure quello, ma non sarà mai l'entry level dei super tele ... è un'altra cosa!

 

Ma devo spiegarle io ste banalità alla Nikon?? 

 

 

BooooooooooooH?

:bravo:

Agostino, il 400/4 non lo farà mai, non lo ha mai fatto e non comincerà adesso.

O meglio lo ha già fatto ma è uno zoom! I "buchi" veri sono , come accennavi anche tu, altrove.

 

Ma un 400/5.6 AF-S  ED VR II, da  1,2kg, ma sai in quanti lo aspettano???

 

Io, sia chiaro, non sono tra quelli che ci perde il sonno per quel vetro lì, ma comprendo la praticità d'uso.

 

Per i Canonisti è il loro entry level nel mondo dei super tele, e che successo ha avuto! Tra l'altro Canon ha avuto il buon senso di realizzarlo strizzando l'occhio ai tele giganti. Come dire: non ti puoi permettere un 400/2.8? Ti propongo questo 5.6 che è realizzato con la stessa cura e ti costa 1/8. Quando diventi grande potrai comperare il 500/4 è qui che ti aspetta. E'  una scelta di marketing vincente, che crea fidelizzazione e che probabilmente a Canon è costata relativamente poco.

 

Nikon invece mi produce l'ennesima salsizza zoom 80-400 (un bel salamone della Duja). Per carità ci sta pure quello, ma non sarà mai l'entry level dei super tele ... è un'altra cosa!

 

Ma devo spiegarle io ste banalità alla Nikon?? 

 

 

BooooooooooooH?

 

Grande, sono assolutamente d'accordo!

Agostino, il 400/4 non lo farà mai, non lo ha mai fatto e non comincerà adesso.

O meglio lo ha già fatto ma è uno zoom! I "buchi" veri sono , come accennavi anche tu, altrove.

 

Ma un 400/5.6 AF-S  ED VR II, da  1,2kg, ma sai in quanti lo aspettano???

 

Io, sia chiaro, non sono tra quelli che ci perde il sonno per quel vetro lì, ma comprendo la praticità d'uso.

 

Per i Canonisti è il loro entry level nel mondo dei super tele, e che successo ha avuto! Tra l'altro Canon ha avuto il buon senso di realizzarlo strizzando l'occhio ai tele giganti. Come dire: non ti puoi permettere un 400/2.8? Ti propongo questo 5.6 che è realizzato con la stessa cura e ti costa 1/8. Quando diventi grande potrai comperare il 500/4 è qui che ti aspetta. E'  una scelta di marketing vincente, che crea fidelizzazione e che probabilmente a Canon è costata relativamente poco.

 

Nikon invece mi produce l'ennesima salsizza zoom 80-400 (un bel salamone della Duja). Per carità ci sta pure quello, ma non sarà mai l'entry level dei super tele ... è un'altra cosa!

 

Ma devo spiegarle io ste banalità alla Nikon?? 

 

 

BooooooooooooH?

formalmente sono daccordo con te.. ma pensa anche un'altra cosa...

 

credi che in nikon queste cose non le sappiano?.. io direi che le sanno eccome... ( magari non quelli giusti..  anzi, certamente)

quello che non capisco, e lo dico con rammarico..   e che continuino inperturbabili in cima alla ormai non più elevata torre... che una volta poteva essere di avorio..  ora forse di coolpix...

 

in pratica... chi ha in mano le redini del potere... mi sà che non afferri molto... la situazione...

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Valerio Brùstia
set 17 2013 16:48

Ho scatenato l'orgoglio del popolo nikonista.

 

Tarkus qui ci vuole proprio l'attacco di Hammond organ di Kate Emerson di "Tarkus" : <tut -tu -ruuuuuuuu">

 

Alla riscossa, io e Raffaele ci siamo!

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Bernardo Gattabrìa
set 17 2013 23:09
I fatti ben descritti da Max e Mauro, sono cose note per chi come me coltiva questo hobby da 50 anni, ma che tristezza rileggere la storia passata
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Valerio Brùstia
set 18 2013 08:48

Roberto,

che le sappiano non c'è dubbio, è il peso che danno a queste argomentazioni che è scarso.

 

Sono veramente perplesso, dopo il periodo D3 + serie supertele VR si è RIspenta la lampadina a casa Nikon, e sono tornati in letargo. Ogni tanto buttano fuori dei restiling (D4) utili solo a muovere MALE il mercato (batterie incompatibili) senza apportare un valore aggiunto che (forse) si tengono nel cassetto.

 

Ma lo sapete o no (misurato sulla pelle) che la D700, macchina digitale con qualche annetto ormai, è ricercatissima nel mercato dell'usato e che si è svalutata decisamente poco? E ci vogliamo chiedere come mai???

 

 

Forse noi siamo interessati ad un settore del mercato della fotografia che non è, nei numeri, significativo.

Le ammiraglie i super tele, le ottiche fisse le ottiche specialistiche, gli zoom di qualità probabilemente nel business del mercato fotografico sono marginali. La partita dei fatturati, dei numeri seri, si gioca nel mondo delle compatte e delle entry level, degli zoom tuttofare con tanta plastica davanti e di dietro. Senza questi indotti è altrettanto probabile che un 300/2.8 verrebbe a costare 25mila euro contro i 6K correnti.

 

Vero è però che il nome Nikon è tale (come lo è Leica) non per le compatte rosa o la Pronea di plastica.

Comunque non mi pare che noi si sia qui a pretendere stravolgimenti della politica commerciale Nikon.

 

SI fa osservare semplicemente che un minimo di attenzione al nostro settore dovrebbe essere un cardine del market di questo storico brand, e che a tirare troppo la corda, dagli e ridagli, si finisce per logorarla ...

 

ciao 

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Valerio Brùstia
set 18 2013 09:02

Aggiungo,

forse questo è il momento più difficile dell'era delle produzioni digitali. Per tutti i costruttori intendo. Il livello qualitativo delle immagini raggiunto dalle 12mp è MATURO. Siamo ben lontani dal rush del primo lustro del 2000 dove ad ogni introduzione del nuovo modello coincideva l'osolescenza (palese) del precedente. In questa corsa agli armamenti c'è stato tanto "grano" che girava. E gli investimenti di tutti i produttori sono stati importanti.

 

Adesso, ora,  sono i veri cacchi amari, una digitale non può campare 20 anni come le nostre vecchie F3-F2 FM FG FA ecc. L'investimento deve rientrare, le fotocamere devono MORIRE. E' un bel problemino per i produttori ... 


Forse noi siamo interessati ad un settore del mercato della fotografia che non è, nei numeri, significativo.

Le ammiraglie i super tele, le ottiche fisse le ottiche specialistiche, gli zoom di qualità probabilemente nel business del mercato fotografico sono marginali. La partita dei fatturati, dei numeri seri, si gioca nel mondo delle compatte e delle entry level, degli zoom tuttofare con tanta plastica davanti e di dietro. Senza questi indotti è altrettanto probabile che un 300/2.8 verrebbe a costare 25mila euro contro i 6K correnti.

 

Vero è però che il nome Nikon è tale (come lo è Leica) non per le compatte rosa o la Pronea di plastica.

Comunque non mi pare che noi si sia qui a pretendere stravolgimenti della politica commerciale Nikon.

 

 

Attenzione. Dati recenti parlano di una diminuzione dei numeri reali delle vendite che sanno di catastrofe proprio dove i numeri sono grossi.

Le stime per il 2013 sono di 52 milioni di fotocamere (di tutti i tipi) vendute, contro 146 milioni del 2012.

Per quanto riguarda le compatte, le uniche che danno un margine interessante sono le alto-di-gamma, tipo la Sony RX100 o la Fuji X20. Segmento che Nikon non domina, anzi.

 

Attualmente il grosso del margine di Nikon proviene dalle reflex e in particolare dalle DX. La più venduta reflex Nikon è la D3100, modello uscito di produzione l'anno scorso ...

... ma i margini sugli obiettivi DX è inesistente per la scelta dissennata di Nikon di non proporre altro che zoom da kit che vendono solo in kit.

L'affanno di Nikon sui mercati più importanti (tipo USA) in questo momento riguarda vendere ... l'invenduto.

Mentre, ad esempio, il 32/1.2N per la Nikon One è diventato oggetto di ordine "speciale" ;)

 

E in quanto al nome, se è vera la metà delle anticipazioni degli obiettivi che proporrà Sigma nei tre anni a venire (ed include anche 400/2.8, 500/4 e 600/4), considerata la qualità del prodotto Sigma di ultima generazione, allora i prossimi anni saranno vieppiù problematici anche per la fama di Nikon meritata nei decenni scorsi ma in corso di rapido appannamento ...

Foto
Valerio Brùstia
set 18 2013 09:15

E allora non so più cosa pensare del management apicale di Nikon.

 

Son scemi davvero.

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Adriano Max
set 18 2013 11:01

 

 

[...] considerata la qualità del prodotto Sigma di ultima generazione, allora i prossimi anni saranno vieppiù problematici anche per la fama di Nikon meritata nei decenni scorsi ma in corso di rapido appannamento ...

 

Senza contare che Sigma potrebbe 'svegliarsi' scrollandosi di dosso le sue prototipali prove adolescenziali e proporre un vero corpo macchina professionale ... allora sì che ci si divertirebbe ... 

 

Nikon deve puntare al sistema .

 

Ciao,

Adri.

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Valerio Brùstia
set 18 2013 11:24

Concordo Adriano.

 

Il SISTEMA è la chiave di fidelizzazione

 

ciao

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Valerio Brùstia
set 18 2013 12:06

Ma si vedremo,

intanto ste tre macchine che fa son fatte bene. Funzionano in ogni situazione, le foto son belle e ... non si scolla lo specchio del mirabox. 

 

 

 ...... ad "altri" succede ....

la butto lì.. non credo che serva poi molto ma, primo tentare non nuoce e secondo.. se si riuscisse avremmo, noi.. la coscenza a posto...

 

e mandare in copia  ( inglese ) tutta la nostra uscita.. e magari metterne assieme altre? sia fatte dalla redazione o altro?

 

a riuscirci.. non potranno più dirci: ma noi non avevamo capito bene...

 

potrebbe essere fattibile?



Ma si vedremo,

[...]

 

 

Taci Valerio che gli ultimi rumors dicono che domani mattina Nikon annuncerà la Nikon One "rustica", piccola impermeabilizzata e a prova di intemperie.

 

Immagine Allegata: 265431_6179_big_suv-a-due-ruote-motrici-181.jpg

 

Potrebbe fare il paio con la tua Panda tra i fossi ? :)

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Raffaele Pantaleoni
set 18 2013 13:09

Ma si vedremo,

intanto ste tre macchine che fa son fatte bene. Funzionano in ogni situazione, le foto son belle e ... non si scolla lo specchio del mirabox. 

 

 

 ...... ad "altri" succede ....

E non si illuminano all'interno... :bigemo_harabe_net-03:

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Valerio Brùstia
set 18 2013 13:29

Calma Mauro, la 127 rustica era un bel passo avanti rispetto alla mia panda a metano.

 

Varda te cosa tiri fuori, me l'ero dimenticata!!

 

Un milestone FIAT, un mai più senza, un elemento di stile e pregio che spinse la casa di Torino ai massimi vertici nella classifica delle peggio BOIATE mai prodotte (oddio, anche la r4 d'oltralpe, in generale, non scherzava mica..).

Ma la versione Rustica della 127 effettivamente era un passo avanti.

Meriterebbe uno studio approfondito, una tesi di laurea in psicologia o scienze sociali, che ci spieghi quale sia stato il percorso intellettuale che indusse gli stilisti e il marketing FIAT a realizzare questo allestimento così originale (sto ridendo con la panza in mano) e sopratutto innovativo.

Vaccaboia la prima volta che l'ho vista me lo ricordo ancora era inverno in piazza cavour a Novara, andavo alle medie ... fine anni 70. Venni catturato da tanto sfarzo (era rossa) dalla linea così agguerrita e sportiva. Il parasassi sui vetri che rimandava così chiaramente al rally del Safari, alle grandi traversate saariane della Paris Dakar, ai miti di terre lontane ed esotiche. Cacchio che mezzo! (sto sempre ridendo con la panza in mano).

E pensai: quando compio 18 anni quella sarà la mia macchina di certo!

Peccato che da lì all'estate dell'87 erano quasi tutte ... in rottamazione. Purtroppo l'auto che vinse il mio cuore non riuscì altrettanto vittoriosa da un'altra battaglia: quella contro la RUGGINE!

 

Grande FIAT, insuperabile ed inimitabile. La DUNA di 10 anni dopo fu solo un'ombra di quello che a Torino erano in grado di realizzare...bei tempi andati.

 

Pensa se la Nikon andasse in crisi sul serio e la Famiglia di Torino decidesse di rilevarla. Spettacolo!!

vale.. con la Duna ci ho fatto 255.000 km... mica bau bau micio micio.. avrà avuto anche i suoi difetti...( ma dai...  )  ma anche i suoi pregi.. ( ma non mi dire...)

 

comunque sia.. andava e non era poi così male...    peccato che la casa di wolfsburg.. l'abbia scoperta dopo...

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Max Aquila
set 18 2013 23:06

vale.. con la Duna ci ho fatto 255.000 km... mica bau bau micio micio.. avrà avuto anche i suoi difetti...( ma dai...  )  ma anche i suoi pregi.. ( ma non mi dire...)
 
comunque sia.. andava e non era poi così male...    peccato che la casa di wolfsburg.. l'abbia scoperta dopo...

io al posto tuo farei causa alla FIAT

hai capito da dove derivano i tuoi mali alla colonna vertebrale?

Minghia!!! 255000 km in Duna ...nemmeno a Guantanamo osano tanto!

Voi scherzate : eccola qua la Nikon "rustica", c'è pure in arancio Fiat anti-infortunistico ;)

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Max Aquila
set 23 2013 07:38
per parafrasare il titolo, "quo vadis, Nikon",
direi....
certamente non a Bassano del Grappa!

Dove invece c'e' andata Nikonland...
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Leonardo Visentìn
set 23 2013 14:37

per parafrasare il titolo, "quo vadis, Nikon",
direi....
certamente non a Bassano del Grappa!

Dove invece c'e' andata Nikonland...

Decisamente non l'ho vista (a essere "cattivelli" infatti ... no dai, non la dico, è proprio cattivella, anche detta col sorriso e 11937 smile a corredare la battuta). Ho visto però lo spirito Nikon quello vero e genuino aleggiare per la sala Da Ponte (e per Bassano).

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